Foto dei relatori del convegno International Symposium on climate change. Al centro, con la cravatta Rossa, Martin Lees, ex segretario generale del Club di Roma. Sulla destra nella foto, Ian Dunlop (con la cravatta gialla) e Jeremy Leggett (senza cravatta)
Si è svolto in questi giorni un convegno sul cambiamento climatico a Roma. Per molti versi, una cosa curiosa: un convegno sul clima senza nemmeno un climatologo? (o, perlomeno, dalla lista degli oratori, non sembra che ce ne fossero) Ma, d'altra parte, può darsi che abbiano ragionato che ormai il cambiamento climatico è cosa assodata e quindi c'è bisogno di concentrarsi sulle soluzioni, piuttosto che sul problema.
In effetti, fra i relatori e gli organizzatori c'erano persone estremamente valide e che conosco personalmente, come Ian Dunlop, Martin Lees e Jeremy Leggett. Altri relatori avevano delle ottime credenziali. Per alcuni, invece, forse non era proprio così, ma non entriamo in questo argomento.
Il nostro uomo a Roma, Alessandro Pulvirenti, commentatore molto attivo dei post su "Effetto Risorse," ci fa un breve resoconto del convegno, al quale ha assistito per tutti i tre giorni. Per dettagli, potete domandare a lui nei commenti.
Un rapporto sull "International Symposium on climate change"
Di Alessandro Pulvirenti
Quando si è svolta, chi c’era e il programma
La conferenza internazionale sui cambiamenti climatici è durata 3
giorni, dal 27 al 29 maggio 2015; si è svolta a Roma nel Tempio di
Adriano.
Il sito dedicato all’evento è il seguente:
Potete trovare i dettagli sui partecipanti e sul programma, qui:
Gli interventi in programma sono cambiati durante l’evento, in
quanto, ha suscitato grande interesse e alcuni politici di passaggio,
hanno chiesto o gli hanno offerto d’intervenire all’evento.
Scopo della conferenza
Tutte le conferenze che ci sono state sul clima, non hanno impegnato
i Paesi del mondo a un intervento serio contro i cambiamenti
climatici. La conferenza internazionale COP21 che ci sarà in
Dicembre 2015 a Parigi, ci sono buone probabilità che si riveli
l’ennesimo fallimento.
Lo scopo di questa conferenza di Roma, era quello di preparare un
documento condiviso che potesse essere già una base di partenza per
la conferenza di Parigi, in modo da aumentare le possibilità che,
questa volta si ottenessero dei risultati.
Metà della conferenza si è svolta a porte chiuse tra gli esperti
per preparare il documento su cui gli esperti sarebbero stati
d’accordo.
Oltre questo, la conferenza di Roma spera di incentivare la creazione
di un’organizzazione internazionale che sia il punto di riferimento
per i cambiamenti climatici. Un organismo stabile che si occupi
costantemente di tali problemi.
Svolgimento della conferenza
La conferenza è iniziata con la lettura del messaggio dell’ex
segretario generale del partito comunista dell'Unione Sovietica: Mikhail Gorbachev, il quale non è
stato presente per motivi di salute. Tale messaggio evidenziava come
i cambiamenti climatici siano un grande problema d’affrontare prima
possibile e di come il dialogo, tra Russia e USA, debba ricominciare
per preservare la Pace nel mondo e l’ordine mondiale.
Gli interventi non sono stati tutti tecnici, anzi, hanno cercato di
vedere la problematica dei cambiamenti climatici da tutti i punti di
vista, facendo intervenire anche presidenti d’importanti società
petrolifere, di rinnovabili, politici, musicisti e pittori. Anche
l’arte ha avuto la sua parte in tale conferenza.
I principi base su cui, la maggior parte degli intervenuti concordava
erano i seguenti:
-
L’urgenza nell’intervenire; in quanto, si avverte il rischio di non avere più il tempo a disposizione per ottenere dei risultati significativi;
-
Che la colpa dei cambiamenti climatici sia dovuta principalmente alla CO2 presente nell’aria e ad eventuali altri gas, espressi con concentrazioni di CO2 equivalenti;
-
Che le rinnovabili possono ridurre le emissioni di CO2;
-
Che l’Europa ha ridotto le emissioni di CO2 e si aspetta che lo facciano anche gli altri (la Cina specialmente);
-
Che l’Italia ha superato gli obbiettivi del 20% di energia elettrica fornita dalle rinnovabili, anche se, ha fatto meno dal punto di vista dell’efficienza;
-
Si è parlato di come il prezzo dei pannelli fotovoltaici si sia ridotto notevolmente nel corso degli anni;
-
Sono stati riportati i dati satellitari di come le calotte artiche siano cambiate nel corso del tempo;
Comunicato finale
Il comunicato finale sarà presentato nei prossimi giorni.
Ne verranno redatte due o tre versioni, a seconda del destinatario
(pubblico, tecnici o conferenza di Parigi).
Nelle intenzioni di tutti, c’era la voglia di fare qualcosa
d’incisivo e rapido che potesse dare una svolta e una speranza che
si possa intervenire con decisione, per bloccare o limitare i
cambiamenti climatici.
E’ stato evidenziato come c’è bisogno di un maggiore impegno
economico da parte dei Paesi, sia nella ricerca e sviluppo che come
incentivi. Anche la popolazione deve fare la propria parte, evitando
gli sprechi e cercando di permettere il riciclo dei rifiuti.
Chiaramente sono problemi molto complessi, in quanto, molte della
variabili influenti sono interdipendenti e quindi, ogni azione
comporta aspetti positivi, ma anche negativi. Le difficoltà che ci
sono nel trovare un accordo internazionale risiedono proprio in
questo: alcuni Paesi considerano tali misure, come un onere eccessivo
che potrebbe penalizzare la loro competitività a livello
internazionale.
Tutti sono d’accordo che bisogna rispettare l’ambiente e che si
debba fare qualcosa al più presto, le difficoltà risiedono nelle
scelte da attuare e su chi deve ricadere il maggiore onere di tali
scelte.
Dopo la conferenza di Parigi (COP21) che ci sarà a dicembre di
quest’anno, verrà indetta un’altra conferenza come questa di
Roma, da effettuarsi intorno a Marzo 2016, che servirà ad analizzare
le misure intraprese nella conferenza di Parigi.