Da “Club Orlov”. Traduzione di MR
do Dmitri Orlov
Nel corso del 2014 i prezzi che il mondo paga per il petrolio greggio sono precipitati da oltre 125 dollari al barile ai circa 45 di adesso e potrebbero facilmente scendere ulteriormente prima di ricominciare a salire, prima di collassare ancora e risalire ancora. Avete afferrato l'idea. Alla fine, la folle altalena del mercato del petrolio, e quella persino più selvaggia dei mercati finanziari, delle valute e dei rutilanti fallimenti delle società energetiche, poi delle entità che le hanno finanziate, i default nazionali dei paesi che hanno sostenuto queste entità, causeranno a tempo debito il collasso delle economie industriali. E senza un'economia industriale funzionante il petrolio greggio verrà riclassificato come rifiuto tossico. Ma questo è fra due o tre decenni nel futuro.
Nel frattempo, i prezzi molto più bassi del petrolio hanno spinto gran parte dei produttori di petrolio non convenzionale fuori dal mercato. Ricordate che il petrolio convenzionale (il tipo di petrolio facile da produrre che esce fuori zampillando dai pozzi verticali trivellati non troppo profondamente nel terreno) ha raggiunto il picco nel 2005 e da allora è declinato. La produzione di petrolio non convenzionale, compresa la trivellazione offshore, le sabbie bituminose, la fratturazione idraulica per produrre petrolio di scisto ed altre tecniche costose, è stato generosamente finanziato per compensare l'ammanco. Ma al momento gran parte della produzione di petrolio non convenzionale costa più del prezzo al quale può essere venduto. Ciò significa interi paesi, compreso il Venezuela è il suo petrolio pesante (che richiede una riqualificazione prima di poter fluire), il Golfo del Messico e la sua produzione offshore (Messico e Stati Uniti), Norvegia e Nigeria, il Canada e le sue sabbie bituminose e, naturalmente, gli Stati Uniti e il petrolio di scisto. Tutti questi produttori in questo momento stanno bruciando soldi così come il petrolio che producono e se i prezzi del petrolio bassi persistessero, sarebbero costretti a chiudere.
Un problema in più è il tasso di esaurimento molto alto dei pozzi di petrolio di scisto “frackati” negli Stati Uniti. Attualmente, i produttori di petrolio di scisto stanno pompando a pieno regime stabilendo nuovi record di produzione, ma il tasso di trivellazioni sta collassando rapidamente. I pozzi di petrolio di scisto si esauriscono molto in fretta: i tassi di flusso scendono della metà in soli pochi mesi e sono trascurabili dopo un paio di anni. La produzione può essere mantenuta solo attraverso trivellazioni incessanti e quelle trivellazioni incessanti ora si sono fermate. Così, ci rimangono solo pochi mesi di surplus. Dopo di che, l'intera rivoluzione del petrolio di scisto, che qualche pupazzo aveva pensato che avrebbe trasformato gli Stati Uniti in una nuova Arabia Saudita, sarà finita. Non aiuterà il fatto che gran parte dei produttori di petrolio di scisto, che hanno fortemente speculato sui prestiti per le trivellazioni falliranno, insieme alle società di esplorazione, produzione e le società di servizi per i pozzi petroliferi. L'intera economia che è emersa negli anni recenti intorno al ripiego del petrolio di scisto negli Stati Uniti, che è stato responsabile di gran parte della crescita dei posti di lavoro ben pagati, collasserà, causando un'impennata dei tassi di disoccupazione. Vale la pena di sottolineare che l'eccesso di petrolio che ha fatto precipitare questo collasso del prezzo non è particolarmente grande. E' cominciato tutto con uno sforzo concertato fra Arabia Saudita e Stati Uniti per riversare petrolio nel mercato internazionale, per far scendere i prezzi. I dirigenti degli Stati Uniti sa perfettamente che i loro giorni come maggiori produttori di petrolio si contano i giorni o mesi, non in anni. Si rendono conto di quali grandi postumi di sbornia risulteranno dal collasso della produzione del petrolio di scisto. I canadesi, rendendosi conto che la loro avventura delle sabbie bituminose è altresì prossima alla propria fine, vogliono stare al gioco.
Il gioco che stanno giocando è di fondo un "game of chicken" (n.d.t. quella sfida in cui i due contendenti si lanciano uno contro l'altro in automobile a tutta velocità). Se tutti pompano tutto il petrolio possono farlo a prescindere dal prezzo, poi ad un certo punto accadrà una di queste due cose: La produzione di petrolio di scisto collasserà, o altri produttori finiranno i soldi, e la loro produzione collasserà. La domanda è: quale delle due cose accadrà per prima? Gli Stati Uniti stanno scommettendo che i prezzi del petrolio bassi distruggeranno i governi dei tre maggiori produttori che non sono sotto i loro controllo politico e/o militare. Questi sono il Venezuela, l'Iran e, naturalmente, la Russia. Questi sono tempi lunghi ma, non avendo altre carte da giocare, gli Stati Uniti sono disperati. Il Venezuela è un premio sufficiente? I precedenti tentativi di cambiare il regime in Venezuela sono falliti, perché questo dovrebbe avere successo? L'Iran ha imparato a sopravvivere nonostante le sanzioni occidentali e conserva collegamenti commerciali con Cina, Russia e parecchi altri paesi per lavorare intorno a loro. Nel caso della Russia, al momento non è chiaro quale frutto, se ce n'è uno, porteranno le politiche occidentali contro di lei. Per esempio, se la Grecia decide di optare per l'Unione Europea per aggirare le sanzioni di ritorsione della Russia contro la UE, allora diventerà poco chiaro che abbia veramente sanzionato chi. Naturalmente, rovesciare i governi di tutti e tre i petro-stati, distruggendoli economicamente, “privatizzando” le loro risorse petrolifere e prosciugandole gratuitamente usando lavoro straniero sarebbe il colpo in canna di cui hanno bisogno gli Stati Uniti. Ma, se avete seguito, sembra che gli Stati Uniti non ottengono sempre ciò che vogliono e ultimamente non ottengono nulla. Quale mossa di politica estera recente degli Stati Uniti ha davvero ripagato come avrebbe dovuto? Hmm...
Quindi, per ora, tutti i produttori stanno continuando a pompare a pieno regime. Alcuni hanno un cuscino finanziario per produrre in perdita e lo useranno per proteggere la loro quota di mercato. Altri produttori hanno già messo i soldi nella trivellazione dei pozzi ed hanno pagato un numero sufficiente di prestiti mentre il prezzo del petrolio era alto per continuare a produrre con profitto anche a prezzi più bassi. Infine, diversi produttori (con la Russia in testa) possono fare un piccolo profitto anche a 25-30 dollari al barile (se non fosse per tasse e tariffe). Ogni produttore ha ragioni leggermente diverse per continuare a pompare a pieno regime. Sono state dette molte cose su Stati Uniti ed Arabia Saudita che si sono messi d'accordo per guidare il prezzo del petrolio. Ma la teoria della collusione può essere fatta a fetta col rasoio di Occam, visto che da loro ci si aspetterebbe esattamente lo stesso comportamento anche senza collusione. Gli Stati Uniti stanno facendo un tentativo disperato di rovesciare un petro-stato, o due, o tre, prima di finire il proprio petrolio di scisto, insieme ai canadesi le cui sabbie bituminose ora sono non redditizie, approfittando dei collegamenti, perché se questo tentativo non funziona, allora si spegne la luce sull'impero. Ma nessuna delle recenti scommesse ha funzionato. Questo è l'inverno del malcontento imperiale e l'impero è stato ridotto a mettere in piedi piccole acrobazie patetiche che sarebbero molto divertenti se non fossero anche sinistre e tristi. Prendete, per esempio, le parole pronunciate recentemente a Berlino dal primo ministro ucraino Yatsenyuk manovrato dal Dipartimento di stato degli Stati Uniti: risulta che l'URRS ha invaso la Germania Nazista, non il contrario!
Stiamo arrivando al 70° anniversario della vittoria sovietica sulla Germania nazista, quindi non c'è momento migliore per fare – ma cosa esattamente? I russi sono confusi. Ma i tedeschi hanno accolto questo urlatore e se ne sono stati zitti, quindi segna un punto per l'impero! O prendete le operazioni psicologiche di Charlie Hebdo a Parigi, che, per chi non avesse fatto attenzione, ricorda stranamente la bomba alla Maratona di Boston di due anni fa. Boston non si è ancora sbarazzata di tutti gli adesivi idioti “Boston strong” (no, Boston non è stata distrutta da qualche sparapetardi e da qualche attore amputato che ha fatto scoppiare sacchetti di sangue finto per far finta che gli avessero fatto saltare una gamba). Ed ora Parigi tappezzata da adesivi stranamente simili di “Io sono Charlie”. Uccidere un pugno di innocenti è, naturalmente, una procedura standard: poche atrocità reali aiutano a rendere la versione della “teoria della cospirazione” degli eventi impensabile per chiunque sia sotto il controllo mentale dell'impero perché, capite “loro sono quelli bravi” e “quelli bravi” non fanno queste cose. Ma quel controllo mentale sta scivolando via e anche qualche leader nazionale – come il turco Erdogan – ha dichiarato pubblicamente che l'evento è stato una messa in scena. Analogamente, i supposti responsabili sono stati giustiziati sommariamente dalla polizia prima che chiunque potesse scoprire qualcosa su di loro. E' diventato piuttosto chiaro adesso che tali eventi sono stati inventati dallo stesso gruppetto di mercenari non troppo creativi. Sembra che stiano riciclando i PowerPoint: cancella Boston; inserisci Parigi. Ma i francesi hanno difeso il loro diritto di insultare musulmani (e cristiani) con impunità (ma questi diritti è sicuro che verranno sottratti quando nessuno guarda) – ma non gli ebrei o i gay, badate bene, perché questo vi porterà ad una pena detentiva. Segna un altro punto per l'impero!
O prendete l'abbattimento del volo Malaysia MH17 sull'Ucraina Orientale all'inizio dello scorso anno. I pubblici ufficiali occidentali e la stampa hanno istantaneamente dato la colpa ai “ribelli sostenuti da Putin” dell'abbattimento. Quando i risultati dell'investigazione seguente hanno portato ad una conclusione diversa, sono stati segretati. Ma ora i russi hanno un disertore ucraino sotto protezione come testimone che ha identificato il pilota ucraino che ha abbattuto l'aereo, usando un missile aria-aria sparato da un caccia. Visto che i ribelli non hanno aviazione, un missile aria-aria era un ordigno inusuale per gli ucraini ed è stato caricato per questa occasione. Quindi sappiamo chi, come e perché. La sola domanda che rimane è: per conto di chi? Le scommesse sono che sia stato ordinato da Washington. Questa è stata una grande notizia per la Russia, ma i media occidentali si hanno censurato la storia della sua esistenza e, ogni qualvolta viene nominato l'argomento, continuano a ripetere il mantra “E' stato Putin”, così... segna un altro punto per l'impero!
Ma un gruppo di persone illuse che borbottano fra loro in un angolino oscuro, mentre il resto del mondo li indica e ride, non fanno un impero. Con questi livelli di prestazione, mi azzarderei a prevedere che niente di ciò che l'impero sperimenterà da qui funzionerà. L'Arabia Saudita in generale è scontenta degli stati Uniti, perché hanno fallito nel loro compito di poliziotti di quartiere e in generale di mantenere un coperchio sulle cose. L'Afghanistan si sta trasformando nel Talebanistan, l'Iraq ha ceduto territorio all'ISIS ed ora controlla solo il teritorio dei regni dell'età del bronzo di Accadia e Sumer. La Libia è in stato di guerra civile, l'Egitto è stato “democraticizzato” in dittatura militare, la Turchia (un membro della NATO e candidato membro della UE) ora sta commerciando principalmente con la Russia, la missione di rovesciare la Siria di Assad è nel caos, i “partner” degli Stati Uniti in Yemen sono stati appena rovesciati dalle milizie Sciite ed ora c'è l'ISIS, inizialmente organizzato e addestrato dagli Stati Uniti, che minaccia di distruggere la Casa di Saud. Aggiungete a questo che la joint venture Stati Uniti-Arabia Saudita per destabilizzare la Russia fomentando il terrorismo nel Caucaso Settentrionale è del tutto fallito. Non è riuscita ad organizzare una singola azione terroristica per interrompere le Olimpiadi di Sochi. (Il principe dell'Arabia Saudita Bandar bin Sultan ha perso il suo lavoro con quel fiasco). E quindi i sauditi stanno pompando a pieno regime non tanto per aiutare gli Stati Uniti quanto per altre e più ovvie ragioni: per far fuori i produttori a prezzi alti (Stati Uniti compresi) e mantenere la loro quota di mercato. Sono anche seduti su riserva di dollari statunitensi, che vogliono far fruttare finché valgono qualcosa.
La Russia pompa la quantità solita perché non c'è nessuna ragione per fermare e molte per continuare. La Russia è un produttore a basso prezzo e può aspettare gli Stati Uniti. Anche la Russia è seduta su una riserva di dollari, che potrebbero a loro volta essere usati finché valgono qualcosa. Il bene più grande della Russia non è il petrolio ma la pazienza della sua gente: capiscono che attraverseranno un periodo difficile mentre si azzufferanno per sostituire le importazioni (specialmente dall'occidente) con la produzione interna ed altre fonti. Possono permettersi una perdita, la recupereranno una volta che il prezzo del petrolio recupera. Perché recupererà. La soluzione dei prezzi del petrolio bassi è... i prezzi del petrolio bassi. Ad un certo punto i produttori con prezzi alti naturalmente smetteranno di produrre, la quantità in eccesso verrà bruciata e il prezzo recupererà. Non solo recupererà, ma probabilmente schizzerà in alto, perché un paese disseminato dei corpi delle società petrolifere fallite non è un paese che ha probabilità di tornare subito a produrre un sacco di petrolio mentre, dall'altra parte, oltre a pochi usi di combustibili fossili che sono voluttuari, la domanda è piuttosto inelastica. Ed un picco del prezzo del petrolio causerà un altro giro di distruzione della domanda, perché i consumatori, devastati dai fallimenti e dalla perdita di posti di lavoro dovuti al collasso del rattoppo petrolifero, falliranno presto a causa del prezzo più alto. E questo causerà ancora il collasso del prezzo del petrolio. E così via finché non muoia l'ultimo industriale. La causa della sua morte sarà elencata come “colpo di frusta”: la “sindrome dell'industriale scosso”, se volete. I prezzi del petrolio troppo alti/bassi in rapida successione gli avranno provocato la rottura dell'osso del collo. Alcuni artigiani raccoglieranno un po' di petrolio da qualche vecchi pozzo che perde, lo raffineranno usando stoviglie di coccio scaldate con la legna e lo userà per alimentare un antico carro funebre che porterà l'ultimo industriale del pianeta al cimitero degli industriali.
do Dmitri Orlov
Nel corso del 2014 i prezzi che il mondo paga per il petrolio greggio sono precipitati da oltre 125 dollari al barile ai circa 45 di adesso e potrebbero facilmente scendere ulteriormente prima di ricominciare a salire, prima di collassare ancora e risalire ancora. Avete afferrato l'idea. Alla fine, la folle altalena del mercato del petrolio, e quella persino più selvaggia dei mercati finanziari, delle valute e dei rutilanti fallimenti delle società energetiche, poi delle entità che le hanno finanziate, i default nazionali dei paesi che hanno sostenuto queste entità, causeranno a tempo debito il collasso delle economie industriali. E senza un'economia industriale funzionante il petrolio greggio verrà riclassificato come rifiuto tossico. Ma questo è fra due o tre decenni nel futuro.
Nel frattempo, i prezzi molto più bassi del petrolio hanno spinto gran parte dei produttori di petrolio non convenzionale fuori dal mercato. Ricordate che il petrolio convenzionale (il tipo di petrolio facile da produrre che esce fuori zampillando dai pozzi verticali trivellati non troppo profondamente nel terreno) ha raggiunto il picco nel 2005 e da allora è declinato. La produzione di petrolio non convenzionale, compresa la trivellazione offshore, le sabbie bituminose, la fratturazione idraulica per produrre petrolio di scisto ed altre tecniche costose, è stato generosamente finanziato per compensare l'ammanco. Ma al momento gran parte della produzione di petrolio non convenzionale costa più del prezzo al quale può essere venduto. Ciò significa interi paesi, compreso il Venezuela è il suo petrolio pesante (che richiede una riqualificazione prima di poter fluire), il Golfo del Messico e la sua produzione offshore (Messico e Stati Uniti), Norvegia e Nigeria, il Canada e le sue sabbie bituminose e, naturalmente, gli Stati Uniti e il petrolio di scisto. Tutti questi produttori in questo momento stanno bruciando soldi così come il petrolio che producono e se i prezzi del petrolio bassi persistessero, sarebbero costretti a chiudere.
Un problema in più è il tasso di esaurimento molto alto dei pozzi di petrolio di scisto “frackati” negli Stati Uniti. Attualmente, i produttori di petrolio di scisto stanno pompando a pieno regime stabilendo nuovi record di produzione, ma il tasso di trivellazioni sta collassando rapidamente. I pozzi di petrolio di scisto si esauriscono molto in fretta: i tassi di flusso scendono della metà in soli pochi mesi e sono trascurabili dopo un paio di anni. La produzione può essere mantenuta solo attraverso trivellazioni incessanti e quelle trivellazioni incessanti ora si sono fermate. Così, ci rimangono solo pochi mesi di surplus. Dopo di che, l'intera rivoluzione del petrolio di scisto, che qualche pupazzo aveva pensato che avrebbe trasformato gli Stati Uniti in una nuova Arabia Saudita, sarà finita. Non aiuterà il fatto che gran parte dei produttori di petrolio di scisto, che hanno fortemente speculato sui prestiti per le trivellazioni falliranno, insieme alle società di esplorazione, produzione e le società di servizi per i pozzi petroliferi. L'intera economia che è emersa negli anni recenti intorno al ripiego del petrolio di scisto negli Stati Uniti, che è stato responsabile di gran parte della crescita dei posti di lavoro ben pagati, collasserà, causando un'impennata dei tassi di disoccupazione. Vale la pena di sottolineare che l'eccesso di petrolio che ha fatto precipitare questo collasso del prezzo non è particolarmente grande. E' cominciato tutto con uno sforzo concertato fra Arabia Saudita e Stati Uniti per riversare petrolio nel mercato internazionale, per far scendere i prezzi. I dirigenti degli Stati Uniti sa perfettamente che i loro giorni come maggiori produttori di petrolio si contano i giorni o mesi, non in anni. Si rendono conto di quali grandi postumi di sbornia risulteranno dal collasso della produzione del petrolio di scisto. I canadesi, rendendosi conto che la loro avventura delle sabbie bituminose è altresì prossima alla propria fine, vogliono stare al gioco.
Il gioco che stanno giocando è di fondo un "game of chicken" (n.d.t. quella sfida in cui i due contendenti si lanciano uno contro l'altro in automobile a tutta velocità). Se tutti pompano tutto il petrolio possono farlo a prescindere dal prezzo, poi ad un certo punto accadrà una di queste due cose: La produzione di petrolio di scisto collasserà, o altri produttori finiranno i soldi, e la loro produzione collasserà. La domanda è: quale delle due cose accadrà per prima? Gli Stati Uniti stanno scommettendo che i prezzi del petrolio bassi distruggeranno i governi dei tre maggiori produttori che non sono sotto i loro controllo politico e/o militare. Questi sono il Venezuela, l'Iran e, naturalmente, la Russia. Questi sono tempi lunghi ma, non avendo altre carte da giocare, gli Stati Uniti sono disperati. Il Venezuela è un premio sufficiente? I precedenti tentativi di cambiare il regime in Venezuela sono falliti, perché questo dovrebbe avere successo? L'Iran ha imparato a sopravvivere nonostante le sanzioni occidentali e conserva collegamenti commerciali con Cina, Russia e parecchi altri paesi per lavorare intorno a loro. Nel caso della Russia, al momento non è chiaro quale frutto, se ce n'è uno, porteranno le politiche occidentali contro di lei. Per esempio, se la Grecia decide di optare per l'Unione Europea per aggirare le sanzioni di ritorsione della Russia contro la UE, allora diventerà poco chiaro che abbia veramente sanzionato chi. Naturalmente, rovesciare i governi di tutti e tre i petro-stati, distruggendoli economicamente, “privatizzando” le loro risorse petrolifere e prosciugandole gratuitamente usando lavoro straniero sarebbe il colpo in canna di cui hanno bisogno gli Stati Uniti. Ma, se avete seguito, sembra che gli Stati Uniti non ottengono sempre ciò che vogliono e ultimamente non ottengono nulla. Quale mossa di politica estera recente degli Stati Uniti ha davvero ripagato come avrebbe dovuto? Hmm...
Quindi, per ora, tutti i produttori stanno continuando a pompare a pieno regime. Alcuni hanno un cuscino finanziario per produrre in perdita e lo useranno per proteggere la loro quota di mercato. Altri produttori hanno già messo i soldi nella trivellazione dei pozzi ed hanno pagato un numero sufficiente di prestiti mentre il prezzo del petrolio era alto per continuare a produrre con profitto anche a prezzi più bassi. Infine, diversi produttori (con la Russia in testa) possono fare un piccolo profitto anche a 25-30 dollari al barile (se non fosse per tasse e tariffe). Ogni produttore ha ragioni leggermente diverse per continuare a pompare a pieno regime. Sono state dette molte cose su Stati Uniti ed Arabia Saudita che si sono messi d'accordo per guidare il prezzo del petrolio. Ma la teoria della collusione può essere fatta a fetta col rasoio di Occam, visto che da loro ci si aspetterebbe esattamente lo stesso comportamento anche senza collusione. Gli Stati Uniti stanno facendo un tentativo disperato di rovesciare un petro-stato, o due, o tre, prima di finire il proprio petrolio di scisto, insieme ai canadesi le cui sabbie bituminose ora sono non redditizie, approfittando dei collegamenti, perché se questo tentativo non funziona, allora si spegne la luce sull'impero. Ma nessuna delle recenti scommesse ha funzionato. Questo è l'inverno del malcontento imperiale e l'impero è stato ridotto a mettere in piedi piccole acrobazie patetiche che sarebbero molto divertenti se non fossero anche sinistre e tristi. Prendete, per esempio, le parole pronunciate recentemente a Berlino dal primo ministro ucraino Yatsenyuk manovrato dal Dipartimento di stato degli Stati Uniti: risulta che l'URRS ha invaso la Germania Nazista, non il contrario!
Stiamo arrivando al 70° anniversario della vittoria sovietica sulla Germania nazista, quindi non c'è momento migliore per fare – ma cosa esattamente? I russi sono confusi. Ma i tedeschi hanno accolto questo urlatore e se ne sono stati zitti, quindi segna un punto per l'impero! O prendete le operazioni psicologiche di Charlie Hebdo a Parigi, che, per chi non avesse fatto attenzione, ricorda stranamente la bomba alla Maratona di Boston di due anni fa. Boston non si è ancora sbarazzata di tutti gli adesivi idioti “Boston strong” (no, Boston non è stata distrutta da qualche sparapetardi e da qualche attore amputato che ha fatto scoppiare sacchetti di sangue finto per far finta che gli avessero fatto saltare una gamba). Ed ora Parigi tappezzata da adesivi stranamente simili di “Io sono Charlie”. Uccidere un pugno di innocenti è, naturalmente, una procedura standard: poche atrocità reali aiutano a rendere la versione della “teoria della cospirazione” degli eventi impensabile per chiunque sia sotto il controllo mentale dell'impero perché, capite “loro sono quelli bravi” e “quelli bravi” non fanno queste cose. Ma quel controllo mentale sta scivolando via e anche qualche leader nazionale – come il turco Erdogan – ha dichiarato pubblicamente che l'evento è stato una messa in scena. Analogamente, i supposti responsabili sono stati giustiziati sommariamente dalla polizia prima che chiunque potesse scoprire qualcosa su di loro. E' diventato piuttosto chiaro adesso che tali eventi sono stati inventati dallo stesso gruppetto di mercenari non troppo creativi. Sembra che stiano riciclando i PowerPoint: cancella Boston; inserisci Parigi. Ma i francesi hanno difeso il loro diritto di insultare musulmani (e cristiani) con impunità (ma questi diritti è sicuro che verranno sottratti quando nessuno guarda) – ma non gli ebrei o i gay, badate bene, perché questo vi porterà ad una pena detentiva. Segna un altro punto per l'impero!
O prendete l'abbattimento del volo Malaysia MH17 sull'Ucraina Orientale all'inizio dello scorso anno. I pubblici ufficiali occidentali e la stampa hanno istantaneamente dato la colpa ai “ribelli sostenuti da Putin” dell'abbattimento. Quando i risultati dell'investigazione seguente hanno portato ad una conclusione diversa, sono stati segretati. Ma ora i russi hanno un disertore ucraino sotto protezione come testimone che ha identificato il pilota ucraino che ha abbattuto l'aereo, usando un missile aria-aria sparato da un caccia. Visto che i ribelli non hanno aviazione, un missile aria-aria era un ordigno inusuale per gli ucraini ed è stato caricato per questa occasione. Quindi sappiamo chi, come e perché. La sola domanda che rimane è: per conto di chi? Le scommesse sono che sia stato ordinato da Washington. Questa è stata una grande notizia per la Russia, ma i media occidentali si hanno censurato la storia della sua esistenza e, ogni qualvolta viene nominato l'argomento, continuano a ripetere il mantra “E' stato Putin”, così... segna un altro punto per l'impero!
Ma un gruppo di persone illuse che borbottano fra loro in un angolino oscuro, mentre il resto del mondo li indica e ride, non fanno un impero. Con questi livelli di prestazione, mi azzarderei a prevedere che niente di ciò che l'impero sperimenterà da qui funzionerà. L'Arabia Saudita in generale è scontenta degli stati Uniti, perché hanno fallito nel loro compito di poliziotti di quartiere e in generale di mantenere un coperchio sulle cose. L'Afghanistan si sta trasformando nel Talebanistan, l'Iraq ha ceduto territorio all'ISIS ed ora controlla solo il teritorio dei regni dell'età del bronzo di Accadia e Sumer. La Libia è in stato di guerra civile, l'Egitto è stato “democraticizzato” in dittatura militare, la Turchia (un membro della NATO e candidato membro della UE) ora sta commerciando principalmente con la Russia, la missione di rovesciare la Siria di Assad è nel caos, i “partner” degli Stati Uniti in Yemen sono stati appena rovesciati dalle milizie Sciite ed ora c'è l'ISIS, inizialmente organizzato e addestrato dagli Stati Uniti, che minaccia di distruggere la Casa di Saud. Aggiungete a questo che la joint venture Stati Uniti-Arabia Saudita per destabilizzare la Russia fomentando il terrorismo nel Caucaso Settentrionale è del tutto fallito. Non è riuscita ad organizzare una singola azione terroristica per interrompere le Olimpiadi di Sochi. (Il principe dell'Arabia Saudita Bandar bin Sultan ha perso il suo lavoro con quel fiasco). E quindi i sauditi stanno pompando a pieno regime non tanto per aiutare gli Stati Uniti quanto per altre e più ovvie ragioni: per far fuori i produttori a prezzi alti (Stati Uniti compresi) e mantenere la loro quota di mercato. Sono anche seduti su riserva di dollari statunitensi, che vogliono far fruttare finché valgono qualcosa.
La Russia pompa la quantità solita perché non c'è nessuna ragione per fermare e molte per continuare. La Russia è un produttore a basso prezzo e può aspettare gli Stati Uniti. Anche la Russia è seduta su una riserva di dollari, che potrebbero a loro volta essere usati finché valgono qualcosa. Il bene più grande della Russia non è il petrolio ma la pazienza della sua gente: capiscono che attraverseranno un periodo difficile mentre si azzufferanno per sostituire le importazioni (specialmente dall'occidente) con la produzione interna ed altre fonti. Possono permettersi una perdita, la recupereranno una volta che il prezzo del petrolio recupera. Perché recupererà. La soluzione dei prezzi del petrolio bassi è... i prezzi del petrolio bassi. Ad un certo punto i produttori con prezzi alti naturalmente smetteranno di produrre, la quantità in eccesso verrà bruciata e il prezzo recupererà. Non solo recupererà, ma probabilmente schizzerà in alto, perché un paese disseminato dei corpi delle società petrolifere fallite non è un paese che ha probabilità di tornare subito a produrre un sacco di petrolio mentre, dall'altra parte, oltre a pochi usi di combustibili fossili che sono voluttuari, la domanda è piuttosto inelastica. Ed un picco del prezzo del petrolio causerà un altro giro di distruzione della domanda, perché i consumatori, devastati dai fallimenti e dalla perdita di posti di lavoro dovuti al collasso del rattoppo petrolifero, falliranno presto a causa del prezzo più alto. E questo causerà ancora il collasso del prezzo del petrolio. E così via finché non muoia l'ultimo industriale. La causa della sua morte sarà elencata come “colpo di frusta”: la “sindrome dell'industriale scosso”, se volete. I prezzi del petrolio troppo alti/bassi in rapida successione gli avranno provocato la rottura dell'osso del collo. Alcuni artigiani raccoglieranno un po' di petrolio da qualche vecchi pozzo che perde, lo raffineranno usando stoviglie di coccio scaldate con la legna e lo userà per alimentare un antico carro funebre che porterà l'ultimo industriale del pianeta al cimitero degli industriali.