sabato 13 dicembre 2014

Sembrerei pazza...

DaDecline of the empire”. Traduzione di MR

di Dave Cohen

Finiamo questa settimana brutale con una nota divertente, si può?

Citerò da una recente intervista ad Elizabeth Kolbert, il cui libro “La Sesta Estinzione: una Storia Innaturale” è uscito all'inizio di quest'anno. Mi piace questa robaccia.

D: C'è una qualche possibilità che l'evoluzione salvi il salvabile? Che il mondo si adatterà ed adeguerà a noi?

R: Penso che ci siano due quadri temporali per rispondere a questo. Il primo è che se ci sono tassi molto elevati di estinzione, l'evoluzione non è sufficientemente rapida. Non bisogna presumere che siccome le cose muoiono più velocemente del normale la speciazione avvenga più velocemente del normale. 

Non abbiamo nessuna prova di questo. L'evoluzione ha la propria scala temporale, che dipende dai tassi di riproduzione. Se si è animali che si riproducono ogni 20-30 anni, c'è un limite a quanto rapidamente ci si possa evolvere. Sul breve termine o sul medio, non penso che ci siano molte possibilità che l'evoluzione tenga il passo. 

Su un termine molto lungo, quando si osservano le estinzioni di massa del passato, sì, alla fine. Quelle nicchie ecologiche vuote vengono riempite e la diversità si diffonde di nuovo. Nei reperti fossili, ciò tende ad impiegare milioni di anni. Stiamo parlando di un tempo molto lungo. Un'estinzione di massa non è una cosa in cui possiamo semplicemente sperare per il meglio. Non funziona in quel modo

Giusto, non funziona in quel modo. Ecco il divertimento.

D: Cosa possiamo fare?

R: Il mio libro espone i problemi su una scala molto, molto ampia. Quali sono i motori di un'estinzione oggi? In effetti avrei potuto sceglierne diversi, ma ho scelto quelli che sono i fattori principali dell'estinzione, che sono delle forze molto grandi all'opera. 

Cambiamento climatico, perdita di habitat, spostamento di specie nel mondo... se proponessi un modo per fermare uno qualsiasi di questi fattori, sembrerei pazza. Non succederà. Non lo faccio

Non potrei essere più d'accordo – solo un pazzo proporrebbe che gli esseri umani cambino il proprio comportamento per fermare le catastrofi create dagli esseri umani come la sesta Estinzione.

Dico solo che questo è ciò che sta accadendo, questo è ciò che alimenta questi tassi di estinzione e lascio che la gente tragga le sue conclusioni su cosa possiamo o dobbiamo fare. 

Tutte queste cose sono molto legate al modo in cui viviamo oggi, con la globalizzazione, la modernità e l'industrializzazione. L'idea che smetteremo improvvisamente di fare quelle cose, sfortunatamente, non credo sia probabile. Come questo si porrà in atto è davvero la domanda del nostro tempo.

Giusto, non è probabile. Leggete qui:.

D: Quindi cosa dice alle persone che lo negano?

R: E’ una cosa interessante. Ci sono dei negazionisti del riscaldamento globale, ma non ci sono in realtà negazionisti della frammentazione dell'habitat, o delle specie invasive. Non ci sono in realtà dei negazionisti dell'estinzione. Si può obbiettare che è perché alla gente in realtà non interessano le altre specie. Non si alterano nemmeno per questo. Non si hanno tante reazioni contrarie quando si dice che i tassi di estinzione sono davvero molto alti oggi. Non credo che questo sia argomento di dibattito. 

Sì, è esattamente l'argomentazione che ho usato in “Avventure in Pianura – parte II”. E il finale...

D: C'è una qualche nota positiva per concludere?

R: La gente mi chiede perché ho scritto questo libro se non espongo una prescrizione riguardo a cosa dobbiamo fare. Io sostengo che è molto importante che ci rendiamo conto di cosa facciamo, di cosa sta succedendo. Questo è il solo modo per cominciare a pensare a come possiamo migliorare questa situazione. Voglio dire che ci sono un sacco di cose che potremmo fare. E' solo che niente di ciò che possiamo fare sarebbe semplice. Quindi, ci sono tonnellate di cose da fare. La prima cosa che potremmo fare è di ridurre in modo molto drammatico le nostre emissioni di carbonio; cosa che possiamo fare, ma lo dobbiamo scegliere. 

La Signora Kolbert è stata davvero brava a non rispondere eludendo la domanda sul “finire su una nota allegra”.

3 commenti:

  1. Sicuramente gli statunitensi possono dimezzare le loro emissioni di co2 senza alterare il loro livello di stile di vita : sarebbe come passare da disneyland,dalle machouses, dagli emi v8, alle ferrovie, appartamenti coibentati con strutture portanti in cemento armato e tramezzi in fibre naturali invece delle sterminate periferie di compensato, più ferrovie, moderni motori turbodiesel da 25 km litro ..Noi italiani ..Bè noi siamo molto più in sovraccarico degli statunitensi sul reciproco territorio; quindi ho troviamo un metodo indolore per ridurci a 10 milioni oppure torneremo a consumare pro capite come ad inizio 900, naturalmente in una "Italia" che tornerà ad essere una definizione geografica, come disse qualcuno più importante di me oltre 150 anni fa.

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  2. Con le estinzioni di massa avviene una cosa singolare. Ad ogni evento di tale portata scompare una percentuale importante non solo di specie, ma anche di ordini e perfino di phyla. Nei milioni d'anni seguenti, le forme di vita tornano a moltiplicarsi, ma a livello di specie e di genere, massimo di famiglia. Ordini e phyla andati non sono sostituiti. Dal precambriano ad oggi la quantità di forme di vita esistenti è forse la stessa; forse addirittura maggiore, ma sono molto, molto più uniformi.
    E non è questione di tempo. E' come se i processi microevolutivi fossero tuttora attivi, mentre quelli macroevolutivi siano spariti. Perché? "Voilà une bonne question", come dicono i francesi.

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    1. Perchè le specie più complesse contengono molta più entropia negativa distillata in unaa rco di tempo maggiore; la tua, più che una domanda, è un tema centrale nel rapporto della vita con la fisica; arrivi però un pò dopo Dawkins se ti fermi qui e non azzardi pericolosi intrecci con la morale degli uomini; tuttavia il post ,nei luoghi d'origine anglofili ha molto più senso ed assume un suono meno sinistro, per chi lo vuol intendere, che non in paesi sovraffollati e welfaristi come il nostro; il welfare è ottimo (nel senso di cosa buona, giusta e sostenibile) in Svezia,in Canada, nella stessa arida ma scarsissimamente popolata Australia; è distorto e grottesco negli USA ma molto meno insostenibile che da noi ; suicida in un paese come l' Italia ed ognuno comincia a capire perchè all'interno della propria famiglia o degli amici più intimi. In Italia il pubblico è contro la sostenibilità per definizione; negli USA il pubblico è poco ma una parte molto più importante in senso assoluto e relativo si dedica ai parchi nazionali. Il pubblico in italia aiuta od ostacola quella parte di coltivatori dediti alla sopravvivenza delle cultivar autoctone ? Gli enti di controllo sono lì per promozionare il prodotto o tassare i produttori del biologico ? L'italia come stato nazionale con oltre metà dell'economia statale e quasi i 2/3 parastatale è profondamente contro la sostenibilità, se possibile in misura maggiore dei privati; non credo di essere OT.

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