Da “Resource crisis”. Traduzione di MR
Probabilmente avrete sentito dire che le “nuove idee nascono come eresie e muoiono come superstizioni”. Ma può essere anche peggio: ci sono idee che si rifiutano semplicemente di morire e, come zombie, continuano per sempre a perseguitare il panorama mentale umano. Una di queste idee è che il problema delle risorse minerali consiste nel “finire” qualcosa. Una manifestazione tipica di questa idea-zombie è un recente articolo di Matt Ridley apparso sul Wall Street Journal dal titolo “Le risorse del pianeta non stanno finendo”.
Difficilmente mi posso immaginare un articolo più inutile di questo: contiene tutte le banalità tipiche di questo campo, compreso la ormai quasi obbligatoria calunnia al Club di Roma sulla base dell'idea che lo studio su “I limiti dello Sviluppo” del 1972 aveva previsto che a questo momento avremmo dovuto finire le risorse minerali (e, naturalmente, non è così). Pura leggenda; quello studio non ha mai detto niente del genere. E' solo un'altra idea-zombie che perseguita il panorama mentale umano.
Ma, a parte le banalità e le leggende, l'articolo di Matt Ridley è sbagliato perché è basato sul classico "specchietto per le allodole": quello che dice che non ci dobbiamo preoccupare di “finire” le risorse minerali. Non è così. Lasciatemelo dire enfaticamente, con certezza e inequivocabilmente: NON finiremo un bel niente. Non è questo il problema; il vero problema con le risorse sono i ritorni economici decrescenti. Significa che abbiamo estratto le risorse “facili” (leggi poco costose) e che ora siamo costretti ad estrarre da risorse più “difficili” (leggi più costose). Lasciate che vi mostri cosa sta accadendo con un esempio: il caso dell'estrazione dell'argento.
Questa immagine, dal blog “SRSrocco Report”, dice tutto. In meno di 10 anni, il rendimento dell'estrazione dell'argento è diminuito di quasi la metà di quello che era all'inizio. Cioè, oggi dobbiamo trattare quasi il doppio della roccia rispetto a 10 anni fa per estrarre la stessa quantità di argento. Non stiamo finendo l'argento: la produzione è rimasta più o meno costante nell'ultimo decennio, ma estrarlo costa di più. Questo non è che un esempio, come espongo nel mio recente libro “Extracted”, tutte le risorse minerali stanno mostrando lo stesso problema: rendimenti di estrazione decrescenti.
Ora, ci si può eccitare per le nuove tecnologie quanto si vuole (come fa Matt Ridley nel suo articolo), ma qui c'è un problema reale. Per estrarre minerali, bisogna trivellare, sollevare e macinare roccia e per questo serve energia e risorse (leggi soldi). La tecnologia può fare molte cose, per esempio bellissimi smartphone, ma non si può macinare la pietra con gli smartphone. La tecnologia, proprio come quasi tutto il resto, soffre del problema dei ritorni decrescenti (discuto questo punto in dettaglio in un mio articolo recente).
Quindi c'è una ragione per l'aumento dei prezzi di tutti i beni minerali – sono i ritorni economici decrescenti. Sfortunatamente, tuttavia, alcune menti tendono ad essere infettate dal virus dello zombie delle risorse che ci racconta che non c'è nulla di cui preoccuparci. Ma c'è molto di cui preoccuparsi: se qualcosa costa di più, potresti non essere in grado di permettertela. In un caso del genere, potresti anche dire che non c'è (o persino che l'hai “finita”).
Quindi, non è una buona idea rilassarsi e sperare che i miracoli della tecnologia ci libereranno dall'esaurimento delle risorse: nessun problema può mai essere risolto se ci si rifiuta di ammettere che esiste. A quel punto si possono trovare soluzioni sotto forma di maggiore efficienza, sostituzione, riciclaggio e altro. Si può fare, ma ci servono soldi, pianificazione e sacrifici. Più di tutto, dobbiamo sparare alla testa dello zombie delle risorse e riconoscere il problema per poter agire.
(immagine da WikiHow - licenza Creative Commons)
Probabilmente avrete sentito dire che le “nuove idee nascono come eresie e muoiono come superstizioni”. Ma può essere anche peggio: ci sono idee che si rifiutano semplicemente di morire e, come zombie, continuano per sempre a perseguitare il panorama mentale umano. Una di queste idee è che il problema delle risorse minerali consiste nel “finire” qualcosa. Una manifestazione tipica di questa idea-zombie è un recente articolo di Matt Ridley apparso sul Wall Street Journal dal titolo “Le risorse del pianeta non stanno finendo”.
Difficilmente mi posso immaginare un articolo più inutile di questo: contiene tutte le banalità tipiche di questo campo, compreso la ormai quasi obbligatoria calunnia al Club di Roma sulla base dell'idea che lo studio su “I limiti dello Sviluppo” del 1972 aveva previsto che a questo momento avremmo dovuto finire le risorse minerali (e, naturalmente, non è così). Pura leggenda; quello studio non ha mai detto niente del genere. E' solo un'altra idea-zombie che perseguita il panorama mentale umano.
Ma, a parte le banalità e le leggende, l'articolo di Matt Ridley è sbagliato perché è basato sul classico "specchietto per le allodole": quello che dice che non ci dobbiamo preoccupare di “finire” le risorse minerali. Non è così. Lasciatemelo dire enfaticamente, con certezza e inequivocabilmente: NON finiremo un bel niente. Non è questo il problema; il vero problema con le risorse sono i ritorni economici decrescenti. Significa che abbiamo estratto le risorse “facili” (leggi poco costose) e che ora siamo costretti ad estrarre da risorse più “difficili” (leggi più costose). Lasciate che vi mostri cosa sta accadendo con un esempio: il caso dell'estrazione dell'argento.
Questa immagine, dal blog “SRSrocco Report”, dice tutto. In meno di 10 anni, il rendimento dell'estrazione dell'argento è diminuito di quasi la metà di quello che era all'inizio. Cioè, oggi dobbiamo trattare quasi il doppio della roccia rispetto a 10 anni fa per estrarre la stessa quantità di argento. Non stiamo finendo l'argento: la produzione è rimasta più o meno costante nell'ultimo decennio, ma estrarlo costa di più. Questo non è che un esempio, come espongo nel mio recente libro “Extracted”, tutte le risorse minerali stanno mostrando lo stesso problema: rendimenti di estrazione decrescenti.
Ora, ci si può eccitare per le nuove tecnologie quanto si vuole (come fa Matt Ridley nel suo articolo), ma qui c'è un problema reale. Per estrarre minerali, bisogna trivellare, sollevare e macinare roccia e per questo serve energia e risorse (leggi soldi). La tecnologia può fare molte cose, per esempio bellissimi smartphone, ma non si può macinare la pietra con gli smartphone. La tecnologia, proprio come quasi tutto il resto, soffre del problema dei ritorni decrescenti (discuto questo punto in dettaglio in un mio articolo recente).
Quindi c'è una ragione per l'aumento dei prezzi di tutti i beni minerali – sono i ritorni economici decrescenti. Sfortunatamente, tuttavia, alcune menti tendono ad essere infettate dal virus dello zombie delle risorse che ci racconta che non c'è nulla di cui preoccuparci. Ma c'è molto di cui preoccuparsi: se qualcosa costa di più, potresti non essere in grado di permettertela. In un caso del genere, potresti anche dire che non c'è (o persino che l'hai “finita”).
Quindi, non è una buona idea rilassarsi e sperare che i miracoli della tecnologia ci libereranno dall'esaurimento delle risorse: nessun problema può mai essere risolto se ci si rifiuta di ammettere che esiste. A quel punto si possono trovare soluzioni sotto forma di maggiore efficienza, sostituzione, riciclaggio e altro. Si può fare, ma ci servono soldi, pianificazione e sacrifici. Più di tutto, dobbiamo sparare alla testa dello zombie delle risorse e riconoscere il problema per poter agire.