mercoledì 2 aprile 2014

Studio finanziato dalla NASA: la civiltà industriale è diretta verso un “collasso irreversibile”?

Da “The Guardian”. Traduzione di MR (h/t Luca Lombroso)

Nota di UB. Su questo sudio ci sono parecchie cose da dire e anche parecchie critiche da fare, inclusa l'enfasi esagerata sul fatto di essere "finanziato dalla NASA," cosa che - di per se - non vuol dire affatto che sia uno studio valido. Con calma, sto preparando un piccolo esame critico di questi risultati. Nel frattempo, potete leggervi anche l'ottimo articolo di Dario Faccini in proposito sul blog di ASPO-Italia. 

 

Di Nafeez Ahmed

Gli scienziati del mondo naturale e sociale sviluppano un nuovo modello di come la “tempesta perfetta” di crisi potrebbe disfare il sistema globale


Questa immagine dell'Osservatorio della Terra della NASA mostra un sistema tempestoso che circola intorno ad un'area di bassa pressione estrema  nel 2010, che molti scienziati attribuiscono al cambiamento climatico. Foto: AFP/Getty Images


Un nuovo studio sponsorizzato dal Centro per il Volo Spaziale Goddard della NASA ha evidenziato la prospettiva che la civiltà industriale globale possa collassare nei prossimi decenni a causa dello sfruttamento insostenibile delle risorse e la distribuzione sempre più iniqua della ricchezza. Osservando che gli avvertimenti di “collasso” sono spesso marginali o controversi, lo studio cerca di dare un senso a dati storici convincenti che mostrano che “il processo di ascesa e collasso è di fatto un ciclo ricorrente che si ritrova lungo tutta la storia”. I casi di distruzione grave di civiltà dovuti al “collasso precipitoso – spesso della durata di secoli – è stato piuttosto comune”.

Il progetto di ricerca è basato su un nuovo modello di disciplina incrociata “Dinamiche esseri umani-natura” (Human And Nature DYnamical – HANDY), condotto dal matematico applicato Safa Motesharri del Centro Nazionale di Sintesi Socio-Ambientale, in associazione con una squadra di scienziati del mondo naturale e sociali. Lo studio basato sul modello HANDY è stato accettato per la pubblicazione peer-reviewed nella rivista di Elsevier, Economia Ecologica. Questa scopre che secondo i dati storici, anche le civiltà avanzate e complesse sono soggette al collasso, sollevando domande circa la sostenibilità della moderna civiltà:

“Il crollo dell'Impero Romano e quello dei parimenti avanzati (se non di più) Imperi Han, Maya e Gupta, così come molti altri Imperi avanzati mesopotamici, testimoniano tutti il fatto che civiltà avanzate, sofisticate, complesse e creative possono essere sia fragili si impermanenti”. 

Investigando le dinamiche della natura umana di questi casi di collasso passati, il progetto identifica i fattori interrelati più salienti che spiegano il declino della civiltà e che potrebbero aiutare a determinare il rischio di collasso oggi: cioè, Popolazione, Clima, Acqua, Agricoltura ed Energia. Questi fattori possono portare al collasso se convergono per generare due caratteristiche sociali cruciali: “lo stress delle risorse dovuto alla tensione posta sulla capacità di carico ecologica” e “la stratificazione economica della società in Elite [ricche] e Masse o 'cittadini comuni' [poveri]”. Questi fenomeni sociali hanno giocato “un ruolo centrale nel carattere o nel processo del collasso”, in tutti quei casi durante “gli ultimi 5.000 anni”. Attualmente, gli alti livelli di stratificazione economica sono direttamente collegati al consumo eccessivo di risorse, con “Elite” che si trovano in gran parte in paesi industrializzati responsabili di entrambe le cose:

“... il surplus accumulato non è solo distribuito in modo iniquo nella società, ma piuttosto è stato controllato da una élite. Alla massa della popolazione, mentre produce la ricchezza, viene assegnata una piccola porzione della stessa da parte delle élite, di solito a livelli di sussistenza o poco al di sopra”. 

Lo studio sfida coloro che sostengono che la tecnologia risolverà queste sfide aumentando l'efficienza:

“Il cambiamento tecnologico può aumentare l'efficienza dell'uso della risorsa, ma tende anche ad aumentare sia il consumo pro capite della risorsa sia la scala dell'estrazione della risorsa, cosicché, assenti gli effetti delle politiche, gli aumenti del consumo spesso compensano l'aumento di efficienza nell'uso della risorsa”.

Gli aumenti di produttività dell'agricoltura e dell'industria degli ultimi due secoli sono venuti da “un aumento (piuttosto che da una diminuzione) della produzione”, nonostante dei guadagni di efficienza straordinari durante lo stesso periodo. Facendo modelli su una gamma di diversi scenari, Motesharri e i suoi colleghi concludono che in condizioni “che riflettono da vicino la realtà del mondo di oggi... scopriamo che il collasso è difficile da evitare”. Nel primo di questi scenari, la civiltà:

“... appare trovarsi su una strada sostenibile per un periodo piuttosto lungo, ma anche usando un tasso di esaurimento ottimale e cominciando con un numero davvero piccolo di élite, Le élite stesse alla fine consumano troppo, col risultato di una carestia fra i cittadini comuni che alla fine causa il collasso della società. E' importante osservare che questo collasso di Tipo L è dovuto ad una carestia indotta dall'iniquità che causa una perdita di lavoratori, piuttosto che a un collasso della Natura”.

Un altro scenario si concentra sul ruolo dello sfruttamento continuo delle risorse, scoprendo che “con un ampio tasso di esaurimento, il declino dei cittadini comuni avviene più rapidamente, mentre le élite prosperano ancora, ma alla fine i cittadini comuni collassano completamente, seguiti dalle élite”. In entrambi gli scenari, i monopoli della ricchezza da parte delle élite significano che queste sono protette dagli “effetti più negativi del collasso ambientale fino a molto più tardi rispetto ai cittadini comuni”, permettendo loro di “continuare col 'business as usual' nonostante la catastrofe imminente”. Lo stesso meccanismo, sostengono, potrebbe spiegare il perché “le élite hanno permesso che avvenissero i collassi storici che sembrano essere ovvi dalla traiettoria catastrofica (più chiaramente evidente nei casi Romano e Maya)”. Applicando questa lezione al nostro dilemma contemporaneo, lo studio avverte che:

“Mentre alcuni membri della società potrebbero dare l'allarme che il sistema si muove verso un collasso imminente e pertanto richiedere cambiamenti strutturali della società per evitarlo, le élite e i loro sostenitori, che si opporrebbero a questi cambiamenti, potrebbero indicare la traiettoria lunga e sostenibile 'fino ad ora' a sostegno del non fare nulla”. 

Tuttavia, gli scienziati evidenziano che gli scenari peggiori non sono affatto inevitabili e suggeriscono che una politica appropriata e dei cambiamenti strutturali potrebbero evitare il collasso, se non spianare la strada verso una civiltà più sostenibile. Le due soluzioni chiave sono quella di ridurre l'iniquità economica così come quella di una più equa distribuzione delle risorse e di ridurre drammaticamente il consumo di risorse affidandosi a risorse rinnovabili meno intensive e riducendo la crescita della popolazione:

“Il collasso può essere evitato e la popolazione può raggiungere un equilibrio se il tasso di esaurimento pro capite della natura viene ridotto ad un livello sostenibile e se le risorse vengono distribuite in modo ragionevolmente equo”. 

Il modello HANDY finanziato dalla NASA offre un campanello d'allarme credibile ai governi, alle multinazionali e alle imprese – e ai consumatori – per riconoscere che il 'business as usual' non può essere sostenuto e che sono richiesti immediatamente politiche e cambiamenti strutturali. Anche se lo studio è ampiamente teorico, numerosi altri studi empiricamente focalizzati – da parte del KPMG e dell'Ufficio Governativo della Scienza del Regno Unito, per esempio – hanno avvertito che la convergenza delle crisi alimentare, idrica ed energetica potrebbero creare la 'tempesta perfett' entro circa 15 anni. Ma queste previsioni 'business as usual' potrebbero essere molto prudenti.


37 commenti:

  1. Quanto alla distribuzione delle risorse ripartita in modo equo il più grande equalizzatore sarà la carrying capacity ; quindi noi europei, in particolare quelli dell'Europa meridionale Francia compresa, siamo messi molto peggio dei vituperati USA quanto a debito con l'ambiente.I cittadini americani possono cambiare nella direzione di non far più debito con l'ambiente cambiando le loro teste, noi oltre a cmabiare i nostri valori morali abbiamo bisogno inevitabilmente di tagliare la maggior parte delle teste ; fenomenale la mia concittadina Boldrina che ieri se la presa con le strutture turistiche di lusso al Sud Italia a suo avviso immorali visto come il nostro stato tratta i migranti...Anzitutto quelle strutture, soprattutto se ospitano stranieri magari Russi contribuiranno un pochino alle entrate pubbliche in maniera diretta ed indiretta, se poi la Boldrina vuole aiutare i migranti perchè non comincia lei, che ricordiamo è la figlia dell' amministratore delegato dell' Eni ?...Li stipi tutti nella sua villa finta art noveau del padre da 1000 e passa metri quadri che si trova alle porte della mia città.Almeno la Pivetti aveva dalla sua la susante dell'allora giovane età e comunque volava molto più in basso, ma la Boldrina è la peggior presidente della camera a mia memoria, secondo il mio gusto.

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    1. Non saprei se è la peggiore, ma concordo che è pessima sotto tutti gli aspetti.

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  2. Cercasi elite che faccia della decrescita e della sostenibilità le proprie politiche.
    Ricerca vana.
    Il collasso della civiltà industriale è inevitabile.

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  3. la riduzione della crescita dei paesi emergenti, vedi cina dal 14% attuale alla metà attuale dipende da dei limiti energetici attuali? la crescita è arrivata al capolinea?

    In un paese normale una come la Boldrini che ha sempre campato di politica e non ha mai prodotto nulla di nulla, non sarebbe mai arrivata a quel punto.

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  4. Boldrini:

    "élite [...] sono protette dagli “effetti più negativi del collasso [sociale] fino a molto più tardi rispetto ai cittadini comuni”, permettendo loro di “continuare col '[policy] as usual' nonostante la catastrofe imminente”

    Ella evacua delle prediche moraliste completamente avulse dalla realtà, è fuori come un melone.
    Sono persone completamente sradicate dalla realtà che scaricano sugli altri le conseguenze delle proprie scelte dementi. C'è una forte componente sadica del resto insita nella loro cultura moralizzatrice cattocomunista: io ti insegnerò e ti obbligherò a redimerti.

    Prendere questi mestieranti del potere, 'sti parlamentari criminal-chic, estrarli a forza dalle loro auto blu, dai cerchi magici che li circondano e isolano dalla realtà, obbligarli a muoversi di notte in autobus, senza scorta, ad attraversare a piedi le banlieue che stanno creando con i loro senza se e senza ma.

    Jared Diamond, tra i cinque principali fattori di collasso, ricorda pure la mentalità "religiosa" (nel senso peggiore e più vasto di mentalità dogmatica fuori da un contesto, non relativa ad esso, proprio una morale, assoluta e assolutizzante) e gli anacronismi che essa comporta.

    Abbiamo una mentalità religiosa che ci porta al paradosso Maori.

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    1. "La religione è una spiegazione generale e coerente dell’universo che sostiene ed anima la vita delle società e degli individui." Georges Dumézil
      Naturalmente moltissime altre definizioni sono possibili e nessuna è perfetta, ma secondo me questa si adatta particolarmente bene al nostro contesto, oltre che essere particolarmente blasonata.

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    2. > spiegazione generale e coerente dell’universo

      Mi piace questo umorismo.
      :)

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  5. Lo studio non è finanziato dalla NASA, la quale ha già specificato che si tratta di un'attribuzione erronea e ha preso le distanze: http://www.nasa.gov/press/2014/march/nasa-statement-on-sustainability-study/#.Uy7alqb0Fok

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  6. Basta questa frase a denunciare la fallacia dell'intera impostazione: "affidandosi a risorse rinnovabili meno intensive e riducendo la crescita della popolazione". "Ridurre la crescita della popolazione" non significa ridurre la popolazione, ma aumentarla più lentamente. Aumentare, sia pure più lentamente, una popolazione già insostenibile come quella attuale significa aumentarne l'insostenibilità, accelerando di fatto il processo di collasso. Eppure, chi stila testi come quello citato continua a proporsi come esempio di razionalità, laddove non fa altro che portare avanti lo stesso schema di ragionamento di coloro che si pretende di criticare.
    Non serve "ridurre la crescita della popolazione", serve "ridurre la popolazione" in termini assoluti e con un processo sufficientemente rapido nei limiti della sua incruenza, e per ottenere il risultato occorre che ogni unità territoriale sia messa di fronte alla responsabilità di agire "nel proprio piccolo" con la dovuta solerzia. Un modo per spingere in quella direzione è fare in modo che gli effetti negativi di scelte incongruenti non si possano scaricare all'esterno. In parole povere, occorre ridurre progressivamente e notevolmente il supporto che le aree sovrappopolate ricevono sotto forma di importazioni di beni di prima necessità e al tempo stesso interrompere ed invertire i processi di invasione migratoria delle aree che la subiscono (o che la implementano a danno della popolazione "comune" e per gli interessi delle èlite delle quali si parla nell'articolo).
    Scommettiamo che non si farà niente del genere e che qualche anima bella avrà pure il coraggio di lamentarsi per il dramma che sta preparando e che già stiamo vivendo? Già, perché non so quanti se ne sono accorti, ma siamo già piuttosto avanti lungo la discesa... vogliamo vederne le cause vere e magari... dico magari... provare a mettere in atto qualche correttivo serio e libero da ideologie politiche e/o religiose?

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    1. Bravo...L'ho subito pensato ma poi mi sono dirottato verso altri lidi per non rischiare la pedanteria...

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    2. Insomma, meglio lasciar morire di fame quelle popolazioni prolifiche non mandandogli più beni di prima necessità e impedendogli di emigrare oltre che riprendersi i propri emigrati. Una soluzione che sa quasi di politiche naziste, se non fosse che i nazisti sterminavano direttamente i popoli.
      Aldilà di certi suggerimenti immorali, l'unica soluzione praticabile e indolore è quella del figlio unico imposto, alla maniera cinese.
      Ma forse siamo già fuori tempo massimo; decrescere da 7 miliardi di persone a un numero sostenibile per il pianeta nel contesto di un paradigma più rispettoso dell'ambiente richiede decenni.
      Ma poi, quale elite ha intenzione di inaugurare queste politiche? Speranza vana.

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    3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  7. A proposito di sovrapopolazione: a novembre 2013 l'Italia pare aver ufficialmente superato quota 60 milioni di abitanti.

    Giusto oggi l'ISTAT ha aggiornato le statistiche demografiche mensili, dove al 30 novembre 2013 risulta una popolazione pari a 60.021.955 abitanti. Facendo una veloce sottrazione sono circa 330.000 abitanti in più rispetto al gennaio dello stesso anno !!!!!!! Sono numeri semplicemente pazzeschi.
    Il tutto nonostante un saldo naturale negativo per circa 70.000 abitanti.

    E' una crescita continua, senza soluzione di continuità.

    Queso il link alle statistiche demografiche: http://demo.istat.it/bilmens2013gen/index.html

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    1. Volendo pensare al nostro italico orticello, le italiane con un tasso di fecondità all 1,1 ormai stanno facendo ampiamente la loro parte, consoderando anche che negli ultimi 5 anni leà media delle primipare è passata da 32 a 35 anni: evidentemente insostenibile è ogni altro singolo immigrato e la gobba lunga della curva demografica...L'itaglia non è un paese per giovani,: dovrebbe arrivare ad essere equamente ne per giovani ne per vecchi.

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    2. Io mi chiedo quanto affidabili siano questi dati: molti immigrati che lasciano l'Italia non si tolgono dai registri. Il censimento del 2011 scoprì che in realtà la popolazione italiana era al di sotto, non al di sopra, dei sessanta milioni, e c'erano molti meno stranieri di quanti si pensasse.
      A parte questo, sono preoccupata anch'io. Dico solo che vorrei essere sicura dei dati.

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    3. Si è vero quello che dici. Nei periodi intercensuari si creano delle lacune nei dati. Infatti già negli anni precedenti al censimento del 2011 l'Italia superò i 60 milioni di abitanti per poi tornare sotto questa cifra dopo la ricostruzione statistica post censimento.

      Sarebbe quindi certo più corretto andare a guardare solo i dati censuari. Ne viene fuori però un quadro ancora peggiore. La popolazione al censimento del 2001 era pari a 56.995.744 abitanti. Quella del censimento del 2011 era invece arrivata a quota 59.433.744.

      Sono 2,5 milioni in più in soli dieci anni.

      La tendenza generale è a crescere. Magari, prima del prossimo censimento si arriverà, chessò (numeri messi li a caso), a quota 62 milioni, poi il censimento la correggerà a magari 61 milioni. Saranno comunque 1, 5 milioni in più rispetto al censimento precedente.

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    4. Certo; è anche vero che bisognerebbe capire quanti stranieri hanno lasciato l'Italia in un periodo di crisi rispetto a quanti l'hanno lasciata nell'intervallo 2001-2011, più prospero.
      Mi pareva di aver capito che si sarebbe passati a un sistema di censimento "permanente" raccogliendo dati a turno da tutti i comuni, ma forse ho capito male io.

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    5. Non saprei. Al momneto sembra che nei periodi intercensuari si continui a raccogliere i dati forniti dalle anagrafi comunali, che registrano i nati, i morti, i nuovi iscritti e i cancellati.
      Questo da già una buona idea dell'andamento generale. Poi certo i dati sono falsati, come dicevi tu, dal fatto che molti che lasciano l'Italia probabilmente non si cancellano dalle liste anagrafiche.

      Dando una rapida lettura ai dati sulle iscrizioni risulta che nel 2012 (unico dato annuale completo post censimento del 2011) ci sono stati 350.772 iscritti dall'estero.

      Nel pre censimento abbiamo per esempio il 2002 con 222.801 iscritti dall'estero; il 2003 con 470.491; il 2004 con 444.566; il 2010 con 458.856 iscritti.

      Difficile capire se rispetto al pre crisi ci sia un calo sostanziale dei nuovi arrivi. Bisogna aspettare almeno i dati deffinitivi del 2013.

      Nel 2011 (profonda crisi) i nuovi iscritti sono comunque stati (i dati sono divisi in due tempi perchè c'era il censimento di mezzo) oltre 380.000.

      L'impressione è che non ci sia alcun rallentamento negli arrivi.

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  8. Paolo: "Una soluzione che sa quasi di politiche naziste, se non fosse che i nazisti sterminavano direttamente i popoli."

    Mi mancava che arrivasse qualcuno a darmi del nazista. Meno male, perché se no poi uno perde l'abitudine e quando capita di nuovo ci rimane male. Consiglio di rileggere attentamente quel che ho scritto, perché mi sa che hai un tantinello travisato.

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    1. Allora traduci tu quello che hai scritto, perché rileggendolo non trovo differenza rispetto a come l'ho interpretato la prima volta. Ridurre notevolmente l'importazione di beni di prima necessità non vuol forse dire affamare e privare di farmaci una popolazione?
      Cercare l'eleganza di esposizione porta spesso a non farsi capire dai lettori. Quindi se hai la compiacenza di spiegare quello che hai scritto...

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  9. ...Parafrasando Forrest Gump :" Nazista è chi per primo del nazista da...)

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  10. MrKeySmasher ha purtroppo sostanzialmente ragione.
    E' vero che discorsi di questo genere si prestano ad essere letti in chiave nazistoide, ma non lo sono. Caratteristiche dei nazisti sono infatti due idee di base: La prima era che gli ariani (ipotetico popolo ancestrale parzialmente fantastico) aveva il diritto (se non il dovere) di rendere schiavi altri popoli (in particolare gli slavi, malgrado parlino lingue tipicamente indo-europee al pari dei tedeschi e degli scandinavi) a proprio vantaggio. Un'idea antica e ricorrente nella storia umana.
    Nuova era invece l'idea della necessità di sterminare altri popoli per ragioni genetiche (queste totalmente di fantasia). Nessuna di queste cose si ritrova nel discorso di MrKeySmasher. Anzi, penso che i nazisti traggano vantaggio proprio il fatto che la maggioranza delle persone ha rinunciato da tempo a parlare di problemi demografici con un minimo di realismo. Avendo lasciato a loro l'esclusiva sull'argomento, è chiaro che lo gestiscono a modo loro e fanno proseliti fa i tanti che la sovrappopolazione la soffrono, senza capirla.

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    1. Ma secondo te, impedire l'importazione di beni di prima necessità, bloccandone anche l'emigrazione, nei paesi prolifici non vuol dire affamare e anche peggio quelle popolazioni? Ti sembrano politiche indolori per la riduzione demografica? Non so, qui mi sembra che più di uno non si sia soffermato a riflettere sulle implicazioni anti umanitarie di questa "soluzione". Implicazioni tra l'altro che balzano subito all'occhio. Boh?

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    2. occorre, avviare politiche massive di contraccezione nei paesi in via di sviluppo, occorre far passare attraverso messaggi spot, il messaggio " meno siamo meglio stiamo", occorre educare alla sessualità, i progressi sanitari attuali.
      comunque mi sembra che la curva demografica mondiale sia assai meno ripida, forse incominciano a capire, che non è possibile crescere all'infinito. L'UOMO DEVE ESSERE PIù INTELLIGENTE RISPETTO ALLE CAVALLETTE.

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    3. Come ho letto di recente sul sito Population Matters, portare aiuti in forma di cibo in paesi come l'Etiopia non ha avuto il risultato di diminuire il numero di persone che soffrivano la fame. Semplicemente, dopo decenni di aiuti il numero di persone era aumentato e la carestia c'era come prima. Questo perché c'è gente che VUOLE avere tanti figli. Ho letto un articolo in cui si intervistavano uomini somali in un campo profughi in Kenya, e questi dicevano di volere settanta figli maschi, e a sfamarli ci avrebbe pensato Allah (fonte: LA Times). Cosa fare, in questo caso aberrante?
      Una soluzione potrebbe essere vincolare gli aiuti all'accettazione dei contraccettivi: sfamo/curo tuo figlio se accetti di usare i contraccettivi per i prossimi x anni, o se tuo marito si fa una vasectomia. Violento, nazista, dirà qualcuno. Allora non facciamo niente, se ci fa stare meglio.

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    4. A me degli umani residenti in Etiopia non interessa gran che, od almeno mi interessa fermare ed invertire in maniera ultrarapida, su scala annuale la loro densità demografica per evitare l'estinzione del lupo dell'Abissinia. Questo per parlare fuori dai denti. Spero anche che ogni nave baleniera sia affondata,dopo la recente sentenza dell' AIA, pref. da mezzi militari ufficiali USA.

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    5. Gaia, come osservavo sotto, la brutalità e la violenza della crescita demografica avranno l'effetto benefico di smascherare ipocrisie, lo stupidame politicamente corretto.
      Tra 'sta roba anche il negare l'esistenza di limiti, la credenza anacronistica, assurda, del diritto individuale alla riproduzione, il tabù stesso che semplicemente nega l'esistenza di un problema demografico.

      Poiché noi siamo profondamente marci - Osho direbbe che siamo dei mendicanti - e siamo pieni di 'sta brodaglia composta da presunta superiorità progressista, di volontà di evangelizzazione, missionaria, di voler salvare gli altri quando non sappiamo badare neppure a noi stessi (senza gli altri le risorse sottratti ad altri e altrove creperemmo per i 4/5 miserabilmente di inedia), andiamo ad esportare i nostri modelli necrofori anche in Etiopia.
      In fin dei conti se quelli con le loro riproduzioni compulsive poi ci inondano di decine di milioni di balordi senz'arte ne parte, in fin dei conti è una sorta di contrappasso per i disastri colossali che abbiamo fatto e facciamo a Gaia.

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  11. Il tentativo di classificare come “-ista” il mondo deriva da un approccio mentale fondamentalmente “-ista.”
    o - tu sei comun-ista
    o - tu sei naz-ista
    o - tu sei liber-ista
    o - tu sei razz-ista
    Molte persone hanno dei fantasmi mentali che le perseguitano e che ricorrono ossessivamente come strumenti tassonomici.
    La mente ha quell' “-ista” (o il duale antagonista, fondamentalmente la stessa cosa) e classifica la complessità della realtà riducendola brutalmente a quella visione.
    Andiamo ad uno degli esempi più sconcertanti: si arriva così all'iper razzista scelta della Kyenge come ministra dell'integrazione proprio basandosi... sulla sua provenienza. Pregiudizi aprioristici favorevoli o contrari caratterizzano l'(anti)razzista.
    E' del tutto ovvio, elementare, che l'ideologia nazista non ha nulla ma proprio nulla a che vedere con le osservazioni riportate qui dentro.
    Sebbene i nazisti siano stati radicali su molte cose, non è che qualsiasi cosa che sia radicale sia nazista, come le ciliegie non sono ferrari pure se sono rosse.

    Paradossalmente i nazisti praticavano, come tutti i regimi violenti, una politica di feroce crescita demografia e di prevaricazione e di egemonia geopolitica. Basterebbe solo questo per capire che è diciamo sciocco dare dei nazisti a coloro che propongono politiche di ecologia radicale, profonda, locale e di contrasto al globalismo.
    E' un po' come l'antipolitica estremamente violenta dello stato e dei partiti che comporta la brutalizzazione del terruitorio e delle genti in Val Susa che classifica come violente le (purtroppo) piccole reazioni di autodifesa. Si tratta di una inversione della realtà, di sovversione della morale.

    Per favore, questo luogo non merita, per intelligenza, questa roba (peraltro argomento recente v. la legge delle intenzioni di genocidio).

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  12. Detto tutto ciò, io considero che sia necessario arrivare a politiche di contrasto "naziste" (sarebbe "estremamente radicali, draconiane, anche violente", se chi legge ha in testa il nazista, legga pure nazista) per contrastare la bomba demografica, le guerre demografiche e la violenza delle migrazioni di massa che ne sono espressione.

    Non è che se un nazista egemone ti viene ad invadere (come successe anche qui, erano i nazi in Italia, non i fasci in Germania, eh!? anche se i fasci ne hanno fatti a josa di crimini in casa di altri, perché la storia è sempre quella, entrare con violenza in casa di altri e volersi imporre con la sopraffazione anche numerica). tu puoi rispondere con il politicamente corretto, con le buone intenzioni. Se c'è una guerra (demografica), allora si cerchi di limitarla, di tamponarla.

    Peraltro, questa disfatta a sinistra del materialismo razionalista dovuta, sostanzialmente, al “peccato originale”, al pensiero "religioso" (dogmatico, assolutista, decontestualizzato) è uno se non il principale degrado della sinistra, la cui cultura era ed è fondamentalmente giudaico-cristiana.
    Da questo punto, un nuovo razionalismo pagano, ecocentrico, localista, scientifico, non può che distinguersi rispetto agli svampiti anacronismi moralistico-religiosi.

    Ridurre notevolmente l'importazione di beni di prima necessità non vuol forse dire affamare e privare di farmaci una popolazione?
    Sì, Paolo, è così.
    Usa la ragione: cosa succede? C'è un problema, come lo affrontiamo? Come rifornire quella popolazione di quelle risorse? Quali? Dove andare a prenderle? È sostenibile? Equo? Ecologico? È necessario prenderle altrove? Sottrarele ad altri?
    Essere sopra la sostenibilità locale è bene? Non ha importanza? È male? Se è bene, perché ci sono problemi? Se è male, come affrontarlo? Con quali misure? E se non funzionassero? Quali sono i piani B e C?
    Si chiama responsabilità collettiva in termini di sostenibilità locale.
    E richiede un approccio razionale, non uno morale.
    E' ovvio,
    Se una popolazione cresce oltre la biocapacità locale, significa andare a prendere risorse altrove o emigrare.
    E questa è la violenza nazistoide delle nostre società: la migrazione di massa delle risorse o delle persone.
    Peraltro, sono proprio i "nazisti" antropocentrici, religiosi (nel senso più ampio e peggiore del termine, non solo i religiosi nell'accezione comune, tradizionale, ovvero gli adepti delle religioni (qui monoteiste, in genere patriarcali, della “mano destra”) da sempre estremamente violente nella loro ideologia e apologia di crescita numerica sopraffattrice, egemonica, ma gli zeloti acritici, invasati di ogni -ismo, liberismo, capitalismo, comunismo, accrescitivismo, consumismo, democratismo, etc. che spengono la testa a fronte dei problemi e si rintanano nei loro dogmi che ne sono causa) i primi responsabili morali, ideologici di questa violenza.


    > implicazioni anti umanitarie 
    Purtroppo abbiamo perso la memoria del concetto di carestia.
    Non succedono cose molto “umanitarie” nelle carestie, cose “gradevoli” (rimando sempre a quella pagina di Medo tanto per rinfrescare solo con alcuni numeri cosa succede nelle carestie)
    Quindi il dilemma non è se essere cattivi brutti nazi cacca diavolo ora o essere felici e pacifici e contenti.
    Ora devi discernere se affrontare ora i gravi problemi riducendo il danno oppure se non affrontarlo ora, massimizzandolo.

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    1. La nave affonda e allora escono fuori i comportamenti più bestiali dei passeggeri, o le idee più radicali ed evidentemente non umanitarie.
      Comunque, riduzione demografica indolore o provocata (eliminazione diretta delle persone con fame, malattie, ecc) a parte, non dovrà necessariamente essere una politica della società delle elite. Sarà il muro invalicabile delle risorse finite di questo pianeta a farci decrescere in modo cruento e rapido, tra guerre per le risorse, carestie, malattie da nuovi ceppi batterici farmaco resistenti e da inquinamento, black out energetici sempre più lunghi, ecc.
      Stiamo solo discutendo di aria fritta, morale e immorale, etica e non etica, mentre la civiltà tecnologica è prossima al collasso.
      In ogni modo penso sia molto probabile che in tutto questo caos che ci porterà al medioevo prossimo venturo, ci sia posto per le derive di riduzione violenta demografica.

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    2. S', in un certo senso la violenza della crescita demografica e delle migrazioni di massa delle cose e delle persone ha una sorta di effetto positivo.
      Smaschera le ipocrisie e ci riporta allo spirito autentico.
      Paolo, tu sei su una scialuppa e questa viene assaltata violentemente: tu cosa fai?
      Questa domanda è, ovviamente, stupidamente polemica, visto che non si può rispondere seduti in poltrona né prevedere quale sarebbe il proprio comportamento in stati emotivamente eccessivi.
      Esiste una piccolissima minoranza di eroi che in base alla propria morale si sacrifica e cede il proprio posto. Ma la stragrande maggioranza delle persone combatterà per salvare la propria vita e tentare di rintuzzare l'assalto.
      E' un gioco a somma zero, quello della scialuppa.
      Anzi, se l'assalto è particolarmente violento e di massa, tutta la scialuppa affonda.
      Ancora, in Collasso, Jared Diamond descrive l'assalto dei profughi vichinghi della colonia "occidentale" (in realtà) settentrionale alla colonia "orientale" (in realtà meridionale) durante il collasso della colonizzazione vichinga della Groenlandia.
      Il risultato fu la morte e degli assaliti e degli assalitori per esaurimento delle risorse.

      Attenzione: la connotazione di "bestiale" è spesso usata dai moralisti in modo dispregiativo.
      Le persone "religiose" ovvero intrise di hybris (cultura?) antropocentrica, demonizzano i comportamenti "bestiali" (ovvero i pattern della biologia).
      Purtroppo è proprio nell'arroganza dell'antropocentrismo e dell'ignorare i limiti e la biologia che sta il seme del collasso.
      Per dirla in termini religiosi, le persone morali, religiose sono, sostanzialmente, corrotte dal demonio che dicono di voler combattere, sono artefici del male che dicono che voler combattere.

      Ovviamente qui siamo iperbolici, stiamo portando al contorno i ragionamenti.
      Ma ciò è utile come attività majeutica, di estrazione delle basi accrescitiviste, antropocentriche e quindi, sostanzialmente antiecologiche, di molte correnti di pensiero "politicamente corrette" o "morali".

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  13. Gaia, in merito ai dati censuari e ai dati più in generale: è anche vero che bisognerebbe capire quanti stranieri hanno lasciato l'Italia

    Sì, ed è anche vero che chi è forestiero abusivo non compila certo la scheda di rilevazione d'un censimento. Sulla carta costui non esiste, ma nella realtà dei fatti è lì e lì resta. Ora, la domanda è: quante persone vivono sul nostro suolo senza che noi, dal punto di vista dell'ufficialità amministrativa, se ne abbia contezza? Che validità può avere l'affermazione Istat secondo la quale la popolazione "rilevata" al momento del censimento sarebbe meno numerosa di quella conteggiata in precedenza? Si consideri anche che le dirigenze che hanno in mano le redini, ivi comprese quelle del personale dell'Istat, stanno da ben più d'un decennio operando affinché la popolazione in Italia continui a crescere nonostante il più che auspicabile contrarsi delle nascite dovute ai nativi radicati.

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  14. Paolo: Ridurre notevolmente l'importazione di beni di prima necessità non vuol forse dire affamare e privare di farmaci una popolazione?

    Faccio sommessamente notare che uno dei capisaldi di questo blog pare essere il concetto di decrescita dei consumi. Ridurre le importazioni di beni di prima necessità significa incentivare la decrescita. Si parla anche di ridurre il consumo di suolo. Non costruire nuove abitazioni significa ridurre la possibilità di ricovero di ulteriori persone (il ricovero è un bene di prima necessità). Se in un determinato luogo già oltre il limite della sua capienza, quale che sia (compresa dunque la nostra Italia, zona per zona), c'è disponibilità di beni per il fabbisogno di x persone, lasciare che la persona x+1 raggiunga quel luogo significa far sì che sia necessario importare ulteriori beni, oppure lasciare che la carenza generata dal surplus riduca la disponibilità procapite aumentando le tensioni che provocano l'espulsione della persona x+1. Se la persona x+1 raggiunge il luogo in questione per nascita o per spostamento volontario (migrazione) non fa alcuna differenza: la sua presenza provoca o un aumento di importazioni (se si trova chi ha eccedenze da cedere, il che è sempre meno facile) o una riduzione della disponibilità pro capite. Io dico: fare in modo che si generi una situazione nella quale x+1 non è ammesso in alcun caso, né per nascita né per migrazione e, nel contempo, in una situazione come la nostra ove il saldo naturale genera un calo, ridurre le importazioni per scoraggiare l'arrivo di gente "da fuori" a guastare il risultato locale. Le persone non ammesse nel luogo ove la popolazione è in calo generano naturalmente tensione nei luoghi dove il non ammesso provoca incremento di popolazione; non fornire supporto esterno a quei luoghi è un disincentivo a proseguire lungo la strada dell'incremento locale. Insomma, si sente spesso parlare di "compiti a casa": che ognuno faccia i propri anche per quel che riguarda la necessità, che mi pare riconosciuta su queste pagine, di ridurre la popolazione. Possibilmente senza bagni di sangue, grazie.

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  15. Tanto più che i bagni di sangue non servono a niente. Chi ne dubita pensi alle vicende europee del XX secolo: le due guerre più devastanti dell'intera storia, condite da operazioni di sterminio sistematico di interi popoli o buona parte di essi (ebrei, zingari, ucraini, cosacchi, ecc.). Più un paio di rispettabili epidemie (la spagnola e la poliomielite) e con tutto ciò abbiamo avuto la crescita demografica maggiore di sempre!
    Le cose che davvero limitano le popolazioni umane sono credo 3: la fame, alcune malattie (poche) e la capacità delle donne di decidere di sé stesse e dei propri figli.
    Una notazione per chi pensa che la crescita demografica stia rallentando:

    1963 popolazione 3,2 miliardi, tasso di crescita (massimo storico) 2,19% = 70.080.000 bocche in più

    2013 popolazione 7,16 miliardi, tasso di crescita (in calo) 1,14% = 81.624.000 bocche in più.

    Buona notte!

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  16. Mi domando quanto sia costato lo studio finanziato dalla NASA, se me lo chiedevano io gli avrei risposto gratis le stesse cose ( diminuire le diseguaglianze, usare risorse rinnovabili, frenare la crescita demografica ) anzi qualcosa in più, e scommetto anche voi.
    Speriamo che mi chiamino per un altro giro.

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  17. OVERCOMING THE CULTURAL IRREVERSIBLE DECLINE OF INDUSTRIAL SOCIETY .

    The project idea on Quantum Creativity is no specifically focus on Quantum Brain . https://www.facebook.com/hariohmshantihi?ref=bookmarks
    The main goal of the project is based on overcoming the mechanical limits of traditional science understanding because they remain closed by means the arbitrary splitting between subject and object of human perception, to an new open approach of creative science construction.

    Quantum Brain Theory means to understand that the brain is no a passive mirror of he external world as the traditional science and also the Quantum Mechanics accept, through the other arbitrary separation between macro and microworld.

    In susbstance the Quantum-Creativity proposal would look forward in a long time period to change the traditional frame of scientific- reference accepted during the Industrial epoch.

    In short the am of Quantum-Creativity Projects are to sustain the need of a radical and visionary discontinuity, that it is emerging from the fact that he industrial civilization that to day it is going forward an irreversible and accelerated collapse. The new perspective may be emerging, as a contribution to a conscious paradigm shift, through developing some project in the HORIZON STRATEGY, both for he FET-OPEN 3 2015 ( especially Section b) and also in participating in the Horizon calls in Science and Society.

    I hope in your intelligent collaboration.Very Cordially Paolo 28th/OCT/2014
    Quantum ART

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