Questa è una versione scritta di un commento che ho fatto durante la discussione all'ultima riunione del Club di Roma ad Ottawa.
Signore e signori, vorrei fare un commento su un punto di questa interessante discussione. Ci è stato detto, correttamente, che la produzione di gas di scisto in Nord America sta esplodendo ed anche che i prezzi sono molto bassi, circa 2 dollari per milione di piedi cubici. In realtà, sono un po' più alti di così ma è ancora un prezzo basso in confronto a quello di qualche anno fa, prima della “rivoluzione” del gas di scisto.
D'altro canto, produrre gas di scisto è costoso. Il “fracking” è una tecnologia che è stata sviluppata molto tempo fa, ma non era stata mai usata su larga scala fino ad oggi perché era troppo costosa in confronto alla produzione convenzionale di gas. Ed è ragionevole: per il fracking servono apparecchiature sofisticate, sostanze chimiche ed altro. In aggiunta, un pozzo di gas di scisto si esaurisce rapidamente, quindi si deve continuare a perforare per mantenere la produzione. Infatti, la tecnologia mineraria ha questa caratteristica: può essere usata movimentare più risorse, ma raramente può renderle più economiche.
Quindi qui c'è una contraddizione: stiamo usando una tecnologia più costosa per produrre un bene i cui prezzi, tuttavia, sono scesi considerevolmente. Cosa sta succedendo?
Penso che la spiegazione sia da individuare in fattori finanziari. Ciò che vediamo, infatti, è principalmente una bolla finanziaria nella quali gli investitori sono portati a immettere soldi in un mercato con la speranza di fare un sacco di soldi. Questa è una speranza per il futuro, ovviamente, perché al momento sono sicuro che nessuno possa fare tanti soldi con i prezzi del gas così bassi – di fatto penso che molta gente ce li stia perdendo. Ma questa è la magia del mercato finanziario: se tutti credono che un certo bene avrà un grande valore in futuro ci investono e il risultato è la sovrapproduzione.
Quindi stiamo parlando di una bolla finanziaria e possiamo confrontare la bolla del gas con quella edilizia, quella che è esplosa nel 2008. C'è una differenza, però: mentre le rispettive bolle crescevano, i prezzi delle case sono cresciuti mentre quelli del gas sono diminuiti. Be', c'è una logica: abbiamo una capacità molto limitata di stoccare la sovrapproduzione di gas, quindi lo dobbiamo bruciare. In un certo senso, stiamo bruciando gas per mantenere il mercato del gas vivo. Per la sovrapproduzione di case non è così: non è necessario bruciare la propria casa per salvarla (anche se a volte c'è chi ricorre a misure piuttosto drastiche per togliere le case dal mercato*).
Quindi, tutto il gas prodotto in eccesso deve essere venduto sul mercato e questo ha portato i prezzi a scendere. E' questo cui stiamo assistendo. Ora, il punto è per quanto tempo il mercato vorrà finanziare la produzione di qualcosa che genera dei ritorni così ridotti (sempre che ne generi). Consideriamo anche che nel processo stiamo anche distruggendo risorse idriche ed inquinando vaste aree, per non dire niente del metano che fuoriesce dalle perforazioni. Tutti questi sono costi, qualcuno li dovrà pagare, prima o poi. Quindi penso che vedremo i prezzi salire, è inevitabile. Ma questo potrebbe tagliare la domanda e causare anche una riduzione della produzione. Sembra che stiamo vedendo entrambi gli effetti in corso, oggi: produzione in discesa e prezzi in salita. E' ancora troppo presto per vedere una tendenza robusta, ma penso che sia inevitabile: la rivoluzione del gas di scisto potrebbe essere già finita.
Vedi anche questo articolo di Ugo Bardi sul gas di scisto
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(*) Una palazzina vicino a casa di Ugo Bardi. I proprietari non riuscivano ad affittare gli appartamenti ad un prezzo che giudicavano giusto, quindi hanno preferito lasciarli vuoti. Per assicurarsi che non entrasse nessuno abusivamente, hanno murato tutte le porte e le finestre. Stanno aspettando che il mercato torni miracolosamente ai prezzi alti di un tempo. Buona fortuna!