lunedì 19 agosto 2013

Il presidente della Banca Mondiale: "Il riscaldamento globale cambierà il mondo nell'arco delle nostre vite"

Mercoledì 19 giugno 2013 11:39 
Di Laurie Goering

Da “Thomson Reuters Foundation”. Traduzione di MR


Un ragazzo tatuato attraversa le acque di un sobborgo alluvionato poco fuori Bangkok, il 21 novembre del 2011. REUTERS/Damir Sagolj


LONDRA (Thomson Reuters Foundation) – In meno di 20 anni, gli impatti climatici – dalle grandi città alluvionate al crollo della produzione di cibo – minacciano di ridisegnare l'economia mondiale e di peggiorare drammaticamente le vite umane, ha avvertito il presidente della Banca Mondiale mercoledì scorso.

Ma la volontà politica di agire sul cambiamento climatico, particolarmente da parte dei grandi attori come la Cina, si sta rapidamente consolidando, anche se i colloqui sul clima guidati dall'ONU vacillano, ha detto Jim Yong Kim in una discussione della Thomson Reuters a Londra.

Dopo aver visto la strage creata dell'inquinamento, l'inverno scorso, “c'è un nuovo spirito in Cina”, ha detto Kim. Il gigante asiatico, il più grande emettitore al mondo di carbonio, sta fissando “obbiettivi molto, molto aggressivi” per frenare le emissioni che cambiano il clima e si stanno indirizzando verso quello che potrebbe essere il più grande mercato nazionale del carbonio, ha detto.

Ora, “sono più seri di qualsiasi altro paese che conosca” in termini di azione sul cambiamento climatico, ha detto Kim. Questo, unito a ciò che egli ha detto essere una forte volontà politica della Casa Bianca di affrontare e a muoversi per frenare le emissioni da Nuova Dehli a New York, potrebbe aggiungersi ai cambiamenti che alla fine affronteranno”l'enorme massa del problema” - anche se non sta avvenendo abbastanza rapidamente, ha detto.

Nuova Dehli, per esempio, ora manda i suoi vecchi autobus fumosi col più pulito gas naturale – anche se non ancora abbastanza pulito. Hong Kong ha dimezzato il numero di automobili in città. E in Africa ed altre regioni, cambiamenti 'amici del clima' stanno abbassando le emissioni e ponendo le basi per sostenere la produzione di cibo.

New York City, che ha promesso di ridurre la sua impronta di carbonio del 30% per il 2030, ora si trova sulla buona strada per raggiungere questo obbiettivo nel 2017, ha detto Kim. E la Germania è prima nel mondo nel far crescere l'economia mentre riduce la sua impronta di carbonio.
“Ogni paese nel mondo si deve muovere in quella direzione”, dice Kim.

BANGKOK SOTT'ACQUA

Alcuni degli impulsi all'azione sono sono venuti dal peggioramento degli eventi atmosferici estremi che hanno portato sempre più di frequente a siccità, alluvioni, incendi e tempeste da record in tutto il mondo.

“Ho perso il conto degli eventi che di solito si verificano una volta nella vita che sono avvenuti negli ultimi due o tre anni”, ha detto Kim. Il cambiamento climatico, ha detto, gioca un ruolo in particolare nei cambiamenti nei cicli dell'acqua del pianeta, con alcune regioni che ne hanno fin troppa ed altre che ne hanno di gran lunga troppo poca.

In un rapporto sugli impatti regionali degli estremi climatici, pubblicato mercoledì dalla Banca Mondiale, gli scienziati hanno previsto che per il 2030, mentre le temperature aumentano dei 2°C previsti, il 40% dei terreni agricoli coltivati a mais in Africa potrebbero diventare inadatti alle colture. Il sud delle Filippine, nello stesso periodo, potrebbe vedere il dimezzamento delle sue riserve ittiche, dice il rapporto. L'arresto della crescita causato dalla malnutrizione “sarà dappertutto”, ha detto Kim.

Nell'Asia del Sud, è probabile che i monsoni che si spostano lascino alcune regioni sott'acqua ed altre in una siccità sempre peggiore, dice il rapporto, con le grandi città come Mumbai, Calcutta e Dacca a loro volta alle prese con cicloni sempre più intensi. Nel Sudest asiatico, Bangkok potrebbe finire sott'acqua dal 2030 o dal 2040, dice il rapporto.

“CAMBIAMENTO NELL'ARCO DELLE NOSTRE VITE”

“Sta arrivando, a meno che i leader del mondo non facciano qualcosa per fermarlo”, ha avvertito Kim. “Questo rapporto dovrebbe farci perdere il sonno su come sarà il nostro mondo nell'arco delle nostre vite”. “Il cambiamento climatico è un rischio a breve e medio termine per l'economia globale”, ha detto. “La gente pensa che riguarderà i propri nipoti. Non è così”.

La Banca Mondiale, ha detto, ora guarda agli effetti sul cambiamento climatico di tutte le sue decisioni, anche se trovare le risposte giuste non è sempre facile.

In Liberia, per esempio, la Presidente Ellen Johnson Sirleaf ha pregato la banca di aiutarla ad incrementare il misero accesso all'energia del paese, per attrarre investimenti, far partire industrie e dare lavoro agli ex soldati,  che rimangono una minaccia alla stabilità del paese, finché rimangono disoccupati.

Questa urgenza ha portato la banca a sostenere progetti di impianti a carbone in Liberia, ha ammesso Kim. “Proverò a fare qualsiasi cosa che è in mio potere per evitare l'investimento in carbone... ma non posso guardare Ellen Johnson Sirleaf negli occhi e dire. 'Deve aspettare'”, ha detto.

SPERANZE RIPOSTE SU UN TRATTATO DELL'ONU

Kim ha detto che crede i macchinosi negoziati dell'ONU sul cambiamento climatico, che puntano a costruire un nuovo trattato globale sul clima nel 2015 e che abbia effetto dal 2020, sono cruciali , ma chiaramente non sono sufficienti, che ritardare l'azione sul cambiamento climatico fino a che il nuovo trattato non abbia effetto è “una debole scusa di fronte a quello che stiamo per dare in mano ai nostri figli”.

Le aumentate preoccupazioni della Cina nei confronti del cambiamento climatico gli danno una qualche speranza riguardo al processo dell'ONU, ha detto.

“Il fatto che la Cina sia così aggressiva riguardo al proprio mercato del carbonio è un segno davvero incoraggiante ai fini di un trattato climatico globale”, ha detto. Se la Cina, gli Stati Uniti e l'Europa possono formare la base di un mercato mondiale del carbonio, allora gli investimenti a basso tenore di carbonio si impenneranno e “alla fine, alla fine avremo il meccanismo del mercato che lavora per aiutarci ad affrontare il cambiamento climatico”.

E' NECESSARIO UN MOVIMENTO DI BASE

Parte di quanto necessario per guidare l'azione politica sul cambiamento climatico, ha detto, è un vero movimento di base, qualcosa che al momento manca. L'azione sull'HIV/AIDS, ha detto, è arrivata solo dopo che gli attivisti sono andati negli istituti sanitari nazionali a tirare sangue e chiedere il cambiamento.

“Continuo a chiedermi: 'Dov'è un piano per tutto questo?' Non lo abbiamo ancora”, ha detto. “Non sembra esserci un movimento”.

Gli scienziati e gli esperti del clima, analogamente, hanno fatto il loro umile lavoro nell'aiutare le persone a capire i collegamenti fra il meteo estremo e il cambiamento climatico, fornendo loro risposte su cosa fare per fare la differenza, oltre a quelle che chiamiamo “risposte di basso profilo”, come installare pannelli solari.


“Dobbiamo mettere insieme un piano che sia all'altezza della sfida e non lo abbiamo ancora fatto, “ha detto. “Con l'aumentare degli eventi meteorologici estremi, penso che l'opinione pubblica stia cambiando e a quel punto dobbiamo avere un piano”.

5 commenti:

  1. “Continuo a chiedermi: 'Dov'è un piano per tutto questo?' Non lo abbiamo ancora”, ha detto. “Non sembra esserci un movimento”.

    Carissimo Jim Yong Kim.... non sei l'unico a chiedertelo !

    Ed "un piano per tutto questo" non sembra esserci nemmeno oggi due mesi dopo che quest'articolo venne fuori in inglese (il 19 Giugno). (e due mesi nelle circostanze attuali sono gia' tantissimi e quindi non credo proprio si possa "prendersela con calma" ) (questo magari era piu o meno ancora possibile nel 1972 quando venne fuori Limits to Growth)

    E non credo vi sara' un piano (concreto, concordato ed implementabile) nemmeno fra altri due anni nonostante l"ottimismo" attuale per quel che riguarda la Cina. Ed il tempo continua a stringere e le PPM di CO2 nell'atmosfera continuano ad aumentare con ogni giorno che passa.

    Quel che penso io stesso di tutto questo (che riconosco perfettamente ha pochissima importanza rispetto a quel che pensa il presidente della Banca Mondiale) l'ho gia detto sia qui:

    http://thefrogthatjumpedout.blogspot.com/2013/06/more-questions-than-answers.html (versione in inglese)

    http://ugobardi.blogspot.com/2013/07/piu-domande-che-risposte.html (versione in italiano)

    che qui : (dove presento le mie "risposte") (finora solo i inglese)

    http://thefrogthatjumpedout.blogspot.com/2013/08/the-unreal-reality-of-jumping-out-part-i.html

    http://thefrogthatjumpedout.blogspot.com/2013/08/the-unreal-reality-of-jumping-out-part.html

    Ed in questi ultimi due posts parlando anche moltissimo proprio della stessa Banca Mondiale e di cio che potrebbe fare, ma che non credo fara'.

    E purtroppo non ho altro da dire.




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    1. bravissimo, condivido in pieno. Non si fa nulla e non si farà nulla; troppo grossi gli interessi economici in ballo e troppo addormentate ed indifferenti le masse ed il popolo bue. Faremo la meritata fine dei batteri nella capsula di petri.

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  2. ...A più tratti parli di redistribuzione della ricchezza...Ma la ricchezza si produce da sè ? Se abbandoniamo i fossili , e li abbandoniamo massicciamente in tempo prima di non avere neppure energia elettrica a sufficienza,dobbiamo da subito riconvertirci il più possibile a rinnovabili e strade ferrate, che significa comunque dimezzare da ieri l'altro la spesa pubblica per i servizi ed investire in resilienza energetica e dei suoli; è possibile farlo solo sotto un regime militare della risolutezza di quello bolscevico o nazista secondo me; non è detto che comunque siamo in tempo per evitare il crollo degli stati centrali; con economie locali che ricchezza vuoi ridistribuire ? Ridistribuire dalla mare di anziani e lavoratori nel pubblico ai meno anziani? Ridistribuirla per fare cosa ? Più ospedali ? Più edilizia pubblica ?..Quindi secondo me prima si torna ai comuni con tanto di milizia meno danni possiamo fare.

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  3. In tutti i commenti, qui e in altri posti, si dà per scontato che le fonti energetiche siano solo quelle che oggi si conoscono.

    Non ho mai sentito dire nessuno che voglia cercare altre strade da percorrere.

    Le strade che conosciamo (fonti energetiche) non sono la soluzione ai problemi attuali e futuri.

    Bisogna trovare nuove strade!

    Io sono per incentivare la ricerca di base e da quella dedurre nuove fonti d'energia.

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    1. questo è possibile solo in una società militarizzata, perchè in quella capitalistica prevalgono i disonesti, che pensano solo a drenare le risorse ai soli fini egoistici. Non si cambia mentalità con i buoni propositi. Il buonismo sta ancora dominando con la conseguente deriva sociale, economica e morale. Bisogna aspettare la fine del petrolio facile per vedere cosa succederà, ma ci vorranno ancora diversi anni. Purtroppo dobbiamo essere come il saggio sulla riva del fiume. Olduvai è sempre più vicina.

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