Di Dmitry Orlov
Parra, Il Senso di Colpa |
Il post della settimana scorsa ha dato adito ad una fantastica sorgente di emozioni negative nelle molte persone che hanno commentato. Questa settimana, piuttosto che ignorare o reprimere le emozioni negative, faremo l'esatto opposto: le celebreremo. A volte è la cosa sana da fare.
C'è una tendenza a guardare le emozioni negative come, be', negative: pochi di noi vogliono particolarmente passare il tempo sguazzando nella colpa, nella vergogna, nell'imbarazzo, nei sentimenti di insicurezza o inadeguatezza, di confusione e incomprensione. La dissonanza cognitiva, che è causata dal dovere accettare simultaneamente due nozioni contraddittorie, è dolorosa e anche meno di noi amano il dolore (e per coloro che lo amano, non si tratta del tipo di dolore che tendiamo ad amare). Tuttavia, tutte queste emozioni negative esistono per una ragione: forniscono feedback negativi essenziali per il nostro comportamento, permettendoci di evitare, riconoscere e di espiare i nostri errori. Senza di essi giriamo senza controllo, andiamo a sbattere ovunque e bruciamo.
Gran parte delle persone passano la vita cercando di evitare le emozioni negative. Lavoriamo e ci comportiamo bene con gli altri, non agitiamo le acque o causiamo problemi, chiediamo il permesso e ci scusiamo per cose banali. Facciamo ciò che gli altri si aspettano da noi e nascondiamo le parti di noi che potrebbero incontrare disapprovazione. Evitiamo i temi che possono innescare emozioni negative e quando non possiamo, evitiamo di approfondire le cose e trarne conclusioni. Ma, più importante, ci prendiamo licenza: la società ci da licenza di pensare male di coloro che differiscono o deviano dalle norme accettate senza provare colpa o vergogna anche se sappiamo pienamente e bene di essere di gran lunga peggiori di loro. Non importa quanto possa essere negativa la visione di noi stessi, possiamo sempre ignorarla nascondendoci dietro la xenofobia. E non importa quanto infinitamente piccola sia la probabilità che qualcun altro si unisca a noi, possiamo sempre dire “Se non se con noi, sei contro di noi”. La nostra società malata ci fornisce un trucchetto malato col quale prendere la nostra colpa e la nostra vergogna e convertirle in rabbia e orgoglio.
Ecco un esempio specifico: recentemente ho raccontato ad un pubblico alcune cose sul loro paese (gli Stati Uniti). Ho sottolineato che il loro paese è il numero uno fra i paesi sviluppati in molte categorie, come l'obesità (il Messico è secondo), i tassi di divorzio, le famiglie di una sola persona, i bambini che crescono senza padre, la morte per abusi di bambini, i tassi di infezione da malattie trasmesse sessualmente, i tassi di maternità delle adolescenti, i tassi di incarcerazione, di depressione e disturbi dell'alimentazione. Ho sottolineato che un terzo dei bambini negli Stati Uniti sono senza padre, che un quarto delle adolescenti negli Stati Uniti hanno almeno una malattia trasmessa sessualmente, che a un quarto delle donne negli Stati Uniti sono stati prescritti antidepressivi prima o dopo, che un terzo di tutti gli impiegati soffre di stress debilitante cronico e che la metà prova uno stress che causa insonnia, ansia e depressione. Ho detto loro che si stanno uccidendo a forza di numeri record, essendo il suicidio la causa principale delle ferite mortali, prima degli altrettanto numerosi incidenti stradali e delle ferite da arma da fuoco. Ho detto loro che la portata della loro diseguaglianza e negligenza sociale è degna di una repubblica delle banane del terzo mondo. Ed ho detto a quel pubblico cosa pensano, secondo numerosi sondaggi di opinione, del loro governo: il loro Congresso è meno popolare di scarafaggi, pidocchi, fogne, colonscopie, ingorghi stradali, venditori di auto usate e Gengis Khan. E si sono presi tutto persino ridacchiando. Sì, è tutto vero.
Poi ho raccontato a quel pubblico di alcuni gruppi sociali diversi che vivono in isolamento fra di loro, proprio qui negli Stati Uniti, che hanno dei risultati di gran lunga migliori. Secondo ogni misurazione concepibile: alcolismo, abusi coniugali e sui bambini, abuso di sostanze, disturbi mentali, tasso di criminalità, tasso di suicidi – aggiungete voi qualcosa – non fanno solo un po' meglio, ma enormemente meglio, massicciamente meglio. Il loro trucco è quello di mettere un muro tagliafuoco fra loro e la società intorno e di vivere con le proprie regole senza consultare coloro che gli stanno intorno anche se questo significa dover affrontare periodicamente una persecuzione. Di fatto, è questa persecuzione che che da loro la forza di perseverare. Ho spiegato che questi gruppi sono eterogenei: alcuni sono religiosi, altri atei; alcuni sono stanziali, altri nomadi; alcuni si attengono scrupolosamente alla legge, altri se ne fanno beffe; alcuni portano i loro figli a studi avanzati, altri negano loro l'alfabetizzazione di base: alcuni sposano i diritti eguali per le donne, altri no. Ho spiegato che ognuno di questi gruppi ha la propria ideologia e il proprio codice di comportamento e che le differenze sono tali che ci sono a malapena i presupposti per confrontarli. D'altra parte, essi hanno aree significative in comune che sembrano essere la base di ingredienti essenziali per le loro ricette di successo molto diverse fra loro. Alla fine, ho detto che le sole cose alle quali vale la pena guardare sono i punti in comune ed ho spiegato quali sono perché, vedete, se vogliamo raggiungere risultati migliori per noi stessi, possiamo ignorare queste caratteristiche, che sono candidate ad essere universali fra le comunità di successo, a nostro rischio e pericolo. E la gente generalmente accetta anche questo.
Ma poi c'erano alcuni nel gruppo che hanno iniziato un attacco xenofobo. Hanno cominciato ad attaccare alcuni dei gruppi che ho descritto (hanno individuato gli Amish per il trattamento delle malattie) perché come trattano le donne, o i bambini, o gli animali, non è conforme agli standard della società progressista. Quale società progressista? Quella che ho descritto sopra, la società malata, dominata da pidocchi e scarafaggi, presieduta da Gengis Khan, dove qualcosa come metà della popolazione assume sostanze psicoattive di un qualche tipo che le permette di non notare le sue condizioni miserevoli e quelle dei propri dintorni, la loro mancanza di sicurezza, di amicizia leale o di speranza per il futuro? Quella società? E' progressista, vedete, e gli Amish (che non hanno nessuno di questi problemi) apparentemente non lo sono.
Ora, perché mai al mondo qualcuno che ha appena sentito di non avere una gamba per stare in piedi dovrebbe provare a dare un calcio a chi sta fermamente in piedi su due gambe? Siamo qui, stesi a terra e senza gambe e lui è lì, in piedi a pochi passi da noi che ci sorride. Potrebbe anche considerare il fatto di avvicinarsi ed aiutarci, ma noi lo stiamo maledicendo, in più il nostro alito puzza un po' troppo perché abbiamo trattenuto le scoregge di una vita. E, santo cielo, ci siamo appena incazzati? Oh, per urlare forte!
Posso pensare una sola ragione per la quale qualcuno si comporterebbe con così poca grazia:
Ora, potreste pensare che una volta che i principi comuni che sostengono tutte le comunità di successo vengano astratti dalle loro specifiche potenzialmente offensive, questi punti in comune possano essere attuati con successo anche da gente del tutto senza vergogna. Ma io dubito seriamente che sia così. La capacità di giudicare gli altri più duramente di quanto si voglia giudicare sé stessi o, dall'altra parte, l'incapacità di limitare il tuo proprio comportamento ricordando chi sei e quale potrebbe essere il tuo posto – queste non sono minimamente utili nella formazione di gruppi affiatati, armoniosi, cooperativi, auto-organizzati ed auto-governati.
Infatti, sembra che la mancanza di vergogna sia una buona candidata per la prova del nove. Coloro che non riescono a rispettare il detto “Non giudicare, o sarai giudicato” (Matteo 7:1) dovrebbero essere giudicati fuori dal gruppo. Ma ciò che sarebbe anche meglio è se potesse essere progettato un certo numero di pasticche velenose specifiche, se volete, che non fanno nessun danno alla comunità in sé, ma sono velenose per gli estranei che giudicano. Questo li spingerebbe ad escludere sé stessi dalla comunità sotto il loro potere, risparmiando a tutti la noia di sbatterli fuori. E questo potrebbe risultare in una sana dose di persecuzione che, come ho scoperto, è uno degli ingredienti chiave per mantenere una comunità coesa e sana.
Facendo un passo indietro da questa tempesta in un bicchiere, di cosa parlava il mio discorso? Parlava delle “comunità che rispettano”: gruppi separatisti che hanno superato la prova del tempo – cinque secoli nel caso degli Anabattisti, dieci o più nel caso dei Rom (più qualche esperimento recente). Questi gruppi sono di vecchio stile nel loro ordine sociale in virtù dei criteri coi quali li ho scelti: la loro capacità di rispettare. La loro capacità di perseverare in un ambiente sociale alieno e a volte ostile e di ignorare i venti di cambiamento che soffiano in quell'ambiente sociale, sono aspetti dello stesso fenomeno. Sono conservatori e non hanno trovato una ragione sufficientemente forte per aggiornare i loro antichi costumi, che siano il matrimonio combinato o la segregazione di genere nei refettori della comunità o l'estensione del voto alle donne, così come molte altre cose di questo tipo che i progressisti trovano offensivi. Ma nessuno ha mai detto di emulare o di unirsi a questi gruppi! La discussione sì è focalizzata sui punti in comune che hanno fatto aver loro successo e non c'è niente sui punti in comune che siano offensivi per nessuno. Ma per capire questi punti in comune dobbiamo guardare le comunità che li esibiscono e per fare questo con successo dobbiamo valutarli secondo i loro standard, non i nostri. Ma fra di noi si trovano alcuni eredi dell'imperialismo culturale, economico e militare e queste persone sono apparentemente abituate a giudicare l'intero universo come se fosse stato creato per adattarsi allo loro fantasia e a soddisfare la loro sensibilità. Essi potrebbero trovare molto difficile sospendere il loro giudizio e imparare a vedere il mondo con gli occhi di coloro che sono, di proposito e senza chiedere scusa, diversi da loro e che non hanno nessun posto per loro nel loro universo. Ma questi sono i soli termini sotto i quali la loro partecipazione nella discussione che seguirà sarebbe altro che non uno spreco del tempo di tutti.
Dato che questo cavallo morto non è stato ancora sufficientemente reso tenero, lasciate che ripeta un'ultima volta: se siete una delle persone che fanno parte di una comunità affiatata, che dura a lungo e che fornisce tutto ciò di cui i suoi confratelli necessitano dalla culla alla tomba, tutti vorrebbero starvi a sentire ed imparare da voi tutto il possibile, a prescindere da quanto “inaccettabilmente” la vostra gente possa essere bigotta, vecchio stile o genericamente strana. Non abbiate paura di essere giudicati, perché il resto di noi non è nelle condizioni di farlo. Se voi, dall'altra parte, siete una delle tante, tante persone – di gran lunga troppe, di recente – che pensate ancora che forse il governo statunitense, o Wall Street, o le multinazionali di Fortune 500 o il Dipartimento per la Sicurezza Nazionale provvederanno a tutti i loro bisogni, allora siete poco più di un'invenzione della vostra immaginazione e c'è un nuovo acronimo col quale avete bisogno essere a vostro agio: STFU (Shut the Fuck - Freak - Up). E di guadagnare punti omaggio; nascondete il volto per la vergogna.