venerdì 3 maggio 2013

La verità in faccia

Da “The Oil Crash”. Traduzione di MR



Di Antonio Turiel

Cari lettori,

negli ultimi tempi il problema dell'energia e della necessità di trovare alternative energetiche occupa uno spazio maggiore nei mezzi di comunicazione, molte volte mascherato da un pietoso manto di preoccupazione ambientale e altre più apertamente posto come un problema di disponibilità economica – anche se ancora rimane lontana la possibilità di accettare che ci troviamo al tramonto del petrolio, con tutte le conseguenze che comporta.

Osservo, tuttavia, che negli articoli e nei dibattiti che appaiono nei mezzi di comunicazione vengono ripetuti in continuazione certe argomentazioni molto trite e ritrite, a volte infondate e in generale poco sostenute dai dati e dalle conoscenze tecniche. Questo fa sì che la popolazione a volte riproduca dibattiti falsati (come, ad esempio, petrolio contro rinnovabili o fracking contro rispetto dell'ambiente), quando il vero asse del problema è quasi perpendicolare a quello di queste discussioni. Alla fine, ho creduto conveniente far un piccolo riassunto dei fatti rilevanti che sono stati discussi in questo blog durante questi tre anni. Fatti contrari a quello che si sente dire di solito in questi dibattiti, forse perché non interessa impostarli in termini scomodi perché non vengono offerte soluzioni semplici  che permettano di fare cambiamenti minimi, ma che in realtà serve un grande cambiamento, trasversale nella società – proprio quello che non si vuole fare. Ma se vogliamo andare avanti in questo dibattito, è importante tirar fuori la gente da queste false trincee perché comprendano che alla fine non si tratta del fatto che mi piaccia di più la tecnologia A della tecnologia B, ma che nessuna delle due darà la soluzione ai suoi problemi e che questo è ciò che in fondo fa sì che stiamo discutendo sempre della stessa cosa mentre non si va avanti e le cose volgono al peggio. Questo è un post riassuntivo, così tenterò di renderlo il più schematico possibile perché chiunque possa usarlo come riferimento. Non do spiegazioni dettagliate di tutti i punti, ma in ogni capoverso metto dei riferimenti rilevanti perché chi ha dubbi su quello che dico possa informarsi ulteriormente e verificare la veridicità e la portata delle mie affermazioni.

Altra cosa importante: non parlerò degli aspetti ambientali. Non perché questi non siano importanti. Il fatto è che i conti già non tornano dal punto di viste energetico ed economico. Introdurre la variabile ambientale, anche se naturalmente molto rilevante, complica solo e distrae dalla discussione, posto che in realtà le cose non hanno senso da proprio punto di vista iniziale.

Ecco il riassunto:

Sul fracking (consultare il post corrispondente per ampliare l'informazione):

- Gli Stati Uniti non stanno vivendo nessun boom del gas naturale grazie al fracking:
Il consumo é solo leggermente al di sopra del livello del 2000, nonostante i prezzi record della benzina e del gasolio i quel paese. Il prezzo del gas naturale ha fluttuato molto ed ogni volta che sale (ogni volta che entra più gas da fracking in quello complessivo) la domanda sprofonda ed i prezzi si abbassano.

- L'industria del fracking non è redditizia:
Le aziende che si dedicano allo sfruttamento del gas di scisto hanno perso 10.000 milioni di dollari solo nel 2012, con perdite ancora più gonfiate nel 2010 e nel 2011, come denuncia Dave Hughes nel suo articolo di analisi pubblicato niente meno che per la rivista Nature (di grande prestigio internazionale). Persino l'amministratore delegato di Exxon Mobile, Rex Tillerson, ha riconosciuto, in dichiarazioni rese al New York Times nell'agosto dello scorso anno, che le aziende del settore “avevano perduto anche la camicia”. Il problema di fondo è che la produzione di ogni pozzo decade ad un ritmo incredibilmente rapido (a causa della bassa qualità della risorsa, molto dispersa e difficile da estrarre), il che obbliga a scavare sempre più pozzi che producono sempre meno, in una assurda (e carissima) fuga in avanti.

In quanto al petrolio di roccia compatta (tight oil), che si estrae bene mediante fracking, ci sono molti meno giacimenti che nel caso del gas di scisto e anche se sono marginalmente redditizi in alcuni casi, anch'essi decadono molto rapidamente e in poco tempo smettono di essere redditizi a causa della necessità di aprire nuovi pozzi senza sosta. Negli Stati Uniti, si stima che la sua produzione giungerà al suo massimo nel 2017.

- Il fracking non è altro che una bolla finanziaria orchestrata da Wall Street:
La frase non è mia, ma di Deborah Rogers, dell'Energy Policy Forum, un'analista di energia con molti anni di esperienza, che ha studiato l'economia delle estrazioni e chi sta dietro ai suoi programmi di finanziamento – vedasi il rapporto qui (in inglese). Di fatto, la strana struttura del capitale sociale delle imprese che arrivano dall'Europa promettendo questo miracolo da molto di che sospettare, in particolare quelle dalla Spagna.

A volte dal mondo finanziario si argomenta, in risposta a queste critiche, che se quest'industria non è redditizia è inutile proibirla e che solo il mercato si regolerà. Tuttavia, tale punto di vista non tiene conto del fatto che, se alla fine questo affare è una manovra per tirare su capitali, si sta permettendo una truffa sapendo di farlo (come, per esempio, lasciare che si nominino prodotti finanziari di alto rendimento nominale su ipoteche di scarsa qualità o su francobolli rari), con le conseguenze già conosciute dall'economia (e in questo caso con un'aggravante ambientale diretta).

Sulla sostituibilità energetica:

- Il gas naturale non rimpiazzerà il petrolio:
Si insiste molto sul fatto che adattare i motori a benzina all'uso del gas naturale non sia troppo caro e che pertanto una transizione al gas naturale come combustibile sostitutivo al sempre più scarso petrolio sia una buona opzione. Chi pensa così lo fa in termini di economia domestica, senza rendersi conto del gigantesco costo connesso alla attuale rete di stazioni di servizio. Se si dovessero sostituire le pompe di benzina o aggiungere a quelle attuali pompe di gas naturale compresso, si dovrebbe fare un gigantesco investimento in infrastruttura. Servirebbero anche più impianti di stoccaggio di gas e alla fine impianti di rigasificazione (costo di più di un miliardo di euro ad impianto) e navi metaniere (200 milioni di euro cadauna) per fornire i paesi che non possiedono un buon collegamento via gasdotto. E' più che dubbio che si facciano investimenti così giganteschi quando il picco o massima produzione del gas naturale (compreso il non convenzionale) è atteso attorno al 2020.

- L'elettricità non rimpiazzerà il petrolio:
Chi dice questo, pensa logicamente di generare questa elettricità in modo rinnovabile, visto che ciò che mancherà presto è l'energia di origine fossile e nucleare. Ma contrariamente a quello che si è soliti pensare, i sistemi di generazione di energia rinnovabile non daranno mai una quantità di energia che si possa paragonare a quella delle 4 principali fonti di oggi (petrolio, carbone, gas ed uranio, che insieme forniscono il 92% di tutta l'energia primaria e la cui produzione congiunta ci si aspetta che cominci a declinare a partire dal 2017). Non potranno perché non abbiamo sufficiente capitale, tempo, materiali, la scala massima di attuazione è limitata tanto per l'eolico quanto per il fotovoltaico, l'eolico ha un potenziale insufficiente su scala globale e il fotovoltaico soffre un un basso tasso di ritorno energetico (EROEI) – e in realtà è legittimo porsi il problema se in una società al 100% elettrica queste fonti avrebbero un buon EROEI. Ma anche si comparisse la fonte miracolosa a basso prezzo, rapida da attuare, redditizia energeticamente e con capacità di scala della quale ancora non abbiamo notizie, sussisterebbero altri problemi per niente minori. Uno di essi è che per rinforzare la rete attuale servirebbero grandi quantità di rame (senza di esso, le perdite sono eccessive), ma questo metallo sta cominciando a scarseggiare. Un altro è che servirebbero sistemi di immagazzinamento su una scala grandissima scala, una cosa molto più complessa di quanto potrebbe sembrare, indipendentemente dalla tecnologia da usare (che siano batterie, pompaggio dell'acqua ed altre). Ma è che per di più l'elettricità non è un buon vettore energetico per tutti gli usi; di fatto, lo è per una frazione limitata di tutti gli usi dell'energia: in Spagna nel 2011, l'elettricità ha costituito solo il 21% di tutta l'energia finale utilizzata. Ci sono molti usi finali per i quali è difficile rimpiazzare il petrolio. Per prima cosa si deve far notare che, a parte la chimera assurda dell'auto elettrica, non si parla né di trattore elettrico, né di camion elettrico, né di escavatrici elettriche, né in generale di macchinari pesanti elettrici. Non se ne parla perché non sono fattibili in assoluto: la dimensione della batteria sarebbe di varie volte più grande dello stesso macchinario e per quanto si voglia includere il carissimo grafene (economicamente ed energeticamente), la densità energetica delle batterie continua ad essere cento volte inferiore a quella dei combustibili convenzionali. Ma il fatto è che per di più è difficile fare forni elettrici per la fusione dei metalli, o forni cementiferi, eccetera. Ed è grazie a tutti questi usi e macchinari che la società può funzionare come funziona.

La Spagna è un buon esempio del fatto che, anche se sulla carta i kWh sono tutti uguali, nella pratica non possiamo scambiare kWh di energia fossile per kWh di elettricità, almeno non tutti. In Spagna proprio ora ci sono 108 GW di potenza installata, ma l'energia consumata equivale ad una potenza media di 32 GW e la massima potenza istantanea richiesta è stata nel luglio 2008, di circa 45 GW. Anche se la potenza installata deve essere maggiore del picco massimo di potenza (perché non tutte le installazioni possono funzionare al massimo rendimento in tutti i momenti), per coprire le necessità della Spagna con il mix attuale basterebbero 80 o come massimo 90 GW. L'espansione della disponibilità energetica non è stata seguita da un aumento degli usi di elettricità, nonostante gli alti prezzi dei carburanti. Al contrario: la caduta del consumo di prodotti del petrolio (per gli alti prezzi e la conseguente crisi economica) ha portato con sé la caduta del consumo di elettricità. Stando così le cose, le aziende generatrici spagnole offrono troppa elettricità, il che fa sì che in alcuni momenti il prezzo del kWh nel mercato all'ingrosso si di zero euro (ed è ciò che porta l'industria a ripetuti appelli perché si riduca l'offerta, cosa che finalmente il Governo sta per accettare). Tutto questo non succederebbe se l'elettricità potesse realmente sostituire i combustibili fossili.

- L'energia di fusione o il nucleare di 4ª Generazione non rimpiazzeranno il petrolio:
Per il semplice fatto che sono orientate alla produzione di elettricità e pertanto i problemi indicati sopra si possono applicare anche ad esse. A margine, sappiamo già che sono tecnologie molto complicate che forse non arriveranno mai a vedere la luce: la 4ª Generazione è stata oggetto di costosissimi studi durante gli ultimi 60 anni senza giungere a prototipi realmente praticabili commercialmente (anche il Super-Phenix ha avuto costi elevatissimi), mentre l'energia di fusione potrebbe non giungere mai ad essere praticabile.

- L'idrogeno non rimpiazzerà il petrolio:
Come vettore energetico, l'idrogeno è ancora meno efficiente dell'elettricità. Cioè, la produzione di idrogeno comporta una maggior perdita energetica di quella della produzione dell'elettricità (contrariamente a quello che sembrano pensare alcuni politici, non ci sono miniere di idrogeno puro sul pianeta e quello che c'è si deve produrre con reazioni chimiche o elettrolitiche, consumando più energia di quella che poi ci ritorna). L'idrogeno ha i problemi legati alla necessità di un nuova infrastruttura ed ai suoi costi simili a quelli del gas naturale e, inoltre, ha alcuni problemi specifici (come l'impossibilità di utilizzare le condutture convenzionali del gas perché le corrode, come il fatto che servono contenitori dalle pareti spesse a causa del fatto che è molto volatile e che le celle a combustibile che utilizzano l'idrogeno più efficienti richiedono materiali costosi come il platino).

- In realtà, nulla rimpiazzerà il petrolio:
Dovremo imparare a vivere senza di esso, facendo le cose su scala più ridotta. E questo porta problemi molto più urgenti del fatto di fare a meno della macchina (il pianeta non ha risorse per mantenere le attuali 1000 milioni di macchine in circolazione), ma da dove verrà il cibo o l'acqua di cui abbiamo bisogno. E non parlo dei paesi del Terzo Mondo: il problema finirà per colpire l'attuale opulento primo mondo. Inoltre, senza un cambiamento del sistema economico, questa crisi non finirà mai.


Sulla crisi economica:

- I problemi economici non si risolveranno con una migliore gestione: 

Migliorare la gestione in generale ed in particolare diminuire la corruzione nella vita pubblica sono mete più che desiderabili e senza dubbio utili per sfruttare meglio le risorse esistenti... ma questo non aumenterà le risorse del pianeta Terra. E se le risorse fondamentali per il funzionamento del nostro attuale sistema economico stanno cominciando a diminuire, il nostro sistema economico per forza deve cambiare. Che ci piaccia o no; nessuno sta chiedendo la nostra opinione, è una mera questione di fatto.

Insistere sulla dinamica dei mercati, sull'importanza delle variabili macroeconomiche, sulle sulle opportunità di investimento, eccetera, occulta un fatto fondamentale, come dice il rapporto di Tullett Prebon: “L'economia è solo il linguaggio; il contenuto è l'energia netta”. Tutta le parole vuote ripetute in maniera acritica dai media, tutti i germogli verdi, l'austerità necessaria per riprendere la crescita, il miglioramento della produttività, il contenimento dei salari, i tagli all'assistenza sociale e la maggior parte delle misure, non sono riuscite a tirarci fuori dalla crisi; al contrario, dopo quasi sei anni ci vediamo sempre più immersi in essa. Semplicemente perché la crisi è una crisi di risorse, perché non ci può essere crescita senza crescita del consumo di petrolio, carbone, rame, acciaio... Il risparmio e l'efficienza non hanno senso in un'economica alla quale serve la crescita e ciò che qualcuno smette di sprecare lo consuma un altro, perché c'è un incentivo economico a consumarlo (maggiore produzione, migliori prodotti...). Se non cambiamo il sistema economico con un altro che consideri che le risorse sono finite e che l'economia è un sottosistema del mondo naturale, allora siamo perduti.

Ma i mezzi di comunicazione trovano mille scuse prima di approcciarsi alla questione di fondo: non si tratta di scegliere, per il fatto di essere individui consapevoli, la via della decrescita. Si tratta del fatto che la diminuzione della basi materiali del nostro sistema economico non si potrà evitare. Questo provoca stupore e rifiuto nei ministeri.

Nascondiamo il fatto che non vogliamo cambiare e ci inganniamo sulla possibilità di andare avanti con un sistema agonizzante. Dobbiamo scegliere la vita, dobbiamo passare all'azione.

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Spero che tutto questo sia utile a qualcuno.

Saluti.
Antonio

23 commenti:

  1. Utile, no. Utilissimo, sì.
    Molte cose, da fisico che lavora nel mondo dell'energia, mi erano già ben chiare in dettaglio, ma vederle messe insieme con questa chiarezza è molto utile anche per me.
    Grazie.
    Saluti,
    Mauro.

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  2. Dott. Ugo Bardi, cosa ne pensa della possibile introduzione su scala industriale dell'Ecat(sembra il più promettente), o di un'altro dispositivo a fusione fredda, con un COP di 6 già realtà e verosimilmente ampiamente migliorabile?
    Si parla addirittura della possibilità di ricavare direttamente energia elettrica(Hotcat) e non solo acqua calda, e per quanto riguarda la mobilità di cui lei parla, mignaturizzando il tutto, in futuro non crede potremmo assistere a auto alimentate direttamente, da dispositivi a fusione fredda?
    Ovviamente tenendo conto degli enormi costi per la trasformazione del sistema, da petrolio a fusione fredda.
    Tra l'altro essenzialmente questi dispositivi "consumano" nichel (che è tra gli elementi più abbondanti) e idrogeno(ricavabile con l'energia dell ecat stessa) .

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    1. Se fai una domanda del genere al Prof. Bardi evidentemente vieni da Marte....

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    2. Caro Mauro,

      visto che siamo a commentare un post di Antonio Turiel, ti può interessare questo suo articolo sull' E-Cat:

      http://www.aspoitalia.it/blog/nte/2012/02/19/niente-miracoli-nella-scienza-il-caso-dell-e-cat/

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    3. Piu che da Marte, dal paese dei Balocchi.
      P.S. si ricordi di innaffiarli per bene gli zeccchini che ha sotterrato nel campo dei miracoli, altrimenti non crescono.

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    4. Non mi sento di essere un credulone arrivato al punto di piantare gli zecchini!(tra l'altro mi fa molto ridere), sono anche consapevole che non si vedono centrali Lenr operative, sia chiaro e soprattutto non mi permetto di entrare in questioni tecniche(sono Dott. ma non un fisico, chimico...).

      Risulta comunque da diverse fonti, un interessamento forte, verso questa nuova tecnologia ad es:
      http://sovrappopolazione.blogspot.it/2013/04/la-nasa-brevetta-la-fusione-fredda.html
      http://www.nextme.it/scienza/energia/5380-fusione-fredda-e-cat-funziona-test-indipendenti
      http://www.greenme.it/informarsi/energie-rinnovabili/7508-e-cat-fusione-fredda-brillouin
      http://www.nextme.it/scienza/energia/4843-fusione-fredda-e-cat-celani-test

      Nasa, brevetti in cina da parte di Brillouin, primi test indipendenti sull' "ecat" di Celani, Il Buon Rossi che sembra aver spedito 3 centrali da 1 Mw negli states, test indipendenti sull'ecat in fase di pubblicazione, sono alcuni dei rumors che girano in rete.

      Sul fatto che Rossi, sia un furbacchione, dato i tempi e i metodi utilizzati, sono daccordissimo.
      Meno sul considerare le Lenr un completo abbaglio e sul fatto che siano tutti ciarlatani, i diversi ricercatori e aziende impegnate nella produzione industriale di dispositivi Lenr.

      Tornando all'articolo secondo il mio modestissimo parere, non credo in una decrescita felice, non tanto se saremmo obbligati o meno, ma sul fatto che sarà felice, vaglielo a spiegare al disoccupato che in fondo starà meglio con meno, io credo che un'impoverimento generalizzato, porterà disperazione null'altro.

      Diversamente mi auguro un futuro con abbondanza energetica e quindi un Pil(andrebbe sicuramente rivisto il concetto) in crescità, però con una piena coscienza ambientale, tenendo conto una crescita limitata della popolazione.

      Saluti

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  3. "Ma i mezzi di comunicazione trovano mille scuse prima di approcciarsi alla questione di fondo:
    non si tratta di scegliere, per il fatto di essere individui consapevoli, la via della decrescita.
    Si tratta del fatto che la diminuzione della basi materiali del nostro sistema economico non si potrà evitare.
    Questo provoca stupore e rifiuto nei ministeri."

    Ed è il motivo per cui le classi dirigenti devono ottundere le menti con menzogne sempre più insistenti.
    E ciò renderà il risveglio alla realtà di molti di noi molto più rude di quanto potrebbe essere.

    Marco Sclarandis

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  4. Salve.
    Mipermetto di dissentire.
    Secondo i dati di cui dispongo 1.000.000 di km2 di pannelli fotovoltaici soddisfa il fabbisogno energetico globale.
    Se si impiegassero tecnologie più evolute, la superficie richiesta sarebbe inferiore, naturalmente.
    Oggi si installano 300 km2/anno di pannelli fotovoltaici: occorrerebbero più di 3.000 anni!!

    Ma se fosse necessario si potrebbe accelerare parecchio: siamo in tanti nel modo e la sabbia per il silicio non manca....

    Agli stessi risultati si potrebbe arrivare con colture di oleaginose ma la superficie necessaria sarebbe enormemente più grande.

    Io non dispererei per i nostri figli.
    Saluti.
    Massimo

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  5. Da Massimo
    Qualche errore nello scritto.
    Farò meglio in futuro.
    Saluti
    Massimo

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  6. Risparmismo in antitesi al Consumismo: il tema a mio parere è di rilevanza non solo economica ed ecologica, ma anche filosofica, estremamente importante in questo momento.
    Ogni atto anche piccolo che persegue la logica del risparmio è da lodare, non possiamo più permetterci di sperperare, buttare, bruciare, i limiti delle risorse sono chiari.
    C'è una grande mole di nuove opportunità economiche però la fuori da cogliere, il consumismo così come l'abbiamo sperimentato in questo mezzo secolo passato sopratutto qui in occidente, ha portato l'intera umanità sull'orlo del baratro, sta a ognuno di noi ora aprire gli occhi e la mente, e per chi ne è capace, per i più forti, anche il cuore.
    La logica dell'usa e getta è divenuta platealmente antieconomica e obsoleta, in quanto chiaramente insostenibile, la vecchia logica della crescita e dello sviluppo dei consumo, in generale è finita e da evitare accuratamente la dove vi è una alternativa economica possibile, la natura ci sta imponendo i suoi limiti e oltre a ciò, dobbiamo rispettare i diritti di chi viene dopo di noi.
    Il lavoro non manca, con lo stesso sforzo e dispendio di energia, si può lavorare per risparmiare o far risparmiare al prossimo, oppure lavorare per consumare, con la differenza che se lavori per far risparmiare anche il prossimo è più facile che una parte del tuo lavoro abbia un riscontro economico positivo con gli interessi a breve e lungo termine, mentre se lavori per far consumare il ritorno negativo con anche gli interessi sarà garantito a tuo diretto scapito ed a vantaggio solo di quei pochi al vertice per cui hai lavorato.
    Basta guardarsi attorno per vedere quante cose vi sarebbero da riparare, consolidare, incidenti e calamità da prevenire.
    Costi e ricavi e relativi valori aggiunti sotto forma di reali risparmi io credo possono essere quantificati e monetizzati.
    Giovanni

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  7. ... Il risparmio e l'efficienza non hanno senso in un'economica alla quale serve la crescita e ciò che qualcuno smette di sprecare lo consuma un altro, perché c'è un incentivo economico a consumarlo (maggiore produzione, migliori prodotti...). Se non cambiamo il sistema economico con un altro che consideri che le risorse sono finite e che l'economia è un sottosistema del mondo naturale, allora siamo perduti.
    vede, prof. Bardi, come i commentatori si appiglino alle Lern o al fotovoltaico, per sognare un mondo in crescita infinita, senza tenere conto dell'articolo stesso.Il sistema economico non lo cambierà nessuno, perchè nessuno lo vuole cambiare. Imploderà e basta e faremo la fine delle renne dell'isola di St. Mathew del post precedente o degli umani dell'isola di Pasqua. Se va bene ci sarà la fine dei tempi di apocalittica memoria, così almeno quei pochi che rimarranno saranno i più degni e meritevoli, detti i santi martiri.

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  10. Massimo, la tua penultima frase è rivelatrice della tua malriposta speranza.

    "Ma se fosse necessario si potrebbe accelerare parecchio: siamo in tanti nel modo e la sabbia per il silicio non manca...."

    Non è l'energia che manca sulla Terra.
    173.000 miliardi di kilowatt d'irradiazione solare sono diecimila volte tanto quelli che stiamo impiegando per tutte le attività umane.

    Un terzo di questi 173.000 miliardi sono immediatamenti riflessi verso lo spazio profondo.E se così non fosse non saremmo qui a conversarne.
    E per quanto riguarda la sabbia, non è scuotendola qualche volta in una clessidra, che si trasforma magicamente in ambrosia.(il cibo degli dei).
    E comunque, la superficie della Terra è quella che è: cinquantuno miliardi di ettari.Di cui due terzi abitabili solo da esperti marinai.

    La domanda da porsi, allora, è:

    "Quanti posti a tavola per noi possono essere apparecchiati contemporaneamente, e serviti con le portate che desideriamo, ad un banchetto, come la festa comanda?"

    Noi umani non ci accontentiamo di una greppia o di un truogolo dove sfamarci.

    Questo è il senso, secondo me, dell'articolo di Antonio Turiel.

    L'auto elettrica non sostituirà MAI un miliardo di automobili con le prestazioni alle quali ci ha abituato l'automobile ad idrocarburi.
    E così è per tante altre cose.
    Questa è la limpida verità che ci riesce quasi impossibile accettare.
    Gli idrocarburi fossili ci hanno drogato, nè più nè meno come drogano le sostanze psicotrope.
    Quanto l'energia può trasformarsi in droga:

    http://www.theoildrum.com/node/5519
    Mai spiegato meglio come in questo articolo.

    Esiste anche una traduzione in italiano, ma non riesco più a ricuperarla dal web.

    Non per caso stiamo precipitando in massa in un gorgo d'innumerevoli tossicodipendenze.Non ultime le macchinette mangiasoldi.

    Ora sta arrivando la crisi d'astinenza per milioni di persone e alcuni non potranno superarla indenni.

    Ed è inutile promettere paradisi ultraterreni.Anche con la droga linguistica della crescita, mai specificata, ma solo evocata come una panacea.
    Più la scienza avanza, più la gente si fa cinica e spietata di fronte ai predicatori di salvezze intangibili.
    E quando la scienza diventa una fede, è a un passo dal regredire nella magia nera.
    Sarebbe più onesto proporre ed attuare purgatori terrestri.
    In questi si può riporre fede e speranza.

    Marco Sclarandis

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    1. Salve Marco.
      Apprezzo la sua lettera ma considero concrete opportunità il fotovoltaico e/o solare termodinamico.
      Non ho seguito lo sviluppo del programma e-on / Deutch Bank: previsione di 500.000.000.000 € di investimenti in nord Africa e produzione di energia per tutta l'Europa.
      Possibile che la primavera araba abbia costituito un ostacolo al progetto ma l'opportunità resta un dato di fatto.
      Il fabbisogno di energia è finito (nel senso di limitato) e il suo soddisfacimento impiegherà risorse importanti ma non sarà risolutivo della crisi di sviluppo del pianeta.
      Saluti.
      Massimo

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    2. Credo anch'io che il problema sia mal posto in questi termini.
      Già l'analisi de "I limiti dello sviluppo" ("I limiti della crescita" in originale) ci han mostrato che non esiste una soluzione al problema di conciliare un'economia (gestione delle risorse) in crescita e delle risorse finite. Qualsiasi sia il collo di bottiglia importante: terreno, materie prime, energia, cibo, spazio per i rifiuti....

      Allora il punto rimane quello di Marco: che popolazione possiamo sostenere, usando un insieme di risorse (FV, atmosfera per il CO2, ecc.) e a che livelli di servizi pro capite? E la risposta (incerta, con grossi margini che dipendono dalle assunzioni, ...) è comunque: siamo già troppi e troppo ben pasciuti.

      Quindi se fossimo creature razionali la cosa da fare SUBITO sarebbe:
      - investire a bestia in risorse rinnovabili, efficienza, riduzione dei consumi, in particolare riduzione DRASTICA dei consumi non rinnovabili
      - fare tutto quanto è ragionevolmente possibile (ed eticamente accettabile, naturalmente) per ridurre la popolazione
      - ridurre le diseguaglianze nei servizi pro capite (che significa piu' efficienza ed egualmente meno servizi per chi oggi ne ha tanti)
      - spernacchiare e ridicolizzare chi parla di "crescita" (almeno in senso generico, globale)

      Ma non siamo creature razionali. Ci siamo evoluti in una situazione in cui la strategia vincente era accaparrare quanto più possibile per te e il tuo gruppo. E non riusciamo a pensare diversamente.

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  11. secondo me crisi profonda ci sara' pero' come in tutte le cose non bisogna essere troppo catastrofisti. il petrolio si esaurira' e il suo prezzo aumentera' ma non cosi' velocemente come si vuol far credere nell'articolo. quindi la crisi mondiale continuera' ad avanzare inesorabile, ma la popolazione imparera' a vivere con meno e ad utilizzare fonti alternative. non ci sono auto per tutti? ma quando mai ci sono state. miliardi di persone vanno solo a piedi . aumenteranno. salviamo il salvabile e puntiamo all'elettrico . non sostituira' interamente il petrolio a breve e' vero ma lo compensera' in parte rendendoci sopportabile la crisi. sono ottimista? forse ma e' meglio cosi'. intanto mi sono messo i pannelli fotovoltaici e mi sono costruito una bici elettrica. domani mi arrivera' una seconda batteria lifepo4 per costruirmi una seconda bici elettrica (la prima funziona bene da due anni e va meglio di un motorino su distanze fino a 30 km). puntiamo tutti all'elettrico e limitiamo l'uso di benzine e gas. quanto all'accumulo dell'energia e' vero che e' costoso ma non impossibile. visita http://www.fronius.com/cps/rde/xchg/fronius_italia

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    1. come il malato terminale rifiuta di capire l'avvicinarsi della morte, così credi di mandare avanti il BAU con bici elettriche e lampadine accese in casa. Il BAU lo fanno navi, camion, aerei, trattori, industrie, che colla riduzione del petrolio non ci saranno più. Cambiare sistema economico è cambiare usi e costumi, mentalità, ma credere che la tecnologia dell'elettrico potrà continuare a sostenere questa economia è illusione e se te lo dice uno che si firma come me, puoi crederci. E se non credi a me, rileggiti il post di Turiel.

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    2. l'errore sta nel dire che non ci saranno piu' domani. saranno sempre di meno e' verissimo , ma ci vorranno anni anzi decenni prima di fermare il tutto e nel frattempo l'elettrico prendera' sempre piu' quota . e' una questione di tempi e di costi. il catastrofismo immediato ad ogni costo non paga.

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    3. non fare domani ciò che puoi fare oggi. Forse proverbio cinese?

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  12. Le considerazioni di Turiel mi sembrano troppo pessimiste, soprattutto sulla parte elettrica. Cosa ne pensano ad esempio De Carlo e Cambi del fatto che l'auto elettrica è definita una "chimera assurda"?
    Il potenziale eolico e fotovoltaico è in linea di massima sufficiente ai bisogni dell'umanità, almeno quella di oggi. Il rame è una limitazione di tipo non energetico e siamo prossimi al picco della produzione, ma questo non significa che non ce ne sia a sufficienza per dare una "vita elettrica" a tutti gli abitanti del pianeta.
    La considerazione di Turiel che i consumi di EE non sono aumentati nonstante l'eccesso di offerta spagnola non tiene conto del fatto che l'EE è incanalata solo in consumi di un certo tipo, che comunque oggi è quasi impossibile scegliere una mobilità elettrica anche volendo.
    Inoltre non abbiamo bisogno di EE per produrre calore ad alta temperatura. Esiste anche il solar termodinamico o simili.
    Il punto è che rispetto al petrolio le fonti rinnovabili elettriche faranno funzionare le nostre società ad una velocità più bassa.
    L'altro punto è che nessuno sa se la crescita delle rinnovabili sarà abbastanza rapida da evitare il collasso, o dal lato delle risorse o da quello degli scarti (CO2).

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  13. http://e-catalyzer.it/e-catalyzer/il-report-sulle-cat-e-finalmente-stato-pubblicato
    aggiornamento sull'ecat ..

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  14. Ancora questa bufala dell'eroei del fotovoltaico basso? ma per piacere...

    Il vostro amico Pietro si è divertito a fare un calcolo approssimativo tenendo conto dati di pannelli OBSOLETI del 2013:

    http://www.crisiswhatcrisis.it/2016/04/28/il-fotovoltaico-leroei-le-bufale-e-la-lavandaia/

    http://www.crisiswhatcrisis.it/2016/04/28/il-fotovoltaico-leroei-e-le-bufale-parte-seconda/

    Vi sembra poco un eroei anche più di 40 se tengo conto del riciclo obbligatorio? no non è poco per nulla specie visto che è una tecnologia in miglioramento....

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