martedì 22 gennaio 2013

2012: cosa possiamo imparare da Siccità, Disastri e Violenza devastante


Guest post di Carolyn Baker
Da “Speaking Truth to Power”. Traduzione di MR



A un certo punto si è tentati di dire “addio e che liberazione!” al 2012. Per tutte le esperienze positive che avrebbe potuto portarci, queste sono state messe in ombra dalle perdite che vivranno con noi per molto, molto tempo. Ma non importa quanto ce le vogliamo “lasciare alle spalle” e dichiarare la loro fine, la verità è che queste segnano l'inizio di un'era di profonda perdita e di caos culturale. Presumo che il lettore lo capisca questo, ma allo stesso tempo credo che sia cruciale valutare le lezioni che questo anno formidabile ci offre.

Il 2012 è stato l'anno in cui più cittadini e luminari sulla Terra abbiamo mai parlato della realtà del cambiamento climatico prima d'ora. Senza dubbio, le dimensioni della siccità e dei disastri naturali in tutto il pianeta hanno reso la continua negazione assurda, ma così hanno fatto anche una pletora di documenti di temperature in aumento, ghiaccio polare che si fonde e di livelli del mare che aumentano. [Vedete il mio articolo “La sesta estinzione”] Ora è ovvio che potrebbe solo essere questione di decenni, non di secoli, perché gli esseri umani abbiano prodotto un pianeta dove porzioni significative dello stesso sono inabitabili.

Siccità

Nell'estate del 2012 gli Stati Uniti hanno vissuto la peggiore siccità dal Dust Bowl dell'era Grande Depressione. Mentre la siccità si espandeva fino ad abbracciare quasi i 2/3 della nazione e mentre altre siccità nel mondo segnalavano un riscaldamento senza precedenti del pianeta, un gran numero di rapporti hanno cominciato ad attribuire questa tragedia ecologica ed economica al cambiamento climatico. I contadini statunitensi sono stati devastati economicamente da colture bruciate, buone solo da seppellire con l'aratura, e molti sono stati spinti a vendere grandi quantità di bestiame per la cui alimentazione non avevano fieno.

Mentre ci avviciniamo al giorno di Natale, la siccità americana continua con quantità di pioggia insignificanti nel Midwest e lungo la Costa Est, con l'eccezione della Supertempesta Sandy e la sua devastazione. Il livello dell'acqua del fiume Mississippi è così basso che è imminente un crisi di navigabilità sul fiume stesso. E' del tutto possibile, forse probabile, che la siccità del 2012 continuerà, in modo subdolo o palese, per tutto l'inverno e fino ad un'altra estate torrida e da record nel 2013. In ogni caso, il 2012 ha drammaticamente battuto i record di caldo, siccità e eventi meteorologici estremi.

Disastro

Il 2012 ha battuto anche il record di disastri naturali nel mondo e miriadi di studi e rapporti collegano questo col cambiamento climatico. Climate Central riporta che “gli studi scoprono sempre di più che il riscaldamento globale sta già in modo che certi tipi di eventi atmosferici estremi, come ondate di calore e precipitazioni , siano più probabili e più gravi.

Dagli incendi nelle montagne dell'ovest al numero di tornado oltre il normale nel Midwest alla Supertempesta Sandy nelle aree di New York e New Jersey, il 2012 potrebbe raggiungere il secondo posto come anno più disastroso dopo il 1980. Inoltre, per la prima volta nella nostra storia, un Governatore americano, Andrew Cuomo di New York, ha fatto un collegamento diretto fra disastri naturali a riscaldamento globale dicendo che “L'uragano Sandy mostra che abbiamo bisogno di prepararci al cambiamento climatico.

Violenza devastante

Mentre scrivo queste parole sta cominciando il funerale per 20 bambini e 6 adulti a Newtown, Connecticut, dove il 14 dicembre il ventenne Adam Lanza li ha massacrati in una scuola elementare per poi uccidersi a sua volta. Questa è la fine du un anno in cui numerosi altri drammatici omicidi di massa sono avvenuti, come il massacro del 20 luglio in un cinema di Aurora, in Colorado, un altro pochi giorni dopo ad un tempio Sikh ad Oak Creek, nel Wisconsin, e ancora un altro in un negozio di Portland, Oregon, solo tre giorni prima della carneficina di Newtown. [Per un elenco completo degli omicidi di massa negli Stati uniti nel 2012, leggete questo rapporto del Washington Post].

Mentre i politici si attorcigliano per rendere questo un problema di controllo delle armi – oppure no, l'orrore delle violenza armata negli Stati Uniti è oltre lo scopo di qualsiasi cosa possa essere fatta per alleviarlo attraverso la legge. Ancora una volta, la compulsione a “fare qualcosa” piuttosto che esplorare accuratamente le radici della follia che penetra nelle profondità della psiche americana lascia i nostri cuori e le nostre anime ancora più inquiete, perché segnala un altro rattoppo che garantisce molti altri bagni di sangue insensati.

Se dovessimo intraprendere un'analisi accurata, incisiva e dolorosamente onesta della psicologia della violenza armata, scopriremmo ben presto che le dinamiche della nostra specie che ci permettono di uccidere il pianeta e di renderlo inabitabile sono le stesse dinamiche che ci permettono di ucciderci l'un l'altro impunemente. Se la civiltà industriale sta uccidendo il pianeta e tutto su di esso come dicono da qualche tempo Guy McPherson e Derrick Jensen, allora noi come specie siamo diventati profondamente omicidi e suicidi. E come sostiene Jensen, non possiamo uccidere un pianeta e viverci sopra allo stesso tempo.

L'Università della vita nel 2013

Come sto sostenendo negli ultimi mesi, il cambiamento climatico ora guida il treno dall'inferno, seguito da vicino da collasso economico e picco del petrolio. Mentre tutte le carrozze su questo treno sono collegate, il cambiamento climatico è rapidamente diventato il motore impazzito di questo treno impazzito che non può essere invertito nel 2013, o forse mai.

Mi capita di credere che la vita stessa sia una specie di Università nella quale abbiamo scelto di iscriverci per ragioni delle quali potremmo anche non essere consapevoli, ma di sicuro parte della nostra responsabilità in ogni Università è quella di capire perché scegliamo di iscriverci e premettiamo a quella conoscenza di informare la partecipazione dei nostri studenti. A volte ci piace l'educazione che riceviamo e a volte no. Ciononostante, siamo iscritti, e a meno che non vediamo il modo di continuare la nostra educazione e vogliamo assoggettare noi stessi e i nostri cari al dolore della nostra disiscrizione, sarebbe più saggio di impegnarci nel programma di studi piuttosto che resistergli.

Un altro modo di inquadrare la nostra esperienza è in termini più psicologici, come ha fatto in molti dei suoi scritti John Michael Greer. Greer sostiene e dimostra che il mito del progresso si sta sbriciolando di fronte ai nostri occhi. Mentre lo potremmo sapere a livello intellettuale, l'impatto potrebbe non essere stato pienamente registrato nel sistema nervoso e, di sicuro, pochi di noi terrestri hanno capito fino a che punto il progresso è finito e il “regresso” sia la nuova normalità. Spesso parlo come se fossimo passati dall'Era dell'Illuminazione all'Era dell'Oscuramento, come lo ha chiamato l'autore Michael Ventura. Mentre il mito del progresso continua e sbriciolarsi e gli esseri umani sentono che il regresso li sta divorando, vedremo e stiamo già vedendo quello che Greer chiama una “rottura psicotica su scala individuale e collettiva.”

Ecco alcuni consigli su come possiamo rispondere allo stesso programma impegnativo del futuro:

1) Rendetevi conto che il 2013 sarà molto peggio del 2012. Qualsiasi cosa sia successa al pianeta nel 2012, è probabile che vedremo problemi molto più severi nel 2013. L'esplosione di psicosi che stiamo vedendo nella civiltà industriale non può che intensificarsi e noi saremo colpiti in modo più diretto e profondo: fisicamente, mentalmente ed emozionalmente, via via che cerchiamo di superare la crisi.

2) Non c'è un altro posto dove andare. Emigrare può essere un'opzione e può funzionare per qualcuno. Ma in termini di cambiamento climatico, collasso economico e picco del petrolio, in realtà non esiste un posto "sicuro" sulla Terra dove le ripercussioni di queste cose non avranno effetti su tutti quanti. Pensate alla possibilità di adattarvi alle condizioni di dove vivete piuttosto che andarvene.

3) Siete da soli nella comunità. Entrambe le cose sono vere e dobbiamo capirne bene le implicazioni. Non possiamo cavarcela da soli e neppure dipendere completamente dalla comunità. Quando i disastri naturali distruggono i nostri dintorni, e forse anche le nostre case, nessun programma governativo potrà salvarci e nemmeno alleviare molte delle nostre sofferenze. Che siano le vuote promesse di George W. Bush Jr. alle vittime di Katrina a New Orleans o le inutili dolci parole di Obama ai sopravvissuto dell'Uragano sandy di Staten Island, l'aiuto non è in arrivo.  Il solo aiuto che potrete dare o ricevere sarà costruito in anticipo per mezzo della vostra connessione con la comunità per mezzo dei vostri sforzi.

4) La vostra missione finale in questa vita è servire. Prendersi cura di voi stessi e della vostra famiglia? Si. Prepararsi strenuamente? Si. E se questo fosse tutto quello che conta, sarete aggrediti da un vuoto senza significato che soltanto il servizio e la compassione possono riempire. Uno dei modi più semplici e più umani di servire è di prendere tutte le opportunità, tutti i giorni, per creare bellezza.

Potreste anche considerare di prepararvi su questo:

**Preparazione a Risposte di Emergenza di cui potreste imparare di più attraverso alcuni fornitori di servizi nella vostra comunità

**Preparazione ad avere a che fare coi traumi – i vostri e quelli degli altri. Alcune risorse possono essere trovate online.

5) Sviluppare un nuovo rapporto con il corpo e le emozioni. Coloro che sono attaccati al vivere nella propria testa e a non far caso al benessere fisico sono destinati a perire. E così lo sono anche coloro che rifiutano di lavorare consciamente e costruttivamente col loro panorama emozionale. Mentre non c'è alcun luogo in cui andare nel panorama esterno, c'è assolutamente un posto dove andare all'interno. Prendetevi cura amorevolmente di corpo e anima e cominciate a vivere adesso come se la sola assistenza sanitaria che sarà mai disponibile per voi sia quella che voi stessi potete fornirvi attraverso trattamenti alternativi. Fondamentale per la cura di voi stessi sono una dieta naturale di cibo integrale e biologico ed esercizio quotidiano, preferibilmente nella natura.

6) Diventa uno studente di come altra gente in altre culture è sopravvissuta al disfacimento delle proprie società o sono vissuti attraverso traumi collettivi. Non è importante solo imparare come alcuni sono sopravvissuti, ma anche come altri non ci siano riusciti.

7) Diventa uno studente della tua propria morte. Al contrario dell'opinione popolare, la contemplazione della propria morte, se realmente contemplativa, non porta automaticamente alla depressione. Mentre comprendo che il mio pubblico non è formato principalmente da monaci Buddhisti, sono consapevole che a quelle persone è richiesto di contemplare la morte molte ore alla settimana. Alcuni riferiscono che anziché sentirsi depressi, si sentono euforici ed estremamente grati per le proprie vite. A prescindere da quanto succederà nel 2013, nessuno di noi se ne va da qua vivo. Date le realtà del cambiamento climatico e del picco del petrolio, è possibile che il nostro status sia simile a quello del paziente di un ospizio, che ne siamo o no consapevoli. La metà della preparazione al futuro significa prepararsi a sopravvivere, l'altra metà è prepararsi a non sopravvivere.

8) Discerni la differenza fra piacere e felicità. La cultura consumistica ha infangato il senso di “ricerca della felicità” ed ha reso la felicità sinonimo di avere un sacco di cose ed una vita comoda. La felicità, di fatto, è una condizione dell'anima risultante da un senso del significato e dello scopo, a prescindere dalle circostanze personali. Molti individui soffrono di dolore profondo e perdita possiedono ancora un senso di gioia nelle proprie profondità. Scoprite e create la vostra gioia radicale per i tempi duri.

Poche costanti sono disponibili per noi e quindi, mentre transitiamo al 2013, vi offro la saggezza della poetessa Rebecca del Rio:

Costante

Viviamo per le costanti,
Pioggia in inverno, il gatto
Raggomitolato come una virgola pelosa
Sul bordo del letto.
A volte, molte volte
Queste non giungono, invece
C'è siccità, il padre muore
La madre invecchia.
La costante è questo:
La mente insiste, persiste nella follia
Cerchio di creazione dal caos.
Dà ordine al mistero.
“Ascoltami,” grida.
Così noi ascoltiamo.
Il chiacchiericcio della costante, il suo bisogno
Crescere come una maledizione.
La costante è questo:
La vita è caos, disintegrazione, fioritura
Nuovo nel vecchio e collasso
Ancora fiorire in qualcosa di più perfetto,
Poi caos, disintegrazione e ancora.
Guardiamo inermi, estasiati 
Come il pubblico del mago,
Il segno dell'ipnotizzatore.
Nient'altro da fare che unire le mani,
Piegare la testa, invocare benedizioni
Al dio capriccioso, selvaggio e primigenio.