Questo articolo di Luca Mercalli non sembra esistere on-line sul sito de "La Stampa". "Effetto Cassandra" lo ha ottenuto direttamente dall'autore e lo riproduciamo qui. Sul disgraziato sfogo di Vaclav Claus apparso qualche giorno fa, vedi anche il post precedente su "Effetto Cassandra"
I termometri europei bruciano i record. Ecco perché ridurre i gas serra conviene
di Luca MERCALLI
LA STAMPA 22.08.2012
Il tifone «Tembin» minaccia Taiwan, fa molto freddo solo alla base di ricerca Vostok, in Antartide, con 78 gradi sottozero alla fine dell’inverno australe, ma è l’ondata di caldo africano sull’Europa a dominare la cronaca meteorologica di questa settimana.
A partire da venerdì 17 agosto l’ennesima struttura anticiclonica subtropicale di questa stagione si è espansa dal Marocco – dove lunedì 20 Marrakech boccheggiava a 47 gradi – alla Spagna, da giorni sotto una cupola d’aria ad oltre 40 C – giungendo in Francia, dove sabato Montgivray, nell’Indre, toccava i 42,4 C, un primato assoluto per la regione centro-settentrionale dell’Esagono, e anche Parigi non scherzava con 38 C. Domenica 19 oltre ai 41,5 C di Châtillon-sur-Seine (Côte-d’Or), cadevano i record termici del 2003 nelle Alpi francesi, con 35,8 C ai 1300 metri di Briançon, 37,4 C a Bourg Saint Maurice (865 m) e ben 13,4 C ai 3845 m dell’Aiguille du Midi, nel cuore del massiccio del Bianco. Poco più a ovest, 30 gradi a Zermatt, 7 ai 4560 metri della Capanna Margherita sul Monte Rosa e 12,8 all’osservatorio dello Jungfraujoch (3580 m), record assoluto della serie di misura dal 1959, mentre nelle città elvetiche a bassa quota i valori non hanno superato quelli del luglio 1983 e agosto 2003. Ma non è finita, lunedì 20 ha visto i record termici fioccare in Germania, con i 37,2 C di Lipsia e Dresda, i 38,7 C di Holzdorf e i 16,1 C sulla Zugspitze, a quasi 3000 metri.
Nuovi massimi termici assoluti pure su gran parte della Repubblica Ceca, culminati a Dobrichovice, presso Praga, dove il termometro ha toccato 40,4 C. Dati che dovrebbero far riflettere il presidente ed economista ceco Václav Klaus che su questo giornale se la prendeva con gli “adepti del riscaldamento globale” confondendo l’ideologia con la fisica dell’atmosfera, affetta beninteso da incertezze come tutte le scienze, ma non certo dottrinaria.
Mario Molina, docente all’Università della California e Nobel per la chimica insieme a Crutzen e Rowland per la scoperta del buco dell’ozono, ha dichiarato ieri a Filadelfia al meeting dell’American Chemical Society, che riguardo al riscaldamento globale: “non c’è dubbio che il rischio è molto alto e possiamo andare incontro a conseguenze anche molto dannose e, sia pure con bassa probabilità, perfino catastrofiche” perciò la riduzione delle emissioni di gas serra avrebbe “un costo per la società minore di quello dei danni climatici qualora la società non faccia nulla”.
Luca Mercalli