Nel post precedente, avevo raccontato di come Sylvie Coyaud è stata insultata e minacciata da un bullo sessista per un articolo che aveva scritto sul sole 24 ore. Sono stato molto contento di vedere come il post abbia ricevuto decine di commenti di solidarietà per Sylvie, come pure molti altri messaggi di solidarietà privati e su altri forum. Sylvie ha ringraziato tutti in un commento in cui dice, "mi avete fatto sciogliere il rimmel."
Quindi, mi pare che il bullo che si firmava "Carneade" abbia fatto una pessima figura, come si meritava ampiamente. Purtroppo, però, queste tattiche aggressive sono spesso efficaci. Come sia difficile difendersi dalla calunnia via internet è raccontato, fra le altre cose, nel libro "Primo, non diffamare" di Luca Bauccio. Come si suol dire, la calunnia ha già fatto il giro del mondo mentre la verità si sta ancora allacciando le scarpe. Quello che poi è la cosa peggiore è l'abitudine inveterata di presentarsi in forma anonima, cosa che tira fuori i peggiori istinti di chiunque.
Su questo punto, vi lascio con un pensiero di Schopenauer (da un articolo di Paul Carr sul Telegraph - traduzione mia)
“Ma, prima di tutto, l'anonimato, quello schermo che copre tutta la mascalzonaggine letteraria, dovrebbe scomparire. Era stata introdotta con il pretesto di proteggere il critico onesto, che voleva allertare il pubblico, contro il risentimento dell'autore e dei suoi amici. Ma se c'è un caso del genere, ce ne saranno cento dove serve meramente per sollevare dalla sua responsabilità un uomo che non ha il coraggio di affrontare le conseguenze di quello che ha detto <..>