martedì 20 dicembre 2011

L'irresponsabilità di essere (tecno)ottimisti

Guest post di Antonio Turiel apparso il 19 Aprile 2010 su The Oil Crash. Traduzione di Massimiliano Rupalti.




Cari lettori,



sulla base dell'ultimo commento di Agustìn (un lettore del blog, ndT) fatto al precedente post, ho creduto che il tema toccato fosse talmente ampio che meritasse un post a sé.

Circa la descrizione che facevo dei problemi di fornitura di frutta e verdura nel Regno Unito provocata dal blocco del traffico aereo (è il periodo dell'eruzione del vulcano islandese Eyiafjallajokull, ndT), Agustìn diceva quanto segue:

Sono chiare due cose: Primo: che in questo pianeta siamo di passaggio e quasi per caso, quindi qualsiasi crisi ci può spazzar via dalla faccia della Terra. Secondo:che la tecnologia (in questo caso l'aeronautica) può ben poco di fronte a questo. Ma non importa, ci sarà sempre gente che protesta perché non sono state previste le conseguenze dell'eruzione e perché non si è cercata una soluzione al “loro" problema.

Agustìn ha ragione, perché sono questi due i problemi ricorrenti e che spiegano in gran parte la nostra incapacità di approcciarci in modo razionale al problema del Picco del petrolio. Grosso modo (scritto così nel testo originale, ndT), questi due problemi sono la nostra incapacità di accettare i nostri limiti e il tecno-ottimismo.

L'essere umano è, intrinsecamente e necessariamente, limitato. Questo lo capiamo presto da bambini: non possiamo correre tanto quanto vorremmo, non possiamo sollevare cose molto pesanti, non possiamo volare... E nemmeno possiamo fare ciò che crediamo, nel contesto dei nostri limiti fisici, per via di altri limiti intangibili ma ugualmente inflessibili: la famiglia, la società, la scuola... Tuttavia, questa evidenza si va disperdendo con l'età, nella misura in cui si insedia un'altra idea, non tanto naturale ed evidentemente fallace, che dice che è possibile ottenere qualsiasi cosa, con i giusti mezzi. La nostra società dei consumi ci sta permeando con l'idea che con sufficiente denaro si può ottenere tutto e dove la nostra capacità fisica non può arrivare,sarà capace di arrivare l'onnipotente tecnologia. Questa nuova realtà prefabbricata risulta essere molto comoda e conveniente; elimina l'incertezza del mondo reale, rende più rarefatta la più terribile di tutte le certezze, quella della propria morte, e spinge le persone a
consumare senza riflettere.

Tuttavia, occasionalmente, la disgrazia arriva comunque, la gente muore in incidenti, terremoti, malattie.... L'economia ha problemi, la disoccupazione aumenta, l'insicurezza cresce... Per lottare contro questa realtà spigolosa, che intacca la nostra cortina di illusioni, abbiamo il tecno-ottimismo, vale a dire la rigida credenza nel fatto che la tecnologia possa risolvere qualsiasi problema, se solo siamo disposti ad investire a sufficienza nel suo sviluppo. Questo sta alla base di molte politiche che sono in corso di attuazione oggigiorno, man mano che si comincia a percepire il fatto che abbiamo un problema intrinseco col modello attuale: che, eventualmente, dobbiamo cercare energie alternative; che, eventualmente, l'auto elettrica ci potrà aiutare a superare la nostra dipendenza dal petrolio, ecc. L'infantilismo nel quale ci ha gettati il consumismo ci porta a credere che tutti i problemi si possono risolvere e che Papà-Stato-Autorità-Tecnologia-Scienza-Chiperloro, in ogni caso l'autorità superiore e responsabile, non solo può, ma addirittura ha l'obbligo di risolvere i problemi. Trovo frustrante che, in tutti gli incontri che vado proponendo sull'Oil Crash, quando arriva il momento delle domande ci sia sempre qualcuno che ci chiede, quasi esige da noi – noi che siamo scienziati e che pertanto siamo parte di questo establishment onnipotente – che risolviamo un problema tanto complesso come quello di adattare una società autistica ed egoista ad uno scenario di diminuzione dell'energia; fuori le soluzioni, forza!

Il problema veramente grave è che le diverse amministrazioni accettano questo ruolo di fornitori di soluzioni che, in realtà, non possono ricoprire. Non si vendono più automobili? “Non vi preoccupate, metteremo sovvenzioni per fare in modo che si continuino a vendere”, anche se entro tre anni non si sa da dove estrarremo il petrolio, non tanto a buon mercato, ma a qualsiasi prezzo. La gente si preoccupa perché il prezzo del petrolio sale? “Non vi preoccupate che con l'auto elettrica il problema del petrolio scompare”, ignorando il fatto che il petrolio non si usa solo per le auto, ma per quasi tutto e che in ogni caso non abbiamo idea da dove verrà l'energia per ricaricare queste auto e per la costruzione delle quali non abbiamo, in ogni caso, sufficienti materiali (per esempio le terre rare, ndT). La domanda di petrolio per gli altri usi energetici, oltre alle auto, continua? “Non vi preoccupate, che possiamo moltiplicare per due o per tre la produzione di energia rinnovabile attuale”, ma ignorando che questo è molto lontano dal moltiplicare il suo potenziale per 20, che è quello di cui avremmo bisogno per eguagliare il consumo attuale. Fra l'altro perché è impossibile, perché l'energia rinnovabile non ha un tale potenziale e questo senza parlare della mancanza di materiali per le installazioni e della loro scarsità associata all'aumento del prezzo del petrolio (perché serve petrolio, ed in quantità ingenti, per estrarre, raffinare e processare tutti i materiali). La gente ha paura della disoccupazione? “Non vi preoccupate e consumate, consumate, maledetti, che dobbiamo far crescere il PIL fino al magico 2,6% che farà in modo che la disoccupazione torni a scendere”, anche se questo non è possibile, visto che il nostro consumo di petrolio scende ad un ritmo medio del 3% ogni anno.

Essere tecno-ottimisti, credere che la tecnologia risolverà tutto, è un modo socialmente accettabile di essere suicidi. Io, se permettete, scelgo la vita. Sono uno scienziato, ma non un idiota e non voglio credere ai benefici della tecnologia come se fosse un atto di fede; proprio perché sono uno scienziato so che ci sono dei limiti nella natura (le leggi della termodinamica, per esempio) e che non possiamo fare miracoli, anche se possiamo e dobbiamo migliorare le condizioni di vita degli umani. Ma cerchiamo di essere razionali.

Saluti,

AMT

14 commenti:

  1. Pof. Bardi bella la vignetta che accompagna l'articolo.

    Mi sembra di capire che rappresenti la nuova razza umana forgiata da anni di televisione 'libera': la razza Mediaset.

    O forse sbaglio? Ah,ah,ah.

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  2. La vignetta l'ha scelta Turiel, che è un grande!

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  3. Fa da parallelo a questo post il video con Luca Mercalli pubblicato la scorsa settimana sul blog di Beppe Grillo. Mercalli parla di "società resiliente" per cercare di limitare i danni.
    Però temo che non ce la faremo.
    Abbiamo bisogno di politici illuminati di cui siamo pesantemente deficitari, altroché le terre rare.
    Anche io ero un tecno-ottimista ma sto sempre più diventando un tecno-nichilista.

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  4. Non sono concorde nel fare di tutta un erba un fascio. Esistono tecno-ottimisti-tutto e tecno-ottimisti-possibilità.

    La vita si basa sulla sopravvivenza e la tecnologia per risolvere i problemi c'è e l'uomo è un risolutore di problemi al contrario degli animali che sono succubi.

    I problemi sono da risolvere perchè nascondere la testa sotto la sabbia e dire tanto non c'è niente da fare è da animali.

    Poi tecno-ottimisti-possibilità sanno che il risultato sarà scadente ma almeno qualcosa di positivo si ottiene. tecno-ottimisti-tutto sperano nella bacchetta-magica e questo è fanciullesco ed è un altro modo di nascondere la testa nella sabbia.

    la via di mezzo è sempre la migliore!

    Ciao

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  5. Come faremo, allora, senza lo shopping?

    http://www.corriere.it/cronache/11_dicembre_20/ressa-audrey-roma-pacchetto-low-cost-voltattorni_5eccaa52-2ad4-11e1-b7ec-2e901a360d49.shtml

    http://www.corriere.it/cronache/11_dicembre_19/duomo-galleria-e-ab-la-coda-dei-turisti-da-shopping-andrea-galli_8d59a0ea-2a08-11e1-88bd-433b1e8e4c01.shtml

    John Galanti

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  6. perdonate se abbasso il livello della discussione ... ripropongo un quesito che avevo lasciato in un altro post e che era rimasto senza seguiti: secondo voi, un Monti, tanto per concretizzare, con tutta la sua professorale sconfinata cultura economica, è un tecno-ottimista? hai mai sentito o letto del tema dell'esaurimento delle risorse ecc.? O ignora totalmente questi temi? Lo so che è una domanda inutile, ma anche il lato psico-antropologico ha il suo interesse.

    L.

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  7. n Monti, tanto per concretizzare, con tutta la sua professorale sconfinata cultura economica, è un tecno-ottimista?

    Non lo so. Di certo é un marpione.

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  8. Chi sostiene "siamo limitati, non possiamo pretendere che la tecnologia ci salvi in tutto" ... riceve tipicamente questa risposta: "sei tu il limitato che non sai immaginare le meraviglie del futuro e non apprezzi le comodità dell'oggi".

    Chi ragiona in termini di limiti, passa per stupido o ignorante, non per saggio.

    Ecco perchè sono un po pessimista.

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  9. nel pomeriggio sono andato nell'orto e ho raccolto 2 cavolfiori, 1 cardo, 1 sacchetto di insalata e 2 di radicchio. L'insalata ed il radicchio sono già sulle tavole delle persone a cui l'ho regalato. Il cardo non so se la darò anche quello. La soluzione ai deficit tecnologici è semplice se l'animo è libero dagli input dei media. Basta rimanere inorriditi quando mandano in onda quelle 10 o 15 gnocche vestite solo di una vestaglia da babbo natale con ben in vista le meraviglie, invece di rimanere allupati. Eppure il buon Freud già 200 anni fa ci aveva avvertito di quanto facilmente i bassi istinti ci avrebbero limitato, ma non per niente Lui veniva dalla razza eletta, dal popolo prescelto da Dio e noi dopo tutti questi anni ancora ci facciamo bere il cervello da un paio di t...e, tutto il giorno, tutti i giorni dell'anno. Sarebbe capibile nel momento dell'atto sessuale, ma viene usato questo stratagemma, vero e proprio cavallo di TROIA, per ogni cosa, dalle lavatrici, ai regali natalizi, grazie allo strapotere mediatico. Se uno non capisce questo si preoccuperà sempre e solo di continuare a vedere quelle te..one, che la tecnologia gli ha dato in pasto e che deve continuare a dare, risolvendo tutti i limiti ed i problemi. Penso proprio che la fame di tecnologia sia fame di sesso. Freud docet.

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  10. Condivisibile come sempre, tranne che qui:

    "..moltiplicare il suo potenziale per 20, che è quello di cui avremmo bisogno per eguagliare il consumo attuale. Fra l'altro perché è impossibile, perché l'energia rinnovabile non ha un tale potenziale..."
    Qui mi cade un mito :-) ma su NTE non si diceva il conbtrario? (anche a proposito di terre rare)
    Davide

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  11. "..moltiplicare il suo potenziale per 20, che è quello di cui avremmo bisogno per eguagliare il consumo attuale. Fra l'altro perché è impossibile, perché l'energia rinnovabile non ha un tale potenziale..." Mi domando se l'eolico d'alta quota e il solare fotovoltaico a "quantum dots" possano modificare significativamente il fosco scenario in corso. Grazie in anticipo per le risposte

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  12. beh le piante e vegetale non credo che sarebbero daccordo con la non sostenibilità dell'energia solare. 1 kw/m^2 di potenza di picco sembra essere sufficiente x avere sistemi complessi sostenibili e loro certamente hanno risolto il problema tecnologico. Evidentemente il potenziale c'è. È l'umanità che ha solo tecnologia terribilmente sprecona e i capi mantengono i privilegi ed il potere tramite il controllo di quest'ultima. Usare tecnologie più "distribuite" necessariamente renderebbe le comunità più svincolate da un potere centralizzato e penso che questo non si vuole. E' anche vero che in questi giorni finalmente si sta studiando il sistema fotosintetico. Il ogni caso la tecnologia per andare avanti in modo sostenibile c'è: un ritorno al medioevo con paesini fortificati quasi autosufficienti, tanto verde e guerre e pestilenze x limitare la popolazione. non bello ma certamente ha funzionato per un bel pezzo

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  13. vorrei aggiungere che non intendevo dire che lo scenario medioevale è desiderabile. Ma certamente la tecnologia che usava era sostenibile per tempi molto lunghi e quindi non è vero che non disponiamo delle tecnologie necessarie per essere sostenibili. Ovviamente non disponiamo delle tecnologie per rendere la società dei consumi sostenibile... ma è ovvio perchè è impossibile rendere sostenibile una società organizzata intorno alla crescita senza limiti. Lo sarebbe persino se avessimo i viaggi interstellari, il sogno di queste società simili al modello di espansione di batteri o virus epidemici

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  14. opps.. mi sono accorto ora che sto post è antichissimo..

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