Va bene che un'ondata di calore, di per se, non è la stessa cosa del cambiamento climatico, ma che i media continuino a parlare allegramente di "bel tempo" quando qui stiamo soffocando, ci vuole veramente un bel coraggio. Insomma, le paroline magiche "riscaldamento globale" proprio non c'è verso di farle venir fuori.
Il termometro sulla terrazza di casa mia segna 38.2 gradi. Sono le 18 del 22 Agosto 2011. Si toccano i massimi che avevo misurato l'anno scorso. Ieri, l'osservatorio Ximeniano di Firenze aveva segnato 40.75 gradi, che è il record assoluto delle temperature di Agosto misurate a Firenze dal 1813.
Vi faccio anche vedere una foto di oggi di Lina, la mia gallina
Notate le ali semiaperte e il becco, anche quello semiaperto. La povera bestia sta malissimo per il caldo. Mi hanno detto dei miei amici che stanno in Texas che laggiù molte galline stanno morendo per crisi cardiaca - non sono abituate a certe temperature. Questa è un'ovaiola robusta ma, se questo caldo non finisce, ho paura per la sua sopravvivenza.
Data la situazione, attenzione agli incendi. Sono stato a spasso nel bosco, ieri. E' tutto secco; aghi di pino sparpagliati ovunque. Basta nulla per dar fuoco alle polveri. Per ora, si segnalano solo piccoli incendi, ma potrebbe andare peggio. Stateci attenti!!
Per finire, ogni volta che mi trovo a ragionare di queste cose, mi viene da pensare a quelli che continuano a parlare di era glaciale imminente. Mi verrebbe voglia di chiuderli tutti dentro un frigorifero per un po'; così perlomeno si potrebbero ripetere fra di loro "hai visto che è arrivata l'era glaciale!!!" Cosa che gli piace fare moltissimo, dato che lo fanno tutto il tempo.... mah....?
..Ricordo una sera di luglio di 20 anni fà, quando ero piccolino ma già appassionato di metereologia, in cui alle 19 il termometro all'ingresso della città segnava 27,5 gradi: me la ricordo come una giornata calda....Stanotte scenderà a 27 gradi non prima delle 22-23...Ricordo ancora una quindicina di anni fà una freddissima mattinata di inizio luglio in cui il termometro segnò addirittura 8 gradi...( A 100 metri slm )..Altri tempi...
RispondiEliminaquoto Francesco..
RispondiEliminaricordo le serate calde a Firenze ma a fine agosto anche la temperatura che crollava dopo il tramonto..d'altronde l'insolazione iniziava gradualmente a diminuire..
cmq l'emergenza climatica non avrà mai fine e sono convinto che arriveremo presto (se non ci siamo già arrivati) ad un punto di non ritorno..
solo il collasso energetico-sociale potrà rimediare, almeno parzialmente, a questa situazione..differentemente dovremmo chiedere cose impensabili a Cina & co. del tipo fermare la produzione, arretrare i consumi, non inquinare..tutte cose che verranno proseguite puntualmente fino all'esaurimento delle risorse..anche se nel frattempo il collasso magari si porterà a spasso diverse economie occidentali..
e poi..davvero la gente vuole vivere in un pianeta migliore? a me tutti prendono per il sedere per il monopattino elettrico che mi permette di non consumare petrolio e che ricarico spesso col sole..
apprezzo il lavoro immane che fa il Prof. Bardi e associazioni tipo Aspo..ma che senso ha se giro a piedi o col monopattino e il vicino di casa usa il suv per accompagnare i figli a scuola a 400m di distanza?
stefano
Ho appena finito di leggere il bel libro di Luca Mercalli, "Prepariamoci" e secondo me risponde bene alla domanda se vale la pena di fare qualcosa. Condivido molto della sua esperienza e ritengo che il suo messaggio sia rivolto soprattutto alla comunità e non all'individuo che da solo può fare ben poco. Il comportamento irrazionale di chi usa il suv (ma esistono anche molti altri esempi) si scontrerà presto con la sobrietà di chi dovrà fare attenzione a non sprecare risorse. Già oggi è così con i trasporti pubblici vs. privati.
RispondiEliminaUgo
RispondiEliminaMilano, parco Sempione (alberi, verde ecc.): 40°C, minima notturna prevista: 29.
conviene farci il callo, dicono i bolognesi dell'ISAC:
http://www.agu.org/pubs/crossref/2011/2011GL048437.shtml
***
Hai provato a spruzzare acqua sulla testa e sulle zampe di Leona?
Nella Conca amazzonica il cibo principale è il pollo, e le temperature son queste quasi tutto l'anno. Forsi i polli amazzonici sono diversi, ma comunque ho notato che non stanno all'aperto. Sono allevati nei fondachi lungo le strade più povere di Iquitos o di Manaus, sempre all'ombra ma ammassati come sardine, in un puzzo da KO per lo straniero che vi si affaccia. Un italiano ha trasportato fino nella foresta tra Perù e Brasile le bufale campane, e queste, per tutta risposta hanno smesso di fare latte, dando fine al progetto della mozzarella amazzonica. Se cambia il clima, cambia per forza anche il comportamento degli animali da cortile, per non dire di quelli selvatici.
RispondiEliminaPer le galline serve sempre dell'acqua meglio se corrente.
RispondiEliminaCiao
Si, l'acqua per la gallina c'è; poveraccia. Cerca di rifugiarsi negli angoli più bui del giardino. Ogni tanto, però, viene fuori a vedere cosa succede. E' allora che la vedi in affanno; con tutte quelle piume addosso e la forma sferica, deve veramente morire di caldo.
RispondiEliminaSembra anche che le galline non facciano il bagno, come fanno invece altri uccelli; forse è una fortuna perché sennò mi spaventerebbe i pesci rossi....
Le nostre galline hanno le sottopiume (non so precisamente come si chiamano, ma è come per il mio cane che tiene il sottopelo, utile per l'inverno, che poi perde d'estate). I polli brasiliani non ce l'hanno, e le piume esterne li proteggono dal caldo (le sottopiume proteggono dal freddo). Poi i polli brasiliani sono allevati sui tetti delle case, sotto una copertura di lamiera e perfettamente alla ventilazione. Qui si vede il piano "alto", che ospita galline, deposito acqua e parabola (http://www.flickr.com/photos/eco_oficina/4417384408/in/set-72157623579292246). Comunque le galline brasiliane sono più nervose delle nostre, ho notato (hanno bisogno di uno spazio vitale maggiore, per ventilarsi, e quindi litigano con la prima che si avvicina). Ma questo non incide sul sapore finale. Però non ho mai visto polli per le strade come in Romania, in Bulgaria e Turkia. Insomma, temo che ci siano polli per i climi temperati e polli per i climi caldi. E' chiaro che ci sono scettici anche su queste semplici considerazioni, che negano le diversità del pollame, oltre che del climate change. Le galline che si trovano in una situazione poco consueta, non possono che tentare di sopravvivere fino alle prime piogge. Sperando che arrivino.
RispondiEliminaForse il problema è proprio quello della comunicazione e aveva fatto un articolo tempo fa prof. Bardi.
RispondiEliminaDire "riscaldamento globale" (global warming) è fuorviante.
Il mese di Luglio appena passato è stato anomalo ed invece di caldo e siccità abbiamo avuto fresco, freddo in montagna, in Liguria tempo pessimo tanto che il turismo ne ha risentito e non solo per la crisi economica.
Bisogna parlare di Cambiamento Climatico per fare capire alle persone che appunto siamo entrati in una fase con picchi estremi e stagioni che non sono più le stesse.
Il detto "non ci sono più le mezze stagioni" è validissimo.
Scusate se ho ripetuto cose note ma penso che non sia mai abbastanza.
Quando mi trasferirò in campagna come ha fatto il buon Mercalli non metterò i polli bensì oche ed anatre.. non razzolano, le uova le fanno lo stesso e gradiscono stare nell'acqua tutto il giorno.
RispondiEliminaLa mia anatra sta benissimo!
RispondiEliminaSi in effetti a volerla dire tutta abbiamo avuto i tre mesi di giugno luglio ed agosto piuttosto anomali, sia in positivo che negativo. Pero' contano le medie correnti, voglio proprio vedere che cosa dicono.
RispondiEliminaHo visto le foto del Brasile di Galanti; quelli si che sono tetti ventilati!!!! Bell'esempio di adattamento intelligente. Certo, qui da noi la sovrintendenza ti fa squartare dai suoi armigeri se anche ti sogni una cosa del genere
RispondiEliminaBuongiorno. Sbaglio a dire che è a causa del Riscaldamento Globale che ci sono i Cambiamenti Climatici?
RispondiElimina10° di media sopra la media stagionale, cieli bianchi di striscie di calore, afa, e spazi urbani impermeabilizzati che rimbalzano caldo non mi sembra BEL TEMPO.
Ma forse i metereologi da televisione sperano di dare un impulso al PIL, invitando la gente al mare (dove troverà acqua mista a cemento, inquinamento e perforazioni pazze a caccia di combustibili fossili) oppure in montagna (da raggiungere con SUV stupidi e ingombranti come chi li acquista e li guida).
Io trovo queste banalizzazioni meteo scandalose, ma credo che rientri nel gioco del sistema manipolatorio mediatico, tanto, pensano, la massa è stupida e ignorante.
Ma io nonostante veda pochi sbocchi nel Futuro, soprattutto a causa di una gestione folle delle risorse palnetarie, spero ugualmente in bene e ciò perchè vedo una coscienza collettiva farsi avanti, anche se non ancora diventata massa critica.
Paul Hawken con la sua "moltitudine inarrestabile" mi ha dato questa speranza.
Ecco perchè nel mio piccolo cerco di far interessare chiunque all'aspetto climatico, un aspetto trasversale a tutti noi.
Un augurio alla simpatica gallina accaldata!
La galline, in quanto "dinsoauro sopravvissuto", dovrebbe avere memoria di come si fa a sopravvivere alle ondate di calore: certamente smettere di fare uova è un ottimo sistema per risparmiarsi ed attendere che torni il fresco.
RispondiEliminaLa gallina sa benissimo cosa fare. Gli umani che sarebbero homo sapiens sapiens e che sanno di sapere, purtroppo hanno la stupenda capacità dell'oblio e della semplificazione culturale... "Ma d'estate fa sempre caldo", dicono, e mettono a palla i loro condizionatori utilizzando kWh (da gas, da carbone o da nucleare importato) che in un sistema finito non torneranno mai più. E li usano per dimenticare di nuovo e sempre più. Poveri noi. Se le comete avessero saputo cosa sarebbe nato dai loro mille incontri con la Terra, avrebbero cambiato strada.
La mia gatta (e dire che i gatti domestici derivano da felini tropicali desertici), dopo aver perso tanto pelo come mai prima, ora vaga da un pavimento fresco all'altro, spesso si piazza davanti al ventilatore e non mangia quasi più. Non l'avevo mai vista così abbattuta per il caldo (comincia anche a essere vecchietta, poverina...)
RispondiEliminaComunque, a Bardi e agli altri: attenti a usare le variazioni meteorologiche che ci "convengono" per confermare le nostre convinzioni in fatto di cambiamento climatico, altrimenti alla prima ondata anomala di freddo, ci toccherà sopportare in silenzio quelli che la useranno per affermare che non esiste alcun cambiamento climatico o che, addiruttura, si va verso una nuova era glaciale.
Lo stesso Mercalli, avrete notato, si morde la lingua in TV, quando un evento meteo anomalo, sembrerebbe confermare il riscaldamento globale...
Vale la teoria delle rane bollite.
RispondiElimina=> Continueranno a dirci "bel tempo" fino alla fine.
Una delle hottest theories sul troppo caldo o troppo freddo, troppo secco e troppo bagnato è questa:
RispondiEliminahttp://www.wisegeek.com/what-is-scalar-weather.htm
@daniela e non solo
RispondiEliminascrivi che nel tuo piccolo cerchi di far interessare la gente al problema climatico.
Bella cosa, naturalmente. Ma mi piacerebbe chiederti: con che risultati? Anche io nel mio piccolo ecc. ecc. Ma mi scontro con ogni genere di difficoltà e vi dirò, che sempre più spesso ci rinuncio.
Nel migliore dei casi ti ascoltano con educazione, capiscono, ma poi nella loro vita non cambiano nulla, boh, magari cambiano una vecchia lampadina.
Altri, sempre educati e attenti, ti ascoltano ma lo vedi che sotto sotto pensano: sì, va beh, è la tua opinione, ma la situazione non può essere certo grave come la descrivi.
Poi c'è la maggioranza: finalmente l'estate, dopo tanto freddo (inutile rammentare i 32 gradi di Milano di inizio aprile...) è estate, normale che fa caldo, fino ai più, che non hanno oggettivamente gli strumenti culturali e neuronali per affrontare il problema.
Lo so: siamo in un blog che si richiama a Cassandra... non può che andare così!
L.
quoto anche l'intervento di Alex..
RispondiEliminanon è sulle ondate di 'caldo' africane o su parametri prettamente meteo che si dovrebbe discutere..specie con chi è scettico..poi alla prima nevicata infatti..
il fatto forse è che chi è più esperto, o ha seguito l'andamento meteo degli ultimi 30 anni della sua località, nota come le estati siano soggette sempre più ad onde di calore con due caratteristiche: durata (e quindi stazionarietà della 'bolla') e intensità..con massime temperature che puntano sempre a superarsi..
Differentemente gli inverni sono caratterizzati da molta dinamicità e i periodi freddi o sono violenti ma brevissimi (non è raro che durino solo 24/48h) oppure blandi e intervallati da temperature sopra la media..con la notevole differenza che fino agli anni 90 almeno avevano caratteristiche in pratica opposte.
Chi si intende di meteo capisce che c'è qualcosa che non va..certo che l'uomo della strada dirà le solite cose..d'inverno fa caldo e d'estate fa freddo come giustamente sottolinea Alex..
Prima erano eventi rari . Ora pare che siano più frequenti.
RispondiEliminaBlocchi ad omega. Si parla di un aumento di questa anomalia da circa dieci anni.
Cos'è cambiato?
Un blocco del genere " presenta caratteristiche di stazionarietà che
implicano una persistente fenomenologia sui territori che
rispettivamente vengono impegnati dall'una o dall'altro rovescio della
medaglia.
Così, laddove insiste l'azione nuvolosa appartenente alle circolazioni
depressionarie, si possono verificare lunghi periodi di maltempo con
piogge persistenti e, in determinate situazioni, anche occasionali
circostanze alluvionali.
Viceversa, persistenti siccità o temperature al di sopra delle medie
stagionali rappresentano le caratteristiche meteorologiche
predominanti laddove domina l'anticiclone, detto appunto a "omega", a
causa della somiglianza con la lettera greca."
http://meteolive.leonardo.it/news/In-primo-piano/2/I-disegni-del-tempo-quando-gli-anticicloni-prendono-la-forma-ad-omega-/28453/
La divulgazione scientifica in generale non è semplice e trasmissioni come Superquarq di Piero Angela sono un'isoletta nell'oceano del nulla televisivo. Però anche lì di clima non ne parlano quasi mai.
RispondiEliminaIn particolare sul clima ricorderete forse la prima edizione parecchi anni fa di Che tempo che fa di Fabio Fazio. Quell'edizione era basata molto sulla divulgazione sul clima, infatti dalla seconda edizione cambiò radicalmente parlando di libri e film.
Mercalli attualmente nei suoi risicati 2 minuti cerca di dare delle pillole della situazione continuamente interrotto dal conduttore con battute sceme.
Se la TV è ancora il mezzo in Italia più usato per informarsi potete capire bene perché pochi sappiano qualcosa del problema del cambiamento climatico.
Per quanto riguarda il cambiamento dei comportamenti invece, vi invito se avete un po' di tempo a leggervi il blog del direttore di Quattroruote, Carlo Cavicchi.
Non tanto i suoi brevi articoli ma le risposte di decine di persone che sono affascinate dal mondo dell'auto e non ne immaginano uno senza, che plaudono all'ennesima uscita di un SUV come ad esempio il Freemont della Fiat (ma potrebbe essere Audi, Mercedes ecc.).
Vi è una fetta consistente della popolazione che la pensa così alla faccia del picco del petrolio, delle emissioni di CO2, del PM10, di avere un mondo più sostenibile.
Chiedo scusa al prof. Bardi per utilizzare il suo blog, ma vorrei rispodnere all'anonimo L.
RispondiEliminaPer quanto mi riguarda io continuo a cercare di destare l'attenzione di CHIUNQUE, non sentendomi superiore a nessuno.
Inoltre lavoro per una agenzia Ambientale e quindi non solo devo essere abbastanza informata, ma devo anche dare risposte tecnicamente e scientificamente corrette e utilizzabili per esempio dagli enti locali.
Qui sotto un articolo dall'ottimo sito di greereport (toscani pure loro) dove intervistano uno psicologo cognitivo esperto di forme narrative (il modo attraverso il quale gli esseri umani costruiscono ed interpretano la realtà che li circonda) che spiega perchè gli esseri umani mettono la testa nella sabbia di fronte ai problemi climatici.
Per conto mio ribadisco che il pensiero di Paul Hawken sulla BLESSED UNREST mi trova d'accordo. E per me è la speranza più grande, maggiore di una conferenza di Leader.
Qui il link:
http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=11912
@ daniela
RispondiEliminagrazie per la risposta, per avermi fatto conoscere Hawken ed il link interessante.
Quanto al senso di superiorità, ammetto che a volte pu0' esistere e può essere un ostacolo nel comunicare con lo sfortunato interlocutore :-)
L.
Prima di leggere il riferimento dato da Daniela, provo a indovinare le ragioni del rifiuto di vedere cosa sta accadendo al clima, visto anche che ho una certa esperienza, occupandomi di divulgazione scientifica. Ecco il mio decalogo, agli psicologi l'arduo compito di pensare alle strategie di comunicazione adatte per aggirare questi ostacoli
RispondiElimina1) La mente umana non è attrezzata per valutare cose che abbiano una dimensione temporale e spaziale molto più grande di quella quotidiana, per cui prestiamo molta più attenzione all'evento recente e circoscritto, che al quadro generale consentitoci dalle moderne tecnologie e conoscenze. Siamo attraezzati per rispondere a minacce vicine e immediate (predatori o eserciti invasori), non a minacce vaghe e mal definite nel tempo e nello spazio.
2) Lo stesso limite si ha quando si tratta di pensare a delle soluzioni: non siamo molto bravi a fare previsioni di lungo periodo e non ci interessano molto progetti che vadano al di là dei prossimi anni (figuriamoci quelli al di là del nostro orizzonte di vita).
3) Confondendo clima, evento che va al di là delle nostre percezioni, e meteo, evento usuale e quotidiano, ci sentiamo tutti esperti, per cui pensiamo di poter rimbeccare (ma anche appoggiare) chi lancia allarmi, citando la nostra esperienza individuale
4) Ci piace lo status quo, ogni allarme che lo minaccia viene accolto con fastidio, per cui tendiamo a enfatizzare e preferire le notizie che smentiscono l'allarme, consentendoci di vivere come siamo abituati a fare, rispetto a quello che lo confermano, che ci obbligano a fastidiosi cambiamenti.
5) La buttiamo sempre in politica, per cui i discorsi sul cambiamento climatico, a molti sembrano l'ennesima resurrezione del "comunismo", un tentativo degli invidiosi di impedire a chi ha avuto successo di goderesi la vita.
6) Siamo evolutivamente egoisti: l'evoluzione non ha plasmato il nostro comportamento perchè pensassimo alle generazioni future, ma per massimizzare qui e ora le nostre possibilità di riproduzione e allevamento della prole. Per questo gli unici discorsi sul cambiamento climatico che interessano, sono quelli legati a possibili catastrofi immediate, quelli astratti, generici e idealisti tipo "salvare il pianeta" o "pensare a chi verrà dopo di noi" ci lasciano emotivamente freddi
7) La memoria è molto breve e fallace: un cambiamento che avviene così lentamente è difficilissimo da percepire, ci si abitua pian piano al peggio e siamo convinti di vivere nella normalità. E' un po' lo stesso discorso con lo scempio del paesaggio: se un uomo degli anni '50 arrivasse improvvisamente nell'Italia di oggi, resterebb inorridito (e certo anche affascinato) da come sono cambiate le città italiane e la campagna fra loro...noi non ci facciamo più caso al brutto che avanza un passetto alla volta...
8) Al contrario ognuno di noi ricorda, vagamente, magari esagerando, eventi meteo estremi, confrontabili con quelli attuali, così che il loro contenuto di eccezionalità diminuisce. Non avendo però misurazioni obbiettive di temperature, piovosità o durata degli eventi del passato, spesso ci sbagliamo nel confronto.
9) Noi viviamo in una parte del mondo che ha un clima medio, non risente quindi ancora in modo plateale del cambiamento climatico (come l'Artico) ed è in grado di far fronte, per ora, ai cambiamenti con tecnologie. Questo dimunisce ulteriormente la nostra percezione del pericolo.
10) Infine, non abbiamo tutti i torti ad essere così dubbiosi: i media lanciano messaggi contraddittori, mettendo sullo stesso piano 1000 climatologi allarmati e un ricercatore svitato (o pagato) rassicurante, e anche i climatologi talvolta ci mettono del loro, spesso tentando di "bucare il video" e mantenere l'attenzione, tendono a semplificare troppo e lanciano notizie catastrofiche, esagerate come vicinanza temporale. Quando queste non si verificano, crescono i dubbi.
Ora che ho letto l'intervento suggerito da Daniela, aggiungo l'11° punto e 12° punto
RispondiElimina11) Il clima sembra essere un sistema planetario così complesso e gigantesco, dall'esulare dall'influenza uman. Questo ingenera due effetti curiosamente contraddittori: primo non si riesce a credere che l'umanità abbia veramente potuto influenzarlo, secondo se il clima è sballato non si riesce a credere che si possa fare qualcosa, ormai, per porvi rimedio. Punto di vista aggravato dal fatto che per agire sul clima bisogna accordarsi a livello nazionale e internazionale, cosa che genera ancora più scoraggiamento, sospetti e scuse per non fare nulla.
12) Chi dovrebbe decidere in merito, ha un comportamento incredibilmente contraddittorio: caso emblematico Barak Obama, eletto al grido di "Fermiamo il cambiamento climatico", che una volta al potere, imprigionato dalla crisi economica e ricattato dalle lobby industriali, ha preso tutta una serie di decisioni, esattamente nella direzione opposta da quella annunciata. Come fanno i cittadini a credere che il cambiamento climatico sia un problema serio, di fronte a questi comportamenti?
@Alex Saragosa
RispondiEliminaCredo che utilizzerò il suo decalogo nel mio blog. Sostanzialmente è ciò che dice Bruner (lo psicologo cognitivo nell'articolo di Greenreport). I fattori che rendono difficile la percezione di Grandi Problemi sono due:
l'arco temporale d'attenzione limitato, tipico della natura umana;
la capacità individuale tipica degli esseri umani di evitare l'ansia tramite la "negazione".
Io rimango convinta che molte persone possono arrivare a capire a causa di quell'effetto di cui parla Hawken, la Moltitudine Inarrestabile.
Ma anche che la manipolazione, soprattutto mediatica (attivata da poteri economici che sanno bene ciò che fanno), è un grosso ostacolo da superare.
Occorre essere radicali e continui nel cercare di dare informazioni.
Quello elencato da Alex e' praticamente un riassunto delle conclusioni a cui e' arrivata la neurobiologia quando tratta delle reazioni umane a minacce su scala differente rispetto a quella su cui e' costruito il cervello.
RispondiEliminaLe chiamano funzioni di sconto, ma sostanzialmente significa che quanto piu' un prolema e' lontano nel tempo e nello spazio, tanto piu' si riduce la risposta di allarme. Tale risposta non decade con legge lineare, ma esponenziale
In pratica, qualsiasi problema che e' dato in arrivo ad un paio di anni di distanza e' essenzialmente dismesso.
Non vale per tutti, ovviamente, ma per la stragrande maggioranza di noi.
E' questo il motivo per chui sono sempre pochi i sopravvissuti alle catastrofi, sempre pochi quelli che fuggono prima.
Si capisce che il problema è urgente... Ma gli umani che conosco e parlano di questi problemi non si accorgono che sfiorano (poveracci!) gravi problemi politici... Cosa può meglio decidere il comportamento di tutti? Una dittatura, un regime monarchico, una religione? Però la dittatura è tanto brutta, lo dicono anche in televisione, e allora il proletariato non la instaura. I più illuminati sperano che la borghesia sia illuminata da una improvvisa conoscenza. La loro.
RispondiEliminaBuona fortuna!
Visto che i cervelli migliori sono questi, scommetto un euro sull'estinzione dell'homo insapiens. E se vinco chi cazzo mi paga?
Un interessante indizio di come si potrebbero aggirare queste “trappole mentali”, forse ce lo dà il caso dei pannelli fotovoltaici, contro quelli ad acqua calda (so di che parlo, ce li ho tutti e due...). Ambedue sono sistemi energetici che richiedono una certa capacità di pianificazione a lungo termine, comportando un investimento che si ripaga in un arco di tempo molto lungo. Quindi dovrebbero essere ugualmente svantaggiati, a causa dei nostri limiti mentali. Infatti i loro pannelli termici hanno sempre stentato moltissimo ad affermarsi da noi (mentre sono andati alla grande nella brumosa, ma razionale Germania), nonostante siano molto più economici, meno ingombranti e molto redditizi, visto che si ripagano in appena 3-4 anni, grazie anche al fatto che Stato e regioni li incentivino pagandone oltre la metà del costo, fra contributi e sgravi fiscali. Ad avere uno strepitoso successo in Italia sono stati invece i loro “cugini” fotovoltaici, nonostante siano costosissimi, si ripaghino in 7-10 anni, salvo guasti ed imprevisti, e chi li acquista debba cacciare subito tutti i soldi. La differenza fra i due sistemi? I pannelli FV “rendono” da subito denaro contante, diventando addirittura una sorta di slot machine, secondo la furba pubblicità Beghelli, che evidentemente aveva già capito tutto… Gli umili pannelli termici, invece, non rendono dobloni tintinnanti, ma fanno solo risparmiare una futura spesa teorica. Razionalmente i secondi sono un affare migliore, ma emotivamente freddo, mentre i primi ci eccitano all’idea del “guadagno”, ci fanno apparire negli occhi la pupilla a forma di dollaro e ci solleticano a livello emotivo. Ecco, forse bisognerebbe applicare questa formula anche ad altri comportamenti “sostenibili”: non presentandoli come penitenziali modi per “salvare il pianeta” (ma che ha fatto il pianeta per me ultimamente?) o risparmiare denaro (che sottintende una certa povertà o tirchieria dell’acquirente…), ma furbi modi per guadagnare subito qualcosa che ci emozioni e che ci possa permettere di vantarci di esso con gli amici al bar…
RispondiElimina@Alex Saragosa
RispondiEliminaMa te li senti i discorsi al bar del tipo:"Ehi ma lo sai che non mi sono comprato il SUV ma giro con i mezzi pubblici e la bicicletta e con tutti i soldi risparmiati dell'auto quando proprio ho fretta mi prendo un taxi? E poi non ho più il bollo, l'assicurazione, la manutenzione del veicolo...".
Chiamerebbero il 118 alla voce "pazzo furioso".
:-)
Il caldo potrebbe essere almeno in parte gestito. L’adozione di tetti verdi (cioè con vegetazione viva in cima) e bianchi (ossia riflettenti) sopra alle abitazioni nelle zone urbane per smorzare l’effetto isola sarebbe già qualcosa. Il raffrescamento urbano si tradurrebbe in un consistente risparmio energetico (per il minor uso dei climatizzatori) e quindi in minori emissioni di CO2, senza contare che i tetti verdi contribuiscono in piccola parte a catturare essi stessi CO2. Si creerebbero posti di lavoro e senza dover aspettare nessuna tecnologia futuristica di là da venire. Si potrebbe anche espandere il tele-raffrescamento (meglio se solare o da impianti a tri-generazione) per aumentare anche l’efficienza complessiva della climatizzazione urbana. Si potrebbe infine incominciare ad allevare parte delle galline in città per ridurre i km e la dipendenza dagli allevamenti intensivi almeno per le uova e la carne di gallina (riducendo ancora le emissioni di CO2 oltre all’inquinamento ed alle sofferenze connessi agli allevamenti intensivi). Con sollievo almeno parziale di galline e persone.
RispondiEliminaConsiderato che la maggioranza delle persone abita in città, che l'ONU invita ad incrementare gli orti e la produzione di cibo urbana e che i costi e i consumi di refrigerazione sono tutt'altro che trascurabili, non sarebbe un sollievo di poco conto.
Un saluto a tutti
vivo in affitto al piano terra di una nuova costruzione..
RispondiEliminaun disastro dal punto di vista termico..mentre scrivo ho 33°c..in pratica 7°c in più rispetto a fuori..
le cantine sono fredde e tengo la porta aperta molte ore per far entrare l'aria fredda (sempre che i vicini non tengano ostinatamente aperto il portone..rovinando il fresco che viene da sotto e costituendo una bellissima attrazione per i ladri..)..certo che con qualche piccolo accorgimento in fase realizzativa almeno i piani terra e i primi piani avrebbero potuto avere qualche grado in meno gratis..
ovviamente non esiste un impianto solare termico e men che meno un fotovoltaico..
sono preoccupato per l'inverno..mi aspetto temperature gelide già in ottobre..
'notte
@Anonimo delle 16.46
RispondiEliminaCondivido tutto, infatti sono le soluzioni che indico sempre.
La realizzazione di tetti verdi con vegetazione erbacea ed arbustiva autoctona porta mitigazione, sia paesaggistica che microclimatica. Consente il risparmio energetico dovuto all’effetto isolante, la limitazione del surriscaldamento estivo grazie alla formazione di microcircolazioni d’aria, la regolazione del deflusso delle precipitazioni, la protezione dall’inquinamento acustico, la diminuzione dell’inquinamento atmosferico da polveri ed anidride carbonica e limita l’impatto visivo garantendo l’integrazione con il paesaggio circostante. Infine riduce i consumi idrici.
Queste scelte si dovrebbero incentivare e non le fabbriche di automobili.
A chi interessa segnalo un link dove si trovano i tetti verdi più "bizzarri" che tuttavia dimostrano che si possono piazzare quasi ovunque anche con fini alimentari.
http://www.greenme.it/abitare/bioedilizia-e-bioarchitettura/4289-i-10-tetti-verdi-piu-bizzarri
Vorrei solo aggiungere che ha ragione il prof. Bardi a dire che la Sovraintendenza potrebbe cambiare apporccio nei suoi pareri soprattutto pe rle città di grande valore architettonico e paesaggistico dove tutto è intoccabile (anche il campanello).
RispondiEliminaA ciò dovrebbe aggiungersi una normativa urbanistica che faciliti le ristrutturazioni e IMPEDISCA IL CONSUMO DI SUOLO.
Siamo immersi in capannoni vuoti e centri commerciali che vendono prodotti cinesi, carne argentina, frutta sudamericana.
Io trovo che ci sia qualcosa di profondamente sbagliato.
I tetti verdi possono essere una soluzione, ma li vedo male in case con le falde spioventi e dove le travature non sono progettate per reggere il peso ulteriore di terra, acqua e piante.
RispondiEliminaUn recente studio ha indicato che comunque anche i pannelli FV sul tetto hanno un effetto rinfrescante, ombreggiando e trasformando parte della radiazione incidente in elettricità. Forse in molti casi potrebbero essere una soluzione più semplice, anche se meno suggestiva, dei tetti verdi.
Stefano, strano che una nuova costruzione sia così pessima dal punto di vista dell'isolamento termico, non erano state introdotte, fin dagli anni '80, nuove normative per rendere le case energeticamente meno sprecone?
che dirti Alex..non sono un esperto e forse avere queste orrende temperature fa parte del gioco..però mi aspettavo sinceramente una resa migliore..considerato il piano terra e l'esposizione modesta al sole..
RispondiElimina@Alex Saragosa
RispondiEliminaMi scusi è possibile che mi possa indicare gli estemi dello studio sull'effetto rinfrenscante dei pannelli Fv?
Grazie
Un paio di link.
RispondiEliminaL'effetto rinfrescante è stimato in circa 3°C, e, ovviamente, più il tetto è coperto e meglio è.
http://www.jacobsschool.ucsd.edu/news/news_releases/release.sfe?id=1094
http://solarpowerpanels.ws/solar-panels/solar-panels-cooling-effects
@ALEX
RispondiEliminaGrazie.
@Ancora ad Alex Saragosa
RispondiEliminaBene allora avevo individuato proprio la fonte giusta con la UC San Diego Jacobs School of Engineering!
Grazie ancora
Pretendiamo che i negazionisti non neghino il riscaldamente globale quando in inverno nevica, e poi in estate pretendiamo invece che i giornali parlino di riscaldamente globale solo perché è caldo?
RispondiEliminaIl ragionamento scientifico va usato sempre, non solo quando ci fa comodo...
E bravo anonimo, una bellissima e concisa illustrazione dell'idiozia che gira comunemente sotto le false spoglie del "bilanciamento". Colpo al cerchio e alla botte, vero? Come quando i giornalisti danno "spazio a entrambe le opinioni". Una bella fregatura, ma non ci caschiamo più.
RispondiEliminaAllora, siccome evidentemente tu ci sei cascato, ti faccio notare che il mio articolo NON dice che "siccome fa caldo allora c'è il riscaldamento globale". Troppo facile leggere le cose al contrario, bravo il mio anonimo. Il mio articolo dice "dato che C'E' il riscaldamento globale, e lo si misura, ne consegue che ci aspettiamo periodi di calura sempre più intensi e frequenti". Dice anche che è uno scandalo che questa cosa non venga detta: è un imbroglio nei riguardi del pubblico, non il solo ma uno dei peggiori.
Allora, anonimo, cosa ne sai tu di ragionamento scientifico? Pensaci sopra e ti suggerisco di mettere la testa sotto una cannella di acqua fresca, che il caldo di questi giorni ti deve aver dato fastidio alle connessioni fra neuroni.