Questo grafico è fatto usando dati recenti di EUROSTAT. E' vero che gli italiani sono longevi; tuttavia negli ultimi anni abbiamo visto un crollo impressionante dell "aspettativa di vita sana," un parametro che ci dice quanto a lungo viviamo in assenza di malattie.
Pochi giorni fa, sono apparsi diversi articoli sulla stampa inneggianti al recente record di longevità degli italiani, che alcuni attribuivano alle virtù della dieta mediterranea (vedi per esempio qui).
Come da prassi negli ultimi tempi, assumo che tutto quello che si legge sui giornali vada verificato. Il risultato è che l'annuncio - se non completamente falso - è comunque sospetto e sicuramente esagerato (Vedi nota in fondo).
Per prima cosa, date un'occhiata ai dati che vedete nella figura all'inizio di questo post; sono i dati di EUROSTAT. Certamente, è vero che gli italiani sono longevi, anche se l'idea che l'aspettativa di vita continui ad aumentare è discutibile. Ma c'è un dato in più che ho trovato e che non era affatto menzionato nei comunicati degli ultimi giorni: di questi anni, quelli che passiamo in salute sono crollati brutalmente.
L' "aspettativa di vita sana" (Healthy Life Expectancy) è un computo che fa Eurostat sul numero di anni che ci possiamo aspettare di vivere senza soffrire malattie croniche o disabilità fisiche. I risultati li vedete nel grafico all'inizio. Viviamo a lungo, si, ma viviamo peggio. Non ci serve a molto arrivare a tarda età se non viviamo una vita sana; se gli ultimi anni li dobbiamo passare intubati in un ospedale o imboccati dalla badante.
Cosa diavolo è successo nel 2003 per dare inizio a un tale crollo dell'aspettativa di vita sana?
Che ci fosse stato qualcosa di strano nel 2003, me ne ero accorto anche in un post precedente: una lieve diminuzione dell'aspettativa di vita. L'avevo attribuito all'ondata di calore dell'estate di quell'anno, ma è un evento che non si è ripetuto fino ad ora; perlomeno non esattamente in quel modo.
Una possibile spiegazione è che i dati non riflettano un effettivo peggioramento della salute degli italiani ma, piuttosto, una maggiore capacità di rilevare le malattie in anticipo. Per esempio, come riportato su "science based medicine", "quando il limite sistolico di 160 fu abbassato a 140, la nuova definizione ha instantaneamente trasformato 13 milioni di persone (negli USA) con pressione sanguigna "normale" in pazienti affetti da ipertensione". Le stesse considerazioni valgono per la diagnosi dei tumori, l'uso di pacemaker e molte altre cose.
Ma questo non basta a spiegare il crollo dell'indice di vita sana. Ce ne possiamo rendere conto esaminando i dati EUROSTAT per altre nazioni europee. In molti casi, per esempio per il Portogallo, vediamo lo stesso effetto che si vede in Italia, anche se molto meno intenso. Ma in altri casi, specialmente nei paesi del nord, vediamo l'effetto opposto; ovvero un significativo aumento dell'aspettativa di vita sana. Allora, di certo in Finlandia o in Svezia sono altrettanto bravi di noi nell'applicare le più moderne tecnologie diagnostiche e gli ultimi ritrovati della medicina. Però, da loro l'aspettativa di vita sana aumenta.
Allora, evidentemente l'effetto è dovuto almeno in parte a un effettivo peggioramento delle condizioni di salute degli Italiani, nel senso che sono più comunemente affetti da malattie. Non so quale sia la vostra esperienza, ma le persone che conosco, che sono sopra i 50 anni, sono afflitte da tutta una serie di acciacchi molto reali: diabete, ipertensione, depressione, gastrite, ulcera, allergie e chi più ne ha ne metta.
Cosa stiamo facendo di sbagliato? Sono fattori sociali, economici o ambientali? Può darsi che stiamo esponendo gli esseri umani a qualche fattore esterno che fa male? Nanopolveri, metalli, diossine, pesticidi, fertilizzanti, conservanti, brillantanti, coloranti o chissà che altro. E poi, stress, obesità, radiazioni elettromagnetiche e tante altre cose. E il cambiamento climatico? Non possiamo escludere nemmeno quello come fattore, soprattutto considerando che il fenomeno della riduzione della vita sana lo vediamo soprattutto nei paesi del Sud Europa, più esposti alle periodiche ondate di calore.
Insomma, ci sono troppi fattori, troppo complesse le loro interazioni. E non siamo per niente bravi a gestire sistemi "complessi" come il corpo umano o il clima terrestre. Se per il sistema climatico abbiamo dei modelli che ci dicono dove siamo diretti (più o meno), per il corpo umano, molto spesso annaspiamo nel buio senza sapere bene (o anche per niente) di quali possano essere gli effetti cumulativi dell'esposizione a sostanze e condizioni ambientali che i nostri antenati non avevano mai incontrato nel passato.
Sembra proprio che - come sempre - ci stiamo lanciando verso il futuro a testa bassa e a occhi bendati. Ho il dubbio che non basti la dieta mediterranea a farci evitare di sbattere da qualche parte.
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*Nota: ma è poi vero che l'aspettativa di vita alla nascita in Italia continua ad aumentare? Secondo le tabelle ISTAT sembrerebbe così, con l'aspettativa di vita per il 2010 che è salita a 79.1 anni per i maschi e 84.3 anni per le femmine. Tuttavia, la CIA (nel suo "world factbook") ci dà un dato diverso: rispettivamente 77.4 per i maschi e 83.5 per le femmine. Se ha ragione la CIA, l'aspettativa di vita in Italia non è affatto aumentata, anzi è significativamente diminuita negli ultimi 3 anni.
Ora, non so a chi dare credito fra CIA e ISTAT, però noto una cosa preoccupante nella tabella ISTAT: i dati sono definiti come stimati, senza ulteriori spiegazioni. Dal che, deduco che sono estrapolazioni ma non dati sperimentali. In effetti, EUROSTAT lascia caselle bianche per i dati sull'aspettativa di vita in Italia dal 2008 al 2010.
Cosa è successo che ha fatto sparire i dati in Italia? Un complottista direbbe che qualcuno si sia spaventato all'idea di allarmare gli italiani con dati che mostrano che l'aspettativa di vita è in diminuzione. Oppure, forse il ministro Brunetta ha tagliato i fondi per i francobolli all'ufficio che si occupa di queste cose e così i dati sono rimasti nel cassetto.
In ogni caso, se i dati disponibili sono estrapolazioni dalle tendenze del passato, è probabile che ISTAT stia facendo lo stesso errore che fa sempre l'IEA quando estrapola le tendenze produttive del petrolio. Estrapolando linearmente una curva in crescita, si trova sempre che la curva continua a crescere ma, sfortunatamente, esiste anche una realtà che non da retta alle estrapolazioni.
Ugo questo grafico è terrificante.. Grazie per averlo pubblicato! Fa molto riflettere.
RispondiEliminaAltro effetto dell'era-Berlusconi.
RispondiEliminaSecondo me s'è diffusa la depressione!!!
E pure la gastrite...
è iniziata la strage delle nanopolveri, e siamo solo all'inizio.
RispondiEliminawww.stefanomontanari.net
Mio nonno (morto da diversi anni) diceva che non si era allungata la gioventù ma la vecchiaia!
RispondiEliminaLì'articolo è stato pubblicato su FabioNews:
RispondiEliminahttp://www.fabionews.info/View.php?id=10429
Grazie, molto interessante!!!
passare 4 o più mesi con medie di massime superiori ai 30 e più gradi, come ormai è la norma da noi in Italia, debilita il sistema immunitario e l'organismo, cosa che non succedeva 40 o anche 30 anni fa, con medie che raramente arrivavano ai 30, almeno nell'alta Toscana. Mettiamoci pure le sostanze chimiche a cui, volenti o nolenti, siamo esposti e la frittata è fatta. Ringrazio il prof.Bardi, che ha confermato i miei dubbi, ma penso che anche una riduzione prossima futura del livello di vita non sarà sufficente a ridurre l'effetto serra e darci estati godevoli, che ormai sono un ricordo solo per chi le ha vissute.
RispondiEliminaCredo ci sia da tenere conto di un sacco di dati che, come comunque osserva mi pare anche Bardi, mancano.
RispondiEliminaParte della spiegazione potrebbe anche stare semplicemente nel fatto che chi moriva 10-20 anni fa di vecchiaia, era nato in un periodo in cui sopravvivere alla nascita era già difficile (circa 100 anni fa). Vi era quindi stata una prima brutale selezione tra sani e no. Queste persone poi hanno avuto la fortuna di veder rapidamente migliorare la scienza medica e le condizioni di vita e hanno cosi massimizzato il vantaggio iniziale di essere nati (sopravvissuti) forti e sani.
Oggi cominciano a morire persone nate in un periodo in cui anche chi non era del tutto sano, aveva buone possibilità di sopravvivere alla nascita e diventare adulto, pur partendo con un handicap iniziale. Inevitabilmente però costoro si ammalano prima.
Quello che mi convince poco, e che non torna con il mio ragionamento, è la rapidità con cui la curva s'inverte e la sua pendenza. Mi viene quasi un sospetto di un qualche errore, o più probabilmente di un qualcosa che è cambiato nel raccogliere e campionare i dati.
Beh, ma anche accanto ai dati della si ai ei leggo "est.", presumendo che abbrevi estimated. A mio avviso questi dati dovrebbero essere sempre accompagnati dalla loro incertezza, anche stimata, altrimenti un qualsiasi confronto diventa poco affidabile.
RispondiEliminaTuttavia è molto interessante riflettere su queste statistiche, la tendenza al ribasso dell'aspettativa in salute è preoccupante. Personalmente temo che la depressione psicologica e la perdita di sicurezza del futuro giochi un ruolo importante a riguardo...
dunque. mi piace il ragionamento di orsovolante ma come lui ho dubbi notevoli sulla pendenza della curva. cioè, vediamo un pò che variazioni abbiamo.
RispondiEliminaDonne.
dal 1990 al 2008 (18 anni) passiamo da 80 a 84 anni di vita media. la pendenza è 4/18 = +0.22 anni di vita media all'anno.
dal 1995 al 2003 (8 anni) passiamo da 70 a 74 anni di vita sana. la pendenza è 4/8 = +0.5 anni di vita sana all'anno.
poi, dal 2003 al 2008 (5 anni) passiamo da 74 a 62 anni di vita sana. la pendenza è -12/5 = -2.4 anni di vita sana all'anno
Uomini.
vita, pendenza di 0.27.
vita sana fino al 2003, pendenza di +0.5.
vita sana dopo il 2003, pendenza di -1.4.
già si vede subito il fatto che mentre la speranza di vita (+0.27U, +0.22D), e la speranza di vita sana fino al 2003 (+0.5U, +0.5D), aumentano in ugual modo per uomini e donne, dal 2003 in poi sono le donne a perdere molto più degli uomini (-1.4U, -2.4D)
qualunque cosa l'abbia causato ha MOLTO più effetto sulle donne... mi sa di errore...
korallox
Prendiamo i dati con le pinze. Ma il tutto coinciderebbe con la messa in opera delle centrali a gas, con il picco di concentrazioni di diossine, con il picco degli effetti della nube di Chernobyil, et cetera. Una serie di concause, tra di esse una depressione generale dovuta all'incapacità dell'"economico", a tutti i livelli, di fornire risposte in termini di ulteriore profitto, di "sicurezza". Effettivamente il grafico possiamo spiegarlo in vari modi... Ma non mi terrorizza, o almeno: mi aspettavo di vedere prima o poi un'analisi che mostrasse proprio negli anni 2000-2010 una forte rottura demografica, qualitativa e quantitativa. Eccola qua.
RispondiEliminaQui da dati diversi da quelli nel grafico:
RispondiEliminahttp://origin-hdrstats.undp.org/en/indicators/174.html
Troppo repentina per dare spiegazione credibile di un sistema inerziale come la durata della vita in salute di una popolazione, per quanto proprio l'inerzialità dei sistemi sia il motivo di collassi relativamente rapidi ma qui parliamo di un collasso in un solo anno! Ad ogni modo è utile riflettere sulla fondamentale differenza tra quantità (durata della vita) e qualità (durata della vita in salute)...di solito le riforme del sistema pensionistico ragionano sulla prima variabile...forse è questo il motivo, prof. Bardi, per cui non troviamo troppe spiegazioni in ISTAT.
RispondiEliminaqualunque sia la causa, deve avere un effetto molto più marcato sulle donne. è questo che proprio non capisco.
RispondiEliminakorallox
Ciao,
RispondiEliminami puoi indicare di preciso il documento dal quale è stato possibile estrarre il grafico ad inizio articolo?
Grazie
Orsovolante, mi sembra francamente un po' stiracchiata questa spiegazione che parte dalla mortalità infantile. Ma, chissà, potrebbe anche essere.
RispondiEliminaA proposito del cambiamento drastico dell'andamento dei dati; in effetti, anch'io ne sono rimasto stupito. D'altra parte, lo si vede anche in altri paesi europei, però non in tutti e comunque non in tutti per la stessa data. Per cui, non sembra essere un effetto di un cambiamento del modo di trattare i dati
Anche perchè se quello è il trend, se nel 2003 l'aspettativa di vita sana per le donne era di 74 anni e nel 2007 è 62, oggi che siamo nel 2011 l'aspettativa di vita sana per le donne è di 50 anni?
RispondiEliminaAnonimo, i dati sono in un file excel disponibile su eurostat. Per qualche ragione non lo si può linkare direttamente, ma se cerchi "life expectancy" nella casella che appare al link che ho dato, ti appare quel documento.
RispondiEliminaHo fatto esattamente quella ricerca ma ho trovato le aspettative di vita, ma non le aspettative di vita sane.
RispondiEliminaAl limite dimmi qual'è, tra i risultati della ricerca fatta con "life expectancy", il risultato con il documento.
E' fra le pubblicazioni, i dataset o i metadata?
Scusami, non per fare il pedante, ma mi interessa molto la cosa.
E' difficile linkarlo, ma non è difficile trovarlo.
RispondiEliminaComunque, il nome del file è "Healthy life years and life expectancy at birth, by gender "
C'è anche il file "Healthy life years and life expectancy at age 65, by gender " che comunque da risultati simili
Prova anche questo link:
http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/product_results/search_results?mo=containsall&ms=life+expectancy&saa=&p_action=SUBMIT&l=us&co=equal&ci=,&po=equal&pi=,
Trovato!
RispondiEliminaGrazie!
In effetti il dato è più che mai preoccupante.
Ciao!
Tra l'altro l'Italia è il paese dove è più evidente l'abbassamento dell'età "in salute".
RispondiEliminaIn altri paesi europei addirittura l'età ha continuato ad aumentare.
Che strano però....
Purtroppo è la causa principale è l'inquinamento! Dopo quella che i servizi (di cui paghiamo le tasse) sono tristemente e fortemente diminuiti.
RispondiEliminaRendiamoci conto che con tutte le scoperte mediche adesso dovremmo vivere benissimo (lo dicevano i futurologi e scienziati che non sono stati smentiti dalle scoperte) oltre i 100anni.
Ciao
Se qualcuno ha tempo di fare un po' di plot di altri paesi per confrontare con l'Italia, li pubblichiamo. Lo vorrei fare io, ma ho un altro milione di cose da fare.
RispondiEliminaProvate vedere se questo link a voi funziona:
RispondiEliminahttp://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/product_details/dataset?p_product_code=TSDPH100
Il link diretto alla tabella è questo (dal link precedente vi si accede con "View table", sulla sinistra):
http://epp.eurostat.ec.europa.eu/tgm/table.do?tab=table&init=1&language=en&pcode=tsdph100&plugin=0
oltre che "by gender", sarebbe interessante avere un grafico "by income": prima di pensare a nanoparticelle e.. alieni volanti ;-), credo sia meglio valutare l'effetto dello stile di vita. E se non ricordo male l'obesità e il mangiare poco sano sono abbastanza legati anche a reddito e livello di istruzione più bassi.
RispondiEliminaFrancamente i dati mi sembrano sospetti.
RispondiEliminaL'andamento generale in molti paesi europei è grossomodo stazionario, con fluttuazioni che possono essere abbastanza casuali.
In Italia invece c'è prima una crescita velocissima, si passa da 60 a 75 anni, e poi si torna giù a 60 anni.
Ne ho parlato alla mia ex moglie, che lavora in un reparto di medicina generale (quello in cui finiscono tutti quelli passata la "vita in salute"), e non ha notato cli così drastici negli ultimi anni. Anzi, c'è un generale aumento della salute negli ultrasessantenni, anche se è ragionevole pensare che l'aumento della vita media abbia aumentato il numero di persone che vive con pannoloni, badante, e difficoltà cognitive varie assortite.
Un ulteriore dato. Dalle spiegazioni indicano che la sorgente dei dati è cambiata dal 2004 in avanti, creando una discontinuità nei dati. Fino al 2003 la "vita in salute" è definita come l'abilità di compiere le attività lavorative o domestiche normali. Dal 2004 viene definito "non in salute" chiunque negli ultimi 6 mesi non abbia potuto svolgere una qualche sua attività abituale, che mi sembra più estensivo.
RispondiEliminaNelle note si dice esplicitamente che "The break in series, caused by the change of the data source for calculating the prevalence of disability in 2004, limits the comparability between the pre-2004 data and the data for 2004 onwards notably."
Inoltre si nota come la definizione di "disabilità" sia molto dipendente dalla cultura, Anche se avrei pensato che gli italiani marchino visita di più dei nordeuropei, mentre qui sembrerebbe il contrario, che fino al 2004 eravamo definiti tutti sani e pimpanti, mentre da allora,con l'uso di metodologie più rigorose, risultiamo tutti malati.
Mi sembra la risposta più ragionevole e chiara.
EliminaGrazie,
Simone
@prof Bardi.
RispondiEliminaMi rendo conto che il mio ragionamento è stato un po' sgrossato con l'accetta... però voleva essere uno spunto di riflessione.
L'aumento di vita media ha portato ad esempio alla necessità di allungare la vita lavorativa.
Per cui chi "diventava vecchio" 15 anni fa, andava in pensione a 55. Chi lo diventa oggi ci va, se può, a 65.
Ecco già un dato peggiorativo dopo i 60. Ed ecco anche una cosa che può giustificare il peggioramento netto della situazione delle donne.
Resto però convinto ci sia un errore di qualche tipo nei dati. Non perché non creda ala possibilità di un peggioramento in tal senso, ma perché francamente la curva mi pare troppo netta per poterla giustificare con Cernobil, la politica sanitaria, o le micropolveri.
Credo nemmeno l'estinzione dei dinosauri abbia avuto una curva simile :-)
In questa interessantissima conferenza tenuta l'anno scorso a Monteveglio, la Dr.ssa Patrizia Gentilini diceva: "Questa nuova generazione di bambini è la prima della storia moderna ad avere uno stato di salute peggiore rispetto ai propri genitori."
RispondiEliminaIl concetto non è molto diverso da quello illustrato in questo grafico e le spiegazioni fornite sono abbastanza concrete. Da vedere.
A mio parere c'è dietro una brutta interpretazione (un mischione) dei dati. O i dati sulla vita sana erano errati prima o lo sono adesso. Forse lo erano prima, con sistemi meno interconnessi e meno casistiche accertabili.
RispondiEliminaSe anche volessimo prendere per buona la curva dovremmo valutare che la causa del cambiamento va ricercata non nel 2003 ma almeno 40-50 prima, ossia quando le persone anziane nel 2003 avevano 20-30 anni.In tutti quei decenni evidentemente sono venuti in contatto con sostanze, o hanno adottato stili di vita, che ne hanno minato l'equilibrio sanitario nella vecchiaia.
Ed in effetti 40-50 prima del 2003 caschiamo negli anni de dopoguerra e del boom economico, che sappiamo non essere stato tenero con l'ambiente e la popolazione.
Salve prof. Bardi ; essendo registrato all'ordine dei medici, ed essendo registrato al periodico internet medinews, estremamente interessante, se preso con le molle, cui solo i registrati all'albo possono accedere, vorrei dare il mio contributo alla discussione :
RispondiElimina- La differenza di aspettativa di vita fra uomini e donne non è genetica ma da abitudini
( primo fra tutti il fumo, poi incident non solo sul lavoro), ed è comunque in diminuzione ( da oltre 5 anni di 10 anni fà siamo ormai prossimi ai 4 anni, e se non intervengono altri fattori fra 30 anni dovrebbe azzerarsi )
_ La mortalità infantile dell'anteguerra influsice trascurabilmente su una presunta selezione genetica : ciò può esser vero solo per difetti genetici con mortalità in epoca giovane, credo siamo sotto l' 1 %
- Le principali cause di morte sono le degenerazioni neoplastiche e dell'apparato circolatorio enzimatico : i tumori colpisconi in media verso i 55-65 anni di età, e per molti c'è una ottima soppravivenza alungo termine; il problema sono le patologie dell'apparato cardio-circolatorio ed insuffcienze renali, che si aggravano con gli anni e spesso drenano risorse per la lotta alle patolgie tumorali : per il 2011 non sono stati finanziati i nuovi farmaci antitumorali su base immunologica dallìeccellente rapporto costo beneficio biologico per il singolo individuo : mancano 2 miliardi di euro, e si tratta di farmaci immessi nel mercato nel solo 2009 !...L'anno prossimo è probabile che mancheranno altri 2 miliardi ( quindi 4 ) anche per quelli immessi nel 2010 ! ( Non essendoci copertura questi non sono neppure prescrivibili all'interno del sistema sanitario nazionale ! )...Credo sia un dato oscuro ai non addetti ai lavori su cui sia importante riflettere
- Last but not least : mi sembra che questo sia il post con maggiori commenti , (quindi con maggiore interesse ? ) su il blog del prof. Bardi : in epoca di picco delle risorse e di quasi picco della popolazione è interessante appunto per capire come mai abbiamo fatto di tutto per consumare ciò che non è rinnovabile il più velocemete possibile e nientaffatto per garantirci una posizione di vantaggio per le rinnovabili.....
Grazie per i commenti, Francesco. Io non pretendo certo di intendermi di medicina. Ho solo messo in una forma chiara dei dati pubblici. Per interpretarli, ci vorrebbero persone che sanno di queste cose; appunto. Come interpreti tu la caduta dell'aspettativa di vita sana?
RispondiElimina...Non sò dire..
RispondiEliminaL'atmosfera inquinata da sostanze ionizzanti (radionucleidi) non è il massimo da respirare... i danni provocati dai radionucleidi non potranno essere ancora nascosti a lungo... respira uranio, e sai che fine fai.
RispondiEliminaaria, acqua, suolo, cibo ... guardatevi intorno c'è tanto da fare !!!
RispondiElimina«Tumori: il punto di non ritorno! », P.Gentilini.
«Il nanoparticolato sarà l'amianto di domani», S. Montanari.
«Siamo la prima generazione a respirare un'aria differente da tutte quelle precedenti», R. Topino.
«Le generazioni future non ci perdoneranno il danno che stiamo facendo loro », L. Tomatis.