Rajendra Pachauri, presidente dell'IPCC, ha gentilmente acconsentito a un'intervista per il blog "Cassandra". Il risultato sono quattro pagine di testo che trovate nell'originale in inglese a questo link. Pachauri si rivela persona molto diplomatica, come è ovvio che sia dato il suo ruolo. Ci da però molte interessanti informazioni. In questa prima parte, ci racconta qualche cosa della sua carriera di economista preoccupato per il cambiamento climatico (cosa che non è piaciuta a tutti i suoi colleghi). Poi ci parla degli eventi recenti e dell'attacco personale che ha ricevuto dal "Sunday Telegraph" - che è stato costretto a ritrattare le infami accuse fatte.
1. Dr. Pachauri, per prima cosa grazie per aver acconsentito a questa intervista. Poi, potrebbe dirci qualcosa su di lei? Il suo curriculum è pieno di titoli di studi, onori, premi, presidenze, posti di professore, eccetera. Ma io credo che il pubblico non abbia una chiara idea si chi lei sia, soprattutto nei paesi occidentali: Qual'è il suo background culturale? Dove è cresciuto e come è diventato presidente dell'IPCC?. Come ha influito sulla sua carriera il fatto di essere nato in India?
Non sono sicuro di poter dire tante cose su di me. Ho cominciato la mia carriera come ingegnere e nel periodo del mio master in ingegneria industriale ho cominciato a studiare economia come un area di minore importanza. L'ho trovata una materia così stimolante che ho deciso di cambiare i miei interessi accademici e alla fine sono diventato un economista dell'energia. Sono uno dei pochi che hanno creato l'associazione internazionale per l'economia dell'energia (IAEE), un'organizzazione di professionisti a livello globale della quale sono diventato presidente nel 1988. Nel corso del mio lavoro accademico, sono diventato acutamente conscio degli impatti ambientali dell'intero ciclo dell'energia. Questo mi ha portato a studiare la scienza che sta dietro al problema del cambiamento climatico. L'effetto degli studi che ho fatto è stato che mi sono convinto della gravità del cambiamento climatico come una delle sfide principali che sono di fronte alla professione dell'economista dell'energia. Durante la mia prolusione annuale all'IAEE nel 1988, ho messo in luce l'importanza di considerare il cambiamento climatico come una parte integrale della politica energetica (cosa che non è piaciuta per niente ad alcuni dei miei colleghi molto conservatori dell'IAEE). E' stata la produzione e l'uso dell'energia che ha causato il cambiamento climatico generato dall'uomo. Così, sono diventato Autore Principale nel secondo rapporto IPCC e sono stato eletto vice-Presidente per il terzo rapporto. Ho poi deciso di presentarmi per la presidenza dell'IPCC nel 2002 è sono stato fortunato da essere eletto in quel ruolo con un margine molto ampio.
Il fatto di essere nato in India mi ha reso acutamente conscio dei problemi della povertà - la vulnerabilità dei poveri agli impatti del cambiamento climatico. Tuttavia, io vedo il problema climatico come globale; per il quale ci vogliono soluzioni che coinvolgono tutti gli angoli del globo.
2. Come presidente dell'IPPC lei è stato oggetto - come ci si poteva aspettare - di attacchi di tutti i generi, il più recente è stato quello da parte di Richard North e Christopher Booker sul Sunday Telegraph. E' una cosa buona che lei sia riuscito ad ottenere che la verità sia ristabilita, ottenendo una lettera di scuse dal Telegraph. Sfortunatamente, le bugie sopravvivono a lungo nella mente della gente. Ci potrebbe raccontare la sua impressione su questi eventi? Il Telegraph se l'è cavata con solo qualche riga di scuse a denti stretti oppure - sperabilmente - c'è di più che dovranno fare per ripagare il danno fatto?
Non mi sarei mai aspeato di ricevere attacchi di questo genere, in particolare da parte di gente che impiega i più bassi livelli di menzogna. Ho trovato curioso che questi attacchi sono arrivati a valanga come se fossero stati programmati per essere lanciati dopo due anni interi che l'IPCC aveva ricevuto il premio Nobel per la pace insieme all'ex Vicepresidente degli Stati Uniti Al Gore. Ho cercato pazientemente di convincere il Sunday Telegraph a ritrattare il loro articolo infame che ha dato inizio alla pioggia di pubblicazioni e rapporti ripetitivi che ne sono seguiti. Tuttavia, sono stati sordi alle mie comunicazioni decenti e giustificate. Alla fine, non mi è rimasto che assumere degli avvocati competenti di Lonra e cercare la possibilità di dare inizio a un'azione legale nel Regno Unito con l'accusa di diffamazione. Dopo molti scambi che i miei legali hanno avuto con il giornale, si sono decisi a pubblicare un articolo di scuse e a pagare le spese legali al livello di 53.000 sterline. Credo che avrei potuto portare l'azione legale alla sua logica conclusione e insistito per il pagamento di danni, che poi avrei donato a un'istituzione non-profit come faccio con tutti i fondi che ricevo in aggiunta al mio salario da parte di TERI. Tuttavia, credo di avere usi migliori per il mio tempo che trovarmi coinvolto in un'azione legale, in particolare dopo che il giornale ha pubblicato una lettera di scuse e tirato fuori 53.000 sterline.
Segue.....
Un'update sugli attacchi a Pachauri da parte del Sunday Telegraph si trova in questo articolo di George Monbiot. Vedi anche questo articolo e quest'altro sul blog Cassandra.