mercoledì 24 ottobre 2012

Il ghiaccio artico si sta sciogliendo ad una velocità ' sorprendente', dicono gli scienziati

Di David Shukman, Editore Scientifico, dalle Svalbard 


Da “BBC News” del 7 settembre 2012. Traduzione di Massimiliano Rupalti



David Shukman visita la base di ricerca Ny-Alesund alle Svalbard 

Questo è un articolo "dalla linea del fronte" di questa terribile estate: scritto quando ancora il ghiaccio non aveva raggiunto il suo minimo storico di quest'anno, lo pubblichiamo su "Cassandra" a illustrazione dell'atmosfera drammatica che circonda lo studio dei ghiacci artici.



Gli scienziati dall'Artico ci stanno avvertendo che lo scioglimento da record di quest'estate è parte di una tendenza all'accelerazione con profonde implicazioni.

I ricercatori norvegesi riportano che il ghiaccio marino sta diventando significativamente più sottile e più vulnerabile. Il mese scorso, il disgelo annuale del ghiaccio galleggiante della regione ha raggiunto il livello più basso da quando è cominciato il rilevamento satellitare, più di 30 anni fa. Si pensa che la dimensione del declino possa anche condizionare il clima europeo. Lo scioglimento è destinato a continuare per almeno un'altra settimana – il picco viene normalmente raggiunto a metà settembre – mentre le temperature qui rimangono sopra lo zero.

'Senza precedenti'

L'Istituto Polare Norvegese (IPN) è all'avanguardia della ricerca nell'Artico ed il suo direttore internazionale, Kim Holmen, ha detto alla BBC che la velocità di scioglimento è stata più rapida del previsto. “E' un cambiamento più grande di quanto potessimo persino immaginare 20 anni fa, persino 10 anni fa”, ha detto il Dr Holmen. “E ci ha colti di sorpresa, quindi dobbiamo adattare la nostra comprensione del sistema e la nostra scienza e dobbiamo adattare la nostra percezione della natura intorno a noi”. 
L'Istituto ha schierato il proprio rompighiaccio, il Lance, alla ricerca delle condizioni fra la Svalbard e la Groenlandia – la via principale attraverso la quale il ghiaccio scorre via dall'Oceano Artico. Durante una visita al port, uno degli scienziati coinvolti, il Dr. Edmond Hansen, mi ha detto di essersi “sorpreso” dalla dimensione e dalla rapidità dello scioglimento di quest'anno. “Come scienziato, so che questo è senza precedenti in almeno 1500 anni. E' veramente sorprendente, è un enorme e drammatico cambiamento nel sistema”, ha detto il Dr. Hansen. “Questo non è un fenomeno di breve durata, è una tendenza in corso. Si perde sempre più ghiaccio ed è in accelerazione. Si possono semplicemente guardare i grafici, le osservazioni, e si può vedere cosa sta accadendo”. 
Ghiaccio più sottile.
Ho intervistato il Dr. Hansen mentre il Lance era attraccato alla stazione Artica norvegese  Ny-Alesund sulle Svalbard. I dati chiave sul ghiaccio vengono dai satelliti ma anche da misurazioni fatte con una gamma di tecniche diverse, un mix di vecchie e nuove tecnologie sfruttate per aiutare a rispondere alle domande ambientali chiave della nostra era.

Spiegazione dell'anello di retroazione positiva causato dallo scioglimento dei ghiacci polari secondo la NASA (nell'articolo originale è presente una spiegazione 'in loco' fatta dallo stesso Shukman ma che non era riproducibile per motivi tecnici, mi sono preso la libertà di proporre questo video come alternativa, ndT.)

I norvegesi organizzano spedizioni sul ghiaccio galleggiante per fare carotaggi per determinarne l'origine. E dai primi anni 90 hanno installato boe specialistiche, ancorate al fondo del mare, che usano dei sonar per fornire un flusso quasi costante di dati sul ghiaccio soprastante. Un dispositivo elettromagnetico come un Uccello EM è stato fatto volare, sospeso sotto ad un elicottero, per lunghe scansioni sul ghiaccio. Gli strumenti a forma di siluro raccolgono i dati sulla differenza fra il livello dell'acqua marina sotto il ghiaccio e la superficie del ghiaccio stesso. Per mezzo di transetti volanti sul ghiaccio, emerge un quadro del suo spessore. 

I dati più recenti sono ancora in corso di elaborazione ma uno degli specialisti dell'istituto, il Dr. Dr Sebastian Gerland, ha detto che sebbene le condizioni varino di anno in anno, uno schema è chiaro. “Nella regione in cui lavoriamo possiamo vedere una tendenza generale al ghiaccio più sottile, nel Fram Strait ed in alcune stazioni costiere”. Dove il ghiaccio scompare per intero, la superficie perde la sua normale bianchezza riflettente, che rispedisce indietro nello spazio gran parte della radiazione solare, e viene sostituita da acqua più scure che invece assorbono più calore. Secondo il Dr. Gerland, un ulteriore riscaldamento può avere luogo se il ghiaccio rimane in uno stato molto più sottile. “Ciò significa che c'è più luce che penetra attraverso il ghiaccio. Ciò dipende dalla copertura di neve, ma una volta che si è sciolta la luce può attraversarlo”, ha detto il Dr Gerland. “Se il ghiaccio diventa più sottile, più luce penetra, e quella luce può scaldare l'acqua”. 


Scioglimento estivo del ghiaccio artico nel 2007

Scioglimento estivo del ghiaccio artico nel 2008

Scioglimento estivo del ghiaccio artico nel 2009

Scioglimento estivo del ghiaccio artico nel 2010

Scioglimento estivo del ghiaccio artico nel 2011

Scioglimento estivo del ghiaccio artico nel 2012

Le previsioni più caute dicono che l'Artico potrebbe rimanere libero dal ghiaccio in estate dal 2080 0 2090. Ma di recente molte stime per questo scenario sono state portate avanti. Le prime ricerche che investigano le implicazioni suggeriscono che una riduzione massiccia del ghiaccio marino è probabile che abbia un impatto sull'andamento del Jet Stream (Corrente a Getto), il vento d'alta quota che guida i sistemi meteorologici, comprese le tempeste. 

La direzione e la velocità del jet stream è governato dalla differenza di temperatura fra i tropici e l'Artico, quindi un cambiamento nella scala osservato ora potrebbe essere sentito in Europa ed oltre. Kim Holmen del NPI ha spiegato come potrebbe funzionare la connessione. “Quando l'Artico è libero dal ghiaccio non è più bianco ed assorbirà più luce solare, e questo cambiamento influenzerà i sistemi del vento e dove arriveranno le precipitazioni. Per l'Europa del nord potrebbe significare molte più precipitazioni, mentre l'Europa del sud diventerà più secca, quindi ci sono cambiamenti su larga scala su tutto il continente”. 

Questa valutazione si riflette nel lavoro del Centro Europeo per le Previsioni Meteo a Medio Termine, che ha sede nella città Britannica di Reading. Il direttore generale del centro, Alan Thorpe, ha detto che il collegamento fra lo scioglimento dell'Artico ed il tempo in Europa era complicato ma che ora è il soggetto della ricerca. “Dove il ghiaccio marino dell'Artico si riduce in estate – e se abbiamo temperature di superficie più calde della media nell'Atlantico nord occidentale – questi due fattori insieme portano le tempeste ad essere deviate sul Regno Unito in estate, che non è la situazione normale e porta ad estati più brutte”. Ma la ricerca è ai suoi stadi iniziali. Per la scienza, l'Artico in sé è difficile da decifrare. Gli effetti del suo rapido scioglimento sono anche più difficili.












lunedì 22 ottobre 2012

Decrescita e picco del petrolio

Da “Cassandra's Legacy”. Di Ugo Bardi. Traduzione di Massimiliano Rupalti






Questa è una versione sintetica dell'intervento che ho fatto alla Terza Conferenza Internazionale sulla Decrescita a Venezia il 21 settembre 2012


Salve a tutti.


Penso che siate venuti ad ascoltarmi oggi perché volete sapere qualcosa sulla situazione del petrolio greggio, cioè del “picco del petrolio”. Quindi, quello che posso dirvi è che il picco è arrivato ed ora ci troviamo in un mondo post picco. E' un evento che sta avendo luogo lentamente, nell'arco di diversi anni, ma penso che possiamo dire con una ragionevole certezza che il picco della produzione del petrolio è stato nel 2008.

Per provarvi quello che sto dicendo potrei mostrarvi dati e grafici, ma penso che il modo migliore per rendervi conto che abbiamo superato il picco sia quello di pensare a quanta gente sta discutendo dei sostituti del petrolio. Sapete, tutte quelle cose che producono liquidi infiammabili che possiamo usare per far andare le nostre macchine: biocombustibili, sabbie bituminose, petrolio da scisti, dei quali avrete sicuramente sentito parlare. E avrete sicuramente sentito parlare dell'idea di una “nuova era del petrolio”, che alcuni dicono stia arrivando e che viene ritenuta una cosa buona. Ma questa “nuova era” è basata su risorse sporche che sono conosciute da decenni (almeno) e sono sicuro che voi avrete capito che sono costose, se non altro guardando i prezzi della benzina. Oggi, siamo costretti ad usare queste risorse esattamente perché abbiamo superato il picco di produzione del petrolio convenzionale. In questo senso, siamo stati capaci di mascherare il picco, per il momento, evitando un declino ovvio della produzione di combustibili liquidi. In un certo senso, ci siamo comportati come quelle persone che cercano di mascherare la loro età tingendosi i capelli. Possono riuscire a sembrare più giovani, ma solo per un po'.

Il problema, tuttavia, non è tanto per quanto tempo saremo in grado di mantenere la produzione di liquidi stabile, ma che le risorse che stiamo usando a questo scopo hanno un rendimento energetico basso e fanno danni terribili a un sacco di cose. Stiamo distruggendo aree enormi, avvelenando le falde acquifere e costringendo l'agricoltura ad allontanarsi dalla produzione di cibo. Oltre a questo, stiamo aumentando la quantità di gas serra generati rispetto alla stessa quantità di energia prodotta. Le emissioni continuano ad aumentare e il cambiamento climatico accelera, come potete capire da quanto è accaduto al Polo Nord quest'anno.

Quindi, in un certo senso, il picco del petrolio è stata una delusione. Era probabilmente la prima manifestazione moderna del concetto di “decrescita”, quando si era iniziato a discuterne una decina di anni fa. Ci aspettavamo che l'era post picco avrebbe stimolato lo sviluppo di risorse pulite ed alcuni di noi (me incluso) pensavano che ci avrebbe salvati dal riscaldamento globale, o che ne avrebbe almeno ridotto fortemente l'importanza. Ma, sfortunatamente, non è andata così.

Oggi stiamo discutendo un altro tipo di decrescita, intesa prevalentemente come una scelta personale e gran parte di noi crede che sia una cosa buona. E' un atteggiamento che sembra simile a quello che avevamo nei confronti del picco del petrolio dieci anni fa. Ma è possibile che stiamo facendo lo stesso errore? Voglio dire, potremmo essere troppo ottimisti circa quanto possa portarci la decrescita?

Lasciate che vi ponga una domanda: quali problemi pensate che possa risolvere esattamente la decrescita? Forse pensate che decrescendo sarete più felici e questo può certamente essere. Ma la decrescita può risolvere il problema del clima? Può ridurre l'inquinamento e lo stress dell'ecosistema? Di sicuro se tutti decidessimo di ridurre i nostri consumi, l'impatto degli esseri umani sul pianeta verrebbe ridutto. Ma se solo alcuni di noi decidessero di decrescere, le risorse che non consumiamo noi non verrebbero consumate da qualcun altro? In quel caso, l'impatto umano non cambierebbe.

Inoltre, anche se la decrescita volontaria dovesse avere un effetto significativo, sarebbe abbastanza? Il cambiamento climatico potrebbe essere già da ora irreversibile, nel senso che potremmo aver scatenato un meccanismo che potrebbe fare in modo che la Terra continui a scaldarsi indipendentemente da ciò che faremo. Ridurre le emissioni o persino smettere di bruciare combustibili fossili non fermerebbe il riscaldamento globale. Se le cose stessero così, la decrescita da sola non sarebbe la soluzione, proprio come il picco del petrolio non lo era. Avremo bisogno della geoingegneria per salvarci? Forse, ma la bioingegneria è compatibile con la decrescita? Se la nostra economia si contrae molto, dove troveremmo le risorse necessarie per la geoingegneria?

Non vi sto facendo una domanda retorica: io stesso non so la risposta. Quello che so è che stiamo affrontando problemi incredibilmente complessi. Non sappiamo quali tipi di soluzioni possano esserci per il riscaldamento globale e per il collasso dell'ecosistema. Non sappiamo nemmeno se ci sono soluzioni in assoluto. Ma penso che possiamo dire, almeno, che è stata la crescita ad ogni costo che ci ha portati all'incertezza nella quale ci troviamo ora. Fermare la crescita di sicuro non può farci più di tanto male!








domenica 21 ottobre 2012

Esperto dell'Artico prevede il collasso finale del ghiaccio marino entro 4 anni

Mentre il ghiaccio marino si contrae ai minimi storici, il Prof. Peter Wadhams avverte che un 'disastro globale' si sta dispiegando alle latitudini nord

Dal “Guardian” del 17 settembre. Traduzione di Massimiliano Rupalti


Il Prof. Peter Wadhams fa un appello per una 'urgente' considerazione di nuove idee per ridurre le temperature globali. Foto: John Mcconnico/AP

Uno dei maggiori esperti mondiali di ghiaccio ha previsto il collasso finale del ghiaccio marino Artico nei mesi estivi entro 4 anni. In quello che chiama un 'disastro globale' che si sta dispiegando alle latitudini nord, mentre l'area marina che si congela e si scioglie ogni anno diminuisce fino all'estensione più ridotta mai registrata, il Prof. Peter Wadhams dell'Università di Cambridge fa un appello per la considerazione 'urgente' di nuove idee per ridurre le temperature globali. 

In una email al Guardian dice: “Il Cambiamento Climatico non è più qualcosa per il quale possiamo puntare a fare qualcosa nel giro di qualche decennio e dobbiamo non solo ridurre urgentemente le emissioni di CO2, ma dobbiamo esaminare urgentemente altri modi per rallentare il riscaldamento globale, tipo le varie idee di geoingegneria che sono state avanzate”. Queste comprendono la riflessione dei raggi solari indietro nello spazio, rendere le nuvole più bianche e disseminare l'oceano con minerali per assorbire più CO2. Wadhams ha passato molti anni a raccogliere dati sullo spessore del ghiaccio da sottomarini che passano sotto l'oceano Artico. Ha previsto la rottura imminente del ghiaccio marino nei mesi estivi nel 2007, quando la precedente estensione minima di 4,17 milioni di chilometri quadrati si era già verificata. 

Quest'anno, si sono persi ulteriori 500.000 kmq fino ad arrivare a meno di 3,5 milioni di kmq. “Avevo previsto [il collasso del ghiaccio marino nei mesi estivi] per molti anni. La causa principale è semplicemente il riscaldamento globale: Siccome il clima si è scaldato, c'è stata una minore crescita del ghiaccio in inverno ed un maggiore scioglimento in estate. All'inizio questo non veniva notato; i limiti del ghiaccio estivo si è ritirato ad un tasso che aveva fatto ipotizzare che il ghiaccio sarebbe durato altri 50 anni. Ba alla fine lo scioglimento estivo ha superato la crescita invernale in modo tale che l'intera calotta di ghiaccio o si spezzi durante i mesi estivi. Prevedo che questo collasso potrebbe accadere nel 2015-2016, quando l'Artico estivo (da agosto a settembre) potrebbe diventare libero dal ghiaccio. Il collasso totale a quello stato sta avvenendo ora e sarà probabilmente completo per quelle date”. 

Wadham dice che le implicazioni sono “terribili”. “Gli aspetti positivi sono l'aumentata possibilità di trasporti sull'Artico, aumentato accesso alle risorse di petrolio e gas in mare aperto dell'Artico. Quello negativo principale è un'accelerazione del riscaldamento globale.” “Mentre il ghiaccio marino in estate si ritira, l'oceano si riscalda (fino a 7°C nel 2011) e questo provoca anche il riscaldamento del fondo del mare. Le piattaforma continentali dell'Artico sono composte di Permafrost di mare aperto, sedimenti congelati rimasti dall'ultima era glaciale. Se l'acqua si riscalda, il Permafrost si scioglie e rilascia enormi quantità di metano che vi era intrappolato, un gas serra molto potente, quindi questo darebbe una spinta al riscaldamento globale”.  



venerdì 19 ottobre 2012

I sei stadi dell'afflizione climatica


Di Daphne Wysham
Da “Institute for Policy Studies” del 3 settembre 2012. Traduzione di Massimiliano Rupalti.


Ho scoperto un nuovo stadio, il sesto oltre all'accettazione, della scienza climatica: lavorare. Ora che l'estate più calda mai registrata volge al termine, ci siamo almeno avvicinati ad ammettere che il cambiamento climatico ci è addosso? Se no, perché? Deve avere qualcosa a che fare con i cinque stadi dell'afflizione.

Elisabeth Kubler-Ross ha identificato questi stadi in negazione, rabbia, seguita dalla contrattazione, dalla depressione e dall'accettazione. Con la siccità record che uccide il nostro bestiame e il nostro mais, il virus del Nilo Occidentale che spazza il paese e il ghiaccio dell'Artico che si fonde, non stupisce che milioni di persone stiano rispondendo per stadi a questi segnali spaventosi di declino ambientale. Il Premio Nobel Steve W. Running ha proposto per primo questo quadro per capire la risposta della gente al cambiamento climatico nel 2007. Mi piacerebbe fare un passo avanti e suggerire un sesto stadio: lavorare.

La Negazione, il primo stadio dell'afflizione, può essere molto confortevole. I media degli Stati Uniti (e quelli del resto del mondo, ndT.) sono in molti modi funzionali al campo negazionista. Difficilmente collegano i puntini fra eventi meteo estremi e cambiamento climatico, rendendo facile rimanere beatamente ignoranti. I nostri politici stanno a loro volta prolungando questo stadio di negazione pronunciando molto raramente il termine “cambiamento climatico”, come se quelle parole fossero oscene.


Il secondo stadio – la Rabbia – riassume l'atteggiamento di gente come Sean Hannity and Rush Limbaugh. Questi ospiti di talk show sono al vetriolo quando attaccano gli scienziati climatici o i sostenitori delle alternative ai combustibili fossili. La loro ferocia dà licenza ai più folli che fanno minacce di morte agli scienziati climatici: preferirebbero sparare al messaggero piuttosto che ascoltare il messaggio.

Lo stadio successivo, la Contrattazione, arriva quando i negazionisti cominciano a riconoscere che le temperature globali stanno di fatto aumentando, ma dichiarano che sia dovuto a cause naturali. Oppure assumono una posizione come quella dell'Amministratore Delegato dell Exxon Mobil Rex Tillerson, cioè ammettere che il cambiamento climatico è un grande problema ma dichiarando che la risposta è “adattarsi” invece di cambiare il nostro comportamento.

La Depressione è uno stato familiare per me ed i miei compagni attivisti del cambiamento climatico. Se la verità ti rende libero, la verità sul cambiamento climatico può renderti libero di prendere antidepressivi per il resto della tua vita. Ogni anomalia meteorologica porta un senso di terrore. E' a questo punto che perdiamo la gente. La negazione comincia a sembrare attraente.

L'Accettazione è lo stadio più duro, perché quello che ci dicono gli esperti è così dannatamente spaventoso, ti fanno venire voglia di saltare sulle ginocchia di Rush Limbaugh e di rimanerci. Stiamo superando di gran lunga tutti i peggiori scenari degli scienziati ed ora siamo in cammino verso un aumento di 11°Fahrenheit (6 °C) per la fine del secolo, secondo l'International Energy Agency (IEA). Abbiamo superato oltre 4.000 record di temperatura negli Stati Uniti solo quest'anno e gli scienziati ci raccontano di siccità, alluvioni, tempeste ed incendi forestali da record potrebbero diventare “la nuova normalità”. Dobbiamo accettare questa prognosi spaventosa se vogliamo agire correttamente.

Ma l'accettazione non significa che sia tutto perduto.

Dopo anni di lavoro su questi cinque stadi, ho scoperto un sesto, nuovo stadio: fare Il Lavoro. Questo significa farsi coraggio reciprocamente per gurdare questo mostro negli occhi e combattere fianco a fianco nella battaglia della vita. Il cambiamento sistemico – non semplicemente mettere una lampadina a basso consumo – è quello che ci serve, adesso. Questo deve includere tutto, dal rimpiazzare il PIL come misura sorpassata di progresso all'insegnamento della scienza del clima nelle scuole per armare le prossime generazioni coi fatti. Insieme, possiamo gettare lo sguardo, oltre la disperazione, su un mondo di trasformazione e rinascita possibile, se siamo abbastanza coraggiosi da lottare per esso. Dopotutto, il nostro pianeta ripristinerà da solo il proprio equilibrio. Dobbiamo solo assicurarci che l'umanità ne sia testimone.


giovedì 18 ottobre 2012

Un'altra bufala climatica dal Daily Mail.

Da “Skeptikal Science” del 17 ottobre 2012. Traduzione di Massimiliano Rupalti


Il quotidiano/tabloid britannico 'The Daily Mail' ed il suo scrittore David Rose sono famosi per pubblicare articoli fuorvianti sul clima (quando va bene), come abbiamo già discusso qui, per esempio. Hanno colpito di nuovo di recente, dichiarando che secondo un rapporto del Met Office ”rilasciato in silenzio”, il riscaldamento globale si è fermato 16 anni fa (un mito che Skeptikal Science smonta qui e qui). Questa asserzione è completamente falsa, come ha spiegato il Met Office pubblicando le domande di David Rose e le risposte del Met Office.

“Prima di tutto il Met Office non ha pubblicato un rapporto su questo problema. Possiamo solo presumere che l'articolo si riferisca al completamento del lavoro per aggiornare il set di dati della temperatura globale di HadCRUT4, compilato da noi e dall'Unita di Ricerca sul Clima dell'Università del East Anglia. 

Abbiamo annunciato che questo lavoro era in corso a marzo ed è stato finito questa settimana. Potete vedere il sito di HadCRUT4 qui".

L'articolo di Rose è stato prevedibilmente riprodotto in modo acritico dai soliti blog negazionisti e citato da Fox News, forse nel tentativo di distrarre dal record minimo del ghiaccio marino dell'Artico di quest'anno. Tuttavia, praticamente ogni frase dell'articolo è sbagliata, come lui avrebbe dovuto sapere in quanto lettore di Skeptical Science, perché abbiamo recentemente annunciato l'arrivo del suo pezzo.


Rose cerca di portare il testimone giù da una scala mobile che sale

Rose ha tentato di suscitare una dichiarazione da parte del Met Office facendo una domanda che potrebbe essere descritta in breve come “imbeccare il testimone”:

“Primo, per favore confermate che essi di fatto non rivelano alcuna tendenza al riscaldamento dal 1997”.

Il calcolatore della tendenza della temperatura di Skeptical Science  può essere usato per testare questa domanda. La tendenza nella temperatura globale di superficie nel HadCRUT4 dal 1997 è di 0.084 ± 0.152°C a decennio (anche se non abbiamo ancora aggiornato i dati di HadCRUT4, i gruppi di dati del GISS e del NSDC mostrano una tendenza al riscaldamento simile dal 1997) . Mentre la tendenza non è statisticamente significativa, il valore centrale è positivo, il che significa che la temperatura media di superficie sì è probabilmente alzata.

Il Met Office ha anche spiegato che Rose sta essenzialmente tentando di far scendere la scala mobile che sale (Figura 1) concentrandosi sul rumore a breve termine e ignorando la tendenza a lungo termine.

“Durante gli ultimi 140 anni le temperature globali di superficie sono salite di circa 0,8°C. Tuttavia, all'interno di questi dati ci sono stati diversi periodi della durata di un decennio o più, durante i quali le temperature sono salite molto lentamente o si sono abbassate. Il periodo attuale di riscaldamento ridotto non è senza precedenti e periodi della durata di 15 anni non sono inusuali”.

Figura 1: dati delle temperature di sola superficie (verde) da BEST con tendenze lineari applicate ai quadri temporali 1973-1980, 1980-1988, 19988-1995, 1995-2001, 1998-2005, 2002-2010 (blu) e 1973-2010 (rosso). 

Rose e Curry ignorano il 90+% del riscaldamento globale

Forse più importante, il concentrarsi sulle temperature dell'aria di superficie impedisce di vedere più del 90% del riscaldamento generale del pianeta (Figura 2).

Figura 2: componenti del riscaldamento globale per il periodo 1993-2003 calcolati dal IPCC AR4 5.2.2.3.


Rose cita la climatologa del Georgia Tech Judith Curry (le cui dichiarazioni abbiamo esaminato in precedenza qui e qui) quando asserisce,

“I nuovi dati confermano l'esistenza di una pausa nel riscaldamento globale”.

Tuttavia, questa dichiarazione è semplicemente scorretta. Nuccitelli et al. (2012) hanno considerato il riscaldamento degli oceani (sia di superficie sia di profondità), della terra, dell'atmosfera e del ghiaccio ed hanno mostrato che il riscaldamento globale non ha rallentato in anni recenti (Figura 3).

Figura 3: riscaldamento di terra, atmosfera e ghiaccio (rosso), contenuto di calore nell'oceano da 0 a 700 metri (blu chiaro) e contenuto di calore nell'oceano da 700 a 2000 metri (blu scuro). Da Nuccitelli et al. (2012).


Se Rose e Curry fossero lettori di Skeptical Science, avrebbero saputo diversi giorni prima della pubblicazione di questo articolo che l'affermazione che il riscaldamento globale sia “in pausa” è stata demolita da Nuccitelli et al., come mostra chiaramente la Figura 3.

Curry esagera la variabilità naturale

Rose cita la Curry anche quando dice:

“La variabilità naturale è stata mostrata avere, durante gli ultimi due decenni, una grandezza che domina l'effetto serra riscaldante”

Questa dichiarazione è ugualmente sbagliata. C'è sempre un punto nel quale, nella misura in cui si considerino quadri temporali sufficientemente brevi, un segnale a lungo termine sarà più piccolo del rumore del sistema, il che sembra essere l'argomento della Curry qui. Tuttavia, per le temperature globali di superficie, quel quadro temporale è inferiore ai due decenni specificati dalla Curry nella sua citazione. 

Anche ignorando il 90+% di riscaldamento globale e considerando soltanto le temperature globali di superficie, esse si sono alzate di 0.4°C durante gli ultimi due decenni, secondo HadCRUT4. Swanson et al. (2009) hanno esaminato il ruolo della variabilità naturale sulle temperature globali di superficie ed hanno scoperto che raramente eccede i 0,2-0,3°C e la media su quadri temporali più lunghi in genere si avvicina allo zero (Figura 4).

Figura 4: Stima delle alterazioni osservate della variabilità interna nella temperatura media dalle simulazioni dei modelli climatici osservate nel ventesimo secolo.

Così la Curry è scorretta: anche su un quadro temporale breve come i due ultimi decenni, l'alterazione nella temperatura globale dovuta al riscaldamento causato dagli esseri umani è stata più grande della variabilità naturale del sistema climatico globale. E se consideriamo il riscaldamento del pianeta nel complesso (compresi gli oceani), l'alterazione di riscaldamento è molto chiaramente più ampia del rumore su questo quadro temporale, come mostra la Figura 3.

Rose attacca i modelli climatici per minimizzare il rischio climatico

Alla fine Rose tira fuori una citazione della Curry per sostenere che i modelli climatici stiano esagerando il riscaldamento globale:

“La Professoressa Judith Curry...ha detto sabato al The Mail che i modelli computerizzati usati per prevedere il riscaldamento futuro erano 'profondamente errati”

Rose e la Curry stanno cercando di sostenere questo perché le temperature globali di superficie non sono aumentate in modo così rapido quanto la media dei modelli multipli contenuta nel rapporto del IPCC (0,2°C per decennio) e che questo in qualche modo suggerisca che i modelli siano errati. Tuttavia, il Met Office ha spiegato a Rose (prima della pubblicazione del suo articolo) il perché quest'idea sia sbagliata. 

“I modelli mostrano grandi variazioni nel tasso di riscaldamento da anno ad anno e su un decennio a causa delle variazioni climatiche tipo la ENSO, l'Oscillazione Pluridecennale Atlantica e l'Oscillazione Decennale del Pacifico. Quindi, in questo senso, un tale periodo non è inaspettato. Non è raro nelle simulazioni che questi periodi durino fino a 15 anni, ma periodi più lunghi di apparente stasi sono improbabili”.

Durante l'ultimo decennio, l'emissione di aerosol (che causano il raffreddamento bloccando la luce solare) sono saliti, l'attività solare è stata bassa, c'è stata una preponderanza di eventi di tipo La Niña (che causano anche effetti a breve termine di raffreddamento della superficie) e il calore si è accumulato nell'oceano profondo. Quindi non sorprende affatto che questi effetti a breve termine, tutti orientati nella direzione del raffreddamento, in anni recenti abbiano compensato gran parte del riscaldamento della superficie causato dall'emissione di gas serra da parte degli esseri umani. 

Questo risultato è infatti coerente con le elaborazioni climatiche individuali. Meehl et al. (2011) hanno mostrato che durante i “Decenni-pausa” c'è meno riscaldamento della superficie e degli oceani a poca profondità (Figura 5), esattamente come abbiamo osservato negli ultimi decenni.

Figura 5: Sinistra: tendenze globali lineari composite per i decenni pausa (barre rosse) e per tutti gli altri decenni (barre verdi) per la radiazione netta dell'atmosfera alta (TOA – Top of the Atmosphere) – i valori positivi denotano l'energia netta che entra nel sistema. Destra: tendenze decennali del contenuto di calore complessivo degli oceani (HC - Heat Content) – 1023 Joules per decennio – per lo strato alto dell'oceano (fino a 300 metri dalla superficie) e per due strati oceanici più profondi (da 300 a 750 metri e da 750 metri al fondo) con la barra di errore definita come  +/- un errore standard x1.86 per essere coerente con un 5% di livello di significatività da un T-Test per studenti di un solo lato. Da Meehl et al. (2011)

Rose sbaglia i fondamenti dell'economia

Tutte queste dichiarazioni fuorvianti portano all'ultimo argomento di rose nell'attacco alla tassazione del carbonio ed agli investimenti in energia verde.

“E con il paese impegnato in un Atto Parlamentare per ridurre la CO2 del 80% entro il 2050, un progetto che costerà centinaia di miliardi (di dollari), la notizia che il mondo non si è scaldato durante gli ultimi 16 anni arriva come qualcosa di scioccante... le prove cominciano a suggerire che stia avvenendo molto più lentamente di quanto abbiano dichiarato i catastrofisti – una conclusione con enormi implicazioni politiche”. 

Al contrario, la Terra si sta scaldando proprio come ci si aspettava, e la ricerca economica ha mostrato in modo coerente che mettere una tassa sulle emissioni di carbonio risulterà in un beneficio netto per l'economia (Figure 6). Tassare le emissioni di carbonio per tenere conto di costi altrimenti esterni del danno che queste causano attraverso il cambiamento climatico (aggiungerei anche attraverso l'inquinamento diffuso che provoca danni alla salute e relativi costi, ndT.) sono i 'fondamentali dell'economia'. 

Figura 6: Costi approssimati dell'azione climatica (verde) e dell'inazione climatica (rosso) nel 2100 e nel 2200. Fonti: German Institute for Economic Research e Watkiss et al. 2005


Riassunto

Per riassumere, Rose e Curry hanno semplicemente sbagliato ogni affermazione fatta sull'Articolo del Daily mail.

-Le temperature globali di superficie si sono probabilmente alzate dal 1997.

-Concentrarsi sui cambiamenti di breve termine confonde il rumore si breve termine col segnale a lungo termine.

-Gran parte del riscaldamento globale finisce negli oceani e, come Nuccitelli et al. (2012) hanno mostrato, il riscaldamento globale non ha rallentato.

-La variabilità naturale è molto più piccola del segnale di riscaldamento globale a lungo termine durante i due decenni passati.

-Il minor tasso di riscaldamento globale della superficie durante il decennio passato è coerente con le previsioni dei singoli modelli, che mostrano che questi 'decenni iato' sono perfettamente previsti.

-Sul lungo termine, la Terra si è riscaldata quanto ci si aspettava.

-La tassazione del carbonio risulterà essere a netto beneficio dell'economia rispetto al non far nulla e cercare di adattarsi alle conseguenze.













martedì 16 ottobre 2012

Rapporto al Comando Galattico: l'eliminazione degli umani è in corso

Da “Cassandra's Legacy”. Traduzione di Massimiliano Rupalti.





Da: Avamposto Orbitale Terrestre
A: Comando Galattico Centrale
(nota: gli intervalli temporali di questo rapporto sono misurati in rivoluzioni orbitali terrestri. Una rivoluzione orbitale terrestre corrisponde a 4e-10 anni galattici)


Relazione intermedia: Piano di eliminazione degli umani

Riepilogo Strategico

L'Avamposto Orbitale Terrestre è lieto di riferire al Comando Galattico che l'eliminazione degli esseri intelligenti (“umani”) che abitano il pianeta conosciuto come “Terra” sta procedendo secondo i piani. E' previsto che il rapido riscaldamento del pianeta ottenuto con l'iniezione di grandi quantità di gas serra nell'atmosfera spazzi via i vertebrati più grandi entro 40-50 rivoluzioni planetarie intorno alla stella madre. Il pianeta sarà pronto per la colonizzazione da parte della nostra specie in poche migliaia di anni, quando l'ecosistema sarà stato ripristinato.

Il piano originario (primo livello)

Il pianeta Terra è stato oggetto di diverse esplorazioni preliminari prima di essere selezionato come adatto alla colonizzazione. Dopo essere giunti a questa decisione, è stato attrezzato l'Avamposto Orbitale Terrestre col proposito di facilitare l'opera di colonizzazione. L'Avamposto ha proceduto allo studio del pianeta, scoprendo che è dominato da una specie chiamata “umani” che si è appropriata di gran parte della produttività dell'ecosistema planetario. Individualmente, gli umani sono risultati essere altamente intelligenti ed è stato presto chiaro che la specie costituisce un ostacolo importante alla colonizzazione. Per questo, un passo necessario per la colonizzazione è stato quello di eliminare la specie umana. La decisione di eliminare questa specie è stata raggiunta anche in considerazione che, se lasciati a sé stessi, gli umani avrebbero probabilmente raggiunto un livello tecnologico sufficientemente alto da diventare una seccatura su scala galattica.

Sono stati sviluppati diversi piani per portare avanti il programma di eliminazione. E' stato chiaro da subito che la sterilizzazione coi raggi neutronici, ad opera della flotta stellare, era possibile ma costosa e, inoltre, gli umani stavano rapidamente raggiungendo un livello tecnologico sufficiente per produrre un'opposizione significativa. Abbiamo invece scoperto che gli umani potevano essere eliminati ad un costo molto inferiore riscaldando il pianeta portandolo a temperature sufficientemente alte da rendere la loro sopravvivenza impossibile. Ciò poteva essere realizzato sfruttando l'abitudine umana di bruciare carbonio fossile per ottenere energia. Secondo le prime osservazioni svolte circa 100 rivoluzioni fa, lasciando semplicemente gli umani a sé stessi avrebbe avuto il risultato di portarli ad iniettare in atmosfera alte quantità di gas serra, tali da causare un riscaldamento sufficientemente  intenso da distruggere i vertebrati più grandi.

Nelle precedenti relazioni, eravamo lieti di descrivere come il piano stesse funzionando. 50 rivoluzioni fa, la concentrazione di gas serra nell'atmosfera terrestre aveva già preso una tendenza di rapida crescita ed era stato calcolato che ciò avrebbe portato al collasso dell'ecosistema terrestre in tempi che erano nell'ordine di meno di 100 rivoluzioni. Tuttavia, come appena detto, gli umani sono risultati essere notevolmente intelligenti, individualmente, ed i più brillanti di loro sono stati in grado di identificare e capire il processo in atto, che chiamavano di solito “riscaldamento globale”. Gli umani hanno costruito un sofisticato sistema di monitoraggio planetario e creato modelli teorici dell'atmosfera terrestre. A quel punto, si sono imbarcati in uno sforzo planetario per fermare il riscaldamento globale arginando la combustione di carbonio fossile e schierando fonti energetiche non basate sul carbonio.

Avendo osservato questo sviluppo, è stato necessario cambiare il piano originario ed intervenire più direttamente sul pianeta, anche se facendo lo sforzo di evitare gli enormi costi coinvolti con l'intervento della flotta galattica.

Il piano di secondo livello 

Fermare gli umani dal prendere le misure per evitare di autodistruggersi ha richiesto  uno sforzo piuttosto modesto – alla portata delle risorse interne dell'Avamposto Orbitale Terrestre. Questo risultato potrebbe essere considerato sorprendente e, infatti, alcuni membri del Comando galattico hanno espresso dubbi sulla nostra capacità di convincere gli umani – individualmente molto intelligenti – a continuare ad agire in un modo che portava alla loro distruzione. Ciononostante, siamo riusciti a portare a termine questo compito.

L'elemento chiave della nostra azione è stata lo studio e lo sfruttamento della rete informativa umana, che loro chiamano “Web”. E' un sofisticato sistema di condivisione dell'informazione a livello planetario che è stato fondamentale per gli umani per comprendere il clima e per diffondere questa conoscenza a chi fra loro prende le decisioni. Tuttavia, abbiamo scoperto difetti fondamentali nel funzionamento di questa rete. In particolare, abbiamo scoperto che la rete è dominata da “super-nodi” che mostrano un più alto livello di connettività di gran parte dei nodi. I super-nodi vengono chiamati “media” dagli umani, a volte “media mainstream”. Sorprendentemente, abbiamo scoperto che i super-nodi sono gestiti dagli umani che sono incapaci di capire gli elementi di base del funzionamento dell'ecosistema della Terra. Ancora più sorprendentemente, abbiamo scoperto che gli umani che gestiscono questi nodi dei media non fanno alcuno sforzo per verificare che l'informazione che diffondono corrisponda alla realtà fisica.

Abbiamo anche scoperto che gli umani incaricati di gestire i super-nodi dei media sono facilmente influenzati da altri gruppi di umani che vengono chiamati “lobbies”, il cui ruolo non siamo riusciti bene a capire. Crediamo che abbia qualcosa a che fare con l'interesse anormale degli umani per un'entità virtuale che hanno creato e che chiamano “denaro”. Anche se le caratteristiche di questa entità ci sono oscure, sembra che gli umani (specialmente i maschi della specie) si preoccupino di essere associati a grandi quantità di entità virtuale e questo, a sua volta, sembra avere qualcosa a che vedere col comportamento delle femmine umane. In ogni caso, questa caratteristica ha aperto un'ampia sfera di possibilità per noi di influenzare il sistema delle decisioni umane.

In pratica, è stato sufficiente, per l'Avamposto Orbitale prendere il controllo di un piccolo numero di individui-guida umani, che chiamiamo “avatar”. Questo compito è stato realizzato principalmente grazie al nostro controllo di grandi quantità della summenzionata entità “denaro”. Usando il denaro, il controllo di queste menti è risultato estremamente facile: abbiamo trovato poca resistenza da parte loro e nessuna prova che la nostra operazione fosse stata individuata da altri umani. I nostri avatar hanno portato a termine diversi compiti, principalmente fornendo ai super-nodi dei media dati falsi che contraddicevano i risultati delle precedenti investigazioni scientifiche sul degrado dell'ecosistema.

Un'operazione speciale che è risultata essere estremamente efficace è stata entrare nel database di uno delle loro migliori organizzazioni scientifiche (chiamata dagli umani “Unità di Ricerca sul Clima”) e diffondere lo scambio interno di dati in tutto il network. Questa operazione ha creato una notevole confusione fra gli umani, perché ha messo in risalto le incertezze nel progresso della ricerca. Una cosa normale per la ricerca scientifica ma che, apparentemente, a gran parte di loro non è familiare.

Valutazione della situazione attuale

L'acquisizione del sistema informativo umano da parte dei nostri avatar è stato un pieno successo e siamo stati in grado di trasformarlo in uno strumento per i nostri scopi. Siamo lieti di riportare che gran parte dei leader umani sono stati trasformati in avatar sotto il nostro controllo diretto o sono completamente confusi sul problema del riscaldamento globale. E' stato possibile relegare la discussione su questo tema a soli pochi gruppi della rete di informazione. Tutti i tentativi effettuati dagli umani di diffonderlo al di là di questi gruppi si sono scontrati con un negazionismo aggressivo (gli umani risultano essere estremamente aggressivi per ragioni che a noi appaiono futili).

Come conseguenza della nostra acquisizione della rete di informazione, tutti i tentativi degli umani di fermare la distruzione dell'ecosistema sono stati fermati e sembra improbabile che ricomincino presto. La quantità di gas serra che sono stati emessi nell'atmosfera terrestre continua ad aumentare. Ciò sta creando un rapido aumento delle temperature, come confermato dalla recente osservazione del completo scioglimento della calotta di ghiaccio del Polo Nord, una caratteristica planetaria che è esistita per diversi milioni di anni di storia planetaria.

E' chiaro che il sistema terrestre è diretto verso un punto di non ritorno in cui le temperature in aumento innescheranno una serie di fenomeni che porteranno al riscaldamento autosostenuto ed al collasso totale dell'ecosistema, anche senza ulteriore generazione umana di gas serra. Abbiamo monitorato l'evoluzione del sistema usando i programmi di modellizazzione climatica sviluppati dagli umani, che sono risultati essere molto sofisticati. Secondo questi modelli, il punto di non ritorno potrebbe già essere stato raggiunto o, in ogni caso, sarà raggiunto entro poche rivoluzioni planetarie. Quindi, ci aspettiamo che la completa eliminazione della specie umana potrebbe essere pienamente ottenuta entro poche decine di rivoluzioni.


Recenti sviluppi e raccomandazioni per il futuro 

Anche se è probabile che il punto di non ritorno del clima della Terra sia già stato raggiunto, gli esseri umani potrebbero ancora, teoricamente, reagire con varie contromisure, come la ripresa dell'eliminazione graduale della combustione di carbonio fossile, il dispiegamento di fonti energetiche che non emettono carbonio, la schermatura della Terra dalla radiazione solare e così via. Perché abbiano successo, tuttavia, gli umani hanno prima di tutto bisogno di riprendere il controllo del loro sistema informativo planetario. I nostri avatar sul pianeta riportano tentativi umani in corso in questa direzione, forse innescati dall'osservazione dello scioglimento della calotta di ghiaccio del Polo Nord.

Dati questi recenti sviluppi, le prossime rivoluzioni planetarie saranno cruciali per il successo del piano di eliminazione degli umani. L'avamposto Orbitale Terrestre terrà la situazione sotto stretto e continuo monitoraggio. Ci aspettiamo difficoltà, in particolare per i nostri avatar. La loro integrità fisica non può essere garantita se il loro ruolo nel piano di eliminazione viene scoperto da umani che non sono sotto il nostro controllo. Ciononostante, essi hanno fatto il loro lavoro e la loro perdita non cambierà la rapida evoluzione nel sistema climatico terrestre.

Assumendo che le cose continuino a muoversi secondo i nostri piani, il pianeta Terra sarà presto libero dagli umani e da gran parte dei vertebrati che potrebbero essere un fastidio per la colonizzazione. Successivamente, potremo procedere con la seconda parte del piano, che consiste nel raffreddare il pianeta piazzando specchi spaziali orbitanti. Susseguentemente, i processi naturali terrestri riassorbiranno i gas serra e ripristineranno l'ecosistema planetario in circa 1000 rivoluzioni planetarie. A questo punto, il pianeta sarà pronto per la colonizzazione da parte della nostra specie. L'arrivo di navi di coloni è atteso a partire da 1000 anni da adesso. Un nuovo pianeta verrà aggiunto alla nostra civiltà galattica!

Fine della Relazione – L'Avamposto Orbitale Terrestre

lunedì 15 ottobre 2012

Dr. Steve Running: i cinque stadi dell'afflizione climatica

Da “Friends of two rivers”. Traduzione di Massimiliano Rupalti



Steven W. Running, Università del Montana.
Nel 2007, il Dr. Steve Running ha pubblicato il suo largamente letto “I 5 stadi dell'afflizione climatica”, che è ancora oggi rilevante.



Sembra che il tema del riscaldamento globale stia ora saturando i media. Giornali, televisioni, settimanali e infiniti siti internet hanno tutti riassunti della scienza e ampie discussioni su cosa dovrebbe fare la società. Le tendenze e le proiezioni del riscaldamento globale fanno riflettere, sono persino spaventose, e sollecitano risposte sconcertanti da parte della gente.

Come professore e scienziato del clima all'Università del Montana, ho tenuto lezioni pubbliche sulla “Scomoda Verità per il Montana” per almeno cinque anni e questi impegni divulgativi ora sono quasi settimanali. Inoltre, come uno degli autori del capitolo principale del recente rapporto dell'IPCC, ho scritto sia del consenso pubblico sia dell'incertezza per il riscaldamento globale e sugli impatti sul Nord America. I miei discorsi includono le prove più recenti dell'aumento dell'intensità degli uragani, della maggior ampiezza degli incendi, dello scioglimento dei ghiacciai e dell'aumento del livello dei mari che sono stati coinvolti con il cambiamento climatico. Le reazioni individuali alle mie presentazioni hanno un ampio spettro, dalla rabbia alla depressione ed è stato difficile per me capire questo ampio spettro di emozioni.

Recentemente ho dato uno sguardo nuovo ai concetti riconosciuti sui “5 stadi dall'afflizione” che Elizabeth Kubler-Ross ha definito già negli anni 70 per riassumere come la gente si confronta differentemente con notizie scioccanti tipo essere informati di avere il cancro terminale. Sembra che questi stadi dell'afflizione forniscano un'analogia molto buona con l'attuale reazione della gente al tema del riscaldamento globale, quindi ho formulato i miei “5 stadi dell'afflizione climatica” come segue.

Al primo stadio, NEGAZIONE, ci sono le persone che semplicemente non credono alla scienza secondo la quale la Terra si sta scaldando o, in un secondo momento, che gli esseri umani ne siano la causa. Nonostante si vedano registrazioni di 50 anni di concentrazione della CO2 atmosferica in aumento anno dopo anno dal 1957 e le temperature globali dell'ultima dozzina di anni in fila siano le più calde in un millennio, queste liquidano queste tendenze come variabilità naturale. Queste persone non vedono ragioni per disturbare lo status quo. Molta gente è giustamente partita da questo stadio, finché non si sono scontrate con prove convincenti. Queste convincenti prove scientifiche recentemente riassunte nel quarto rapporto dell'IPCC ha, secondo i sondaggi di opinione, drammaticamente ridotto il numero di gente allo Stadio 1.

Molta gente salta dalla NEGAZIONE al quarto Stadio, ma per altri lo successivo Stadio 2 è la RABBIA e si manifesta con commenti furiosi tipo “mi rifiuto di vivere in una casa su un albero al buio e di mangiare noci e bacche”. A causa dei miei discorsi pubblici, ricevo la mia parte di posta piena di odio, compresa l'etichetta di “pomposo idiota”, da individui che sono chiaramente irritati al pensiero di cambiare sostanzialmente il proprio stile di vita. Il mio giornale locale contiene frequentemente lettere all'editore da parte di gente arrabbiata al punto da fare dichiarazioni irrazionali alludendo oscuramente alla fine potenziale della civiltà moderna.

Lo Stadio 3 è la CONTRATTAZIONE. Quando si giunge questo stadio, molta gente che negava pubblicamente il riscaldamento globale (come certi ipocriti conduttori di talk show), cominciano a fare dichiarazioni sul fatto che il riscaldamento non è così male, potrebbe rendere un posto come il Montana “più confortevole”. E' vero che il fabbisogno per il riscaldamento degli edifici della mia città natale, Missoula, è diminuito del 9% dal 1950 a causa di inverni più miti. A questo stadio la gente si attacca alle buone notizie sul cambiamento climatico, tipo stagioni agricole più lunghe, e ignora scrupolosamente le cattive notizie, come siccità e incendi più intensi e la scomparsa dei ghiacciai nel Glacier National Park nel 2030. Ancora più importante, a questo stadio la gente non vuole ancora cambiare stile di vita o esplorare soluzioni energetiche che siano a più bassa intensità di carbonio. Sembra che voglia superare questo grande esperimento globale affrontare qualsiasi cosa accada.

Molta gente alle mie lezioni ora è passata allo Stadio 4, DEPRESSIONE. Essi considerano l'accelerazione annuale delle emissioni di gas serra, la velocità del riscaldamento senza precedenti e la necessità di cooperazione internazionale per una soluzione e vedono l'impresa che hanno di fronte impossibile. Nei miei giorni più difficili, confesso che io stesso ricado nello Stadio 4.

Allo stadio finale, l'ACCETTAZIONE, si trova la gente che riconosce i fatti scientifici con calma ed ora esplora le soluzioni per abbattere fortemente le emissioni di gas serra, cercando fonti energetiche a intensità di carbonio zero. Due fattori sono importanti nel portare la gente dalla DEPRESSIONE a questo stadio di ACCETTAZIONE.

Primo, le alternative praticabili per mostrare che ridurre le emissioni di gas serra è possibile senza la fine della civiltà moderna. E' molto incoraggiante vedere pale eoliche, lampade a LED, fotovoltaico a film sottile e auto ibride sul mercato ora, non solo vaghe speranze di futuro. Secondo, una guida nazionale visionaria, un livello da “Piano Marshall”  a livello di convergenza e impegno nazionale di modo che tutti contribuiscano e i cambiamenti di stile di vita necessari siano ampiamente condivisi, di fatto diventando la nuova normalità. Il progresso su questo fronte non è stato buono finora. Un difetto ovvio in questa analogia è che molta gente semplicemente ignora il problema del riscaldamento globale, una separazione difficilmente raggiungibile quando si affronta personalmente il cancro.

E' sia benvenuto sia importante che alcuni leader della comunità degli affari, da DuPont, General Electric e WalMart fino alle più piccole avvii di impresa siano ora fortemente perseguendo obbiettivi di decarbonizzazione dell'energia, di efficienza e conservazione. I grandi cambiamenti sociali portano sempre inevitabilmente dolore per alcuni e nuove opportunità per altri, dipendendo prevalentemente da quanto rapidamente la gente reagisce alle nuove realtà. Abbiamo davvero bisogno che la maggior parte della nostra classe politica, economica ed intellettuale raggiunga lo Stadio 5, ACCETTAZIONE, per poter proseguire, come nazione e come cittadinanza complessiva.

Non c'è alcuna garanzia che possiamo fermare il riscaldamento globale con successo, ma non fare nulla, data la nostra attuale conoscenza, è ingiustificabile. Come potremo guardare in nostri nipoti negli occhi?