Da “The Daily Impact”. Traduzione di MR (h/t Maurizio Tron)
Di Tom Lewis
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Il primo segno di una nave condannata si dice sia la fuga improvvisa dei suoi topi. Il primo segno di un incendio in un teatro affollato non è il tipo che grida “al fuoco”, ma diverse persone con un buon olfatto che cominciano ad avviarsi furtivamente ma di proposito verso le uscite. Nel mondo della finta rivoluzione del fracking di petrolio e gas, le narici dei ratti e analogamente coloro che hanno l'olfatto sensibile stanno cominciando a ritirarsi. Vediamo quei nasi. Dobbiamo ancora rivedere qui la propaganda dell'industria? Come la fratturazione idraulica abbia cambiato tutto, come ora l'America abbia gas e petrolio abbondanti, come stiamo superando la Russia e l'Arabia Saudita, come siamo di nuove i numero uno al mondo, come siamo diretti verso l'indipendenza energetica? (Nessuno ha ancora avuto la faccia tosta di prevedere che stiamo per raggiungere l'indipendenza energetica, visto che è matematicamente impossibile, ma non dovrebbero tardare molto ormai, visto che stanno diventando disperati). L'ultima ripetizione della frase dell'industria ggio apparso sul New York Times intitolato “l'abbondanza del petrolio americano”, una canzone di petrolio senza fine, amen. Nel frattempo, uno dei maggiori trader di beni petroliferi del mondo – in altre parole, uno dei grandi topi che hanno giocato nel mercato del petrolio come se fosse un grande casinò, come se nessuno si facesse male con le loro macchinazioni – se ne sta andando in punta di piedi lungo i cavi di ormeggio della rivoluzione del petroli di scisto in cerca di un terreno più sicuro.
Il suo nome è Andrew John Hall e dice che la produzione di petrolio di scisto negli Stati Uniti sta per cadere in un dirupo. Non che gliene freghi granché. E' venerato dai suoi seguaci Masters of the Universe (Sì, venerato – lo chiamano il dio del mercato del petrolio greggio) a causa delle sue capacità all'interno del casinò del petrolio di ottenere 100 milioni di dollari all'anno in bonus dalla City Bank fino all'ultima estinzione di fiamma, quando la Fed li ha sospesi sulla base del fatto che sono stati osceni. Ora, Andrew sta facendo le sue puntate e quelle dei suoi clienti veneranti sul crollo della produzione del fracking negli Stati Uniti entro circa un anno (e sul mancato avvio dello stesso per diverse ragioni in altri paesi) e sul fatto che il petrolio greggio raggiunga quasi immediatamente i 150 dollari al barile.
I trader che possiedono contratti a lungo termine per la consegna di greggio ai prezzi odierni – 100 dollari o poco meno – faranno fortuna. Difficile sapere come li spenderanno, però, visto che i prezzi del petrolio al di sopra dei 100 dollari causano brutte recessioni in tutti i paesi industrializzati. Altri, personaggi del petrolio profondamente coinvolti nell'affare, sembra che si stiano avviando furtivamente verso le uscite, storcendo il naso. La Royal Dutch Shell, uno dei più grandi giocatori nel campo del fracking – ha accumulato almeno 13 miliardi di prestiti in 5 anni, a partire dal 2008 – sembra stia abbandonando l'edificio. Mentre sta rilasciando una cortina di dichiarazioni circa la “ristrutturazione... la ridefinizione... il rinnovato impegno” e cose simili, la compagnia sembra aver abbandonato l'affare dello scisto nordamericano (in cui, cosa interessante, non ha mai messo un soldo). La British Petroleum sembra stia andando similmente in punta di piedi verso la scritta USCITA. Ha arrotolato tutte le sue holding americane dello scisto in una compagnia che non porta neanche il suo nome (quanto si deve scendere in basso prima di essere troppo disonorevoli per essere riconoscibili come BP?) cosa che spesso è una mossa preliminare per un svendita. L'amministratore delegato della BP ora liquida la rivoluzione del fracking come un "affare magro, da margine basso” più adatto ad “operatori indipendenti”, altrimenti conosciuti fra i truffatori come “i più grandi pazzi”. E lui parla con entusiasmo di come farà bene la compagnia coi nuovi pozzi d'alto mare nel Golfo del Messico. Sì, deve andare proprio bene. Difficile vedere cosa potrebbe andare storto in questo.
Fatte molta attenzione ai cavi di ormeggio ed alle uscite nei prossimi mesi. Non vorrete associarvi alle prime persone in fuga (e che lasciano donne e bambini a sé stessi) ma vorrete seguirne l'esempio. In nome delle vostre donne e bambini.
Di Tom Lewis
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Ecco cosa stanno cominciando a fare le persone al vertice dell'industria del petrolio riguardo la rivoluzione del petrolio: abbandonano la nave. |
Il suo nome è Andrew John Hall e dice che la produzione di petrolio di scisto negli Stati Uniti sta per cadere in un dirupo. Non che gliene freghi granché. E' venerato dai suoi seguaci Masters of the Universe (Sì, venerato – lo chiamano il dio del mercato del petrolio greggio) a causa delle sue capacità all'interno del casinò del petrolio di ottenere 100 milioni di dollari all'anno in bonus dalla City Bank fino all'ultima estinzione di fiamma, quando la Fed li ha sospesi sulla base del fatto che sono stati osceni. Ora, Andrew sta facendo le sue puntate e quelle dei suoi clienti veneranti sul crollo della produzione del fracking negli Stati Uniti entro circa un anno (e sul mancato avvio dello stesso per diverse ragioni in altri paesi) e sul fatto che il petrolio greggio raggiunga quasi immediatamente i 150 dollari al barile.
I trader che possiedono contratti a lungo termine per la consegna di greggio ai prezzi odierni – 100 dollari o poco meno – faranno fortuna. Difficile sapere come li spenderanno, però, visto che i prezzi del petrolio al di sopra dei 100 dollari causano brutte recessioni in tutti i paesi industrializzati. Altri, personaggi del petrolio profondamente coinvolti nell'affare, sembra che si stiano avviando furtivamente verso le uscite, storcendo il naso. La Royal Dutch Shell, uno dei più grandi giocatori nel campo del fracking – ha accumulato almeno 13 miliardi di prestiti in 5 anni, a partire dal 2008 – sembra stia abbandonando l'edificio. Mentre sta rilasciando una cortina di dichiarazioni circa la “ristrutturazione... la ridefinizione... il rinnovato impegno” e cose simili, la compagnia sembra aver abbandonato l'affare dello scisto nordamericano (in cui, cosa interessante, non ha mai messo un soldo). La British Petroleum sembra stia andando similmente in punta di piedi verso la scritta USCITA. Ha arrotolato tutte le sue holding americane dello scisto in una compagnia che non porta neanche il suo nome (quanto si deve scendere in basso prima di essere troppo disonorevoli per essere riconoscibili come BP?) cosa che spesso è una mossa preliminare per un svendita. L'amministratore delegato della BP ora liquida la rivoluzione del fracking come un "affare magro, da margine basso” più adatto ad “operatori indipendenti”, altrimenti conosciuti fra i truffatori come “i più grandi pazzi”. E lui parla con entusiasmo di come farà bene la compagnia coi nuovi pozzi d'alto mare nel Golfo del Messico. Sì, deve andare proprio bene. Difficile vedere cosa potrebbe andare storto in questo.
Fatte molta attenzione ai cavi di ormeggio ed alle uscite nei prossimi mesi. Non vorrete associarvi alle prime persone in fuga (e che lasciano donne e bambini a sé stessi) ma vorrete seguirne l'esempio. In nome delle vostre donne e bambini.