Da “2degrees”. Traduzione di MR
La crisi di disponibilità di terre rare sembra essersi allontanata, ma è un'anticipazione dei problemi che avremo?
Le terre rare non si trovano tipicamente in depositi economicamente sfruttabili.
di Ugo Bardi
L'embargo petrolifero del 1972 ci ha lasciati con una forte percezione di quanto siamo vulnerabili alle interruzioni della fornitura di risorse minerali. Queste preoccupazioni avrebbero potuto materializzarsi di nuovo quando nel 2010
la Cina ha annunciato che le sue esportazioni di terre rare sarebbero state ridotte. Visto
che la Cina ha quasi
il monopolio delle terre rare, i
prezzi sono andati rapidamente alle stelle e
tutto il mercato è
stato in
agitazione per
alcuni anni, con diverse
segnalazion di scarsità per applicazioni cruciali nell'industria elettronica. Ciononostante, la
crisi delle terre rare
sembra essere stata sopravvalutata, più
che altro risultato delle nostre stesse paure. Oggi, la
bolla è
scoppiata e i
prezzi delle terre rare
sono crollati. Sono
ancora più
alti di quanto fossero in
precedenza, ma la produzione non è calata e
le paure di scarsità
sembrano essersi ridimensionate. Quindi, come
dovrebbe essere interpretata questa crisi? E'
stato solo
un fenomeno speculativo o
segnala l'arrivo di problemi reali?
“Dopo la grande crisi petrolifera degli anni 70, il mondo non ha più conosciuto grandi crisi di risorse attribuite a fattori politici”.
Di certo la crisi delle terre rare ha colto di sorpresa molti di noi. Dopo la grande crisi petrolifera degli anni 70, il mondo non aveva più conosciuto grandi crisi di risorse attribuite a fattori politici. Questa calma è stata, molto probabilmente, il risultato del trionfo del fenomeno che chiamiamo “globalizzazione”. Col mondo che diventa un unico, enorme mercato per ogni tipo di bene, se un paese rifiuta di vendere una risorsa, i compratori possono semplicemente ottenerla altrove. La competizione spinge anche i venditori a tagliare i prezzi il più possibile e questo spesso significa trascurare il costo dell'inquinamento generato dall'estrazione.
Ma c'è un problema in questo mercato globale: è basato su un paradigma di abbondanza. Funziona finché le risorse sono sufficientemente abbondanti da permettere ai compratori di scegliere i venditori. Quando i venditori sono di meno o, peggio ancora, qualcuno ha il monopolio di una risorsa, allora le cose cambiano. I prezzi aumentano, i costi dell'inquinamento non vengono più trascurati e coloro che hanno il controllo della preziosa e rara risorsa sono tentati di usarla come arma economica, politica o persino militare. Questi fattori potrebbero essere stati alla base della crisi delle terre rare. I cinesi potrebbero aver ragionato sul fatto che le loro risorse erano preziose e limitate quindi che valesse la pena di conservarle. Un altro fattore che potrebbe averli portati a questa decisione è l'
orrendo costo del danno causato dall'estrazione delle terre rare, spesso estratte con operazioni su piccola scala, pericolose ed inquinanti. Infatti, anche al di là del caso delle terre rare, il paradigma dell'abbondanza delle risorse minerali sembra che stia per uscire di scena.
Una serie di fattori stanno causando un aumento dei costi di estrazione; compresi più alti costi energetici, degrado dei minerali di alta densità e inquinamento in aumento. Questi maggiori costi generano ritorni economici decrescenti dell'estrazione e, di conseguenza, prezzi più alti per tutti i beni minerali. Allo stesso tempo, l'inquinamento collegato all'estrazione sta aumentando, per esempio
in termini di emissioni di CO2 generati bruciando carbonio fossile. Vista sotto questa luce, la crisi delle terre rare di qualche anno fa, anche se non è più preoccupante in sé stessa, potrebbe essere stato un primo sintomo di quello che avverrà. Solo pochi anni dopo, stiamo assistendo ad una crisi molto più pesante per la globalizzazione con il conflitto in Ucraina che sembra segnalarci un ritorno ad un mondo a due blocchi (o, forse, più di due). Un fattore importante che ha creato questa crisi potrebbe essere stata la percezione che l'Ucraina potrebbe avere grandi
risorse di gas di scisto nella valle di Lublin, nelle provincie occidentali. In una percezione di abbondanza, non avrebbe senso giungere a grandi crisi geopolitiche per queste risorse (o per qualsiasi singola risorsa). Ma in una percezione di scarsità è vero il contrario. Questi due effetti, infatti, sono due facce della stessa medaglia, una conseguenza del graduale esaurimento dei depositi di alta densità. Ciò che abbiamo visto con le terre rare è solo un sintomo di un nuovo mondo che sta arrivando.
Elaborato sulla base di dati da: "Extracted, come la ricerca di ricchezza minerale sta saccheggiando il pianeta" di Ugo Bardi. Sarà pubblicato il 12 giugno da Chelsea Green e sarà disponibile attraverso tutti i canali principali e i rivenditori online. E' stato presentato nel 2013 come rapporto al Club di Roma, un think-tank internazionale, la cui missione è di intraprendere l'analisi e far crescere il dibattito su come ottenere un pianeta più resiliente e sostenibile. Per leggere altro, comprate il libro di Ugo Extracted: come la ricerca di ricchezza minerale sta saccheggiando il pianeta.