Di Jacopo Simonetta
Certamente è un tema di estremo interesse, ma qui io suggerisco di voltarsi e dare un’occhiata dall'altra parte; cioè a cosa succede dove scarichiamo le risorse usate.
In effetti, la nostra società (come tutte le altre nella
storia) è una struttura dissipativa.
Ciò significa che esiste solamente in quanto è capace di dissipare
energia, accumulando informazione al proprio interno. Questo genera un anello di retroazione
positiva: più energia permette di costruire più complessità e più complessità
necessita, ma anche permette, un maggiore flusso di energia.
Io penso che il punto cruciale sia questo: alla fin fine, la
ricchezza non è altro che informazione accumulata nel sistema socio-economico
di varie forme (ad esempio bestiame, infrastrutture, sistemazioni agrarie,
macchine, costruzioni, libri, internet eccetera.) La popolazione umana è particolare perché costituisce essa
stessa una grossa fetta dell’informazione accumulata nel sistema sociale. Quindi, da un punto di vista termodinamico,
noi siamo parte integrante della “ricchezza”, mentre da un punto di vista
economico la gente può essere vista semmai come il denominatore della ricchezza
globale.
Le leggi fisiche ci assicurano che l’accumulo di
informazione all'interno di un determinato un sistema è possibile solo
aumentando l’entropia al di fuori di esso.
E’ una norma generale a proposito delle strutture dissipative, ma la
nostra civiltà è unica nella storia per le sue dimensioni. Oggi circa il 97% della biomassa di
vertebrati terrestri è composta da noi e dai nostri simbionti (bestiame). Usiamo circa il 50% della produttività
primaria, più quasi 20 TWh all'anno
che ricaviamo dai combustibili fossili ed altre fonti inorganiche.
Ai suoi albori, la nostra moderna civiltà si comportò allo
stesso modo di tutte le altre nella storia: appropriandosi di bassa entropia
sotto forma di cibo, bestiame, minerali, schiavi, petrolio, carbone
eccetera. E scaricando alta entropia
nella biosfera in forme diverse come inquinanti, semplificazione di ecosistemi,
estinzioni, calore, eccetera. Oppure
scaricando entropia ad altre società sotto forma di guerre, migrazioni
eccetera.
Ma mano che
l’economia industriale ha soggiogato e sostituito le altre, è diventata l’unico
sistema economico globale. In tal modo,
necessariamente, ha trovato sempre più difficoltà a dissipare energia fuori da
se stessa.
In pratica, le discariche (sink)
sono diventate un problema prima dei pozzi (well). Ma ricordiamoci che per mantenere il proprio
livello di complessità, una struttura dissipativa ha bisogno di un flusso
crescente di energia, cioè ha bisogno sia di pozzi che di discariche
inesauribili.
Oggi, sia l’inquinamento globale, sia l’immigrazione di
massa verso i paesi più industrializzati evidenziano che il nostro sistema non
è più in grado di espellere alta entropia fuori da se stesso, semplicemente
perché di questo “fuori” ce ne è sempre di meno. Ma se l’alta entropia non è scaricata fuori
dal sistema, necessariamente si accumula entro di esso. E man mano che fluisce più energia, aumenta
l’entropia interna, minando la complessità.
Una tipica dinamica di Ritorni Decrescenti. Forse possiamo vedere in questo una
retroazione negativa che sta fermando la crescita economica e che, forse,
sbriciolerà l’economia globale in qualche decennio.Se questo ragionamento fosse corretto, la crisi economica e
politica, la disgregazione sociale e, alla fine, la disintegrazione degli stati
non sono altro che l’aspetto visibile dell’entropia che cresce all'interno del
mostro meta-sistema.
Attualmente, la società globale è talmente grande e
complessa da essere articolata in moltissimi sub-sistemi correlati fra loro. Stiamo quindi gestendo le cose in modo da aumentare l’entropia nelle parti più periferiche del meta-sistema. Ad
esempio alcuni paesi, classi sociali subalterne e, soprattutto, i giovani che pagheranno
il prezzo di tutto il benessere che abbiamo avuto noi.
Ma questo sistema provoca instabilità politica, sommosse e
masse di migranti verso il cuore del sistema. Ciò significa anche che la classe dirigente mondiale ha
perduto la capacità di capire e/o controllare le dinamiche interne del sistema
socio-economico.
Nel frattempo, il sovraccarico delle discariche (sink) sta
cominciando a deteriorare i pozzi di bassa entropia (well). Esempi evidenti sono l’inquinamento
dell’aria e dell’acqua, l’acidificazione degli oceani, l’estinzione di specie,
la distruzione di ecosistemi e molto altro ancora. Alla fine, man mano che l’economia cresce,
il sistema sociale necessariamente perde la sua capacità di dissipare energia
all'esterno, condannandosi così alla disintegrazione.
Si può trovare lo stesso fenomeno ad una scala minore. Ad esempio un singolo organismo, come un
essere umano. Se è disponibile un buon
flusso di energia in forma di cibo e calore, un bambino cresce diventando un
adulto forte e sano. Un buon flusso di
energia durante la vita adulta significa una buona qualità di vita e la
possibilità di sviluppare cultura, abilità, arte, scienza e di restare sani per
molto tempo. Scarsa energia significa malnutrizione e malattia. Ma anche se il corpo assorbe più di quanto
riesca a dissipare ci sono problemi come ingrassamento, malattie ed obesità; in
definitiva una brutta vita con una prematura morte.
Troviamo sostanzialmente lo stesso fenomeno a scala
maggiore. Anche la Terra nel suo insieme
è una struttura dissipativa ed un sistema complesso. Non ha alcun problema dalla parte del suo
pozzo principale: il Sole. Possiamo
contare sul fatto che i circa 86.000 TWh che riceviamo mediamente dal Sole non
diminuiranno. Anzi, semmai aumenteranno molto
gradualmente in tempi estremamente lunghi.
Eppure proprio ora l’intera Biosfera sta collassando in una
delle più gravi crisi mai verificatesi nei circa 4,5 miliardi di anni della sua
storia. Una crisi risultante
dell’attività umana che riduce la capacità dell’ecosistema di dissipare
l’energia in entrata, in particolare come risultato dell’effetto serra prodotto
bruciando combustibili fossili. Così
l’entropia interna cresce minando ulteriormente gli ecosistemi e riducendo la
complessità. Potenzialmente, producendo
un disastro globale di portata geologica.
In conclusione, suggerisco che, nei prossimi decenni, l’aumento dell’entropia sarà un problema anche più drammatico del rifornimento
di energia.
Solamente una drastica riduzione nell'ingresso di energia
nel sistema socio-economico potrebbe salvare al Biosfera. Ma ci sarebbe un prezzo elevato da pagare perché
una riduzione nel flusso di energia significa necessariamente una riduzione
della complessità e della quantità di informazione accumulata nel sotto sistema
umano. In parole povere, questo
significherebbe miseria e morte per la maggior parte della popolazione attuale,
anche se significherebbe speranza per quella del futuro.
In definitiva, affinché
possano nascere nuove civiltà, è necessario che la nostra collassi
abbastanza in fretta da lasciare un pianeta abitabile ai nostri discendenti.