Da “Scientific American”. Traduzione di MR
Di Mark Fischetti
Cinque anni fa, un imponente gruppo internazionale di scienziati ha svelato nove "limiti" biologici ed ambientali che l'umanità non deve superare perché la Terra rimanga un luogo vivibile. A suo rischio e pericolo, il mondo ha già superato tre di quei limiti: troppo biossido di carbonio nell'atmosfera, un tasso di perdita della biodiversità troppo rapido e troppo sversamento di azoto nei fiumi e negli oceani – principalmente sotto forma di dilavamento di fertilizzanti.
Ora siamo riusciti a superare un quarto limite: la quantità di foreste che vengono spianate o bruciate fino a scomparire (vedete la mappa sotto). Sempre meno foreste significa ridotta capacità del pianeta di assorbire parte di quel biossido di carbonio e di produrre vapore acqueo, fondamentale per la vita delle piante. E la perdita in corso altera la quantità di energia solare assorbita o riflessa su vaste regioni, che di per sé può modificare il clima.
I dettagli sul quarto superamento, e gli aggiornamenti su come se la passa il pianeta su tutti e nove i limiti, sono stati pubblicati oggi online su Science. Un'altra squadra internazionale, con alcuni degli stessi membri del gruppo originale, ha deciso di riesaminare i limiti alla luce di cinque nuovi dati e pensano di continuare a farlo in futuro. “La scienza va avanti”, dice l'autore principale del saggio, Will Steffen, un professore dell'Università nazionale Australiana e dello Stockholm Resilience Center dell'Università di Stoccolma. “E vanno avanti anche i modi migliori di formularla ed applicarla alla politica”.
Infatti, il gruppo ha scelto due “limiti chiave”, ognuno dei quali “porta il sistema terrestre in un nuovo stato” se vengono persistentemente superati. Naturalmente il sotteso è che un “nuovo” stato non è uno stato in cui ci vogliamo trovare. I due limiti chiave sono il “cambiamento climatico” - principalmente la quantità di CO2 in atmosfera – e “l'integrità della biosfera”, cioè quanto stiamo uccidendo le specie e distruggendo l'habitat naturale. “Riesaminando la storia geologica, vediamo che il cambiamento climatico e le estinzioni di massa sono avvenute quando hanno avuto luogo grandi cambiamenti sulla Terra”, dice Steffen. Troppo CO2 semplicemente cuocerà il pianeta e troppa distruzione degli ecosistemi distruggerà le risorse naturali (pensate al cibo) dalle quali le persone dipendono.
La designazione dei due limiti chiave potrebbe essere in parte una risposta alla frustrazione dovuta ai politici quando i nove limiti sono stati rivelati. Erano semplicemente troppo per i legislatori e i capi politici. Steffen spera che concentrarsi sui limiti chiave guiderà il completamento degli Obbiettivi di Sviluppo Sostenibile dell'ONU, che si terranno quest'anno, che sono pensati per guidare le nazioni nel plasmare politiche che aiutino a sostenere il pianeta per il futuro. I ricercatori hanno messo un'enfasi visuale sorprendente su quali nazioni hanno le responsabilità maggiori del cambiamento allegando mappe dettagliate, come la mappa delle foreste sopra, che mostrano quali regioni stanno superando di più i limiti. Una serie di mappe, per esempio, mostra quali regioni agricole stanno sversando più azoto e fosforo nei corsi d'acqua e negli oceani. Quando gli viene chiesto se il gruppo può essere criticato perché punta il dito, Steffen dice: “questa è la realtà di quello che accade. Siamo arrivati al punto in cui non possiamo più evitare il problema dell'equità”, intendendo che è il momento di farsi avanti ed indicare quali paesi stanno danneggiando di più il pianeta.
La realizzazione che è il momento di parlare chiaro proviene da un secondo nuovo saggio apparso oggi online sulla Anthropocene Review, a sua volta diretta da Steffen. Il saggio aggiorna un impressionante serie di 24 grafici (sotto) che mostrano che quasi tutti i danni alla Terra da parte degli esseri umani si sono verificati dal 1950, di pari passo con la rapida crescita economica in tutto il mondo. Questa “Grande Accelerazione” dei motori sociali, economici ed ambientali dice fondamentalmente che anche se l'aumento della popolazione aggiunge stress ai sistemi terrestri, il maggior consumo grazie all'aumento degli standard di vita è responsabile per una parte maggiore del fardello.
La reazione impulsiva – secondo cui i paesi poveri e in via di sviluppo non possono raggiungere i redditi e la qualità di vita di cui si gode nelle nazioni pienamente sviluppate senza danneggiare il pianeta – è tuttavia sbagliata, dice Steffen. Per esempio, Steffen osserva: “Non stiamo negando cibo alle persone dicendo che il mondo deve vivere entro certi limiti di azoto e fosforo. Gli agronomi dicono che nuove pratiche, come l'agricoltura di precisione, possono permetterci di coltivare cibo per 9 miliardi di persone e di rimanere entro i limiti di sicurezza. Possiamo essere intelligenti. Abbiamo gli strumenti. Dobbiamo solo metterci d'accordo come società globale che dobbiamo fare le cose in modo più intelligente”.
Parte del ruolo degli scienziati in un futuro più intelligente sarà di determinare in che modo i nove limiti funzionano congiuntamente. Fino ad ora i limiti sono stati valutati isolatamente. Steffen dice che il prossimo passo, forse un nuovo rapporto fra altri cinque anni, è quello di svelare “le interazioni fra i limiti. Non sono indipendenti l'uno dall'altro”. Nel frattempo, aggiunge, “dobbiamo lavorare con le politiche di comunità a partire da adesso”.
Fonte della mappa: Limiti planetari: guidare lo sviluppo umano in un pianeta che cambia. Will Steffen et al. su Science, 15 gennaio 2015. Grafico dell'accelerazione: International Geosphere-Biosphere Programme
Di Mark Fischetti
Cinque anni fa, un imponente gruppo internazionale di scienziati ha svelato nove "limiti" biologici ed ambientali che l'umanità non deve superare perché la Terra rimanga un luogo vivibile. A suo rischio e pericolo, il mondo ha già superato tre di quei limiti: troppo biossido di carbonio nell'atmosfera, un tasso di perdita della biodiversità troppo rapido e troppo sversamento di azoto nei fiumi e negli oceani – principalmente sotto forma di dilavamento di fertilizzanti.
Ora siamo riusciti a superare un quarto limite: la quantità di foreste che vengono spianate o bruciate fino a scomparire (vedete la mappa sotto). Sempre meno foreste significa ridotta capacità del pianeta di assorbire parte di quel biossido di carbonio e di produrre vapore acqueo, fondamentale per la vita delle piante. E la perdita in corso altera la quantità di energia solare assorbita o riflessa su vaste regioni, che di per sé può modificare il clima.
I dettagli sul quarto superamento, e gli aggiornamenti su come se la passa il pianeta su tutti e nove i limiti, sono stati pubblicati oggi online su Science. Un'altra squadra internazionale, con alcuni degli stessi membri del gruppo originale, ha deciso di riesaminare i limiti alla luce di cinque nuovi dati e pensano di continuare a farlo in futuro. “La scienza va avanti”, dice l'autore principale del saggio, Will Steffen, un professore dell'Università nazionale Australiana e dello Stockholm Resilience Center dell'Università di Stoccolma. “E vanno avanti anche i modi migliori di formularla ed applicarla alla politica”.
Foreste che scompaiono: le verdi sono sostenibili, le gialle e le rosse hanno superato il limite di sicurezza.
Infatti, il gruppo ha scelto due “limiti chiave”, ognuno dei quali “porta il sistema terrestre in un nuovo stato” se vengono persistentemente superati. Naturalmente il sotteso è che un “nuovo” stato non è uno stato in cui ci vogliamo trovare. I due limiti chiave sono il “cambiamento climatico” - principalmente la quantità di CO2 in atmosfera – e “l'integrità della biosfera”, cioè quanto stiamo uccidendo le specie e distruggendo l'habitat naturale. “Riesaminando la storia geologica, vediamo che il cambiamento climatico e le estinzioni di massa sono avvenute quando hanno avuto luogo grandi cambiamenti sulla Terra”, dice Steffen. Troppo CO2 semplicemente cuocerà il pianeta e troppa distruzione degli ecosistemi distruggerà le risorse naturali (pensate al cibo) dalle quali le persone dipendono.
La designazione dei due limiti chiave potrebbe essere in parte una risposta alla frustrazione dovuta ai politici quando i nove limiti sono stati rivelati. Erano semplicemente troppo per i legislatori e i capi politici. Steffen spera che concentrarsi sui limiti chiave guiderà il completamento degli Obbiettivi di Sviluppo Sostenibile dell'ONU, che si terranno quest'anno, che sono pensati per guidare le nazioni nel plasmare politiche che aiutino a sostenere il pianeta per il futuro. I ricercatori hanno messo un'enfasi visuale sorprendente su quali nazioni hanno le responsabilità maggiori del cambiamento allegando mappe dettagliate, come la mappa delle foreste sopra, che mostrano quali regioni stanno superando di più i limiti. Una serie di mappe, per esempio, mostra quali regioni agricole stanno sversando più azoto e fosforo nei corsi d'acqua e negli oceani. Quando gli viene chiesto se il gruppo può essere criticato perché punta il dito, Steffen dice: “questa è la realtà di quello che accade. Siamo arrivati al punto in cui non possiamo più evitare il problema dell'equità”, intendendo che è il momento di farsi avanti ed indicare quali paesi stanno danneggiando di più il pianeta.
La realizzazione che è il momento di parlare chiaro proviene da un secondo nuovo saggio apparso oggi online sulla Anthropocene Review, a sua volta diretta da Steffen. Il saggio aggiorna un impressionante serie di 24 grafici (sotto) che mostrano che quasi tutti i danni alla Terra da parte degli esseri umani si sono verificati dal 1950, di pari passo con la rapida crescita economica in tutto il mondo. Questa “Grande Accelerazione” dei motori sociali, economici ed ambientali dice fondamentalmente che anche se l'aumento della popolazione aggiunge stress ai sistemi terrestri, il maggior consumo grazie all'aumento degli standard di vita è responsabile per una parte maggiore del fardello.
La “Grande Accelerazione” dei motori sociali, economici ed ambientali.
La reazione impulsiva – secondo cui i paesi poveri e in via di sviluppo non possono raggiungere i redditi e la qualità di vita di cui si gode nelle nazioni pienamente sviluppate senza danneggiare il pianeta – è tuttavia sbagliata, dice Steffen. Per esempio, Steffen osserva: “Non stiamo negando cibo alle persone dicendo che il mondo deve vivere entro certi limiti di azoto e fosforo. Gli agronomi dicono che nuove pratiche, come l'agricoltura di precisione, possono permetterci di coltivare cibo per 9 miliardi di persone e di rimanere entro i limiti di sicurezza. Possiamo essere intelligenti. Abbiamo gli strumenti. Dobbiamo solo metterci d'accordo come società globale che dobbiamo fare le cose in modo più intelligente”.
Parte del ruolo degli scienziati in un futuro più intelligente sarà di determinare in che modo i nove limiti funzionano congiuntamente. Fino ad ora i limiti sono stati valutati isolatamente. Steffen dice che il prossimo passo, forse un nuovo rapporto fra altri cinque anni, è quello di svelare “le interazioni fra i limiti. Non sono indipendenti l'uno dall'altro”. Nel frattempo, aggiunge, “dobbiamo lavorare con le politiche di comunità a partire da adesso”.
Fonte della mappa: Limiti planetari: guidare lo sviluppo umano in un pianeta che cambia. Will Steffen et al. su Science, 15 gennaio 2015. Grafico dell'accelerazione: International Geosphere-Biosphere Programme