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sabato 6 marzo 2021

"Medioevo Elettrico," Origini dell'Idea e una Poesia

 


L'idea del ritorno al Medio Evo è stata popolare per molto tempo con i vari catastrofisti che infestano il Web. Forse il primo a creare la moda era stato Roberto Vacca nel 1971, con il suo libro molto approfondito "Il Medioevo prossimo venturo." 

Poi, qualche anno fa avevamo creato un blog intitolato "Rimedio Evo" che esiste tuttora ed è tenuto da Marco Sclarandis. Marco tende a esprimersi in rima piuttosto che in prosa, quindi ecco qui una sua composizione inaugurale per il blog "Medio Evo Elettrico"

Ora che il Medio Evo sta arrivando per davvero, forse dovremmo cominciare tutti a esprimerci in rima, come facevano gli antichi bardi (non per nulla, sono un loro discendente!) -- UB

 

Per Inaugurare "Medioevo Elettrico"

Un poema di Marco Sclarandis

 

Mi sembra d'aver colto un dialogo

più antico dei magmi dei deserti

nella lingua arcaica indistinguibile

dai suoni dell'infrangersi di onde 

precedenti a quelle dei flutti attuali

devo dirne per non credermi impazzito

proveniva da due di quei fratelli

della famiglia primordiale sorta

dall'addensarsi di vuoti e pieni eterei

potrebbe esserci stata corte d'uditori

animati da oscure emozioni elementari

ma i due discutevano di numeri

uno di quanto dal tre ereditasse gloria

l'altro dal sette avrebbe ottenuto regno

solo su 'l due si misero d' accordo

perché entrambi ne erano impregnati

ma io disse sono sesto e tu nemmeno

sei settimo ma solo quattordicesimo

vedrai quante meraviglie saprò fare

con quanti saprò legarmi e contrattare

in modo da conciliare aspri opposti

tu invece mi pare sei poco malleabile

ti ritroverai a startene di sasso e mai

sarai parte di soave fiore e viva mente

incassava nel silenzio l'umile elemento

l'arroganza dell'interlocutore tronfio

ricordati in un futuro secolo vedrai

troppo su di te esseri a te affini

avranno fatto incauto affidamento

tu diverrai respiro torrido per essi

malediranno la tua truccata cornucopia

il Sole farà di me sire d'un reame

dove il lampo delle nubi sarà domato

ed io con la mia friabile durezza di Silicio

simulerò il pensiero che tu Carbonio

credevi sarebbe stato inimitabile.

 


venerdì 19 luglio 2019

Qualcosa di serio per l'ambiente: il nuovo decreto sulle rinnovabili a firma M5S

Gianni Girotto, senatore M5s. Uno dei pochi politici italiani che hanno capito l'importanza dell'energia rinnovabile.


In più di un'occasione ho dichiarato la mia approvazione per il lavoro dei parlamentari M5S. Questo mi ha tirato dietro le ire di qualche paleo-comunista che mi ha mandato lettere piene di accidenti. E invece, il movimento 5 stelle sta facendo bene nonostante la situazione politica difficilissima (incluso l'errore clamoroso che hanno fatto di allearsi con Salvini, ma quella è un'altra storia).

In pratica, il movimento 5s sta tenendo fede alle promesse fatte in campagna elettorale per quanto riguarda la promozione delle energie rinnovabili. E una posizione che va contro quasi tutti gli altri in politica, dove la faccenda "sostenibilità" si intende come dare una spennellatina di verde a questo o quello per poi dedicarsi alle cose "serie," crescita economica, cemento, grandi opere, ecc. In questo senso, il PD di Renzi si è distinto per la sua continua ed efficace lotta contro le rinnovabili che, fra le altre cose, ha distrutto un'industria nazionale che produceva ricchezza e dava lavoro a molta gente.

Pochi hanno capito che un sistema economico è come un motore che funziona soltanto se ha carburante -- ovvero energia. Non si può pensare di dare agli Italiani lavoro, servizi, giustizia e tutto il resto se il motore si ferma. E rischia di fermarsi se non troviamo una sorgente di energia che lo faccia muovere. In Italia, paese del sole, è ovvio quale deve essere questa energia: l'energia rinnovabile.

Non si sa che cosa ci porterà il futuro in questo momento molto difficile. Ma se riusciamo a far decollare l'idea che l'energia rinnovabile può dare un futuro all'Italia e agli Italiani, saremo già un passo avanti.

Qui di seguito, un commento di Max de Carlo dal suo blog "Mondo Elettrico"




Energia, firmato il decreto FER1 per le rinnovabili

Rinnovabili, Di Maio e Costa firmano il decreto FER1.
Gli obiettivi: incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili e creare migliaia di posti di lavoro
I Ministri Luigi Di Maio e Sergio Costa hanno firmato il decreto FER1, che ha l’obiettivo di sostenere la produzione di energia da fonti rinnovabili per il raggiungimento dei target europei al 2030 definiti nel Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), attraverso la definizione di incentivi e procedure indirizzati a promuovere l’efficacia, l’efficienza e la sostenibilità, sia in termini ambientali che economici, del settore.
Il provvedimento, in particolare, incentiva la diffusione di impianti fotovoltaici, eolici, idroelettrici e a gas di depurazione. “Un grande lavoro di squadra dei due ministeri, ambiente e sviluppo economico, che darà impulso alla produzione di energia rinnovabile, creando migliaia di nuovi posti di lavoro – ha dichiarato Di Maio – e puntando alla attuazione della transizione energetica, in un’ottica di decarbonizzazione”.
“E’ una vera e propria rivoluzione copernicana, un cambio di paradigma – commenta Costa – si premia l’autoconsumo di energia per gli impianti su edificio fino a 100 kW e l’eliminazione dell’amianto, si incentiva la produzione di energia sostenibile oltre che rinnovabile. Questo decreto è una grande opportunità di sviluppo e di tutela ambientale”.
Dopo aver ottenuto il via libera della Commissione europea, il Decreto FER1 è stato inviato per la registrazione alla Corte dei Conti prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
La sintesi del provvedimento
L’ attuazione del provvedimento consentirà la realizzazione di impianti per una potenza complessiva di circa 8.000 MW, con un aumento della produzione da fonti rinnovabili di circa 12 miliardi di kWh e con investimenti attivati stimati nell’ordine di 10 miliardi di Euro.
Con gli incentivi verrà data priorità a:
  • impianti realizzati su discariche chiuse e sui Siti di Interesse Nazionale ai fini della bonifica;
  • su scuole, ospedali ed altri edifici pubblici per impianti fotovoltaici i cui moduli sono installati in sostituzione di coperture di edifici e fabbricati rurali su cui è operata la completa rimozione dell’eternit o dell’amianto;
  • impianti idroelettrici che rispettino le caratteristiche costruttive del DM 23 giugno 2016, quelli alimentati a gas residuati dai processi di depurazione o che prevedono la copertura delle vasche del digestato;
  • tutti gli impianti connessi in “parallelo” con la rete elettrica e con le colonnine di ricarica delle auto elettriche (a condizione che la potenza di ricarica non sia inferiore al 15% della potenza dell’impianto e che ciascuna colonnina abbia una potenza di almeno 15 kW).

Cambia, inoltre, la modalità di riconoscimento del premio sull’autoconsumo: per gli impianti di potenza fino a 100 kW su edifici, sulla quota di produzione netta consumata in sito è attribuito un premio pari a 10 euro il MWh cumulabile con quello per i moduli in sostituzione di coperture contenenti amianto. Il premio è riconosciuto a posteriori a patto che l’energia auto consumata sia superiore al 40% della produzione netta.
Saranno ammessi agli incentivi solo gli impianti idroelettrici in possesso di determinati requisiti che consentano la tutela dei corpi idrici, e in base a una valutazione dell’Arpa.
Gli impianti fotovoltaici realizzati al posto delle coperture in amianto o eternit avranno diritto, in aggiunta agli incentivi sull’energia elettrica, a un premio pari a 12 €/MWh su tutta l’energia prodotta.
Impianti ammissibili
Potranno partecipare ai bandi per la selezione dei progetti da iscrivere nei registri gli impianti:
  • di nuova costruzione, integralmente ricostruiti e riattivati, di potenza inferiore a 1MW;
  • oggetto di interventi di potenziamento qualora la differenza tra la potenza dopo l’intervento e la potenza prima dell’intervento sia inferiore a 1 MW;
  • oggetto di rifacimento di potenza inferiore a 1MW.

Sono ammessi impianti fotovoltaici esclusivamente di nuova costruzione e realizzati con componenti di nuova costruzione.
Inoltre, potranno partecipare alle procedure di registri anche aggregati costituiti da più impianti appartenenti al medesimo gruppo, di potenza unitaria superiore a 20 kW, purché la potenza complessiva dell’aggregato sia inferiore a 1 MW
Gli impianti di potenza uguale o maggiore ai valori sopra indicati per accedere agli incentivi dovranno partecipare a procedure di asta al ribasso nei limiti dei contingenti di potenza.
In analogia, potranno partecipare alle procedure di asta anche gli aggregati costituiti da più impianti appartenenti al medesimo gruppo, di potenza unitaria superiore a 20 kW e non superiore a 500 kW, purché la potenza complessiva dell’aggregato sia uguale o superiore a 1 MW.
Lunedì, 08 Luglio 2019
Per maggiori informazioni


MondoElettrico è partner di AAE - Veicoli elettrici  

martedì 13 dicembre 2016

Energia o collasso: Grillo ha capito tutto


Nel 1972, lo studio noto in Italia come "I Limiti dello Sviluppo" aveva generato lo scenario detto "di base", nel quale il collasso del sistema economico mondiale cominciava all'incirca dal 2020. Ci sono molti sintomi che indicano che questo scenario potrebbe corrispondere alla realtà, anche se non possiamo ancora esserne sicuri. Sembrerebbe, tuttavia, che l'Italia, paese economicamente più debole di altri, potrebbe aver anticipato il "picco" già alcuni anni fa. E non è colpa dell'Euro o della Merkel o dell'Euro; è colpa del graduale esaurimento delle risorse, in particolare quelle energetiche. L'unico politico che sembra aver capito qualcosa su questo argomento - sia pure entro certi limiti - è Beppe Grillo che ha parlato di energia come una priorità nel suo blog. 



Dopo la vittoria del "No" al referendum, sembrava fosse successo un cataclisma. Invece, non succede gran che, come ci si poteva aspettare. Siamo sempre ai soliti discorsi: grandi chiacchere sulle solite cose: come far ripartire la crescita, le grandi opere, le riforme, gli immigrati, la destra, la sinistra, eccetera

Ma nessuno si occupa del problema centrale: le risorse. C'è una ragione per la quale questo blog si chiama "Effetto Risorse". La ragione è che un'economia non può esistere senza risorse, e in particolare senza energia. E sappiamo già da quasi 50 anni qualìè l'importanza delle risorse sull'economia. Ce lo hanno spiegato gli autori dei "Limiti dello Sviluppo" del 1972. Nessuna economia può sopravvivere a lungo se si basa su risorse non rinnovabili e se si trova a dover combattere contro i costi dell'inquinamento che essa stessa genera.

In Italia, avevamo abbondanti risorse minerali al tempo degli Etruschi, ma quell'epoca è ormai un po' lontana. Per quanto riguarda petrolio e gas, siamo ridotti a strizzare per quanto possibile il limone già ampiamente strizzato dei giacimenti della Basilicata. Per il momento ne tiriamo fuori ancora un po', ma non possiamo pensare di continuare molto a lungo. E, comunque, già ora importiamo circa il 90% di quello che consumiamo. Per non parlare poi del problema climatico che ci sta arrivando addosso in molteplici forme e per il quale non bastano più le chiacchere.

Allora, non sarebbe il caso di cominciare a ragionare sul renderci energeticamente un po' meno dipendenti dalle importazioni, come pure da risorse ormai in via di esaurimento? E a ragionare su come fare qualcosa di serio per ridurre le emissioni di gas serra? Non è che possiamo invertire completamente certe tendenze, ma perlomeno possiamo ridurre il danno. E abbiamo buone possibilità di fare qualcosa: se viviamo nel paese del sole, dobbiamo sfruttare il sole che, a differenza del petrolio, ci arriva gratis.

Sembrerebbe logico, ma il governo Renzi si è impegnato a fare esattamente il contrario, ovvero a demolire l'industria italiana delle rinnovabili, facendo ogni possibile regalo ai petrolieri. Uno scherzetto che ci è costato forse 60 mila posti di lavoro nel solare e 4 mila nell'eolico, come pure la perdità di una competitività tecnologica che avevamo acquisito e che abbiamo buttato al vento. Un vero disastro sotto tutti i punti di vista.

Nel generale sbandamento della politica, non c'è nessuno che si occupi dei problemi fondamentali. Tutti tranne uno, in effetti: Beppe Grillo che ha citato l'energia come un problema fondamentale nel suo blog. Ha detto chiaramente che "Allora noi abbiamo nel nostro programma, lo avete sempre visto, come punti di riferimento le rinnovabili. Gradualmente passiamo alle rinnovabili, le produciamo noi, il Paese del Sole."

Il post di Grillo è criticabile per diverse buone ragioni. E, ovviamente, c'è chi lo ha criticato, in certi casi in un modo che posso definire soltanto come patetico. Purtroppo, oggi non si riesce a parlare più di niente se non inserendolo nella partigianeria politica imperante. Ma se vi liberate di questo atteggiamento e guardate il post di Grillo nel contesto generale della politica italiana di oggi, è un miracolo di sapienza e di preveggenza. Incredibile, ma vero, c'è in Italia una forza politica che pensa che il problema energetico sia prioritario! Non è solo Grillo ma anche alcuni parlamentari del M5S che sono esperti di energia e cercano di fare del lavoro serio in proposito (fra loro, Dario Tamburrano e Gianni Girotto).

Ora, non prendete questo post come uno spot di propaganda per il Movimento 5 Stelle. Sono il primo a dire che ci sono molti gravi problemi con il M5S; fra le altre cose, la loro tendenza a supportare il complottismo e la pseudo-scienza, tipo scie chimiche e cose del genere (*). Notate anche che se Matteo Salvini avesse detto le cose che ha detto Grillo sull'energia, io sarei qui a dir bene di Salvini. Ma Salvini non ha detto niente del genere e se volete leggere un po' di scemenze dette da un rappresentante della lega nord sull'energia, le potete trovare qui (incluso la necessità di sostenere la ricerca sui "motori ad acqua" ohimé, come si fa a ridursi a questo livello per una manciata di voti?).

Insomma, la situazione, la fuori, è talmente seria che non è più questione di politica, di maggioranze, di voti, e tutto il resto. E' una questione di sopravvivenza economica e forse anche fisica per un intero paese se non si fanno certe cose per il futuro nostro e dei nostri figli. E chiunque si impegna a farle, o perlomeno ci prova, fa una cosa utile. Quindi, proviamo a liberarci dalla partigianeria deteriore che ci affligge e andiamo avanti. Viviamo nel paese del sole, sfruttiamo la fortuna che abbiamo.


(*) Nota: dopo la pubblicazione di questo post ho ricevuto una telefonata dalla segreteria di Beppe Grillo con la quale mi hanno fatto notare che né Grillo né il movimento 5 stelle sono coinvolti o supportano la teoria delle scie chimiche. Prendo atto con piacere di questa precisazione e mi scuso per questa imprecisione nel mio testo. 





lunedì 18 luglio 2016

In punta di piedi nel campo minato dell'energia rinnovabile

Da “Post Carbon Institute”. Traduzione di MR

Di Richard Heinberg


Ho impiegato l'anno passato a lavorare con David Fridley e lo staff del Post Carbon Institute ad un libro appena pubblicato, Il nostro futuro rinnovabile. Il processo è stato un piacere: è stato un piacere lavorare con tutte le persone coinvolte (compresi i circa 20 esperti che abbiamo intervistato o consultato) e personalmente ho imparato moltissimo nel percorso. Ma abbiamo anche incontrato una sfida spinosa nell'elaborare un tono che informasse ma non alienasse il pubblico potenziale del libro.

domenica 5 giugno 2016

Un mondo 100% rinnovabile è possibile? Un sondaggio fra gli esperti

Da “Cassandra's Legacy”. Traduzione di MR



Riporto qui i risultati di una piccola indagine che ho portato a termine la scorsa settimana fra i membri di un forum di discussione, principalmente esperti di energia rinnovabile (*). Si è trattato di un sondaggio molto informale, non inteso per avere un valore statistico. Ma circa 70 persone hanno risposto fra un totale di 167 membri, quindi penso che questi risultati abbiano un certo valore nel dirci come si sentono gli esperti in questo campo. E sono stato sorpreso dal notevole ottimismo che è uscito fuori dal sondaggio. Ecco cosa ho chiesto ai membri della lista (nota: questo sondaggio ora è online su Doomstead Diner).

venerdì 1 aprile 2016

Svelato l'imbroglio: 9 ragioni per cui l'energia fotovoltaica non è una soluzione

Dal blog "Cassandra's legacy"


A little problem with photovoltaic panels (image from "The Telegraph")

di Ugo Bardi

Dal comitato "salvateci dal sole"

Non si è mai parlato tanto di energia fotovoltatica come oggi, quando c'è chi ce la presenta come la soluzione miracolosa per tutti i problemi. Bene, vi possiamo dire che non è così facile, e vi spieghiamo perché.

1. Le celle fotovoltaiche non possono funzionare. Vi racconteranno che l'energia fotovoltaica viene creata da arcani processi generati dalla meccanica quantistica. Ma in realtà la meccanica quantistica è basata sul cosiddetto "principio di indeterminazione di Heisemberg." E come può una scienza basarsi su qualcosa che è indeterminato fin dall'inizio? E' come è possibile che funzionino cose basate su fondazioni così incerte?

2. Le celle fotovoltaiche non funzionano. C'è un semplice test che lo prova. Prendete in mano una cella fotovoltaica. Esponetela al sole. Toccatela in qualsiasi punto: sulla superficie, sui contatti, dove vi pare. Avete preso la scossa? No. Eppure, ci dicono che queste celle creano energia elettrica. Ma non è vero. E un ovvio imbroglio

3. Ci raccontano che i pannelli fotovoltaici funzionano con l'energia solare. Ora, se questo è vero, e se è vero che ci sono tanti pannelli fotovoltaici in giro, come stà che potete accendere il vostro asciugacapelli anche di notte o quando è nuvoloso? Evidentemente, siamo di fronte a un imbroglio.

4. Fate caso alla Casa Bianca. Vi ricordate di quando Jimmy Carter aveva montato dei pannelli fotovoltaici sul tetto della Casa Bianca? Era il 1979, e nel 1981 il presidente Reagan li aveva fatti togliere. Non vi sembra che ci doveva essere una ragione per questa decisione del presidente? Ovviamente, aveva scoperto la verità sui pannelli fotovoltaici. Non funzionano! Recentemente, Obama ha rimesso dei pannelli solari sul tetto della Casa Bianca. Ma questo prova soltanto che lui non è soltanto un Kenyota che ha usurpato la carica di presidente, ma che anche lui è parte del grande complotto.

5. Lo sapete delle scie chimiche? Su quelle terribili sostanze chimiche che sono sparpagliate nel cielo da cosiddetti aerei civili. Alcune di queste scie chimiche hanno a che vedere con l'imbroglio fotovoltaico. Non possiamo darvi dettagli, perché temiamo che i gatekeeper ci mandino i loro accoliti per metterci a tacere. Ma il fatto che i pannelli fotovoltaici non funzionano è altrettanto vero del fatto che le scie chimiche esistono; come ben sapete.

6. I pannelli fotovoltaici sono pericolosi per chi ci vive accanto. Come possiamo dire una cosa del genere? Beh, per prima cosa è ben noto che le pale eoliche sono cancerogene: è assolutamente provato. E si presume che i pannelli fotovoltaici creino la stessa forma di energia creata dalle torri eoliche. Ci deve ben essere una relazione! In aggiunta, ci sono tante persone che si ammalano di qualcosa e che hanno pannelli fotovoltaici sul tetto di casa. Non vi pare che questo vuol dire qualcosa?

7. I pannelli solari nascondono il sole: lo sapevate che risucchieranno tutto il sole e che non ce ne sarà più per voi? E' vero, leggete qui.

8. I pannelli solari fanno strage di uccelli. In effetti, questo viene detto più che altro per i sistemi solari a concentrazione e per le pale eoliche. Ma noi siamo sicuri che anche i pannelli fotovoltaici uccidono gli uccelli, anche se il meccanismo non è ancora chiaro. Dopotutto, questi impianti sono costruiti dalle stesse persone, per cui devono avere gli stessi effetti.

9. Il ruolo dei gatekeeper. Vi rendete conto che ci sono persone che perdono tempo a dir male di cose ormai ben chiare, come il fatto che la "fusione fredda" funziona?  e, allo stesso tempo, a dir bene dell'imbroglio fotovoltaico? Si, c'è per esempio questo tal Ugo Bardi che racconta di essere un professore universitario. Anche assumendo che lo sia per davvero, come mai perde tanto tempo a dir male di Andrea Rossi e del suo E-Cat, se non fosse che è pagato dalla lobby del fotovoltaico? Un'altra prova che è tutto un imbroglio



Il comitato "Salvateci dal sole" è un gruppo di persone preocculate che si dedicano a svelare l'imbroglio dell'energia rinnovabile e a smascherare gli alieni che si nascondono fra di noi. La sede del gruppo è in un luogo non specificato oltre il circolo polare artico.

venerdì 1 gennaio 2016

2015: l'anno che ha cambiato tutto?

Da “Cassandra's Legacy”. Traduzione di MR


Recenti incendi in California, foto da the Independent 

Certo che nel 2015 non sono mancati i disastri. Alcuni possono essere classificati come “naturali”, altri come causati dall'uomo. In tutti i casi, comunque, sono un'indicazione dello stress percepito dall'ecosistema e dal sistema economico allo stesso tempo. Stiamo raggiungendo, infine, i nostri limiti, come sapevamo che avremmo dovuto dal momento in cui siamo stati avvertiti, nel 1972, dallo studio intitolato “I Limiti della Crescita”.

lunedì 21 settembre 2015

Ce la facciamo a sostituire i fossili con le rinnovabili prima che sia troppo tardi?


Il risultato di uno dei modelli sviluppati da Alessandro Pulvirenti per descrivere la "Transizione Energetica." Vedete il declino della produzione fossile e il rapido aumento di quella rinnovabile.

Dicevano i Cinesi che vivere in tempi interessanti è una maledizione. In effetti, c'è poco da dubitare che viviamo in tempi interessanti. A parte le varie guerre, stermini di massa, migrazioni, e tutto il resto, abbiamo davanti un problema cruciale: Siamo in grado smettere di bruciare combustibili fossili prima che il cambiamento climatico ci spazzi via? E siamo in grado di sostituirli con qualcosa che ci dia altrettanta energia da permetterci di sopravvivere? E siamo in grado di farlo prima che le risorse fossili si esauriscano?

Bella domanda. Diciamo che vale qualche trilione di dollari; il valore monetario di un'intera civiltà. Ci prova a dare una risposta Alessandro Pulvirenti con una serie di calcoli molto dettagliati e molto interessanti. Come vi potete immaginare, non è un calcolo facile e le assunzioni necessarie sono tante e tutte piuttosto incerte. Ma, in breve, comunque, Pulvirenti basa i suoi calcoli su una diminuzione progressiva dell'EROEI (resa energetica) dei fossili, su una "curva di Hubbert" per i consumi fossili, e sull'idea che una certa frazione dell'energia prodotta (fossile e rinnovabile) verrà riutilizzata per costruire nuovi impianti rinnovabili che, alla fine, sostituiranno completamente quelli fossili.

I risultati variano a seconda delle assunzioni iniziali. Ecco le conclusioni alle quali arriva Pulvirenti.

Visti i risultati dei 4 modelli utilizzati, ci si rende conto che:

E' quasi impossibile escludere totalmente l'uso dei combustibili fossili con le sole fonti rinnovabili, utilizzando le tecnologie attuali e la capacità di produzione delle aziende.

Invece, soddisfare le esigenze di energia elettrica attuali e future (il 50% dell'energia primaria) è una cosa fattibile, ma richiede grandi investimenti per gli impianti di produzione (aziende).

Rinviare ulteriormente la transizione e cercare di effettuarla in futuro in minor tempo, richiederà maggiori risorse energetiche annuali, sia per la produzione dei manufatti (celle PV o aerogeneratori) che investimenti per gli impianti delle aziende prodruttrici; con il rischio che l'eccessiva sottrazione di risorse energetiche, causi una crisi economica e sociale molto intensa.

Questi risultati sono diversi da quelli miei e dai miei collaboratori (Sgouridis et al.), dove troviamo che in effetti è possibile sostituire l'energia fossile con altrettanta energia netta di origine rinnovabile in una arco di tempo di una cinquantina di anni. Anche Greenpeace è venuta fuori con una proposta di arrivare al 100% di energia rinnovabile per il 2050.

Ma non mi sembra che ci siano contrasti fondamentali: dipende dalle assunzioni iniziali. Come tutti sappiamo, anche senza bisogno di calcoli dettagliati, la transizione è complessa e richiede dei sacrifici che, al momento, nessuno ha voglia di fare. E se nessuno ha voglia di fare sacrifici, alla transizione non arriveremo mai, di certo.

Comunque, date un'occhiata al post di Pulvirenti, con il quale mi congratulo per il lavoro svolto. Potete commentare qui, su "effetto risorse," che Alessandro segue normalmente.



sabato 13 dicembre 2014

Se la Gigafactory di Tesla può funzionare al 100% con energia rinnovabile, perché non possono anche altri?

Da “computerworld”. Traduzione di MR (h/t Claudio Della Volpe)



La triplice scommessa sulle fonti di energia rinnovabile di Tesla è probabile che superi il proprio fabbisogno di elettricità

La Gigafactory di Tesla, la più grande fabbrica al mondo di batterie agli ioni di litio, si prevede che generi tanta energia rinnovabile quanta gliene serve per funzionare – e dell'altra in più. La scorsa settimana, Tesla ha annunciato che vorrebbe costruire la sua fabbrica fuori Reno, in Nevada. Usando stime prudenti, la triplice scommessa sulle fonti di energia rinnovabile potrebbe generare più di 2.900 MWh di elettricità rinnovabile quotidianamente, che costituisce il 20% in più di quanta ne necessiti, secondo Tom Lombardo, un professore di ingegneria e tecnologia al College di Rock Valley a Rockford, Illinois. “Queste sono stime prudenti della produzione e stime di consumi massimi ed è chiaro che c'è sufficiente energia rinnovabile da far funzionare l'impianto e un po' in eccesso”, ha scritto Lombardo in un post recente.

La fabbrica, la cui preparazione è già iniziata presso il Centro Industriale Tahoe di Reno, sarà a forma di diamante. La forma di diamante, secondo l'AD di tesla Elon Musk, si adatta meglio al profilo dell'ambiente circostante, cosicché per costruirla dev'essere movimentata meno terra. La fabbrica è anche orientata a nord, di modo che i pannelli solari sul suo tetto siano esposti alla massima quantità di luce solare possibile, ha detto Musk. “Questa fabbrica produrrà anche la propria energia. Attraverso una combinazione di geotermico, eolico e solare, essa produrrà tutta l'energia di cui ha bisogno”, ha detto Musk. “Quindi sarà una specie di fabbrica autosufficiente”.

Ritorno dall'investimento delle rinnovabili

Più della metà società di Fortune 100 negli anni scorsi hanno risparmiato collettivamente più di 1,1 miliardi di dollari all'anno riducendo le emissioni di carbonio e implementando progetti di energia rinnovabile, secondo un recente rapporto intitolato “Power Forward 2.0". Collettivamente, il 43% delle società di Fortune 500, o 215 in tutto, hanno anche stabilito obbiettivi in una delle tre categorie: riduzione dell'emissione di gas serra, efficienza energetica ed energia rinnovabile. Se ristrette alle sole Fortune 100, il 60% delle società hanno stabilito gli stessi obbiettivi di energia pulita. Per quanto ammirevole sia per la fabbrica di batterie Tesla di funzionare al 100% con energia rinnovabile, attualmente questa non è un'opzione praticabile per gran parte delle società, principalmente a causa della variabilità dell'energia rinnovabile. La fabbrica di 10 milioni di piedi quadrati di Tesla sarà coperta di pannelli solari e collegata ad un parco eolico vicino e ad una centrale elettrica geotermica, secondo l'AD di tesla Elon Musk. Una fabbrica di batterie di quelle dimensioni si stima che consumi 100 megawatt (MW) di corrente alla capacità di picco o 2.400 MWh al giorno, secondo Navigant Research. Come riferimento, è l'equivalente del consumo di elettricità di circa 80.000 case.

“E' una quantità di energia enorme per un singolo impianto”, ha detto Sam Jaffe, un ricercatore analista titolare di Navigant. Gran parte dell'energia richiesta dalla Gigafactory, ha detto Jaffe, verrà usata per alimentare i forni, che vengono usati per fondere le polveri chimiche in lamine di metallo per la produzione di catodi ed anodi – i poli positivo e negativo di una batteria. La scelta di Tesla dei siti per la sua Gigafactory è stata ottimale per diverse ragioni di cui non necessariamente beneficerebbero altri tipi di fabbriche. Per prima cosa, Reno è anche una delle poche aree del mondo in cui la crosta terrestre è abbastanza sottile da offrire l'accesso all'energia geotermica, cioè calore dal mantello terrestre. Quel calore geotermico è invariabile, costante, e può essere usato nei forni della Gigafactory o per creare vapore per alimentare turbine. Mentre Reno è una regione arida, cosa che preclude le produzioni che richiedono molta acqua, ha però in media 5 ore di picco di sole al giorno in confronto ad altre aree del paese, come il Nordest, che di ore ne ha circa 2. “E' la prevedibilità che risulta molto migliore in quella geografia”, ha detto Jaffe. L'altro uso primario nella Gigafactory sarà quello di caricare completamente le batterie e poi scaricarle in modo da renderle utilizzabili. Tuttavia, in una fabbrica di batterie efficiente, scaricare le batterie può essere fatto caricando altri – alimentare le necessità dovrebbe essere il minimo, ha detto Jaffe. Infine, la Gigafactory produce batterie, che Tesla potrebbe poi usare per immagazzinare a basso costo l'elettricità durante i momenti di bassa produzione di energia rinnovabile.

Non proprio "off grid"

Lombardo non crede tuttavia che la fabbrica sarà energeticamente indipendente sulla base dei suoi impianti di energia rinnovabile. Piuttosto, userà il “net metering”, un metodo con cui Tesla genererà la propia elettricità e venderà l'eccesso ai gestori elettrici. Poi, durante i momenti in cui la produzione di energia rinnovabile di Tesla scende al di sotto della domanda, la rete elettrica gli dirotterà intelligentemente elettricità sulla base di crediti energetici. “E' più affidabile, più conveniente e indipendente dalla posizione”, ha detto Lombardo in una email di risposta a Computerworld. “Nemmeno Tesla andrà necessariamente off-grid. Musk ha detto 'energia netta zero', che significa semplicemente che genereranno tanta energia quanta ne usano”. In media, Reno gode di cinque ore di picco di luce solare al giorno. Considerando un'efficienza media del 20% dei pannelli fotovoltaici a tetto (FV), i 10 milioni di piedi qudrati della Gigafactory produrrebbero 859 MWh di energia solare quotidianamente, ha detto Lombardo. Inoltre, usando l'interpretazione artistica della Gigafactory di Tesla, Lombardo stima che la Gigafactory avrebbe 85 pale eoliche in grado di generare circa 1.836 MWh di corrente al giorno. “Reno non è estranea all'energia geotermica – ha diversi impianti già in funzione. Il più nuovo ha una capacità di 20 MW”, ha scritto Lombardo nel suo blog. “Diciamo che Tesla si mantiene piccola e ne costruisce uno con solo la metà della capacità. Quell'impianto da 10 MW produrrebbe 240 MWh di elettricità da geotermico al giorno. Attraverso l'economia di scala, si prevede che la Gigafactory di Tesla abbassi il costo per kilowatt delle batterie agli ioni di litio della società di più del 30% nel 2017, il primo anno di produzione.

Per il 2020, Tesla crede che la sua Gigafactory produrrà più batterie agli ioni di litio in un anno di quelle prodotte nel mondo nel 2013. Durante una conferenza stampa di fronte al palazzo di stato della capitale del Nevada la scorsa settimana, il governatore Brian Sandoval  ha detto che la Gigafactory avrà un impatto economico di circa 100 miliardi di dollari per il Nevada nei prossimi 20 anni. “Non sarà soltanto la fabbrica di batterie agli ioni di litio più grande del mondo, ma sarà in realtà più grande della somma di tutte le fabbriche di batterie agli ioni di litio del mondo”. Ha detto Musk. “E' prprio una grande fabbrica”.

mercoledì 27 agosto 2014

Oltre il fuoco - l'era dell'elettricità

Dasolarnations”. Traduzione di MR

di "solarevolution





di Ron Swenson

Cos'è tutta questa follia?

L'umanità affronterà tempi incredibilmente difficili nei prossimi anni (non decenni: anni). Abbiamo imparato che, per la nostra stessa sopravvivenza, dobbiamo smettere di bruciare carbonio. E' un sapere comune, non ci sono misteri. Eppure le grandi istituzioni continuano a perseguire aggressivamente l'energia del carbonio, non solo bruciando le sostanze mortali, ma anche costruendo fornaci più voraci per accelerare la follia suicida. Eppure è ragionevole che si aggrappino al Fuoco. La scoperta del Fuoco ha definito le origini umili dell'umanità, dopo tutto. Il Fuoco è stato il cuore stesso dell'esistenza umana per eoni. Molto prima che gli esseri umani imbrigliassero il Fuoco, c'è stato un grande avvenimento nel mondo primitivo, la Grande catastrofe dell'Ossigeno (GCO).

La fotosintesi primitiva negli oceani ha estratto ossigeno dall'acqua (H2O) che poi prima si è combinato coi sali (producendo, per esempio, la ruggine). Molto più tardi, quando l'ossigeno ha saturato i minerali dell'oceano, è poi emerso nell'atmosfera ed ha aiutato a spezzare il metano in CO2 ed acqua e le forme di vita primitive hanno lentamente continuato ad evolversi. Dal momento in cui il CO2 era quasi il 20% dell'atmosfera, molto di esso è stato gradualmente assorbito negli oceani e dalla vita vegetale o è stato sepolto, aprendo la strada a grandi organismi che respiravano ossigeno. Durante il Periodo Carbonifero, 360 milioni di anni fa, si è formato il carbone ed è sprofondato, catturando ancora più carbonio dall'atmosfera e spianando ulteriormente la strada alle moderne forme di vita. Queste condizioni erano già presenti quando sono apparsi gli esseri umani sulla scena... e tutto andava bene.

Poi molto di recente le cose sono cambiate. Gli esseri umani hanno cominciato a bruciare quel carbonio sequestrato per lungo tempo sul serio, nella ricerca di una vita migliore. Tutto ciò appariva ragionevole per un po', ma poi gli scienziati sono diventati pienamente consapevoli dei pericoli costituiti dal rilascio di grandi quantità di carbonio in atmosfera e alla fine il loro messaggio è stato tracciato chiaramente per tutti coloro che vorranno ascoltare. Tuttavia, come l'apprendista stregone, gli esseri umani sono affascinati dalla forza che può essere rilasciata dalla combustione del carbonio. Come piromani, stiamo alterando il clima, minacciando la delicata composizione dell'atmosfera e la stessa sopravvivenza degli organismi viventi dai quali dipende la nostra stessa sopravvivenza. Ma è possibile allontanarsi dal Fuoco, lo stesso fenomeno che un tempo definiva l'umanità ed ora ironicamente minaccia la nostra stessa esistenza? Sì. Un paio di secoli fa, è stata fatta un'altra grande scoperta che ha cambiato per sempre l'esperienza umana – l'Elettricità. Ora è l'Elettricità che definisce la società umana: l'Elettricità è il cuore stesso della civiltà moderna. Ironicamente, però, fino ad ora la maggior parte di quella Elettricità trasformativa è stata prodotta sotto un patto faustiano con quello che una volta era il nostro servo fidato: il Fuoco. Detto diversamente, nel processo di trasformazione, l'amico dell'umanità, il Fuoco, è diventato l'acerrimo nemico. Il guru visionario dell'Elettricità, Thomas Edison, ha lanciato il guanto di sfida oltre 100 anni fa, nel 1910:

La luce del Sole è diffusa e sottile così come lo è l'Elettricità. Forse sono la stessa cosa, la luce del Sole è una forma di energia e i venti e le maree sono manifestazioni di energia. Le usiamo? Ma no! Bruciamo legna e carbone, così come gli affittuari bruciano la staccionata di fronte a casa come combustibile. Viviamo come abusivi, non come se fossimo i padroni della proprietà. Deve per forza venire un tempo in cui il calore e l'energia verranno immagazzinati in quantità illimitate in ogni comunità, raccolte interamente da forze naturali. L'Elettricità dovrebbe essere economica come l'ossigeno...

Altre due grandi scoperte hanno aperto la porta ad un tale futuro sostenibile al di là del fuoco, entrambe attribuite all'altro guru visionario, Albert Einstein. Una è stata il rilascio di energia dall'atomo. L'altra è stata la cattura dell'energia del Sole, leggi il silicio. (E' stato per il suo saggio del 1903 sull'effetto fotoelettrico che Einstein ha vinto il Premio Nobel nel 1921, non per la teoria della relatività che è rimasta controversa a quel tempo). Sfortunatamente lo sfruttamento efficace dell'energia atomica in maniera controllata rimane inafferrabile. Le possibilità di fissione e fusione sono limitate dall'imprevedibilità del comportamento umano e dallo stesso reale pericolo di radiazioni emesse da concentrazioni gestibili in una combinazione di errore umano, guerra, cambiamento climatico e disastri naturali. Ciò ci lascia con una opzione - “le forze naturali” - l'energia solare, il vento e le maree, che Edison è stato in grado di vedere così chiaramente in anticipo. E, ironicamente, per confermare la sfida di Edison e mantenere l'atmosfera in equilibrio, l'umanità deve mettere via il Fuoco.

Per fortuna, bruciare legna nelle città moderne si è ridotto ad un rituale estivo (il barbecue con la carbonella). Ma come abusivi, stiamo ancora bruciando idrocarburi minerali per fare Elettricità... e per andare in giro per la città. Anche se sono stato fatti progressi per produrre l'Elettricità con Sole ed il vento, le macchine infernali che eruttano Fuoco sono ancora libere di andarsene in giro per le strade. E' incoraggiante che gli abitanti delle città abbiano abbandonato il Fuoco nelle cucine (perlomeno il fuoco di legna, cioè), quindi il passo successivo per la sopravvivenza dell'umanità è quello di mettere al bando il Fuoco dalle strade. Inoltre, dato ciò che l'umanità sa oggi, è del tutto assurdo permettere a macchine su ruote di dominare il paesaggio urbano. Possiamo portare l'Evoluzione solare nelle strade e liberarci dal dominio delle macchine. Possiamo ridare le strade alla gente.




mercoledì 30 luglio 2014

Il vero ostacolo alla diffusione dell'energia rinnovabile.



E' uscito di recente un rapporto del Wuppertal Institute sulla "rinnovabilità delle rinnovabili". Ovvero, se è vero che l'energia rinnovabile è rinnovabile per definizione, lo sono altrettanto le risorse minerali utilizzate negli impianti? Questo punto è oggetto di molto dibattito e ha generato anche tante leggende negative. Ma la risposta del Wuppertal Institute è sostanzialmente affermativa - come del resto ho sostenuto anch'io nel mio recente libro "Extracted". A parte alcune tecnologie particolari, nel complesso le energie rinnovabili - in particolare l'energia fotovoltaica - non sono limitate dal consumo di risorse minerali, supponendo, ovviamente, che queste vengano usate con cautela e riciclate. Insomma, nonostante le tante leggende che girano imperterrite per il Web, l'unico vero ostacolo alla diffusione dell'energia rinnovabile è la stupidità umana. 

Qui di seguito, il resoconto di "Qualenergia" sul rapporto del Wuppertal Institute. E' sostanzialmente corretto anche se forse un tantino ottimista se confrontato col più cauto riassunto dello studio (che trovate in Inglese in fondo a questo documento)



I minerali non sono un fattore limitante per lo sviluppo delle rinnovabili in Germania

Un progetto del Wuppertal Institut, realizzato per conto del Ministero degli affari economici ed energetici tedesco, analizza per la prima volta quali siano i minerali più critici per la diffusione di rinnovabili elettriche, termiche e biocarburanti al 2050 in Germania. Molte le variabili in gioco, ma per le tecnologie più importanti non ci dovrebbero essere grossi problemi.
Uno degli aspetti meno affrontati nello sviluppo delle rinnovabili e della transizione energetica è la disponibilità di risorse minerarie. Un tema che va trattato con molta cautela soprattutto quando le prospettive sono di lungo periodo, dove diverse variabili entrano in gioco. Un progetto tedesco, KRESS (Critical Resources and Material Flows during the Transformation of the German Energy Supply Systempdf in tedesco, 277 pp.), elaborato dal Wuppertal Institut e realizzato per conto del Ministero degli affari economici ed energetici, analizza per la prima volta quali siano i minerali più critici in una prospettiva di diffusione delle rinnovabili elettriche, termiche e biocarburanti al 2050 con un target di copertura dei fabbisogni energetici totali pari al 60% (80% per l’elettrico) secondo gli obiettivi governativi.

L’analisi (in allegato la sintesi in inglese), che non è una previsione in senso stretto, è stata condotta non solo sulla disponibilità di lungo termine delle risorse, ma in base ad altre valutazioni come le opzioni di riciclo dei materiali e gli aspetti ambientali legati alla loro estrazione. Le conclusioni del report mostrano che la disponibilità geologica dei minerali non rappresenta tuttavia un fattore limitante per la roadmap tedesca delle rinnovabili.

Tra le tecnologie oggetto di investigazione quelle che hanno dimostrato di essere, con molto probabilità, le “non critiche” riguardo all’offerta di minerali da utilizzare nei processi produttivi sono da annoverare soprattutto nell’ambito elettrico. Dunque, l’idroelettrico, le turbine eoliche che non utilizzano magneti rari, fotovoltaico a silicio cristallino, solare termodinamico. Tra le rinnovabili termiche, il solare e la geotermia a bassa entalpia non hanno particolari problemi. Nelle infrastrutture nessun impedimento di risorse si riscontra per le reti elettriche e per alcune tipologie di accumuli. Sulla tecnologie delle biomasse o biocarburanti, che comunque esulano dallo studio, l’aspetto critico è da ricercarsi soprattutto nell’uso competitivo della terra.

Nello specifico del fotovoltaico, ad esempio, si sono valutati i consumi di indio, gallio, selenio, argento, cadmio e tellururo. Per quanto concerne il fotovoltaico cristallino, che oggi copre quasi il  97% degli acquisti in Germania, nessun fattore critico è stato appurato. Nel caso dei film sottili non risulterebbe problematica la quantità di cadmio e tellururo richiesta fino al 2020; in seguito tuttavia la domanda di questa specifica tecnologia FV dovrebbe declinare. Per celle e moduli CIGS (rame, indio, gallio e diselenide) il discorso è leggermente diverso. Non ci sono garanzie, ad esempio, che nel lungo periodo la domanda di indio potrà essere soddisfatta vista la forte competizione con la produzione di LCD, in decisa crescita mondiale, e l’elevata dipendenza da un unico paese fornitore, la Cina. Secondo gli autori del report, anche se l’attuale mercato tedesco di celle CIGS non supera neanche il 3%, in futuro non sarà facile mantenere tale quota. L’utilizzo di alternativi substrati conduttori per le celle a film sottili, che dovrebbe comunque essere nei prossimi decenni una delle tecnologia FV con le migliori prospettive, potrebbe trovare maggiori sviluppi, ma si richiedono ulteriori ricerche nel campo. Una soluzione indicata per tutte le tecnologie fotovoltaiche, oltre al riciclo, è nel ridurre i materiali consumati integrando sempre di più celle e moduli in altre strutture o applicazioni, come facciate, tetti, pensiline, ecc.

Per lo storage diversi sono i minerali presi in considerazione, come litio, vanadio, potassio, lantanio, ittrio. Al momento, secondo lo studio, sembrano avere meno criticità in termini di disponibilità le batterie agli ioni di litio e gli impianti di stoccaggio ad aria compressa per l’accumulo di breve periodo. Più complessa è considerata la situazione per le batterie redox al vanadio, per gli accumuli su grande scala. Queste sfruttano la capacità del vanadio di esistere in soluzione in quattro diversi stati di ossidazione; si può realizzare così una batteria con un solo elemento elettroattivo anziché due. Il vantaggio principale è che si può ottenere una capacità pressoché illimitata semplicemente usando serbatoi molto grandi. Ma il vanadio è un elemento raro ed è fondamentale per le leghe soprattutto in metallurgia, quindi in forte competizione per il suo utilizzo.

In generale, anche se la disponibilità dei minerali per le tecnologie più importanti non è un problema, alcune criticità potrebbero presentarsi nei casi in cui i produttori siano concentrati in pochissimi paesi o nel caso di usi competitivi. Una delle raccomandazioni ‘politiche’ dello studio è ovviamente quella di focalizzarsi, almeno nel medio periodo, sul loro utilizzo efficiente e su strategie di riciclo, sfruttandone tutte le potenzialità, anche se non sempre è facile ai fini della qualità del prodotto finale o per gli alti consumi energetici. Prolungare il ciclo di vita dei sistemi energetici a fonti rinnovabili dovrebbe essere comunque considerato un altro aspetto chiave. Un approccio che richiederà una sempre più stretta cooperazione tra ricerca e industria.

La notizia che ci sembra però interessante sottolineare è proprio l’aver realizzato uno studio per conto del governo sulle possibili traiettorie delle risorse minerarie in una visione strategica e di lungo periodo in tema energetico. C’è chi guarda al prossimo mese, chi prova invece a vedere oltre di due o tre decenni.

mercoledì 25 giugno 2014

Come il governo Renzi vuol distruggere l'energia rinnovabile in Italia


Fotovoltaico: la vera speculazione arriva adesso, grazie al governo

Oltre all'effetto nefasto sull'affidabilità economico finanziaria, lo spalma-incentivi ha altre conseguenze negative. Con lo spettro del default che si aggira nel settore del fotovoltaico italiano, questo governo che ha accusato le fonti rinnovabili di speculazione ora favorirà quella vera, di rapina, dei "vulture funds". 


«Don't come knocking on my door». Non bussate alla mia porta. Si chiude così l'articolo pubblicato sul Wall Street Journal a firma di Bonte-Friedheim il CEO di NextEnergy Capital Group che commenta il provvedimento spalma-incentivi sul fotovoltaico varato dal Governo. Ma piuttosto che investitori esteri, saranno ben altri i soggetti attratti, come mosche al miele, in Italia dal default di parecchi impianti fotovoltaici che seguiranno i provvedimenti degli ultimi giorni e che potranno acquistarli a prezzi di saldo, mentre continueranno a ricevere incentivi, anche se ridotti o spalmati.

Si chiamano "Vulture funds" e sono i fondi "avvoltoio" specializzati nell'accaparrarsi, a prezzi da saldi, ciò che rimane della crisi una volta raschiato il fondo del barile, per poi magari rivendere, dopo poco tempo a prezzi migliori, o magari, come nel nostro caso a godersi gli incentivi ridotti o spalmati perché di una cosa siamo certi: gli 11 GW, su 17,7 (altro che una piccola parte che coinvolge 8.600 soggetti come sostenuto dal ministro Guidi) interessati dal provvedimento continueranno a produrre elettricità anche quando passeranno in mano alla speculazione, quella vera, a causa dei default indotti dallo spalma-incentivi che saranno più probabili di quanto non si pensi.

"I continui cambiamenti nel settore stanno spaventando gli investitori e saranno parecchi quelli che si tireranno indietro.- commenta GB Zorzoli, presidente del Coordinamento Free - E ci sarà anche lo spettro del rientro immediato richiesto dalle parte delle banche per il cambiamento delle posizioni". E le banche a loro volta dovranno rivendere, tentando di realizzare; ed ecco che con ogni probabilità saranno i raiders dei 'vulture founds' ad entrare in azione come sta succedendo in Spagna per le rinnovabili e in tutta l'Europa colpita dalla crisi, per quanto riguarda il mercato immobiliare, dove acquisiscono immobili al 20% del loro valore di dieci anni fa.

Ma è sul serio reale il rischio dei default a fronte di incentivi, come vuole la vulgata, 'ricchi'? Sì, perché una consistente parte degli impianti fotovoltaici della 'migliore generazione' sono già passati di mano, anche per via dell'incertezza italiana, nel cosiddetto mercato secondario, perdendo di valore, mentre sono più bassi i margini sulle ultime edizioni del Conto Energia. Per questa ragione se iniziamo a ragionare in termini squisitamente industriali, e non ideologici, ci si accorge che potrebbero essere non pochi i business plan a rischio.

"Con la struttura che si è impostata attraverso lo spalma-incentivi è abbastanza matematico il fatto che molti non potranno coprire le rate. - ci spiega Piero Pacchione, di Green Utility - E oltre a ciò c'è da dire che le banche non sono strutturate per gestire gli impianti e potrebbero rivenderli anche con ribassi del 50% al netto degli ammortamenti". Inoltre, c'è anche il fatto che: "far iniziare il periodo di decurtazione dell'8% al primo luglio 2014, in estate, periodo nel quale si concentra il 60% del fatturato annuo del fotovoltaico, significa voler provocare dei seri problemi fin da settembre". Secondo Pacchione il problema non riguarda investitori esteri oppure quelli italiani, ma gli investitori e basta.

E a una nostra domanda se ci sia stata volontà politica o incapacità, Pacchione risponde secco: "con lo spalma-incentivi forse c'è stata incapacità, ma sulla questione dei SEU (Sistemi efficienza d'utenza, ndr) la volontà politica di bloccarli è scientifica (si veda quanto scritto su questa pagine, ndr)». Il 5-10% di oneri di sistema sull'energia autconsumata, infatti, riduce la forbice di convenienza comune tra produttore e consumatore, ma soprattutto il fatto che siano previsti aumenti futuri della quota, peraltro solo a cairco dei nuovi impianti, aumenta l'incertezza, rendendo difficili investimenti in cui la stabilità del prezzo dell'energia elettrica è fondamentale.

"I contratti di project financing prevedono che il cambio tariffa possa essere un elemento per il default del progetto. - taglia corto Paolo Lugiato, consigliere di assoRinnovabili, responsabile per il settore fotovoltaico dell'associazione - Prima scatta il distribution lock, ossia il blocco dei dividendi per garantire il flusso di cassa verso gli istituti bancari, poi c'è il vero e proprio default del progetto che avviene quando il flusso di cassa è pari alla rata del mutuo". In pratica non è necessario "andare sotto" ma per gli istituti di credito il rischio diventa troppo grande anche quando si va alla pari.

Le ragioni sono chiare. Le rinnovabili sono intermittenti e anche se hanno un rendimento annuo medio, ci sono periodi poco produttivi, come quelli piovosi o poco ventosi, durante i quali hanno bisogno di una provvista. "E bisogna tenere conto anche del contesto nel quale questo provvedimento si inserisce. - prosegue Lugiato - Abbiamo avuto l'abbassamento del prezzo dell'elettricità, la robin tax, l'abolizione del prezzo minimo garantito, tutti elementi che hanno eroso la redditività degli impianti". Insomma, anche per Lugiato lo spettro del default per molti impianti non è una possibilità remota, come invece sostengono dalle parti del MiSE, dove arrivano ad affermare che il provvedimento potrebbe portare a una migliore gestione di parecchi impianti che sarebbero mal gestiti.

"La vera botta la vedremo il 1° gennaio 2015 quando gli impianti che avranno scelto l'autoriduzione dell'8% a cui si aggiunge il 10% di trattenuta da parte del GSE, si ritroveranno con il 18% in meno di flusso di cassa. - afferma Giovanni Simoni, amministratore delegato di Kenergia - Si tratta di una riduzione importante che metterà a massimo rischio gli impianti del secondo e terzo Conto energia".

Su quali possano essere le potenziali quotazioni del watt fotovoltaico in default a fronte dell'aggressione speculativa dei "vulture funds" non si possono fare ipotesi visto che il fenomeno da noi non è ancora definito, ma si possono fare ipotesi diverse su ciò che sta accadendo nel contesto elettrico. Di sicuro la manovra del Governo ha una portata epocale sul fronte dell'affidabilità economico finanziaria del mercato dell'energia poiché introduce il concetto di retroattività, cosa che minerà l'affidabilità dell'Italia circa gli investimenti in tutto il settore energetico, non solo nelle rinnovabili. Non a caso il Wall Street Journal apre il proprio pezzo affermando «A quanto pare il governo italiano ha un rapporto difficile con i capitali privati», ossia tutti i capitali privati, non solo quelli legati alle rinnovabili. E lo fa, come abbiamo visto, favorendo la speculazione, quella vera e rapace fatta di rapina, dopo aver urlato ai quattro venti di voler colpire la "speculazione" nelle rinnovabili che tra parentesi, è bene sempre ricordarlo, hanno agito sempre e comunque sotto le leggi e i regolamenti dello Stato.

venerdì 20 giugno 2014

Renzi combatte contro i mulini a vento



DaWall Streeet Journal”. Traduzione di MR

L'energia rinnovabile non sta determinando i costi energetici italiani, perché quindi attaccare i suoi investitori?

Di Bonte-Friedheim

Apparentemente il governo italiano ha dei rapporti non facili col capitale privato. Piazza Colonna ha recentemente annunciato le prime privatizzazioni del governo in sei anni, per svendere fino a 12 miliardi di euro in patrimoni, per pagare parte del debito pubblico. Finora, tutto bene. Tuttavia, poco più di un mese fa, il governo del nuovo Primo Ministro Matteo Renzi ha anche messo sul tavolo una proposta che mira effettivamente agli investitori azionari istituzionali per finanziare i tagli al prezzo dell'elettricità.

La proposta taglierebbe retroattivamente le tariffe incentivanti per gli impianti di energia rinnovabile fino al 20%. Queste tariffe impostate dal governo funzionano come contratti a prezzo fisso per i produttori di energia rinnovabile. In Italia, i proprietari di impianti di energia rinnovabile sono un mix variegato: fondi pensione nazionali ed internazionali, fondi patrimoniali privati, imprese di investimento energetico globale – molte sostenute da fondi sovrani di investimento e altri investitori istituzionali. La proposta di tagliare retroattivamente i loro ritorno arriva al culmine di altri tentativi governativi di penalizzare i proprietari di impianti di energia rinnovabile, attraverso una serie di nuove tasse e di oneri che hanno ridotto i ritorni degli investitori approssimativamente della metà dal 2011. Ora il governo Renzi raddoppia.

Pale eoliche in Toscana. Getty Images/iStockphoto
Anche se le tatiffe incentivanti sono un capro espiatorio popolare, i prezzi medi dell'energia elettrica all'ingrosso in Italia sono già diminuiti a 48 euro a megawatt-ora nel 2014, dai 76 euro del 2008. Questa riduzione è stata determinata in parte dalla costruzione di nuovi impianti di produzione di energia rinnovabile. Ma per qualche ragione queste riduzioni non sono arrivate ai consumatori. Negli ultimi 5 anni, gli investitori hanno versato più di 50 miliardi di euro nell'energia rinnovabile italiana, costruendo circa 17 gigawatt di capacità di energia solare. Le rinnovabili hanno generato il 34% dell'energia elettrica italiana nel 2012, dal 20% del 2008 – il più grande salto fra le grandi economie europee in quel lasso di tempo.

Come con tutti gli investimenti a lungo termine, un chiaro quadro legale è stata la chiave per attrarre i finanziamenti per le rinnovabili italiane. Ora che i soldi sono stati spesi e gli impianti sono operativi, il Signor Renzi vuole strappare i contratti e spazzare via selettivamente gli investitori azionari, anche se i costi delle rinnovabili sono solo una piccola parte del costo energetico italiano. Puntualmente, il governo italiano non sta puntando i servizi inefficienti e costosi forniti dalle grandi compagnie energetiche, come il conglomerato elettrico Enel. Di recente, Enel ha presentato un piano strategico per investire più di 9 miliardi di euro nei mercati emergenti . Finanziati in gran parte dagli introiti generati dai consumatori italiani. La proposta di Piazza Colonna non affronta neanche la distribuzione locale e le aziende di fornitura controllate dai comuni italiani. Alla fine, la proposta delle tariffe incentivanti è fatta su misura per non colpire le banche italiane che fanno prestiti per la costruzione di impianti rinnovabili. (Ogni scrittura di portafogli di credito da parte delle banche porterebbe solo ad ulteriori aumenti di capitale da parte della banche italiane, cosa che il governo italiano vuole evitare). Col tipico finanziamento debt-to-equity che va da 80-20 a 70-30, un taglio del 20% delle tariffe incentivanti permette nettamente a gran parte dei prestiti bancari, se non a tutti, di essere ripagati, mentre gli investitori azionari sopportano il peso dei tagli retroattivi. Legalmente, il governo italiano potrebbe non avere la forza di sostenere i tagli: i cambiamenti di regolamento retroattivi e la riscrittura delle tariffe precedentemente contrattate potrebbe contravvenire al Trattato Charter sull'Energia della UE. Il governo spagnolo ha tentato una manovra simile con le proprie tariffe incentivanti lo scorso anno. Gli investitori hanno prontamente denunciato e il caso ora è di fronte alla Corte Europea di Giustizia. Se Madrid perde, la sentenza potrebbe innescare pagamenti di compensazioni multi miliardari.

Una tale manovra capricciosa del governo italiano sarebbe un fenomeno negativo per l'ulteriore investimento in infrastruttura rinnovabile, o di fatto in ogni settore in Italia. Se succede, il nuovo programma di privatizzazioni italiane comprende aziende soggette al potere legislativo del governo, come le Poste nazionali, l'operatore di rete Terna e il gigante Eni. Il Signor Renzi potrebbe credere che i mercati abbiano la memoria corta e che questa strada sia più facile che non riformare le palesi inefficienze energetiche nel settore energetico italiano e di tagliare tasse terribilmente alte sugli utenti energetici. Forse ha ragione, ma buona fortuna nell'attrarre investitori stranieri in futuro. Che non venga a bussare alla mia porta.

Bonte-Friedheim è l'AD del Gruppo di capitale NextEnergy.

venerdì 30 maggio 2014

Energia pulita: stiamo andando avanti nonostante tutto.

Da “Science blogs”. Traduzione di MR

Di Greg Laden


L'investimento nello sviluppo di energia pulita sembra essere in fase di transizione e questo si riflette in diversi articoli che  sono arrivati alla mia scrivania stamattina. Senza tentare nessuna analisi seria, ecco un breve riassunto.

Gli investimenti in energia pulita sono crollati negli ultimi due anni, portando alcuni a dichiarare che la transizione a fonti non fossili di energia sia in pericolo. Ma c'è un argomento eccellente, il fatto che sia vero l'esatto contrario. Quello che è veramente successo è che il costo di attuazione è crollato drammaticamente. Pertanto, il costo assoluto dell'investimento può diminuire, mentre il livello effettivo di investimento... in termini di unità di energia... sale.

Da un articolo del blog del World Resources Institute di  Letha Tawney, Bharath Jairaj e Xuege (Cathy) Lu:

Il recente crollo degli investimenti in tecnologia pulita è in parte dovuto al fatto che la produzione di energia rinnovabile è diventata molto più economica negli ultimi anni. Si può comprare maggior produzione energetica per meno contante di quanto non si potesse due o quattro anni fa. Al Summit Futuro ed Energia del 2014 all'inizio di questo mese, Michael Liebreich, fondatore di Bloomberg New Energy Finance (BNEF), ha detto che circa l'80% della riduzione degli investimenti in energia pulita negli ultimi due anni sono dovuti a queste riduzioni del prezzo. I prezzi dei moduli fotovoltaici, per esempio, sono diminuiti di circa l'80% dal 2008. L'aumento della competizione fra fornitori di eolico ha a sua volta diminuito i prezzi. Un ricerca dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Rinnovabile (International Renewable Energy Agency - IRENA) scopre che i prezzi dell'energia eolica potrebbero diminuire ulteriormente  dal 10 al 30% nel medio-lungo termine.

Nel frattempo, da ClimateWire di Scientific American, apprendiamo che l'energia fotovoltaica cresce del 200% in soli 4 anni.

Guidato da un'esplosione del fotovoltaico, il settore solare statunitense è emerso “da contribuente relativamente piccolo alla capacità elettrica totale nazionale a uno di relativa importanza”, ha riportato la EIA questa settimana nel suo Aggionamento Elettrico Mensile.

Dal 2010, ha detto la EIA, la capacità solare statunitense è aumentata del 418% da 2.326 megawatt, che ammontava allo 0,2% della generazione elettrica totale degli Stati Uniti, ai 12,057 MW di oggi, l'1,13% della generazione statunitense. 

Oltre metà di questo aumento di capacità è avvenuto in abitazioni e aziende coinvolte nei programmi di scambio sul posto, per cui l'eccesso di produzione viene venduta alla utility a tassi ragionevoli. Buona parte di questo è avvenuto in California (il 38% del totale degli Stati Uniti).

Avrebbe senso per persone con tendenze libertarie, come quelle che hanno costituito il Tea Party, essere d'accordo con questo tipo di cose, perché si adatta così bene alla loro filosofia.  Ci si chiede, quindi, perché la destra si oppone così tanto persino a riconoscere l'importanza del cambiamento climatico, per non parlare di fare qualcosa per lo stesso. Ma risulta che la logica del produrre energia in casa non è andata completamente perduta in quel settore della società. Secondo un articolo su Slate di Josh Voorhees,

La scorsa settimana… i legislatori dell'Oklahoma hanno silenziosamente votato invertire una legge vecchia di quasi quattro decenni che aveva impedito alle compagnie di fornitura di chiedere più soldi ai clienti che installano pannelli solari sulle proprie case che a quelli che non lo fanno. Il conto... avrebbe efficacemente spianato la strada ai fornitori del Sooner State per costringere i possessori di case che installano pannelli solari a pagare sia per l'elettricità che comprano dalla rete sia per una parte dell'elettricità che rivendono alla rete stessa. Il voto ha segnato una rara vittoria per le compagnie elettriche nella loro ricerca di ostacolare la crescita dell'industria del solare da tetto. Ha anche rappresentato un netto allontanamento dall'ondata di tentativi ben pubblicizzati, ben finanziati a livello statale e federale attualmente mirati a rendere il costo dell'energia solare competitivo con le fonti energetiche più tradizionali come carbone e gas naturale...  

Quindi martedì, con la sorpresa praticamente di tutte le persone coinvolte, il governatore repubblicano dell'Oklahoma, Mary Fallin, ha emesso un ordine esecutivo che taglia largamente il provvedimento, portando una sconfitta inaspettata ai grandi fornitori e ai loro sostenitori dalle tasche profonde – un gruppo che comprende i fratelli Koch e l'American Legislative Exchange Council, un potente gruppo di appartenenza per i legislatori conservatori dello stato.

Ed eccoci qua.