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domenica 30 agosto 2015

ENI: grande scoperta di gas in Egitto?






"ENI: grande scoperta di un giacimento di gas naturale in Egitto". Come al solito, la stampa da i numeri, ma non riesce mai a renderli comprensibili. Dopo aver detto che dentro questo giacimento è possibile che ci siano "850 miliardi di metri cubi di gas" (e notare il "possibile"), se non il metti in prospettiva, tanto valeva dire "millanta." E' un numero che piomba dal cielo sui lettori che non trovano in questi proclami i dati che permetterebbero di confrontare la dimensione del giacimento con quella delle altre riserve mondiali.

Eppure, ci vuole veramente poco per fare la proporzione. Basta digitare "riserve mondiali di gas naturali" e trovi subito il dato su Wikipedia. E se non ti fidi di Wikipedia, lo trovi in inglese sul sito di BP e lo trovi anche in tanti altri posti. Come sempre, i dati sono incerti, ma un ordine di grandezza lo abbiamo. Al mondo, si ritiene che ci siano qualcosa come 190.000 miliardi di metri cubi di gas naturale estraibile.

Ne consegue che la nuova scoperta aggiunge circa lo 0.45% alle riserve mondiali, sempre ammesso che le riserve "possibili" si rivelino poi reali. Non è che poi sia quella gran cosa epocale che sembrerebbe essere leggendo le iperboli dei giornali.

Intendiamoci, non è una scoperta da poco. Sul Financial Times, dicono che potrebbe soddisfare i consumi dell'Egitto per 10 anni e l'Egitto ha disperatamente bisogno di energia in una situazione economica molto difficile. Ed è anche un bel successo per l'ENI; che ne ha molto bisogno, vista la situazione non proprio brillante del campo di Kashagan, che ancora non produce e non produrrà fino al 2017 (perlomeno). Posto che poi che Kashagan produca qualcosa; è un giacimento molto costoso e con i prezzi del petrolio attuali non conviene di certo. Per non parlare poi del cambiamento climatico che galoppa e fa si che diventi sempre più essenziale lasciare almeno una parte degli idrocarburi fossili sottoterra.

Insomma, la scoperta sembrerebbe una cosa complessivamente seria, ma prima di mettersi a gridare al miracolo, cerchiamo perlomeno di mettere le cose in prospettiva!

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Nota: su "Argento fisico" ER ha anche fatto un po' di conti di quanto potrebbe durare questo gas (ammesso che esista veramente): 

Ah ... e' a mare ... ah, e' a piu' di 4 kilometri di profondita'.... pero' almeno ha delle dimensioni bibliche :) ... 850 miliardi di metri cubi di gas !!! Altro che picchi! .... bastano per .... ehm, in tutta la sua vita questo giacimento produrrà  abbastanza per soddisfare 3 mesi di consumo planetario di gas visto che se ne consumano circa 3.300 miliardi di metri cubi l'anno.

E a tutti quelli che stanno lanciando urla di gioia perché il gas Egiziano ci libererà da Vladimir Putin e dal suo gas Russo, prego di notare che non c'è nessun gasdotto che possa mettere in connessione l'Egitto con l'Italia. E se lo volessimo costruire, dovrebbe passare attraverso una delle regioni più instabili del mondo; la Libia......


sabato 4 aprile 2015

Marzo 2015: più guerre per il petrolio

DaThe Oil Crash”. Traduzione di MR


Cari lettori,

l'evento che ha segnato di più lo scorso mese, per quanto concerne i temi che vengono trattati su questo blog, è stata l'internazionalizzazione del conflitto in Yemen. Dalla fine del 2014 la situazione di guerra civile in quel paese era già chiara, ma è stato solo quando il presidente di ciò che rimaneva della struttura statale ha abbandonato la capitale e il paese, assediato da una fazione sciita, che i paesi circostanti, specialmente l'Arabia Saudita, non si sono decisi ad agire. In tempo record, una coalizione di 15 paesi arabi, condotta dall'Arabia Saudita, ha dato inizio ad un'ondata di attacchi aerei senza decidersi ancora ad invadere il paese, nonostante alcune scaramucce alla frontiera.

sabato 5 febbraio 2011

Egitto: rivoluzione o collasso?

Immagine dal NY times - indice dei prezzi dei generi alimentari.

Come si dice alle volte; un immagine vale più di mille parole. L'indice dei prezzi degli alimentari la dice tutta sulla situazione in Egitto e in Nord-Africa. Paesi economicamente deboli, sovrappopolati rispetto alla loro capacità agricola, colpiti dalla siccità e dall'aumento dei prezzi del petrolio, che si riflette su quello dei fertilizzanti, pesticidi, meccanizzazione agricola, eccetera.

Insomma, sembra un caso da manuale di quelli che "I limiti dello sviluppo" aveva già identificato nel 1972: l'esaurimento graduale delle risorse si unisce all'inquinamento in forma di cambiamento climatico per far collassare la società. Oggi il Nord Africa. Nel futuro, staremo a vedere......