mercoledì 16 dicembre 2020

Apologia dell'Apofatismo: Discutendo la Teologia Negativa

Di Bruno Sebastiani

Apofatismo, chi era costui? Non pensate di essere ignoranti se non conoscete il significato di questa parola. È talmente in disuso che oramai credo che ben pochi la conoscano.

E allora ricorriamo a Santa Wikipedia, che ci dice che 


L'apofatismo (dal greco ἀπό φημί che significa letteralmente “lontano dal dire”, “non dire”) è un metodo teologico secondo il quale la comprensione della natura di Dio non può essere espressa a parole.

In quest'ottica, l'approccio più adeguato a Dio è quello che prevede il silenzio, la contemplazione e l'adorazione del mistero, prescindendo cioè da qualsivoglia processo di speculazione o indagine discorsiva dell'essere divino.

Nelle forme più radicali l'apofatismo può implicare non solo che non vi siano argomenti per descrivere appropriatamente Dio, ma che Egli sia del tutto inconoscibile dalla ragione, perché trascende le capacità cognitive umane e la stessa realtà fisica.

Anch’io ignoravo questa corrente della cosiddetta Teologia negativa sino a che mi ci sono imbattuto nell’ambito della ricerca di materiale per il nuovo libro che sto scrivendo.

In questo nuovo scritto (che avrà per titolo “Rivelazione – Discorso alle cellule malate” e che vedrà la luce non si sa quando) cercherò di spiegare all’uomo che è inutile che si affanni a tentare di risolvere tutti i problemi del mondo e a cercare una spiegazione per ogni questione: il suo cervello è limitato, oltre un certo limite non può andare e se tenta di farlo può solo combinare disastri, come puntualmente stiamo constatando.

Ma questo concetto non è del tutto analogo a quello degli asceti “apofatici”, che sostenevano la limitatezza della ragione umana e la sua incapacità a sondare l’origine dell’universo?

Essi chiamavano comunque Dio questa realtà irraggiungibile e, pur dichiarandola inconoscibile, poi affidavano alla fede il seguito del discorso.

Può sembrare un atteggiamento contraddittorio, ma dobbiamo considerare il contesto storico e sociale in cui questi uomini vivevano. In ogni caso il loro approccio alle verità ultime era ben diverso da quello dei rappresentanti del “catafatismo”, o teologia affermativa, che ritenevano conoscibile Dio attraverso l’uso dell’intelletto.

Questi ultimi, come noto, prevalsero e sdoganarono la ragione come strumento di indagine, prima teologica e poi scientifica, sino a quando essa si ribellò ai vincoli dei dogmi, si autodichiarò dea e salì all’onore degli altari rivoluzionari.

Ma, per tornare ai rappresentanti dell’apofatismo, mi immagino che essi si sedessero in muta contemplazione della natura, del cielo, del mare, del bosco e si sentissero tutt’uno con questa realtà. La conoscevano “visceralmente” e per essi era inconoscibile “razionalmente”.

Non l’avrebbero mai deturpata disboscando e cacciando più del minimo necessario alla loro sopravvivenza. A questi santi anacoreti, eremiti, padri del deserto ho dedicato un apposito capitolo del mio libro “Il cancro del pianeta consapevole” e a quelle pagine rimando per ogni approfondimento.

Ma in quel libro avevo anche esteso la ricerca di correnti di pensiero “apofatiche” alle realtà spirituali di altri continenti.

Una di queste, il Taoismo, mi pare la più esplicita al riguardo e, al fine di renderla ancor più esplicita, mi ero permesso di parafrasare il primo capitoletto del Tao Te Ching in modo da renderlo più comprensibile alla mentalità dell’uomo d’oggi. Credo di non aver tradito lo spirito del messaggio che l’antico ignoto estensore del testo aveva inteso indirizzare ai suoi contemporanei. Se così è, credo di aver realizzato una discreta sintesi dell’Apofatismo. Ma lascio ai lettori di giudicare:

 

Il capitolo introduttivo del Tao Te Ching, libro base del Taoismo, recita:

 

1.            Il Tao di cui noi possiamo parlare non è il Tao in se stesso.

2.            Anche attribuendogli qualsiasi nome non sarà l’eterno nome.

3.            Non ha nome poiché è anteriore al Cielo e alla Terra:

4.            Ha un nome perché è chiamato “la Madre di ogni cosa”.

5.            Come non essere possiamo definirlo il nascosto Seme di tutto l’esistente:

6.            Come essere rappresenta l’ultimo Fine a cui tende questo stesso esistente.

7.            Sia il Seme che il Fine sono aspetti di uno stesso Principio.

8.            Il Principio è chiamato Mistero!

9.            Mistero di tutti i misteri!

10.         La soglia dell’inafferrabile!”

 

Così nella traduzione di Chin-Hsiung Wu e Rosanna Pilone in “Quaderni di Civiltà Cinese”, anno 1 numero 2, Milano, settembre 1955, p. 143. Altri hanno tradotto in modo un poco differente.

 

Ma, al di là dell’ermetismo del testo, il significato credo che possa essere il seguente:

 

1.          I segreti dell’Universo non possono essere da noi neppure immaginati e quindi, tantomeno, definiti.

2.         Qualunque descrizione noi si faccia di tali segreti con le parole, non potrà mai essere una descrizione che rispecchi la realtà.

3.          Le parole sono un’invenzione del cervello dell’uomo, ma questi non può attingere alle realtà supreme, che tanto lo precedono e lo sopravanzano.

4.          Eppure l’uomo ha voluto dare un nome ad ogni cosa, ed ha pensato di poter definire anche l’origine dell’Universo.

5.          E mentre prima poteva attingere alle realtà supreme senza far ricorso all’uso del cervello, ma semplicemente contemplando in silenzio l’Universo

6.          Ora, schiavo dell’uso del cervello, non può che vedere cose particolari, così come egli le ha definite.

7.          L’Universo è sempre il medesimo

8.          Ma per il cervello umano esso è Mistero

9.          Il Mistero di tutti i misteri

10.        Che il nostro cervello non può afferrare!

Può servire qualche riflessione a cambiare il corso degli eventi? Non lo so, ma quello che so per certo è che il corso degli eventi volge al peggio e ogni tentativo per cambiarlo è il benvenuto.


6 commenti:

  1. Silenzio, isolamento, indipendenza e curiosità (per la natura reale del mondo) sono la base dell'anacoretismo da secoli, i santi anacoreti erano una dei 5 pilastri della chiesa..... tutt'ora qualcuno è trovabile nel monachesimo ortodosso. Più di un ortodosso che ha vissuto in russia e caucaso mi ha detto che i preti esistono per le comunità mentre i monaci (anacoreti) per lo spirito, quindi se hanno crisi di fede o spirituali si rivolgono non al prete ma al monaco.
    quando si parla della Verità poi tutti sembrano concordare, limitare il divino è impossibile in quanto preesistente rispeto al tempo ed allo spazio stessi. Il Brama dei Veda dice chiaramente di non chiedergli la sua origine perchè è la sua danza il tempo stesso.... La Verità comprende in sè ogni configurazione e ogni legge, le loro interazioni, per gli aspetti percepibili e quelli impercepibili dell'esistente, dubito che qualcuno possa seriamente dire di avere una possibilità di conoscere così tanto e così bene. In questo blog ho già fatto notare come la nostra necessità di costruire modelli sia un ammissione esplicita di non poter considerare i fenomeni usando anche solo le leggi note, dobbiamo approssimare per necessità nonostante potremmo fare di meglio, perchè siamo limitati!
    In alcune discussioni si era manifestata però una scappatoia comune a tutte le religioni ed a molte filosofie, silenzio preghiera e meditazione (o riflessione mirata)sembrano aprire lo spiraglio ad una "conoscenza" dell'inconoscibile, un meccanismo che pur non dando la Verità concede di usufruirne per alcuni scopi "coerenti con la Verità stessa), un pò blasfemamente potremmo dire che pur non "essendo internet" la condizione di cui si parla concede un motore di ricerca. Chiamiamo chi ci riesce santo, illuminato, toccato dal divino, genio e così via, ad ognuno di noi capita nella vita di scorgere la possibilità quando abbiamo il "lampo di genio" e riusciamo a trovare una risposta quasi saltando ogni passaggio intermedio.
    Arriveremo sicuramente al momento in cui la maggioranza degli umani sarà in grado, nell'Apocalisse (rivelazione) lo chiamiamo la discesa della Gerusalemme Celeste nella quale ogni uomo è (sommo) sacerdote in perenne contatto con la Verità. La crescita teratologica dell'intelletto umano ha concesso l'arte, la scienza e forse, se ne saremo degni, la possibilità di accedere consciamente alla Verità.

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    1. La Verità è già qui da 2000 anni, basta non fare come Pilato, che, sedotto dagli interessi politici e mondani, se la lasciò sfuggire. Di certo non nella sua totalità, ma un suo barlume, fievolo quanto si vuole, Dio lo concede a tutti e più volte, se ce n'è bisogno. In fondo Dio è Padre, non solo di Gesù e Maria è Madre di Dio, quindi non solo di Gesù.

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  2. Il "Dio lo vuole", che è entrato nella cristianità quasi immediatamente dopo la morte e resurrezione di Gesù, è la conferma della vittoria della ragione sulla fede. Non per nulla Costantino proclamò la religione cristiana religione ufficiale dell'impero, quando si accorse che facendolo la strumentalizzava ai suoi fini imperiali. San Paolo stesso nelle sue lettere metteva in guardia dall'uso razionale della religione e l'apostolo Giuda, fratello di Giacomo, cugini di Gesù, fa nella sua lettera invettive contro coloro che agivano dominati dai sogni, quindi non solo dalla ragione umana, ma addirittura dalle situazioni assurde e paradossali generate dall'io-inconscio, una miscuglio di vizi che vanno dalla lussuria alla superbia, che possono essere limitati solo dallo Spirito di Dio, quello a cui si appellavano gli apofatici. Il Tao raccomanda di essere il più possibile nell'inazione e la teologia nostrana mostra Lucifero, appunto il più lucente della schiera angelica, come colui che non si è accontentato di contemplare Dio, perchè ha intrapreso l'azione, dettata dalla superbia, di farsi uguale a Lui. Mio nonno mi diceva sempre di pensare 3 volte ad una azione prima di farla, ma lui era stato cresciuto dal re, mentre poi siamo divenuti figli del petrolio e allora pensare, contemplare, pregare sono diventate solo perdite di tempo, che è diventato finalizzato al godimento dei benefici energetici regalatici dagli idrocarburi. Non penso si potrà cambiare regime tanto facilmente, ma il futuro ci sorprende sempre. Per fortuna. Anzi grazie a quelle forze spirituali che il Tao chiama "Il Principio".

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  3. https://peakoilbarrel.com/opec-momr-november-2020/#more-29720
    hanno fatto così tanto puzzo con questa pandemia, che la produzione di petrolio è calata di soli 9,77 mbd. Come al solito l'obiettivo del 55% di diminuzione della co2 per il 2030 andrà fallito. I 2° sono sempre più vicini. Che mi toccherà vedere anche questo? Intanto sono in camicia col riscaldamento spento dalle 9. E siamo a ridosso del periodo più freddo dell'anno, da Natale ai primi di Gennaio.

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  4. Io personalmente identifico Dio con la Realtà, con il Tutto, con tutto ciò che è reale. Qualunque cosa osservo, essa è Dio.
    In questa ottica, direi che la quasi totalità di Dio mi è sconosciuta, pertanto è un "Grande Mistero". Che io la pensi o no, essa esiste. E il mio cuore è in pace.

    Gianni Tiziano

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  5. io invece la identifico con Gesù e l'unica cosa che ha rivelato del Paradiso è che una volta lassù, quelli che ci andranno saranno simili agli angeli, immersi nell'immensità gioiosa di Dio. Qui, come dici, essere nella pace, almeno quando il demonio non attacca direttamente o tramite i suoi innumerevoli servi, è il massimo. Comunque la gioia, almeno quelle poche volte che mi è toccata, è infinitamente migliore. La pace, usando un paragone tratto dalla chimica, è come il ghiaccio che scioglie, ma la gioia è la sublimazione del duro e freddo ghiaccio nell'aere vaporose. Difficile ad aversi, ma deve essere così, perchè, come diceva Charles De Focauld, se l'uomo con la sua avidità potesse, darebbe l'assalto anche al Paradiso per depredarlo.

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