lunedì 6 luglio 2020

Energia e infrastrutture: chi ha diritto di parlare?

L'impianto eolico di Montemigniaio, sull'appennino toscano


In questo testo, il professor Andrea Pase dell'università di Padova ha magistralmente identificato un elemento chiave di un dibattito in corso sull'opportunità di costruire un impianto eolico sull'Appennino. E' una questione che vale per tante altre infrastrutture di utilità pubblica. Chi ha diritto di parlare in proposito? Succede spesso che gli abitanti dei territori interessati si impegnano in una difesa a oltranza di quello che vedono come il "loro" territorio. Ma questo vuol dire che gli altri cittadin italiani, impegnati nella difesa della società che ritengono "civile" non devono avere voce in capitolo? Qui, Pase allarga la sua visione a includere anche quelli che non sono ancora nati, come pure gli orsi polari, i rapaci, e le salamandre, minacciati dal riscaldamento globale che li spazzerà via, come spazzerà via tutti noi se non troviamo il modo di smettere di bruciare i combustibili fossili. Un bellissimo intervento, buona lettura! (UB)




Buonasera Presidente, buonasera a tutte e a tutti.

MI chiamo Andrea Pase. Sono un geografo dell’università di Padova. Mi occupo soprattutto di Africa subsahariana, faccio ricerca nel Sahel: dal Senegal al Sudan, passando per il Mali, il Burkina Faso, il Niger, la Nigeria, il Ciad.

Vi chiederete giustamente perché partecipo a questa inchiesta pubblica, cosa c’entro io con il monte Giogo.

Sono qui per provare a spiegarvelo.

Inizio esprimendo un parere discorde rispetto a quanto affermato nella scorsa seduta, sempre se ho ben capito, dalla collega politologa, professore Donatella Della Porta, quando ha detto che la modalità telematica inficia questa inchiesta pubblica perché permette a tanti, forse a troppi, che non sono abitanti dell’area, di dire la loro. Questo fatto costituirebbe una distorsione profonda del dibattito. Il vero problema è stato così messo sul tavolo: chi veramente ha diritto di esprimersi su questo progetto?

Concordo pienamente invece su un’altra cosa che la collega ha detto: il crinale è un bene comune. Ma che confine ha quel “comune”? Fin dove si estende la comunità di cui stiamo parlando? Riguarda solo chi abita il Mugello, o i due comuni di Vicchio e Dicomano, o addirittura si identifica con gli abitanti di Villore e Corella?

Di chi è il vento che passa sul crinale? A chi appartiene l’acqua che cade sui versanti appenninici?

C’è un problema e il problema è quello della scala: un classico tema geografico.

La scala in realtà crea i fenomeni: la scelta della scala, prima di tutto quella spaziale, è fondamentale nel poter individuare aspetti diversi di una questione, nell’includere o nell’escludere dal computo costi e benefici. Un conto è se si pensa alla scala locale, un altro a quella nazionale e un altro ancora a quella globale.

Le comunità convocate cambiano a seconda della scala scelta. E si tratta di una scelta politica ed etica, oltre che cognitiva.

Poi c’è anche la scala temporale da prendere in considerazione: a chi ci rivolgiamo? Solo a chi vive oggi o anche a chi vivrà domani?

Un capo nigeriano interrogato nel 1912 affermò che la terra appartiene ad una comunità della quale molti membri sono morti, pochi sono vivi e infiniti devono ancora nascere.

Io vorrei convocare in questa inchiesta molte voci che non sono state ancora ascoltate, a scale spaziali e temporali diverse.

Vorrei convocare gli abitanti delle piccole isole oceaniche che l’innalzamento del mare dovuto al riscaldamento climatico rischia di far sparire. Poche persone, mi direte. Bene, allora convoco gli abitanti dei grandi delta fluviali del mondo: del Nilo, del Gange, del Mississippi, dello Yangtse, centinaia di milioni di persone, anch’esse esposte ad inondazioni sempre più frequenti. Poi chiamo a testimoniare le genti del Sahel, i cui volti ho incontrato tante volte. Il cambiamento climatico moltiplica gli eventi atmosferici estremi, le piogge violente e gli intervalli di siccità, complicando la loro già non semplice vita.

Ma poi convoco anche i non umani, e non solo i rapaci e le salamandre degli appennini, convoco gli orsi polari, convoco le centinaia di specie animali e vegetali a rischio di estinzione, per l’impatto del cambiamento climatico. Chiamo a testimoniare anche il mondo inanimato, i ghiacciai che stanno sparendo.

Vorrei, ancora, convocare i nostri nipoti, chi è piccolo e chi non è ancora nato, per chiedergli cosa si aspettano da noi.

Tutto è correlato, non possiamo ritagliare un singolo luogo dal mondo in cui è inserito, dal tempo che attraversa: dobbiamo assumere consapevolezza e responsabilità che ogni scelta, per quanto piccola, ha ripercussioni ad altre scale. Anche la scelta di cui stiamo parlando oggi: vi prego di tenere presente tutti coloro che abbiamo chiamato a testimoniare stasera. Di tener presente le diverse scale spaziali e temporali implicate.

I “conflitti di scala”, come afferma l’antropologo Eriksen, sono inevitabili in un mondo globalizzato: ogni soluzione ha esiti diversi a scale diverse. Non è semplice, ma è indispensabile provare a far dialogare le diverse scale: le emergenze globali e le situazioni locali, i diritti dei viventi e di coloro che ancora devono arrivare su questa nostra terra.

Chiudo dicendovi da dove parlo, ovvero spiegandovi che a un chilometro e mezzo dalla mia abitazione c’è uno dei più grandi impianti di trattamento della parte umida dei rifiuti di tutta la pianura padana. Vi assicuro che, soprattutto d’estate, non è piacevole. Ma gestire i rifiuti è un’altra delle grandi sfide ambientali. Non è comodo avere questo impianto a portata di naso. Devo dirvi che preferirei avere un impianto eolico. Ognuno, però, non può che fare la sua parte.

Sono disponibile ad ogni approfondimento, volentieri venendo di persona a Vicchio e Dicomano, o ancor meglio a Villore e Corella, magari ospite di qualcuno degli abitanti. Come geografo, amo il territorio.

Grazie, buon proseguimento dei lavori.






36 commenti:

  1. Manca un dettaglio fondamentale.

    Se avesse detto, "stiamo per chiudere una centrale termoelettrica che produce 1000, in compenso facciamo le pale eoliche che producono 500", il discorso avrebbe avuto senso.

    Il problema è che si produce e si consuma troppa energia (per semplificare).

    Le pale eoliche di per sé sono ancora più energia che viene prodotta, e quindi danneggiano le salamandre e le sabbie del Sahel, nonché gli abitanti del Mugello.

    Prima riduciamo, poi sostituiamo.

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    1. Miguel, tipicamente ci vogliono 5 anni per l'iter di approvazione di un progetto come questo. Dopo, possono partire i lavori e se va bene l'impianto comincia a produrre dopo 1-2 anni. Non è che uno può chiudere una centrale oggi e dire, beh, fra 7 anni la sostituiremo, nel frattempo ne facciamo a meno!

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    2. il discorso di Miguel è sensato, ma per il paradosso di Jevons la centrale termoelettrica e l'impianto eolico continueranno insieme a produrre e
      contribuire all'inquinamento. Purtroppo nella mia vita non ho mai visto una regressione dei consumi, tranne il covid, e se non intervengono cause esterne all'operato consumistico umano, sono sicuro che andrà avanti come ho sempre visto.

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  2. Il diritto è dello stato, proprietario di ciò che è demanio, quindi anche del crinale. Questo pone il problema di quale maggioranza definisce lo stato, gli italiani tutti, quelli della regione, della provincia o del comune?
    In linea di massima siamo sempre al principio del "bisogna salvare il mondo" interpretato come "dovete salvare il mondo, senza rompermi le scatole nel processo". Aggiungete il famoso "non è un problema mio" e la paralisi è completa.
    In Francia coloro che vivono entro un certo raggio da una centrale nucleare non pagano l'elettricità, a compenso dei rischi, logica vorrebbe una idea simile : coloro entro un certo raggio dall'impianto non pagano le accise della componente verde della bolletta.

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  3. Se la biomassa sia sostenibile o no è tutta una questione di scala. Se la legna per una stufa viene dalle vicinanze e viene raccolta da chi la utilizza - la modalità predefinita nella famiglia preindustriale - è senza dubbio la fonte più sostenibile di energia termica. Se la biomassa viene commercializzata a livello internazionale, raccolta con grandi macchine e a scopo di lucro, è distruttiva. In effetti, tutto ciò che è incorporato in una mentalità capitalista diventa distruttivo. (Nel blog)

    https://www.lowtechmagazine.com/2020/05/thermoelectric-stoves-ditch-the-solar-panels.html#more

    Che dire? Sarà vero?
    Nel blog si discute pure sull'inquinamento delle stufe a legna.
    Certo le pale eoliche in montagna sono veramente allucinanti. Poi restano lì per sempre a marcire? Mah.

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    1. Rimango dell'idea che la metanificazione sia la strada, segue lo stesso principio dell'elettrificazione: converte molte risorse in un unica, il gas metano, di facile trasporto e distribuzione.
      Per altro il residuo della metanificazione sono proprio gli elementi necessari alla concimazione dei campi, il metanificatore ingloba tutto ed espelle da un lato CH4 e dall'altro, in base al processo, o batteri morti o ceneri che conservano per intero fosfati ed azotati, micronutrienti e carbonati biodisponibili. Con i dovuti accorgimenti anche il Ph del residuo è modulabile per adattarlo ai vari terreni.
      Il metano stesso è utilizzabile come fonte bivalente di energia eletrica e termica, un eccellenza italiana dal 1977 con il TOTEM ( https://it.wikipedia.org/wiki/TOTEM_(cogeneratore).

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    2. Questa faccenda del metano non l'ho mai capita bene. Uso l'auto a metano da quasi trent'anni, però mi dicono che non è ecologica e neanche questo lo capisco. Se cerco informazioni non trovo niente oppure tante cose una diversa dall'altra. Tutto ciò che riguarda l'energia per me è incomprensibile. Perciò quando ho letto che si può bruciare legna in modo sostenibile ho tirato un sospiro di sollievo. E fatemi crescere quest'albero che poi lo taglio e ci faccio legna, cavolo!

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    3. Caro anonimo, il metano è ecologico se viene da una risorsa rinnovabile o non lo è se viene da giacimenti fossili.... Rimane lo stesso ma cambia la sua definizione di ecologicità per legge o moda in base al momento, per il resto quello rinnovabile lo troverai sempre mentre l'altro va ad esaurire. Condivido la tua scelta di trasporto sia in teoria che in pratica e la ritengo la più ecologica se si guarda il ciclo completo dalla miniera alla discarica.
      Per il resto ormai ogni due persone ci sono 3 opinioni opposte ma se ti affidi ad una buona dose di logica e buon senso una strada adatta a te per convivere con questo nostro pianeta la trovi. Un consiglio personale è di guardare quanto puoi risparmiare come consumi voluttuari, scegliere se possibile ciò che necessita il minor consumo di risorse per ciò che è indispensabile e pensare sempre che ciò che già esiste è un condensato di risorse già utilizzate (cambiare un auto con una più green non sempre è la scelta più ecologica, bisognerebbe anche mettere il consumo di risorse per produrre quella nuova).

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    4. > metano è ecologico se viene da una risorsa rinnovabile

      Athanasius
      Il produttore bio di riso del quale sono referente per i GAS della mia valle mi raccontava che NON riesce ad affittare campi per aumentare la produzione perché i prezzi sono abnormemente alti dovuto al fatto che a pochi km gli è stato piazzato il più grande digestore di biomasse d'Italia che paga a prezzi molto alti le biomasse che ad esso vengono conferite. Il risultato è che su 'sti campi ci coltivano tali biomasse e i non i risi (Carnaroli, Vialone Nano) bio.
      Quindi si ritorna a quanto sottolineato da MrKeySmasher, al problema numero Zero della pianura Padana, d'Italia, d'Europa, del pianeta, che è la sovrappopolazione: non c'è spazio (terreni) a sufficienza per il cibo E per le coltivazioni delle biomasse per energia.
      Tale biodigestore verdognolastro NON è affatto ecologico, vista la scala (da utilizzo di biomasse residuali a digestore di bio masse coltivate ad hoc, bisogna vedere se l'intero ciclo, considerati coltivazione, taglio, trasporto, a base di petrolio, diminuisce o aumenta la CO2 in atmosfera).

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    5. La versione patologica sicuramente è quello che descrivi tu, alimentata da sovvenzioni e ammenicoli simili (la componente green della bolletta) stimola la nascita di fabbriche di soldi, in una situazione simile è la Tesla: come produttore di auto è un marchio marginale in fatto di vendite, come capitalizzazione supera molti dei maggiori marchi, il modello di buisness è invece vendere i crediti green (se vendi auto a combustione accumuli debiti) quindi una delle voci maggiori risulta essere un trasferimento forzoso dagli altri produttori. L'esempio della Tesla introduce bene il problema, l'ecologia non si mischia bene con il turbocapitalismo dei tanti sporchi e subito, i veicoli elettrici ed ibridi sono una buona idea nelle città, lo erano nel 1900 e lo rimangono, sopra i 40km o in caso di spostamenti multipli non valgono la pena, tra peso delle batterie e tempi di ricarica si finisce per perderci, purtroppo un lavoro fatto bene richiederebbe un bel po di informazione ed organizzazione quindi per fare soldi è più semplice tentare di fare veicoli "a combustione ma elettrici": si vuole un veicolo che abbia le caratteristiche di uno a combustione interna ma che vada a corrente, che non richieda un cambio di abtudini o investimenti seri in infrastruttura (i TIR con il traliccio estraibile in stile treno sono stati provati e funzionano benissimo ma poi bisogna mettere i cavi e far pagare il consumo è un incubo).
      Il biogas non richiede megaimpianti o grandi produzioni, lo scarto va benissimo e può essere qualsiasi cosa ( https://www.informazione.it/c/6233FCD1-CA7A-4329-9C6D-01835FD49023/Scarti-di-macellazione-per-la-produzione-di-biogas-l-esperienza-di-INALCA-con-impianti-Austep ), per altro utilizzato adeguatamente permette un discreto livello di autosufficienza in campo agricolo, in un articolo che purtroppo non trovo più descrivevano l'uso di piccoli gasificatori in Cina negli anni 70, il villaggio usava il metano per le necessità locali e alimentava gli apparati agricoli. Il metano a bassa pressione era immagazzinato in sacchettoni appesi sopra il veicolo ( https://www.lowtechmagazine.com/2011/11/gas-bag-vehicles.html , lo scarto bioattivo finale sparso sui campi faceva da fertilizzante. Questa esperienza non prevedeva l'uso di parti nobili, il commestibile andava a uomini e bestie, tutto lo scarto però doveva finire nel digestore, feci di uomini ed animali e scarto di cucina in primis!
      Il tipo di gasificatore che intendo è oggi in uso in diverse parti del mondo ( https://www.researchgate.net/publication/282284360_BIOGAS_DIGESTERS_IN_INDIA_A_REVIEW ), spesso lo schema adottato è quello descritto anche a scopo sanitario.
      I progrtti faraonici sono spesso fallimentari mentre quelli su piccola scala riescono più facilmente a raggiungere gli obbiettivi, un idea la potrebbe fornire un esperimento mentale: quanti interessi speculativi circondano un progetto da 10 milioni che servirà 100.000 utenze e quanti interessi speculativi su un progetto da 10.000 per 500?

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  4. Pigia e pigia che ti ripigia... a questo si arriva. Bello, eh? Aggiungi un posto a tavola, che c'è un amico in più! Se sposti un po' la seggiola stai comodo anche tu. Sì, come no! Vai con le seggiole! Anzi, passa alle panche, che con gli amici in più si sta ancora più vicini e quindi più comodi. Ah, ma a non meno di un metro tra le rime buccali, mi raccomando, che bisogna essere amici responsabili.

    Fenomeni.

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  5. Guarda, per chissà quale fatalità mi sono or ora imbattuto in questo filmatino. Ci si parla di una cosa che non sapevo e che risale a circa un secolo fa. Non so, ammesso che le informazioni fornite corrispondano al vero, ci colgo dei rimandi piuttosto palesi al tema di questa pagina.

    Fuori come dei balconi. Delirio di onnipotenza. Allora come oggi, anzi, oggi ancor di più, in un crescendo rossiniano che lascia immaginare un "bel" futuro davvero. Auguri.

    Il progetto Atlantropa

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    1. beh, una cosa giusta l'hanno detta: la tecnologia ha ridisegnato il mondo, con tutto il cemento e l'asfalto che hanno steso in questi 100 anni è stato fatto proprio un bel lavoro. E chi li ferma questi qui? Non penso che il piano rilancio per superare i danni economici del covid sia fumo negli occhi. O sì? Solo si potesse interrogare Cassandra.

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  6. Volevo sapere perchè l'autore non ha speso una riga, per parlare delle mancate politiche di controllo demografico in Africa, che assieme ai danni da climate change in Africa, esploderanno guerre nell'area Mediterranea entro il 2050.

    @ MrKeySmasher6 luglio 2020 16:15
    Non sapevo, del delirio di Herman Sörgel... ma poi 'sto tizio è morto in manicomio?!

    @ Tutti
    https://mio-radar.blogspot.com/2020/06/affondamento-del-hms-coventry-quale.html
    breve spunto, su uno dei millantimila scenari possibili, sugli inviluppi delle guerre del cambiamento climatico

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    1. Ma perché non si parla mai di Bibbiano? Eh?

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    2. Tragico ma il motivo è semplice: dei figli degli altri non frega nulla a nessuno. La civiltà si è involuta fino a questo punto, Bibbiano è un sasso scomodo per la narrativa e ha colpito solo individui "marginali" non in grado di far valere il proprio diritto, nel più classico dell'anarchia ogni azione è dettata dalla forza pura in ogni sua forma e aspetto quindi andare contro i narratori (in questo caso più di un gruppo di potere) richiederebbe un atto eroico. Il nostro martoriato paese con Falcone e Borsellino ha dimostrato che l'eroismo è controproducente, ognuno pensi agli affari suoi.......

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    3. forse Falcone e Borsellino speravano che il popolo italiano e le sue elitè avessero ancora un poco di amor proprio e, spinte dal loro sacrificio, insorgessero dichiarando guerra alle cosche, come fecero a Cichago contro Al Capone. In quella guerra morirono 100 poliziotti. Ci siamo già capiti.

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    4. Io m'informo da internet ed ho messo in blacklist tutti i programmi di approfondimento propagandistico e disinformzione che passano in prima e seconda serata in tv. M'informo da google news, seguo questo blog, traduco conferenze climatiche & sicurezza nazionale da YT dall'inglese all'italiano, e giusto ieri, sono felice d'aver scoperto che i militari la pensano (grosso modo) come me:

      https://www.youtube.com/watch?v=j3ZPuZV4n4c

      .importanza della pianificazione strategica
      .attenzione ai segnali di Early Warning Signal & Eventi Clone
      .l'Italia da questa epidemia Covid19 ne uscirà IAC molto indebolita
      .la prossima sorpresa strategica è già dietro l'angolo (ed è ben visibile per chi la vuol vedere)

      Considerando che i militari sono per ragioni di sicurezza nazionale, molto riservati, direi che è tantissimo quello che il generale Ristuccia ha detto.

      A differenza dei "geopolitici italiani", che sono in piena asimmetria informativa.

      L'unica cosa che seguo da vicino è il trend dell'epidemia covid, e la storia della procurata epidemia=avocazione di competenze+temporeggiamento che IMHO a settembre finirà con Conte, Speranza, Lamorgese, portati via dalla Magistratura bergamasca. /IMHO

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    5. In un luogo al quale e' cara l'ecologia, i crimini "alla Bibbiano" (solo la punta di un ghiaccione) non sono trascurabili.
      Non si tratta solo di attacchi alle classi piu' umili e prive di strumenti, ai bambini, i piu' indifesi, un puro atto di forza dei potenti sui deboli, come osserva Athanasius. Ma e' pure molto grave dal punto di vista ecologico, lo stravolgimento, l'artificializzazione e l'alienazione dell'essenza piu' profonda dell'umanita', la nascita, l'infanzia, paternita', maternita', gli affetti piu' intimi, la distruzione ideologica e pratica delle differenze tra maschile e femminile, la mercificazione degli esseri umani.
      Una tessera rilevante in un mosaico che prevede un Mondo Nuovo distopico, organizzato e realizzato basandosi su omologazione, alienazione, artificializzazione, reificazione, il tutto travestito da "valori", in un progresso verso la barbarie.

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    6. Utile ad un "ecologia per ricchi", la soluzione presentata per il problema ecologico è la tassazione quindi un semplice spostamento del problema verso il basso : chi ha continuerà ad usare l'auto a carbonella, la tassa di 4000 euro annui per lui è irrilevante dato che incassa quella cifra ogni giorno, quelli con reddito insufficiente pagheranno per il privilegio di riuscire ad arrivare al lavoro con sudore e lacrime, ovviamente i soldi della tassa saranno utilizzati in investimenti green come i rigassificatori.
      Un altra idea comune è la soluzione malthausiana, se consumo per 20 basta ucciderne 19 e vado in pari, ovviamente chi decide chi muore?
      Personalmente per l'ecologia trovo che i fattori importanti siano relativi ai flussi di materia ed energia, sono favorevole ad un nucleare a ciclo integrale, non ritengo che il problema sia la quantità di umani sul pianeta ma la spinta continua all'accumulo ed al consumo immotivato. Ritengo che molta dell'ecologia sbandierata sia una forma di virtue signaling, un atto insignificante da sbandierare al mondo mentre in privato tutto è l'esatto opposto, in America la Tesla è la macchina per la moglie o i viaggi brevi ma in garage bisogna avere il suv e la berlina da utilizzare in vacanza o per i viaggi!
      La narrativa è affidata proprio a questi maestri del bipensiero, distribuiti equamente su mille faccette ma che interpretano il problema ecologico come la ricerca di una soluzione per conservare e accrescere il loro (denaro, status, potere, etc) in un mondo finito, Bibbiano è il meno che possono fare.

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    7. La risposta del prof. Bardi era sarcasticamente provocatoria. Eppure ne è derivato un piccolo, ricorrente "miracolo": l'importantissima eccezione sollevata da Chip è stata accantonata in un battibaleno. Anni fa lessi diversi articoli sui processi di "sviamento" che si verificano (intenzionalmente e non) nel momento in cui si tratta di affrontare la spinosissima questione demografica -- la madre di tutte le gravissime questioni che ritornano insistentemente negli articoli di questo blog.

      P.S. per Chip: non so che fine abbia fatto 'sto pazzoide, che ha comunque numerosi emulatori ai giorni nostri. A dir la vertà, fino a ieri non avevo neppure idea che esistesse. Mi premurerò di segnalarne l'esistenza ai miei colleghi che si occupano di insegnare storia, ma sono certo che ignoreranno la mia segnalazione e continueranno a coltivarne l'ignoranza. Guai a mettere in dubbio il feticcio del progresso lineare magnificamente alimentato da un non meno lineare ed esplosivo avanzamento della scienza e della sua sorellastra, la tecnologia! Nuoce al posto di lavoro, particolarmente oggi che ai piani alti hanno deciso che dobbiamo spingere sull'acceleratore della digitalizzazione sempre, ovunque e comunque (sto ripensando al significato di "Matrix"... mi sa che, scremandone le scempiaggini holliwoodiane e gli effettacci sci-fi più truculenti, va letto in modo diverso da come ci era apparso in un primo momento -- "Matrix" è quello che ci stanno imponendo oggi, e non ha nulla a che fare col dominio delle macchine, bensì di quello dell'uomo sull'uomo tramite le macchine).

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    8. https://www.youtube.com/watch?v=J9Q4Ialo5MA
      chip, guarda l'efficienza delle forze armate cinesi. Penso che in uno scontro convenzionale siano imbattibili. Poveri indiani.

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    9. Una parte dei militari, si sta svegliando
      https://youtu.be/2LZlxEL0970?t=6545

      "parlare di guerra futura significa cercare d'anticipare i tempi, di capire quali sono gli scenari, e di capire quali sono le risposte più efficaci, e vedere quanto racconta la storia e poi proiettarsi anche nel futuro, però quello che emerge nel mondo occidentale, è correre dietro all'immediato e evitando di prendere posizioni, tavolta anche impopolari, per guidare verso qualcosa che si potrebbe prevedere, ma che forse non è politically correct esporre, quindi non è possibile anticipare ponendolo all'attenzione dell'opinione pubblica, perchè si tratta di scenari probabilmente scomodi. Questa dicotomia che c'è tra le previsioni degli specializzati e la non volontà e l'incapacità dei decisori politici di additare la strada ed indirizzare le risorse, per fare investimenti in sicurezza, per gestire eventuali situazioni future...."

      C'è poi un abisso tra la Storia Militare ed una larga parte della Fantascienza Climatica, basta vedere di cosa parlano nelle conferenze di Climate Fiction, io ne ho raccolte un po' in questa playlist

      https://www.youtube.com/playlist?list=PLeSK8oZavDZnEBlmKvdQpQSxufy1w8OL-

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  7. pare che la ragione per la quale i mattatoi diventino focolai di coronavirus, siano le condizioni ambientali, temperature basse, alta umidità, che abbassano le difese immunitarie. Ricordiamoci di fare scorta di aglio, quando le temperature tra 2-3 mesi cominceranno a scendere.

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  8. Leggo questo post e capisco che noi esseri umani siamo quasi tutti pazzi.
    Nessuna specie vivente avveduta e saggia si sogna di estrarre petrolio, e neppure si sogna di costruire pale eoliche. Ambedue le azioni denotano pazzia.
    Per questo, la Sesta Estinzione si stà realizzando, in questo momento. A causa della nostra pazzia.
    Sono mortificato, e triste per questo. Le lacrime mi rigano il viso.

    Gianni Tiziano

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    1. Tiziano, solo in Paradiso non ci sono lacrime e tu ci andrai, anche se non ci credi, perchè ci vanno tutte le brave persone.

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  9. Questo è interessante

    http://amp.ilsole24ore.com/pagina/AD1p4kc

    Che ne dite?

    Riassunto: il virus non viene ne dalla Cina ne da altrove. C'era già prima ovunque, qualcosa l'ha riattivato. E pare non sia la prima volta. E pare ce ne siano tanti di virus "dormienti".
    Guido.

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    1. Ci volevano i grillini. No tav. Altro che la Bossi-Berlusconi sulle grandi opere:

      https://tg24.sky.it/politica/2020/07/07/decreto-semplificazioni-2020-opere-approvate#09

      200miliardi. E noi beviamo tutto.

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  10. https://agliocrudo.it/storia-tradizione/ricette-mediche-popolari/
    "RAFFREDDORE (un coronavirus, per intenderci)
    Ai primi sintomi, mettete in bocca uno spicchio d’aglio intero e tenetevelo per qualche ora. Non sentirete alcun sapore, ma i principi attivi penetreranno ugualmente nelle mucose . Questo rimedio può essere anche utilizzato come un ottimo preventivo oltre ad essere curativo."
    Chissà perchè ho passato per tutto l'inverno e fino a giugno tutte le notti, dormendo con un aglio in bocca. Risultato: quest'anno non ho saputo cosa fossero influenza, raffreddore e covid 19. Grazie nonna, che mi mettevi uno spicchione d'aglio sulla gola quando la notte stavo male. Beh, grazie anche alla mia capacità di elaborare concetti semplici, capacità che penso sia conseguenza dei 2 riassunti giornalieri che ci faceva fare Suor Giovanna, quando la scuola sfornava cervelli pensanti. Mi ricordo che rimase sorpresa quando in 3° elementare dissi che lo zero era il nulla. Forse perchè nel mondo fisico il nulla non esiste, ma esiste in quello intellettuale e metafisico.

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    1. Tra il serio e il faceto: è anche un ottimo coadiuvante del "distanziamento sociale", con particolare efficacia nel garantire che la distanza tra le rime buccali (cit., p. 7) non scenda sotto al metro.

      Signori miei, osservando quel che è accaduto negli ultimi mesi e sta tutt'ora accadendo, non vedo segnali che possano indurre all'ottimismo. Nel rivolgermi a chi frequenta un sito che ha preso piede da tematiche legate al petrolio, trovo appropriato esprimermi notando metaforicamente che dopo avere toccato il fondo del barile, dopo averlo raschiato a dovere, dopo averlo sfondato, dopo avere scavato per un po' con mezzi di fortuna... dopo tutto ciò, è stata allestita una torre derrick per supportare una trivella ad altissime prestazioni, con la quale abbiamo già efficientissimamente raggiunto profondità di svariate migliaia di metri. Epperò sbaglio nell'essere tanto negativo, ché una nota di ottimismo la si può rilevare: di questo passo, a breve saremo nuovamente in superficie -- all'altro estremo del pianeta. Ogni tragedia è fonte di inattese opportunità, no?

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  11. Io aggiungo che in linea di principio il prof ha ragione: non si può non fare qualcosa che interessa milioni di persone perché ne danneggia migliaia o centinaia.  Semmai, i milioni che ne hanno vantaggio dovrebbero pagare i danni alle migliaia che ne hanno un danno.   ;a l'argomento è di per sé valido per tutti i tipi di intervento: per la costruzione di pale eoliche, così come per la creazione di un'area protetta, ma anche per la costruzione della TAV o del ponte di Messina.   Ergo non risolve nulla; il punto che rimane in sospeso è se un qualunque intervento è utile o dannoso in una strategia generale e se quella strategia è valida.  E su questo mi riallaccio a quello che ha detto Miguel.   Aumentare la produzione di elettricità da rinnovabili ha senso se contemporaneamente si riduce in misura molto maggiore l'erogazione complessiva di energia.  Altrimenti siamo sempre ben ancorati nel BAU.

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    1. Fare o disfare?
      Crescere o decrescere?
      Il pianeta ha bisogno di più consumi/produzioni o di meno consumi/produzioni?
      Più popolazione o meno popolazione?

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  12. in linea di principio dovrebbe essere evitato il danno altrui sempre e comunque, ma questo rispetto oltrepassa i limiti della specie umana. Quindi BAU sempre e comunque.

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  13. Se ho ben capito, vengono date per scontate parecchie cose che non lo sono per niente:
    1. che l'energia eolica (o altri progetti simili e similmente devastanti) siano una soluzione al problema climatico (e il cemento e la plastica e il trasporto e le nuove linee elettrice, eccetera? Siamo sicuri che il bilancio è positivo?)

    2. che non ci siano soluzioni migliori (come ad esempio la riduzione dei consumi di energia e quindi anche di merci e un lento calo demografico)

    3. che il problema climatico sia sicuramente il più grave che dobbiamo affrontare, per cui tutti gli altri, come ad esempio l'inquinamento da plastiche o l'invivibilità dei territori, passano in secondo piano

    Per come la vedo io, non bisognerebbe MAI imporre dei sacrifici totali a una comunità per il bene di un'altra. Non stiamo parlando di cose come pagare le tasse o non inquinare un fiume, stiamo parlando, come dicevo sopra, di rendere potenzialmente invivibile un territorio in nome di un vantaggio per altri.
    Per "fare ognuno la sua parte" si potrebbe anche intendere che ognuno deve cercare di farsi bastare il più possibile le sue risorse locali, senza pretendere quelle degli altri. Per esempio, la Carnia (nord del Friuli Venezia Giulia) è stata devastata per prendere acqua con cui produrre elettricità per le industrie della pianura. Se se la fosse potuta tenere, avrebbe avuto meno posti in fabbrica in cui emigrare, ma pesci e mulini. Allo stesso modo, non capisco perché gli abitanti degli Appennini, che sono pochi e mediamente non credo tanto ricchi, devono rovinarsi la vita per produrre elettricità per le fabbriche o gli allevamenti intensivi o il traffico fuori controllo della pianura Padana.

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    1. Con bilanci occupazionali fallimentari sul periodo medio lungo. Si veda il siderurgico a Taranto o il petrolifero in Basilicata. Distruggono 100 piccole aziende (contadine, artigiane, turistiche) per 20 posti che dopo alcuni lustri svaniscono lasciando danni e inquinamento irrimediabili.

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  14. nel mio comune, con amministrazione di dx, ma anche negli altri di dx fanno più o meno lo stesso, hanno messo degli altoparlanti in centro per invitare la gente e in particolare i giovani, alla movida. In quelli di sx sono più attenti ai contagi. Lo scenario ricalca l'andazzo parlamentare ed è ormai assodato che il contagio è solo meno virulento. Penso che le riaperture selvagge della dx riempiranno gli ospedali e un pò anche i cimiteri quest'inverno. Il rischio c'è. Spero di sbagliarmi.

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