di Bruno Sebastiani
Cari ragazzi
voi avete dato vita a una
rivoluzione, ed è la prima volta nella storia che una rivoluzione ha come
obiettivo la salvezza della biosfera.
Questo è un avvenimento
che rappresenta una svolta epocale nella vicenda umana e deve pertanto essere
supportato da una base ideologica che rappresenti una svolta altrettanto
epocale nella storia del pensiero.
Per tale motivo vi
propongo alcuni spunti per la costruzione di una valida base ideologica.
1. Nessun
essere vivente ha mai creato squilibri ai danni della biosfera come quelli
causati dall’uomo. Questo perché gli animali sono guidati dall’istinto e gli
“interessi” contrapposti delle varie specie si sono sempre autoregolati
nell’ambito del mondo della natura.
2. Ad
un certo punto della sua evoluzione biologica il cervello dell’uomo ha superato
le dimensioni che gli consentivano di vivere seguendo semplicemente l’istinto e
tale crescita gli ha permesso di iniziare ad intervenire sul mondo della natura
modificandolo a suo piacimento.
3.
L’istinto
di sopravvivenza unito alle nuove facoltà intellettuali ha dato vita alla
volontà di potenza. Nella lotta per la vita Homo sapiens ha sconfitto con
questa nuova arma, la super intelligenza, tutti i suoi concorrenti ed è
diventato il re del mondo.
4. Per
giustificare questa nuova condizione gli antichi si sono inventati miti e
religioni secondo i quali saremmo stati investiti di questo potere nientemeno
che dal creatore dell’Universo.
5.
In
base a tali convincimenti sin dagli albori della storia abbiamo iniziato a
distruggere i tessuti sani del pianeta, portando all’estinzione un gran numero
di specie animali ed intervenendo pesantemente sul mondo vegetale con
l’invenzione dell’agricoltura.
6. L’opera
di distruzione è andata via via aumentando di intensità parallelamente alla
crescita e alla diffusione della cosiddetta “civiltà”, fino ad oggi, momento
storico in cui stiamo prendendo coscienza di essere molto vicini al punto di
“non ritorno”.
7.
Questa
tragica situazione si è verificata perché l’intelligenza umana è cresciuta fino
a consentirci di modificare l’ambiente a nostro favore e a sfavore di tutti gli
altri esseri viventi, ma non è cresciuta a sufficienza per ristabilire un
equilibrio altrettanto duraturo.
8. Abbiamo
operato come le cellule di un tumore: siamo cresciuti a dismisura e abbiamo
distrutto i tessuti sani dell’organismo planetario che ci ospita, ed ora ci
accorgiamo di aver portato questo organismo in prossimità della fine, che
costituirebbe anche la nostra fine.
9. Pur
in presenza di una situazione tanto grave è doveroso tentare di mettere in atto
ogni azione che possa scongiurare, o quanto meno ritardare, la distruzione
della biosfera. Per tale motivo è assolutamente necessario avviare sin da
subito ogni iniziativa volta alla decrescita.
È compito della vostra
rivoluzione individuare sistemi e strumenti con i quali intervenire nei
confronti dei governanti per richiamare la loro attenzione alle vere priorità.
Ma nel fare questo non dovete farvi ingannare da negazionisti e falsi
ecologisti, e il modo migliore per restare saldi nei vostri propositi è di
ancorare il vostro movimento ad una solida base ideologica.
Quella che vi ho indicato
è solo una traccia di un percorso tutto da scrivere, ma credo che contenga in sé
i punti fondamentali da approfondire.
Sono francamente sconcertato dalla frase "ancorare il vostro movimento ad una solida base ideologica", specie se scritta su un blog scientifico. In realtà abbiamo bisogno dell'esatto contrario, cioè dell'affermazione della ragione - la cui logica conseguenza è il metodo scientifico - , che è il solo strumento che abbiamo per interpretare la crescente complessità delle cose. Magari abbiamo bisogno di allargare le conoscenze, di spostare il focus dal solo punto di vista umano ad altri punti di vista il più possibile sistemici, questo sì, ma usando quanto più ci è possibile la ragione e tutto ciò che il suo uso comporta.C'è una cosa in cui Greta dimostra di essere particolarmente matura e consapevole, a volte anche andando contro le sue convinzioni personali, ed è quando dice "non ascoltate me, ascoltate gli scienziati". Che è come dire "la mia interpretazione del problema potrebbe essere falsata della mia mancanza di informazioni e dalla mia emotività, il metodo scientifico è invece il processo che usa i migliori dati a disposizione e filtra via via tutti i bias dei singoli partecipanti alla ricerca". Questo va spinto nei giovani, la ricerca dei fatti, non la loro adesione acritica ad ideologie, che è quello che abbiamo sempre fatto e che, purtroppo, continuiamo a fare. E i risultati non mi pare siano sempre entusiasmanti.
RispondiEliminaQuella che descrivi è una solida base ideologica. Basta intendersi sulle parole!
EliminaNon confondere il metodo scientifico con gli scienziati (l'equivoco che ci proponi è intenzionale?). Vedi sotto il mio commento su volpini e volponi.
EliminaMrKeySmasher
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EliminaNo Key, semplicemente citavo Greta, anche se approssimativamente. E' ovvio per me che gli scienziati, presi singolarmente, sono una cosa ben diversa dal metodo scientifico. Un effetto noto, il "Nobel's disease", dà perfettamente conto del fatto che gli scienziati individualmente possano prendere cantonate colossali, specie in campi non di loro competenza, ma occasionalmente anche nel loro stesso campo. Più che di scienziati, è più corretto parlare di comunità scientifica. Che è sì costituita da scienziati ma che, appunto, nella sua pluralità è in grado, sebbene a volte con difficoltà, filtrare la good science dalla junk science. Credo che Greta intendesse questo con "scienziati".
EliminaCiao Max, quello che dici è sacrosanto, o meglio maledettamente giusto, ma... l'ideologia non è scritto da nessuna parte che NON debba essere basata sulla scienza, anzi l'ideologia basata solo sulla tecnologia, sul metodo scientifico, incapace di andare oltre gli strumenti di laboratorio pur anche potentissimi, quantististici, IA, CL, ecc....di cui disponiamo, non sono ancora al momento in grado di superare il sentimento, la coscenza e il pensiero umano e se un giorno questo succederà, nel bene e nel male, sarà la fine dell'umanità. Ciao Giovanni
RispondiEliminaPerdonami, ma non capisco cosa c'entri questa escursione nella IA, nella Singolarità e nelle visioni apocalittiche della "scienza brutta". La scienza è scienza, l'uso che se ne fa, purtroppo, dipende dal livello di capacità di percezione ed elaborazione della realtà da parte nostra.
EliminaMolto più banalmente, quello che intendo io è: conosci il problema (e le soluzioni - e non si finisce mai di conoscere) anziché affidare la tua weltanschaung ad una qualsivoglia ideologia. E' sicuramente più faticoso, ma se ciò che ti interessa è realmente fare qualcosa di utile per la biosfera (o per qualsiasi altra cosa), è l'unica cosa che puoi fare. Con l'ideologia coccoli la tua posizione, i tuoi bias, il tuo senso di appartenenza, ma difficilmente riesci a vedere le cose nella loro complessità, spesso quando queste si discostano dal tuo punto di vista.
Esempio (molto rapido e senza velleità di precisione, solo per dare un quadro di massima). Il riscaldamento globale richiede la riduzione/azzeramento delle emissioni di CO2. Il rg è un problema ecologico. Se mi occupo di problemi ecologici sono un ecologista. Se sono un ecologista, faccio riferimento ad un lungo elenco di meme che si sono creati e diffusi nel tempo (alcuni validi, altri molto meno)che sono andati a creare una "ideologia" più o meno uniforme. Secondo questa ideologia, solo per fare un esempio, l'unico modo concepibile di produrre cibo è col biologico (agrofarmarci di sintesi e biotecnologie sono esclusi a priori, anche se non c'è prova della loro pericolosità). Coltivando con questo metodo i cereali, che sono la base e il grosso dell'alimentazione in tutto il mondo, hanno rendimenti che vanno dal 30 fino al 60% in meno. Diciamo, per comodità e per dare un ordine di grandezza che ci aiuti a capire la dimensione della cosa, che mediamente i cereali coltivati in biologico rendono la metà (senza considerare i possibili miglioramenti produttivi - pensiamo ad un possibile riso C4 - realizzabili con le biotecnologie). Questo significa che dobbiamo lavorare il doppio della superficie agricola per ottenere lo stesso risultato, se dovessimo adottare universalmente questo sistema. Questo significa che ridurremmo ulteriormente le aree selvatiche del pianeta (foreste, savane, paludi), ammesso che esistano, producendo una enorme quantità di CO2 in più (tilling dei suoli, uso di macchine agricole, la stessa deforestazione, ecc.). Ergo, anziché dare un aiuto al problema climatico, lo andiamo a peggiorare, convinti di fare la cosa giusta da un'ideologia, ma non dai fatti. Ecco cosa intendo per spingere i giovani verso lo spirito critico e la ricerca dei fatti e di abbandonare completamente le ideologie (che, a mio modo di vedere, hanno più a che fare con le religioni che con una visione scientifica e razionale del mondo).
"spesso quando queste si discostano dal tuo punto di vista". Spesso va sostituito con soprattutto, non mi appare il tasto "modifica" alla fine del commento.
Eliminahttp://www.nationalgeographic.it/ambiente/2018/03/27/news/il_75_del_suolo_sul_pianeta_e_degradato-3919315/
EliminaMa cosa si può peggiorare più di così?
Qui stima un calo di produzione del 40% in Inghilterra e Galles
https://www.lescienze.it/news/2019/10/22/news/impatto_conversione_agricoltura_biologica-4591371/
Ma alla fine aggiunge
Certo, lo stesso territorio, con un altro tipo di dieta nazionale, avrebbe fornito probabilmente risultati differenti, ma sarebbe stato un altro studio.
in ogni caso
i metodi biologici consentono di ridurre le emissioni del 20 per cento per ogni bene prodotto nel caso delle coltivazioni agricole e del 4 per cento nel caso degli allevamenti. Se tutta la produzione agroalimentare dell’Inghilterra e del Galles fosse ipoteticamente convertita a questi metodi produttivi, l’impatto sulle emissioni di gas serra sarebbe dunque rilevante.
i metodi biologici portano indubitabilmente a benefici ambientali locali, compresi un maggiore sequestro di carbonio nel suolo, la riduzione dei pesticidi e il miglioramento della biodiversità,
Mah, Rupalti.
Poi non è detto che non si possa fare a meno del concime organico.
https://www.tilman-org.net/fileadmin/documents_organicresearch/tilman-org/TilmanOrg2014_CK_flyer.pdf
Anche questa è scienza.
Il suolo è degradato perché viene lavorato da secoli, col biologico cambierebbe ben poco. Anzi, dovrebbe essere lavorato di più, quindi degradarsi di più, perdere più vita e carbonio, che verrebbe giocoforza liberato in atmosfera.
EliminaIl 40% in meno per tutta l'agricoltura è una stima persino più pessimistica di quella che ho ipotizzato io (su dati che purtroppo non riesco a ritrovare; pensavo di averli salvati). Infatti, per molte colture orticole o comunque alte rispetto ai cereali, la differenza era minima o del tutto assente. Io non sono pro o contro il biologico, come peraltro non sono pro o contro le biotecnologie. Sono pro cose che funzionano e sono scientificamente provate come sicure e contro pratiche magiche inefficaci e ostinazioni ingiustificate se non, appunto, da ideologie. Il problema è infatti molto più grave e su scala globale più che altro per i cereali, che sono, vale la pena di ricordarlo, il motore alimentare in tutti i continenti, oltre ad essere indispensabili per dare energia alla vita umana.
I metodi biologici (che, vale la pena ricordarlo, usano a loro volta pesticidi di origine organica, che spesso sono molto più pericolosi e persistenti di quelli di sintesi; esempio, solfato di rame), proprio in virtù della loro necessità di maggiore superficie agricola, emettono giocoforza di più delle colture "convenzionali". Questo, perlomeno, nella misura in cui le loro rese sono molto inferiori. Sulle colture che producono una resa equivalente, potrebbero anche emettere di meno. Ma non automaticamente.
I metodi biologici, per le stesse ragioni di cui sopra non possono che ridurre la biodiversità, in quanto utilizzare più suoli significa automaticamente ridurre gli habitat per alte specie.
In quanto al maggiore sequestro di carbonio, anche questo è, in linea di principio, errato. Se usi più suolo, lo lavori di più, ed abbatti foreste, di carbonio ne sequestri ben poco. Qui nelle Marche, da qualche tempo si pratica una metodologia di coltura dei cereali no till che rientra nel novero delle nuove tecniche di agricoltura di precisione. Non si ara, si semina su sodo, ma si fa un passaggio preliminare con glifosate per impedire che la concorrenza delle erbe infestanti sottraggano nutrienti e soffochino le colture. Il risultato è che le rese sono quelle approssimativamente quelle del convenzionale, i terreni sono molto più sani e ricchi di vita (il glifosato non danneggia la vita microscopica dei suoli e le sue molecole vengono disgregate in pochi mesi dai batteri del suolo) e si sono risparmiate diverse tonnellate di CO2 con la drastica riduzione dei passaggi con macchine agricole.
Per finire, un genetista dell'Università di Bologna, Sansavini, ha notato che una mela selvatica era immune alla ticchiolatura. Dopo aver tentato innumerevoli volte un incrocio con un cultivar più adatto al consumo umano e dai rendimenti molto più alti, i risultati erano stati scoraggianti. La mela risultante a volte acquisiva il gene che la fa resistere alla malattia, ma o rendeva pochissimo, o era acida, o era del tutto immangiabile. Decise quindi di prendere il gene specifico che conferiva la resistenza ed impiantarlo nel cultivar (che non ricordo quale fosse) che voleva modificare. Il risultato è che quella mela "cisgenica" non ha virtualmente bisogno di alcun trattamento fitosanitario. Però, a causa di una legge italiana ed europea dettata dall'ideologia e non dalla scienza, quella mela nel nostro paese non si può coltivare. Ed anche se lo si potesse fare, il biologico la rifiuterebbe a priori.
Esempi di questo genere se ne trovano in quantità.
Non metto link, consiglio solo la lettura del racconto della storia di Sansavini in "Contro Natura" di Dario Bressanini. Dove ci sono molte altre storie interessanti da leggere.
postilla sulla biodiversità: la ricerca e la realizzazione di nuovi cultivar non riduce la biodiversità, la aumenta. Infatti, i cultivar ad oggi utilizzati in agricoltura sono incredibilmente pochi rispetto alla diversità genetica esistente. I vecchi cultivar non spariscono, semplicemente non vengono più coltivati in scala e, oltre ad essere conservati solo per infoltire la biodiversità, sono spesso utili per nuovi cultivar che possono sfruttare alcune loro caratteristiche genetiche a scopo agricolo.
EliminaL'agricoltura trasforma la vita da quando esiste, solo che adesso possiamo farlo con molta più precisione e sicurezza che in passato. D'altra parte, la vita si trasforma da sempre anche per i fatti suoi, come ci ha insegnato il buon Darwin.
Io ho qualche dubbio che il glifosate sia cosa buona e giusta.
EliminaCertamente viene inalato e qualche tumorino lo potrebbe provocare, è probabilmente tossico per gli imenotteri impollinatori e le molecole degradate non spariscono, ma rientrano nel ciclo colturale e magari ce le ritroviamo nel pomodoro.
Sono d'accordo che agricoltura convenzionale e biologica di fatto prevedano profonde lavorazioni del terreno con perdita di fertilità che va reintegrata. Il tutto è fatto usando massicce quantità di combustibili fossili, stiamo comunque legando sempre di più il futuro alimentare dell'umanità al petrolio, il quale più bocche sfamerà più ne farà nascere e più avranno bisogno di cereali e carne "fossile" in un cortocircuito demografico -ambientale.
Il tutto con la spada di damocle dei cambiamenti climatici e del picco del petrolio che avranno impatti sulle rese.
Altre forme di agricoltura sono possibili, "naturali" che aggiungono più sostanza organica al terreno di quella che tolgono, che non prevedono di lavorarlo, che non considerano le erbe come "infestanti" da combattere, ma addirittura sono incoraggiate, i ltutto senza spaccarsi la schiena. E senza bisogno di ricerca scientifica, di chimica e ingegneria genetica perchè la ntaura ha già messo a punto il suo metodo, che funziona da milioni di anni, è già tutto li, basta lasciarla fare.
Forme che forse non sono compatibili con la moderna società, con la specializzazione dei compiti, con l'assembramento in città sempre più grandi e con il progressivo allontanamento dell'uomo dalla natura. O forse si, magari sperimentando.
Questo è un esempio che funziona e che andrebbe allora studiato, magari ce ne sono altri:
https://www.ortodacoltivare.it/coltivare/coltivazione-elementare.html
Ferruccio
EliminaConcordo anche per esperienza personale. (Ma solo a livello orticolo, coi cereali non mi sono mai cimentato). A quanto pare il letame non è poi così indispensabile. Questo è un punto fondamentale.
Il fatto è che queste pratiche diciamo “rigenerative” non danno risultati immediati. Occorre tempo prima che il terreno riacquisti la sua naturale fertilità.
EliminaMa rinunciare ad alcuni raccolti è un lusso che per motivi economici i contadini non si possono concedere.
Inoltre, sono tecniche semplici ma comunque innovative e perciò devono essere in qualche modo apprese. E chi le insegna? Dice il contadino E se poi non funziona? Cose del genere.
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EliminaLeggo solo ora... Le erbe infestanti sono infestanti e basta. Impossibile considerarle diversamente. Generalmente si nutrono degli stessi nutrienti di cui si nutrono le colture e tendono a soffocarle in alcuni casi. Questo è anche uno dei motivi per cui le colture di cereali in biologico rendono molto meno e necessitano di più lavorazioni.
EliminaA sostegno della tesi contraria, non ha senso linkare un articolo sull'orto, dato che nelle colture orticole è evidente la scarsa differenza di rendimento fra le diverse scelte di metodo di coltivazione. In orto nessuno usa il glifosate. Altra cosa è un campo di grano, di mais, di riso, dove se non estirpi le erbe, il raccolto si dimezza. Va ricordato che anche il biologico usa trattamenti, che non sono il massimo della salute solo perché sono "naturali" e non di sintesi. Il solfato di rame è uno dei veleni più potenti, distruttivi e persistenti per qualsiasi suolo. ed arriva tranquillamente nelle nostre tavole. And yet, si usa come fosse acqua fresca. Inoltre, il 99% dei "pesticidi" (definizione assurda, in quanto si tratta di sostanze del tutto diverse fra loro e con scopi altrettanto diversi) che mangiamo regolarmente, sono di origine naturale, prodotti dalle piante che li usano per difendersi da malattie e animali che se le vogliono mangiare, dato che non possono scappare. E il fatto che siano naturali non significa affatto che siano meno tossici. Il punto è che è la dose che fa il veleno. Nel caso del glifosate, è possibile bere un bicchiere di prodotto (che fa sicuramente schifo, non è certo un bicchiere di amarone) senza avere conseguenze a breve, medio e lungo termine. Mentre si muore sicuramente se si mangia un bicchiere di sale. Questo significa che il sale è un veleno? Di certo no, se non ne usiamo tanto in più di 6 grammi al giorno (dose consigliata dall'OMS). Questo vuole dire che il glifosate non è un veleno? Sicuramente no, se non se ne bevono due bicchieri al giorno. Il fatto è che, male che ci vada, un consumatore medio non ne berrà nemmeno un bicchiere in una vita. Il che lo rende del tutto sicuro per usi agricoli. Poi, ovviamente, se se ne può fare a meno, tanto meglio. Personalmente credo che verranno elaborate molecole ancora più efficienti e meno impattanti. Di fatto ci stanno già lavorando in molti.
Si possono avere tutti i dubbi che si vogliono sul glifosate, così come su qualsiasi altra cosa. Poi però bisogna anche essere aperti e curiosi e, se possibile, fugarli quei dubbi. E, se lo si vuole, quei dubbi possono essere fugati. Perché la ricerca in questo campo non manca di sicuro. E la ricerca, a parte "l'incidente" IARC (che è stato ampiamente discusso in ambito scientifico), porta a conclusioni piuttosto nette: il glifosate è sicuro, non è cancerogeno anche a concentrazioni molto maggiori di quelle consentite nei cibi, si degrada rapidamente nei terreni e consente produzioni ragguardevoli.
Tutti i paesi che hanno sottoscritto l'accordo di Parigi non stanno adempimento realmente all'impegno assunto. Trattasi di una colossale presa in giro.
RispondiEliminaCi avviamo, dunque, alla concretizzazione dello scenario peggiore: aumento di +5°C su scala globale.
Presso gli ecologisti, lo sconcerto e la rabbia sono condizioni d'animo inevitabili. La rabbia è nei confronti dei governanti, che fanno gli interessi dell'apparato industriale, dei potentati edili e delle corporazioni petrolifere; ma i governanti sono altresì responsabili perché non intendono porre alcuna barriera difensiva alle numerosissime, malsane abitudini che scandiscono la routine quotidiana di altrettanti cittadini ignoranti e/o egoisti.
Se si vuole salvare e proteggere con sincerità questo pianeta Terra, che non si abbia più timore od imbarazzo ad implorare l'instaurazione di un sommo autoritarismo verde, con poteri estesi su tutto il globo; francamente, non intravedo ulteriori sbocchi per la risoluzione della crisi ecologica di causa antropica.
Checché ne dicano Trump, Putin, Bolsonaro - ossia tra i maggiori servienti del sistema inquinante - il surriscaldamento globale antropico e conseguenti cambiamenti climatici sono fatti reali, certi, provati e straprovati, che non faranno il solletico, bensì colpiranno con la potenza di un qualche cataclisma.
Sono estremamente rattristato ed arrabbiato dal fatto che, a causa dei fenomeni succitati, entro la fine del secolo, innumerevoli specie di animali non-umani risulteranno estinte. I pinguini imperatori antartici, ad esempio, con un aumento di +5°C, saranno del tutto scomparsi. Ma gli umani più ottusi faranno meglio a non tirare il solito sospiro di sollievo. Il male inenarrabile arrecato alla Terra gli si ritorcerà contro in modo inaudito. Parrebbe che persino gli evangelici brasiliani si siano finalmente resi conto che l'uomo sta abusando della libertà concessagli da Dio.
Saluti.
a questo punto credo che l'accordo di Parigi sia un accordo per gonzi, del tipo: fai i sacrifici te, che poi i tuoi risparmi me li pappo io. E' un modo molto umano di comportarsi, quindi normale. Il paradosso di Jevons è altrettanto inesorabile dei principi della termodinamica. Per me il destino è segnato ed è utopia sperare di scamparla. Spero per i giovani sopra dall'espressione sorridente e disincantata, più adatta ad una scampagnata, che a una protesta seria e decisa, di avere più fortuna degli arrabbiati sessantottini miei coetanei.
Eliminaper ridurre le emissioni di co2 bastava stabilire delle semplici "quote" pro capite (per nazione) decrescenti di anno in anno, ma questo avrebbe limitato il capitalismo, quindi si sono inventati strani meccanismi come la compravendita delle emissioni... tanto fumo negli occhi e basta
RispondiEliminaUna "base ideologica" è il peggio a cui appellarsi, perché l'ideologia, per definizione, accieca la percezione del reale. Così come le regine di tutte le ideologie: le religioni.
RispondiEliminaAi "giovani" mi sento di consigliare altro: cercate di acquisire un metodo che vi permetta di difendervi dalle manipolazioni dei troppi furboni tra i quali vi trovate. Volpini e volponi, giovani e vecchi, maschi e femmine: per loro siete il nulla condito col niente, strumenti come il cacciavite per l'elettricista -- rotto uno, se ne prende un altro.
Ah, volpini e volponi non allignano solo in politica, ogni ambiente ha i suoi. Tutti molto, molto pelosi. E tremendamente esperti nella mimesi. Buona fortuna.
MrKeySmasher
ottimo post di Sebastiani e piacevoli interventi (specie quello iniziale di Rupalti)..grazie!
RispondiEliminauna cosa..
l'avventura appena iniziata dai ragazzi finirà bene..con la terra viva e rigogliosa anche tra 1000 anni e con l'homo sapiens salvato in extremis dalla fine del petrolio a buon mercato..
Certo..non finirà molto felicemente per moltissimi esseri umani ma è il costo che dovremo sopportore dopo un secolo e mezzo di scempi..
una piccola nota ai punti 4 e 5; la dottrina cristiana in realtà non è fondata sulla distruzione dell'ecosistema ma al contrario sul suo mantenimento.
I riferimenti di Gesù alla scarsezza e abbondanza di risorse, alla loro limitatezza nell'uso e nella oculata gestione, il rispetto del prossimo e del creato sono alla base della visione cristiana..escatologia perfettamente assimilabile oggi a visioni e proiezioni che oggi chiamiamo limiti della crescita e termodinamica..ma la sostanza non cambia.
un saluto.
stefano
@ Stefano e MrKeY, una cosa sono le religioni, che adattano le sacre scritture alle loro esigenze (anche satana nel deserto le adatta nel tentativo di portare Gesù dalla sua parte, figuriamoci se non lo fanno le elitè religiose), un'altra è il Dio in esse contenuto. Tutte hanno il primo comandamento/insegnamento di amare e sottomettersi a Dio, ma col cavolo che religiosi e non, lo fanno, preferendo interpretare le scritture secondo la propria indole, che, come vediamo tutti i giorni, non è molto diversa da quella della locusta. Peccato che così facendo, hanno allontanato molti da Dio, ma in fondo è ciò che vuole l'antagonista: distruggere l'opera di Dio e portarsi tutti con sè all'inferno. Per me la lotta è a livello spirituale, prima che nelle piazze e nelle varie Cop, ma ovviamente quasi nessuno o nessuno, vista l'esiguatezza, se ne preoccupa e allora avanti a tutto vapore con l'orchestra che suona verso il disastro.
RispondiEliminaR 9. Pur in presenza di una situazione tanto grave è doveroso tentare di mettere in atto ogni azione che possa scongiurare, o quanto meno ritardare, la distruzione della biosfera. Per tale motivo è assolutamente necessario avviare sin da subito ogni iniziativa volta alla decrescita. ......La soluzione più dolce se rispettosa dei diritti umani (inidividuali) sarebbe un bel virus cosi intelligente da sterilizzare gli individui dopo il primo figlio...Poi però ci sarebbe il problema dei nuclei familiari già con due o più figli, ergo questo virus dovrebbe essere cosi intelligente da sterilizzare anche chi non ha avuto figli se appartenente ad una "nidiata" numerosa...Ma siamo poi così sicuri che sia morlamente etico e rispettoso di tutto il biota parlare di diritti individuali per una specie in cosi clamoroso overshoot demografico? Ricomincio da capo: la soluzione migliore sarebbe un bel virus...
RispondiEliminaBiologico o non:
RispondiEliminafalso problema, perché i problemi mondiali non si risolvono con un 20% in meno di emissioni di CO2. Cerchiamo di avere una stima quantitativa Reale del problema.
Metodo scientifico:
Chi chiede che venga usata la scienza, invece delle ideologie, gli chiedo:
quando è stato usato l'ultima volta il metodo scientifico?
Il problema è che i due pilastri della scienza moderna: Meccanica Quantistica e Relatività di Eistein sarebbero confutate se si usasse veramente il metodo scientifico, invece, si pensa che queste due teorie, che già sono in conflitto, dovrebbero essere un'eccezione al metodo scientifico.
Gli scienziati hanno capito... di non aver compreso la Natura delle cose, difatti non si chiedono più cos'è questo o quello, ma si limitano solo a descriverne le proprietà.
Ho fatto un video molto sintetico sulla situazione attuale (per motivi di sintesi alcuni concetti vengono trattati superficialmente e in modo approssimato).
"Terzo millennio tra cambiamenti climatici e rivoluzione scientifica"
https://www.youtube.com/watch?v=Dr1uuSrY7qI
Non so se quanto sta accadendo a Venezia sia dovuto al cambiamento climatico, ma di sicuro i politici, i giornalisti e la stessa opinione pubblica non possono più permettersi di ignorare la questione delle grandi navi turistiche che stanno progressivamente danneggiando, in modo serio, la delicata laguna veneta. E comunque, stando a quanto risulta consultando alcuni modelli climatici "pessimisti" e di lungo periodo, Venezia e la gran parte della pianura padana finiranno sott'acqua.
RispondiEliminaLe emissioni climalteranti aumenteranno fino a raggiungere un livello di parossismo senza ritorno, generando uno scioglimento sorprendente del ghiaccio polare, il quale causerà un innalzamento micidiale del livello dei mari di circa un metro. Questo è quanto ho letto più volte di recente, anche sul magazine National Geographic. Dopo di che, potrebbe anche darsi che gli scienziati e gli ingegneri riusciranno ad inventare e costruire una qualche tecnologia in grado di proteggere la Padania dall'Effetto Atlantide.
Per quanto riguarda gli altri scenari per il futuro globale, non si possono di certo escludere lo scoppio di un conflitto - anche nucleare - tra India e Pakistan, una diffusione pandemica di batteri patogeni estremamente resistenti agli antibiotici, oppure un'eruzione catastrofica di un supervulcano (ne abbiamo uno anche in Italia).
Relativamente alle questioni interne, oramai sono trascorsi circa tre anni dall'ultimo forte terremoto.
Prepariamoci al peggio. Io considero l'Appennino calabro, la Sicilia orientale, il Matese ed il Sannio come delle vere e proprie bombe sismiche ad orologeria. Essendo l'Italia meridionale, per molti versi, già sull'orlo del baratro, i cambiamenti climatici più gli eventi geologici potrebbero assestare il colpo di grazia definitivo. Vi sono popolazioni che non hanno ancora sviluppato una consapevolezza su determinati rischi né una necessaria resilienza. La classe politica italiana è assolutamente impreparata a tutto quanto sta per succedere. Anziché riflettere su tali questioni, l'italiano medio preferisce decorare gli alberelli di un Natale ipercommerciale e privo di spiritualità.
Volendo impostare la discussione secondo i dettami del delirio tecnicista "MOSE style", potrei ipotizzare che un modo per salvare le coste mediterranee potrebbe essere la predisposizione di paratie o terrapieni artificiali in corrispondenza dello stretto di Gibilterra e del canale di Suez. Nel secondo caso, credo, esistono già. Dunque, forza! E' una "grande opera" che promette posti li lavoro e spinte al PIL, perché non darci dentro a partire da ieri? I Mercati sapranno senza dubbio provvedere capitali e mezzi secondo necessità, no?
EliminaMrKeySmasher
Da un lato quelli che tirano la religione dalla propria parte per giustificare le proprie azioni.
RispondiEliminaDall'altra quelli che cercano un capro espiatorio ed accusano le religioni del disastro climatico.
Vi risulta che i non credenti si comportino meglio?
Ai primi c'ero abituato, il secondo è un comportamento molto umano, ma in un blog scientifico come questo non me lo aspettavo.
forse non è solo scientifico, ma di tutto lo scibile intelligente.
EliminaLeggo i commenti, e ognuno dice la sua, che mi pare molto differente da quella degli altri. Tutti i commenti sembrano intelligenti. Allora perché non c è un accordo ? Credo che siamo sulla Torre di Babele delle idee. Difficile che troveremo un accordo. Non mi riferisco solo al blog, ma a tutti gli aspetti della vita di noi esseri umani. Abbiamo un cervello talmente complicato che non riusciamo a capirci fra di noi, e abbiamo creato una sovrastruttura formata da economia, tecnologia, scienza, antropocentrismo, ingiustizia sociale ed ecologica, da cui non riusciamo a liberarci.
RispondiEliminaGianni Tiziano
Ma la tecnologia non è necessariamente un male. Dipende dall'utilizzo che ne viene fatto. Non siamo più uomini delle caverne. Ben venga la tecnologia in grado di aiutarci in programmi a finalità positiva. Ben venga, ad esempio, la carne coltivata in laboratorio, che libererà un numero interminabile di animali non-umani dalle atroci sofferenze degli allevamenti intensivi.
EliminaSu larga scala, il primitivismo sarebbe pura utopia. Semmai, sarebbe praticabile solo da pochissime unità di uomini convinti. Lo stile di vita dei cacciatori-raccoglitori non m'ispira molta simpatia. Essendo vegano, vedrei più di buon occhio la formazione di una società del tutto agraria, spiritualmente e tecnologicamente avanzata, strutturata in comunità che non superino i quattromila elementi.
Io sono filo-primitivista, studio le società umane che vivono o vivevano in simbiosi con la natura, sono assolutamente convinto che lo stile di vita dei cacciatori-pescatori-raccoglitori è l'unico che garantisce la sostenibilità della nostra esistenza per lungo e lunghissimo tempo, e che in tutto il pianeta non dovremmo complessivamente essere più di cinquanta milioni, suddivisi in gruppi autonomi che non superano i cento individui.
EliminaGianni Tiziano
Bene, io non sono primitivista perché il primitivismo sarebbe un regresso incomprensibile, spaventoso ed intollerabile.
EliminaLa caccia e la pesca, anche se di sussistenza, restano da stigmatizzare. Sono attività crudeli. Gli altri animali - piccioni inclusi - vanno rispettati, e non uccisi. Cacciare e pescare vuol dire sentenziare arbitrariamente ed illegittimamente la morte altrui.
Solo praticando l'agricoltura e consumando i prodotti della terra è possibile nutrirsi senza spargere sangue, senza maltrattare altri mammiferi. L'agricoltura, se ben praticata, è qualcosa di grandioso.
le società agricole di 100 anni fa erano ben adattate all'ambiente e vivevano sfruttando le risorse che avevano. Il problema è stato quello solito dell'uomo che non si dà un limite nell'appropiarsi di beni alla fine inutili e deleteri per sè e tutto ciò che lo circonda: è un male noto almeno da 3000 anni e ne parlavano i primi filosofi nell'antica Grecia e si chiama avidità. Non penso esista una cura globale, ma solo particolare e ho paura sia riservata solo ad alcuni. Il professor Baldi, 50 anni fa, spiegò l'entropia a tanti studenti liceali e molti ora sono medici ed ingegneri, ma non mi risulta essere conosciuta a nessuno di essi. Questo dovrebbe dirla lunga sul perchè qui siamo tutti intelligenti, ma non tutti abbiamo lo stesso sentire. Mi rendo conto che se tutti gli umani fossero d'accordo, si risolverebbe il problema del GW, PO e inquinamento, ma questo è pura utopia. Là fuori mld di locuste continueranno a far danni finchè potranno, perchè questa è l'indole degli umani e nè io, nè voi possiamo farci nulla. Siamo un pò come i profeti della Bibbia, a cui Dio aveva dato il compito di avvertire il Suo popolo di non comportarsi male, pena di far la fine del popolo stesso. E' sempre andata a finire che il popolo ha continuato a errare, ma almeno il profeta ha fatto il suo dovere. Misera soddisfazione, direte, ma l'alternativa è ancora più misera.
EliminaEsprimo il mio scetticismo nei confronti dello scientismo.
RispondiEliminaTroppi scienziati credono di possedere la verità in mano e troppi di loro sono più o meno saccenti. Assieme a ciò, mai dimenticarsi che l'apparato scientifico è talvolta adulterato dai corposi contributi provenienti dalle varie multinazionali.
Io eviterei di promuovere l'utilizzo del glifosato e la produzione ed il consumo dei vegetali-OGM.
Sembra che il glifosato sia cancerogeno. Forse non lo è sicuramente come invece è la carne rossa, ma probabilmente lo è. Il glifosato non sarà polvere di amianto, però meglio evitarne l'utilizzo.
In fatto di OGM, la comunità scientifica sappia che è trasgressivo e peccaminoso modificare le altrui strutture genetiche. Soltanto Dio e la Natura, che è una diretta emanazione divina, debbono intervenire in questo campo. È senza dubbio immorale "giocare" con la genetica di mele, vegetali vari, suini, ecc.
La Sacra Bibbia invita a rispettare il Creato, non a trasformarlo a livello di DNA. Certi scienziati farebbero bene a non fare il passo più lungo della gamba.
Inoltre, parrebbe che gli OGM non siano neppure tanto sani come alcuni scienziati vorrebbero farci credere.
Un po' di tempo, un tale dottor Séralini, documentò la tossicità del mais geneticamente modificato.
Purtroppo, il biologico costa di più. Più sei povero, più ti inducono a comperare vegetali saturi di fitofarmaci.
È una odiosa discriminazione di classe.