
Perché le società collassano ?
Tradotto da "Rosanna" con qualche piccolo ritocco da parte di UB:
DI UGO BARDI
cassandralegacy.blogspot.com
Secondo un nuovo studio, i rendimenti decrescenti sono un fattore chiave.
Nel 1988, Joseph Tainter pubblicò uno studio fondamentale sul collasso delle società, proponendo l’esistenza di un fattore comune, i rendimenti decrescenti, dato che tutti gli imperi e le civiltà del passato alla fine erano collassati. Recentemente con i miei colleghi Sara Falsini e Ilaria Perissi, abbiamo realizzato uno studio sulla dinamica dei sistemi che conferma le idee di Tainter e approfondisce le origini dei rendimenti decrescenti delle civiltà. È stato pubblicato da poco su “Biophysical Economics and Resource Quality “.

Perché crollano le civiltà è una questione che tormenta l’entità nebulosa che noi chiamiamo “Occidente” fin dal tempo in cui Edward Gibbon pubblicò nel 1776 il suo “Declino e caduta dell’Impero Romano”. La questione sottintesa nello studio gigantesco di Gibbon era: “Stiamo per fare la fine dei romani?” Una domanda alla quale generazioni di storici hanno cercato di rispondere, fino ad ora senza pervenire ad una risposta sulla quale possano essere d’accordo tutti. Ci sono letteralmente centinaia di spiegazioni sul declino e la caduta degli imperi, e la stessa confusione regna a proposito della caduta delle civiltà passate che hanno toccato vertici di gloria e poi morso la polvere, diventando poco più che macerie e note a piè di pagina nei libri di storia. C’è una causa unica a questi collassi? Oppure il collasso è il risultato di numerosi piccoli eventi che in un modo o nell’altro si uniscono per spingere la grande bestia verso il precipizio della “Scogliera di Seneca”?.
Una delle interpretazioni più affascinanti riguardante il collasso della civiltà è l’idea di Joseph Tainter che sia dovuta a dei “rendimenti decrescenti”. È questo un concetto ben conosciuto in economia che Tainter adatta al ciclo storico delle civiltà, concentrandosi sulle strutture di controllo ideate per mantenere in funzione tutto il sistema, per esempio la burocrazia. Tainter attribuisce a questi rendimenti decrescenti una proprietà intrinseca delle strutture di controllo che diventano meno efficaci via via che diventano più grandi. Qui sotto potete vedere un grafico molto noto ricavato dal libro di Tainter, “Il collasso delle società complesse” edito nel 1988.

L’idea di Tainter è affascinante per molte ragioni, una è che genera un certo ordine nell’incredibile confusione di ipotesi e di contro ipotesi che si fanno nella discussione circa il collasso sociale. Se Tainter ha ragione, allora i numerosi fenomeni che noi osserviamo durante il collasso non sono che il riflesso di una malattia interiore di cui è affetta la società. Le invasioni barbariche, per esempio, non sono la ragione per la quale è caduto l’Impero Romano, i barbari hanno semplicemente sfruttato l’opportunità che vedevano di invadere un impero indebolito.
Un problema con l’idea di Tainter è che è qualitativa: è basata sui dati storici disponibili come per esempio la perdita di valore della moneta romana, ma la curva dei rendimenti decrescenti è disegnata manualmente. Una domanda che potreste porre è la seguente: d’accordo i “rendimenti decrescenti” esistono, ma dov’è che questa curva precipita? Un’altra domanda potrebbe essere la seguente: se il sistema subisce dei “rendimenti decrescenti”, perché la curva non traccia semplicemente una traiettoria per tornare là dove era all’inizio?
Queste domande e altre sono esaminate nello studio della dinamica dei sistemi che io e le mie colleghe Ilaria Perissi e Sara Falsini abbiamo realizzato utilizzando la dinamica dei sistemi. L’idea è che se una civiltà è un sistema complesso, dovrebbe essere possibile descriverla con un modello che utilizzi la dinamica dei sistemi, un metodo espressamente concepito per questo scopo. Dunque ci abbiamo lavorato sopra costruendo una serie di modelli ispirati dal concetto dei modelli a “dimensione di mente” ovvero dei modelli che non pretendono di essere una descrizione dettagliata del sistema, ma che tentano di interpretare i meccanismi di base che lo fanno muovere e che a volte passano in condizioni di squilibrio e collassano. Abbiamo constatato che, sulla base di una ipotesi semplice, è possibile produrre una curva che assomiglia qualitativamente a quella di Tainter .

Nella figura 6 si confrontano i risultati del modello “two stocks” (2) riportato qui e quelli del modello di Tainter, come descritto nel suo libro del 1988. Le due curve non sono uguali ma la somiglianza è evidente.
Il modello della dinamica del sistema ci dice che l’origine della diminuzione dei rendimenti si trova nell’esaurimento graduale delle risorse che circolano nel sistema stesso. Non è tanto l’effetto di una complessità crescente in sé, il problema è assicurare il buon funzionamento di questa complessità.
Inoltre il modello ci dice anche quello che succede dall’altra parte della curva. Ovvero quello che succede se il sistema continua la sua traiettoria al di là del punto dove si ferma la curva di Tainter. La curva fa vedere chiaramente un’isteresi, ovvero non segue la traiettoria precedente, ma resta sempre su una traiettoria a scarso profitto. Questo significa che ridurre la burocrazia non rende più efficace il sistema.

Questi risultati non sono l’ultima parola sul problema del collasso della società. Ma io penso che forniscano un punto di vista fondamentale. Il fatto è che il sistema è “vivo” finché le sue risorse danno dei buoni rendimenti – in termini di risorse energetiche, questo significa che esse hanno un buon tasso di ritorno energetico. Se cade questo tasso, il sistema cade dallo “scoglio di Seneca”.
Certamente dato che la nostra società dipende dai combustibili fossili, siamo obbligati ad andare in questa direzione perché l’esaurimento delle risorse migliori fa diminuire progressivamente il tasso di ritorno energetico del sistema. Se vogliamo mantenere in vita una società complessa, non possiamo farlo grattando il fondo del barile, cercando disperatamente di bruciare tutto quello che possiamo ancora bruciare. Sfortunatamente, è esattamente questo che la maggior parte dei governanti del mondo cerca di fare. È un buon mezzo per accelerare il cammino verso il baratro.
Ciò che noi dovremmo fare piuttosto sarebbe passare il più rapidamente possibile ad una società fondata sulle energie rinnovabili. Abbiamo la fortuna di avere delle tecnologie energetiche sufficientemente efficaci in termini di ritorno energetico per sostenere una transizione verso un mondo migliore, più pulito e più prospero. Purtroppo sembra che non interessi a nessuno.
Deve esserci qualcosa nel concetto di mantenere lo status quo (“Business As Usual”) che fa sì che sia una delle attrattive più potenti che si possa introdurre in un modello della dinamica di sistema. Ci stiamo dirigendo quindi verso un avvenire incerto ma c’è una cosa di cui possiamo essere sicuri ed è che i combustibili fossili non ci accompagneranno fino a laggiù.
Ugo Bardi
Fonte: https://cassandralegacy.blogspot.com/
Link: https://cassandralegacy.blogspot.com/2019/01/why-do-societies-collapse-diminishing.html
21.01.2019
Scelto e tradotto dal francese per www.comedonchisciotte.org da Giakki49
Nota del Saker Francophone l’analisi fatta dai tre autori, che conferma il lavoro di Tainter, spiega da sé l’interesse di seguire questo autore che lavora alacremente con i suoi metodi per spiegare il passato in base ai fatti reali. Potete leggere il libro di Tainter tradotto in francese nelle edizioni “Le retour aux sources”. Gli ultimi due paragrafi sono anch’essi molto interessanti soprattutto se seguite la serie di articoli di Ben Hunt su Epsilon Theory. Le fonti rinnovabili tanto sospirate da Ugo Bardi sono la sua risposta? Tuttavia ha senza dubbio ragione quando parla di un avvenire incerto, il quarto Cavaliere dell’Apocalisse
Note del Traduttore:
(1) Seneca – Lettere a Lucilio. n°91
Basta un solo giorno a disperdere e distruggere quello che è stato costruito a prezzo di dure fatiche col favore degli dèi in una lunga serie di anni. Dire un giorno è dare una scadenza troppo lunga ai mali che ci incalzano: basta un’ora, anzi, un istante per distruggere un impero. Sarebbe una consolazione per la nostra debolezza e per i nostri beni se tutto andasse in rovina con la stessa lentezza con cui si produce e, invece, l’incremento è graduale, la rovina precipitosa.
(2) – Two stocks model – Modello a due masse (di risorse)
Sebbene molto semplice, il modello a due masse fornisce una panoramica molto importante adatta alla comprensione di come una economia mondiale basata su risorse non rinnovabili (ad es. petrolio) possa funzionare. È, o dovrebbe essere, chiaro per chiunque che lo sfruttamento di una risorsa finita non può durare per sempre, ma non è chiara l’evoluzione che avrà il suo sfruttamento. Il modello fornisce una risposta ipotizzando che ciò avverrà attraverso una fase di “vacche grasse” e di “vacche magre” e che la fase delle vacche magre comincerà ben prima che siano state sfruttate tutte le risorse teoricamente disponibili – (Da un articolo di Ugo Bardi – Dipartimento di Scienze della Terra, Università di Firenze. C/o Dipartimento di Chimica, Polo Scientifico di Sesto Fiorentino, 50019, Sesto Fiorentino (Fi), Italy su Sustainability 2013)
cassandralegacy.blogspot.com
Secondo un nuovo studio, i rendimenti decrescenti sono un fattore chiave.
Nel 1988, Joseph Tainter pubblicò uno studio fondamentale sul collasso delle società, proponendo l’esistenza di un fattore comune, i rendimenti decrescenti, dato che tutti gli imperi e le civiltà del passato alla fine erano collassati. Recentemente con i miei colleghi Sara Falsini e Ilaria Perissi, abbiamo realizzato uno studio sulla dinamica dei sistemi che conferma le idee di Tainter e approfondisce le origini dei rendimenti decrescenti delle civiltà. È stato pubblicato da poco su “Biophysical Economics and Resource Quality “.

Perché crollano le civiltà è una questione che tormenta l’entità nebulosa che noi chiamiamo “Occidente” fin dal tempo in cui Edward Gibbon pubblicò nel 1776 il suo “Declino e caduta dell’Impero Romano”. La questione sottintesa nello studio gigantesco di Gibbon era: “Stiamo per fare la fine dei romani?” Una domanda alla quale generazioni di storici hanno cercato di rispondere, fino ad ora senza pervenire ad una risposta sulla quale possano essere d’accordo tutti. Ci sono letteralmente centinaia di spiegazioni sul declino e la caduta degli imperi, e la stessa confusione regna a proposito della caduta delle civiltà passate che hanno toccato vertici di gloria e poi morso la polvere, diventando poco più che macerie e note a piè di pagina nei libri di storia. C’è una causa unica a questi collassi? Oppure il collasso è il risultato di numerosi piccoli eventi che in un modo o nell’altro si uniscono per spingere la grande bestia verso il precipizio della “Scogliera di Seneca”?.
Una delle interpretazioni più affascinanti riguardante il collasso della civiltà è l’idea di Joseph Tainter che sia dovuta a dei “rendimenti decrescenti”. È questo un concetto ben conosciuto in economia che Tainter adatta al ciclo storico delle civiltà, concentrandosi sulle strutture di controllo ideate per mantenere in funzione tutto il sistema, per esempio la burocrazia. Tainter attribuisce a questi rendimenti decrescenti una proprietà intrinseca delle strutture di controllo che diventano meno efficaci via via che diventano più grandi. Qui sotto potete vedere un grafico molto noto ricavato dal libro di Tainter, “Il collasso delle società complesse” edito nel 1988.

L’idea di Tainter è affascinante per molte ragioni, una è che genera un certo ordine nell’incredibile confusione di ipotesi e di contro ipotesi che si fanno nella discussione circa il collasso sociale. Se Tainter ha ragione, allora i numerosi fenomeni che noi osserviamo durante il collasso non sono che il riflesso di una malattia interiore di cui è affetta la società. Le invasioni barbariche, per esempio, non sono la ragione per la quale è caduto l’Impero Romano, i barbari hanno semplicemente sfruttato l’opportunità che vedevano di invadere un impero indebolito.
Un problema con l’idea di Tainter è che è qualitativa: è basata sui dati storici disponibili come per esempio la perdita di valore della moneta romana, ma la curva dei rendimenti decrescenti è disegnata manualmente. Una domanda che potreste porre è la seguente: d’accordo i “rendimenti decrescenti” esistono, ma dov’è che questa curva precipita? Un’altra domanda potrebbe essere la seguente: se il sistema subisce dei “rendimenti decrescenti”, perché la curva non traccia semplicemente una traiettoria per tornare là dove era all’inizio?
Queste domande e altre sono esaminate nello studio della dinamica dei sistemi che io e le mie colleghe Ilaria Perissi e Sara Falsini abbiamo realizzato utilizzando la dinamica dei sistemi. L’idea è che se una civiltà è un sistema complesso, dovrebbe essere possibile descriverla con un modello che utilizzi la dinamica dei sistemi, un metodo espressamente concepito per questo scopo. Dunque ci abbiamo lavorato sopra costruendo una serie di modelli ispirati dal concetto dei modelli a “dimensione di mente” ovvero dei modelli che non pretendono di essere una descrizione dettagliata del sistema, ma che tentano di interpretare i meccanismi di base che lo fanno muovere e che a volte passano in condizioni di squilibrio e collassano. Abbiamo constatato che, sulla base di una ipotesi semplice, è possibile produrre una curva che assomiglia qualitativamente a quella di Tainter .

Nella figura 6 si confrontano i risultati del modello “two stocks” (2) riportato qui e quelli del modello di Tainter, come descritto nel suo libro del 1988. Le due curve non sono uguali ma la somiglianza è evidente.
Il modello della dinamica del sistema ci dice che l’origine della diminuzione dei rendimenti si trova nell’esaurimento graduale delle risorse che circolano nel sistema stesso. Non è tanto l’effetto di una complessità crescente in sé, il problema è assicurare il buon funzionamento di questa complessità.
Inoltre il modello ci dice anche quello che succede dall’altra parte della curva. Ovvero quello che succede se il sistema continua la sua traiettoria al di là del punto dove si ferma la curva di Tainter. La curva fa vedere chiaramente un’isteresi, ovvero non segue la traiettoria precedente, ma resta sempre su una traiettoria a scarso profitto. Questo significa che ridurre la burocrazia non rende più efficace il sistema.

Questi risultati non sono l’ultima parola sul problema del collasso della società. Ma io penso che forniscano un punto di vista fondamentale. Il fatto è che il sistema è “vivo” finché le sue risorse danno dei buoni rendimenti – in termini di risorse energetiche, questo significa che esse hanno un buon tasso di ritorno energetico. Se cade questo tasso, il sistema cade dallo “scoglio di Seneca”.
Certamente dato che la nostra società dipende dai combustibili fossili, siamo obbligati ad andare in questa direzione perché l’esaurimento delle risorse migliori fa diminuire progressivamente il tasso di ritorno energetico del sistema. Se vogliamo mantenere in vita una società complessa, non possiamo farlo grattando il fondo del barile, cercando disperatamente di bruciare tutto quello che possiamo ancora bruciare. Sfortunatamente, è esattamente questo che la maggior parte dei governanti del mondo cerca di fare. È un buon mezzo per accelerare il cammino verso il baratro.
Ciò che noi dovremmo fare piuttosto sarebbe passare il più rapidamente possibile ad una società fondata sulle energie rinnovabili. Abbiamo la fortuna di avere delle tecnologie energetiche sufficientemente efficaci in termini di ritorno energetico per sostenere una transizione verso un mondo migliore, più pulito e più prospero. Purtroppo sembra che non interessi a nessuno.
Deve esserci qualcosa nel concetto di mantenere lo status quo (“Business As Usual”) che fa sì che sia una delle attrattive più potenti che si possa introdurre in un modello della dinamica di sistema. Ci stiamo dirigendo quindi verso un avvenire incerto ma c’è una cosa di cui possiamo essere sicuri ed è che i combustibili fossili non ci accompagneranno fino a laggiù.
Ugo Bardi
Fonte: https://cassandralegacy.blogspot.com/
Link: https://cassandralegacy.blogspot.com/2019/01/why-do-societies-collapse-diminishing.html
21.01.2019
Scelto e tradotto dal francese per www.comedonchisciotte.org da Giakki49
Nota del Saker Francophone l’analisi fatta dai tre autori, che conferma il lavoro di Tainter, spiega da sé l’interesse di seguire questo autore che lavora alacremente con i suoi metodi per spiegare il passato in base ai fatti reali. Potete leggere il libro di Tainter tradotto in francese nelle edizioni “Le retour aux sources”. Gli ultimi due paragrafi sono anch’essi molto interessanti soprattutto se seguite la serie di articoli di Ben Hunt su Epsilon Theory. Le fonti rinnovabili tanto sospirate da Ugo Bardi sono la sua risposta? Tuttavia ha senza dubbio ragione quando parla di un avvenire incerto, il quarto Cavaliere dell’Apocalisse
Note del Traduttore:
(1) Seneca – Lettere a Lucilio. n°91
Basta un solo giorno a disperdere e distruggere quello che è stato costruito a prezzo di dure fatiche col favore degli dèi in una lunga serie di anni. Dire un giorno è dare una scadenza troppo lunga ai mali che ci incalzano: basta un’ora, anzi, un istante per distruggere un impero. Sarebbe una consolazione per la nostra debolezza e per i nostri beni se tutto andasse in rovina con la stessa lentezza con cui si produce e, invece, l’incremento è graduale, la rovina precipitosa.
(2) – Two stocks model – Modello a due masse (di risorse)
Sebbene molto semplice, il modello a due masse fornisce una panoramica molto importante adatta alla comprensione di come una economia mondiale basata su risorse non rinnovabili (ad es. petrolio) possa funzionare. È, o dovrebbe essere, chiaro per chiunque che lo sfruttamento di una risorsa finita non può durare per sempre, ma non è chiara l’evoluzione che avrà il suo sfruttamento. Il modello fornisce una risposta ipotizzando che ciò avverrà attraverso una fase di “vacche grasse” e di “vacche magre” e che la fase delle vacche magre comincerà ben prima che siano state sfruttate tutte le risorse teoricamente disponibili – (Da un articolo di Ugo Bardi – Dipartimento di Scienze della Terra, Università di Firenze. C/o Dipartimento di Chimica, Polo Scientifico di Sesto Fiorentino, 50019, Sesto Fiorentino (Fi), Italy su Sustainability 2013)
<< Deve esserci qualcosa nel concetto di mantenere lo status quo (“Business As Usual”) che fa sì che sia una delle attrattive più potenti >>
RispondiEliminaSi chiama 'effetto dotazione', o anche avversione alla perdita, ed è uno dei meccanismi di base che guidano la nostra mente.
Ne ha parlato, tra gli altri, Daniel Kahneman nel suo eccellente saggio "Pensieri lenti e veloci".
Ottima intuizione. Non avevo mai pensato a collegare l'avversione alle perdite con il collasso, ma in effetti... Grazie Lumen. Unendo il ragionamento del professor Bardi alla psicologia cognitiva si ottiene un paradosso assurdo: le persone sono profondamente avverse alla perdita ma così facendo innescano il collasso che è la somma perdita o la massimizzazione delle perdite possibili.
EliminaAffascinante ed inquietante.
La termodinamica non si piega facilmente ai nostri capricci e la psicologia cognitiva ancor meno. Sembra tanto una lapide collettiva più che un'ipotesi.
In questo senso l'unica via d'uscita che mi pare abbia una qualche possibilità è quella di sfruttare il fatto che una parte della popolazione inizia a subire gravi perdite prima degli altri. Se si riesce ad intercettare la loro frustrazione e voglia di riscatto senza volgerlo in senso distruttivo ma creativo allora rimane un piccolo spiraglio.
Credo.
Ma soprattutto spero.
Ciao
Alessandro
https://peakoil.com/enviroment/richard-heinberg-the-house-is-on-fire
RispondiElimina"Non saremo mai in grado di fare qualcosa per la casa finché non sconfiggeremo prima il capitalismo."
Il collasso è sicuro, perchè nessuno, mai è riuscito a sconfiggere il capitalismo. Che sia ammasso di soldi, potere o un qualsiasi bene è una tendenza dell'animo umano. Di tutti gli animi umani, basta guardare quelle persone affette da patologie mentali come il collezionismo, gli acquisti, per non parlare del gioco, del tifo sportivo, del piacere sessuale o delle miriadi di grandi e piccole alienazioni per comprendere che nessuno mai sconfiggerà il capitalismo nella sua veste globale.
Sarebbe interessante ipotizzare, grazie a questa matematica complessa, escludendo nuove ed evolute tecnologie (che non farebbero altro che posticipare di poco il collasso rendendolo ancora più rovinoso) l'intervallo temporale in cui potremmo ruzzolare dal dirupo di Seneca. Personalmente penso che questa (in)civiltà, per come la conosciamo, non supererà il 2035/40, un po' per l'eccessivo declino di alcune risorse chiave, un po' per gli scherzetti climatici globali sempre più estremi. Magari sono stato ottimista sula distanza temporale?
RispondiElimina@ Paolo
Eliminaconcordo, quando scoppierà la prox guerra annessa al collasso?!
IMHO per ragioni storico statistiche entro il 2050 ci saranno le GP2 e forse anche la WWIII.
Tuttavia, poichè la detonazione di GP2 dipende da sovrappopolazione e danni da climate change, stando a cosa dice la demografia e le previsioni climatologiche annesse ai tipping point climatici, l'apertura del vaso di Pandora sarà con il POLO NORD ICE FREE in Estate-Autunno. Questo vuol dire che tra il 2030s ed il 2050s il rischio di detonazione di GP2 cresce molto rapidamente.
IMHO al massimo c'è non più di un decennio di relativa pace, con crescenti flashpoint che spunteranno nel nord africa, oltre a vari altri eventi, tutti già misurati da tempo dagli EARLY WARNING SIGNALS
@Paolo
EliminaConcordo con la tua valutazione.
Forse sei ottimista.
Io propendo per il 2026-2030.
Tiziano
Post interessante
RispondiEliminahttps://cassandralegacy.blogspot.com/2019/01/why-do-societies-collapse-diminishing.html
Però non mi trova in accordo.
IMHO il metodo deduttivo è utile per inferire contesti sul futuro, ma per comprendere processi storici è meglio il metodo induttivo. La Storia ci fornisce un piccolo campione, nonostante sia piccolo, IMHO è comunque ricco d'informazioni:
476DC: Impero Romano è collassato per invasioni Barbariche
800DC: Città Stato Maya collassate per guerre civili con altre città stato Maya
1400DC: La Cultura dell'Isola di Pasqua è collassata per sovra-popolazione e scarsità di risorse
1521DC: Impero Incas è collassato per l'invasione degli Europei
1521DC: Impero Azteco è collassato per l'invasione degli Europei
1917DC: Impero Russo è collassato per lo stress della WWI e per carestie
1989DC: Impero Sovietico è collassato per lo stress della guerra fredda e per carestie
Critiche qualitative al campione.
Ci si potrebbe aggiungere nella serie: lo Stato Pontificio che dal 476 sino al 1871 ha dominato su un pezzo d'italia; a cui però si potrebbe obiettare che non è mai stato un impero geograficamente imponente; in ogni caso, è collassato per invasione (dei piemontesi).
Ci si potrebbe aggiungere nella serie: l'impero persiano prima è stato invaso da Alessandro Magno, poi l'impero si è ricostituito, poi è collassato per guerre civili, dando luogo a vari altri stati nazionali.
Forse ci si potrebbe aggiungere nella serie: l'impero cinese, che è stato invaso da Gengiskan poi dagli Europei, quindi dai Giapponesi. L'impero cinese però non è mai stato un impero, non avendo i cinesi mai varcato la muraglia cinese/l'Hymalaya, ma la Cina è stato solo un grande stato nazionale. Quindi, non andrebbe inserito nella serie storica, in quanto le guerre e le crisi millenarie cinesi, fanno parte di un'unico grande processo di lunghissimo periodo: la nascita ed il mantenimento dello stato nazionale. Allo stesso modo, le guerre di secessione USA e le guerre indiane della conquista del West, non vanno inserite nella serie storica dato che le cruente vicende, sono annesse alla formazione ed al mantenimento dello Stato Nazionale (che però non è un impero).
Forse ci si potrebbe aggiungere nella serie: l'impero nazista e l'impero fascista 1939-1945 tuttavia, tali realtà storiche non sono durate mille anni, non erano imperi, tutto il grande quadro degli eventi bellici mondiali rientrano nella categoria delle guerre tra stati nazionali, al pari delle avventure napoleoniche di due secoli prima ecc..
RispondiEliminaForse ci si potrebbe aggiungere nella serie: l'impero britannico. Dal punto di vista inglese, l'impero sarebbe finito con guerre civili e secessioni non violente. Dal punto di vista delle colonie, gli scontri non sarebbero state guerre civili, ma il processo con cui gli stati nazionali assurgono. Infatti la perdita delle colonie britanniche, non ha causato caos e la caduta della monarchia in Gran Bretagna...
Il collasso dell'Impero Sovietico ha avuto impatti assai minori rispetto al collasso dell'Impero Russo, ci sarebbe da discutere molte ore, per giungere ad un punto condiviso, per definire se il collasso dell'Impero Sovietico nel 1989 fu collasso, oppure una trasformazione traumatica da economia collettivista ad economia di mercato.
Questa lunga serie di note pipponiche, ricche di distinguo, evidenziano il fatto che mettere le mani dentro i processi storici, colmi di mutabili con cui si deve sempre fare moltissima attenzione (per non scambiare lucciole per lanterne), è spesso cosa assai ardua e talvolta molto controversa.
Da quando è iniziata la rivoluzione industriale, si sono avuti solo 2 collassi sociali (tali da avere un disfacimento istituzionale totale, una riduzione della popolazione, caduta del reddito procapite e dello stile di vita e con incremento delle malattie, riduzione della vita media: in poche parole la distruzione "dell'ordine socio-economico-istituzionale costituito e dello status quo").
La maggioranza dei collassi violenti è accaduta in epoche assai ben più remote, tutti sono storicamente collocati in era pre-industriale: è quindi difficile valutare quale sia la reale capacità di resilienza di una società complessa post-industriale, prendendo a paragone i collassi avvenuti in società pre-industriali!.
Cause storiche del collasso della società.
i collassi sono causati da invasioni: 3/7=43%
per stress delle guerre e carestie: 2/7=29%
per guerra guerra civile: 1/7=14%
per sovra-popolazione e scarsità: 1/7=14%
https://scripps.ucsd.edu/programs/keelingcurve/wp-content/plugins/sio-bluemoon/graphs/mlo_one_year.png
RispondiEliminaintanto a mauna loa la co2 sta schizzando.
https://www.meteogiornale.it/notizia/57261-1-ondata-di-caldo-straordinaria-travolge-anche-alaska
RispondiEliminanei pressi del circolo polare artico abbiamo quasi 20°, che fanno il paio coi 30° dell'anno scorso in quello norvegese. E io che ci volevo andare per stare fresco d'estate.
E' IMHO una questione di definizione del collasso di una società: il disfacimento istituzionale totale, una riduzione della popolazione, una caduta del reddito procapite e dello stile di vita, incremento delle malattie, riduzione della vita media; in poche parole, la distruzione "dell'ordine socio-economico-istituzionale costituito e dello suo status quo".
RispondiEliminaSe per questo s'intende il collasso, allora IMHO i casi "storici" degli Imperi che si scindono/frazionano/perdono pezzi, e quindi figliano nuovi stati nazionali, non sono da ritenersi collassi, ma processi di nascita degli stati nazionali.
Ed è IMHO per questa ragione, che mi sono limitato ad elencare solo questi eventi:
476DC: Impero Romano è collassato per invasioni Barbariche
800DC: Città Stato Maya collassate per guerre civili con altre città stato Maya
1400DC: La Cultura dell'Isola di Pasqua è collassata per sovra-popolazione e scarsità di risorse
1521DC: Impero Incas è collassato per l'invasione degli Europei
1521DC: Impero Azteco è collassato per l'invasione degli Europei
1917DC: Impero Russo è collassato per lo stress della WWI e per carestie
1989DC: Impero Sovietico è collassato per lo stress della guerra fredda e per carestie
http://micidial.it/2019/03/macche-italia-e-leuropa-la-malata-deuropa/
RispondiElimina"L’indicatore manifatturiero più importante in Germania è sceso in un anno da 60 a 44,4…. E’ certo che l’Eurozona entrerà in recessione, per ora il settore servizi tiene, ma il manifatturiero anticipa".
http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2019/03/22/usa-si-inverte-curva-rendimenti-titoli-prima-volta-da-2007_3e22230f-ebc8-4825-a6eb-43a2863bcd25.html
"La curva dei rendimenti è considerata uno dei 'segnali più potenti di recessione: ogni recessione negli ultimi 60 anni è stata prevista da un'inversione della curva dei rendimenti. E la curva fra i titoli a tre mesi e i titoli a 10 anni e' ritenuta un indicatore che segnala che l'economia e' a un paio di anni da una recessione".
Ecco, per il momento si parla soltanto di recessione. Se le risorse non possono essere infinite in un mondo finito, bisogna imparare a risparmiarle.
https://appelloperlaresilienza.wordpress.com/2019/03/19/vivere-sostenibile-in-10-mq/
Ma forse sarebbe meglio non fare troppo i profeti di sventura. Vedremo. I prossimi due-tre anni, forse, potrebbero essere decisivi. Anche l'innovazione corre.(forse)
http://www.rinnovabili.it/energia/idrogeno/idrogeno-acqua-marina/
Angelo
Più una società è complessa, e la nostra tecnologica postindustriale lo è senza dubbio, più è vulnerabile alle perturbazioni interne ed esterne. Il collasso non è in dubbio.
RispondiEliminaSecondo me le società collassano quando diventano troppo grandi e complesse.
RispondiEliminaL'attuale globalizzazione sta apportando ulteriore complessità.
Tale complessità sopravvive, a spese dell'ambiente.
Quando l'ambiente non ce la farà più a sostenere questo sfruttamento, collasseranno le varie società umane presenti sul pianeta.
Per non parlare delle guerre che riescono a far collassare le società in tempi ancora minori.
Per non parlare di possibili incidenti ai 435 reattori nucleari in funzione.
- Gianni Tiziano -
Anche io penso che ESISTA una ciclicità storica, di lunghissimo periodo: la storia si ripete e chi non ha memoria, é condannato a vedere replicato il passato (ancorché in diverse varianti).
RispondiEliminaInfatti:
Dal 476 al 1945 le guerre in Europa continuarono replicandosi sistematicamente, con eventi clone e permutazioni: guerre dei cento anni, le croicate, guerre per la formazione degli stati nazionali, poi guerre di successione, poi guerre napoleoniche, WWI, WWII: sono tutte guerre che ronzarono in orbite simili, attorno ad un attrattore caotico guerraffondaico. L'orbita guerraffondaica dal 476DC al 1945DC rimase relativamente stabile, ciclica, con innumerevoli scontri armati. La storia si ripete, chi non ha memoria, é condannato a vedere replicato il passato (ancorché in diverse varianti). Le guerre napoleoniche sono lo specchio permutato delle guerre dei cento anni e degli ottanta anni. La WWII è il clone della WWI, entrambi però possono essere contemporaneamente eventi clone e permutati, della guerra dei trent'anni, quanto della guerra dei setti anni. Comunque la si rigiri, dal 476DC al 1945 in Europa ebbero a detonare tantissime guerre, simili, identiche, permutate.
Infatti:
Nel 476DC la divergenza tra Impero Romano d'Occidente e d'Oriente ebbe ad ampliarsi, s'ebbe la caduta dell'impero romano d'Occidente mentre l'impero romano d'Oriente riuscì a resistere.
questa "orbita storica" ha IMHO mutabili di contesto simili o permutate da:
Dal 1947 s'ebbe una nuova transizione di fase, il periodo storico dal 1947 al 1989 l'Europa con la NATO (il braccio armato della CEE-UE) rinforzato dagli USA e dal Canada, ebbero a reggere alle "invasioni barbariche del Patto di Varsavia della guerra fredda" finendo per vincerla, invece che perderla l'evento clone dell'invasione del 476DC.
Infatti:
Dal 1992 con la nascita della UE, siamo ritornanti ad una situazione di contesto che rassomiglia alla PAX ROMANA, ma differisce dall'iniziale situazione dell'Impero Romano, per il fatto che il medioriente ed il nord-Africa sono ancora su traiettorie diverse (e ci resteranno a causa del climate change, della bomba demografica africana).
questa "orbita storica" del 1992 sino ad oggi, ha IMHO mutabili di contesto simili o permutate da:
L'epoca in cui Roma (non ancora espansa nel Mediterraneo) non si curava della sponda sud del Mediterraneo, poi infatti scoppiarono https://it.wikipedia.org/wiki/Guerre_puniche
A me pare che la storia s'avviti in una serie d'eventi che si rassomigliano tra loro (potremo chiamarli eventi clone) ma allo stesso modo, sono eventi localmente molto diversi. Vi sono differenze di tempo, di spazio, di soggetti, nonché profonde differenze nelle cause locali che hanno fatto detonare un evento (ragione per cui gli storici dicono che la storia non si ripete).
Le cause di detonazione sono nel contesto: è il contesto che muta entrando in orbite con un attrattore caotico guerraffondaico, oppure con un attrattore pacifico.
Insomma a me pare banale:
un contesto PESTEL in ORBITA CAOTICA GUERRAFFONDAICA, sarà fortemente favorevole alla detonazione di conflitti, è ovvio che poi per cause CONTINGENTI le guerre scoppieranno, ma gli eventi potranno essere doppioni e/o permutazioni di eventi già accaduti.
un contesto PESTEL avverso alla guerra, difficilmente produrrà conflitti, quindi è ovvio che il contesto storico in orbita caotica-pacifica, potraà rassomigliare come doppione e/o permutazione, di fasi storiche precedenti annesse a contesti in orbite di pace.
Forse saranno gli effetti collaterali delle moderne tecnologie, a far collassare le società umane :
RispondiEliminapesticidi, concimi chimici, energia nucleare, 11 mila aerei in volo in ogni istante, milioni di autoveicoli che si spostano, manipolazioni genetiche, navi container lunghe 400 metri, uso di sonar per la pesca industriale, pesca in alto mare, uso della tecnologia nelle guerre .... e altro .... (FF=Fossil Fuels, Combustibili Fossili).
Siamo presi nel vortice tecnologico, nella follia tecnologica.
Questo uso smodato della tecnologia, è attualmente fattore positivo (scusate il mio linguaggio non matematico) per la formula che porta al collasso che si sta verificando sotto forma di tanti collassi su scala locale.
- Tiziano -
https://oilprice.com/Energy/Energy-General/Was-2018-The-Peak-For-Crude-Oil-Production.html?fbclid=IwAR1HvuEDVtyvsG1fVCB79ot9EWh3O6OZHh7W2vSi2CzJ8hdKsHH5ov35lh
RispondiEliminacomunque ci manca poco. Intanto in Venezuela, causa picco, il tasso degli omicidi è al massimo mondiale, insieme a fame e saccheggi. Lo scenario mad max è in arrivo anche da noi?
Mago, credo che sei male informato sul Venezuela. C'è in giro tantissima cattiva informazione (servile ad interessi di parte).
Elimina- Tiziano -
spero proprio, perchè in mezzo a spacciatori di ogni razza e delinquenti comuni, già ci vivo e il salto di qualità non me lo auguro certo.
Elimina"Dato il calo dell'EROI della nuova produzione di petrolio, abbiamo probabilmente superato il picco in termini di energia netta. Ma il picco dei liquidi di tutti i tempi sarà psicologicamente importante, perché a quel punto sarà difficile nascondere la verità con qualsiasi quantità di fumo e specchi."
RispondiEliminaproduction/shales-growing-pains-could-curb-us-oil-production
RispondiEliminaecco perchè le società collassano. Le risorse sono troppo poche o troppo costose per soddisfare l'avidità, ma finchè non si raggiungono questi limiti chi le ferma le locuste? Come diceva il Duce: solo Dio può fermare la volontà fascista. Illudendosi in una follia di potenza di essere inferiore solo a Dio. Ma quanti ce ne sono!! Io ne sono circondato, non so voi, ma penso che sia comune in chi non sa nulla dei principi termodinamici e crede che il denaro sia l'unico limite.
Articolo indubbiamente interessante, da "non addetto ai lavori" aggiungerei soltanto che le Società (umane) essendo 'superorganismi' generalmente collassano per una MOLTEPLICITA' di fattori di varia natura e NON ovunque con la medesima intensità. Ad ogni modo, la rottura dell'equilibrio tra crescita demografica e risorse materiali (ecologiche, economiche, energetiche) ragionevolmente disponibili mi sembra un fattore NON eliminabile da ogni valida riflessione su tale importante questione: anche i "ritorni decrescenti" possono essere in qualche modo (ri)collegati a siffatta rottura di equilibrio... Saluti
RispondiEliminaQuesto :
RispondiEliminahttps://medium.com/@FeunFooPermaKra/the-collapse-of-global-civilization-has-begun-b527c649754c?fbclid=IwAR1l542AVbuUPE1NBqLBIZw5KKkR7WkyI3ihIo1JyaKUIGpV-Pgn6NmFadM
è un articolo bellissimo ed esprime quasi tutto quel che penso.
Io, credo che il tribalismo è la migliore forma societaria per gli esseri umani. Ha funzionato bene per 200 mila anni, e le poche tribù ancora poco civilizzate, mostrano la bellezza e l'armonia di questo tipo di vita.
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Concordo anche con Kevin Hester che afferma che il crollo della civiltà tecno-industriale attuale porterà a gravissimi sconquassi ambientali.
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Il mio augurio è che ci rendiamo conto al più presto, tutti noi 7 miliardi e 700 milioni di esseri umani, che l'obiettivo principale è di tornare ad uno stile di vita tribale, da cacciatori-raccoglitori-pescatori, con forme di agricoltura primitive, compatibili con l'ambiente, sullo stile di quelle in uso presso gli Yanomami della foresta amazzonica.
Stabilito l'obiettivo, dobbiamo pensare a come raggiungerlo, come uscire dal "gran casino" che abbiamo creato (Greta Thunberg), spegnere i 450 reattori nucleari in funzione, dismettere le armi nucleari, e mitigare i cambiamenti climatici ormai sempre più devastanti (si pensi al global dimming, nel caso smettissimo di usare i combustibili fossili e la legna da ardere).
- Gianni Tiziano -
Come sala cavano, gli Yanomami, col mal di denti?
EliminaR
Se la passeranno male anche loro col global warming..
Elimina@Renato29 marzo 2019 10:02
Eliminahttps://www.sorridiamo.info/1053-indigeni-senza-carie-perche/
Grazie Madre Terra.
EliminaCercando su Google Scholar il Dottor Price non trovo risultati, ma lo stesso articolo, parola per parola, appare su Dionidream, cosa vorrà dire?
R
@Tiziano.. non ho capito la questione del global dimming e della legna da ardere, puoi spiegare meglio?
Elimina@Anonimo30 marzo 2019 13:52
EliminaIl global dimming (oscuramento globale) è dovuto alla immissione in atmosfera, di particolato prodotto dalla combustione dei combustibili fossili, e taluni autori (ad esempio Sam Carana e Guy McPherson) pensano che, se dovessimo improvvisamente smettere di bruciare combustibili fossili, la temperatura globale media superficiale del pianeta (ad un metro dalla superficie terrestre), aumenterebbe di un grado e mezzo in pochi giorni. Questo improvviso sbalzo di temperatura, potrebbe innescare altri ulteriori fattori di riscaldamento globale (bomba di metano sotto l'Artico, fusione del permafrost), portando in poco tempo ad un aumento di diversi gradi temperatura media globale, che renderebbe impossibile la vita di gran parte delle specie viventi sul pianeta Terra.
(il prossimo commento è sulla legna da ardere)
- Gianni Tiziano -
Dal link fornito da Madre Terra:
Elimina"... Cibi raffinati ... vanno ad acidificare il corpo ..."
Ecco ecco! Ora mi torna tutto!
Infatti il cancro si cura col bicarbonato:
https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&url=%23&ved=2ahUKEwjXr622gqzhAhWKr6QKHUqbAFoQwqsBMAR6BAgKEBA&usg=AOvVaw0VTJzWxrN8ZFOD4xbU2
R
@Anonimo30 marzo 2019 13:52 Legna da ardere
EliminaQuello dell'uso della legna è un mio pallino da alcuni anni in qua.
La specie umana usa il fuoco. Nessun altra specie vivente lo fa, al modo che lo facciamo noi.
Il fuoco è potente, e noi usiamo questa potenza. Tramite l'uso del fuoco, noi siamo molto più potenti di qanto lo saremmo senza il suo uso.
Mi riferisco al fuoco prodotto da legna, da petrolio, gas, carbone, etanolo.
La specie umana, circa 1 milione e mezzo di anni fa, ha iniziato ad usare il fuoco derivante dalla legna secca.
Nessun altro animale lo fa.
C'erano pochi esseri umani, sulla Terra (4 milioni,in tutto il mondo, diecimila anni fa) e i danni che venivano provocati, seppur ingenti, non mettaevano in crisi l'intero pianeta, ma solo delle zone limitate.
Ma adesso, siamo 7 miliardi e 700 milioni, un'esagerazione, e tutti usiamo il fuoco.
Se si smettesse di estrarre petrolio, gas e carbone, e la gente avesse freddo, i boschi e le foreste sarebbero in gravissimo pericolo : in pochi anni sarebbero rase al suolo per bruciarne la legna con lo scopo di riscaldarsi e di cuocere alcuni alimenti.
E sarebbe la fine, per tutti noi.
- Gianni Tiziano -
@madre terra però gli yanomami usano la legna da ardere / fuoco… comunque credo non si possano copiare popoli diversi, ma solo trarre insegnamenti
RispondiEliminaQuesta la so!
EliminaIl global dimming -dovuto ai residui della combustione- riflette parte del calore proveniente dal Sole;se smettiamo di produrlo, il global warming invece di trottare parte al galoppo. Hop hop hop! Yuhuu!
Saluti.
R
Se chiediamo ad un fisico delle alte atmosfere cosa ne pensa del clima, ti risponderà che è un sistema così complesso che in gran parte è ancora un mistero per la scienza. Quindi gli unici dati certi sono i grafici e i valori associati. La temperatura globale aumenta e i fenomeni estremi anche. Poi tutte le ipotesi su ciò che avverrà col boom del metano, col globale dimming,ecc, o tra 50,100,1000 anni, sono appunto ipotesi. L'unica certezza è che noi 40/50enni di oggi non saremo qui per vederlo.
RispondiElimina@Paolo31 marzo 2019 17:20
EliminaQuesta è una certezza tua, di molti altri, ma non di tutti. Io ho 61 anni e penso che, se sarò assistito dalla salute, assisterò a qualcosa di immenso e terribile, in campo climatico e non solo climatico. Se andrà bene, sopravviveranno alcune migliaia (non più di trenta) di esseri umani.
- Gianni Tiziano -
Io penso che lo stiamo già vedendo. Eventi devastanti come questo non si ricordano a memoria d'uomo e purtroppo queste estremizzazioni sono in aumento:
Eliminahttps://www.google.com/amp/s/www.meteogiornale.it/notizia/53936-1-luragano-in-veneto-un-cataclisma-video-meteo-e-analisi/amp
Non che non ci sia da preoccuparsi, ma l'ultracatastrofismo serve solo a rendere certa e più rapida la catastrofe:
RispondiEliminahttps://fractalplanet.wordpress.com/2014/02/17/how-guy-mcpherson-gets-it-wrong/
(Dove Guy Mc Pherson si sbaglia)
Se il 2030 è la fine certa dell'umanità, allora tanto vale scialare tutto in questo ultimo decennio.O no?
Marco Sclarandis
NO !
EliminaNO !
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