martedì 17 aprile 2018

Qualche osservazione sul libro di Ugo Bardi "The Seneca Effect," di Roberto Peccei (parte IV)

In questa quarta e ultima parte del suo intervento a Firenze, il 5 Aprile 2018, Roberto Peccei - vicepresidente del Club di Roma, discute alcune possibili linee per fronteggiare i cambiamenti che ci aspettano


Vorrei concludere discutendo brevemente tre diversi suggerimenti discussi nel rapporto Dai! per aumentare la resilienza della nostra società. Questi riguardano:
  1. la transizione alle energie rinnovabili;
  2. il disaccoppiamento  delle risorse dal benessere; e
  3. l’idea di un'economia circolare.
Se implementati ciascuno di questi suggerimenti dovrebbe almeno
 
"tirare le leve nella giusta direzione".
È chiaro che, a lungo termine, l'economia mondiale sarà alimentata da fonti di energia rinnovabile. Tuttavia, la questione cruciale per il futuro del pianeta è quanto durera` la transizione dai combustibili fossili alle energie rinnovabili. Attualmente si ritiene generalmente che le riserve mondiali di petrolio e gas siano suficientemente grandi da non aver bisogno di cercare di accelerare la transizione dai combustibili fossili alle energie rinnovabili. Ma, In ogni caso, per smorzare i cambiamenti climatici antropogenici e` importante fare questa transizione il più rapidamente possibile.

Vi è attualmente un acceso dibattito sulla velocità con cui il mondo può fare la transizione verso un'economia basata solo sulle risorse energetiche rinnovabili. Forse il pronostico più ottimistico che ho visto è quello di Mark Jacobsen e dei suoi colleghi a Stanford e UC Berkeley, che sostengono che è possibile per il mondo fare una transizione totale dai combustibili fossili entro il 2050. Il loro studio presenta tabelle di marcia tecniche che dimostrano che entro questa data il mondo può essere alimentato energeticamente esclusivamente da vento, acqua e luce solare. Secondo loro, nel 2050 il mondo sara’ alimentato dal 61,3% di energia solare (fotovoltaica e termica) e da 32,3% di energia eolica, con il rimanente 5,4% rappresentato da energia idroelettrica, marina e geotermica.

Le tabelle di marcia di Jacobsen e i suoi colleghi sono aggressive, ma non del tutto irrealistiche. Per esempio, uno studio del Department of Energy (DOE) negli Stati Uniti prevede la crescita dell'eolico negli Stati Uniti da 60 Giga Watts nel 2013 a 404 Giga Watts nel 2050, mentre lo studio di Stanford e Berkeley ipotizza che nel 2050 l'energia eolica negli Stati Uniti contribuira 795 Giga Watt, circa un fattore 2 maggiore.

In ogni caso, anche se la transizione verso l'energia rinnovabile non sara’ così veloce come e` suggerito in questo studio, c'è una questione importante da considerare che potrebbe rendere questa transizione più difficile da raggiungere. Una rapida transizione verso l'energia rinnovabile, o l’idea di astenersi dal bruciare alcune delle riserve di combustibili fossili conosciute per evitare cambiamenti climatici catastrofici, in pratica si tradurrà in non sfruttare del petrolio a cui è già stato dato un valore economico. Queste cosiddette risorse bloccate (stranded assets) sono state stimate dal Grantham Research Institute on Climate Change di essere del ordine di $ 6.000 miliardi. Ovviamente questi beni bloccati devono essere considerati parte del costo di una transizione da un'economia alimentata da combustibili fossili a un'economia alimentata da energia rinnovabile.

E’ chiaro che se vogliamo accelerare questa transizione bisogna:

  1. che tutti gli incentivi finanziari all'industria dei combustibili fossili (sia di proprietà privata che di proprietà statale) siano eliminate, e
  2. imporre una tassa sul carbonio che rifletta i costi reali associati all'estrazione e l’uso dei combustibili fossili.

Uno studio recente di Coady e colleghi nel Fondo Monetario Internazionale stima che gli incentivi dati all'industria dei combustibili fossili in tutto il mondo sia di circa $ 600 miliardi all'anno, mentre i danni ambientali non rimborsati, attualmente trattati come esternalità, sono stimati in circa $ 5.000 migliardi all'anno. Dato che la quantita di CO2 emessa a livello mondiale è di circa 36 Giga Tonnellate all’anno, una tassa sul carbonio di $ 100 per tonnellata di anidride carbonica genererebbe $ 3.600 miliardi, che è dell'ordine dei danni ambientali stimati. Per dirla in termini più umani, una tassa di $ 100 per tonnellata di CO2 emessa equivale ad aggiungere circa $ 1 dollaro per gallone di carburante negli Stati Uniti come tassa. In pratica, e` probabile che se il mondo si accorda su una minima tassa sul carbonio, questa tassa sara inferiore a $ 100 per tonnelata di CO2 emessa, ma con la speranza che col tempo la tassa salira` a questo livello.

Il secondo approccio che vorrei discutere brevemente per cercare di prevenire il collasso di Seneca del nostro sistema mondiale è quello di cercare di aumentare l'efficienza nel consumo delle risorse, in modo da "disaccoppiare" in modo efficace il consumo di risorse dal benessere economico. È abbastanza chiaro che, anche implementando una tale "strategia di disaccoppiamento", non si può davvero impedire al sistema di crollare. Tuttavia, si può guadagnare tempo e iniziare a incorporare politiche che potrebbero portare eventualmente alla quasi stabilità del sistema.

Vorrei sottolineare che arrivare a un sistema economico più disaccoppiato generalmente richiede uno sforzo prolungato. Un esempio importante viene dalla California. Nel 1974 la Legislatura della California approvò il Warren Alquist Act, istituendo la California Energy Commission il cui scopo era di:

"Incoraggiare la diversità delle fonti energetiche attraverso il miglioramento dell'efficienza energetica e lo sviluppo delle risorse energetiche rinnovabili"
A quarant'anni di distanza, i risultati di questa azione lungimirante sono chiaramente visibili confrontando, per esempio, il consumo di energia in California e in Texas (dove non sono stati intrapresi tali sforzi). Ora in Texas, l'energia totale consumata pro capite in un anno è di 475 milioni di BTU, mentre in California questo consumo è di 228 milioni di BTU. Questo "disaccoppiamento" del consumo di energia di un fattore due tra il Texas e la California può essere chiaramente ricondotto alla costituzione della California Energy Commission. Se gli Stati Uniti avessero seguito l’esempio della California, il consumo totale di energia negli Stati Uniti oggi sarebbe il 75% di quello che è, e il mondo oggi consumerebbe 5% meno di energia!

Sebbene ci siano molti esempi di disaccoppiamento utili, per far veri progressi sono necessarie soluzioni scalabili a livello globale. Inoltre ciò che spesso manca sono politiche che favoriscono il disaccoppiamento. In ogni caso, e` importante capire cosa sia necessario fare per far si che il mondo non si trovi in una crisi di risorse nel 2050.

Questo e stato quantificato dal Gruppo Internazionale delle Risorse del Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP). Nel 2000 il mondo ha consumato 49 miliardi di tonnellate di risorse all'anno, che corrisponde a 8 tonnellate pro capite all'anno. Se continuiamo con l'attuale livello di utilizzo delle risorse, nel 2050 consumeremo 141 miliardi di tonnellate all'anno. Tenendo in conto della crescita della popolazione, questo consumo corrisponde a 16 tonnellate pro capite all'anno. Se si potesse ottenere un disaccoppiamento moderato, in modo che il tasso pro-capite nel 2050 rimanga ancora a 8 tonnellate pro capite all'anno non 16, il livello del consumo mondiale nel 2050 sarebbe di 70 miliardi di tonnellate all'anno invece di 141 miliardi di tonnellate. Potremo veramente raggiungere questo fattore due nell'efficienza del uso delle risorse? L'esempio della California mostra che con sufficiente lungimiranza questo è possibile, ma bisogna agire subito!

La terza proposta di misure da adottare per prevenire il collasso del nostro sistema mondiale è molto in linea con il pensiero di Bardi. Il modo più efficace per evitare il collasso di un sistema dinamico è di modificare opportunamente il sistema stesso. Questa e` l’idea della economia circolare.

L'economia di oggi - l'economia lineare - si basa su un principio di “turn over” rapido, che spesso promuove l'obsolescenza precoce. Più velocemente sostituiamo i nostri gadget, meglio è, e questo vale per la maggior parte degli articoli che consumiamo. Chiaramente, il modo in cui gestiamo le risorse della terra è caratterizzato da enormi inefficienze. L'economia lineare si basa sul principio della massima velocità e volume dei flussi di risorse, portando a livelli di inquinamento in rapido aumento e la perdita di ecosistemi. In piu` abbiamo notevoli perdite di valore con ogni prodotto smaltito. Inoltre, l'attuale modello economico lineare è molto problematico se si vuole mitigare il cambiamento climatico, poiché la produzione di materiali di base rappresenta quasi il 20% delle emissioni globali di gas serra, mentre il settore dei rifiuti ne aggiunge un altro 3-4%.

Passare a un'economia molto più efficiente sotto il profilo dei materiali - un'economia circolare - avrebbe molti vantaggi. In un'economia circolare, i prodotti sono progettati ab initio per semplificare il riciclaggio, il riutilizzo, lo smontaggio e la rigenerazione. Per capire gli effetti di questo ripensamento, è necessario considerare l'intero ciclo di vita di un oggetto fabbricato. Ci sono guadagni di efficienza da ottenere nell'estrazione delle risorse che formano l'oggetto, così come guadagni nel modo in cui l'oggetto è prodotto. Inoltre, ci sono efficienze da realizzare nel modo in cui l'oggetto viene utilizzato e nel modo in cui viene finalmente scartato. L'efficacia totale è il prodotto di tutti questi fattori.

Esistono molte opzioni e investimenti politici che potrebbero contribuire a far passare da un’economia lineare a un'economia circolare. Questi includono il rafforzamento degli obiettivi di riciclaggio e riutilizzo per aiutare a ridurre e trattare rifiuti e residui; la introduzione di requisiti di progettazione per nuovi prodotti per facilitare la riparazione, manutenzione, e smantellamento; e un ripensamento della tassazione, abbassando le tasse sul lavoro e aumentando le tasse sull'uso della natura.

Naturalmente, la vera questione qui è se la società avrà la volontà di attuare politiche come queste che possono prevenire il suo collasso.

La mia impressione dopo aver letto il bellissimo libro di Bardi e che ci vorra molto di piu` che queste idee che vi ho brevemente illustrato per convincere Bardi che l'umanità sara’ veramente capace di muoversi lungo un sentiero piu saggio. Tuttavia nella conclusione del suo libro Bardi afferma che:

"Non è impossibile sperare in un mondo migliore. È una speranza, non necessariamente una predizione, ma l'unica cosa che è veramente inevitabile è il cambiamento ... Se accettiamo il cambiamento e non lo combattiamo, il futuro sarà nelle nostre mani "
Quindi c'è speranza alla fine, anche per uno stoico scettico come Ugo Bardi!


7 commenti:

  1. I sentieri per l'universo ottimista nel Mediterraneo sono evaporati da parecchi anni, non ci sono segnali o megatrends che spingano verso lo scenario dell' EFFICIENTE CONDIVISIONE TECNOLOGICA DELL'AUSTERITA', nel Mediterraneo c'è una tendenza molto forte all'emersione dell'universo pessimista, per quanto sia ancora possibile il raggiungimento dell'universo atteso.
    http://lafrecciadellastoria.blogspot.it/2016/11/scenari-mediterranei-intorno-al-2050.html

    Tuttavia, il contesto è in deterioramento, tutti gli early warning signals in modo pluriennale danno una tendenza di di forte scivolamento verso l'universo pessimista. Personalmente stimo che entro 12 mesi al massimo 22 mesi circa, accadranno eventi che inizieranno a cambiare il contesto rendendolo non reversibile, impedendo così all'area del Mediterraneo anche il raggiungimento dell'universo atteso.
    http://mio-radar.blogspot.it/2018/01/politici-stupidi-e-ladri-producono.html

    La realtà dell'umanità invece è saldamente inchiodata dentro lo scenario del FALSO RITORNO ALL'ETA' DELL'ORO. Gli scenari sono molto "appiccicosi", c'è molta inerzia, anche se le possibilità teoriche di transizione dipendono da:

    -i trend delle emissioni di gas serra in Siberia per positive feedback
    -dal livello d'abbandono dei carburanti fossili.

    Al momento, parte della Siberia ed Alaska hanno preso a rilasciare metano in una piccola frazione ed il processo di scongelamento con autofeedback è innescato e funzionante. Nessuno nel I,II,III mondo ha intenzione di abbandonare i carburanti fossili, quindi per adesso l'umanità è saldamente inchiodata dentro lo scenario del FALSO RITORNO ALL'ETA' DELL'ORO.
    http://mio-radar.blogspot.it/2017/10/wwiii-road-map-theory.html

    Nei prossimi decenni la storia umana potrà restare in questo attuale scenario detonando una probabile di WWIII, oltre alle inevitabili GP2 nel Mediterraneo, oppure la storia umana potrebbe anche piegare dentro CATASTROFE ULTRAVIOLETTA, oppure SURROGAZIONE INERZIALE ESPLOSIVA.

    Reputo teoricamente ancora possibile lo slittamento in EFFICIENTE CONDIVISIONE TECNOLOGICA DELL'AUSTERITA', ma onestamente lo reputo assai improbabile, infatti a mio avviso osservando pragmaticamente tutte le informazioni disponibili ed i relativi megatrends, è molto più probabile che la storia umana resti incollata ad uno dei 3 scenari di detonazione.
    http://lafrecciadellastoria.blogspot.it/2016/10/scenari-di-xxi-secolo-parte-i.html
    http://lafrecciadellastoria.blogspot.it/2016/10/scenari-di-xxi-secolo-parte-ii.html

    Nel Mediterraneo 20 anni è stato scritto il destino di GP2, oggi sono già ineluttabili, tuttavia gli europei potrebbero ritardarne la detonazione di una diecina d'anni circa.
    http://mio-radar.blogspot.it/2017/11/la-penisola-italiana-sara-colonia-di.html

    Un cordiale saluto, buona giornata a tutti!

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    1. @65C02movies 18 aprile 2018 00:02
      la ringrazio per la segnalazione del blog lafreccia della storia.
      Stavo per rispondere al suo intervento per segnalare che non aveva preso in considerazione la spaventosa crescita della popolazione nei paesi africani che si affacciano sul Mediterraneo senza dimenticare quelli sub-sahariani, quando visitato quel blog l'articolo più recente titolava: La penisola italiana sarà colonia di Chartago, cavallo di Troia all'Europa motivandolo proprio col problema demografico.
      Sì sono anche io pessimista, anche se preferisco definirmi realista con in odio le illusioni.

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    2. @65C02movies
      mi sono letto qualcuno degli articoli del suo blog. Mi piace il suo scrivere senza peli sulla lingua denunciando verità scomode.
      Le esterno pubblicamente il mio apprezzamento, per quel che vale (molto poco) sperando di poterla leggere ancora in futuro.

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    3. @ luigiza

      la ringrazio per i complimenti :-)

      Non credo che noi tutti siamo pessimisti, bensì direi pragmatici realisti.

      Sono gli altri ottimisti che hanno la testa sotto la sabbia come gli struzzi.

      Se ha tempo da perdere, le segnalo:

      lafrecciadellastoria.blogspot.it è un blog a basso posting perchè uso il blog come bacheca per aggiornare gli Early Warning Signals misurando l'affioramento della mia teoria, che con la pianificazione strategica e l'ooda loop, mira a fotografare dinamicamente il collasso :-)

      La FAQ e SCENARI STRATEGICI ci sono tutti gli ebook ad approccio razionale, il più vecchio risente più degli altri della ricerca di un modello guerraffondaico :-) con cui conteggiare le dinamiche belliche. Ma in buona sostanza si può dire che tutto il nocciolo della mia ricerca personale è sintetizzaile in due punti:

      1-la WWIII esiste nel futuro, non è unica, la sua dinamica guerraffondaica non è stabile, per un osservatore odierno la WWIII appare molto probabile, la storia umana è al momento orientata su una WWIII a prima restrizione, tuttavia a causa di eventi "game changers" è la WWIII ibridata quella che appare la più probabile come processo globale di detonazione.

      2-Per quanto riguarda le GP2, queste esistono nel futuro, non sono uniche, la loro dinamica dipende dalle condizioni iniziali del Mediterraneo. Purtroppo sono già ineluttabili, al massimo l'Europa le potrebbe ritardare di una diecina d'anni.

      Il blog mio-radar.blogspot.it da una frequenza giornaliera di posting è sceso in cadenza settimanale, dentro ci trova tantissime conferenze sul climate change e WWIII e Guerre Puniche II ecc... in lingua inglese o francese e tradotte.

      Ci sono poi vari pdf ludici, di fantascienza distopica ambientata nelle climate change wars, sono ebook assai corti ma potenzialmente interessanti perchè c'ho romanzato uno degli infiniti paths della levata di chartago: www.climatefiction.gq

      Dalla fantascienza distopica sfumando :-) verso la fantascienza classica di breve periodo, con letture molto soft ed immaginarie :-) ci sono anche i pdf di SciFi della collana JDAB (omaggi alle pulp mags di scifi) in cui sporadicamente provo ad instillare ai lettori l'idea, che non esiste una crescita infinita in un pianeta di dimensioni finite :-)

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  2. tutti vogliono il BAU. Lobby, politici, religioni, masse di locuste oblubinate, quindi andrà avanti, finchè le risorse lo permetteranno. Ovviamente sanno che finiranno, allora le varie pratiche di mitigazione descritte sopra, ma più che altro VE, rinnovabili, verranno fatte per prolungare le risorse, particolarmente il petrolio. Questo è tutto quello che lo scenario BAU concederà. Certo che finirà lo spreco nel I mondo, con esso la mobilità privata di massa con un'auto a persona e di sicuro avranno programmato anche questo, intanto qui da noi nessuno vuol fare il governo, perchè sanno che l'Europa vuole tagli, tasse e patrimoniali, quindi probabilmente verrà fuori un altro governo dell'Europa.

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  3. http://www.lamma.rete.toscana.it/news/scioglimento-dei-ghiacci-e-corrente-del-golfo
    un articolo che ci informa sul rallentamento della corrente del Golfo.

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  4. https://www.meteogiornale.it/notizia/50638-1-marzo-2018-caldo-o-freddo-dati-interessanti
    mi pare di aver detto anni fa che vidi sparire le nevicate quotidiane sull'Appennino Pistoiese e poi un altro post interessante:
    https://www.meteogiornale.it/notizia/50642-1-grande-barriera-corallina-distrutta-danni-permanenti
    comunque qualcosa si sta muovendo: il fracking e i sauditi vogliono più soldi, anche 100$ a barile. Una bella crisi non è certo gradevole e farà dei morti, ma a mali estremi, estremi rimedi.

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