Dal blog di Stefano Ceccarelli, "Siccità, la cecità della politica" Un post che non ha peli sulla lingua nell'identificare alcune delle cause del diastro. Manca una menzione sulla cementificazione del suolo, peccato, ma il resto è ben scritto e chiaro.
Stop fonti fossili! ospita un intervento di Francesco Raffa, Coordinatore di Legambiente per la Provincia di Frosinone, sulla pesante crisi idrica di questa torrida estate 2017.
**********
Legambiente: Siccità, servono politiche lungimiranti nella gestione dell’acqua
Caldo intenso e persistente, prolungata assenza di precipitazioni, mancanza di acqua. Tutti parlano di emergenza, ma ha senso questa definizione nell’attuale contesto climatico? Noi crediamo di no. Ci si ostina a non capire che ciò a cui stiamo assistendo è semplicemente la nuova normalità, destinata a far sentire i suoi effetti pesanti negli anni a venire man mano che i cambiamenti climatici si intensificheranno.
L’incapacità della politica locale di comprendere la cronicità del problema acqua in provincia di Frosinone è disarmante, e le soluzioni proposte, emerse nel corso dell’incontro convocato dal Presidente Pompeo lo scorso 26 giugno, evidenziano la miopia di una classe politica che anziché preparare il terreno a ciò che ci aspetta mettendo in campo politiche lungimiranti di adattamento e di uso razionale delle risorse idriche, continuano ad agire secondo una logica emergenziale che non porterà da nessuna parte.
Il comunicato stampa diffuso dalla Provincia ha rivendicato come un successo della riunione l’aver richiesto lo stato di calamità naturale alla Regione, che non è nient’altro che il solito modo di rimpallare la responsabilità su altri enti rifiutandosi di assumersi le proprie. Ed ora che il Presidente Zingaretti ha messo la sua firma sulla dichiarazione di stato di calamità naturale (ma siamo sicuri che sia così “naturale” vista l’impronta decisiva dell’uomo nel determinare il riscaldamento del pianeta?) Provincia e Comuni potranno ritenersi soddisfatti. Ora forse arriveranno un po’ di soldi, ma i soldi non servono a far piovere.
Come associazione e come cittadini rivendichiamo anzitutto il diritto di conoscere la situazione di sorgenti, bacini e serbatoi e le previsioni circa la disponibilità di acqua nei mesi a venire, considerando che siamo ancora alla seconda decade di luglio e a meno di improbabili piogge abbondanti durante ciò che resta dei mesi estivi sembra probabile che la situazione sia destinata ad aggravarsi.
Non è ammissibile che informazioni così importanti non siano rese di pubblico dominio dal gestore e non costituiscano oggetto di indagine diretta a prevedere gli scenari di breve e medio termine.
In secondo luogo, non basta chiedere ad Acea di intervenire sulle perdite e di predisporre l’erogazione tramite autobotti nei casi di maggior carenza. Il gestore ha il dovere di predisporre e rendere pubblica una mappatura dettagliata delle perdite idriche nel territorio di sua competenza e di stilare una programmazione con tempi certi degli interventi di manutenzione straordinaria della rete idrica, con l’indicazione dei risultati attesi, che dovranno essere misurabili e verificabili.
Quanto ai sindaci, riteniamo che sia loro dovere sensibilizzare adeguatamente i cittadini da essi amministrati sull’importanza di un uso razionale di una risorsa preziosa come l’acqua, intensificando le attività di repressione degli innumerevoli usi impropri dell’acqua potabile. Ad essi spetta inoltre di redigere dei piani condivisi che consentano di limitare i disagi alla popolazione in situazioni di criticità. Se necessario, non si dovrà esitare a prevedere divieti specifici riguardanti gli usi superflui o futili dell’acqua, dalle piscine agli autolavaggi fino all’uso irriguo per scopi meramente ricreativi. Nel contempo, essi dovranno porre in atto opportune iniziative per incoraggiare e incentivare l’installazione di dispositivi per il risparmio idrico domestico quali limitatori di flusso, frangigetto, sciacquoni con il doppio pulsante, ecc., e di cisterne per lo stoccaggio dell’acqua piovana da destinare a tutti quegli usi dove non è necessario l’impiego di acqua potabile.
Last but not least, la Provincia è chiamata ad una verifica rigorosa delle concessioni in essere per l’emungimento delle acque sotterranee al fine di limitare i gravi fenomeni dell’abbassamento delle falde e della subsidenza, ispirandosi al principio guida secondo cui la quantità di acqua che si attinge dal sottosuolo non può eccedere quella che si rigenera naturalmente tramite le precipitazioni.
È ora di capire che una gestione sostenibile dell’acqua pubblica richiede anzitutto un cambio radicale di mentalità, che metta al centro la consapevolezza che lo sfruttamento della risorsa idrica è già ora eccessivo, e più che di nuovi pozzi e impianti di captazione abbiamo bisogno di gestire le risorse disponibili secondo criteri di efficienza ed equità. Se poco si può fare localmente per arrestare la progressiva tropicalizzazione del clima del bacino mediterraneo, crediamo che le istituzioni territoriali possano e debbano impegnarsi per costruire quelle strategie di resilienza indispensabili per prepararci al futuro denso di nubi di cui già vediamo le anticipazioni.
Frosinone, 13 luglio 2017
Francesco Raffa
Coordinatore di Legambiente per la Provincia di Frosinone