sabato 10 settembre 2016

Ricchezza e povertà: consumi pro-capite



Un post di Alessandro Pulvirenti

Cresce la popolazione mondiale e crescono anche i consumi di combustibili fossili.

Ci domandiamo:

a livello pro-capite, si sta diventando sempre più ricchi (aumento dei consumi pro-capite), oppure no?

Se poniamo gli indici a 100 (nel 2002) di: PIL, consumi energetici e popolazione; possiamo vedere se c’è una relazione tra queste grandezze.


Dal grafico possiamo trarre alcune considerazioni:
1. La popolazione mondiale cresce sempre (anche se nel mondo ci sono delle guerre);
2. I consumi crescono più della popolazione, questo dovrebbe farci pensare che consumiamo di più pro-capite;
3. Il PIL sembra avere lo stesso andamento crescente dei consumi, ma con variazioni molto più accentuate sia in positivo che in negativo.


Analizzando solo le variazioni annuali di PIL e consumi energetici, vediamo che, come già intuito, il PIL amplifica le variazioni dei consumi, sia in positivo che in negativo.

Questo vuol dire che: per esserci un aumento del PIL, ci deve essere un aumento dei consumi energetici.

Adesso andiamo a guardare come sono andati i consumi pro-capite:


Dal grafico si vede che:

• I consumi di petrolio hanno raggiunto il picco nel 1978 a 5,19 bep/y e poi sono scesi mantenendosi intorno i 4,3 bep/y;

• i consumi di tutti i combustibili fossili, non hanno raggiunto ancora un picco (la piccola discesa del 2015 è dovuta al fatto che il mondo nel 2015 è stato in recessione (vedi PIL)).

• I consumi energetici totali, anche loro non hanno raggiunto il picco.

Il fatto che il petrolio abbia raggiunto il picco pro-capite, lo possiamo spiegare tramite il seguente grafico:


Nel 1978 il petrolio copriva il 51,5% dei consumi di combustibili fossili; da allora, vista l’eccessiva dipendenza da tale fonte e i problemi dovuti all’eccessivo prezzo, ha fatto si, che si utilizzassero sempre più le altre due fonti fossili (gas e carbone), facendo si che, nel 2015 la quota coperta dal petrolio scendesse al 38,5%.
Il totale pro-capite è aumentato, mentre la quota fornita dal petrolio è diminuita facendo si, che scendesse sotto il picco del 1978.


Il minore uso di petrolio (a livello pro-capite), ha fatto si che: le riserve di petrolio pro-capite salissero a 32 bep, mentre le riserve totali di combustibili fossili, si sono ridotti da 127 a 110 bep.

Questo vuol dire che le riserve pro-capite stanno diminuendo, cioè la popolazione cresce e consuma più velocemente delle scoperte di nuovi giacimenti di combustibili fossili.


CONFRONTO TRA: CONSUMI, POPOLAZIONE E PIL (PPA)

Calcolando la media mondiale dei consumi di energia primaria totale, otteniamo 1,80 tep/y pro-capite (cioé 1,8 tonnellate di petrolio equivalente ogni anno per ogni persona).

Se prendiamo questo valore e lo raddoppiamo o lo dimezziamo 4 volte, otteniamo 4 fasce di consumi superiori alla media (dalla media in su), e 4 fasce di consumi inferiori.


ANALISI DELLE FASCE

Analizzando le fasce, si può vedere:

• La fascia 4, è composta dal resto dei Paesi sviluppati europei (compresa l'Italia) e da un grandissimo Paese come la Cina; incide per il 31,2% della popolazione e per il 42% dei consumi mondiali; quindi popolazione e consumi sono quasi allineati;

• La fascia 3, dove c’è un grande Paese sviluppato come gli USA, e i più ricchi Paesi d’occidente, incidono per circa il 10% della popolazione e del 31,5% dei consumi;

• Le prime due fasce sono occupate dai ricchi Paesi Arabi o da piccole isole. La loro incidenza complessiva è del 7,85% dei consumi e meno dell’1,5% della popolazione mondiale.

Come si vede nella tabella riassuntiva, la popolazione mondiale che vive sotto la media pro-capite è di 4,2 Miliardi di persone, il 57,37% della popolazione.

Se volessimo sconfiggere la povertà nel mondo, alzando i consumi della popolazione che sta sotto la media mondiale, dovremmo aumentare i consumi del:

+122 %: per portarli al livello Italiano (2,5 tep);
+69 %: per portarli al livello Cinese (2,2 tep);
+29 %: per portarli al livello Iracheno (1,1 tep);
+6 %: per portarli a livello Indiano (0,5 tep).

Se anche i Paesi ricchi cedessero la parte eccedente della media dei consumi mondiali, ai Paesi più poveri, potrebbero cedere solo il 33% delle risorse energetiche. Portando i Paesi poveri a un livello intermedio tra Iraq e Cina, non sufficiente a far raggiungere la media mondiale.

Una più equa distribuzione della ricchezza NON è sufficiente a portare i Paesi poveri del mondo, a livelli medi mondiali.

EQUA DISTRIBUZIONE DELLE RISORSE?

Sfatiamo uno dei miti che sostiene che:

"il 20% della popolazione mondiale, la più ricca, sta consumando l'80% delle risorse del mondo"; cioé che 1/5 della popolazione mondiale consuma per 4 volte di più, non è vero.

La Cina unendosi ai Paesi sviluppati (ha il PPA: PIL corretto in base al potere d'acquisto, più alto del mondo), cambia i rapporti nei consumi mondiali, portando al 42% la popolazione mondiale che consuma l'81% delle risorse mondiali; quindi il rapporto scende dal quadruplo ipotizzato a meno del doppio.

Se vogliamo vedere anche cosa è successo nel passato abbiamo:

Si vede una tendenza a una più equa distribuzione delle risorse.

Addirittura, nel prossimo grafico vediamo che i Paesi sviluppati dell'OECD hanno pure perso il primato nei consumi.
Questo vuol dire che i Paesi che prima non erano sviluppati (Non OECD), stanno già consumando più risorse dei Paesi sviluppati (OECD) di una volta.


PIL e Consumi

Considerazioni sul PIL e Consumi sono difficili da fare, in quanto, buona parte del PIL dei ricchi va in beni importati, i quali aumentano i consumi nei Paesi di produzione e non in quelli di fruizione dei beni. La globalizzazione rende tutti interdipendenti.


CRESCITA DEMOGRAFICA E CONSUMI

Quale sarebbe l’andamento dei consumi pro-capite negli anni a venire, in base all’aumento di popolazione prevista e in base alle scoperte e ai consumi di combustibili fossili?

L’andamento, della curva demografica, dovrebbe essere il seguente (in base ai parametri più comuni usati):

(Gli studiosi hanno capito che: la crescita demografica ci sarà fiché ci saranno risorse a disposizione; e difatti la curva demografica inizia a scendere quando le risorse iniziano a diminuire).

Ripropongo il grafico con le previsioni più ottimistiche, quelle riguardanti tutti i combustibili fossili con:
investimenti massimi (investimenti = 5) e Scoperte = 20%.

Legenda:
- Passato lordo: Energia lorda estratta
- Futuro lordo: Energia lorda da estrarre
- Futuro netto: Energia netta utilizzabile (Lorda - costi)
- Futuro costi: Costi energetici di estrazione

Come si può vedere, i costi energetici di estrazione tendono a salire quanto più ci avviciniamo all'esaurimento del combustibili fossili (ritorni decrescenti).

La situazione pro-capite sarà la seguente:

Da questo grafico si evince che, nella migliore delle ipotesi ci sarà ancora qualche piccola frazione percentuale di crescita dagli 11,3 bep/y attuali ai 11,7 bep/y nel 2050, mentre la curva netta dell’energia, vediamo che sta già iniziando a scendere.

Se invece gli investimenti si riducono:
- perché si vuole che gli Stati non finanzino la loro estrazione;
- perché i privati non investono in settori in cui ci sono scarse prospettive di guadagno (leggi che disincentivino l'uso dei combustibili fossili);

allora, pur considerando lo stesso degli investimenti (medio/bassi) (investimenti=2) e di conseguenza si avranno minori scoperte di giacimenti (scoperte=5%), la situazione che avremo è la seguente:


Dal quale si evince che: immediatamente le risorse disponibili pro-capite diminuiscono; con conseguente crisi energetica e l'impossibilità di finanziare eventuali fonti alternative.


CONCLUSIONI

Con le dovute approssimazioni che una simulazione può fare, quello che si evince è che:

1) crescita, dell’energia netta disponibile, non ce ne sarà più! Tutta la crescita netta dell’energia disponibile, verrà assorbita dalla crescita della popolazione;

2) il PIL Mondiale potrà anche crescere, ma il PIL pro-capite non crescerà più o non lo farà a livello apprezzabile.

Il sintomo della decadenza si potrà incominciare a percepire, quando non ci saranno abbastanza risorse per la manutenzione (edifici, strade, ponti, ...).

Le nuove generazioni avranno un tenore di vita medio, uguale o inferiore a quello dei loro genitori; nel lungo periodo sicuramente più basso.

3) ci saranno molti disordini sociali (con ulteriore distruzione di beni immobili), che non faranno altro che aggravare la situazione di crisi, specialmente nelle città.


4) possibili guerre tra i Paesi che hanno ancora abbastanza risorse per loro e quelli che, o li stanno esaurendo, o ne sono totalmente dipendenti.

5) Quello che accadrà in futuro, dipende principalmente dalle scelte politiche che si prendono; e quest'ultime sono meno intuitive di quello che sembra. Scelte basate su buone intenzioni, non è detto che migliorino la situazione.

-------
Note:
l'elenco completo delle fonti di dati non lo ricordo, perché integro i dati trovati dalle varie fonti, nella mia banca dati.
Eseguendo le analisi con la mia banca dati, poi non ricordo da dove essi siano stati presi.

Fonti che ricordo:
- Fonte dati energetici: bp
(http://www.bp.com/en/global/corporate/energy-economics/statistical-review-of-world-energy.html)

- Fonte PIL (PPP o PPA): World Bank - in Wikipedia
https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_countries_by_GDP_(PPP)


By Alessandro Pulvirenti

92 commenti:

  1. Ormai siamo diventati una forza confrontabile con quella geologica che modella ed erge le montagne.
    Basta fare due conti di tutta la crosta terrestre che scaviamo, movimentiamo, bruciamo, seppelliamo, per renderci conto che questa affermazione non é esagerata.
    Questo ci ha reso più ricchi di conoscenza ma molto più fragili dei nostri avi.
    E' vero che possiamo utilizzare la conoscenza aquisita mer ovviare alla fragilità dovuta alla diminuizione di molte risorse, ma stiamo scommettendo troppo sulla nostra umana resilienza.
    Il banco , cioé la biosfera, cioé ancora l'insieme di tutti i viventi sulla Terra, vince sempre, non dobbiamo dimenticarlo.
    Ma noi non siamo nemmeno un trentasettesimo di questa fantasmagorica roulette.
    Possiamo ancora arricchirci ma perdere tutto,ed essere cacciati dal gioco.
    E allora solo su qualche altro pianeta potrebbero ancora esserci giocatori a noi simili.
    E coincidenza delle coincdenze, proprio ora potremmo averne una ragionevole certezza.
    O come disse quel grande poeta che fu Cesare Pavese
    "Scendere nel gorgo muti", ed aggiungo io, ignari e privi di risposta.
    Si stanno facendo le puntate decisive.

    Marco sclarandis


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  2. mi sembra che in fondo ha ragione il mio elettricista. Per lui, cinquantenne, i problemi non esisteranno mai, perchè morirà prima. Ed in fondo, perchè risparmiare risorse? Per farle consumare ad un extracomunitario che ci farà nascere 4 o 5 dissipatori compulsivi (locuste) aggravando la situazione. Meglio se le consumo io per puttanate varie. La logica del consumismo è ferrea e non lascia scampo. Un pò come è successo prima agli ebrei e poi alla chiesa. Lì Dio ha mandato profeti, a noi santi, ma non è servito a nulla. La materia e l'egoismo hanno sempre preso il sopravvento sulla spiritualità e l'amore. Quei pochi, come noi, che sono sensibili alle problematiche del mondo fisico e termodinamico, sono come la rondine d'inverno, che non fa primavera. A giudicare da quello che rappresenta Ale fino al 2040-2050 non ci saranno problemi significativi, quindi nè disordini sociali, nè guerre per le risorse, almeno in modo preoccupante. I cinquantenni avranno sempre meno pensione e sicurezza sociale ed economica, ma non rischieranno di essere ammazzati in massa appena usciti di casa od in casa, per pochi euro. Gli altri, se non verranno regimi autoritari, che giustizieranno senza alcun processo, tipo i ladri di cavalli del far west, spero possano almeno difendersi da soli, ma sarà comunque una carneficina.

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    1. Diciamo che, in un mondo globalizzato, l'ecologismo sostenibile in un solo paese e' impossibile (e forse stupido) esattamente come lo era il comunismo in un solo paese, motivo per cui i caporioni comunisti dell'epoca decisero di sigillare le frontiere per evitare la contaminazione fra il paradiso terrestre (quello da loro governato) e l'inferno (tutto il resto del mondo).

      I risultati ormai sono noti, tranne che per qualche maniaco "ultimo giapponese", molto spesso fra l'altro riciclato proprio nel mondo dell'ecologismo e del catastrofismo, presumo perche' molto simile dal punto di vista della volonta' di puntiglioso controllo.

      In altre parole, fare gli ecologisti, sia a livello personale che sociale, e' come ordinare una pizza margherita e un bicchiere d'acqua semplice quando si va in pizzeria con l'accordo di dividere il conto finale "alla romana", in parti uguali. Funziona, ma con alcune ovvie ed enormi contro- indicazioni, solo se si puo' costringere con la forza tutti gli altri a fare lo stesso.

      I risultati socio-economici dell'italia conseguono: siamo di gran lunga i piu' grandi riciclatori d'europa e quindi probabilmente del mondo industrializzato, i piu' grandi produttori di energia pulita, i migliori ottimizzatori di processo, i maggiori risparmiatori, abbiamo le piu' maniacali leggi perfezionistiche anti-tutto e pro-tutto, eppure siamo quelli del nostro mondo che stanno sempre peggio, sia oggettivamente che soggettivamente, con una esplosiva carica di astio reciproco in crescita continua e malamente repressa.

      Chi puo', se ha l'intelligenza di farlo, se ne scappa a gambe levate in paesi molto meno perfezionistici del nostro, e devo ancora vederne uno che non sia stato felicissimo della scelta, liberandosi di ogni residuo collegamento patrimoniale con il paese di origine, in qualunque posto sia emigrato.

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    2. @mago: "Per lui, cinquantenne, i problemi non esisteranno mai, perchè morirà prima."

      Se gli investimenti sui combustibili fossili saranno elevati e quindi anche le relative scoperte.
      Se invece, gli investimenti si riducono e di conseguenza anche le scoperte, la disponibilità energetica si ridurrà fin da subito.

      Ho aggiunto un altro grafico che spiega tale andamento.

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  3. Io qui vedo la ennesima iterazione dei comportamenti antichi.
    1. millenarismo. Pentitevi, la fine del mondo è vicina!
    2. cialtronismo. Gli "studiosi" capiscono tutto ma per qualche ragione non hanno nessun rimedio. Mi viene il dubbio che studino le cose sbagliate.

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    1. @Lorenzo: "2. cialtronismo. Gli "studiosi" capiscono tutto ma per qualche ragione non hanno nessun rimedio. Mi viene il dubbio che studino le cose sbagliate."

      Oppure chi legge si aspetta di trovare una soluzione semplice e non trovandola incomincia a lamentarsi.

      La soluzione semplice NON c'è;
      c'è una soluzione molto complessa!
      E' complessa per il semplice fatto che richiede interventi NON soltanto dal punto di vista energetico, ma anche: politico, economico, sociale, scientifico, ecc.

      La soluzione è talmente complessa che richiede molti post solo per poterla esporre e io ne ho preparato uno introduttivo che è già in coda per la pubblicazione.
      Titolo: "Da dove veniamo? Dove stiamo andando? (Parte 1/N)"

      Bisogna capire il senso di chi siamo e dove dovremmo andare, per poter capire cosa cambiare e come.
      Perché l'uomo non ha ancora idea di quale è il suo scopo/fine, lo dimostra il fatto che le soluzioni spaziano, da un estremo (il mito del buon selvaggio) all'altro estremo (BAU senza sosta); con persone che preferiscono vie intermedie (vegani puri, vegetariani che usano anche latte e uova); oppure ai minimalisti (usare il minimo di energia per campare).

      Di questa serie di post è già pronto il primo introduttivo, se ricevere un feedback positivo, svilupperò i successivi.

      E' una soluzione... (non l'unica), ma credo che sia quella indolore, perché di soluzioni tragiche ce n'è a non finire.

      Richiede un lavoro da parte mia non indifferente, e quindi, se il post introduttivo non avrà esito positivo, mi fermo.

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    2. Io non so da dove vieni tu. Da dove vengo io non si scrivono cose come "l'uomo non ha ancora idea di quale è il suo scopo" perché questa è una frase che non si colloca nell'immanente, si colloca nel trascendente. Non so gli altri ma io non ho alcun bisogno che tu mi dica quale è il mio "scopo" nel Grande Disegno, invece gradirei che tu mi presentassi soluzione tecnica ai problemi tecnici che esponi. Se voglio sentire una predica sul Bene, il Male, il Peccato, la Redenzione, il Paradiso e cose del genere, faccio pochi passi e vado in parrocchia.

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    3. Guarda Lorenzo che io sono una persona che più scientifica di me non trovi altrove; solo che la scienza è come un'automobile, ti può portare dove vuoi, ma devi essere tu a scegliere dove andare!
      Con quale criterio scegli dove andare?

      1) Con un criterio costi/benefici?
      - in tal caso che valore dai alla vita di un uomo?

      Se tu fossi nel deserto insieme ad altre 9 persone (10 persone in tutto) e aveste solo 2 litri d'acqua. Nell'attesa che arrivino i soccorsi che sapete che verranno, come utilizzeresti i due litri d'acqua?
      1) Divisi in parti uguali (morireste tutti prima che arrivino i soccorsi);

      2) Li dareste ai bambini? donne? uomini vecchi? uomini in forza?

      3) Usereste la legge del più forte (morte tua vita mia)?

      4) Lascereste che sia la sorte a decidere (scegliendo una carta a caso da un mazzo di carte) ?

      Qualsiasi metodo tu scelga, non potrai mai avere la certezza di aver scelto quello più corretto.

      Ci tengo a precisare che questo esempio non è uguale alle eventuali soluzioni reali al problema delle risorse.

      Quello che voglio dire è che:
      avendo anche N soluzioni tecniche ai problemi futuri, qualsiasi di esse avrà dei pro e dei contro che non possono essere stimati correttamente se non si dà il giusto valore alle varie componenti.
      Il livello trascendentale serve solo a dare questo valore e a indicare una via, è chiaro che poi sono le azioni concrete (sia tecniche che organizzative) che attueranno la soluzione.

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    4. Dove andare? Dove ci pare purché si tenga conto dei limiti del pianeta. E non sarà facile.
      Alessandro, complimenti per i tuoi articoli. Spero che ce ne saranno ancora.
      Angelo

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    5. @Angelo: "Alessandro, complimenti per i tuoi articoli."

      Grazie Angelo,
      forse, alcuni non percepiscono che dietro questi articoli c'è del lavoro e fa piacere quando viene apprezzato.

      @Angelo: "Spero che ce ne saranno ancora."

      Ho aggiornato e ampliato quello attuale, in modo che sia più completo. I commenti di tutti sono stati utili; infatti, io sono dell'idea che: quello che si conosce/fa, deve essere esposto alle persone e quindi anche alle critiche (sperando sempre che siano costruttive), perché così facendo, si riesce ad avere una visione più completa e a migliorare l'elaborato.

      Questi articoli sono molto tecnici e pratici.
      Vengono analizzati i dati e vengono fatte delle previsioni, sotto certe ipotesi.

      Ce ne sarebbero articoli anche più profondi: sia scientifici, che filosofici e trascendenti; che sarebbero molto interessanti; però, prima voglio vedere il livello di critica che c'è nei commenti di questi articoli tecnici.
      Sugli altri argomenti la critica immagino che sarà molto più aspra e non è detto che, io ritenga sia utile sollevare tante critiche, visto che non ci guadagno niente.

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    6. "Guarda Lorenzo che io sono una persona che più scientifica di me non trovi altrove"
      Non so cosa significhi "persona scientifica". Io conosco solo il "metodo sperimentale". D'altra parte, non ti conosco come persona, leggo quello che trovo scritto sul blog. Quello che c'è scritto sopra è un testo tipico delle fedi religiose.

      "Se tu fossi nel deserto ... come utilizzeresti i due litri d'acqua?"
      Se esiste la possibilità di raggiungere un luogo da cui richiamare i soccorsi, scelgo la/le persona/e più forti e gli do tutta l'acqua, poi li mando in cerca di aiuto. Se non esiste questa possibilità, la risposta è irrilevante, direi che dividerei l'acqua in base alla massa corporea, per quello che vale.

      "Qualsiasi metodo tu scelga, non potrai mai avere la certezza di aver scelto quello più corretto."
      L'esempio c'entra come il cavolo a merenda, perché nella migliore delle ipotesi funziona esattamente al contrario della situazione descritta nel post. Nell'esempio si tratta di una situazione sicuramente letale in cui devi scegliere il minore dei mali e l'unico criterio sensato è quello di massimizzare le possibilità di sopravvivenza, una su mille è meglio di nessuna. Nel post invece si descrive una situazione in cui l'unica alternativa sensata è quella di aumentare l'efficienza di un sistema che funziona. Una automobile che porta in giro le persone ad un costo inferiore è una alternativa preferibile. Una batteria che contiene una carica superiore o uguale ad un costo inferiore, è una alternativa preferibile. Eccetera eccetera.

      "avendo anche N soluzioni tecniche ai problemi futuri"
      Incomincia a metterle sul tavolo queste soluzioni, poi parliamo del resto.

      "dare questo valore e a indicare una via"
      Lo ripeto, a me non serve nessun profeta ad indicare la via. Mi basta un tecnico che mi metta in mano una batteria col doppio della carica.

      Elimina
    7. nessuno ti vuole indicare la via, ma secondo me sarebbe intelligente mettersi d'accordo su dove si sta andando, e come farlo, visto che iniziamo a essere tantini..
      le "soluzioni" tecniche di per sè stesse non sono in grado di garantirci un futuro, perchè siamo esseri umani, non cyborg;
      ogni conquista tecnica, come una batteria più efficiente, può essere utilizzata in molti di modi diversi, tu pari sicuro di farne l'uso giusto x l'umanità, ma non è detto che gli altri si comportino come te, e neppure che tu ne faccia l'uso più corretto;
      siamo sempre più interdipendenti, io sono d'accordo su questo punto con Alessandro, quando dice: "La soluzione semplice NON c'è;
      c'è una soluzione molto complessa!
      E' complessa per il semplice fatto che richiede interventi NON soltanto dal punto di vista energetico, ma anche: politico, economico, sociale, scientifico, ecc."
      saluti

      Elimina
    8. @Lorenzo: "Io conosco solo il "metodo sperimentale"."

      E spero che conoscerai anche i limiti di tale metodo.
      Con il metodo sperimentale ai tempi di Einstein la teoria della relatività era quasi impossibile da dimostrare (salvo un'osservazione di una data stella... ma non ci dilunghiamo).

      Così come, il metodo sperimentale, o meglio il principio di causa-effetto che era alla base della scienza, o il suo relativo determinismo, con la meccanica quantistica se ne andato a farsi benedire.
      L'illusione che si aveva era quella che: conosciute tutte le variabili influenti in un dato sistema e il relativo contesto; si aveva la presunzione di dimostrare di poter conoscere come il sistema si sarebbe evoluto.

      Il principio d'Indeterminazione di Heisemberg incominciò incominciò a mettere un limite alla presunzione di poter determinare tutto (energia e posizione di un elettrone, contemporaneamente).

      @Lorenzo: " la risposta è irrilevante, direi che dividerei l'acqua in base alla massa corporea, per quello che vale."

      Divideresti l'acqua per 10 persone. Ammettiamo che restano in vita X secondi.
      Se il tempo per far arrivare i soccorsi era di 2X secondi. Si sarebbero potute salvare la metà delle persone dando loro l'acqua e sacrificando l'altra metà.
      Il problema è che la certezza del metodo migliore si può sapere solo a posteriori.

      @Lorenzo: "Nel post invece si descrive una situazione in cui l'unica alternativa sensata è quella di aumentare l'efficienza di un sistema che funziona."

      Ma questo lo dici tu che l'unica alternativa è quella di aumentare l'efficienza.
      Da questa affermazione si comprende come tu abbia solo conoscenze intuitive di tali problemi; in quanto, l'efficienza NON riduce i consumi TOTALI (e sottolineo: - Totali -).
      Ma mi sembra che tu abbia il paraocchi.
      La soluzione deve essere come tu pensi che sia e non ti va di ascoltare nient'altro.
      Ti ho appena dimostrato che questo tuo modo di ragionare è completamente sbagliato!

      Lorenzo: "Incomincia a metterle sul tavolo queste soluzioni, poi parliamo del resto. "

      La soluzione è complessa e richiede interventi in vari settori, tra cui anche quello sociale. La presunzione che una soluzione SOLO tecnica possa risolvere i problemi mondiali, l'hanno già abbandonata quasi tutti.

      La società attuale NON regge con altre fonti energetiche, quindi, dobbiamo cambiare la società nel suo complesso; ecco perché è complessa la soluzione.

      Lorenzo: "Mi basta un tecnico che mi metta in mano una batteria col doppio della carica."

      Ti basta solo questo?... eccola!
      http://mobile.hdblog.it/2016/08/19/solidenergy-batteria-capacita-doppia-2017/

      ----
      A questo punto tu potresti pensare: parla, parla,... ma niente di concetro e scientifico!

      Se vuoi una parte della soluzione, quella parte scientifica (non tutta), te la faccio intuire con delle domande, a cui tu sicuramente, con tutta la tua conoscenza scientifica, saprai rispondere!
      1) Spiegami perché il Berillio, isotopo 8 (Be8), malgrado abbia tanti protoni (4) quanti neutroni (4), risulta altamente radiattivo e decade quasi immediatamente,
      mentre per quasi tutti gli altri elementi della tavola periodica c'è bisogno di un notevole eccesso di neutroni per far decadere (con emissioni di particelle alfa, ...) gli atomi?

      2) Perché il Litio, pur essendo un atomo leggero (terzo elemento della tavola periodica degli elementi), risulta così raro (o poco diffuso), mentre tutti gli altri Elementi poco più leggeri o pesanti sono molto più presenti in natura?

      3) Com'è nato il Sistema Solare? (Se pensi alla nube di gas che per gravità ha formato Sole e pianeti, ti dico subito che la scienza sa già che questo può accadere solo in casi eccezionali, ma non può essere il metodo standard di formazione dei sistemi solari)

      Allora, ti basta come argomenti scientifici?
      Rispondi in modo sensato alle mie domande e poi parliamo di VERE soluzioni ai problemi mondiali!

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    9. Le soluzioni tecniche consistono nel diminuire drasticamente i consumi senza che il cambiamento nello stile di vita venga percepito come troppo limitativo. Sono soluzioni che si basano sul rispetto della terra, bioregionalismo, ecoprogettazione, energie rinnovabili ecc. Se non si trova un accordo su questo diverso modo di intendere i valori e le priorità, ognuno, prima o poi, dovrà ingaggiare una lotta di sopravvivenza contro il mondo intero con poche speranze di potersela cavare. Non è un problema tecnico, ma culturale.
      Angelo

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    10. "Con il metodo sperimentale ai tempi di Einstein"
      See, perché chi mi legge è Einstein e le cose descritte sopra sono nel campo della fisica teorica invece che in quello del fruttivendolo che pesa le patate. Adesso chiamo Renzi a tradurre il post in inglese, dai.

      "Se il tempo per far arrivare i soccorsi era di 2X secondi. Si sarebbero potute salvare la metà delle persone dando loro l'acqua e sacrificando l'altra metà."
      Mi fai ridere. Se i soccorsi arrivano a 2X+1? E se arrivano a 2X-1? Se fossimo sulla stessa barca, la prima cosa da fare sarebbe darti una botta in testa e buttarti fuori perché sei pericoloso.

      "Da questa affermazione si comprende come tu abbia solo conoscenze intuitive di tali problemi; in quanto, l'efficienza NON riduce i consumi TOTALI (e sottolineo: - Totali -)."
      Invece io comprendo che tu non hai nessuna soluzione concreta. Sei libero di smentirmi in ogni istante.

      "Ti ho appena dimostrato che questo tuo modo di ragionare è completamente sbagliato!"
      Come no. Come sopra, mentre dimostri che io ragiono in maniera sbagliata, vedi un po' se tiri fuori un aggeggio che serve a qualcosa.

      "La soluzione è complessa e richiede interventi in vari settori, tra cui anche quello sociale."
      Perfetto, ho una proposta, mettiti in riga con la tua famiglia e i tuoi amici poi entra in quella stanza li con scritto "inceneritore". La gente che stra-parla di "interventi sociali" è pericolosa, per fortuna di solito finisce per campare di impiego statale e di vitalizio senza fare altri.

      "La presunzione che una soluzione SOLO tecnica possa risolvere i problemi mondiali, l'hanno già abbandonata quasi tutti."
      Per forza, questi "quasi tutti" non hanno alcuna proposta concreta a parte gli "interventi sociali". Chi sa fa e chi non sa insegna.

      "Allora, ti basta come argomenti scientifici?
      Non sono il tuo dottore, non ho il compito di farti stare bene. Io ho detto che, rispetto ai problemi elencati sopra, mi aspetto le soluzioni concrete. O il bel tacere.

      "Rispondi in modo sensato alle mie domande e poi parliamo di VERE soluzioni ai problemi mondiali!"
      Ah, qui stiamo parlando delle VERE SOLUZIONI AI PROBLEMI MONDIALI.
      Kyrie Eleison.

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    11. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    12. @Lorenzo: "Se fossimo sulla stessa barca, la prima cosa da fare sarebbe darti una botta in testa e buttarti fuori perché sei pericoloso."

      Ho capito che ho perso il mio tempo a risponderti.

      @Lorenzo: "vedi un po' se tiri fuori un aggeggio che serve a qualcosa."

      Se capissi che in questo mondo, la maggior parte delle persone è come te, sarei ben felice di vederlo colare a picco!

      Non mi abbasserò più al tuo livello.
      Fine delle risposte.

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    13. Alessandro, questo Lorenzo, nella sua stolida ottusità fa quasi tenerezza.
      Oltretutto non si capisce per quale motivo insista qui con i suoi commenti dall'apparente logica impeccabile.
      Mi pare uno dall'intelligenza anamorfica.
      Voglio dire, leggendo in chiaro i suoi commenti, vedi un'immagine distorta che divienta chiara se invece viene vista da una diversa angolazione.
      E mi pare anche di percerire dai suoi commenti una fottuta paura dei tempi foschi che ormai stanno arrivando e di corsa.
      Per carità, anzi, la paura è cosa buona , quando non dilaga in terrore e panico.
      Bisognerebbe conoscerlo di persona, proprio per via della distorsione anamorfica prodotta dalla blogosfera, (Ah!se solo Einstein fosse vissuti 120 anni, era del 1879, avrebbe visto Blade Runner, i PC, i blog e tante altre realtà inconcepite da tanti filosofi.)
      magari in carne ossa, sudore e forfora é anche simpatico!

      Marco Sclarandis

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  4. Bel lavoro, ma "Il sintomo della decadenza si potrà incominciare a percepire, quando non ci saranno abbastanza risorse per la manutenzione (edifici, strade, ponti, ...)." ..alcuni sindaci di piccoli paesi si sono già opposti alla riapertura delle scuole perchè non rispettano criteri antisismici: si sta iniziando a capire che bisogna decidere fra il dare tutte le risorse agli erogatori pubblici del servizio o prenderne una parte per operai ed ingegneri...(Sempre ragionando nel breve-medio termine)

    RispondiElimina
  5. Solo un paio di punti su cui riflettere, lungi da me pretendere di poter giungere a conclusioni:
    1: nel punto in cui si "sfata il mito":

    Sfatiamo uno dei miti che sostiene che:
    "il 20% della popolazione mondiale, la più ricca, sta consumando l'80% delle risorse del mondo"; cioé che 1/5 della popolazione mondiale consuma per 4 volte di più, non è vero...

    Se di "mito" si trattasse non sarebbe così vicino alla realtà, soprattutto tenendo conto che la Cina ha cominciato a consumare come "noi" da quando ha abbracciato il capitalismo (circa 20 anni fa) e quindi appena una ventina di anni fa il "mito" era realtà!.

    2. E se in tutti i conti, (a proposito complimenti per la meticolosa raccolta dati), inserissimo gli sprechi?
    Ovvero: siamo sicuri che sia necessario portare i paesi cosiddetti poveri alla nostra attuale situazione di consumo? o potremmo tutti puntare tranquillamente a qualcosa di più basso? (falso mito della crescita come cura di tutti i mali!)

    Saluti
    G.P.

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    1. "quindi appena una ventina di anni fa il "mito" era realtà!."

      E' chiaro che 20 anni fa (o un pò più), erano principalmente gli stati sviluppati che consumavano le risorse, ma è anche vero che in valore assoluto se ne consumavano meno di adesso.
      Adesso si sono aggiunti principalmente i BRICS e un pò anche gli altri Stati.

      Per avere il rapporto esatto di com'era la situazione dovrei farei i calcoli, non è difficile farli, in quanto è già tutto impostato nel software, il problema è che dovrei avere il dato demografico di tutti i Paesi del mondo di quel periodo, mentre i dati più vecchi che ho risalgono solo al 2011;
      mentre per quanto riguarda la popolazione mondiale ho i dati fin quasi dalla preistoria.
      ---

      Per quanto riguarda gli sprechi ci sono due considerazioni da fare:
      1) se da un lato alcuni sprechi possono essere conosciuti a priori (dissipazione di energia elettrica nelle lunghe distanze), altre volte, uno spreco diventa tale, solo quando si concretizza.
      Esempio:
      1) faccio la spesa, ma non consumo tutto quello che ho comprato (una parte marcisce o scade)
      2) il mio frutteto produce quest'anno molta più frutta grazie al clima favorevole, ma l'eccesso di produzione non viene assorbito dal mercato e quindi si butta.

      Visto che ogni cosa che vogliamo ha un costo, nessuno compra con già l'intenzione di sprecare quel bene.

      Sfortunatamente per evitare tutti gli sprechi dovremmo avere la palla di cristallo e conoscere il futuro.

      L'unico modo REALE per ridurre gli sprechi è quello di avere un reddito più basso, il quale ci fa comprare solo l'indispensabile.
      Chiaramente la nostra società, per come è organizzata, crollerebbe a picco con disoccupazione di massa, in quanto il superfluo dà lavoro a tantissime persone.

      Comunque, in caso di mancanza di risorse, o vogliamo o non vogliamo, la riduzione dei consumi ci sarà irrimediabilmente.

      Elimina
    2. Alessandro, se cerchi dati sulla popolazione mondiale, paese per paese, questo dovrebbe piacerti:

      http://unstats.un.org/unsd/demographic/products/dyb/dyb2.htm

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    3. r.r al p.to 1: Certo: gli stati allora terzomondiali (alcuni, BRICS soprattutto) hanno abbracciato il nostro modello ritenuto l'unico possibile e, unendosi a noi nei consumi e senza efficaci politiche antidemografiche, ci stanno aiutando ad andare a picco (la ns. responsabilità è che lo sapevamo già dal 1972 dove stavamo andando a finire!): il problema, e capisco che non è semplice, è riuscire a cambiare paradigma sociale senza mandare tutto in tilt!
      Direi che questa è la sfida delle nuove generazioni: riuscire dove noi abbiamo fallito, ma necessita avere il coraggio e l'intelligenza di cambiare nella direzione giusta con modelli sociali nuovi! In un mondo globalizzato dominato dalle scelte dei più forti e non certo dei più intelligenti sarà possibile?.

      rr pnto 2: Sapere che il ns. sistema si basa sugli sprechi sottolinea la necessità di abbandonarlo al più presto possibile (sottolineo possibile) e questo anche senza la conoscenza dei meccanismi relativi all'esaurimento delle risorse.
      Chi è a conoscenza dei meccanismi sull'esaurimento delle risorse può tollerare una società basata sugli sprechi?

      Sono infine d'accordo che quando l'acqua arriverà alla gola sarà la selezione naturale a vincere, con i suoi micidiali meccanismi: la popolazione si ridurrà e probabilmente si tornerà indietro di qualche epoca, poi ....

      Saluti a tutti
      Giuseppe

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    4. Grazie per i link a test;
      i risultati sono i seguenti
      :
      Anno Popolaz Consumi Multiplo
      2015 43% 81% 1,9
      2010 42% 81% 1,9
      2005 24% 67% 2,8
      2000 25% 73% 2,9
      1995 26% 75% 2,9
      1980 24% 75% 3,1

      Si vede che gli anni fino al 2005 (nel 2005 la Cina era in forte crescita, ma era ancora lontana dai livelli attuali), lo squilibrio tra il consumo delle risorse e la popolazione che ne usufruiva era circa il triplo (x3).
      Nel 2015 è scesa a meno del doppio (x1.9)

      Quindi, anche considerando il passato,
      il mito del 20% della popolazione che consumava l'80% delle risorse è falso;
      invece era vero che:
      il 25% della popolazione consumava il 75% delle risorse.

      E' chiaramente uno squilibrio immenso, ma adesso vuol dire che stiamo andando verso una più equa distribuzione delle risorse.

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    5. "senza efficaci politiche antidemografiche"

      Questo problema permane solo in africa, si prevede per il prossimo futuro che quasi tutto l'aumento della popolazione del mondo sara' concentrato li', mentre il resto del mondo e' gia' piu' o meno a crescita zero (la media mondiale dei figli per donna, anche tenendo conto dell'africa, e' attualmente sotto il 2.36)
      https://it.wikipedia.org/wiki/Crescita_demografica#/media/File:Countriesbyfertilityrate.svg

      Per dei dati reali, aggiornati, e commentati (e che vanno contro il pregiudizio occidentale, purtroppo anche quello colto) consiglio questo, molto bello (ha i sottotitoli in italiano):
      https://www.gapminder.org/videos/dont-panic-the-facts-about-population/

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    6. @Diaz: "Per dei dati reali, aggiornati, e commentati (e che vanno contro il pregiudizio occidentale, purtroppo anche quello colto)"

      O non sò leggere io, oppure c'è qualche altro problema!

      Dal primo link (Wikipedia), c'è scritto:
      Previsione Popolazione:
      Anno 2025: 8 Miliardi
      Anno 2043: 9 Miliardi
      Anno 2083: 10 Miliardi

      Nel 2043, dal mio grafico, io stimo 9,5 Miliardi di persone e visto che siamo già 7,4 Miliardi nel 2016, non penso proprio che da qui al 2025 (9 anni) la popolazione cresca di 66 Milioni di persone l'anno, visto che lo sta facendo a 80 milioni l'anno.

      Ma anche ammettendo che siano validi i dati su Wikipedia,
      nel 2083 ben 10 Miliardi di persone come pensate di mantenerle?

      Per quel periodo, i combustibili fossili saranno quasi completamente esauriti.
      Le alternative ci sono, ma possono fornire solo una parte di ciò che facevano i combustibili fossili.
      Vista anche la tendenza all'automazione di quasi tutti i lavori, cosa faranno quei 10 Miliardi di persone?

      ma, chiaramente questi sono problemi che solo le persone colte si pongono, perché le persone che non lo sono dicono: a tutto BAU (Business As Usual).

      Ecco perché stiamo andando verso il dirupo, perché nessuno vede i problemi neanche quando gli e li presentano difronte, basta condirli di qualche parolina rassicurante "la natalità sta scendendo in tutto il mondo...",
      peccato che la popolazione, in valore assoluto, stia crescendo inesorabilmente!

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    7. Aggiungo:
      la stima fatta su Wikipedia risale al 31 Ottobre 2011.
      Peccato che dopo, gli studiosi di demografia, hanno capito che si sbagliavano e che la popolazione continuerà a crescere finché ci saranno risorse disponibili.
      Difatti oggi (2016) quelle previsioni risultano già completamente sballate.

      Elimina
    8. Wikipedia, ha preso i dati da questo sito:
      http://www.unfpa.org/world-population-dashboard
      dove si possono trovare quelli aggiornati.

      anno 2015
      popolazione 7349 Milioni
      Crescita 1,18%/annuo
      Crescita in valore assoluto: 87 Milioni/anno
      (difatti nel 2016 siamo già oltre 7400 Milioni).

      Fertilità:
      2,5 figli per donna
      (_azzo... è aumentata dal valore di 2,36 che ha riportato Diaz).

      Ma state tranquilli che c'è uno studio del 1950 che dice.... che nel 2000 andremo su altri pianeti! :-D

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    9. Dal sito:
      http://www.worldometers.info/world-population/

      Risultano le seguenti previsioni:

      Anno Popolaz (Milioni)
      2020 7758
      2025 8142
      2030 8501
      2035 8839
      2040 9157
      2045 9454
      2050 9725

      Mi pare che fino all'anno 2045 siano concordi con la mia curva demografica.
      Loro nel 2050 pensano che la popolazione continuerà a crescere,
      io invece penso che, l'avvicinarsi dell'esaurimento delle risorse, farà abbassare la popolazione.

      A dire il vero, mi sembra difficile che la popolazione possa arrivare a tali livelli senza disordini sociali dovuti all'automazione prevista, ma cerchiamo di essere ottimisti. :-D

      Elimina
    10. @Alessandro Pulvirenti

      Ma state tranquilli che c'è uno studio del 1950 che dice.... che nel 2000 andremo su altri pianeti! :-D

      Beh hanno solo scelto l'anno ma sopratutto la parola sbagliata: non altri pianeti ma altri stati di esistenza, cioè trapassati quasi certamente per morte violenta.

      Vedete, una piccola aggiustatina e tutto torna. :-))

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    11. La mia risposta era riguardo alle "politiche antidemografiche" citate da Giuseppe. Ci sono, e sono anche molto efficaci e molto piu' diffuse di quanto crediamo, pensiamo alla cina, ci sono anche nei paesi mussulmani, solo che paradossalmente non bastano perche' c'e' stato un grande miglioramento delle condizioni di vita in tutto il mondo negli ultimi decenni, riguardo soprattutto alla mortalita' perinatale e all'aspettativa di vita, che noi occidentali diamo per scontati. AL mondo, siamo solo noi occidentali che abbiamo la percezione di un arretramento, e solo perche', essendo gia' in cima, non avanziamo come vorremmo, da cui il catastrofistico terrore di arretrare che aleggia ovunque dalle nostre parti.

      La crescita della popolazione e la natalita' sono due cose ben diverse: il crollo della fecondita' avviene normalmente con qualche decennio di ritardo DOPO il crollo della mortalita' perinatale e infantile e il raddoppiamento della speranza di vita. "Purtroppo" adesso si campa fino a 75 anni e non muoiono piu' 3 neonati su 4... L'eta' media e' quasi raddoppiata anche nel cosiddetto terzo mondo, negli ultimi pochi decenni.

      E' spiegato nei video di Hans Rosling, che e' un valente studioso, un grande umanista e un bravissimo divulgatore:
      http://www.ted.com/speakers/hans_rosling

      D'altra parte la fecondita' e' sempre stata piu' o meno uguale nella storia dell'umanita' (le donne hanno sempre fatto 5-10 figli), ad essere cambiata radicalmente e' la mortalita' perinatale e la speranza di vita (se non erro "normalmente", nelle societa' tradizionali, ben oltre il 50 per cento dei bambini muore entro i 5 anni). La fecondita' si sta tutto sommato rapidamente adeguando, si tratta di cambiamenti epocali, del mutare di costumi decimillenari, che riescano ad avveniere nell'arco di un paio di generazioni mi sembra gia' un miracolo e un esempio dell'enorme adattabilita' culturale dell'uomo.

      Comunque l'africa e' ancora un problema, se non sbaglio li' siamo ancora in media a 5 figli per donna, nonostante il crollo della mortalita', e infatti secondo le attuali previsioni quasi tutto il bubbone demografico dei prossimi decenni si concentrera' li', con un aumento di un paio di miliardi o piu'.

      In ogni caso che la media mondiale della fecondita' adesso sia di 2-2.5 figli per donna anche tenendo conto dell'africa, cioe' che sia dimezzata rispetto a 50 anni fa, non mi pare un risultato da buttare via, soprattutto e' segno che anche i costumi piu' istintivi ed ancestrali si possono adattare molto efficacemente e rapidamente a nuove situazioni.

      Mi do' quasi fastidio a dire cose cosi' ottimistiche, sembra che sia un altro che parla. ;)

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    12. @luigiza
      Il passato si guarda per cercare di intravedere il futuro...

      @Alessandro Pulvirenti
      ...morto un mito, se ne fa un altro... mi sembra che stiamo giocando con numeri molto vicini.

      Ricordiamo anche che la crescita di alcuni paesi, Cina ma non solo, è stata in realtà per diversi anni soprattutto uno "spostamento" in paesi più a buon mercato e meno schizinosi (leggi sulla salvaguardia dell'ambiente inesistenti) delle produzioni per i paesi + sviluppati.

      Buona notte
      Giuseppe

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    13. @Giuseppe: "Ricordiamo anche che la crescita di alcuni paesi, Cina ma non solo, è stata in realtà per diversi anni soprattutto uno "spostamento" in paesi più a buon mercato e meno schizinosi (leggi sulla salvaguardia dell'ambiente inesistenti) delle produzioni per i paesi + sviluppati."

      E' vero, pero adesso la Cina si è sviluppato realmente.
      Le sue fabbriche non sono solo delle multinazionali dell'occidente.
      Il Super-computer più potente al mondo si trova in Cina ed è stato costruito con chip cinesi.

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    14. Il cambiamento epocale nell'ordine del mondo avvenuto negli ultimi decenni, fra cui la globalizzazione e la rapidissima modernizzazione di meta' del mondo, si fa fatica ad ammetterlo, ma credo dipenda politicamente solo dall'abbandono dell'ideologia comunista che caratterizzava, bloccandone lo sviluppo, piu' o meno quella meta' del mondo (che poi a sua volta avra' avuto i suoi motivi). Nel cosiddetto "terzo mondo" avevano, come in russia, invertito i fattori: volevano arrivare al comunismo di marca marxista-europea senza prima passare per l'abbondanza prodotta dall'industrializzazione.

      "spostamento in paesi più a buon mercato e meno schizzinosi (leggi sulla salvaguardia dell'ambiente inesistenti)"

      Ci siamo passati tutti... se stai morendo di fame della salvaguardia dell'ambiente te ne fai un baffo, le questioni ambientali sono caratteristica e privilegio delle societa' ricche, che possono togliersi anche questo sfizio. Non necessariamente solo di quelle democratiche pero', il nazismo aveva una sensibilita' ecologica ante-litteram non da poco (Blut und Boden https://it.wikipedia.org/wiki/Blut_und_Boden)

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    15. @Diaz: "se stai morendo di fame della salvaguardia dell'ambiente te ne fai un baffo"

      Infatti, dico che i cambiamenti debbono avvenire nel periodo dell'abbondanza,
      quando ci si può permettere il lusso d'investire in: Ricerca.

      Quando arriva la fame, il destino l'ha conosciuto per bene l'Isola di Pasqua, radendo a zero tutto quello che di vegetale c'era!

      E aggiungerei che, il progresso aiuto molto l'ambiente.
      Londra era molto più inquinata sia nel 1300 (quando si usava la legna per produrre energia e c'erano per strada le feci delle persone; difatti la peste colpì in modo deciso);
      che durante la rivoluzione industriale (l'uso del carbone, senza nessun filtro per le ceneri, aveva reso l'aria di Londra irrespirabile; come la Pechino attuale, se non peggio).

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    16. Gia', il problema e' che l'adeguamento della fecondita' (cioe' del numero di figli per donna) avviene necessariamente dopo una o due generazioni dal miglioramento delle condizioni di vita, cioe' il tempo che nasca e cresca nelle nuove condizioni una nuova generazione.

      Per quanto noi si sia esseri umani, la plasmabilita' culturale e' concentrata nella giovene eta', e' in quel periodo che ci costruiamo l'immagine del mondo che poi diamo per scontata per il resto della vita.

      Una o due generazioni e' un tempo brevissimo dal punto di vista della storia di una specie, ma non abbastanza da impedire l'ultimo "youth bulge", del quale resta da sperare di riuscire a contenere i danni (vedi la nostra epoca della contestazione seguita al baby boom degli anni 40-60).

      Se guardiamo all'evoluzione dei costumi nella nostra societa', nel periooo delle ultime due-tre generazioni, essi sono cambiati radicalmente: fino agli anni 60, qui in italia, si andava in galera se si faceva pubblicita' agli antifecondativi, molte donne portavano il velo, il loro compito in societa' era allevare bambini, lavare panni e cucire vestiti, e si bruciavano i film e i libri contro la morale, che non erano solo quelli scollacciati, ebbe problemi con la censura perfino "La grande guerra" di Monicelli perche' mostrava dei soldati della prima guerra mondiale tornare dal fronte vestiti da straccioni.

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    17. @ Alessandro, commento 13 settembre 2016 12:55:
      "E aggiungerei che, il progresso aiuto molto l'ambiente."

      probabilmente non è quello che intendevi, ma detta così sembra che tu creda davvero che il progresso migliorò il nostro impatto sulla biosfera.
      forse ti riferivi invece alle condizioni igienico-sanitarie della nostra società.

      a me pare infatti che il progresso all'uomo sia servito, alla prova dei fatti, anche se con alcune eccezioni, ad avere più potenza e possibilità nello sfruttare la biosfera, insomma per espandersi in areale e numero di individui, inevitabilmente scaricando gli effetti di questo sull'ambiente.

      Elimina
  6. http://www.desmog.uk/2016/08/30/major-insurers-g20-nations-stop-wasting-time-phase-out-fossil-fuel-subsidies-2020
    "I principali assicuratori alle nazioni del G20: smettere di perdere tempo, entro il 2020 eliminazione graduale delle sovvenzioni ai combustibili fossili".
    "Il settore della finanza riconosce l'importanza di abbandonare i combustibili fossili, i governi devono rendersi conto che potrebbero essere gli unici a non essersi ancora mossi.
    A quanto pare i rischi del riscaldamento globale non vengano sottovalutati da banche, fondi di investimento e assicurazioni. Istituzioni che maneggiano trilioni di dollari. Anzi, sembra che stiano facendo pressione sui governi affinché tolgano in fretta i sussidi ai combustibili fossili.
    Come interpretare questa notizia?
    1Per venirsene fuori in questo modo devono trovarsi in seria difficoltà. 2 Il passaggio alle rinnovabili è un grande business, 3 è tutta una messinscena perché sono furbi 4 prevedono correttamente che il riscaldamento globale avrà, nel futuro, un forte impatto anche sul settore finanziario.5 farei meglio a spegnere il tablet e andare a fare una passeggiata tanto quello che fa la finanza non lo capisce nessuno, figuriamoci se lo capisco io.
    Quale di queste ipotesi? Non ne ho idea.
    Angelo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. @Angelo: "Come interpretare questa notizia?"

      Io sono propenso per:
      "3 è tutta una messinscena perché sono furbi"

      Tempo fa gli Arabi fecero un investimento di 100 Milioni di $ nelle rinnovabili, perché è una bella pubblicità!
      Pensa che il fatturato dell'OPEC è di 1000 Miliardi di $/anno, cosa sono 0,1 Miliardi di $ in rinnovabili?!

      Anche Rockfeller, un paio d'anni fa, fece la stessa cosa;
      ma al solito, investono bruscolini solo per non passare per cattivi.

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  7. ... ed anche qui:

    http://www.eia.gov/beta/international/

    con dati popolazione e consumi energetici dall'80

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    Risposte
    1. C'e' una montagna di dati, estrapolabili in molti modi con confronti e tendenze storiche e geografiche, visualizzabili splendidamente, su questo sito:

      https://www.gapminder.org/

      In particolare nella sezione gapminder world.

      Unico problema, l'autore non e' una cassandra, ma cerca di infondere ottimismo e positivita' nell'affrontare e risolvere i problemi. L'esatto contrario di qui dentro :)

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  8. Sarà anche vero che i consumi pro-capite mondiali inizieranno a diminuire nel 2040 ma non è che fino ad allora cresceremmo tutti all'unisono, se qualche paese nei prossimi 25 anni sicuramente crescerà oltre la media altrettanto sicuramente ci saranno dei paesi che andranno sotto la media, ecco sarebbe interessante sapere in quale fascia si potrà collocare la nostra Italia che già da adesso sembra essere abbastanza affaticata a stare in gruppo

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    Risposte
    1. Magari i consumi iniziassero a diminuire nel 2040. Se ci si pone l'obiettivo di tenere sotto controllo il cambiamento climatico (che tra l'altro ha un costo mi pare di 450 miliardi di dollari all'anno, secondo una stima un pò vecchiotta) gran parte delle riserve di combustibili fossili mondiali dovrà rimanere sepolta.
      Con meno energia meno consumi.
      Angelo

      Elimina
    2. Il grafico che mostra i consumi pro-capite è stato realizzato considerando: grandi investimenti nel settore (investimenti=5) e quindi grandi scoperte dei giacimenti (scoperte=20%).

      Se invece tali investimenti vengono disincentivati, la situazione cambia radicalmente.
      Ho aggiunto un grafico che riporta la situazione in presenza di minori investimenti e scoperte.

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  9. Alessandro, il primo grafico non mi convince sull'andamento dell'indice della popolazione :

    Nel 2002, tu metti 100 (6.177.000.000 esseri umani)

    Nel 2016, tu metti 109.
    Secondo me, dovrebbe invece essere 120 (7.412.000.000 esseri umani).

    Gianni Tiziano

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Tiziano, ho verificato più volte i dati perché anch'io guardando il grafico mi ero ingannato;
      La popolazione che sfiora la linea superiore, essa è del 120% e non del 110%.

      Ogni linea orizzontale è del 20%.

      Elimina
  10. Segnalo che ho aggiornato il post integrando i dati dei consumi delle risorse in rapporto alla popolazione delle prime 4 fasce.

    E ho aggiunto un grafico da dove si vede che: i Paesi sviluppati tradizionali (OECD) hanno perso il primato dei consumi energetici mondiali, che adesso appartiene ai Paesi Non-OECD (di cui fa parte la Cina).

    RispondiElimina
  11. Le fonti dai quali hai desunto grafici e dati? non sono citati. Bisognerebbe sempre fornirli, grazie.

    RispondiElimina
  12. Caro Alessandro e cari voi tutti che seguite questo blog , io credo che purtroppo ogni previsione di investimenti nel campo dei fossili (petrolio e gas in primis) debba essere rivista al ribasso quindi non da 1 a 5 ma da -1 a -5.Credetemi ho lavorato per troppi anni nel settore della costruzione delle teste delle trivelle per sbagliarmi. I disinvestimenti degli ultimi 3-5 anni che ormai ammontano a trilioni di dollari e la vendita di attrezzature e "fields" di ricerca da parte delle 7 sorelle indicano che il business sta finendo. La valutazione più semplice si fa guardando i dati e i grafici della E.I.A. che quantificano i Rigs (impianti di perforazione) attivi.Il link per lo storico dal 1973 a oggi é :https://www.eia.gov/dnav/ng/hist/e_ertrr0_xr0_nus_cm.htm . Vale solo per U.S.A .Si può vedere anche l'andamento mensile con variazione sull'anno precedente per tutto il mondo al link :http://phx.corporate-ir.net/phoenix.zhtml?c=79687&p=irol-rigcountsoverview . Su questo sito della Baker Hughes si può accedere registrandosi anche allo storico. Alessandro spero queata mia nota ti sia di stimolo per continuare la tua interessante ricerca e che faccia riflettere tutti sulla brevità del tempo rimasto prima del Seneca Cliff.

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    1. Questi sono i commenti che mi piace leggere.
      Informazioni e non solo opinioni.

      Il problema è che se tagliamo gli investimenti in modo eccessivo, come puoi vedere dall'ultimo grafico dei consumi pro-capite, ci mancherà l'energia per fare gli investimenti altrove!

      Il tutto deve essere fatto in modo graduale facendo gli opportuni calcoli.

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    2. Non lo stanno facendo "in modo graduale" . Capisco la tua Voglia di SPERANZA ma ti invito a rifare il tuo ultimo grafico con Investimenti = -2 e scoperte = 1%. Se non sarai troppo spaventato dalla curva risultante puoi anche pubblicarla. Grazie.

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    3. Caro Fabrizio, ho dato uno sguardo veloce alla situazione dei Rigs negli USA e mi riprometto di studiarli con maggiore attenzione; però quello che suppongo (cosa da verificare), che la riduzione dei Rigs sia dovuta a due fattori:
      1) il fallimento delle società petrolifere che estraevano lo shale oil;
      2) l'abbondanza di petrolio sul mercato che durerà ancora qualche anno, e che disincentiva l'ulteriore perforazione di pozzi petroliferi finché il prezzo del petrolio non ricomincerà a salire.

      Nel mercato Internazionale, che sta annegando nel petrolio, sta per entrare l'Iran con qualche milione di barili al giorno (debbo vedere il dato preciso); quindi, con conviene continuare ad aumentare i consti con le perforazioni e estrarre ancora più petrolio, il quale è già sotto i costi di estrazione di molti pozzi.

      Cosa ne pensi della mia analisi? (provvisoria)

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    4. "Nel mercato Internazionale, che sta annegando nel petrolio, sta per entrare l'Iran con qualche milione di barili al giorno"

      A me viene il dubbio che gli Usa, con lo shale oil, abbiano voluto dare una lezione ai sauditi per la faccenda delle due torri (i kamikaze erano quasi tutti sauditi, da li' partiva l'organizzazione, e gli americani lo sanno benissimo, nonostante le rappresaglie siano state fatte sugli incolpevoli e straccioni dell'afghanistan).
      Gli americani sono protestanti, prima o poi te la fanno pagare cara, non perdonano (vedi craxi e sigonella).

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    5. @Diaz: "A me viene il dubbio che gli Usa, con lo shale oil, abbiano voluto dare una lezione ai sauditi per la faccenda delle due torri"

      E allora è per questo che hanno fatto la guerra in Iraq? :-)
      Capisco che Bush in geografia era un asino (come in tutto il resto), ma sbagliare l'Iraq per l'Arabia Saudita mi pare troppo! :-D

      Invece, penso che gli americani abbiano chiesto (ordinato) ai Sauditi d'inondare il mercato di petrolio, in modo da farne crollare il prezzo e mandare in bancarotta la Russia.

      Chiaramente avrebbero avuto qualcosa in cambio, tipo: l'appoggio e il finanziamento della guerra in Siria.

      Il territorio della Siria fa gola a parecchi Stati.
      - La parte Nord la vogliono la Turchia che difatti finanziava l'ISIS comprando il loro petrolio.
      - La parte Sud la vorrebbe Israele, e difatti alcuni capi dell'ISIS erano militari israeliani.
      ecc.
      Gli interessi in gioco sono tanti e non mancano i tradimenti (vedi Erdogan che appoggiava prima la Russia, poi gli USA, poi torna con la Russia ma non rompe definitivamente con gli USA (anche se incavolato per il discorso del colpo di Stato).

      Gli intrecci degli interessi sono tanti e come al solito conta solo: potere e soldi; il resto (serietà, civiltà, giustizia, ...) lo si svende al mercato del miglior offerente.

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    6. Avevo preparato una risposta alle tue ipotesi ma l'intervento di Winston e la tua risposta mi hanno lasciato di stucco.
      Quindi facciamo chiarezza : Winston smetti di fantasticare. Lo shale oil non nasce nel 2002 : era prodotto già nel 1936.
      Le companies di ricerca e produzione delle tecnologie di perforazione hanno lavorato per tutti gli anni 90 del secolo scorso per soddisfare le necessità dei trivellatori che chiedevano strumenti per migliorare la fratturazione e renderla più sicura e se possibile anche economica.Io stesso in prima persona posso dire di aver costruito un hammer adatto alla perforazione fratturata fra il Natale e il capodanno del 1998.
      Quindi basta illazioni, basta analisi giornalettistiche,basta ipotesi ,visioni geopolitiche e non , basta teorie del complotto e del controcomplotto.Quello che conta sono i fatti e i fatti dicono che molti anni prima che la finanza vedesse il business dello shale oil e ci creasse sopra una bolla speculativa spaventosa, c'era la necessità all'interno delle companies del petrolio di fratturare perchè non era rimasto più niente da estrarre.Se si analizza la carta dei rigs che ho linkato sopra si vede bene la caduta delle trivellazioni di tutti gli anni 90. A questo va aggiunta la caduta dei prezzi di oil e gas che fu propria degli anni 94-98.
      Ora , chiarito questo aspetto , torniamo alla risposta stingata per Alessandro: non fidarti dei dati BP . Non fidarti delle riserve dichiarate (ad esemipo dalla C.I.A. o da altre fonti ufficiali).Guardati la carta piccola dei 5 maggiori paesi produttori di oil (https://en.wikipedia.org
      /wiki/List_of_countries_by_proven_oil_reserves) e nota come a metà degli anni 80 ci sia stato un improvviso aumento dei valori: rifai i conti senza quello strano incremento e togli pure il Canada (sabbie bituminose) 3/4 di barile è il costo per estrarne 1 senza contare pipeline e raffinazione.

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    7. "Invece, penso che gli americani abbiano chiesto (ordinato) ai Sauditi d'inondare il mercato di petrolio, in modo da farne crollare il prezzo e mandare in bancarotta la Russia. "

      Questo pare assodato che sia stato premeditato e organizzato negli anni '80, negli anni di reagan, per dare la spallata finale all'Urss.

      "E allora è per questo che hanno fatto la guerra in Iraq?"

      La guerra in Iraq e' cominciata un decennio prima, per punire le giravolte e i tradimenti dell'ex alleato Saddam, che attacco' il kuwait destabilizzando tutta l'area.
      I sauditi sono sempre stati estremamente accondiscendenti verso le richieste petrolifere Usa per assecondare le loro necessita' di politica estera, fin dai tempi della guerra in vietnam, in cambio dell'appoggio alla famiglia regnante, ma con La faccenda Bin Laden, notoriamente membro della stessa famiglia, qualcosa si e' rotto, mai gli Usa erano stati attaccati nel cuore del loro territorio, e proprio da solidi e storici alleati come i sauditi.

      Le vie della diplomazia sono sotterranee, cosa e' accaduto veramente nei rapporti fra stati si viene a sapere, e si capisce, solo molti decenni dopo che i fatti sono accaduti, di solito quando tutti i testimoni sono morti e sepolti, quanto le faccende che intrigavano.

      Tra l'altro, i Bush erano petrolieri, con molti affari in comune con la dinastia saudita...

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    8. “I disinvestimenti degli ultimi 3-5 anni che ormai ammontano a trilioni di dollari e la vendita di attrezzature e "fields" di ricerca da parte delle 7 sorelle indicano che il business sta finendo”.
      “i fatti dicono che molti anni prima che la finanza vedesse il business dello shale oil e ci creasse sopra una bolla speculativa spaventosa,”
      So che non è una considerazione piacevole, ma le terribili informazioni fornite da Fabrizio Baldanzi mi hanno fatto subito pensare a quello che precedentemente avevo letto della Talvberg. “Le istituzioni finanziarie si potrebbero trovare schiacciate da prestiti non esigibili. La tecnica di abbassare i tassi di interesse per tentare di aiutare l’economia non servirebbe stavolta, perché i tassi sono già bassi. I governi sono già troppo indebitati per tentare di salvare le banche”.
      La Talvberg, per giunta, nel suo ultimo articolo mette una pietra tombale sopra solare ed eolico che a causa dell’intermittenza le sono troppo costosi e inefficienti per risolvere il dilemma energetico.
      https://ourfiniteworld.com/2016/08/31/intermittent-renewables-cant-favorably-transform-grid-electricity/
      Beh che dire, spero che non sia così.
      Angelo

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    9. @Fabrizio: "Non fidarti delle riserve dichiarate"

      Caro Fabrizio in passato abbiamo già commentato quell'aumento anomalo delle riserve dichiarate.
      E fummo d'accordo nel dire che: l'aumento delle riserve serviva solo ad avere una quota maggiore di produzione, visto che l'OPEC fissa la quota di produzione tra i suoi membri in base alle riserve dichiarate.

      Sono io il primo a dire che: è anomalo (è una bugia) il fatto che,
      negli ultimi 25 anni l'Arabia Saudita abbia estratto 100 Gbep di petrolio e le sue riserve siano rimaste inalterate a 260 Gbep (dato per giunta gonfiato). Altrettanto hanno fatto altri Paesi dell'OPEC per avere una quota di produzione maggiore.

      L'ho detto che i dati dichiarati sono inaffidabili,
      allora (prima del boom dello shale oil), mi diedi due possibili risposte:

      1) o l'Arabia Saudita ha riserve molto maggiori di quelle dichiarate e non le dichiara per non far crollare il prezzo del petrolio visto che altrimenti il petrolio sarebbe un bene molto abbondante e dire che sta per esaurirsi incita le nazioni a comprarsene il più possibile prima che finisca;
      ma questa ipotesi è poco credibile, in quanto il petrolio non può essere stoccato per lunghi periodi, senza che esso perda alcune delle sue proprietà.

      2) le riserve dell'Arabia Saudita si stanno riducendo (dicono che hanno messo in produzione tutti i giacimenti disponibili, anche quelli meno proficui),
      e quindi stanno capitalizzando nel più breve tempo possibile quello che hanno
      (non dichiarano riserve inferiori per non farsi ridurre la quota di produzione).
      Forse intuiscono che l'era del petrolio stia per finire.

      Siccome la certezza non ce l'ha nessuno, e per non passare per catastrofista, ho fatto un grafico con le prospettive "più ottimistiche possibili".
      E quello che volevo dire era che:
      - Anche nel caso in cui aggiungessimo oltre 4,5 volte le riserve attuali dell'Arabia Saudita (+20% riserve), avremo lo stesso problemi di disponibilità nel giro di qualche decennio.

      - Poi ho voluto aggiungere il secondo grafico dei consumi pro-capite, quello più realistico, per dire che:
      guardate che la situazione potrebbe essere già in discesa.

      Il grafico che mi suggerivi tu, (dis-investimenti e solo +1% di scoperte), io l'avevo fatto, ma non l'ho pubblicato perché:
      in un momento di relativa abbondanza di petrolio (tutti estraggono come se non ci fosse un domani), quel grafico sarebbe sembrato assurdamente catastrofistico, in quanto si vedono le curve della produzione sia Lorda che netta, precipitare velocemente.

      La caduta dei Rigs negli USA è dovuta anche al fatto che, le enormi riserve nei giacimenti di Shale oil, sono state ridimensionate, in alcuni casi anche di un -96%; cioé... non c'è più quasi niente da estrarre.

      Quindi in crollo delle perforazioni può essere dovuto a entrambi le motivazioni contemporaneamente:
      1) caduta del prezzo del petrolio e fallimento delle società più piccole (è reale, ci sono i dati)
      2) NON c'è più quasi niente da estrarre! (ipotesi)

      Mi farebbe piacere se scambiassimo in privato qualche opinione.

      Scrivimi al seguente indirizzo: alex@alessandropulvirenti.it

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  13. Se per ipotesi il reddito di cittadinanza fosse esteso a tutte le persone del mondo....che potrebbe succedere?

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    1. Eh, Anonimo 12 settembre 2016 21:17, prova anche a darti una risposta.
      Sù, mica si tratta di scriverci sopra un dotto saggio.
      Anche solo una decine di righe.
      O é troppa anonima fatica?

      Marco Sclarandis

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    2. La risposta ce l'hai già nell'articolo.
      Dipende questo reddito di cittadinanza a che livello pensi debba portare le persone:

      • +122 %: per portarli al livello Italiano (2,5 tep);
      • +69 %: per portarli al livello Cinese (2,2 tep);
      • +29 %: per portarli al livello Iracheno (1,1 tep);
      • +6 %: per portarli a livello Indiano (0,5 tep).

      Penso che il livello Indiano del +6% sarebbe possibile per qualche anno, gli altri sono solo una speculazione teorica.

      Nel lungo periodo, si dovranno utilizzare fonti energetiche non esauribili, se no sono guai.

      Il problema che qualcuno non vuole capire e che il fabbisogno energetico è il più importante problema, ma da solo non risolve tutto.

      Se la popolazione continua a crescere, c'è anche un problema d'impatto ambientale, esaurimento delle risorse ittiche, inaridimento dei terreni, inquinamento.

      Le nuove fonti energetiche non farebbero che rinviare il problema di qualche anno per poi presentarsi ancora più catastrofico, con una popolazione di N miliardi di persone in più di adesso.

      Quindi è anche un problema organizzativo; di convivenza sociale; di capire che direzione deve prendere questo mondo...
      il capitalismo come sistema non funzionerà in una società composta dall'1% di ricchi e il 99% di poveri.

      Come è anche vero che sarebbe assurdo pensare di utilizzare tutte le risorse per i bisogni attuali e non pensare, nel lungo periodo, cosa lasciare agli altri che verranno.

      Sappiamo che nel lungo periodo la Terra sarà inabitabile, prima di essere inghiottita dal Sole.
      Quindi, anche una gestione che fosse in equilibrio con l'ambiente, sà che alla fine quest'equilibrio finirà.
      Possiamo fare qualcosa per evitare anche il disastro nel lungo periodo?

      Io penso di si.

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  14. Salve, chiedo all'autore se nelle previsioni sull'andamento demografico si tenga già conto anche degli effetti dovuti ai cambiamenti climatici. Ad esempio l'ondata di calore del 2003 (e in misura minore quella del 2015) in Europa occidentale ha fatto aumentare il n. dei decessi, tanto che l'aumento della temperatura sembra porre un tetto alla speranza di vita media. Inoltre alcuni disordini del recente passato sono stati attribuiti ai c.c. come concausa, ovvero le "primavere "arabe a causa della siccità in Russia nell'estate 2010 e il conflitto in Siria a causa della lunga siccità che ha spinto 1.5 milioni di contadini verso le città creando una situazione esplosiva. Questi fenomeni sembrano destinati a ripetersi e aggravarsi in futuro, man mano che gli effetti del c.c. si dispiegheranno.

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    1. @Ferruccio: "sull'andamento demografico si tenga già conto anche degli effetti dovuti ai cambiamenti climatici. Ad esempio l'ondata di calore del 2003"

      In realtà fa più morti il freddo che non il caldo!

      Se un inverno è più freddo del normale, sono molti i barboni che vivono all'aperto a morire; mentre un'ondata di caldo estivo è più facilmente sopportabile adeguando l'abbigliamento e rinfrescandosi con acqua (chi non ha a disposizione i climatizzatori).

      Comunque, l'andamento della popolazione nel grafico tiene conto soltando di un andamento generale della popolazione.
      Ci sarebbero molte altre variabili da tenere in considerazione, ma non era il fine di questo studio avere un'idea molto precisa sugli andamenti demografici o energetici.

      Questa è un'analisi di massima.
      Anche perché come dico nell'ultimo punto della conclusione (decisioni politiche), molto di quello che accadrà in futuro dipende dalle scelte che si prendono, e non è possibile inserire in un unico grafico tutte le possibili scelte che, essendoci il libero arbitrio, non possono essere dedotte con precisione dalle circostanze attuali.

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    2. @alessandro
      "In realtà fa più morti il freddo che non il caldo"
      l'ondata di caldo del 2003 ha ucciso almeno 70.000 persone in europa. è vero che erano principalmente anziani e malati, ma il dato delle morti per caldo è ben superiore a quelle da freddo (http://www.emdat.be/ 1900-2015 morti per freddo 17.000; morti per caldo 160.000)

      Il post è comunque fantastico e ti ringrazio per il lavoro fatto.
      Tra l'altro, lavorando nel settore delle infrastrutture pubbliche e le costruzioni private direi che "Il sintomo della decadenza si potrà incominciare a percepire, quando non ci saranno abbastanza risorse per la manutenzione (edifici, strade, ponti, ...)" è facilmente diagnosticabile ad ogni livello amministrativo. ma dato che il BAU domina, giù con nuove costruzioni!
      Buon lavoro,
      massimo

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    3. @Massimo: "il dato delle morti per caldo è ben superiore a quelle da freddo"

      Mi ricordavo il contrario, per sentito dire.
      Questo dimostra per l'ennesima volta che questi problemi sono complessi e anti-intuitivi.
      Bisogna conoscere i dati, con l'intuito ci si sbaglia spesso.

      http://www.emdat.be
      Ottimo sito con tantissimi dati utili.
      Integrero (quando avrò tempo) quei dati nel mio database in modo da poter fare analisi più complesse.

      Comunque, ritornando al discorso d'origine, cioé:
      "sull'andamento demografico si tenga già conto anche degli effetti dovuti ai cambiamenti climatici."

      Anche il caldo eccezionale che ha ucciso 70.000 persone nel 2003,
      si verificasse ogni anno,
      rispetto all'aumento della popolazione mondiale (nascite - morti),
      di 87 milioni di abitanti; i 70.000 morti per caldo rappresentano meno dello 0,1 %; quindi, si possono tranquillamente trascurare.

      E' chiaro che, se il caldo fosse ancora più intenso e i morti salissero almeno di due ordini di grandezza, converrebbe (e solo in quel caso) considerarli.

      @"Il post è comunque fantastico e ti ringrazio per il lavoro fatto."

      Grazie

      @"Tra l'altro, lavorando nel settore delle infrastrutture pubbliche e le costruzioni private direi che [...] è facilmente diagnosticabile ad ogni livello amministrativo"

      Penso (per sentito dire... me l'ha detto mio cugino! :-D )
      che più del 50% dei comuni Italiani rischia il dissesto.
      Essendo l'Italia dipendente dalle importazioni energetiche per 80% dei suoi consumi; noi Italiani saremo tra i primi a vedere i segni della decadenza.

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    4. @Alessandro
      Non devi pensare solo ai morti diretti del caldo
      Pensa anche, soprattutto alla perdita di produzione agricola = cibo.
      E poi pensa che non siamo (ancora) rimasti senza acqua.

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    5. Anche in questo campo, le relazioni sono complesse e a volte controintuitive.

      La perdita di produzione agricola si ha di piu' col freddo, oltre che ovviamente con la mancanza d'acqua (ma occhio che in Italia un'estate troppo piovosa, nel nostro montuoso paese dove c'e', almeno per adesso, abbondanza di falde e la possibilita' di irrigare, distrugge i raccolti piu' di una secca - siamo uno dei paesi piu' ricchi d'acqua d'europa).

      Tenere presente inoltre che i periodi di siccita', nella storia climatica del mondo, coincidono con le glaciazioni: se l'acqua non evapora per il freddo, non piove!

      In antartide ci sono i posti piu' secchi del mondo, luoghi dove non piove e non c'e' alcun tipo di precipitazione da decine di migliaia di anni, e l'umidita' e' talmente bassa da avere perfetta visibilita' per centinaia di chilometri.

      Altra cosa, quasi nessuno, al di fuori degli addetti ai lavori in agricoltura, sa che l'aumento di CO2 nell'aria si stima aumenti la produttivita' vegetale-agricola dei suoli di un 10-30 per cento, la CO2 e' il migliore fertilizzante per le piante! A questo, chissa' perche', non viene data molta pubblicita'... OK, cosi' si abbasserebbe la guardia sui problemi climatici presso il grande pubblico, ma io credo che si dovrebbe sempre cercare di essere onesti e non manipolare omettendo le informazioni, neanche a fin di bene.

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    6. si vede che la zappa non è il tuo forte. Il mio orto produceva molto di più 30 anni fa, a CO2 molto più bassa.

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    7. poi 50 anni fa tutti i contadini avevano la cocomeraia e quando li riponevano in magazzino a barrocciate ne davano uno anche a noi ragazzi. Mi risulta che ormai da almeno 30 anni da noi non ci venga più un cocomero.

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    8. @Diaz: "l'aumento di CO2 nell'aria si stima aumenti la produttivita' vegetale-agricola dei suoli di un 10-30 per cento"

      Mediamente dovrebbe essere poco più del 10%.

      Il problema che non tutte le colture ne hanno un beneficio.

      I cereali/graminacee (frumento in primis, poi orzo, avena e mais) che sono l'alimento principale della popolazione umane, invece ne risentono negativamente dell'aumento della CO2 (credo di un 5% che non è molto, ma con una popolazione in aumento e una redditività dei terreni in diminuzione, potrebbe incidere lo stesso).

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    9. @WinstonDiaz: a quanto ho letto è vero che una maggiore concentrazione di CO2 fa aumentare la resa di alcuni raccolti agricoli, nel senso che il peso di questi ultimi risulta più elevato. Ad uno studio più approfondito, si evince che la qualità è però più scarsa, cioè la concentrazione di minerali è inferiore che a CO2 più bassa.
      Un po' come certa frutta che si trova al supermercato: gigantesca ma che sa di acqua, perchè di fatto, avente una bassa densità di vitamine e sali minerali.

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    10. Riguardo all'influenza della temperatura sulla mortalita', c'e' questo studio di Lancet di cui si parlava tempo fa, secondo il quale il freddo mediamente aumenta la mortalita' quasi venti volte piu' del caldo, su base mondiale:

      http://thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736%2814%2962114-0/abstract

      Per quanto riguarda la co2 in agricoltura, gli agronomi che conosco dicono non solo che la CO2 aumenta la produttivita' dei cereali se non sbaglio di oltre il 10 per cento, ma pure che ne diminuisce la necessita' di acqua, a causa della minore dispersione dagli stomi che con piu' disponibilita' di co2 sono meno aperti.

      Personalmente non sono un esperto, ma questo mi pare di aver capito sostenere da studiosi che mi sembravano molto seri e molto preparati, esperti del loro settore, sicuramente piu' dei commentatori qui presenti. Chi vuole puo' fare delle ricerche, temo solo che trovare studiosi che parlino di queste cose a ragion veduta su internet sia come trovare un ago in un pagliaio di preconcetti del genere "petitio principii".

      Senza per questo necessariamente negare la catastrofe del cambiamento climatico.

      Feuerbach, che la frutta che cresce stentatamente ha sapore piu' concentrato lo si sa da sempre (vedi il vino), ma non e' col sapore concentrato di frutti stentati che ci si sfama, e' con l'abbondanza di frutti rigogliosi. Non confondiamo la qualita' gastronomica del cibo con la sua qualita' nutritiva, che non sempre vanno a braccetto. Un mondo di 7 miliardi di uomini, che va verso i 10, ha altro da preoccuparsi che il sapore del cibo, ha da preoccuparsi che ce ne sia per tutti (e che i "tutti" non aumentino troppo!).

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  15. I MESTIERI DI UN TEMPO: RIVIVRANNO ANCORA? E' il titolo del calendario di Frate Indovino del 2017. E la prima pagina è piena di mugnai, mulini ad acqua, ciuchini colle balle sopra, donne intorno ad un grandissimo paiolo e anche di macellai che lavorano di mannaia. Forse sì e ci sono già mld di contadini indiani, pakistani e cinesi pronti. Che fine faranno questi grullini che urlano collo smarphone in mano ve lo lascio solo immaginare?

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    1. mio padre mi diceva che prima della guerra, tutti i giorni alla fattoria di mio nonno si presentavano " a cercar di pane" e mio nonno tutte le settimane infornava 50 pani da 2 kg, così da non far morire di fame quelle persone. Ecco la fine dei grullini, se ci sarà ancora qualcuno come mio nonno.

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    2. Guarda che la societa' semplice come quella dei nostri nonni era anche quella dalla quale emigravano in giro per il mondo con le pezze al culo e la valigia tenuta insieme con lo spago centinaia di migliaia di persone all'anno in cerca di cibo, piu' che di fortuna.
      Tant'e' che TUTTI, nel 1936, comunisti nostrani compresi, furono entusiasti della conquista "imperiale" del posto al sole in etiopia, che avrebbe dovuto fornire risorse e dare sfogo alla pressione demografica nel nostro paese.

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    3. la fame leva anche il lupo dal bosco. Comunque non penso che un contadino indiano o cinese avrà molta pietà di un grullino cicala italiano, che ha passato la vita pensando solo a ridere e divertirsi. La favola di Esopo della cicala e della formica mi pare esaustiva. Poi il posto al sole non mi pare sia stato un gran successo, mentre invece un signore partito da Calamecca nel 1900, dopo due giorni dalla sbarco in America era già in miniera, contento matto, perchè dopo 12 ore sotto terra aveva bagno caldo e cibo caldo e un letto pulito. Cose inesistenti allora da noi. E non è che morissero di fame a Calamecca, ma l'America era anche allora molti anni avanti ed un giovane sano vuole l'avventura e migliorarsi.

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    4. Nel 1900 l'eta media negli Usa era di 40 anni.

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    5. so che questo signore è tornato solo una volta in Italia, perchè ha messo su famiglia in America ed è campato quasi 90 anni.

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  16. Anzitutto, in quanto suggeritore di questo post ad Alessandro, gli faccio i miei complimenti per l'analisi.
    In secondo luogo, dal grafico delle previsioni di consumi pro-capite si evince che il declino è già in atto e questo mi torna con almeno altre due fonti che, più o meno indirettamente, confermano questa tendenza al ribasso:

    -una è quella di un economista che ha rifatto i calcoli della crescita del PIL mondiale con i dati veri, senza trucchi contabili, ed il risultato, da qualche anno a questa parte, è risultato essere negativo (purtroppo non ricordo il nome dell'autore);

    -la seconda, e più interessante, è quella che ha pubblicato questo documento che tutti dovrebbero leggere: http://ftalphaville.ft.com/files/2013/01/Perfect-Storm-LR.pdf
    Si divide in cinque parti:
    1. the four factors which are bringing down the curtain on growth
    2. the implosion of the credit super-cycle
    3. globalisation and the western economic catastrophe
    4. how policies have been blind-sided by distorted data
    5. the decaying growth dynamic

    La quinta parte è quella più micidiale, nonchè quella che più interessa a noi e che consiglio ad Alessandro di leggere (ma tutto il documento andrebbe letto per bene): parla dei ritorni decrescenti dell'energia: "The economy is a surplus energy equation, not a monetary one, and growth in output (and in the global population) since the Industrial Revolution has resulted from the harnessing of ever-greater quantities of energy. But the critical relationship between energy production and the energy cost of extraction is now deteriorating so rapidly that the economy as we have known it for more than two centuries is beginning to unravel."

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    1. @"parla dei ritorni decrescenti dell'energia"

      I ritorni decrescenti dell'energia li puoi trovare nei grafici dei consumi pro-capite.
      Come vedi l'energia netta (Futuro netto: linea verde) si abbassa più velocemente dell'energia lorda (Futuro lordo: linea rossa).

      Appena avrò il tempo, leggerò il documento,
      ma come vedi, i ritorni decrescenti sono già usati nei grafici qui presenti.

      comunque, questi ritorni decrescenti ci sono già anche in altri settori, come:
      - Dollari investiti dallo Stato per ogni nuovo occupato; (lo stato spende sempre più soldi (anche come agevolazioni), riuscendo a creare sempre meno posti di lavoro)

      In genere, questi ritorni decrescenti sono presenti in quasi tutti i settori della società che hanno già raggiunto una certa maturazione.
      ---
      I ritorni decrescenti valgono per le fonti già utilizzate,
      se domani nasce una nuova fonte energetica ancora tutta da sfruttare,
      i ritorni non saranno decrescenti per un bel pò.

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    2. Ho aggiornato l'articolo inserendo la "Legenda" sul significato delle curve.

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  17. Bell'articolo Alessandro. Personalmente penso che i tempi della decrescita anche demografica saranno un un po' più stretti, ma lo sapremo solo a posteriori (anzi, per la precisione lo sapranno). L'unico punto su cui non sono d'accordo è dove dici che le future generazioni avranno un tenore di vita minore di quelle attuali. Ovviamente ci sono differenze enormi a seconda delle classi sociali e dei luoghi, ma almeno in occidente il calo di tenore di vita medio dei giovani e degli adulti rispetto ai vecchi è già evidente da un pezzo.

    http://www.crisiswhatcrisis.it/2016/09/12/il-discensore-sociale/

    Ciao
    J

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    1. @Jacopo: "L'unico punto su cui non sono d'accordo è dove dici che le future generazioni avranno un tenore di vita minore di quelle attuali."[...]
      " il calo di tenore di vita medio dei giovani e degli adulti rispetto ai vecchi è già evidente da un pezzo."

      Sono d'accordo con te.

      Infatti nell'articolo volevo confermare che la situazione attuale (figli più poveri dei genitori), continuerà anche nelle generazioni future (nipoti più poveri dei figli).

      Quindi confermo che l'articolo voleva dire ciò che hai affermato anche tu.

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    2. "il calo di tenore di vita medio dei giovani e degli adulti rispetto ai vecchi"

      Oddio, i giovani di adesso stanno IMMENSAMENTE MEGLIO sotto TUTTI gli aspeti dei miei vecchi, nati nel 1922, a parita' di eta', almeno per i loro primi 40 anni. :)

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    3. Firmato, scusa, ma stai un po' invadendo la sezione dei commenti. Capisco che l'argomento ti interessa, ma suggerirei un po' auto-moderazione. Grazie

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  18. C' è da dire che il declino sarà diverso da come ce lo immaginiamo, ad esempio mio nonno (che pure era ricco per l' epoca) l' unico Paese straniero che ha mai visitato è stato l' Austria: l' esercito lo aveva inviato là nella prima guerra mondiale!
    Oggi invece anche gli operai vanno in ferie all' estero.
    Solo 30 anni fa micheal douglas faceva il figo col cellulare status symbol da 10 kg in wall street, oggi pure i contadini cinesi c' hanno lo smartphone.
    Mi ricordo una pubblicità della porsche 911 del 92 che declamava: da 0 a 100 in soli 5,7 secondi... oggi una sportivetta da 20-25k euro tipo fiesta o polo o 208 te li fa in 6 secondi.
    E mi chiedo che accelerazione avrà tra 20 anni un' auto di quel tipo ma elettrica...
    Ma probabilmemte tra 30 anni a nessuno fregherà più niente di quanto ci mette la tua utilitaria per fare lo 0-100 e allora ti sentirai povero comunque, avendo un' auto poco costosa costruita in decine di milioni di esemplari, non sapendo che i ricchi di 50 anni prima pagavano 100 milioni di lire e più per avere una porsche 911 che faceva lo 0-100 in 5,7 secondi.
    Io sul mio pc ho 10000 libri scaricati gratis e solo 40 anni fa chi poteva avere in casa una roba del genere?
    Ho pure qualche migliaio di film eppure nell' 89 comprai un vcr per un milione e adesso invece me li vedo sul televisore tramite chiavetta usb pagata 10 euro.
    C' era un tizio (non ricordo il nome ma era un miliardario famoso vissuto parecchi decenni fa) che diceva che i ricchi non erano quelli che potevano comprarsi l' auto, ma quelli che potevano pagare pure l' autista.
    Ma io scommetto che, quando tutte le auto avranno il pilota automatico, i loro proprietari si sentiranno comunque poveri perchè il sentirsi ricchi non dipende da quanto mangi o da che macchina hai o dal tuo stile di vita, ma da quanta altra gente può permettersi la roba che compri tu.

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    1. tra qualche anno la vita sarà un pò diversa: Siccitá che dura da primavera con ondata di calore a 55 gradi durata 2 mesi. 55000 morti (anche a causa del razionamento dell'elettricità). Ora prima perturbazione autunnale. Si sa già che dove pioverá farà 1 metro d'acqua in 3 ore con allagamento-tsunami che porterà via case. grandine da 1 kilo... guai a restare allo scoperto. Le colture regolarmente distrutte. Rifornimenti si interrompono mentre le strade diventano sempre più impraticabili. Presto non esisterà più una economia di commercio a larga scala.

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    2. @Dorda Giovex. Purtroppo ho paura che succederà questo. Non solo, ma il calo della disponibilità di energia netta fossile nei prossimi anni (salvo qualche improbabile sostituto) presumibilmente inciderà negativamente sul commercio mondiale e sulla produzione/rese agricole in termini di maggiori costi per le colture intensive (sulle quali si abbatterano i cambiamenti climatici). Ho qualche dubbio che si arrivino a sfamare 9 mld di individui al 2040

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  19. I grafici parlano chiaro!
    Non potendo variare i valori futuri relativi ai giacimenti delle fonti energetiche, ergo materia prima sempre meno presente e disponibile; la natura o forse un nuovo ordine mondiale sta provvedendo a variare i dati relativi alla popolazione mondiale.
    La calibrazione di quest'ultimo dato permetterà una sostenibilità futura e ricchezza per coloro che rimarranno a sistema.

    Covid e vaccini, la resilienza è servita.

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