venerdì 26 agosto 2016

Il "meme terremoto": una vita media di circa 15 giorni



I risultati di una ricerca del termine "Terremoto" su Google trends si leggono un po' come un sismogramma. Vediamo i picchi principali per il terremoto del 2009 a L'Aquila e quello del 2012 in Emilia Romagna. Poi, a ogni picco più piccolo corrisponde qualche terremoto di cui non ci ricordiamo più, per esempio nel Dicembre 2004 c'erano stati dei terremoti con epicentro su Cosenza e su Firenze. Fra breve, vedremo  un nuovo picco in corrispondenza con il terremoto di qualche giorno fa.

Il problema è che l'attenzione si risveglia quando succede qualche disastro, per poi riaddormentarsi immediatamente dopo. Guardate questi dati di google trends relativi al terremoto dell'Aquila del Marzo 2009



La fase acuta di attenzione per il terremoto è durata circa 15 Giorni. Dopo tre settimane era caduta praticamente a zero. Così, possiamo dire con buona certezza che l'interesse per il terremoto di questi giorni sarà completamente scomparso per metà Settembre.

Entro certi limiti, questo comportamento è inevitabile: è il "meme terremoto" che si comporta come deve, come l'equivalente virtuale del gene portato da un virus. E' un fenomeno epidemico, un po' come l'influenza che arriva tutti gli anni.

Tuttavia, il fatto che il terremoto sia un meme non vuol dire che debba avere una vita così breve. Dopo le immagini impressionanti che vediamo in TV, sembrerebbe che uno se ne dovrebbe ricordare per un pezzo. E invece no; sparisce completamente dopo qualche settimana, lasciando quasi zero tracce. Anche senza Google trends, ce ne accorgiamo quando, alla catastrofe seguente, ci si accorge che nessuno ha preso provvedimenti per evitarla.

Questo succede per tutti gli eventi catastrofici. Hanno un' "esplosione mediatica" che dura un tempo molto breve, ma non lasciano tracce. Questo fa si che la necessità di prendere precauzioni non appaia quasi mai nel dibattito politico. I politici prendono voti parlando di grandi opere e di far ripartire la crescita, ma è difficile che si azzardino a menzionare la necessità di spendere molti soldi per mettere in sicurezza il patrimonio edilizio obsoleto e insicuro che abbiamo in Italia. Lo stesso succede per il cambiamento climatico, il pericolo di alluvioni, e tutti i vari rischi "sistemici" di cui poche cassandre si azzardano ogni tanto a parlare.

E allora? Beh, c'è poco da fare. E' il mondo in cui viviamo. Cassandra era già stata ignorata al tempo della guerra di Troia e non c'è da stupirsi che lo siano ancora oggi.



 


31 commenti:

  1. Tutto giusto, tranne due cose fondamentali:
    1. non si può "mettere in sicurezza" il "patrimonio edilizio".
    2. problema vero, il "patrimonio edilizio" ha un valore reale molto molto inferiore al valore che gli viene attribuiti convenzionalmente dai proprietari (e incidentalmente dallo Stato per via delle imposte).

    Il concetto di "mettere in sicurezza" è una specie di scappatoia per non dovere affrontare il vero problema, cioè che dal punto di vista del rischio sismico (quasi) tutti gli edifici (esclusi ovviamente i monumenti) costruiti prima degli anni '80 sono semplicemente da abbattere e ricostruire, a partire da quelli più arcaici e rurali, perché costruiti in epoche in cui in Italia si moriva di fame, quindi, salvo eccezioni, costruiti nei limiti delle risorse disponibili in quel momento.

    Quando interviene l'espertone di turno e racconta che bastano pochi accorgimenti per "mettere in sicurezza" una casa in muratura, MENTE. A parte che per essere seri, l'intervento deve essere valutato caso per caso, non c'è la bacchetta magica, in generale gli "accorgimenti" sono dei palliativi che possono aumentare di un certo grado, spesso difficilmente quantificabile, la sopravvivenza delle persone all'interno dell'edificio che comunque verrebbe lesionato gravemente.

    Allora diciamo le cose come stanno: "mettere in sicurezza" è un concetto che è funzione di "quanti soldi voglio spendere". Se la risposta è "il meno possibile" allora l'incremento di "sicurezza" è prossimo a zero. Viceversa, se "mettere in sicurezza" significa che voglio ottenere il massimo incremento possibile della "sicurezza", questo implica che dovrò abbattere e ricostruire, cosa che non ha un impatto devastante per il costo della nuova costruzione, ha un impatto devastante sopratutto perché significa dire agli Italiani che il loro "patrimonio" è un VALORE NEGATIVO, un debito, si volatilizzano immediatamente intere vite di risparmi.

    Il caso degli ospedali è lapalissiano. L'ho citato anche nel mio blog. Se tu prendi un ospedale inaugurato durante il Fascismo e pretendi che "si metta a norma", stai mettendo in piedi una commedia perché, ancora, quello che si può fare concretamente è mettere delle pezze che aumentino in maniera difficilmente quantificabile la sopravvivenza delle persone in caso di terremoto. Non sarà mai una costruzione allo "stato dell'arte", è come mettere l'air bag sopra un'auto costruita 50 anni fa. Che differenza fa? Vai a sapere. Per essere sicuri bisognerebbe vietare all'auto di 50 anni fa di circolare. Lo stesso per l'ospedale che risale al Ventennio, costruito in partenza con certe soluzioni e certi materiali, con sulle spalle un secolo di usura e magari vari rimaneggiamenti.

    Secondo me le cose che ho scritto bene o male le sanno tutti. Solo che stringi stringi è questione di soldi. Le chiacchiere costano niente, tutto il resto ha un costo variabile, do ut des.

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    1. Infatti, mettere in sicurezza può anche voler dire demolire e ricostruire - dove necessario. In effetti abbiamo un incredibile eccesso di abitazioni; cosa che ancora non appare chiara a tutti. In America le si demoliscono, eccome!

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    2. Purtroppo, in Italia, demolire abitazioni vecchie, brutte, e insicure, è ancora considerato un po' un insulto alla Madonnina, o qualcosa di simile.

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    3. Beh, allora mettiamola cosi', gli edifici che sarebbero da abbattere e ricostruire, ad abbatterli ci pensa il terremoto e a ricostruire i sopravvissuti.

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    4. Phitio, c'è solo il piccolo problema che se si ricostruisce DOPO, bisogna anche seppellire i morti, invece se lo fai prima, no.

      A me appare chiaro che non si demolisce per la stessa ragione per cui non si comprende il significato di "ricostruzione".

      Quando leggo o sento qualcuno che parla di "ricostruire" questi propone una idea onirica di ripristino dello "status quo ante", cioè di rifare gli edifici tali e quali erano prima del sisma. Cosa palesemente impossibile. E' la differenza che passa tra un'auto d'epoca e un'auto nuova in stile vintage, sono due oggetti completamene differenti per il fatto che la seconda deve sottostare a requisiti di omologazione che all'epoca della prima erano fantascienza.

      Esempio, consideriamo due oggetti di epoche differenti usati per esattamente lo stesso scopo/funzione:
      - auto dell'epoca delle case crollate.
      - auto contemporanea.

      Anche volendo, con tutta la buona volontà, non c'è modo di "mimetizzare" l'oggetto contemporaneo perché sia uguale a quello "storico". Non avrebbe nessun senso, sarebbe controproducente da ogni punto di vista.

      Ora il guaio è che non si capisce la "ricostruzione" perché come dicevo non si capisce la necessità della demolizione preventiva, che andare in giro con l'auto di cent'anni fa è estremamente pericoloso. Questo succede a prescindere dal secondo problema, quello di trovare i soldi.

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    5. Complimenti a Lorenzo.
      Ogni tanto dire la verità nuda e cruda, fa bene a vedere la realtà!
      A farci uscire da MATRIX che noi stessi ci costruiamo.

      Chiaramente è assurdo demolire e ricostruire tutte le abitazioni che non rispettano le norme sismiche, anche perché può sempre arrivare una scossa di terremoto più intensa di quella prevista
      (e di queste sorprese nelle varie zone sismiche d'Italia ce ne sono state, tanto che sono poi è stata ridefinita la sismicità della zona).

      Oltre al fatto che, da un punto di vista energetico equivarrebbe a oltre 10 anni di consumi energetici (potete fare il calcolo semplicemente considerando il costo della costruzione fratto il reddito delle persone).

      E se poi la tecnologia inventasse un nuovo materiale migliore, cosa si farebbe? Si demolisce e ricostruisce, di nuovo?

      Informaticamente parlando, quando si sviluppa un software, si deve prevedere anche la sua evoluzione nel tempo, realizzando l'architettura e le varie librerie in un dato modo. Spesso bisogna generalizzare in modo da poter riutilizzare il codice in altri progetti.
      Ma l'esperienza insegna che c'è un limite a questo modo di procedere:
      1) non si può mai prevedere tutto quello che succederà in futuro (come si evolveranno le specifiche future);
      2) Il costo sarebbe notevolmente superiore.

      Nella realtà informatica si procede tramite un processo AGILE che consiste nel fare le cose come sembra giusto farle in quel momento (con sole piccole previsioni future), ma creando una struttura che sia facilmente modificabile.

      Tornando all'argomento.
      Buttiamo giù le case e le ricostruiremo per i nostri figli che saranno andati a l'estero a lavorare?
      Oppure che saranno rimasti qui, ma disoccupati?
      Oppure per una crisi diversa (guerra, alluvioni, ...) non potranno utilizzare lo stesso quella costruzione...

      Se si utilizza un criterio (di costruzione nel nostro caso), possibilmente darà dei benefici in quelle condizioni previste (terremoto), ma non sarà adatto per altri problemi/criteri (costi economici, costi energetici, ...).

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    6. A me non risulta che con cadenza periodica centinaia o migliaia di persone muoiano schiacciate da un software.

      Nello stesso tempo, mentre c'è la "obsolescenza programmata" per qualsiasi cosa, dal frigorifero all'automobile, mentre ogni anno si introduce qualche normativa per il "risparmio energetico" o le "emissioni", basta lampadine fatte cosi e le case sigillate con la muffa dentro ma la classe A, A+, A++, caldaie e condensazione, pannelli solari sul tetto, eccetera, a nessuno sembra strano che nello stesso momento si continui ad abitare dentro quelli che in origine erano tuguri messi insieme coi sassi dei torrenti, due legni e un po' di calce e che adesso hanno anche cent'anni sulle spalle.

      Continuiamo a vivere nel mondo iperuranio, dai.

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    7. Un dettaglio che sembriamo tutti dimenticare: le costruzioni più fragili sono spesso quelle più antiche. Non solo chiese e monumenti (con qualche eccezione), ma soprattutto i famigerati borghi italiani. patrimonio UNESCO, onore e vanto della Penisola ecc. ecc. E' vero, primo o poi cadranno per forza, come qualunque costruzione, ma chi si dovrebbe prendere la responsabilità di radere al suolo e ricostruire interi paesi e città perché magari domani, ma magari fra 2 secoli, ci sarà un terremoto?
      Altro dettaglio: Messa in sicurezza vuol dire costruire in acciaio e cemento armato. Immaginiamo di farlo sulla scala che sarebbe necessaria; quale impatto ambientale?

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    8. @Lorenzo: "A me non risulta che con cadenza periodica centinaia o migliaia di persone muoiano schiacciate da un software."

      Mini elenco:
      "Costosi incidenti causati da errori di programmazione"
      http://www.magnaromagna.it/tragicomici-incidenti-causa-bug-dei-computer/

      1) Sonda spaziale USA distrutta da un trattino (1962)
      2) La rete interurbana della AT&T collassa (1990)
      3) I missili Patriot durante la guerra del Golfo (1991) (28 morti)
      4) Aeroporto avveniristico messo in ginocchio dallo smistamento bagagli (1995)
      5) Il vettore Ariane 5 esplode al decollo, danni per 1 miliardo di euro (1996)
      6) Nave da guerra USA va in crash grazie a Windows (1997)
      7) Il Millennium Bug (2000) (400 Miliardi di $)

      Lorenzo: "Nello stesso tempo, mentre c'è la "obsolescenza programmata" per qualsiasi cosa, dal frigorifero all'automobile"

      In realtà è il costo sempre più basso che siamo disposti a pagare per i 4 televisori tenuti in casa, i 3 PC, i 5 cellulari, le 2 Automobili, ecc...
      Meno spendi meno durano!

      Lorenzo: "a nessuno sembra strano che nello stesso momento si continui ad abitare dentro quelli che in origine erano tuguri messi insieme coi sassi dei torrenti, due legni e un po' di calce e che adesso hanno anche cent'anni sulle spalle."

      Dalle mie parti (prov. di CT, zona altamente sismica) non si può costruire più una casa se nel pilastro non c'è più ferro che cemento (250 kg Ferro / mc).
      Il problema resta per le case già fabbricate, ma spesso accade che vengano buttate giù vecchie case per poter fabbricare quelle nuove. (Più grandi e resistenti).
      E non si può costruire oltre il 3° piano!!
      Mi pare che a Milano, un palazzo nuovo ha almeno 8 piani!

      Quindi quello che auspichi già avviene.

      Il problema è un'altro.
      La gente è sempre più numerosa e sempre più povera!!!!
      Secondo te, se la gente guadagnasse bene gli piacerebbe vivere in delle baracche?!

      "Vogliamo la botte piena e la moglie ubriaca!"

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    9. "Nella realtà informatica si procede tramite un processo AGILE che consiste nel fare le cose come sembra giusto farle in quel momento (con sole piccole previsioni future), ma creando una struttura che sia facilmente modificabile"
      Giusto. È un criterio che dovrebbe essere esteso a molti ambiti.
      In campo architettonico dovrebbe corrispondere ad edifici piccoli, efficienti, che utilizzino materiali riciclabili e di facile reperibilità. E che con un po' di pratica e qualche aiutante ci si possa autocostruire.
      Eccoli:
      http://blog.lecobottega.it/2014/11/12/case-naturali-a-prezzi-accessibili-13-splendide-earthbag/
      Angelo

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    10. La lista dei "guai" dei software mi fa venire in mente il filone catastrofista dei film anni '70. Scusa se rido.
      La sonda NASA va distrutta? Secondo me dovresti provare a tirare su un cadavere di un bambino da una casa crollata, altrimenti pare tu non riesca a capire la differenza di scala. Non voglio entrare nella stronzata galattica del "millennim bug", è avvilente allo stato delle cose.

      Possibile che tu non capisca che in Italia ogni pochi anni c'è un terremoto e ogni volta muore della gente? Possibile che tu non capisca la differenza tra "lo smistamento bagagli" e la gente fatta a pezzi?

      La obsolescenza programmata non dipende dalla cifra che siamo disposti a pagare, visto che nessuno mi chiede "scusi lei quanto è disposto a pagare per il frigorifero?". La obsolescenza programmata dipende dalla SATURAZIONE del mercato, esattamente lo stesso del mercato immobiliare. La differenza è di ordine tecnologico e concettuale. Mentre tutte le macchine si evolvono rapidamente, per l'edilizia usiamo tecnologie vecchie di secoli e esiste questa idea FOLLE che una casa debba durare IN ETERNO, con la "magia" delle "ristrutturazioni". Lo sento ripetere anche adesso che basta un tocco di bacchetta magica e la casa diventa "sicura".

      Riguardo il "costo basso", in assoluto non è tanto vero. Lo scemofono con la mela sopra ti viene venduto a cinque o sei volte il suo valore e con l'idea che tu ne compri un altro dopo un anno o due. Idealmente in dieci anni ne dovresti compare minimo cinque, ogni volta a cinque o sei volte il valore. Non ci vogliamo rendere conto che la tecnologia non riguarda solo i fischietti e campanelli, per dirla all'americana, sul lato del consumatore, riguarda anche la fabbricazione. Milioni di pezzi stampati da una macchina costano ovviamente molto meno per unità di pochi pezzi fatti a mano.

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    11. Quello che auspico OVVIAMENTE non avviene, INFATTI sono appena morte quasi trecento persone esattamente per questo motivo, cioè è arrivato puntuale il terremoto previsto e ha sorpreso quelle persone dentro edifici che NON SONO ABITABILI perché sono fatti di sassi, legno e sputo.

      L'espressione "Milano" non ha nessun senso in questo contesto. Milano non è un paese dell'Appennino è un'area metropolitana dove vivono milioni di persone e che ha caratteristiche differenti a seconda della zona e della storia di quella zona. Ci sono aree "storiche" di edifici ottocenteschi, ci sono aree costruite in epoca fascista, ci sono aree costruite per sostenere il "Boom Economico" e via via. Ogni area ha problemi specifici.

      Comunque anche per Milano vale il concetto che o un edificio ha senso di esistere perché può assolvere la sua funzione in sicurezza, oppure l'edificio non ha senso di esistere perché è pericoloso. Nel secondo caso si deve abbattere e ricostruire, non importa se a Milano o a Pincopallopoli. NON SI FA, a Milano si costruisce nelle campagne fuori città, mentre piano piano si abbandonano le zone vicine al centro (il centro vero e proprio ormai è disabitato, sono solo uffici). E' un meccanismo tipo americano, dove le zone centrali diventano i ghetti perché ci vanno quelli che hanno pochi soldi, gli edifici decadono e attirano gente che ha pochi soldi, in una spirale discendente. Magari poi parte l'operazione speculativa di "recupero" di un dato quartiere con torri di vetro, che diventa avulso da tutto quello che c'è intorno. Intanto si costruiscono "città giardino" all'esterno.

      La gente non è più numerosa (lo sanno tutti che in Italia c'è demografia negativa) e non è più povera (è lo Stato che si è indebitato invece). E' solo questione di priorità. Non a caso esiste la faccenda del CONSUMO DEL SUOLO, significa che continuiamo a costruire edifici nuovi occupando sempre più spazio (compresi terreni produttivi) anche se non esiste una domanda perché la popolazione non aumenta e l'Italia si de-industrializza.

      Anzi, questione di priorità e questione di auto-determinazione. Gli Italiani non sono in grado di capire quali sono le priorità e stanno scioccamente cedendo la propria sovranità ad "elite apolidi" il cui unico interesse è renderci tutti servi.

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    12. @jacopo:
      Non si tratta di "antico", almeno in termini europei, si tratta di "vecchio". Nel caso dei paesi sbriciolati basta guardare le macerie per vedere che si tratta delle tipiche costruzioni rurali dei primi del Novecento. Riporto un estratto di un articolo della Stampa che ho anche messo nel mio blog:

      "Ad Accumoli no: il 60% delle 292 case è stato costruito prima del 1919. E ad Amatrice, su 1.301 fabbricati in piedi fino all’altra notte, 498 risalivano a prima della Grande Guerra e altri 156 a prima del 1945. Arquata del Tronto replica il canovaccio: il 42% di ciò che c’era (691 fabbricati) esiste da almeno un secolo."

      Queste cose sono risapute da tutti, dai tecnici, dalle amministrazioni e anche dai proprietari delle case.

      Questi edifici ovviamente decadono col tempo ma i loro difetti risalgono all'origine, ovvero si tratta di case costruite coi materiali disponibili in loco, col minimo dispendio possibile. In questi giorni sento straparlare di "catene" perché teorie e prassi VORREBBERO che le opere in muratura siano supportate da tiranti di metallo, grappe e perni. Peccato che si parli di edifici di un certo "pregio", non certo quelli che si potevano permettere sull'Appennino negli stessi anni un cui gli Italiani compivano le ultime grandi ondate migratorie per via dell'insopportabile miseria in cui vivevano.

      Per la stessa ragione interventi di consolidamento odierni non possono "mettere in sicurezza" quegli edifici in maniera efficace. Salvo eccezioni, lo ripeto, bisogna valutare caso per caso, sono edifici fatti troppo male.

      Possiamo solo decidere di assumere il rischio di continuare ad usarli, sapendo che ogni pochi anni moriranno centinaia di persone, oppure abbandonare dove non c'è interesse e demolire e ricostruire dove invece ci sono le condizioni economiche per farlo.

      La faccenda del "patrimonio UNESCO" mi fa venire in mente il sempiterno "mito del buon selvaggio", ovvero si idealizza una vita bucolica che in realtà era fame e sofferenza, tanto che la gente appena poteva scappava a gambe levate e si mette in scena un presepio con la grotta il bue e l'asinello, quando a nessuno piacerebbe davvero vivere con il bue e l'asinello come facevano i bisnonni. E' uno pseudo-intellettualismo aristocratico che con un termine abusato si può definire "radical chic", il quale poi ricade sul "volgo" che lo assume a modello. Mica vorrai una casa nuova quando c'è la casa del bisnonno patrimonio UNESCO!

      Poi c'è la piccola furbizia dei conti in tasca. Il business del "tuscan sun", del turista ottocentesco che va in cerca di rovine e di giovani pastorelli/e da vestire alla moda greca (a seconda delle preferenze).

      Decadenza. Più o meno inconsapevole.

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    13. http://www.ansa.it/scienza/notizie/rubriche/terrapoli/2016/08/26/dai-borbone-ledilizia-antisismica-sempreverde-_4e924b2d-7943-42d1-93d6-c48fd902a192.html
      Aspettiamo prima di buttar giù tutto. La tecnologia borbonica potrebbe venirci in aiuto.
      Angelo

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    14. "Ora il guaio è che non si capisce la "ricostruzione" perché come dicevo non si capisce la necessità della demolizione preventiva, che andare in giro con l'auto di cent'anni fa è estremamente pericoloso. Questo succede a prescindere dal secondo problema, quello di trovare i soldi."

      I soldi degli altri non sono mai un problema!
      Propongo di risolvere cosi': revisione obbligatoria di tutti gli edifici dopo 4 anni dalla costruzione se nuovi, e ogni due anni dopo la prima. Ad ogni edificio venga assegnata ogni volta una classe di merito, che tenga conto delle normative continuamente aggiornate nel frattempo (si deve tendere verso il continuo miglioramento, mai adattarsi, solo gli animali si adattano!), e si stabilisca una tassazione inversamente proporzionale alla classe, ma con la progressione esponenziale delle normali tasse: classe migliore, tassazione zero, classe peggiore, tassazione pari al valore dell'immobile da nuovo (l'attuale valore dell'immobile sarebbe zero ovviamente con tale tassa, quindi non e' pensabile una tassazione in percentuale sul valore attuale).
      In questo modo, chi si ostina in modo antisociale ad abitare in un edificio cadente e poco sicuro, paga la tassa alla comunita' come risarcimento per l'eventuale dovere che questa ha di soccorrerlo in caso di disastro (il soccorso in caso di disastro deve essere a pagamento, basta con questa solidarieta' umana gratuita e con questo Stato che si deve fare carico persino dei disastri, tantopiu' che il disastro era ampiamente previsto che entro qualche millennio sarebbe immancabilmente accaduto!).
      In automatico si ottiene anche che chi non ha i mezzi per pagare la tassa, viene espropriato della casa che a quel punto i nuovi proprietari, avendola acquistata all'incanto con relativo passaggio di proprieta', saranno costretti a ristrutturare o demolire/ricostruire secondo le nuove normative.
      Se nessuno la compra, sara' lo Stato a ristrutturarla per poi metterla in vendita al prezzo di mercato, oppure a demolirla.
      Mi pare semplicissimo, e in perfetta linea col modo in cui abbiamo sempre razionalmente risolto i problemi dai '70 in poi nel nostro paese.
      Altro che decadenza! Abbiamo la migliore burocrazia del mondo, benemerita fosse anche solo perche' ormai da' lavoro a quasi tutta la popolazione.

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    15. "2. problema vero, il "patrimonio edilizio" ha un valore reale molto molto inferiore al valore che gli viene attribuiti convenzionalmente dai proprietari"

      Mmh, questa e' una bestemmia economica. Non esiste un "valore reale" di qualcosa che non sia quello che gli viene attribuito dagli attori economici al momento dello scambio. Sta a loro considerare cosa influenza il prezzo e cosa no, perche' ognuno di loro ha mille riferimenti di valore personali a cui commisurarlo. Per il proprietario e lo Stato che gliela tassa sul valore, la casa puo' valere un miliardo, ma per il compratore quasi zero. Per cui, quello che forse intendi, e' che il valore di quelle case SECONDO TE e' minore di quello che altri ritengono.

      Funziona banalmente cosi', il valore reale delle cose viene fuori solo al momento dello scambio. Uno dei segni di decadenza del nostro paese e' che manchiamo di queste piu' elementari cognizioni non tanto di economia, quanto di vita pratica, perche' cosa sia il valore lo sa, in pratica se non in teoria, chiunque abbia mai scambiato qualcosa a qualsiasi latitudine e in qualsiasi momento della storia, anche un bambino. Ma crescendo in Italia, chissa' perche', si perde dopo un po' anche questa elementare saggezza (salvo applicarla ferocemente quando conviene alle proprie tasche, e dandogli appunto valore assoluto). Non per niente fino a 25 anni fa la tassazione sugli immobili avveniva SOLO al momento della compravendita. Per lo Stato non cambiava nulla, mentre per chi doveva pagare cambiava tutto, dato che si trovava a dover pagare quando disponeva dei soldi per farlo, e sul valore vero dell'immobile stabilito dalla libera transazione in quel momento (a dire il vero allora si usava dichiarare valori molto piu' bassi del reale, ma questo era un problema che si poteva risolvere allo stesso modo in cui lo si e' risolto adesso, assegnando un valore fittizio, sotto o sovrastimato a seconda delle necessita' dello Stato, su cui applicare la tassazione: il famigerato "valore catastale").

      Ogni tanto viene fuori qualche dittatore/autocrate, anche sotto forma di maggioranza, o quasi sempre oggi, minoranza relativa democratica di Stato, che vuole imporre i suoi valori a tutti, ma non funziona, ne' puo' funzionare. E non ha mai funzionato.

      E infatti i risultati si vedono. Malessere, astio, angoscia dappertutto: nonostante e persino con la pancia ben piena.

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    16. @Winston: "chi non ha i mezzi per pagare la tassa, viene espropriato della casa"

      Della serie, ai poveri nemmeno un tetto dove maledire la sorte per le loro condizioni; ed avanti solo i ricchi!
      Questo si che è lo spirito giusto di una persona che ci tiene all'ambiente, alla natura, al clima... solo per i ricchi! :-(

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    17. @Lorenzo: "La sonda NASA va distrutta? Secondo me dovresti provare a tirare su un cadavere di un bambino da una casa crollata, altrimenti pare tu non riesca a capire la differenza di scala."

      Sono il primo a dire che la vita delle persone è molto più importante!
      Il problema è che si vuole
      "la botte piena e la moglie ubriaca!"

      Quelli che hanno due o più case, i soldi li hanno e avranno (la maggior parte) comprato case che dovrebbero essere antisismiche.

      Invece come fai con quelli che se la passano male?
      Chi gli e la costruisce la casa?

      Ritorniamo, inconsapevolmente al BAU.
      Ricostruire, consumare... dobbiamo stare al sicuro...
      però vogliamo la decrescita!

      Decrescita de che?!

      Le persone anziane ti direbbero che stavano in case che erano formate da 2 stanze! Stanza da letto e cucina, il bagno poteva anche essere meno di un metro quadrato (gabinetto).

      Adesso NON vogliamo quel tipo di decrescita, no!
      Vogliamo la decrescita del:
      vogliamo tutto il meglio a metà prezzo! :-)

      Ritorno a dire:
      a parte pochi incoscienti, pensi che starebbero in case vecchie se potessero permettersi di meglio?!

      Nel mio paesino, il centro storico con le case più vecchie, è quasi disabitato. Ci abitano solo alcuni pensionati che difficilmente riuscirebbero a traslocare altrove. Tutte le nuove coppie vanno ad abitare in periferia in case moderne e antisismiche.

      Che facciamo con il centro del paese?
      Lo demoliamo (ci sono leggi che te lo vietano, almeno per la strada principale), e con i soldi di chi?
      Dei pensionati?

      Vi viene in mente una canzone:
      "E voglio sempre di più... e non mi basta mai!
      E voglio sempre di più... e non mi basta mai! mai! mai!"

      Nel mondo dei sogni è tutto perfetto, la realtà è una brutta canaglia!

      La realtà è quella che ti dice che: non avremo abbastanza energia per poter fare stare bene 7,4 Miliardi di persone (tutti in case antisismiche...).
      E non ce ne sarà neanche per il solo occidente!
      Non ce ne sarà per quasi tutti!

      a meno che...

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    18. @alessandro
      "Questo si che è lo spirito giusto di una persona che ci tiene all'ambiente, alla natura, al clima... solo per i ricchi! :-("

      Non solo i ricchi, anche i piu' attrezzati culturalmente e i meglio organizzati in lobby. I soldi danno potere, ma chi riesce ad ottenerlo in altro modo non ha bisogno di soldi, e ad essere agognato e' il potere, non i soldi. I piu' bravi in assoluto sono quelli che riescono a guadagnarci fregando gli altri ma passando pure per benefattori. A loro stessa insaputa, spesso, e di cui ho descritto sopra, con un esempio per niente ironico ma concretissimo, il modo di argomentare. C'e' un sacco di idioti che quelle idee le prende sul serio.

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    19. > il valore reale delle cose viene fuori solo al momento dello scambio

      No, quello è il prezzo che è diverso (a volte aberrantemente diverso dal valore).
      Il valore è, sostanzialmente, legato alla funzionalità che è quasi assoluto, ovvero relativo solamente al contesto d'uso (un frigorifero è estremamente utile, ha un valore intrinseco in genere, probabilmente non molto valore per una malga alpina sepolta di neve a gennaio).
      Un professionista della pedata, scambiato a 60M€ tra due squadre di business della pedata, non ha alcun valore pratico, reale.

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    20. Quello di cui stiamo parlando, in questo contesto, e' il valore che viene scritto negli atti di compravendita e su cui si applica la tassazione, cioe' il "valore di scambio", il "valore sociale".
      Oggi come oggi si tende a definire il prezzo come il valore istantaneo di un bene, con grandi oscillazioni nel breve periodo, mentre il valore lo si definisce come la media del prezzo sul lungo periodo. In altre parole il prezzo e' il collasso della funzione di probabilita' del valore in un certo preciso momento e in dato spazio :)

      Ovvio che esiste anche un valore d'uso, un valore affettivo eccetera, ma questi sono personali, non sono socialmente riconosciuti (ognuno ha la sua idea di quanto valga qualcosa), non sono quelli indicati negli atti di compravendita, ne' usati per l'imposizione delle tasse (per adesso...).

      Nel contesto, il fatto che Lorenzo dica che secondo lui una certa cosa non vale nulla, questa e' la sua opinione contro le altre, non e' il valore di mercato (parolaccia oggigiorno, ma il mercato, che serve a scambiare e quindi a stabilire i valori di scambio, esiste in qualsiasi societa' che vada oltre la tribu' familiare - anzi nelle tribu' familiari attuali, per la spartizione dei beni ci si rifa' ai valori di mercato perche' sono quanto di piu' oggettivo si possa trovare nel campo dell'attribuzione del valore di scambio: si tratta di un'oggettivita' ricavata dalla media di tutte le soggettivita', di un "oggetto sociale").

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  2. Un meme scaccia l'altro, e anche loro vivono in un equilibrio ecologico.
    Da preoccuparsi veramente e' quando uno solo prevale sugli altri, non quando si smorza. Se dovessimo vivere con la continua preoccupazione di tutto quello di negativo che puo' succedere, ci spareremmo entro sera.
    Memento mori: ogni giorno muoiono circa 1600 persone nel nostro paese, e piu' o meno altrettante ne nascono, anche se non ne parlano i media isterici a scopo di lucro. Nel mondo, 100 volte tanto. Con vari gradi di probabilita', puo' succedere a chiunque in qualunque momento.
    Il problema, comunque, semmai, e' che per ogni meme che dura 15 giorni vengono fatte 100 leggi ipocrite che si aggiungono le une alle altre in un caos inestricabile che dura per sempre: in questo modo ogni meme diventa immortale, in una ridda infernale di morti viventi,.fino a che non scoppiera' tutto, ma non per il contenuto dei memi, bensi' per quanti sono i memi in se stessi.

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  3. 2 Piccole note: quanto agli ospedali, quelli costruiti oltre 30 anni fa traboccano di eternit non solo nel tetto: l'ospedale di amandola, non così vicina all'epicentro, è fra l'altro l'unico edificio crollato ad amandola: chi si prenderà la briga di fare causa alla azienda sanitaria locale per il danno alla salute già in essere ? (PS: come tutti gli ospedali di paese doveva esser chiuso da anni , altro che riadattato alle lungo degenze); gli edifici antichi che resistono ai terremoti sono quelli costruiti dentro le mura medioevali con volte a botte e pareti di oltre un metro; le marche ne sono piene nei centri storici.

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    1. Si ma c'è una ragione per cui gli edifici più sono "antichi" e più si approssimano allo stato di "rovina". Niente dura in eterno. Un conto è "conservare" come reperto di epoca antica, un altro conto è pretendere di abitarci dentro.

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    2. Ad Agrigento, un ospedale enorme e costoso, già all'inaugurazione cadevano i calcinacci.
      Fanno i controlli...
      poco cemento e molta sabbia!
      Denuncia del costruttore e tanti milioni di euro sprecati!

      Nuovo, anche se commissionato dal pubblico (che dovrebbe usare le norme più restrittive) non vuol dire fatto bene... se ce sempre l'amico del politico che prende l'appalto.

      L'avete vista la foto in cui: le case nuove costruite nelle marche, il balcone del secondo piano cade su quello del primo piano!
      Case nuove!
      Soliti politici e imprenditori!

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    3. Io intendevo esattamente il contrario: più della metà degli ospedali costruiti prima del 2000 non sono a norma per una caterva di motivi: solita autoreferenzialità del pubblico che poi va a taccheggiare i privati di ogni ordine e grado: le vittime della scuola di san giuliano ( terremoto molise ) devono ancora ricevere un indennizzo dallo stato...Va a finire che ha ragion checco Zalone ma la pacchia per i dipendenti pubblici ed i loro non tagliabili stipendi finirà presto ; la questione è in che condizioni lascieranno le attività produttive private saccheggiate...

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    4. "più della metà degli ospedali costruiti prima del 2000 non sono a norma per una caterva di motivi"

      Non sono a norma con le norme di adesso: quando vennero costruiti lo erano. Ma grazie tante, le norme vengono modificate nel tempo apposta per essere sempre piu' restrittive, e' il progresso! Hai mai visto una norma che venga cancellata o resa meno restrittiva? Solo quando crolla rovinosamente un sistema, tipo la fine ingloriosa del fascismo, ma anche in quel caso il grosso rimase. En passant, il ventennio che ne segui' fu il piu' felice dell'intera storia dell'italia dall'unita'.

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    5. In realtà abbiamo vissuto diciamo piu o meno dal 95 in poi e sulla spinta soprattutto delle normative UE, un'estesa fase di "deregolamentazione" , "liberalizzazione" (e qui abbiamo o negozi cinesi aperti anche il 25doc...wow) "delegificazione" (in favore dei più agili regolamenti governativi e della normativa regionale e degli enti locali) ... Almeno alcuni standard sono stati limitati, tipo appunto le norme che disciplinano gli orari degli esercizi commerciali.
      Cmq il fenomeno della estesa pervasività, tecnicità, cavillositá e puntigliosità delle norme è ben conosciuto e studiato; non ne è esente la stessa Ue (ricordiamo i famosi regolamenti sul diametro dei cetrioli o quel che era) e provoca degenerazione dei principi basilari della democrazia quali la ripartizione dei poteri, nel momento in cui spoglia di fatto i Parlamenti della funzione legislativa sempre più attribuita al potere esecutivo (se ci fate caso si parla sempre più di decreti legislativi e regolamenti e meno di leggi in senso stretto) e alle burocrazie. Anche da questo deriva il noto deficit di democrazia della Ue.

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    6. "un'estesa fase di "deregolamentazione" , "liberalizzazione""

      I regolamenti in qualsiasi ambito tecnico, amministrativo ed edile sono aumentati esponenzialmente, conosco decine di ingegneri, architetti, commercialisti che, pur essendone stati i massimi beneficiari, non ne possono piu', e cominciano a chiudere bottega perche', esasperati e annegati dalle norme, hanno chiuso i loro clienti.

      I due corni della questione cui ti riferisci sopra, comunque, hanno una cosa assolutamente in comune: si e' tentato in tutti i modi, possibili e impossibili, di aumentare il fatturato tassabile, e tassato, di qualsivoglia attivita'. Lo scopo primario era ed e' questo, mostrare un PIL che cresce e intanto calciare il barattolo un po' piu' in la'.

      La ratio normativa degli ultimi decenni e' riconducibile a questa sola causa, che usa tutto il resto come pretesto.
      Anche l'incentivazione del fotovoltaico, qualunque opinione se ne possa avere sull'utilita' effettiva, e' stata implementata per questo, in modo da produrre questo effetto contabile macroeconomico, coinvolgendo una pletora di burocrazie inutili, tossiche, ma contabilmente "congrue" per lo Stato.

      Il problema e' che si e' esaurita ormai anche questa forma di stratagemma per abbellire i conti, e ora e' il momento del rendiconto, cioe' deL RITORNO DECRESCENTE!

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  4. E questa volta, il trend è stato confermato ?

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    1. Alla perfezione! Fra un po' lo pubblico su un nuovo post

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