domenica 17 aprile 2016

Referendum: in una buona causa, non ci sono mai sconfitte





Il Mahatma Gandhi aveva sicuramente ragione quando ha pronunciato la frase che da il titolo a questo post. Credo però che sarebbe d'accordo anche lui che a furia di prendere mazzate sulla testa, uno finisce per sentire anche male.

Me lo aspettavo (vedere il mio post precedente) ma non ne sono certamente contento. Vi dirò che stamattina, quando c'era stato un momento di ottimismo sulla possibilità di arrivare al quorum, avevo avuto un attimo di felicità al pensiero che potevo aver cannato completamente la mia previsione. Ma non è andata così.

Non tutto è perduto, però, se da questa esperienza impareremo come ambientalisti perlomeno che ci sono delle cose che non dovremmo fare, ovvero: a) dire di no a tutto, b) essere quelli che perdono sempre, c) cascare sempre nelle trappole che ci tendono.


32 commenti:

  1. Se sono pacificamente a casa mia e l'intero esercito della NATO mi attacca e io sono armato solo di una fionda e io perdo... ho molto da rimproverarmi?

    Forse non è sempre colpa di chi perde. Forse a volte si può fare solo quello che si può anche se è clamorosamente insufficiente. Forse, a volte, l'unica cosa che si può veramente imparare dalle proprie sconfitte è imparare a sopportarne il peso e ad andare avanti nonostante esse. Forse, a volte, "combattere solo le battaglie che si possono vincere" è il più grave errore che si può commettere, poiché il mondo sarebbe un posto peggiore se certe battaglie non fossero nemmeno mai tentate.

    E, se si parte in forte svantaggio, tentare è l'unica opzione possibile alla rinuncia.

    Se ho ragione, allora evitare di trasformare TUTTE le proprie sconfitte in una sorta di auto-commiserazione è la sfida più ardua, poiché di certo c'è che l'essere umano è tutto fuorché perfetto, quindi la probabilità di essere stati sconfitti per un proprio errore non può mai essere esclusa a cuor leggero.

    Saluti

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    1. pensiero condivisibile.

      aggiungo che a uscire sconfitta, più che il sì al referendum, è stata la possibilità di un dibattito serio, sereno e scientifico sulla strategia energetica del Paese e in generale sull'ambiente, soffocato dall'ennesima inutile semplicistica politicizzazione pro e contro Renzi (di questo ha non poca responsabilità il Renzi stesso, secondo me. )


      L.


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  2. L'italiano è una lingua bellissima e ogni parola ha il suo significato, magico e unico. Sconfitta vuol dire aver perso, non aver vinto. Altrimenti avremmo chiamato l'evento "Vittoria" e non sconfitta. La colpa non è di chi ha tentato, la colpa è degli imbecilli che non sentono ragioni e che vogliono che il BAU continui. Non ci sono colpevoli se non loro.

    il magico strumento della democazzia funziona proprio cosi, la maggioranza, ANCHE SE HA TORTO, decide. E la minoranza, anche se istruita in tale argomento, deve subire in silenzio la scelta di molti (ignoranti).

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    1. Concordo. E' anche la visione di Randers, sebbene espressa in modo più diplomatico, che condivido in pieno. E' anche il motivo per cui credo che le speranze residue siano ridotte al lumicino e per cui credo che la responsabilità maggiore non è dei "poteri forti", ma delle masse che vivono nell'ignoranza (per scelta) e/o nell'inedia.

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    2. Quando entrai per curiosita in un meetup dei 5S fu la prima cosa che dissi (anni e anni fa quando erano all inizio): la democazzia non funziona. Non funziona perche ci sono i galli, ci sono i polli e c'e' chi se ne frega altamente. In questo contesto i galli ignoranti decidono cosa bisogna fare prendendo le simpatie dei polli che non votano con spirito critico ma viziati del BIAS simpatia. In Itaglia semplicemente il popolo italiano e' un pelo piu' ridicolo degli altri (perche senza palle). Io dico sempre che l'ignoranza e' un diritto ma si ferma dove iniziano i diritti altrui.
      La colpa la do anche ai divulgatori e/o professori/maestri. L'ignoranza non puo essere addossata solo a una parte ma una % della colpa risiede anche a chi insegna. Vuol dire che insegna male o che insegue le "pubblicazioni" per rimanere professore ordinario piuttosto che ribellarsi a un sistema totalmente sbagliato.

      Quindi torniamo li, il mondo moderno, utilizzando un parametro che chiamero "Sciascia", sono al 80% quaquaraqua e al 19% uomini di carta. Troppo gentili per eliminare in maniera radicale i mali che affliggono questo mondo, troppo "la vita e' preziosa".

      Quando una o piu persone sono colpevoli di crimini contro l'umanita per futili motivi (leggi soldi) vanno eliminati perche sono dannosi all'umanita stessa. Come una malattia o un fungo o una muffa.

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  3. Mi sembra l'atteggiamento giusto, bisogna imparare molto, innanzitutto a non trasformare i referendum su questioni tecniche in referendum pro o contro rinnovabili o utili a dare un segnale, perchè questo mancato quorum peserà tanto.

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  4. Quasi 12 milioni di voti per il SI. Credo che su questo dato si debba riflettere perchè non sono pochi, anche per rispetto di tutti coloro che hanno parteggiato su una questione complessa, della quale gli altri due terzi degli aventi diritto al voto non si sono nemmeno interessati o non hanno compreso la portata. In un contesto di disparità di mezzi semplicemente spaventosa. Speriamo che questa vittoria del Renzi si riveli presto una sua prossima sconfitta. Vedremo poi com'è andata nelle Regioni dei proponenti.

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  5. L'anno scorso, quando sono andato a Roma a vedere la conferenza sul clima, c'è stata una persona (un politico) che mi ha detto una cosa illuminante...

    L'opposizione perde sempre, anche se è numericamente maggiore, perché non è unita.
    E' divisa in piccoli gruppi ed ognuno di loro ha una soluzione leggermente diversa dagli altri; come le tonalità di un colore: chi vuole il verde scuro, chi quello chiaro ecc. e nessuno è disposto a cedere di una virgola.

    Finché ognuno vorrà vedere la realtà solo con la sua soluzione precostituita e non vorrà sentire altre ragioni, il risultato sarà sempre lo stesso:
    Si perde.

    Tra chi segue le problematiche energetiche / ambientali / climatiche ci dovrebbe essere uno spirito d'unione e di dialogo costruttivo;
    invece ognuno arriva con la sua soluzione e vorrebbe imporla agli altri.

    Risultato:
    Si perde!

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    1. "invece ognuno arriva con la sua soluzione e vorrebbe imporla agli altri. Risultato: Si perde!"

      Per fortuna! L'aspetto fondamentale dei nostri ordinamenti non e' la democrazia in se', che puo' produrre risultati in nulla diversi, se non peggiori, di quelli di un dittatorello qualunque (che e' il nostro caso, il nostro paese, a guardar bene, non sa fare altro che oscillare fra la dittatura di uno solo e la dittatura di una maggioranza presuntuosa), bensi' la contrapposizione fra poteri, il cui fine primario e' renderli deboli in vantaggio della liberta' del cittadino... questo andra' ricordato nel ben piu' importante prossimo referendum, che sara' senza quorum.

      Legittimo che ognuno, e ogni gruppo sociale, creda di avere ragione e le chiavi della verita' e del paradiso in mano, ma e' dalla limitazione dei limiti che vorrebbe imporre agli altri, che nasce la liberta' di ognuno.

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    2. Non mi pare sia stato questo il caso. Sappiamo tutti benissimo come è nato questo referendum e che moltissime delle cose dette a favore del SI erano panzane totali o parziali. Eppure abbiamo fatto campagna per il SI, sapendo benissimo di perdere, perché ci è parso che fosse nostro dovere farla. Perché se le ragioni per il SI erano in parte pretestuose, ancor meno valide erano la maggior parte di quelle per il NO. E nessuna buona ragione poteva essere addotta per l'assenteismo (che non è astensione).

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  6. Professore, mi piace quello che hai scritto, soprattutto la parte NON DIRE SEMPRE DI NO A TUTTO. Io sono ambientalista (anche se gli "ismi" alla fine hanno sempre perso nella Storia) ma usare solo la parola NO, senza valutare le enormi complessità che stanno dietro determinate scelte energetiche mi pare oltremodo idiota.
    Pur di non avere inquinamento locale sarei disposta a mettere pale eoliche anche in Piazza San Marco e so che, comunque con ke rinnovabili (per ora), non avrò mai l'intensità energetica del fossile, quindi devo cominciare a pensare in decrescita, senza sentirmi insultata.
    COsa significa pensare in decrescita? Significa smattere di credere al marketing che ti offre continuamente cose DI CUI SOLITAMENTE NON HAI BISOGNO.
    In fondo, su questo piccola Pianeta Verdeazzurro, tutto ha un inizio, uno sviluppo e una fine.
    TUTTO, solo con tempi diversi, solo che noi umani sappiamo solo i nostri tempi, perchè siamo intelligenti ma non saggi, diventando quindi stupidi.
    E come diceva il maestro Cipolla nel "Mondo tutto ha una fine meno la stupidità umana"...Se siamo tutti sulla stessa barca e qualcuno si mette a saltellare facendola dondolare pericolosamente chi è stupido? Quello che dondola o quelli, solitamente in maggioranza, che lo stanno a guardare mentre dovrebbero dargli delle pedate nel sedere sbattendolo in acqua?

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    1. Io, invece, dopo aver passato quasi 50 anni a studiare e meditaare le ragioni pro e contro ogni proposta, sono giunto alla conclusione che il tempo per le scelte e le strategie è finito. Oramai c'è solo un'immensa macchina tritatutto lanciata a velocità crescente verso il nulla. Discutere serve a noi per capire, ma non avrà mai nessuna influenza sulla macchina. E' fatta di persone, ma è diventata acefala. Quando un sistema supera una determinata soglia di complessità e/o si trova troppo vicino alla soglia di collasso, perde ogni capacità di reagire agli stimoli.

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  7. Il dato di fatto è che c'è una maggioranza che ignora, o non comprende, o è disinteressata ai temi ambientali. I convinti della prosecuzione delle trivellazioni sono molto pochi. E la trappola è proprio questa: far scontrare un'opinione pubblica informata e desiderosa di cambiare le scelte governative a sfavore dell'ambiente con il blocco inerte composto dalla sommatoria della popolazione che non partecipa più neanche alle elezioni politiche con quelli convinti che debbano essere in pochi ad arricchirsi, a qualsiasi prezzo. Lo strumento referendario in un'epoca di disaffezione alla politica (per non dire alla stessa democrazia) è un boomerang. Il presidente del consiglio non ha dovuto neache difendere le scelte del governo, gli è bastato aggregare a sè questa massa immobile, invitando all'astensione (anche se moralmente la cosa possa fare schifo). Non può vantare una vittoria politica, ma le ragioni per restare al comando sì, visto che l'alternativa non conquista i cuori di chi non capisce o non vuol capire, che sono la maggioranza. Bastava chiedere in giro o nell'ambito familiare: quanti anziani (65 anni e oltre) hanno compreso o si sono sentiti coinvolti dal quesito? Essi rappresentano oggi quasi il 23% della popolazione (Bilancio demografico Istat 2014). "Il movimento naturale della popolazione (nati meno morti) ha fatto registrare nel 2014 un saldo negativo di quasi 100 mila unità, che segna un picco mai raggiunto nel nostro Paese dal biennio 1917-1918". La fascia over 64 anni rappresenta oggi oltre 12 milioni di persone, il doppio della fascia 15-24 (6 milioni). Tra il 1991 e il 2011 sono "spariti" 2,8 milioni di under 24 anni. Inoltre,"il numero complessivo degli italiani che vivono fuori dalla madrepatria (4.637.000) si sta avvicinando a quello degli stranieri presenti in Italia (5.014.000)" -(Dossier statistico sull’immigrazione 2015 del centro studi Idos)- e nel 2014, "per la prima volta negli ultimi 20 anni, i cittadini italiani residenti all’estero sono aumentati più degli immigrati residenti in Italia. Pensare a un cambiamento in queste condizioni è illusorio. Ma bisogna anche ammirare il fatto che oltre 13 milioni di aventi diritto al voto hanno scritto SI: un grande risultato in un Paese come questo.

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  8. Per ora ha vinto la democrazia futile.
    Che vince alla maniera di Pirro.
    Ma la Dittatura dei Fatti aspetta solo il tempo della prossima battaglia.
    E in quella, i Matteopardi che cambiano tutto affinchè nulla cambi,
    troveranno la loro Waterloo.
    Le risorse fossili e fissili pure, hanno dato ormai
    il meglio che potevano darci.
    Anche se noi siamo riusciti a trarne parecchio del peggio.
    Ora secondo logica, ragione ed umile buon senso cosa potrebbero darci ancora?
    Sopratutto se a fare del meglio, quanto peggio, è l'imperante abitudine?
    Confido nell'inerzia, perchè prima o poi cambia verso ed intensità e nulla è più potente di un cambiamento dovuto ad essa.
    Ed ancor più quand'essa da materiale sasso diventa immateriale idea.

    Marco Sclarandis




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  9. Scusate ma sono solo io a vedere del becero populismo e mistificazione scientifica in chi non propone di sottrarre alla fiscalità generale quote di risorse in questo caso dai combustibili fossili domestici per destinarle alle rinnovabili con reservoir ?

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    1. i have a dream: 12 mln di italiani che rifiutano i consumi petroliferi, con rabbia e determinazione. Penso proprio che le lobby dell'energia e il governo comincerebbero a farsela addosso.

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    2. Per ottenere quel risultato basterebbe detassare completamente (ad esempio eliminare completamente l'iva) e sburocratizzare: nota che e' l'esatto contrario di cio' che viene fatto con le rinnovabili, con o senza riserva, il cui scopo primario e' muovere una burocrazia elefantiaca, forse la piu' elefantiaca.
      Lo Stato quando da' un incentivo lo fa calcolando di incassare di piu' dall'insieme della tassazione collaterale che ne risulta (ad esempio quella della mortifera pletora burocratica coinvolta nella gestione dell'incentivo, pubblica e privata, che paga tasse).
      L'incentivazione di fatto fa aumentare i prezzi molto di piu' di quanto valga essa stessa, lo si e' visto col prezzo degli impianti fotovoltaici, sui cui materiali e' tuttora in corso una speculazione vergognosa, basata prima sui generosissimi "incentivi", e ora sul fatto che in nuova edilizia e' obbligatorio dotarsene.
      Se qualcuno conosce qualche posto dove si possano comprare a prezzo onesto i "pezzi" che servono per un impiantino autonomo ad isola da 1 KW da automontarsi, grazie.

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    3. Per chi ha 3 soldi da parte la soluzione migliore è l'off grid,ormai decisamente possibile in italia...

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  10. Se sono pacificamente a casa mia e l'intero esercito della NATO mi attacca e io sono armato solo di una fionda e io perdo... ho molto da rimproverarmi?

    No, però qui la fionda te l'ha messa in mano qualcun altro e poi, come in Gosthbusters, ha gridato "Addosso!".
    E tu sei partito all'attacco della NATO (tu per dire noi, in effetti), caricare un referendum che non aveva la minima possibilità di riuscire di significati epocali è stato un errore che danneggerà il movimento ambientalista.
    Forse assumere una posizione più soft sarebbe stato meglio, anche se con il senno di poi ci si riempono le fosse qui anche il senno di prima poteva servire.
    La sensazione è quella di essere stati usati, e non è una bella sensazione.

    Anacho

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  11. ah, già, li sostituirebbero subito con 12 mln di immigrati.

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  12. colpe forse non ci sono state.. ma errori nel proporre questo referendum secondo me sì: assegnare colpe crea inimicizie e divisioni mentre individuare errori aiuta a correggerli,a sopravvivere un altro giorno per vincere le prossime battaglie.
    Errori secondo me ci sono stati: 1- il quesito referendario era molto difficile da interpretare .. al punto che il quesito toglieva le parole "nel rispetto del territorio e dell'ambiente" e sembrava in aperta contraddizione con la spinta ambientalista per il SI.
    2- fumoso anche come una riduzione dei tempi di concessione (e la riassegnazione ad altri concessionari?) potesse essere buono da un punto di vista ambientale.. immagino economicamente importante.
    In breve anche io come tanta gente ero confuso .. anche se mi fido delle vostre più informate opinioni. Come me immagino tanti altri.
    3- secondo me la partecipazione ad un referendum è legata a quesiti che riguardano aspetti del vivere comune di cui gli italiani hanno esperienza e capacità di distinguere le implicazioni. Per ciò che non si capisce i cittadini eleggono appositamente governi ed opposizioni ed in generale una classe politica e tecnica che viene delegata a decidere. Un referendum di questo tipo è, secondo me, una abdicazione.

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    1. aggiungo che purtroppo ad uscire sconfitto da questo referendum è l'ambientalismo stesso che sará in futuro meno legittimato a proporre questioni chiaramente rilevanti per tutti. Si è creato un notevole danno politico.

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    2. Lo strumento referendario così com'è non è adatto a una democrazia che sopravvive in condizioni di scarsa partecipazione, anche alle politiche. Se il referendum esprimesse ciò che desiderano gli aventi diritto al voto come maggioranza pura, senza limiti di quorum, la situazione sarebbe ben diversa e la battaglia politica più equa e vivace. Tra l'altro quasi tutte le decisioni del governo avallate dal parlamento sono espressione di una minoranza... e a volte di interessi assolutamente particolari, come possiamo leggere dalle cronache giudiziarie. A 13 milioni non piacciono le leggi su misura per qualche manipolo di investitori che preferiscono tenere l'Italia nell'era fossile. Far finta che questa protesta non esista, questo sì che è un errore politico.

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    3. beh ma allora avremmo dovuto avere il referendum x togliere gli incentivi statali ai fossili .. ed avremmo visto una ben diversa partecipazione. Perché invece spendere la credibilità dell'ambientalismo sulla modifica di una oscura e poco nota clausola?

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  13. dodici milioni di voti veri non sono pochi . non esistono 12 milioni di persone che votano pd. i governanti di oggi governano con meno di 2 voti su 10 cittadini aventi diritto al voto. il problema e' unire questi 12 milioni per buttare fuori la ancor piu' esigua minoranza che governa. purtroppo l'unico che puo' far cio' in questo momento sembra essere il cinquestelle con tutti i suoi difetti. se i dodicimilioni si metteranno d'accordo su chi votare renzi e quindi confindustria perdera' il comando. e' tutto qui il problema.

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  14. a ottobre, per il costituzionale, diranno che se non passa, finiremo in miseria. Allora tutti a votare per cambiare la Costituzione. Basta non toccare il portafoglio. E non sanno che il mondo a gasolio ha i giorni, anzi gli anni contati. E' il futuro che arriva e cambiare la Costituzione servirà a ben poco. Prima o poi ci dovranno far sapere che i consumi vanno ridotti almeno dell'80%. Ma per ora il gran pifferaio suona e i ratti lo seguono.

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    1. Diciamo che basterebbe anche un 30%, però con forte spostamento di ricchezza dagli erogatori di servizi alla persona pubblici agli installatori di infrastrutture energetiche e settore primario e secondario.

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  15. Questa è la mia interpretazione:

    AVENTI DIRITTO 47118352 = 100%
    VOTANTI REGOLARI 30626929 = 65%
    NON VOTANTI REGOLARI 16491423 = 35%
    PRO OIL 16397186 = 34,8%
    NO OIL 14229742 = 30,2%

    Il partito maggiore è (come in tutte le tornate elettorali degli ultimi venti anni e più) quello di chi se ne sta a casa a prescindere (non importa il tipo di voto). Diciamo che in presenza di una elevata astensione di base lo strumento referendario abrogativo con quorum non è esattamente il massimo per chi propone un referendum (che quindi andrebbe usato con moderazione e solo in ultima istanza per non incorrere in "trappoloni")

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  16. Adesso che il referendum e' "fallito" quanti milioni di barili usciranno dall' adriatico ??

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