Da “Lariat”. Traduzione di MR (via Population Matters)
Di Jonathan Anson
Il cambiamento climatico continua a rimanere un problema controverso e spinoso. Il conflitto ha raggiunto un nuovo vertice coi governi del mondo che vedono sempre più necessario contrattaccarlo. Le Nazioni Unite considerano che il cambiamento climatico sia un enorme minaccia ed ha fornito ampi rapporti sul problema. Sperano di affrontare la causa che sta dietro al cambiamento climatico, cioè l'uso di combustibili fossili, lo spreco di energia e l'eccessivo consumo. Un altro fattore riceve ancora poca considerazione dai mezzi di informazione ed è tuttavia collegato con tutto questo: la crescita della popolazione.
Allison Camelot, presidente di dipartimento di sociologia al College di Saddleback, ha detto che la crescita della popolazione porta a problemi dovuti al conseguente comportamento umano. “Il cambiamento climatico globale è condizionato dall'industrializzazione e dalle attività agricole”, ha detto la Camelot. “Più gente ci sarà, più ne verrà condizionato”. La Camelot ha detto che il numero maggiore di persone nate porta a maggiori pressioni e problemi. “Con [l'aumento] della popolazione dobbiamo produrre più cibo”, ha detto la Camelot. “Alleviamo più bestiame. Ci sono più persone che usano l'elettricità, i trasporti, l'industria e l'aumento dei processi industriali aumenta il biossido di carbonio, ossido d'azoto, più inquinamento, gas serra che vengono emessi a causa dell'attività umana [che altera] lo strato d'ozono”.
Le Nazioni Unite concordano e trovano che l'eccessiva crescita della popolazione sia un problema. Gli aumenti di popolazione, secondo il loro sito ufficiale, “inaspriranno i problemi esistenti” come il crimine, i problemi economici, gli scontri culturali, le malattie e diversi problemi sociali come i diritti umani. L'organizzazione ha stimato con una certezza del 80'% che entro il 2100 la popolazione è prevista raggiungere una cifra fra i 9.6 e i 12,3 miliardi di persone. Uno studio del 2009 condotto alla Oregon State University aggiunge un altro problema alla lista. Secondo lo studio, uno dei maggiori contributi alle emissioni di carbonio è dovuto ad una singola azione: la riproduzione umana. “E' stata data grande attenzione ai modi in cui l'uso domestico dell'energia, il viaggiare, le scelte alimentari e le attività di routine delle persone alterino le loro emissioni di biossido di carbonio e, alla fine, i loro contributi al riscaldamento globale, ha detto lo studio. “Tuttavia, le scelte riproduttive di un individuo di rado vengono incluse nei calcoli dei loro impatti sull'ambiente”.
Date le attuali condizioni in America, far nascere un solo bambino aumenta le emissioni di una persona di 9.441 tonnellate come eredità di carbonio, suggerisce lo studio. Lo studio suggerisce ulteriormente che il solo atto aumenta l'impronta di carbonio di una persona di 20 volte in emissioni anche se una persona minimizza guidando una macchina che consuma poco, ricicla, usa elettrodomestici ad alta efficienza e lampade a basso consumo. Inoltre, gli individui devono cambiare le abitudini di stile di vita quando c'è di mezzo la riproduzione, altrimenti ci sarebbero delle conseguenze.
“Ignorare le conseguenze della riproduzione può portare a gravi sottovalutazioni dell'impatto a lungo termine di un individuo sull'ambiente globale”, ha detto lo studio. Lo studio ha ulteriormente reso solide le prove per cui la crescita della popolazione è un fattore che sta dietro al cambiamento climatico. Il problema ha portato a risposte divergenti su come affrontare questo problema. I governi, come India e Cina, hanno cercato di abbassare i loro alti tassi di nascite, di solito tramite incentivi pensati per incoraggiare le persone ad avere meno figli. Nel caso della seconda, alle persone è permesso avere solo due bambini. Tuttavia, gli studi mostrano che i tassi di nascita, in particolare nelle società sviluppate come Germania, Giappone, America e Corea del Sud, sono in declino non a causa dell'intervento governativo, ma grazie alle decisioni volontarie dei singoli individui di limitare il numero di bambini che hanno o di non averne affatto.
Questa tendenza è notevole specialmente fra le generazioni più giovani. Uno studio dell' Urban Institute ha scoperto che i tassi di fertilità fra le donne della Generazione Y che vanno dai 20 ai 27 anni in America è diminuito, in virtù principalmente della grande recessione iniziata nel 2007. Tuttavia gli scienziati, secondo un recente studio della Pew Research, si preoccupano ancora della popolazione del pianeta in crescita più dell'opinione pubblica, nonostante tali diminuzioni. Si preoccupano di trovare una soluzione adeguata a questo problema. Il giornalista Alan Weisman offre qualche passo iniziale per trovarla nel suo libro “Countdown”: fornire una buona educazione, dare alle persone i mezzi per aiutarle a regolare il numero di bambini che hanno avuto e consentendo alle persone di accedere ad una libertà riproduttiva maggiore. Per provarlo, Weisman cita specificamente un programma di pianificazione famigliare di successo utilizzato in Iran iniziato nel 1989 e finito nel 2006. Durante questo periodo, il paese ha goduto di accesso all'educazione sull'essere responsabili nell'avere figli insieme ad aiuti pensati per impedire gravidanze indesiderate, come ad esempio i contraccettivi.
Il tasso di nascite dell'Iran è sceso da un 3,2% del 1986 al solo 1,2% del 2001: una delle diminuzioni più rapide mai registrate nella storia. Tuttavia, il tasso di nascite ha iniziato di nuovo a salire a causa dello smantellamento di questi programmi sotto il regime fortemente conservatore del presidente Mahmoud Ahmadinejad. Di conseguenza, i programmi educativi un tempo pensati per aiutare a frenare la crescente popolazione del paese vengono ancora sistematicamente eliminati. Questo tipo di comportamento di indebolimento, ha detto Weisman, permette ad un grande fattore che sta dietro al cambiamento climatico di andare avanti.
Fatterelli
Di Jonathan Anson
La Terra sta attraversando una pletora di problemi. La maggior parte di essi sono collegati all'eccessiva crescita della popolazione della razza umana. (Illustrazione di Anibal Santos)
Il cambiamento climatico continua a rimanere un problema controverso e spinoso. Il conflitto ha raggiunto un nuovo vertice coi governi del mondo che vedono sempre più necessario contrattaccarlo. Le Nazioni Unite considerano che il cambiamento climatico sia un enorme minaccia ed ha fornito ampi rapporti sul problema. Sperano di affrontare la causa che sta dietro al cambiamento climatico, cioè l'uso di combustibili fossili, lo spreco di energia e l'eccessivo consumo. Un altro fattore riceve ancora poca considerazione dai mezzi di informazione ed è tuttavia collegato con tutto questo: la crescita della popolazione.
Allison Camelot, presidente di dipartimento di sociologia al College di Saddleback, ha detto che la crescita della popolazione porta a problemi dovuti al conseguente comportamento umano. “Il cambiamento climatico globale è condizionato dall'industrializzazione e dalle attività agricole”, ha detto la Camelot. “Più gente ci sarà, più ne verrà condizionato”. La Camelot ha detto che il numero maggiore di persone nate porta a maggiori pressioni e problemi. “Con [l'aumento] della popolazione dobbiamo produrre più cibo”, ha detto la Camelot. “Alleviamo più bestiame. Ci sono più persone che usano l'elettricità, i trasporti, l'industria e l'aumento dei processi industriali aumenta il biossido di carbonio, ossido d'azoto, più inquinamento, gas serra che vengono emessi a causa dell'attività umana [che altera] lo strato d'ozono”.
Le Nazioni Unite concordano e trovano che l'eccessiva crescita della popolazione sia un problema. Gli aumenti di popolazione, secondo il loro sito ufficiale, “inaspriranno i problemi esistenti” come il crimine, i problemi economici, gli scontri culturali, le malattie e diversi problemi sociali come i diritti umani. L'organizzazione ha stimato con una certezza del 80'% che entro il 2100 la popolazione è prevista raggiungere una cifra fra i 9.6 e i 12,3 miliardi di persone. Uno studio del 2009 condotto alla Oregon State University aggiunge un altro problema alla lista. Secondo lo studio, uno dei maggiori contributi alle emissioni di carbonio è dovuto ad una singola azione: la riproduzione umana. “E' stata data grande attenzione ai modi in cui l'uso domestico dell'energia, il viaggiare, le scelte alimentari e le attività di routine delle persone alterino le loro emissioni di biossido di carbonio e, alla fine, i loro contributi al riscaldamento globale, ha detto lo studio. “Tuttavia, le scelte riproduttive di un individuo di rado vengono incluse nei calcoli dei loro impatti sull'ambiente”.
Date le attuali condizioni in America, far nascere un solo bambino aumenta le emissioni di una persona di 9.441 tonnellate come eredità di carbonio, suggerisce lo studio. Lo studio suggerisce ulteriormente che il solo atto aumenta l'impronta di carbonio di una persona di 20 volte in emissioni anche se una persona minimizza guidando una macchina che consuma poco, ricicla, usa elettrodomestici ad alta efficienza e lampade a basso consumo. Inoltre, gli individui devono cambiare le abitudini di stile di vita quando c'è di mezzo la riproduzione, altrimenti ci sarebbero delle conseguenze.
“Ignorare le conseguenze della riproduzione può portare a gravi sottovalutazioni dell'impatto a lungo termine di un individuo sull'ambiente globale”, ha detto lo studio. Lo studio ha ulteriormente reso solide le prove per cui la crescita della popolazione è un fattore che sta dietro al cambiamento climatico. Il problema ha portato a risposte divergenti su come affrontare questo problema. I governi, come India e Cina, hanno cercato di abbassare i loro alti tassi di nascite, di solito tramite incentivi pensati per incoraggiare le persone ad avere meno figli. Nel caso della seconda, alle persone è permesso avere solo due bambini. Tuttavia, gli studi mostrano che i tassi di nascita, in particolare nelle società sviluppate come Germania, Giappone, America e Corea del Sud, sono in declino non a causa dell'intervento governativo, ma grazie alle decisioni volontarie dei singoli individui di limitare il numero di bambini che hanno o di non averne affatto.
Questa tendenza è notevole specialmente fra le generazioni più giovani. Uno studio dell' Urban Institute ha scoperto che i tassi di fertilità fra le donne della Generazione Y che vanno dai 20 ai 27 anni in America è diminuito, in virtù principalmente della grande recessione iniziata nel 2007. Tuttavia gli scienziati, secondo un recente studio della Pew Research, si preoccupano ancora della popolazione del pianeta in crescita più dell'opinione pubblica, nonostante tali diminuzioni. Si preoccupano di trovare una soluzione adeguata a questo problema. Il giornalista Alan Weisman offre qualche passo iniziale per trovarla nel suo libro “Countdown”: fornire una buona educazione, dare alle persone i mezzi per aiutarle a regolare il numero di bambini che hanno avuto e consentendo alle persone di accedere ad una libertà riproduttiva maggiore. Per provarlo, Weisman cita specificamente un programma di pianificazione famigliare di successo utilizzato in Iran iniziato nel 1989 e finito nel 2006. Durante questo periodo, il paese ha goduto di accesso all'educazione sull'essere responsabili nell'avere figli insieme ad aiuti pensati per impedire gravidanze indesiderate, come ad esempio i contraccettivi.
Il tasso di nascite dell'Iran è sceso da un 3,2% del 1986 al solo 1,2% del 2001: una delle diminuzioni più rapide mai registrate nella storia. Tuttavia, il tasso di nascite ha iniziato di nuovo a salire a causa dello smantellamento di questi programmi sotto il regime fortemente conservatore del presidente Mahmoud Ahmadinejad. Di conseguenza, i programmi educativi un tempo pensati per aiutare a frenare la crescente popolazione del paese vengono ancora sistematicamente eliminati. Questo tipo di comportamento di indebolimento, ha detto Weisman, permette ad un grande fattore che sta dietro al cambiamento climatico di andare avanti.
Fatterelli
- 1/3 della crescita della popolazione del mondo è il risultato di gravidanze incidentali o indesiderate, secondo il World Population Fund tedesco.
- Nel mondo solo il 57,4% delle donne dai 15 ai 49 anni che sono sposate o accompagnate usano la moderna contraccezione e questa cifra crolla ad un solo 31% nei paesi meno sviluppati, secondo la World Health Organization.
- Ogni secondo ci sono 4,3 nascite ed 1,8 morti, per un aumento netto della popolazione di 2,5 persone al secondo.
- Monaco, in Francia, ha uno dei tassi di nascite più bassi del mondo: 6,72%, secondo l'ultima edizione del CIA World Factbook. Il Factbook osserva anche che il Niger in Africa conserva il più alto tasso di nascite del mondo: 46,12%.
- La popolazione mondiale è aumentata in soli 12 anni di un miliardo fra il 1999 e il 2011.
- Ogni 20 minuti, la popolazione umana cresce di circa 3.000 persone. E' circa la stessa quantità di tempo che ci vuole perché un'altra specie animale o vegetale si estingua completamente (il tasso di estinzione delle specie è di circa 27.000 all'anno).
- L'attività umana, la crescita della popolazione e l'urbanizzazione sono grandi forze motrici dietro alla perdita di ecosistemi come le barriere coralline, le paludi, il ghiaccio artico e le foreste pluviali. Nel caso delle ultime, queste un tempo coprivano il 14% delle terre emerse della terra, ora ne ricoprono un mero 6% e gli esperti stimano che le ultime foreste pluviali rimaste potrebbero essere consumate in meno di 40 anni.
- La World Health Organization dice che la crescita della popolazione, insieme al degrado ambientale, sono cause importanti che stanno dietro al rapido aumento delle malattie umane, inoltre contribuiscono alla malnutrizione di circa 3,7 miliardi di persone a livello globale.
- La recente esplosione della popolazione non è causata dall'aumento dei tassi di nascite, ma dalla diminuzione dei tassi di morti, con l'aiuto di medicina, rendimenti agricoli, urbanizzazione, tecnologia, educazione, prevenzione delle malattie e meno guerre.
- Più di un miliardo di persone nel mondo non ha cibo ed acqua potabile a sufficienza.