sabato 9 gennaio 2016

Quando la Terra si trova alla sua capacità massima

Da “Lariat”. Traduzione di MR (via Population Matters) 

Di Jonathan Anson


La Terra sta attraversando una pletora di problemi. La maggior parte di essi sono collegati all'eccessiva crescita della popolazione della razza umana. (Illustrazione di Anibal Santos)

Il cambiamento climatico continua a rimanere un problema controverso e spinoso. Il conflitto ha raggiunto un nuovo vertice coi governi del mondo che vedono sempre più necessario contrattaccarlo. Le Nazioni Unite considerano che il cambiamento climatico sia un enorme minaccia ed ha fornito ampi rapporti sul problema. Sperano di affrontare la causa che sta dietro al cambiamento climatico, cioè l'uso di combustibili fossili, lo spreco di energia e l'eccessivo consumo. Un altro fattore riceve ancora poca considerazione dai mezzi di informazione ed è tuttavia collegato con tutto questo: la crescita della popolazione.



Allison Camelot, presidente di dipartimento di sociologia al College di Saddleback, ha detto che la crescita della popolazione porta a problemi dovuti al conseguente comportamento umano. “Il cambiamento climatico globale è condizionato dall'industrializzazione e dalle attività agricole”, ha detto la Camelot. “Più gente ci sarà, più ne verrà condizionato”. La Camelot ha detto che il numero maggiore di persone nate porta a maggiori pressioni e problemi. “Con [l'aumento] della popolazione dobbiamo produrre più cibo”, ha detto la Camelot. “Alleviamo più bestiame. Ci sono più persone che usano l'elettricità, i trasporti, l'industria e l'aumento dei processi industriali aumenta il biossido di carbonio, ossido d'azoto, più inquinamento, gas serra che vengono emessi a causa dell'attività umana [che altera] lo strato d'ozono”.

Le Nazioni Unite concordano e trovano che l'eccessiva crescita della popolazione sia un problema. Gli aumenti di popolazione, secondo il loro sito ufficiale, “inaspriranno i problemi esistenti” come il crimine, i problemi economici, gli scontri culturali, le malattie e diversi problemi sociali come i diritti umani. L'organizzazione ha stimato con una certezza del 80'% che entro il 2100 la popolazione è prevista raggiungere una cifra fra i 9.6 e i 12,3 miliardi di persone. Uno studio del 2009 condotto alla Oregon State University aggiunge un altro problema alla lista. Secondo lo studio, uno dei maggiori contributi alle emissioni di carbonio è dovuto ad una singola azione: la riproduzione umana. “E' stata data grande attenzione ai modi in cui l'uso domestico dell'energia, il viaggiare, le scelte alimentari e le attività di routine delle persone alterino le loro emissioni di biossido di carbonio e, alla fine, i loro contributi al riscaldamento globale, ha detto lo studio. “Tuttavia, le scelte riproduttive di un individuo di rado vengono incluse nei calcoli dei loro impatti sull'ambiente”.

Date  le attuali condizioni in America, far  nascere un solo bambino aumenta le emissioni di una persona di 9.441 tonnellate come eredità di carbonio, suggerisce lo studio. Lo studio suggerisce ulteriormente che il solo atto aumenta l'impronta di carbonio di una persona di 20 volte in emissioni anche se una persona minimizza guidando una macchina che consuma poco, ricicla, usa elettrodomestici ad alta efficienza e lampade a basso consumo. Inoltre, gli individui devono cambiare le abitudini di stile di vita quando c'è  di mezzo la riproduzione, altrimenti ci sarebbero delle conseguenze.

“Ignorare le conseguenze della riproduzione può portare a gravi sottovalutazioni dell'impatto a lungo termine di un individuo sull'ambiente globale”, ha detto lo studio. Lo studio ha ulteriormente reso solide le prove per cui la crescita della popolazione è un fattore che sta dietro al cambiamento climatico. Il problema ha portato a risposte divergenti su come affrontare questo problema. I governi, come India e Cina, hanno cercato di abbassare i loro alti tassi di nascite, di solito tramite incentivi pensati per incoraggiare le persone ad avere meno figli. Nel caso della seconda, alle persone è permesso avere solo due bambini. Tuttavia, gli studi mostrano che i tassi di nascita, in particolare nelle società sviluppate come Germania, Giappone, America e Corea del Sud, sono in declino non a causa dell'intervento governativo, ma grazie alle decisioni volontarie dei singoli individui di limitare il numero di bambini che hanno o di non averne affatto.

Questa tendenza è notevole specialmente fra le generazioni più giovani. Uno studio dell' Urban Institute ha scoperto che i tassi di fertilità fra le donne della Generazione Y che vanno dai 20 ai 27 anni in America è diminuito, in virtù principalmente della grande recessione iniziata nel 2007. Tuttavia gli scienziati, secondo un recente studio della Pew Research, si preoccupano ancora della popolazione del pianeta in crescita più dell'opinione pubblica, nonostante tali diminuzioni. Si preoccupano di trovare una soluzione adeguata a questo problema. Il giornalista Alan Weisman offre qualche passo iniziale per trovarla nel suo libro “Countdown”: fornire una buona educazione, dare alle persone i mezzi per aiutarle a regolare il numero di bambini che hanno avuto e consentendo alle persone di accedere ad una libertà riproduttiva maggiore. Per provarlo, Weisman cita specificamente un programma di pianificazione famigliare di successo utilizzato in Iran iniziato  nel 1989 e finito nel 2006. Durante questo periodo, il paese ha goduto di accesso all'educazione sull'essere responsabili nell'avere figli insieme ad aiuti pensati per impedire gravidanze indesiderate, come ad esempio i contraccettivi.

Il tasso di nascite dell'Iran è sceso da un 3,2% del 1986 al solo 1,2% del 2001: una delle diminuzioni più rapide mai registrate nella storia. Tuttavia, il tasso di nascite ha iniziato di nuovo a salire a causa dello smantellamento di questi programmi sotto il regime fortemente conservatore del presidente Mahmoud Ahmadinejad. Di conseguenza, i programmi educativi un tempo pensati per aiutare a frenare la crescente popolazione del paese vengono ancora sistematicamente eliminati. Questo tipo di comportamento di indebolimento, ha detto Weisman, permette ad un grande fattore che sta dietro al cambiamento climatico di andare avanti.

Fatterelli


  • 1/3 della crescita della popolazione del mondo è il risultato di gravidanze incidentali o indesiderate, secondo il World Population Fund tedesco.
  • Nel mondo solo il 57,4% delle donne dai 15 ai 49 anni che sono sposate o accompagnate usano la moderna contraccezione e questa cifra crolla ad un solo 31% nei paesi meno sviluppati, secondo la World Health Organization.
  • Ogni secondo ci sono 4,3 nascite ed 1,8 morti, per un aumento netto della popolazione di 2,5 persone al secondo. 
  • Monaco, in Francia, ha uno dei tassi di nascite più bassi del mondo: 6,72%, secondo l'ultima edizione del CIA World Factbook. Il Factbook osserva anche che il Niger in Africa conserva il più alto tasso di nascite del mondo: 46,12%. 
  • La popolazione mondiale è aumentata in soli 12 anni di un miliardo fra il 1999 e il 2011. 
  • Ogni 20 minuti, la popolazione umana cresce di circa 3.000 persone. E' circa la stessa quantità di tempo che ci vuole perché un'altra specie animale o vegetale si estingua completamente (il tasso di estinzione delle specie è di circa 27.000 all'anno). 
  • L'attività umana, la crescita della popolazione e l'urbanizzazione sono grandi forze motrici dietro alla perdita di ecosistemi come le barriere coralline, le paludi, il ghiaccio artico e le foreste pluviali. Nel caso delle ultime, queste un tempo coprivano il 14% delle terre emerse della terra, ora ne ricoprono un mero 6% e gli esperti stimano che le ultime foreste pluviali rimaste potrebbero essere consumate in meno di 40 anni. 
  • La World Health Organization dice che la crescita della popolazione, insieme al degrado ambientale, sono cause importanti che stanno dietro al rapido aumento delle malattie umane, inoltre contribuiscono alla malnutrizione di circa 3,7 miliardi di persone a livello globale. 
  • La recente esplosione della popolazione non è causata dall'aumento dei tassi di nascite, ma dalla diminuzione dei tassi di morti, con l'aiuto di medicina, rendimenti agricoli, urbanizzazione, tecnologia, educazione, prevenzione delle malattie e meno guerre. 
  • Più di un miliardo di persone nel mondo non ha cibo ed acqua potabile a sufficienza. 

16 commenti:

  1. E' senz'altro un fatto positivo tornare a parlare di sovrappopolazione dopo decenni di silenzio mediatico. Il problema è come far uscire il tema dai circuiti di nicchia (come questo) e portarlo al grande pubblico dove furoreggia la narrativa inversa. Se oggi si chiede per la strada alle persone quale sia il problema demografico, moltissimi rispondono "la denatalità". Un assurdo abilmente costruito per ragioni politiche ed economiche di breve termine. Fortunatamente la maggior parte delle persone sembra meno stupida della propria classe dirigente e, man mano che la fiducia in un futuro migliore svanisce, anche la natalità tende (non dappertutto) a diminuire.
    Colgo l'occasione per violare un altro tabu con una domanda cui non so dare risposta, ma che è molto importante: Quanto gioca l'emigrazione nel mantenere altissimi i tassi di natalità in molti paesi?

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    1. Difficle (per me impossibile) rispondere in modo quantitativo, ma la dinamica mi pare un classico sistema della vasca da bagno, dove l'afflusso d'acqua è la fertilità, la vasca la capacità di carico del paese/nazione e il deflusso d'acqua è l'emigrazione. Mi sembra piuttosto ovvio che il deflusso-emigrazione permette di mantenere aperto l'afflusso della fertilità. Ma ovviamente le dinamiche non sono mai così semplici e lineari.

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    2. Non occorre, anzi direi proprio che è dannoso cercare di rispondere in modo quantitativo a questo problema.
      Perchè non esiste un numero che dia una risposta.
      Semmai esiste una funzione che è un insieme di numeri, ma non sarebbe nemmeno una funzione semplice ma un insieme di funzioni interdipendenti tra loro in un modo che non potrebbe essere compreso dalla maggior parte
      degli esseri umani se non in modo intuitivo.E neanche da una esigua minoranza in modo esauriente.
      Propongo lo slogan (questa volta l'anglosassone é insostituibile)
      Uno vale anche due.
      Chi non riesce a capire che cosa c'entri, ci provi almeno due volte.

      Il 2 è l'unico numero che é contemporaneamente il secondo numero naturale intero, il primo numero pari,
      il primo numero primo, l'unico numero primo pari, l'unico numero che per somma moltiplicazione ed esponenziazione dia lo stesso risultato(4),
      l'unico numero che insieme al 3 forma una coppia unica di un quadrato ed un cubo distanti una sola unità 8 e 9, ed é il numero che unifica la sfera ed il cubo in questo modo:
      La superficie di una sfera è esattamente 4 volte,il quadrato di due quindi,
      la area del suo cerchio massimo,in un cubo ci sono esattamente 6 facce e attorno ad un cerchio ci sono esattamente 6 altri cerchi identici.
      Questi sono fatti fondamentali, alla base della struttura di tutte le cose esistenti.

      Li ritroviamo combinati e ricombinati a livello submicroscopico e astrofisico.
      Niente di fumosamente occulto o elitariamente arcano.
      Allora, se in questo momento dell'eone planetario che ci vede presenti in massa su questo pianeta sappiamo riconoscere i rapporti che consentono la vita delle varie specie, possiamo anche accettare
      che ognuno di noi valga anche due e quindi non sia necessario raddoppiarci per conquistare altre mete.
      Oppure rassegnarci a vivere secondo il famoso titolo della commedia pirandelliana:
      Uno, nessuno , centomila.Che applicato come sappiamo è avvenuto nel secolo passato, ha portato inferni sulla Terra.

      Marco Sclarandis

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    3. sono rimasto stupito nel riuscire a parlare di questi argomenti con un nuovo collega, che sta cercando di informarsi in maniera razionale delle tematiche di cui trattiamo qui, e credo sia riuscito a scrollarsi di dosso molta della disinformazione in cui siamo immersi;
      adesso sta leggendo "2050 il futuro del nuovo Nord", di Laurence C. Smith;
      mi sono informato (non ho letto il libro), e dalle recensioni che ho letto credo l'autore abbia un approccio abbastanza rigoroso, sebbene parta, per elaborare le sue previsioni, da alcuni assunti, di cui alcuni estremamente improbabili, secondo me;

      ipotizza, fino al 2050:
      - niente rivoluzionarie invenzioni tecnologiche;
      - niente Terza guerra mondiale;
      - niente depressione economica perdurante;
      - niente pandemie;

      in pratica, nel suo studio hanno rilievo la demografia, le risorse naturali e il loro esaurimento, il sistema socio-economico globalizzato, i mutamenti climatici;

      la lente sotto cui si osservano questi cambiamenti è quella, forse provocatoriamente, dello sviluppo secondo logiche BAU (forse per dimostrarne l'assurdità?) e ne esce un quadro in cui il "NORD" (USA del nord, Canada, Siberia, Islanda, Groenlandia, penisola scandinava), a causa del ritiro dei ghiacci dell'Artico e al successivo sfruttamento sia delle risorse energetiche rese così disponibili, sia dei terreni con clima via via più favorevole ad agricoltura ed allevamento, sia (sigh) delle nuove rotte commerciali a Nord, sarebbe favorito e potrebbe prosperare (nonostante i tanti problemi come rilascio di metano, scioglimento permafrost ecc.);

      questa maggiore disponibilità di risorse pro-capite attirerebbe un gran numero di immigrati dal "SUD", che per tendenze per esempio climatiche se la passeranno sempre peggio;
      io credo che il quadro globale, molto sommariamente descritto, incontrerà profonde "discontinuità" in tempi brevi, ma d'altra parte alcuni trend tra cui quello dell'emigrazione verso NORD sono già innegabili e ci accompagneranno nel futuro (anche su questo blog si è parlato, a mio parere a proposito, dell'influenza del clima come uno dei motori delle migrazioni di massa cui stiamo assistendo);

      tutto questo per ricollegarmi alla domanda di Jacopo, io credo che la risposta sia affermativa, l'emigrazione è quello che rende tanti possibili "piccoli" collassi locali un unico grande collasso globale, alla fine;
      se un paese è giunto al limite, senza emigrazione ci sarebbe per forza crollo della natalità;
      è un'altra versione del paradosso di Jevons, se vogliamo;
      in un paese che ancora se la gioca, se responsabilmente si sceglie di limitare la propria procreazione, quello "spazio vuoto" verrà occupato da qualcun altro, in un quadro di accoglienza e assenza di regole e limiti sul tema della procreazione;

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    4. P.S.: nell'attesa di trovare il tempo di leggere questo libro, ed eventualmente di poterne dare a giusto titolo un parere, invito chi l'avesse già letto di correggere eventuali mie idee sbagliate, o di darne una propria impressione.
      grazie
      Guido

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    5. Per Marco
      Belli questi caleidoscopici movimenti di numeri!
      Pero' attenzione alla radice quadrata di due.
      Non e' razionale.
      (Lo ha detto Oddifreddi. Ambasciator non porta pena)

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    6. rileggendo meglio la domanda di Jacopo, riformulo meglio il mio punto di vista:

      se si tratta del solo tasso di natalità (a prescindere dall'aspettativa di vita di ogni new entry), credo che l'emigrazione potrebbe contare poco, conterebbero più fattori come istruzione, consapevolezza e informazione (per esempio riguardo disponibilità di risorse, e situazione politica e sociale a livello dal familiare al mondiale, oppure riguardo la situazione sanitaria);
      in pratica secondo me le donne continuerebbero a figliare, in presenza di emigrazione o meno, se inconsapevoli delle sofferenze a cui espongono i loro figli, del futuro incerto che li attenderà, credo sia x questo che nei paesi dove, anche se di cattiva qualità, c'è più informazione e cultura, la natalità (di popolazione "autoctona") sta diminuendo, perchè a livello inconscio (mediamente) forse qualcosa sta lavorando.. sebbene la qualità della vita sia ancora accettabile per molti .. una specie di consapevolezza inconscia sul futuro, se si può dire.. :)

      tornando ai paesi poveri, se l'emigrazione riesce a togliere pressione riguardo la disponibilità interna di risorse, e le donne hanno questa percezione, anche se immediata e non di lungo periodo, allora sì, metterebbero al mondo più bambini;

      per riassumere il mio pensiero, il fattore determinante ai fini della natalità credo sia la consapevolezza materna/famigliare riguardo la disponibilità di risorse;

      l'emigrazione può essere un elemento, come altri, che può modificare tale percezione;


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  2. i miei vicini cinesi, quarantenni, imprenditori 6 figli. I marocchini, quasi senza reddito, ma con molti aiuti pubblici, 3. I miei colleghi, tra gay, part time, mogli senza lavoro, 1 di media. Togliere la possibilità ai cinesi di lavorare 24 ore al giorno e gli aiuti a quegli altri sarebbe risolutivo, ma percorribile solo attraverso gravi crisi economiche mondiali e massiccio impoverimento generale. E' ovvio che dovrebbe poi essere imposto un regime di guerra con coprifuoco ed esecuzioni sommarie. Per ora il tutto è inapplicabile, ma più si aspetta, più le conseguenze saranno apocalittiche.

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    1. Rompere l'unità fiscale territoriale tout court prima che si frantumi da sola è un passo fondamentale.

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    2. Mago, a parte il fatto che sei simpaticissimo nelle tue descrizioni da 'Fuga da NY':), ti posso assicurare che i cinesi, almeno per quanto riguarda l'estero, lavorano 24 ore al giorno solo -o quasi- in Italia..altrove ci sono sanzioni così severe che qualsiasi impresa, alle condizioni in cui lavorano quì, chiuderebbe subito.
      s.

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    3. Anonimo delle 18:16, certo che la radice di 2 é un numero irrazionale!
      Ma non perchè l'ha detto Piergiorgio Odifreddi.
      E' dimostrato da secoli che è così, perché non esiste alcuna frazione che per sè stessa dà 2.
      Ed é una delle perle del ragionamento matematico di tutti i tempi.

      Marco Sclarandis

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  3. Lasciatemi diventar nonno
    e' l'ultima passione.
    Toglietemi pure la pensione
    e il servizio sanitario,
    mettetemi in cura dal veterinario.
    Svuotatemi il conto corrente
    come avete gia' fatto con tanta gente.

    Voglio essere vessato
    Da un nipote viziato.

    Poi quando vien la sera
    potro' togliermi la dentiera,
    indossare la vestaglia e andare a letto.

    Per sognare di vivere in un mondo perfetto.


    Eh! La vecchiaia gioca brutti scherzi!

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    1. molto cinica, ma magistralmente piacevole e realistica. Complimenti.

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    2. Si carino...
      Peccato che l'attuale sovrapopolazione dipenda molto dalla generazione dei nostri nonni.
      I miei nonni facevano i contadini, ora una cinquantina di nipoti si trovano terreno a sufficienza per fare l'orto privato.

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  4. Articolo prezioso e ben documentato, che (con buona pace degli implacabili natalisti di varia fede politica e/o religiosa) finalmente afferma che "il Re è nudo", ovvero (cercare di) risolvere gli attuali problemi ecologici ed economico-sociali ignorando la 'population bomb' globale in atto ormai da decenni è semplicemente impossibile! Interessanti anche i commenti di Massaro e di Simonetta...

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