domenica 31 gennaio 2016

400 anni di esplosione demografica

Da “The Conversation”. Traduzione di MR (via Population Matters)

Di James Cridland

Per quasi tutti i 200.000 anni di storia della nostra specie, la relazione dell'uomo con la Terra non è stata diversa da quella di qualsiasi altro animale. Tutta la loro energia veniva fornita direttamente dal Sole. La luce del Sole catturata dalle piante usando la fotosintesi veniva convertita in cibo e combustibile. Mangiavano radici, frutti e cereali (ed animali che mangiavano a loro volta radici, frutti e cereali) per fornire ai loro corpi energia. Bruciavano legna per tenersi al caldo e grasso per far luce di notte.

Era una strategia di successo per la sopravvivenza e in decine di migliaia di anni la popolazione umana si è diffusa su sei continenti. Tuttavia, parte di questo ciclo solare naturale, c'era un limite al numero di persone che il loro stile di vita poteva sostenere e il numero totale di abitanti fluttuava al di sotto dei 500 milioni e dipendeva da malattie, guerre e fornitura di cibo.

Poi, 350 anni fa, tutto è cambiato. Abbiamo iniziato a integrare il nostro fabbisogno energetico con carbone e petrolio (gli esseri umani hanno usato il carbone dalla preistoria, ma non su larga scala). Si trattava ancora di energia proveniente dai raggi del Sole, ma in questo caso raggi vecchi di milioni di anni. In meno di due secoli la popolazione umana è esplosa, raddoppiando in dimensione fino ad 1 miliardo di persone. Da allora ha continuato a crescere, ma il tasso di cambiamento è aumentato significativamente. Ci sono voluti 100.000 anni per raggiungere il primo miliardo di persone. Oggi stiamo aggiungendo un miliardo ulteriore ogni 12 anni. Il risultato è un enorme pressione su tutte le risorse naturali. Negli ultimi due decenni assisteremo ad aumenti enormi della domanda di energia, cibo ed acqua – una tempesta perfetta.




Confronto delle stime della popolazione mondiale. La crescita è rallentata – ma è ancora non sostenibile. Max Roser / OurWorldInData, CC BY-SA

Questo è il nostro quarto secolo di crescita esponenziale della popolazione. In passato, gli esseri umani hanno affrontato la combustione di raggi solari fossilizzati sotto forma di carbone, petrolio e gas e espandendo la quantità di terra in regime di coltivazione o usando più fertilizzanti prodotti artificialmente. Ma quelle soluzioni non funzionano semplicemente più, non ultimo a causa del cambiamento climatico antropogenico causato dal rilascio di biossido di carbonio dalla combustione di quei combustibili fossili. Le riserve che ci rimangono di raggi solari fossilizzati sono più difficili da ottenere e stiamo finendo acqua dolce e posti nuovi da coltivare. Un nuovo studio di miei colleghi ha scoperto che un terzo delle terre coltivabili del mondo sono state perse per inquinamento ed erosione negli ultimi 40 anni.

Guardando al futuro, la domanda chiave non è semplicemente: “quante persone ci saranno?” ma piuttosto “come vivranno?”.

Nel 2012, la Royal Society ha cercato di affrontare questo problema in una pubblicazione chiamata Le persone e il pianeta. La conclusione franca di questo rapporto è stata che nelle economie sviluppate e in quelle emergenti, il consumo ha raggiunto livelli insostenibili e deve essere ridotto immediatamente. Il rapporto sostiene che l'aumento della popolazione “comporterà la riduzione o la trasformazione radicale del consumo materiale dannoso, delle emissioni e l'adozione di tecnologie sostenibili. Questo cambiamento è cruciale per assicurare un futuro sostenibile per tutti”.

Ci siamo passati già molte volte prima. Tutta la storia umana è essenzialmente la storia – anche se di solito su scala locale – della crescita della popolazione e della competizione per le risorse. Sin dai tempi antichi le guerre sono state combattute per la terra, l'acqua, il cibo, i combustibili, i metalli ed altro capitale naturale, mentre molte civiltà hanno anche subito la distruzione in conseguenza di malattie, carestie e scarsità.


I ricercatori hanno analizzato 2.000 anni di dati climatici cinesi ed hanno scoperto periodi turbolenti in corrispondenza con anni di siccità. La battaglia di Oroi-Jalatu, 1756.

Dove abbiamo superato queste sfide in passato sono invariabilmente ingegnosità ed innovazione che hanno fornito la soluzione. E ci serviranno quelle stesse qualità in abbondanza, perché non abbiamo mai dovuto affrontare problemi di questa grandezza in precedenza, né su scala globale.

Raggiungere questo obbiettivo è possibile e realistico, ma non sarà facile.

Non avverrà per caso e porterà cambiamenti per tutti noi, sia nel modo in cui viviamo sia in quello che consumiamo. E' senza dubbio la sfida più grande della nostra epoca.

Questa affermazione non intende rimpicciolire l'impatto del cambiamento climatico, ma le ripercussioni del riscaldamento globale dureranno decenni; abbiamo del tempo per adattarci e rispondere alle conseguenze. Al contrario stiamo già vivendo coi risultati della crescita esplosiva della popolazione: aumento del prezzo dei combustibili e cibo, guerre, immigrazione, carestia, mancanza di energia ed incertezza economica.

Questi problemi colpiscono tutti noi e sono tutti una conseguenza diretta dell'aggiunta di un milione di persone alla popolazione mondiale ogni cinque giorni.

I grandi problemi di solito necessitano soluzioni radicali, ma ci sono motivi veri per essere ottimisti. Fondamentalmente, dobbiamo riconnettere l'economia globale col Sole e vivere sulla base dei nostri mezzi, proprio come facevamo in passato. Catturare una sola ora di luce solare che raggiunge la Terra – una piccola percentuale del potenziale della nostra stella – soddisferebbe il nostro fabbisogno energetico globale per un anno intero.

Sfruttare la potenza del Sole ci permetterà di soddisfare il fabbisogno in aumento di cibo ed energia della popolazione mondiale nel contesto di un clima incerto e di un cambiamento ambientale globale.

Le strade sostenibili verso la sicurezza energetica ed alimentare possono essere trovate, ma il tempo è essenziale. E il tempo stringe.