domenica 9 agosto 2015

Le emissioni di CO2 minacciano una crisi degli oceani

Da “BBC”. Traduzione di MR (via Bodhi Paul Chefurka)

Di Roger Harrabin, analista ambientale della BBC


Un rapporto importante avverte che la vita nei mari verrà cambiata in modo irreversibile, a meno che le emissioni di CO2 della società industriale non vengano tagliate drasticamente.


Gli scienziati hanno avvertito che la vita marina sarà irreversibilmente cambiata a meno che le emissioni di CO2 non vengano tagliate drasticamente.

Scrivendo su Science, gli esperti dicono che gli oceani si stanno riscaldando, stanno perdendo ossigeno e stanno diventando più acidi a causa del CO2. Avvertono che l'aumento massimo di temperatura di 2°C del cambiamento climatico concordato dai governi non impedirà impatti drammatici sui sistemi oceanici. E dicono che la gamma di opzioni si sta riducendo man mano che il costo di quelle opzioni va alle stelle. Ventidue grandi scienziati del mare a livello mondiale hanno collaborato al rapporto di sintesi in una sezione speciale della rivista Science. Gli scienziati dicono che gli oceani sono in grave pericolo a causa della combinazione di minacce collegate al CO2. Credono che i politici che stanno provando a risolvere il cambiamento climatico abbiano dato troppo poca attenzione agli impatti del cambiamento climatico sugli oceani. E' chiaro, dicono, che il CO2 risultato dalla combustione di combustibili fossili sta cambiando la chimica dei mari più rapidamente di qualsiasi altro periodo dall'evento catastrofico conosciuto come la Grande Moria, 250 milioni di anni fa. Avvertono che l'oceano ha assorbito quasi il 30% del biossido di carbonio che abbiamo prodotto dal 1750 e, visto che il CO2 è un gas leggermente acido, sta rendendo l'acqua di mare acida. Ha anche tamponato il cambiamento climatico assorbendo oltre il 90% del calore addizionale creato dalla società industriale dal 1970. Il calore supplementare rende più difficile per l'oceano trattenere l'ossigeno.

'Cambiamento radicale'

Diversi esperimenti recenti suggeriscono che molti organismi possono sopportare il riscaldamento futuro che ci si attende che il CO2 porti, o la diminuzione del pH, o la minore quantità di ossigeno... ma non tutto insieme. Jean-Pierre Gattuso, autore principale dello studio, ha detto: “L'oceano è stato considerato poco nei precedenti negoziati sul clima. Il nostro studio fornisce argomentazioni convincenti per un cambiamento radicale alla conferenza dell'ONU (a Parigi) sul cambiamento climatico”.



Gli oceani sono a forte rischio a causa di una combinazione di minacce

Gli scienziati avvertono che il carbonio che emettiamo oggi potrebbe cambiare il sistema terrestre in modo irreversibile per molte generazioni a venire. Carol Turley, del Laboratori Marino di Plymouth e coautrice, ha detto: “L'oceano è la linea del fronte del cambiamento climatico con la sua fisica e chimica che vengono alterate ad un tasso senza precedenti, tant'è vero che gli ecosistemi e gli organismi stanno già cambiando e continueranno a farlo man mano che emettiamo più CO2. “L'oceano ci fornisce cibo, energia, minerali, medicamenti e metà dell'ossigeno dell'atmosfera e regola il clima e il meteo. Stiamo chiedendo ai legislatori di riconoscere le potenziali conseguenze di questi cambiamenti drammatici e innalzare il profilo dell'oceano nei colloqui internazionali dove, fino ad ora, sono stati a malapena menzionati”. Gli scienziati dicono che è probabile che l'acidificazione alteri la riproduzione, la sopravvivenza delle larve e la loro alimentazione e i tassi di crescita degli organismi marini – specialmente quelli con gusci o scheletri di carbonato di calcio.

Strada pericolosa

Gli autori dicono che quanto diversi fattori di stress lavorano insieme, di tanto in tanto si cancellano a vicenda, ma più spesso moltiplicano gli effetti negativi. Gli esperti dicono che protezione delle coste, pesca, acquacoltura, salute umana e turismo saranno condizionati dai cambiamenti. Avvertono che: “Serve una immediata e sostanziale riduzione delle emissioni di CO2 per impedire impatti massicci e di fatto irreversibili sugli ecosistemi oceanici ed i loro servizi”. Il professor Manuel Barange, direttore del Laboratorio Marino di Plymouth, ha detto: “Il cambiamento climatico continuerà a colpire gli ecosistemi oceanici in modi molto significativi e la società deve prenderne atto e rispondere. Alcuni ecosistemi e servizi avranno un beneficio dal cambiamento climatico, specialmente a breve termine, ma nel complesso gli impatti sono prevalentemente negativi. “impatti negativi sono in particolare attesi nelle regioni tropicali ed in via di sviluppo, aumentando così potenzialmente difficoltà già esistenti in termini di sicurezza alimentare e di mezzi di sussistenza. Ci stiamo permettendo di viaggiare su una strada strada eccezionalmente pericolosa e lo stiamo facendo senza una valutazione delle conseguenze che avremo di fronte”.

12 commenti:

  1. Ma dato che "una immediata e sostanziale riduzione delle emissioni di CO2 per impedire impatti massicci e di fatto irreversibili sugli ecosistemi oceanici ed i loro servizi" NON ci sarà, che cosa accadrà ? Oppure potrebbe anche darsi che da domani tutti capiranno e si farà finalmente (e tempestivamente) qualche cosa di un po' più serio? Scusatemi se non ci credo molto. Non vorrei certo offendere ne l'intelligenza umana ne la morale collettiva e neppure la sempre presente capacità di guardare la realtà in faccia e di capire e di fare. Ed in particolare lì dove si tratta non solo di far cambiare gli altri ma di cambiare se stessi ed il sistema intero. (del C, e da capo a fondo)

    RispondiElimina
  2. Articolo che conferma che stiamo distruggendo il mondo e che SE vogliamo salvarlo SI, lo possiamo fare, ma bisogna volerlo.
    Ma purtroppo, ogni giorno che passa, è sempre più difficile salvare il mondo.

    Tiziano

    RispondiElimina
  3. venerdì mi sono soffermato davanti al cippo che commemorava lo sfondamento della linea gotica da parte del 381' fanteria statunitense. Dall'altra parte Hitler si disperava perchè se la Germania avesse perso la guerra, l'Europa sarebbe stata invasa da africani, asiatici, cubane e sudamericani. Purtroppo chi vince, ha sempre ragione; così è stato per i pellerossa, così sarà per questo pianeta. Se ci sarà un'altra specie intelligente su questo pianeta, bisognerebbe trovare il modo di informarla, perchè non facesse gli stessi errori degli umani.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Senza evocare nuove specie intelligenti o miracolose prese di coscienza di7,3 miliardi di portatori malti di diritti individuali, alla prima diminuzione della produzione cerealicola oltre il 5% cominceremo ad usare il napalm per bruciare i barconi in randa in loco ed a spendere molto di più in mezzi militari e meno in monte stipendi .

      Elimina
    2. Continua: e non parlo di qui a 10 anni...

      Elimina
  4. Come per il titanic
    Come per Hitler (La Caduta - Gli ultimi giorni di Hitler)
    Continuiamo a ballare ed ubriacarci sognando una soluzione che non avverrà

    RispondiElimina
  5. Mi dispiace, ma l'articolo omette TUTTI i dati più importanti, evidenziando quelli relativi.

    Dall'inizio dell'era industriale ad oggi, secondo alcuni (verificherò i calcoli) il pH degli oceani è passato da 8,25 a 8,14, quindi si è acidificato di 0,11.

    Se prendiamo: 1 ppmp (1 parte per milione in peso) di tutta l'acqua degli oceani essa corrisponde a 1337 Gt di acqua. Se sostituita da 1 ppmv (parte per milione in volume) di CO2, essa sarà pari a 3268 Gt di CO2.

    Se bruciassimo tutte le riserve di combustibili fossili che conosciamo, produrremmo 2812 Gt di CO2 di cui solo il 40% andrebbe a finire negli oceani (1124 Gt)

    Quindi, Tutta la CO2 che l'uomo potrà mai emettere corrisponde a 0.3 ppmv di acqua di mare in CO2.

    Questi annunci mi sembrano un pò esagerati, comunque predisporrò delle pagine internet per poter effettuare (chiunque) i calcoli per constatare la situazione, e verificare anche di quanto l'oceano si acidificherebbe se bruciassimo tutti i combustibili fossili.

    RispondiElimina
  6. Semi-OT:
    Questa mattina alle 7:00 mi alzo e guardo le previsioni del tempo per capire se era il caso di andare al mare oppure no:
    Previsioni per Siracusa per le ore 9:00, temperatura prevista:
    20°C su 3BMETEO.IT
    25°C su ILMETEO.IT
    30°C su METEO.IT

    Domanda:
    una previsione della temperatura per le ore successive, che dovrebbe essere perfetta al 100%, come fanno 3 siti internet delle previsioni del tempo a dare una differenza max di 10°C tra chi prevede la temperatura più bassa e chi quella più alta?

    Speriamo che gli esperti climatici abbiano una precisione migliore...

    RispondiElimina
  7. Tutti i consumi di combustibili fossili dal 1850 al 2014 equivalgono a 1628 Gt di CO2 emessa nell'aria, questo ha causato (secondo gli esperti) un'acidificazione degli oceani di 0,11 unità di pH, passando da 8,25 a 8,14.

    Le riserve di combustibili fossili equivalgono a 2812 Gt di CO2, quindi il pH dovrebbe ridursi all'incirca a 8 (-0,14) visto che non è lineare, ma logaritmico.

    Se poi ci aggiungiamo che le alghe marine assorbiranno parte di questa CO2 con aumento del nutrimento per tutti gli esseri acquatici superiori,riassorbendo la CO2 come segnalato nell'articolo:

    "Gli autori dicono che quanto diversi fattori di stress lavorano insieme, di tanto in tanto si cancellano a vicenda"

    Non penso che un pH uguale ad 8 cambi la situazione degli oceani. Ok dire che l'oceano si sta acidificando, ma bisogna evidenziare che questo valore è veramente minimo.

    Fino ad un pH = 7.7 le influenze per la vita del mare sono quasi nulle.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma sei biologo marino? Credo che bisognerebbe ascoltare quello che dice chi studia il fenomeno, piuttosto che avventurarsi in calcoli. L'acidità o la basicità di un elemento (in questo caso l'acqua) è un equilibrio estremamente delicato. Il sangue umano mantiene un'acidità costante, grazie a meccanismi di compensazione, valori di poco al di sopra o al di sotto significherebbero la morte. Per una frazione di punto percentuale potrebbe non formarsi pienamente l'esoscheletro dei molluschi, per esempio, o formarsi male e debole, mettendo a rischio l'intera specie. Esiste già il fenomeno del 'bleaching' della barriera corallina, dovuto proprio all'acidificazione. Affermare che le influenze sulla vita del mare sono quasi nulle, ammesso ma non concesso che il calcolo fatto abbia senso, è leggermente avventato.

      Elimina
    2. La natura non lascia niente di sprecato.
      Ogni luogo che si libera dal predominio di una specie, viene occupato da un'altra specie.
      Faccio un esempio.
      L'acidità dei terreni, dovuta alle piogge acide, fa morire alcuni boschi; altre piante che prediligono i terreni acidi, vi si insediano.

      E' come quando usiamo un antibiotico per uccidere dei batteri, esso deve essere usato con molta cautela, in quanto dei batteri antagonisti possono prendere il sopravvento.

      Della serie:
      Se ci saranno delle specie che non si adegueranno al cambiamento del pH (anche se minimo), semplicemente verranno rimpiazzate da altre specie che, nel nuovo pH, trovano il loro ambiente ideale.

      Anche il cambiamento climatico che c'è stato negli ultimi 250 milioni di anni, ha fatto scomparire fauna e flora?
      Assolutamente no!
      Semplicemente sono state rimpiazzate da altre specie.

      Elimina
    3. Nel Permiano il cc ha fatto scomparire il 95% delle specie. E la sostituzione delle specie di fatto sta già avvenendo: meduse al posto delle altre specie. A parte che questo ha ripercussioni catastrofiche anche su di noi (se scompare la barriera corallina scompare tutta una serie di specie che dipendono da essa e sono la base alimentare di miliardi di persone) e che i processi evolutivi sono molto più lenti di quanto non li stiamo spingendo noi, quindi la sostituzione non è assolutamente certa, poiché tutte le specie marine sono interdipendenti e si sono evolute in determinate condizioni. Ma anche se non fosse così, che diritto abbiamo noi di decidere quali specie vivono e quali si estinguono?

      Elimina