martedì 7 luglio 2015

Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?



"Scegli di pensare positivo! Sollevati con pensieri esaltanti
 e la tua vita sarà piena di colore e luminosa!"
I social media pullulano di citazioni e frasi ad effetto che invitano a salvaguardare e perseguire i propri sogni, quali che siano le difficoltà incontrate nel realizzarli.   Esortano a mantenere la capacità di immaginare un fulgido avvenire, anche quando tutto vi crolla addosso.   A mantenere aperta la finestra sul futuro, anche durante la tempesta.   Eccetera.

Un atteggiamento tipico del nostro tempo che pare un paradosso.   Proprio la nostra cultura che, più di ogni altra, si fa un vanto di essere eminentemente materialista e pratica, invita ad essere sognatori.   E, paradosso nel paradosso, proprio la nostra società positiva e propositiva,  è composta da una quantità senza precedenti di  depressi ed altri malati mentali  (circa il 25% della popolazione europea, (che non è quella messa peggio del Pianeta) cui si devono aggiungere una miriade di persone affette da malattie psicosomatiche croniche come bulimia, anoressia, obesità ecc.  
Certo, dietro l’andamento epidemico di queste ed altre patologie si trovano sistemi complessi di concause; ma rimane il fatto che, perlomeno in occidente, un sacco di gente si fa un dovere di pensare positivo, mentre è in qualche misura depressa.

E per mantenere ben salda la propria visione del bicchiere mezzo pieno, si raccomanda di evitare come la peste “quelli che hanno un problema per ogni soluzione”, amichevolmente etichettati corvi, cassandre o gufi.   Spesso si raccomanda anche di limitare l’accesso a cattive notizie ed alle analisi delle medesime, per concentrarsi sulle buone nuove, o sulle analisi che danno una visione almeno parzialmente positiva delle situazione.   Soprattutto, bisogna sempre porre i evidenza  i possibili sviluppi positivi anche delle peggiori situazioni o, quantomeno, indicare una strada per “uscire dal tunnel”.

Una vera industria  da molti miliardi  fatturato annuo si è sviluppata su questa filiera, sfornando libri, dischi, musica, video ed oggetti di ogni genere.   Oppure servizi variamente specializzati che vanno dalle conferenze pubbliche, fino ai “personal coach” cui fanno sempre più spesso ricorso proprio i vertici della società, come gli amministratori delle grandi compagnie.   Passando per ogni sorta di ausilio chimico, legale e non.   Organizzazioni di cospicue dimensioni si sono sviluppate intorno al soggetto ed il “messaggio” ha ormai influenzato l’intera nostra cultura.

Alla fine ogni difficoltà è anche un’opportunità.   O no?

Certamente essere depressi e deprimenti, piangersi addosso e lagnarsi di ogni cosa che accade  non aiuta.   Ma al di là di questo, siamo certi che “essere positivi” sia poi così positivo?

Prendiamo in esame i capisaldi principali di questa filosofia nata, a quel che ne so, in USA alla fine del XIX secolo con l’etichetta di “New Thought “ (nuovo pensiero) come reazione alla mortale tetraggine dell’epoca, in particolare nelle comunità calviniste.   Ne nacque “Chistian Science”, prima di trovare la sua strada per diventare un’industria di successo, passando per la “controcultura” degli anni ’70.
"Una vita positiva è una pratica di principi.
Pescane uno o più:
1 leggi qualcosa di positivo
2 ascolta qualcosa di positivo
3 condividi qualcosa di positivo

Un prima pretesa è che avere un atteggiamento ottimista favorisca la buona salute.   Questo è probabilmente vero finché si tratta di ridurre l’incidenza di patologie di natura schiettamente psico-somatica.    Viceversa, la diffusa pretesa che “pensare positivo” possa aiutare a prevenire e combattere malattie come cancri, infezioni, crisi cardiovascolari ecc. non ha, che io sappia, il benché minimo supporto scientifico.

Semmai il contrario, in quanto un eccessivo ottimismo porta a sottovalutare sintomi e rischi.   Casomai, può aiutare i malati a sopportare meglio le sofferenze, ma può anche portare a reazioni come disperazione e suicidio,  a seconda di come l’evolvere degli eventi reali interagisce con la mente del malato.   Di solito, quando si abbandona un atteggiamento eccessivamente orientato in una direzione,  finiamo con l’abbracciare l’eccesso opposto.

Una seconda grande pretesa del “Pensiero positivo” è che possa avere importanti effetti sull'economia.   Questo è certamente vero per le finanze private di coloro che sanno sfruttare commercialmente il filone, ma economisti e politici pretendono spesso che avrebbe effetti positivi a livello di PIL nazionale e globale.   Di qui gli appelli sempre più disperati all'ottimismo, trascurando il fatto che proprio un eccesso di ottimismo è da sempre una delle principali componenti di quelle bolle speculative che, sempre più spesso, stanno devastando la finanza e l’economia.

"La più grande scoperta di tutti i tempi
è che una persona può cambiare il suo
futuro semplicemente cambiando il
suo atteggiamento."
La terza grande scoperta del “pensiero positivo” è che questo pare abbia il magico potere di realizzare i desideri.   Questo intendeva Berlusconi con la sa celebre frase “i poveri sono gente diseducata al benessere”.

Di qui l’invito ad essere dei tenaci ed ispirati sognatori.  Una vera mistica si è col tempo sviluppata intorno a quest’idea che, in casi estremi tutt'altro che rari, porta a considerare l’universo come una specie di self-service in cui ognuno può trovare ciò che cerca.   Con o senza rituali specifici, il segreto sta tutto nel rimanere concentrati sui propri desideri e credere fermamente, intimamente che si realizzeranno.   Il desiderio avrebbe infatti la forza di produrre gli eventi necessari grazie alla “legge di attrazione”.    Una specie di gravitazione universale in cui però qualcosa di immateriale, il pensiero, riuscirebbe a influenzare il comportamento di oggetti materiali, come i bussolotti della lotteria.

Anche in questo caso qualcosa di vero sicuramente c’è, senza ricorrere a ipotetiche nuove leggi della Natura.   E’ evidente che, se desideriamo fermamente qualcosa, tutte le nostre azioni e decisioni saranno coerenti con il nostro scopo e questo non può che aumentare la probabilità di raggiungerlo.  

Ma solo nella misura in cui ciò è reso possibile dalle circostanze e non contrasta con desideri altrui altrettanto ben supportati.   Ad esempio, ricevere in regalo un maglione viola è possibile, mentre non lo è ricevere una Ferrari, a meno che non siate già miliardari.   Viceversa, può essere possibile un avanzamento in carriera, a condizione che la ditta per cui si lavora se lo possa permettere e si riescano ad impressionare positivamente i propri superiori.   Ma se la ditta ristruttura o fallisce, tutta o buona parte dei suoi dipendenti saranno licenziati, quali che ne siano i desideri e l’atteggiamento.

Proprio questo punto, non a caso, è divenuto una leva importante per l’industria del pensiero positivo. Soprattutto in USA ed in Asia, non solo i vertici aziendali sono spesso dei convinti assertori della “legge di attrazione”, ma anche, e più prosaicamente, si sono resi conto che diffondere un certo atteggiamento nei dipendenti li induce a lavorare di più, tollerando condizioni peggiori.   E quando tutto va male, accettano più facilmente il licenziamento.   Di qui consistenti investimenti per distribuire materiali e servizi finalizzati a “motivare” il personale.

Nella peggiore delle ipotesi, il fallimento non sarà una responsabilità del CEO che ha investito miliardi in titoli spazzatura o ha fatto debiti impagabili; bensì dei dipendenti che non hanno un atteggiamento sufficientemente positivo.

Insomma, come esiste una scuola di pensiero secondo cui la responsabilità di ciò che va male non è mai delle persone, bensì interamente della società iniqua, è ben radicata la scuola opposta, secondo cui se ti cade un vaso in testa è colpa tua.   Addirittura può anche darsi che, inconsciamente, tu desiderarsi di fratturarti il cranio.   Anzi, il restare invalido a vita è un dono della sorte perché, se ne sarai capace, sarà proprio ciò che ti permetterà di realizzarti.

Quasi tutti, oggi, hanno un grande sogno nel cassetto.   Abbiamo detto all'inizio che questo è considerato un fatto socialmente molto positivo.   Tuttavia, vorrei ricordare che tutti gli uomini più nocivi della storia avevano un grande sogno ed erano profondamente convinti che realizzarlo avrebbe portato grandi vantaggi per tutti (i sopravvissuti).    Ma anche senza scomodare gli spettri di Hitler o di Pol Pot, quali conseguenze sta avendo ed avrà l’incapacità degli umani a mettere una pietra sopra al sogno di un benessere crescente per un numero indefinito di persone su di un piccolo pianeta sospeso nel vuoto cosmico?   E’ molto probabile che alcuni miliardi di persone moriranno nel corso dei prossimi decenni  in omaggio a questa incrollabile fede.   Il più grande sacrificio umano della storia.

Pensa positivo
e cose positive accadranno.
Per molti anni, gli scettici hanno avuto buon gioco chiedendo quali sarebbero le basi scientifiche circa questa fondamentale “legge di attrazione”, ottenendo imbarazzati silenzi o pasticciati sermoni.   Da alcuni anni però la creatività dei guru del settore ha scoperto la fisica quantistica.   O, meglio, hanno scoperto che una vulgata del  “gatto di  Schrödinger”, era esattamente quello che ci voleva per dare un abito apparentemente scientifico a tutta la costruzione.
In estrema sintesi, l’idea è che poiché il campo quantico è totipotente e collassa in qualcosa di definito interagendo con l’osservatore, ne consegue che ognuno di noi è il demiurgo della propria realtà.    Il gatto è contemporaneamente vivo e morto, sono io che, aprendo la scatola, inconsciamente decido quale realtà desidero.   Quindi, se acquisisco la capacità di controllare il mio inconscio, posso decidere cosa troverò prima di aprire.   Se il flusso di energia può influenzare la materia ed il pensiero è una forma di energia, risulta assodato che il pensiero può modificare la materia.

Che il principio di indeterminatezza sancisca che non sia possibile conoscere contemporaneamente tutte le proprietà di una particella, ad es. un elettrone,  e non il fatto che  sia possibile spostarlo con il pensiero rimane ovviamente un fatto trascurabile.   Come la questione che l’osservazione influenza le particelle semplicemente perché la trasmissione di informazione comporta comunque un flusso di energia/materia (ad es. un fotone) l’impatto col quale ovviamente altera lo stato di particelle abbastanza piccole da essere influenzate da 6,62x10 -34  Js.

Ciò significa che un elettrone ha, si, ampi margini di libertà, ma la sua carica elettrica non cambia; mentre protoni e neutroni sono abbastanza grossi da essere influenzati molto marginalmente da quantità di energia così piccole.
Ho il sospetto che Hawking si sia ridotto così leggendo certa letteratura “motivazionale”.

"Io sono mezzo pieno" "Io sono mezzo vuoto"
"Io penso che questo è piscio"
Insomma, per tornare al titolo, il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto?

Io penso che faremmo bene a porci la questione in altra maniera.  Per esempio vorrei sapere: a) cosa contiene? b) sta aumentando o diminuendo? c) le sue caratteristiche chimico-fisiche sono costanti o stanno cambiando? d) cosa c’è intorno al bicchiere? e) chi ha messo quel liquido nel bicchiere? f) Perché lo ha fatto?  Eccetera.

Questo non è pensiero né positivo, né negativo. E’ pensiero sistemico.   Ma il pensiero sistemico è un viatico al successo personale?   Penso proprio di no.   Personalmente, conosco parecchie persone che vanno forte in questo campo e che, al meglio, riescono a campare mediamente.   Qualcuno invece si sta vendendo la casa perché non ce la fa più a pagarci le tasse.

Contemporaneamente molti guru del “pensiero positivo” sono diventati milionari.   Vuoi vedere che, alla fine, hanno ragione loro?   O no?