lunedì 16 marzo 2015

La popolazione è il vero problema

Dalla pagina FB di Bodhi Paul Chefurka. Traduzione di MR


C'è una vecchia argomentazione ripetuta su cosa abbia più impatto sul pianeta – la popolazione o il consumo, i nostri numeri o i nostri livelli di attività. Ho creduto per diversi anni che i livelli di attività, o il consumo, siano il fattore chiave, uno che dovrebbe essere affrontato anche più urgentemente della crescita della popolazione. Tuttavia, sto per cambiare i miei punti di vista. Mentre il nostro consumo è di fatto la causa immediata dell'impatto ambientale umano, mi sono reso conto che la popolazione è in realtà la chiave del puzzle in alcuni modi non banali.

Gli scienziati Luis Bettencourt e Geoffrey West (ex direttore dell'Istituto Santa Fe) hanno pubblicato una serie di saggi sulla relazione dell'attività umana con le popolazioni delle città. Ciò che hanno scoperto è che le attività che si basano sulla creatività umana (comprese le attività economiche e di ricerca e sviluppo) hanno seguito una curva di crescita che è collegata alla popolazione. Man mano che la popolazione di una città aumenta, la sinergia raggiunta mettendo più persone in contatto più ravvicinato fra loro causa che i livelli della loro attività crescano più rapidamente della popolazione. Bettencourt e West hanno identificato un'equazione conosciuta come “legge di potenza” che ne descrive l'effetto, ne ho parlato brevemente in una nota su FB sul fenomeno dello scaling superlineare.

Di recente ho lavorato ulteriormente sulla connessione fra la nostra popolazione mondiale in crescita e la crescita dell'attività umana complessiva come viene rappresentata dal PIL a dollaro costante nel periodo dal 1950. Essenzialmente, ho considerato il mondo come una singola “città” la cui popolazione cresce nel tempo. Ciò che ho scoperto valida le scoperte di West e Bettencourt a livello globale. Man mano che la nostra popolazione cresce, la nostra attività economica creativa (e quindi il nostro impatto planetario) cresce anche più rapidamente, con una connessione di legge di potenza chiaramente osservabile fra le due. Inoltre, l'esponente che collega le due è altamente superlineare – un valore notevole di 2,65 negli ultimi 60 anni. In altre parole, quando la nostra popolazione raddoppia, la nostra attività economica, ed i suoi conseguenti impatti ambientali, aumenta di sei volte.

Il grafico dimostra questa connessione. La linea blu è il PIL reale dal 1950. La linea rossa mostra la curva del PIL da me calcolata derivata dalla sola popolazione mondiale usando l'equazione della legge di potenza mostrata nel grafico. Come potete vedere, la correlazione è notevolmente stretta.
Questo mi suggerisce che senza accordi internazionali draconiani per regolare l'attività economica, fino a quando la nostra popolazione continua a crescere, il nostro impatto sul pianeta continuerà a surclassarla. Ciò è dovuto alla sinergia creativa del numero di persone in aumento, che sono collegate sempre più da vicino all'interno della “città” globale, attraverso le reti di trasporto e comunicazione in espansione.

25 commenti:

  1. Buongiorno.

    La popolazione è il vero problema.
    La tecnologia è il vero problema.
    L'antropocentrismo è il vero problema.

    Credo che sia questa la triade che costituisce il problema (ecologico).
    .- Molti diranno che no, la tecnologia può aiutare a stare meglio : forse la fotovoltaica, se inserita in un contesto di decrescita e di abbandono dei combustibili fossili, per il resto credo che faccia più danni che guadagni.
    .- La popolazione, all'attuale livello di 7 miliardi e 300 milioni, è abnorme : causa di innumerevoli problemi.
    Se uno inquina per uno, miliardi inquinano per miliardi.
    .- Molti diranno che l' Uomo è più importante rispetto agli altri esseri viventi : ma non è così. NO.

    Gianni Tiziano

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    1. Aridaglie con sta tecnologia, ma non lo capite che vi rendete palesemente ridicoli affermando una tale aberrante menzogna? La tecnologia è un mezzo e un mezzo non è bene o male ma ne è buono o cattivo l'uso che ne fai.
      Come fate a convincere la massa del problema imminente se fate affermazioni così stupide? Allora anche l'istruzione è un male perche a causa dell'istruzione vengono a crearsi nuovi bisogni (per la mente). Allora anche la medicina che vi permette cure miracolose e una vita più sana e longeva.
      Quando si spiega una cosa e l'altra persona non capisce ci sono solo due alternative:
      1) è in mala fede, comprende quello che si dice ma volutamente fa finta di non capire
      2) è in buona fede ma è stupida, quindi anche se gli si spiegano le cose non può capirle

      Il fatto che la tecnologia sia un MEZZO è un fatto OGGETTIVO e che la sua bontà dipenda da come venga utilizzata è un fatto OGGETTIVO.
      Se non avessimo i satelliti per monitorare lo stato del clima, come lo fareste? Con i piccioni viaggiatori?
      Sono stanco di sentire queste assurde debenaggini mentre non si fa nulla per il problema reale. Credo che il mio sarà un addio.

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    2. CD, non incendiarti così tanto.

      Quando tu dici:

      "Quando si spiega una cosa e l'altra persona non capisce ci sono solo due alternative:

      1) è in mala fede, comprende quello che si dice ma volutamente fa finta di non capire
      2) è in buona fede ma è stupida, quindi anche se gli si spiegano le cose non può capirle. "

      mi sembri d'una dogmaticità da predicatore invasato.

      Non inizio nemmeno l'elenco delle altre possibilità di comprensione e d'incomprensione che l'interlocutore abbia.
      Come per tutte le cose, è il limite che produce la differenza.
      E questa differenza non è nemmeno riducibile in modo manicheo a buono e al cattivo, al bene e al male.
      Ieri davanti a casa, per tagliare un innocente cipresso di sei metri e venti centimetri di diametro sono arrivati due camion autoscala attrezzati dei Vigili del Fuoco.
      Una scena da film fantozziano.
      A parte la ragione del taglio, incomprensibile, anche pensando a motivi d'igiene botanica, quell'abuso di tecnologia era una scena in miniatura della hybris tecnologica che ormai ci ha preso in massa.E sono consapevole che sto scrivendo non carta e matita un messaggio da affiggere alla porta d'un convento dell'era francescana.
      Ma sto usando una delle tecnologie più complesse mai escogitate dall'uomo.

      Ci vuoi dare l'addio?
      Pazienza.
      Ma forse se ti dai un quarto d'ora di riflessione, potresti modificare ll'ultimatum.

      Un saluto, marco Sclarandis





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    3. A me dispiacerebbe se decidessi di non partecipare più alla discussione. Non c'è bisogno di avere le stesse idee per discutere e, a parte i troll, ritengo utile discutere con tutt*. Ma capisco bene il burn out, perché è la lama sulla quale cammino costantemente.

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    4. Che la Tecnica sia soltanto un 'mezzo', e che tale constatazione sia addirittura 'oggettiva', può soltanto pensarlo qualcuno che è completamente digiuno di filosofia e letteratura. Per buona norma e regola, sappia CD che lungo tutto il Novecento si è dibattutto, ai massimi livelli del pensiero (dai prodromi rinvenuti in Nietzsche al vivente Emanuele Severino) di una cosa chiamata 'Questione della Tecnica', e tale corrente è stata forse la questione filosofica più importante del secolo. Di cosa dibatteva? Essenzialmente, del fatto che la tecnica non fosse più 'strumento' in mano all'uomo, ma ormai diventata l'ambiente che lo predetermina nei modi, nelle finalità e negli effetti concretamente conseguibili dalla sua azione. Che la tecnica sia ambiente significa sostanzialmente che l'uomo ne sia un funzionario, ma non il soggetto, che ne amministri le funzioni, non che le determini, e ciò risulterebbe nella concreta autonomizzazione della tecnica e dei suoi sottosistemi da ogni altro principio. Alcuni sono d'accordo, altri contrari, ma a prescindere da cosa voglia credersene, liquidare arrogantemente come dabbenaggine l'idea che la Tecnica sia un problema significa, di fatto, liquidare come dabbenaggine uno dei pezzi di dibattimento spirituale più importanti dell'ultimo secolo. Erudisciti, CD, poi magari vieni a sparare sentenze, altrimenti, come in questo caso, fai semplicemente la figura dell'ignorante.

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    5. Ancora non sappiamo se siamo il prodotto di altri esseri viventi superiori a noi.
      E' alquanto improbabile, per quanto sappiamo dell'evoluzione del cosmo per ora accessibile alle nostre indagini, ma non in linea di principio impossibile, apparentemente.
      Solo che allora da dove sarebbero sbucati gli esseri creatori di noi umani?
      Da esistenze ancora più complesse della nostra.
      Allora dovrebbe esserci una gerarchia ascendente e interminabile di esseri sempre più complessi, ab origine.
      Al contrario, se ab origine c'è qualcosa di inconcepibilmente semplice le cose diventamo, si fa per dire, più accettabili.Un punto euclideo è già troppo complicato per essere usato come creazione primigenia.
      Ci hanno provato in tanti a partire da zero per rifare un intero universo daccapo.
      Ma ciò implica infine il proprio annientamento.
      E quindi parecchi hanno desistito. O perchè tenevano famiglia o per ragioni talmente ovvie che sarebbe sciocco spiegarle.
      CD, non badare al suggerimento inutilmente sprezzante dell'anonimo delle ore 11:50 del 17 Marzo 2015.
      Anche lui trasuda insoddisfazione da ogni tasto battuto sulla tastiera o palpato sulla cyberplacchetta.
      Siamo tutti come mosconi accalcati su di una merda.
      Ma di quelle finte, in uso a Carnevale.
      Passato lo scorno, voliamo altrove.

      Marco Sclarandis

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    6. Buongiorno CD.

      Sono d'accordo che la tecnologia è un mezzo.
      Tu dici : “La tecnologia è un mezzo e un mezzo non è bene o male ma ne è buono o cattivo l'uso che ne fai.”
      E' vero in parte.
      Devi esaminare l'uso della tecnologia da tutti i punti di vista, in modo sistemico.
      L'uso della tecnologia ha fatto aumentare l'impronta ecologica del singolo essere umano, venti volte di più che ad inizio 1.800.
      Si chiama “impronta ecologica termodinamica”, o “indice demotecnico”.
      Vedi a tal proposito questo interessantissimo articolo dello stesso autore, in inglese :
      http://www.paulchefurka.ca/TF.html
      Ne consegue che l'impronta ecologica attuale di noi esseri umani è l'equivalente di 140 miliardi di persone come vivevano ad inizio del 1.800, insostenibile per il pianeta Terra, proprio a causa dell'uso della tecnologia.
      Mi auguro di interloquire a lungo con te, alla ricerca della “verità”.
      Ciao.

      Gianni Tiziano

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    7. @marco

      Non sono invasato, sono spaventato. In queste fasi la sofia anche a me molto cara, non ci aiuta nel raggiungimento dello scopo. Devi capire la mia forma mentis da ingegnere. Sono pragmatico, machiavelico. Abbiamo un problema e abbiamo dei mezzi per poterlo mitigare (non più risolvere) e uno di questi è la tecnologia che tanto insultate. Che possiate dirne continue maldicenze, la tecnica, l'istruzione e la tecnologia sono alleati preziosi e non nemici. Migrare a un pensiero tipo-amish non è di aiuto per nessuno.

      @all

      Se mi dite, uno dei problemi che causa tutto sto macello è l'eccessiva quantità di persone al mondo sono assolutamente d'accordo. Se mi dite che uno dei problemi è l'eccessiva creazione di bisogni assolutamente inutili (come la moda o il lusso) sono assolutamente d'accordo. Se mi dite che una delle cose che ci sono avverse è la contro-informazione prezzolata sono assolutamente d'accordo.

      Ciò che mi pone a una stadia di distanza dal vostro pensiero è l'aver suddiviso il problema in sotto-problemi e aver separato alleati (come l'istruzione e la tecnologia) da nemici (lusso, capitalismo sfrenato, proprietà privata).

      Possiamo discutere ore e ore su come il capitalismo selvaggio, su come la speculazione economica abbia accelerato questo leit motif prettamente umano (l'avidità). Possiamo tirarci dentro psicologia, filosofia, storia e tanti altri collegamenti interconessi. Ma alla fine non giungeremmo che a una conclusione astratta che non si sposa con l'obiettivo comune che dovremmo avere.
      Ok, i miei toni sono probabilmente da predicatore da "fine del mondo", me ne rendo assolutamente conto. Ma come detto da Turiel (se non erro) molto tempo fa preferisco essere tacciato (fra 20 anni) di eccessiva paranoia ed essere pronto al peggio, piuttosto che essere equilibrato, simpatico, politicamente corretto e poi cercare di combattere l'uragano con un ombrellino da supermercato.

      Mi rendo benissimo conto di apparire probabilmente ridicolo, sposato eccessivamente con la terribile paura del domani. Ma signori miei ciarliamo senza avere un piano B. Il che mi puo stare bene se palesiamo che non ci interessa granchè di porvi rimedio. Se il "nostro" scopo è puramente ludico come una discussione da salotto allora modificherò il mio modo di pormi, modificherò la mia aggressività e anche io mi lancero in voli pindarici equiparando la saggezza dei corvi a un optimus di vita. Se il "nostro" scopo invece è istruire, divulgare e nel contempo trovare una soluzione, perdonatemi ma le deviazioni di percorso sono dannose e ci fanno spendere tempo che non abbiamo.
      Scusate orrori ortografici e/o di costruzione ma ho scritto di getto, le parole si formavano in testa e le ponevo nero su bianco senza filtro.

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    8. @anonimo

      Sono ignorante e la mia forza sta proprio in questa considerazione, purtroppo i falsi saggi come te hanno creato questa situazione o peggio si sono comportati da ignavi. Almeno posso consegnare alle generazioni future la mia innocenza genuina e il mio spendermi per trovare una soluzione piuttosto che congetturare su quello che pensavano uomini morti da un secolo.

      Ripeto se vogliamo filosofeggiare anche io posso lanciarmi in ardite comparazioni. Possiamo esaminare la questione dal punto di vista religoso, dal punto di vista artistico, dal punto di vista letterario. Posso andare a leggermi gli articoli che mi proponi cosi da poter diventare anche io un arido ma erudito studioso di uomini morti del passato e delle loro idee.

      Non sto biasimando la storia a me tanto cara, chi conosce la storia puo costruire bene il suo futuro. Sto solo dicendo quello che dico da sempre: il tempo dei giochi è finito. Abbiamo qualche decennio e dopo potremmo tornare al medioevo. Quando e se avremo un piano B sarò un allievo attento pronto a far tesoro dei vostri insegnamenti filosofici. Fino ad allora queste sono solo considerazioni che lasciano il tempo che trovano dato che non risolvono il problema.

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    9. CD, credo che tu conosca il "problema del commesso viaggiatore".
      Finchè i clienti sono pochi è facile trovare la strada più corta per visitarli tutti, ma appena diventano qualche decina il problema comincia a diventare intrattabile, il chè non vuol dire insolubile.
      Semplicemente la soluzione migliore diventa talmente difficile da trovare che è molto meglio accontentarsi di una soluzione buona e tirare avanti.
      Oltretutto la differenza tra quella migliore e quelle buone può essere molto piccola, a certe condizioni s'intende..
      Abbiamo piani che possiamo elencare adoperando le lettere e gli ideogrammi e i geroglifici fino ad ora inventati, ma il piano b o c che risolve tutto assomiglia alla soluzione migliore del problema del commesso viaggiatore, semplicemente è stolto e controproducente cercare di trovarlo in un mondo come quello presente.
      E non si tratta di filosofeggiare inutilmente.
      Tra la vita alla Amish e quella alla Ray(mond) Kurzweil il futurologo, ci sono vari modus vivendi accettabili da miliardi di persone, per evitare di subire un cataclisma d'immani proporzioni.
      Ovvio che più ancora che il livello del mare, l'intensità degli eventi climatici, stia crescendo una densa paura per il prossimo futuro.
      E la paura è una pessima consigliera.Ma bisogna affrontarla e vincerla.
      Questo blog, come innumerevoli altri è tenuto da persone che hanno scelto di non farsene paralizzare.
      E comunque sanno che "tutti gli uomini sono mortali".
      Già il tuo commentare mi sembra una buona prova di coraggio.

      Marco Sclarandis

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    10. TECNOLOGIA?
      Secondo me la tecnologia è un coltello a doppia lama.
      La tecnologia è una Ferrari ad un neopatentato
      La tecnologia ci ha donato motori più efficienti che ci hanno consentito di... COMPRARE SUV SEMPRE PIU GRANDI!

      La tecnologia avrebbe potuto aiutarci:
      La tecnologia di cui avremmo bisono sono abitazioni passive, mezzi di traporto e lavoro efficienti....
      Ma richiedono grossi investimenti, tanto tempo ed ultimo ma non da meno comprensione e volontà di risolvere i problemi.

      Io in queste tecnologie ho investito (già da anni) ma non mi ha seguito quasi nessuno, anzi mi considerano un pazzo paranoico.

      La tecnologia in mano agli itaGliani è come il denaro ad un eroinomane: non lo userà per curarsi ma per continuare a drogarsi.


      Invito caldamente il signor "CD" a leggersi il paradosso di Jevons

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    11. @Mauro
      Conosco il paradosso di Jevons ma tu non pensi quadrimensionalmente. Il problema non è dare denaro a un eroinomane, il problema sta nell'educare l'eroinomane a non drogarsi piu'. Se istruisci le persone a usare la tecnologia: case passive, case coibentate, etc etc ottieni l'optimum.

      @marco
      Conosco questo problema. Ma tu proporni un opposto, se leggi la mia risposta a Mauro capisci cosa intendo. La tecnologia creata per vincere alcuni problemi come il riscaldamento ci aiutano a colmare un gap che altrimenti con una vita PRIVA di tecnologia sarebbe maggiore.
      Intendiamoci quando parliamo di tecnologia, voi probabilmente pensate a computer e basta. Io penso a tutto quello che si puo ricavare dalla ricerca. Materiali piu isolanti, tecniche di coltivazioni green ma efficienti (come l'orto sinergico o la permacultura). Questa è tecnologia/istruzione non è un sistema selvaggio di coltivare a caso o dedicarsi in maniera arcaica alla pastorizia. Se grazie alla tecnologia abbiamo dei materiali con con nanoparticelle idrorepellenti otteniamo dei materiali impermeabili e di conseguenza una serie di usi PASSIVI che ci aiutano nell'uso.
      Se grazie alla tecnologia abbiamo dei condutori con una bassa resistenza elettrica avremo un notevole vantaggio rispettoa usare le candele o la legna da ardere.
      Se grazie alla tecnologia possiamo vedere dai satelliti la situazione meterologica possiamo prevedere con qualche giorno di anticipo eventi atmosferici violenti.
      Questo si ottiene con la tecnologia non con la divinazione delle ossa.

      Non c'è una soluzione semplice o una via facile, c'è uso sinergico di una serie di strumenti o mezzi che abbiamo a disposizione e la tecnologia è uno di questi. Il suo buon uso dipende da chi le usa non dalla loro intrinseca natura.

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    12. @CD
      Educare l'eroinomane? Ammiro il proposito, io ci ho provato ed ho fallito.

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    13. @Mauro

      Anche io come te ho provato e fallito, più volte. Ma, benchè faticoso, dobbiamo ispirarci al mare che si infrange ripetutamente sugli scogli e dopo essersi ritirato rinnova con vigore il suo attacco.

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  2. non ci saranno accordi di decrescita, fintanto che le risorse ci saranno. Non illudiamoci. Comunque mi pare che la consapevolezza del peak di tutto stia impedendo guerre su larga scala, il che è di per sè un'ottima cosa.

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    1. "non ci saranno accordi di decrescita, fintanto che le risorse ci saranno"
      perfettamente d'accordo.
      Ogni essere vivente cresce fino a saturare le disponibilità di risorse per il proprio sostentamento.
      l'uomo ha compensato il limite con l'intelligenza (e con il petrolio).
      Si tratta quindi di pensare se sia meglio autolimitarsi o aspettare che la natura faccia il suo corso.
      Una scelta presuppone una grande fiducia sulla capacità degli scienziati di oggi di leggere i limiti l'altra presuppone una grande fiducia sulla capacità degli scienziati di domani di trovare la soluzione.

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    2. "non ci saranno accordi di decrescita, fintanto che le risorse ci saranno"
      poi semplicemente verrà la guerra, prepariamoci le avvisaglie ci sono tutte.

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  3. Fino al 2027 saremo 8 miliardi (catastrofi globali a parte fino a quell'anno), poi decrescita demografica rapida e drastica. Aldilà di questa data teorica è certo che la popolazione umana declinerà per raggiunti limiti del pianeta. Le modalità le vedremo coi nostri occhi (come 50enne di oggi).

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    1. Questo si sapeva già qualche migliaio di anni fa, leggete la "Genesi", Più di recente, Malthus, ci avevano avvertiti, " I limiti dello sviluppo" del 1972 avevano dato un resoconto molto preciso sul futuro dell'umanità. ho 65 anni e, da operaio, ho vissuto il declino dell'umanità. Negli ultimi 40 anni ho cercato di parlare con i miei colleghi, senza alcun risultato, adesso l'indifferenza è arrivata a livelli di pandemia, non gliene può fregare di meno, la nave affonda! si salvi chi può. ciao

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  4. Senza nulla togliere all'articolo propongo una spiegazione a prova di (quasi) idiota

    Forma breve:
    I consumi dipendono da quanto siamo viziati e da quanto siamo ingabbiati dentro la sterile città che ci obbiigano ad andare avanti indietro e ci rendono dipendenti da tutto.
    In tempi di crisi chi vive in campagna si adatterà ed imparerà velocemente a coltivare il proprio orto.
    Per l'eccesso di popolazione ammassato nelle metropoli non vedo speranze.

    Forma brevissima:
    Per ridurre i consumi dobbiamo far morire i nostri tanti vizi
    Per ridurre la popolazione dobbiamo morire.

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    1. " ...In tempi di crisi chi vive in campagna si adatterà ed imparerà velocemente a coltivare il proprio orto."

      A 50 anni, dopo aver trascorso la vita su una scrivania in un freddo mondo fatto di inchiostro e carta, ho imparato quanto sia difficile coltivare l'orto da soli, senza le adeguate conoscenze delle tecniche tradizionali e senza l'aiuto di mezzi meccanici a fonti fossili e fertilizzanti artificiali. Direi che l'esperienza è molto bella, vale assolutamente di essere fatta, anche solo per un effetto psicologico positivo che da l'eseguire gesti semplici, ma che l'orticoltura possa consentirmi di sopravvivere in caso di necessità grave ...beh, non direi proprio.

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    2. @Arturo Tauro

      Confermo. Due stagioni di tentativi falliti prima di poter veder crescere e consumare qualcosa dell'orto e da allora, tra invasioni di lumache, grandinate ed eventi non previsti, nessuna certezza di poter fare un regolare e suffciente raccolto ogni anno.
      La campagna vista in cartolina é bella e rassicurante,nella realtà vissuta personalmente risulta faticosa e non prevedibile nei risultati..

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    3. Lo so benissimo che è dura!
      Ma in campagna abbiamo una possibilità, in una metropoli non credo proprio.

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    4. Tra gli eco-bio-contadini che lavorano su resilienza e transizione, è noto Il motto Per fare un contadino servono tre generazioni!

      Anche da questo punto esiste un effetto seneca dei saperi: la perdita dei saperi è molto più rapida dei tempi necessari al loro ricostituirsi.

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  5. Questo post spiega in maniera sintetica ma molto efficace i motivi per cui la maggior parte degli economisti (purtroppo) risulti oggettivamente alleata delle Destre nazionaliste e patriottarde, delle Sinistre comunitariste e terzomondiste, dei principali leaders religioso-confessionali mondiali e perfino delle femministe integraliste nella sistematica & implacabile "predica" natalista o quantomeno nell'altrettanto sistematico & implacabile boicottaggio di ogni seria proposta di birth control & family planning. Tutto ciò presenta significative analogie con quella 'volontà di potenza' descritta (teorizzata) da Nietzsche a fine Ottocento, con buona pace di chi non perde occasione di accusare di sfrenato egoismo/individualismo chi (faticosamente perché contro-corrente) cerca di difendere la ragionevole prospettiva neomalthusiana...

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