mercoledì 25 febbraio 2015

Il “miracolo” del petrolio di scisto: come la crescita può falsamente indicare abbondanza

DaResource Crisis”. Traduzione di MR

Di Ugo Bardi


La produzione di petrolio (petrolio greggio e condensati in barili al giorno) negli Stati Uniti e in Canada. (Dal blog di Ron Patterson). E' possibile che questa rapida crescita voglia dire che le risorse sono abbondanti e che tutte le preoccupazioni riguardo al picco del petrolio sono fuori luogo? Forse no...  


A volte usiamo un parametro semplice per valutare i sistemi complessi. Per esempio, una guerra è una cosa complessa in cui milioni di persone combattono, lottano, soffrono e si uccidono a vicenda. Tuttavia, in definitiva, il risultato finale viene visto in termini di domande con risposta sì o no: o vinci o perdi. Non per niente, il Generale McArthur una volta ha detto che “non c'è sostituto per la vittoria”.

Ora, pensate all'economia: è un sistema immenso e complesso in cui milioni di persone lavorano, producono, comprano, vendono e guadagnano o perdono soldi. Alla fine, tuttavia, pensiamo che il risultato finale possa essere descritto in termini di una semplice domanda con risposta sì o no: o cresci o no. E ciò che ha detto McArthur sulla guerra può essere applicato anche all'economia: “non c'è nessuno sostituto alla crescita”.

Ma i sistemi complessi hanno modalità di comportamento e capacità di sorprenderci che non possono essere ridotte ad un semplice giudizio sì/no. Vittoria e crescita potrebbero creare più problemi di quanti ne risolvono. La vittoria potrebbe falsamente segnalare una potenza militare che non esiste (pensate al risultato di alcune guerre recenti...), mentre la crescita potrebbe segnalare un'abbondanza che semplicemente non c'è.

Date un'occhiata alla figura all'inizio di questo post (dal blog di Ron Patterson). Mostra la produzione di petrolio (barili al giorno) negli Stati Uniti e in Canada. I dati riguardano “petrolio greggio e condensati” e la crescita rapida degli ultimi anni è in gran parte dovuta al tight oil (conosciuto anche come “petrolio di scisto”) e al petrolio da sabbie bituminose. Se seguite il dibattito su questo campo, sapete che questa tendenza alla crescita è stata salutata come un grande risultato e come la dimostrazione che tutte le preoccupazioni sull'esaurimento del petrolio e il picco fossero fuori luogo.

Bene. Ma lasciate che vi mostri un altro grafico, le catture di merluzzo del Nord Atlantico fino al 1980 (dati Faostat).


Non somiglia ai dati del petrolio negli Stati Uniti e in Canada? Possiamo immaginare quello che si diceva a quel tempo: “le nuove tecnologie di pesca scacciano tutte le preoccupazioni sullo sfruttamento eccessivo della pesca” e cose del genere. Ed è quello che si diceva, in effetti (vedi Hamilton et al. (2003)).

Ora, guardate i dati sulle catture di merluzzo fino al 2012 e vedete cos'è successo dopo la grande esplosione di crescita.



Non credo che servano molti commenti, eccetto un paio. Per prima cosa, vale la pena di notare come il sovrasfruttamento porta al collasso. La maggioranza delle persone non si accorgono che spingendo per la crescita a tutti i costi distruggono proprio quelle risorse che rendono la crescita possibile. Questo succede con la pesca altrettanto bene che con i campi petroliferi. Poi, notate come qui vediamo un altro caso di “Dirupo di Seneca,” ovvero una curva di produzione dove il declino è molto più rapido della crescita. Come diceva l'antico filosofo Romano “La strada per la rovina è rapida”. E questo potrebbe essere proprio quello che ci aspetta con il petrolio di scisto.