venerdì 17 gennaio 2014

Il partito del petrolio di scisto è alla frutta






Da “zerohedge”. Traduzione di MR



Andy Hall di Phibro (attualmente Astenback Capital Management) sa una cosa o due sul mercato del petrolio – e anche se non lo sapesse (e fosse tutta fortuna), i suoi punti di vista sono sufficientemente rispettati da influenzare il pensiero di gruppo dell'industria. Che è la ragione per cui, per chiunque sia interessato a sapere dove il principale motore del mercato del petrolio vede l'offerta di petrolio nel prossimo decennio, ecco i suoi pensieri completi dalla sua ultima lettera agli investitori di Astenback. Di particolare interesse l'avvertimento di Hall a tutti gli ottimisti del petrolio di scisto: “Secondo i dati DOE, per Bakken e Eagle Ford, il tasso di declino del patrimonio dei pozzi ha funzionato su entrambi i fronti del 6,5% al mese. La produzione dai nuovi pozzi ha proceduto a 90.000 barili al giorno per mese, il che significa una crescita netta della produzione di 25.000 barili al giorno per mese. Diventerà più piccola al procedere della produzione ed è questo il motivo che a parità di condizioni la crescita di produzione per entrambi i giacimenti continuerà a rallentare negli anni a venire. Quando tutti i siti facilmente perforabili sono esauriti – al più tardi poco dopo il 2020 – la produzione di questi giacimenti declinerà”.

Dalla Gestione del Capitale di Astenback

Offerta di petrolio

La velocità con cui è stato raggiunto un accordo provvisorio con l'Iran è stata inaspettata. Ugualmente inaspettato è stato l'immediato allentamento delle sanzioni relative all'accesso alla copertura bancaria ed assicurativa. Questo potrà potenzialmente risultare in un aumento delle esportazioni iraniane di circa 400.000 barili al giorno. Oltre a questo è difficile prevedere cosa possa succedere. La prossima serie di negoziati sarà certamente molto più difficile. Le fondamentali differenze di punti di vista che sono state appianate nei recenti colloqui devono essere risolte pienamente e sarà molto difficile farlo. Inoltre, la capacità fisica dell'Iran di esportare molto più petrolio aggiuntivo è in dubbio perché i suoi vecchi giacimenti petroliferi hanno fame di investimenti.

Come per la Libia, è improbabile che le cose miglioreranno presto. L'agitazione e lo scontento politico sembra peggiorare. Mentre alcune esportazioni petrolifere è probabile che riprendano – in particolare dalla parte occidentale del paese (Tripolitania), i livelli generali di esportazioni di petrolio dalla Libia nel 2014 saranno ben al di sotto di quelli del 2013.

Le esportazioni irachene dovrebbero aumentare di 300.000 barili al giorno nel 2014 in quanto i nuovi impianti per l'esportazione diventano operativi. Ma c'è un rischio significativo di interruzioni dovute ai conflitti tribali in Iraq che rasentano la guerra civile. Il malcontento dell'Arabia Saudita al quasi riavvicinamento dell'Occidente all'Iran è probabile che aggiunga combustibile all'incendio nel conflitto Sunniti-Sciiti per la supremazia sulla regione.

Se ci si aspetta che i guadagni delle esportazioni dall'Iran nel 2014 compensino le perdite dalla Libia, le esportazioni potenziali nette dall'OPEC assommerebbero a qualsiasi incremento si materializzi dall'Iraq. L'Arabia Saudita ha pompato petrolio a ritmi prossimi alla sua massima capacità pratica (se non ipotetica) di 10,5 milioni di barili al giorno per gran parte del 2013. Pertanto potrebbe facilmente ospitare qualsiasi produzione aggiuntiva da parte dell'Iraq per mantenere un prezzo del Brent a 100 dollari – supponendo che lo si voglia fare e che divenga necessario farlo. Tuttavia, 100 dollari sono significativamente inferiori a 110, che è la soglia di riferimento alla quale è stato scambiato in media negli ultimi tre anni.

Questo per quanto riguarda l'OPEC; e l'offerta non-OPEC? Gran parte di chi fa previsioni prevede che cresca di circa 1,4 milioni di barili al giorno con il contributo maggiore – circa 1,1 milioni di barili al giorno – che provengono da Stati Uniti e Canada e il resto principalmente da Brasile e Kazakistan. La produzione di petrolio del Brasile è stata prevista in crescita ogni anno negli ultimi 4 o 5 anni ed ogni volta ha deluso. Infatti Petrobras ha lottato per evitare un declino produttivo. Forse il 2014 è l'anno in cui ribaltano le cose ma forse anche no. Il giacimento di Kashagan in Kazakistan è entrato rapidamente in produzione lo scorso settembre – quasi un decennio oltre i programmi. E' stato di nuovo chiuso quasi subito per problemi tecnici. L'ipotesi è che il consorzio di aziende che operano nel giacimento riusciranno finalmente ad ottenere una piena produzione nel 2014.

Il contributo del Canada per alimentare la crescita è forse il più prevedibile in quanto proviene da aggiunte alla capacità delle sabbie bituminose la cui tecnologia è provata e testata. Le aggiunte pianificate fornite entrano in produzione secondo il programma del 2014, queste dovrebbero ammontare a circa 200.000 barili al giorno.

Gran parte di coloro che fanno previsioni presumono che gli Stati Uniti aggiungano 900.000 barili al giorno di offerta petrolifera nel 2014, in gran parte provenienti dal proseguimento del boom del petrolio di scisto. Questo sarebbe inferiore all'incremento cui abbiamo assistito quest'anno o nel 2012, ma il clima del mercato sembra dare per scontata una sorpresa al rialzo. Come detto sopra, molte aziende hanno creato un trambusto con notizie di nuove eccitanti proiezioni oltre a Bakken e Eagle Ford, che finora hanno sostenuto quasi la totalità della crescita della produzione di petrolio di scisto. Infatti a prima vista sembrano esserci molte prospettive potenziali che è difficile tracciarle tutte. Anche all'interno di Bakken e Eagle Ford, discorsi su spaziatura in profondità (down-spacing), perfezionamenti in piazzola di perforazione e “super pozzi” con tassi di produzione iniziali molto alti risultanti da nuove tecniche di perfezionamento hanno creato un'impressione di una cornucopia di crescita infinita e quell'impressione pesa sui prossimi prezzi WTI.

Ma parte di quanto sta succedendo qui è il desiderio dell'industria di mantenere un livello di rumore coerente con l'aumento delle valutazioni azionarie e l'afflusso di capitale verso quel settore.

Il gioco serio ora è uno dei più vecchi d'America: il bacino del Permiano. Una manciata di aziende con grandi appezzamenti nella regione stanno facendo valutazioni molto ottimistiche delle loro prospezioni in quei luoghi. Queste sono basate su proiezioni a lungo termine fatte basate sui dati di produzione di pochi mesi in una manciata di pozzi. Ci si chiede se i dati siano pescati in base alla convenienza per essere presentati agli investitori. Sentiamo parlare dei grandi pozzi ma non di quelli deludenti, Inoltre, molte aziende stanno puntando su tassi iniziali di produzione più alti senza tenere conto del maggior esaurimento che vanno di pari passo con questi maggiori tassi iniziali. EOG (Europa Oil & Gas), il più grande e il miglior attore del petrolio di scisto ha recentemente asserito che il Permiano – un gioco nel quale sta attivamente investendo – sarà molto più difficile da sviluppare di quanto non lo siano stati Bakken e Eagle Ford. EOG calcola che i pozzi petroliferi orizzontali nel Permiano hanno una produttività di poco più di un terzo di quelli di Eagle Ford. La EOG ha ulteriormente dichiarato in varie occasioni che la rapida crescita della produzione di petrolio di scisto è già alle nostre spalle.

In parte, questa è semplice matematica. Il DOE (Department of Energy) ha recentemente cominciato a pubblicare le previsioni di produzione a breve termine per ciascuno dei maggiori attori dello scisto. Il DOE ha proiettato gli aumenti mensili di produzione sulla base del totale degli impianti ed ha osservato la loro produttività (nuovi pozzi per impianto al mese moltiplicato per la produzione per impianto) e sottraendo da questo il declino di produzione proveniente dal patrimonio dei pozzi. Secondo i dati del DOEper Bakken e Eagle Ford il tasso di declino del patrimonio dei pozzi è stato del 6,5% al mese in entrambi i siti. Quando questi giacimenti stavano producendo entrambi 500.000 barili al giorno quel declino del patrimonio pertanto ammontava a 33.000 barili al giorno al mese per giacimento. Con entrambi i giacimenti che ora producono 1 milione di barili al giorno, il declino del patrimonio è di 65.000 barili al giorno al mese. La produzione dai nuovi pozzi è proseguita a circa 90.000 barili al giorno al mese per giacimento, il che significa una crescita netta della produzione di 25.000 barili al giorno al mese. Si restringerà mentre la produzione aumenta ed è per questo che a parità di condizioni la crescita della produzione di entrambi i giacimenti continuerà a rallentare nei prossimi anni. Quando tutti questi siti facilmente perforabili sono esauriti – al massimo poco dopo il 2020 – la produzione di questi due giacimenti declinerà.

Altri hanno fatto la stessa analisi. Un paio di settimane fa la IEA ha espresso preoccupazione che l'euforia del petrolio di scisto stava scoraggiando investimenti a più lungo termine in altre parti del mondo che sarebbero necessari per sostenere l'offerta quando la produzione statunitense di petrolio di scisto comincerà a declinare. La rallentata crescita della produzione di petrolio di scisto viene riflessa anche nelle previsioni del gruppo di analisi indipendente ITG (Independent Test Group). ITG ha intrapreso un'analisi più approfondita dei giochi del petrolio di scisto negli Stati Uniti ed ha usato un approccio puntiforme e rigoroso nella previsione del futuro della produzione del petrolio di scisto e non di scisto degli Stati Uniti. Naturalmente la loro previsione, come ogni altra, dipende dagli assunti di base. Ma ITG difficilmente può essere identificato come scettico sul petrolio di scisto – al contrario. Eppure la loro previsione per la crescita della produzione negli Stati Uniti a sua volta annuncia un rallentamento drammatico nel tasso di crescita. La loro previsione più recente è che la crescita della produzione statunitense, esclusa l'Alaska, sarà di 700.000 barili al giorno complessivamente nella produzione di petrolio. 200.000 barili al giorno in meno dell'opinione generale.