A volte un aggettivo può provocare una catastrofe o un miracolo.
Come pure la cecità emotiva di fronte ad una immagine talmente semplice da risultare enigmatica.Se non addirittura insignificante.
Chiunque pensi all’aggettivo “esponenziale”, se non è proprio ignorante fino al midollo, dovrebbe sapere che esiste una curva, anzi una famiglia infinita di curve che portano questo
nome. La più celebre di queste curve è la parabola, che è anche una
antichissima parola greca adoperata nel più celebre dei testi sacri, la
Bibbia, compresa di Vangeli canonici.
Per vedere una parabola basta versare una caraffa d’acqua, e ancor meglio un filo d’olio da
un’oliera.L’olio è un fluido più viscoso dell’acqua e fila, appunto, più
liscio, e ciò permette di vedere una parabola in modo quasi perfetto.
La parabola,
quindi permette di vedere la forma di qualcosa che cresce esponenzialmente verso l’infinito. Sia negativo che positivo. Come crescono le
cose che lo fanno crescendo al quadrato, o al cubo o a all’ennesima
potenza? Esattamente come lo fanno i cuccioli di tutto il mondo,
sorprendentemente.
La parabola
generata da x al quadrato, o se preferite alla seconda, quando x è 2, si
mette in mostra a chiunque in tutta la sua sinuosa ed elegante potenza.
Uno, 2, quattro 9, sedici, 25, trentasei, 49, sessantaquattro, 81, cento...............diecimila
un milione....................(1,2,3,4,5,6,7,8,9,10,100,1000, man mano elevati al quadrato)
Meno avvicinabile è la curva esponenziale, 2 elevato alla x
2, 4, 8, 16, 32, 64........1024.........(2 elevato alla 1,2,3,4,5,6...10....)
Ma già 2 elevato alla ventesima potenza dà oltre un milione e alla quarantesima, oltre 1000.000.000.000, mille miliardi. Quindi, 40 alla (2) seconda, che dà 1600, è un numero ancora abbordabile, d’uso praticamente quotidiano. Invece, 2 alla (40) quarantesima, oltre 1000.000.000.000, è cifra da banchieri.
Non parliamo poi di x elevato alla x. Che spunta innocente con un 4 ma poi s’erge tronfio a 27 (tre alla terza) quindi a 256 e prosegue con 3125 (5 elevato alla quinta).
Dieci diventa subito 10.000.000.000, dieci miliardi. (10 elevato alla decima)
Immaginiamoci che
cosa diventa cento.Ricordandoci che cento è nient’altro che 10 x 10,
quindi cento moltiplicato per sé stesso cento volte diventa:
100.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000
.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000
.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000
.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000
.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000
.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000
.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000
.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000
.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000
Un mostruoso numero di duecentouno cifre. ( 1 seguito da duecento zeri ).
Roba per iniziati
della teoria dei numeri, la branca regina della matematica, dove si
celano i misteri più insondabili dell’universo.
Noi, Homo Sapiens
sapiens, insieme a molte bestie e piante, siamo tutti partiti con
l’aiuto d’una funzione esponenziale, 2 alla x. Un ovocita, che in
realtà è l’unione di due cellule decisamente asimmetriche, lo
spermatozoo e l’ovulo, che si scinde in due, quattro, otto, sedici,
trentadue.......
Ma, la
suddivisione in realtà è una crescita, altrimenti rimarremmo piccoli
come un granello di polline e per noi un’ape sarebbe un terrificante
Ciclope. E non prosegue indefinitamente e meno che mai
infinitamente.Altrimenti diverremmo Ciclopi noi.
Ad un certo punto
inizia una decrescita, non felice, ma felicissima, tanto che porta al
cosiddetto “lieto evento”. Sia maschio che femmina.
Decrescita che essa stessa decresce, altrimenti ritorneremmo in polline. Poetico, romantico
destino, sarebbe molto pratico per qualunque cassa di previdenza
sociale, ma in ogni caso non è ciò che avviene. Tutto, nell’universo conosciuto utilizza crescite esponenziali, che permettono di ottenere cose in tempi ragionevoli, e
non solo biblici e geologici, ma tutto ha bisogno della decrescita, per
non invadere o impedire ad altre cose che è necessario, buono e giusto
che esistano.
Di fatto, qualsiasi cosa prima o poi è destinata a scomparire.
E la decrescita è uno dei mezzi che serve alla sua scomparsa.
Ma in molti associano la decrescita alla morte.
Stranamente faticano ad associare alla morte la crescita, sebbene i tumori dimostrino che questo tipo d’associazione funziona benissimo.
Crescite e
decrescite si alternano per creare curve, dette sigmoidi, delle quali
quella chiamata “logistica” riassume con sublime bellezza l’andamento
della vita d’innumerevoli creature.Le derivate della curva logistica
sono poi come Tre Grazie
che insieme cantano la struggente, meravigliosa caducità dell’esistenza.
Un Sandro Botticelli ne sarebbe rimasto estasiato.
Ecco allora che proporrei di chiamare la Decrescita “felice” con un altro aggettivo:
Divertente
La decrescita divertente.
Sarebbe piaciuta ad un Lorenzo il Magnifico, principe del Rinascimento.
Post scriptum: qual è l’esatto inverso di divertente? noioso, antipatico......
Invece l’inverso di felice è presto fatto, infelice.
E infatti i denigratori della “Decrescita felice” ne hanno subito approfittato.
Marco Sclarandis