giovedì 25 luglio 2013

Ted Patzek sull'agricoltura industriale

Da “Lifeitself”. Traduzione di MR

Di Ted Patzek

Come ho sostenuto in alcuni post precedenti (1, 2, e 3), l'agricoltura industriale è il progetto più vasto al mondo come impatto sulla Terra, più vasto di qualsiasi altra attività umana. Bisogna tenere a mente che in confronto agli impatti ambientali globali dell'agricoltura industriale, l'esplosione del pozzo di Macondo (Deepwater Horizon) è un gioco da ragazzi. Lo so perché sono co-autore di un libro su questo tema. Per esempio, nella foresta amazzonica, gli incendi del sottobosco appiccati dagli esseri umani colpiscono 3 milioni di chilometri quadrati, un'area pari all'India. Cercate sul sito della NASA un riassunto di questa catastrofe globale.


I ricercatori hanno mappato per la prima volta l'estensione e la frequenza degli incendi del sottobosco attraverso un'area di studio (in verde) che copre 1.2 milioni di miglia quadrate (3 milioni di chilometri quadrati) nel sud della foresta amazzonica. Gli incendi erano ampiamente diffusi lungo i confini della foresta durante il periodo dello studio, dal 1999 al 2000. Gli incendi ricorrenti, tuttavia, sono concentrati in aree privilegiate dalla confluenza di condizioni climatiche adatte alla combustione e a fonti di accensione da parte degli esseri umani (che bruciavano la foresta per le piantagioni di soia o canna da zucchero). Immagine: Osservatorio della Terra della NASA.

Da un punto di vista ecologico, l'agricoltura industriale crea ecosistemi aperti e permanentemente immaturi, molti dei quali vengo resettati dagli esseri umani ogni anno. Siccome l'agricoltura di solito partorisce la creatura, per lo più ecosistemi nudi, la stessa è soggetta ad un enorme tasso di erosione del suolo. Il suolo quindi diventa un'altra risorsa fossile esauribile. In un post precedente, vi ho raccontato che l'agricoltura industriale non è sostenibile, perché viene continuamente sussidiata con risorse fossili esauribili, compresa l'acqua fossile. Se volete verificare cosa stiamo facendo con l'acqua, basta rimanere in Australia.

Parlando di combustibili fossili, l'umanità estrae un miglio cubo (quattro chilometri cubi) di petrolio fossile all'anno e 150 chilometri cubi di acqua all'anno. Gran parte di quest'acqua è insostituibile su scala temporale umana e può essere considerata un'altra risorsa fossile. Gran parte dell'acqua di falda viene estratta per l'agricoltura.

Quindi, quanto è grande l'agricoltura industriale? E' difficile quantificare gli impatti dell'agricoltura sulla Terra, ma un'analisi dei dati FAOSTAT può illuminarne alcuni aspetti. Ecco quindi cosa ho fatto: ho considerato le colture più diffuse al mondo per agrocombustibili e alimentazione del bestiame: mais, soia, canna da zucchero e olio di palma (semi di colza in Europa). Ho tenuto conto di tutti i paesi in America, Asia. Africa, Europa e Oceania. Separatamente, ho considerato il grano e il riso. La linea di fondo è mostrata nelle tre figure sotto.

Per coltivare colture per gli agrocombustibili, gli esseri umani hanno strappato alle foreste tropicali e alle savane più produttive della Terra (praterie e steppe) un'area pari al subcontinente indiano. Il danno permanente alla salute del pianeta è stato sconcertante e gli esseri umani pagheranno caro per questa follia con le loro vite e la loro salute. Le due colture principali, grano e riso, ora coprono un'area equivalente a quella della Repubblica Democratica del Congo. Vi prego di ricordare che queste sono solo le aree agricole. Ora pensate alle strade di accesso, agli insediamenti di esseri umani (che lavorano la terra, spostano le cose e portano i fertilizzanti), gli impianti di stoccaggio e lavorazione, il trasporto dai tropici alle latitudini moderate e così via.

L'area complessiva delle principali colture per agrocombustibili come mais, canna da zucchero, soia ed olio di palma (ed anche colza) è quasi triplicata negli ultimi 50 anni ed ora supera l'area dell'India. L'area totale del grano e del riso è quasi raddoppiata fino a raggiungere l'area della Repubblica Democratica del Congo. Le colture per agrocombustibili prosperano negli Stati Uniti e ai tropici ed hanno avuto un'enorme impatto negativo sulla salute dell'ambiente del pianeta. 


Un'area equivalente al subcontinente indiano è stata strappata alle foreste e alle savane della Terra principalmente per colture per agricombustibili. Pensate che massacrare l'ecosistema più produttivo del pianeta sia una cosa buona per la sua (e nostra) salute?

L'area del grano e del riso ora è uguale all'area totale di uno dei paesi più grandi dell'Africa, la Repubblica Democratica del Congo, che non è né democratica né una repubblica. 

Con questo quarto capitolo concludo, per il momento, la mia analisi delle influenze multiple e complesse dell'industria degli agrocombustibili sullo stato del pianeta. Spero che da ora capiate che gli agrocombustibili sono una ricetta sicura perché l'umanità si suicidi più rapidamente è più completamente. 


L'agricoltura non si ferma ai margini delle terre emerse. Ecco una ampia fioritura di alghe su una spiaggia di Qingdao, in Cina (6 luglio 2013). Un fattore centrale è il grande apporto di nutrienti dagli scarichi agricoli e dalle acque reflue, ma anche i nutrienti iniettati per l'allevamento di alghe contribuiscono a loro volta. Questa marea verde, diffusa su oltre 7.500 miglia quadrate, è ritenuta essere il doppio dell'esplosione che nel 2008 ha minacciato gli eventi di vela durante le Olimpiadi di Pechino.

Concludendo, per favore guidate di meno, usate meno di tutto, tormentate i vostri “rappresentanti” per avere un sistema di trasporto elettrico e cominciate a comprare localmente. Ben presto dovrete usare metropolitana leggera, treno elettrico e comprare cibo locale. E, per favore, non fate finta che non vi abbia detto per l'ennesima volta di cominciare a comportarvi come cittadini responsabili di un pianeta vivente e di smettere di essere dei robot consumatori in stile Pacman. 


P.S.

Ecco le aree globali delle colture incluse nella mia analisi. La fonte di tutti i dati è la FAOSTAT, ho scritto programmi MATLAB che leggono i dati per tutti i paesi sul pianeta ed ho analizzato le colture che ho preso in considerazione. 

La più vasta coltura del pianeta è di gran lunga il mais, seguita da riso, soia e grano. Le aree della canna da zucchero e delle piantagioni di olio di palma sono molto più piccole, ma a loro volta sono in rapida crescita. 

Negli ultimi 50 anni, l'area totale adibita a coltura del mais è raddoppiata fino a raggiungere le dimensioni dell'Iran.

Negli ultimi 50 anni, l'area delle risaie è aumentata del 30% ed ha quasi raggiunto l'area dell'Iran.


Negli ultimi 50 anni, l'area totale della coltura di soia è aumentata di 5 volte fino a raggiungere l'area del Venezuela.

Durante gli ultimi 50 anni, l'area totale della coltura di grano è quasi raddoppiata fino a raggiungere l'area del Venezuela. Il balzo del 1991 segue la caduta dell'Unione Sovietica e gli sbalzi della produzione di grano in Ucraina e Russia.

Negli ultimi 50 anni, l'area totale di coltura della canna da zucchero è raddoppiata raggiungendo quasi l'area della Polonia.

Negli ultimi 50 anni, l'area totale di coltura delle piantagioni per l'olio di palma è cresciuto di 6 volte, raggiungendo quasi l'area della Polonia.



16 commenti:

  1. > Concludendo, per favore guidate di meno, usate meno di tutto ...

    Ehm.
    No ci sono alcune eccezioni.
    Trombate di più e fate meno figli.
    Consumate più profilattici e meno pannolini.
    Ballate, danzate e prendete a pugni imam, rabbini e preti e le loro cuniculari e sciagurate teorie da zootecnia umana intensiva.
    Liberiamo le donne ed emancipiamole e si emancipino dal ridurre la loro esistenza al livello indegno, infimo e biologico di fattrici sfornapargoli.
    Chi fa più di un figlio ammazza anche te, digli di smettere!

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    1. Chi fa all' ammmore (senza precauzioni) fa alla guerra...Ai baby boomers figli dei fiori piaceva vincere facile e lasciare tanti escrementi morali (riusciremo a compostarli ? ) in giro...

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    2. Non so se ho capito bene.
      La morale (la cui genealogia è religiosa) ha molti aspetti anacronistici. Il "andate, moltiplicatevi, soggiogate" che è alla base delle religioni monoteistiche fu scritto in un'epoca in cui le tribù semitiche erano quasi a rischio di estinzione.

      Ora che siamo 7G in ulteriore crescita verso i 9, questa morale è spesso il fondamento ideologico del nichilismo tumorale suicida della crescita (demografica).

      Penso che il 68 del secolo scorso e lo sciagurato boom postbellico abbiano prodotto cose buone e cattive.
      Sicuramente una delle cose buone è aver liberato la sessualità dalla riproduzione, cosa a cui si opposero e si oppongono ancora ferocemente i vertici religiosi per i quali, la donna, rimane sostanzialmente un mezzo di (ri)produzione umana.
      E invece è proprio lì che bisogna lavorare: le donne NON sono scrofe sfornapargoli di proprietà dei patriarchi come questi spesso vorrebbero; le Donne sono *anche* madri ma non solo.
      Nel momento in cui le donne nelle culture diciamo post-moderniste hanno avuto altre gratificazioni nella vita e i mezzi per controllare la riproduzione, il tasso di fecondità è - fortunatamente! - sensibilmente calato.
      Per quello citavo il ballo o la danza, ma potrebbe essere l'impegno professionale, l'impresa, l'espressione artistica, l'attività politica, il volontariato, l'orticultura, il giardinaggio, le lotte ecologiche e chi più ne ha più ne metta.
      Se hai piacere e soddisfazioni allora quello grandissimo di essere madre potrà essere uno di essi, non l'unico.
      Probabilmente una parte di donne inizierà a volere una vita che non sia solo decenni passati a spannolinare, allattare e con la panza grossa, a correre dietro marmocchi urlanti.

      Insomma, per provocare un po', bisogna chiavare e godere molto e fare pochi figli (beh,ora sarebbe bene imporre il limite massimo di un figlio).
      Esattamente il contrario della morale di preti, rabbini e mullah (e bramini!) che in tutte le salse hanno sempre blaterato di scopare poco e di fare molti figli.

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    3. Beh, da quello che ho capito io, il "crescete e moltiplicatevi" è una delle tante cose scritte in un gran librone; dove c'è un po' di tutto, ma non è necessariamente correlato alle religioni monoteistiche. In tutte le civiltà contadine, le famiglie tendono a fare molti figli, il che è una scelta del tutto razionale, dal punto di vista della famiglia che la fa, considerando che non sanno quanti ne sopravviveranno. E' un altro dei tanti problemi in cui l'interesse individuale cozza con quello collettivo. Ahimé

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    4. Ci sono varie concause nel problema demografico al quale spannometricamente si può attribuire un 50% del problema dell'impronta ecologica (l'altro 50 lo attribuiamo al tenore di vita).
      Vero, sono le religioni patriarcali (o della mano destra) in genere ad avere una base ideologica sostanzialmente misogina, non solo quelle monoteistiche.
      Vero che c'è uno scollamento tra morale (riproduttiva) e condizioni ambientali che hanno ridotto sia il tasso di mortalità che allungato la durata della vita media.
      Vero anche che ormai il 50% della popolazione non è più in ambito rurale, ma questo non sembra aver modificato l'esponenziale di crescita in altra curva (ora non so se esistono degli studi recenti sulla fertilità delle donne in aree rurali e in aree urbane). Il problema del fare molti figli per la vecchiaia è citato anche in un articolo letto di recente sul problema ("disastro" nell'articolo) demografico in India.

      Ma la base ideologica morale è assai forte per i praticanti più osservanti cristiani, islamici ed ebrei e questo anche attualmente, epoca in cui le masse del primo e secondo mondo hanno a disposizione mezzi di contraccezione a prezzi accessibili e le informazioni di base.

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    5. Alcuni pensatori, come Massimo Fini, attribuiscono proprio alla colonizzazione religiosa cristiana e islamica dell'Africa le cause per il collasso ecologico di quel continente, avendo stravolto e annullato spesso i precetti religiosi animisti che saggiamente portavano ad una sorta di autocontrollo collettivo per mantenere in qualche modo la sostenibilità. Qui però dovrei verificare in letteratura.

      Il problema è che perfino nei paesi non-poveri esistono guerre demografiche (religiose): questa volta non citerò la guerra demografica tra Israele o Palestina o quella islamizzante in Europa, ma la guerra demografica implementata dalla comunità Haredim negli Stati Uniti e nel Regno Unito a danno della comunità ebrea "laica" e secolarizzata.
      La recrudescenza antiabortista dei fondamentalisti cristiani in USA dimostra anch'essa la virulenza "accrescitiva" di una morale di origine religiosa.

      Se l'establishment religioso ha avuto e ancora ha qualche strumento intellettuale e culturale in più rispetto alle greggi che vuole educare, dovrebbe esserci una radicale inversione ideologica, visto che lo scopo delle religioni in primis è sempre stato di controllo e guida sociale.
      Solo che la demografia è potere, è prevaricazione, è affermazione dell'unicità, la mia religione e il mio gregge che vince te, la tua, il tuo gregge. Jared Diamond in Collasso, se ricordo bene, riporta gli anacronismi culturali (dovuti ad usi, religione, etc.) tra le cinque cause principali di collasso, analizzando ad esempi i comportamenti dei coloni vichinghi in Islanda (deforestazione) e in Groenlandia (rifiuto ideologico di apprendere pratiche di vita dagli Inuit, problema affrontato anche in Il fiordo del'eternità, campione di vendite nei paesi scandinavi).

      L'unico paese che sembra avere una visione razionale e disincantata (ed estremamente equa ed egalitaria in cui le persone che si riproducono responsabilmente non devono subire i costi pesanti e gli effetti disastrosi delle compulsioni riproduttive degli irresponsabili) del problema è la Cina con la politica coercitiva del figlio unico per donna, anche perché forse è quello che più volte ha vissuto il dramma terribile (si può usare il termine di catastrofe) delle carestie.

      Insomma, c'è una terribile mescolone di disparati anacronismi che però ha molto spesso un collante morale, religioso che lo sostiene ideologicamente.
      Forse sono anche ottimista, visto che la biologia evolutiva di ca. 10 milioni di anni ha permesso solo ai più "riproduttivi" di avere una discendenza e quindi è anche la biologia, ad un livello più basso e quindi efficace della morale, che spinge a questa follia. Una sorta di paradosso. Non solo interesse individuale contro collettivo ma anche la biologia che diventa strumento di estinzione, di autoestinzione, antibiologico (ma forse no, biologico proprio perché antiantropico).

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    6. Rispondo soprattutto al Prof. Bardi ...
      Credo che nelle società contadine a basso uso di idrocarburi il fatto di fare quanti più figli possibile corrisponda alla stessa logica per cui le società industriali spingono il "Drill, baby, drill": produttività, e ricerca di potere.
      Se non ci sono auto, trattori, aggeggi elettrici va tutto fatto a mano e con bestie.. e in fondo (con un occhio piuttosto cinico) ogni figlio è un "roomba" che consuma meno energia e molto più versatile! Senza contare che una volta cresciuto una famiglia numerosa puo' esercitare una "pressione" superiore sulla società di una meno numerosa.
      Isomma , avendo sufficiente terra penso che l'EROEI di un figlio sia nettamente positiva. Consideri che un essere umano consuma circa 100 watt di metabolismo basale e compie lavoro con circa il 25% di efficienza energetica. Mi trovi un robot agricolo in grado di fare altrettanto

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    7. @UomoInCammino

      ..prendete a pugni imam, rabbini e preti e le loro cuniculari e sciagurate teorie da zootecnia umana intensiva.

      Sopratutto questo che approvo in pieno.
      L'Umanità non si salverà se non si libererà di queste sette fatte di ignoranti, criminali e dementi la cui supposta (da loro) sapienza risiede tutta nella lettura di libri la cui carta non é neppure adatta a pulirsi il sedere tanto é ruvida.

      A questi criminali farei fare un corso accelerato di Logica astratta con studio della Teoria delle rappresentazioni nel tentativo, son certo vano, di far loro capire che ciò che insegnano é solo rappresantazione di qualcosa che é altro da questo mondo e che viene chiamato Sacro proprio perchè è sacer cioè velato nascosto ai sensi e quindi richiede per essere per lo meno intuito seppur non compreso appieno, di strumenti che si appoggiano ai fantasmi del ns. mondo e che le differenti rappresentazioni, tutte legittime, sono solo morfismi di una stessa unica realtà.

      Dopo il corso li ucciderei per crimini commessi contro l'Umanità

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    8. devo dire che sono stato più fortunato di voi e ho conosciuto molti preti che di filiazione compulsiva non parlavano mai..anzi la sacralità dei figli era comunque legata alla più materiale condizione che si dovessero mettere al mondo con giudizio e risorse economiche e spirituali più che buone e non così..tanto per sport.
      Anzi..ci sono preti in giro (conoscere ad esempio qualche gesuita lo può confermare..) che parlavano di argomenti come decrescita, riuso, comunità solidali, orti, uso ponderato delle risorse ecc..ecc..già parecchi lustri fa..avanguardisti addirittura rispetto a personalità che poi di questi temi ne hanno parlato in seguito e (ovviamente) distanti anni luce dal miglior politico in circolazione..
      un saluto

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    9. Sono d'accordo con Stefano. Preti, Imam e robe simili, a mio parere, non hanno grande effetto sull'esplosione demografica. Predicano che sia giusto avere molti figli, ma non credo che gli agricoltori avessero tanti figli perché glie lo dicevano i preti. Figuriamoci.... i preti hanno cercato di convincere la gente sulle virtù della castità per millenni.....

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  2. ...Grave che non si accenni al fatto che forse solo le aree temperate sono le meno disadatte all'agricoltura, mentre nelle aree tropicali e subtropicali per la fragilità dei suoli e gli eventi estremi climatici andrebbe bandita l'agricoltura tout court; diversa forse la coltivazione di alberi per scopi vari che dovrebbero proteggere un pò di più i suoli...Non tutte le aree del pianeta possono esser esposte ugualmente alla minaccia uomo; le missioni umanitarie alle basse altitudini o nelle aree subdesertiche dovrebbero forse curarsi di lasciare quanti meno uomini possibile in quelle aree...Recentissimamente si è scoperto che addirittura nemmeno geneticamente siamo uguali, visto che la razza caucasica, e parzialmente quella asiatica, hanno un genoma fino al 3% neanderthaliano, maggiormente nell' Italia centrale (Nell'ordine Toscana,Umbria, Marche), poi Francia mediterranea e paesi baschi, i cui istoni attivi identificati sarebbero responsabili della maggiore resilienza della razza caucasica alle malattie infettive batteriche e virali...

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    1. Guarda che lo studio che citi sulla razza è stato invalidato.

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    2. Ti sbagli ; sei rimasto indietro di 2 anni; se hai letto il mo commento addirittura sono riusciti ad identificare gli istoni attivi, cioè i clusters di DNA che attualmente sequenziano proteine in ognuno di noi ; per quelli silenti è tutt'altra storia e forse è meglio che non si attivino...Basta cercare " neanderthal genes in humans" ....Mi spiace per te...Dopotutto i nenaderthaliani vivevano in Europa ed Asia per cui lo studio ha un senso comune...Addirittura Nelle zone interne di Toscana ed Umbria si arriba ad un 3,5 %, mentre siamo intorno al 2 nel resto dell'Europa e meno in Asia.

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    3. Lo studio è del Max Planck di Lipsia; http://www.eva.mpg.de/neandertal/index.html ;

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  3. secondo me c'è un errore nel dato dell'acqua; i dati ufficiali Aquastat sono molto maggiori; gli usi complessivi di acqua sono oltre 3800 km3 di acqua all'anno

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  4. Popolazione delle Filippine
    nel 1970: circa 38,000,000
    nel 2013: 103,775,000

    Popolazione della Thailandia
    Nel 1970: circa 35,000,000
    Nel 2013: 70,334,000

    Partendo da piu o meno la stessa base la Thailandia ha raddoppiato la sua popolazione in 43 anni mentre invece le Filippine la hanno quasi triplicata. (2.7 volte)

    Qual’e’ la ragione per questa grande differenza e dove si trova?

    Per farla breve, si trova alla fine di via della Conciliazione a Roma ed in questo momento preciso a Copacabana continuando a predicare la stessa roba di sempre. Sarebbe molto meglio se imparasse a ballar la samba.

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