domenica 21 luglio 2013

Desertec: la zattera e il transatlantico

Da “Cassandra's Legacy”. Traduzione di MR


Il transatlantico "Great Eastern". Varato nel 1858 era di gran lunga la nave più grande mai costruita e tale rimase per almeno mezzo secolo. Ma era anche troppo grande per essere funzionale e fu un disastro commerciale. L'ambizioso progetto “Desertec”, l'idea di alimentare l'Europa con energia rinnovabile dal Nord Africa, potrebbe avere lo stesso destino (fonte dell'immagine).



Ho seguito la storia di “Desertec” a lungo; l'idea ambiziosa di costruire impianti solari su larga scala in Nord Africa per produrre energia da spedire in Europa.

Desertec mi ha sempre lasciato perplesso. Con i suoi impianti enormi e un costo di circa 400 miliardi di dollari, mi ha sempre fatto pensare che fosse come passare da una zattera ad un transatlantico senza aver mai costruito nulla in mezzo. In breve, l'equivalente moderno dello sfortunato transatlantico “Great Eastern”, costruito a metà del diciannovesimo secolo e troppo grande per i suoi tempi. Così, non sono stato sorpreso nel leggere, recentemente, che il progetto ha dei problemi (leggete anche qui).

Non che l'idea di base del progetto Desertec sia sbagliata. Il Nord Africa riceve un sacco di luce solare ed ha ampi spazi liberi che potrebbero essere usati con profitto per raccogliere questa energia per produrre elettricità. Ma ciò non è stato sufficiente per far funzionare economicamente il progetto. Il primo problema è stato il collasso dei prezzi dei pannelli fotovoltaici. Questo ha reso obsoleta l'idea originale del progetto che avrebbe dovuto poggiare sull'uso del solare a concentrazione. In pratica, con prezzi così bassi, aveva senso costruire impianti fotovoltaici direttamente in Europa. Anche con una radiazione solare inferiore, si sarebbero evitati i costi enormi dell'infrastruttura necessaria per portare l'elettricità dal Nord Africa.

Oltre a questo, il progetto Desertec ha sofferto del fatto di essere stato concepito con una specie di “mentalità Apollo”; l'idea che, se potevamo andare sulla Luna, allora potevamo fare tutto (ammesso che volessimo spendere abbastanza soldi). Ma il successo dell'Apollo non è mai stato ripetuto, anche se il fantasma del razzo Saturno è stato evocato molte volte per altri scopi, dall'economia basata sull'idrogeno alla fusione. Questo tipo di enormi sforzi con un recupero dell'investimento a lungo termine erano possibili negli anni 60, ma oggi non più. Con così poche risorse rimaste, viene data la priorità a progetti che promettono ritorni rapidi. E di certo Desertec non è uno di questi. Non abbiamo più quei soldi.

Ci sarebbe solo un modo per salvare il Desertec: costruire prima una macchina del tempo e quindi costruire gli impianti negli anni 60 (o, forse, ai tempi del “Great Eastern”).


20 commenti:

  1. ...Credo ci sia un errore: veramente il desertec prevedeva il solare a concentrazione e non il fotovoltaico ? E cmq sono tecnologie molto differenti anche perchè il solare a concentrazione può solo che esser pubblico o controllato dallo stato; poi nell'articolo si mette in contrapposizione fotovoltaico /solare termodinamico senza dirci un H dell'instabilità politica di quelle aree o dell 'EROI comparato che probabilmente non è facile da calcolare vista la lifespan teorica enormemente superiore del solare a concentrazione : siamo pronti ad istallare mitragliatrici automatiche tutto intorno ai grandi impianti di solare a concentrazione ? Siamo pronti a ragionare nella scala di molti decenni, non 2 o 3 come per il fotovoltaico , per calcolare l'EROI ?...Vogliamo elettricità solo di giorno od anche di notte ? Mi sbaglio od i materiali per gli specchi sono molto più sostenibili e riutilizzabili di quelli nei pannelli ?....In Spagna ci sono veri deserti.. c'è abbastanza spazio per mettere il solare a concentrazione....Servono però i soldati per soffocare ogni protesta e controllare gli impianti....Se gli stati si disentegrano, niente solare a concentrazione ( e molte altre cose )..Se gli stati continuano ad essere principalmente erogatori di welfare, la disintegrazione sarà rapidissima ed già in atto...

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    1. Perché errore, Francesco? Desertec era nato negli anni '90 proprio con l'idea del solare a concentrazione. Poi si erano accorti che il fotovoltaico costava meno, per cui avevano cambiato piano, ma a quel punto si erano anche accorti che costava meno installarlo in Europa, per cui.......

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    2. ..Ah ecco...Io avevo conoscenza solo della seconda versione, ma credo cmq che il solare a concentrazione sia una tecnologia importante su cui gli stati Europei dovrebbero investire magari dando del lavoro vero in Spagna...Quale sarà la lifespan teorica del solare a concentrazione professore?..Il punto debole sono gli specchi o la torre di concentrazione o la manutenzione ?

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    3. Difficile dire quanto possono durare gli impianti a concentrazione. In teoria, infinito, se uno ogni tanto cambia gli specchi, cambia i tubi, cambia le macchine e tutto quello che c'è da cambiare. Ma questo vale anche per il FV dove le celle sono ormai una frazione piccola del costo totale. Comunque gli impianti a torre mi sembra siano stati abbandonati per quelli a concentratori parabolici lineari

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    4. Tecnicamente durano 50anni (è un impianto idraulico) ma per sicurezza si dice 30anni. Però dopo 30anni non viene buttato niente ma si ricicla tutto e si sostituisce man mano all'infinito. Un sistema ottimo per il "medioevo" del Picco.

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  2. non c'è torre di concentrazione, perche gli specchi sono come dei lunghi cilindri tagliati a metà, nel cui fuoco scorre una soluzione ai sali fusi e se non ricordo male questa soluzione di sali fusi è di Carlo Rubbia. Il grande vantaggio del solare a concentrazione è che può continuare a produrre energia anche nelle ore successive al picco di radiazione mattutina, se l'insolazione è stata sufficiente, ciò perchè la quantità di calore immagazzinato in appositi contenitori (grazie anche alle alte temperature) consente di far funzionare una turbina anche nelle ore notturne. Però se il solare fotovoltaio ha un EROEI superiore, quello a concentrazione muore di morte naturale.
    Prof. Bardi, se sbaglio mi corregga, grazie.

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    1. Si, l'idea di Rubbia è di usare i sali fusi. Anzi, dovrei dire "era", perché mi pare di capire che il progetto sia ormai morto, o perlomeno moribondo. Non è una cattiva idea, ma complicata da mettere in pratica - ha il vantaggio che l'impianto produce in modo più costante; se la cisterna dei sali fusi è veramente molto grossa, può continuare a funzionare anche per alcune ore dopo il tramonto. Per quanto riguarda l'EROEI comparata di FV e CSP, i dati sono poco chiari. Su grande scala, il CSP potrebbe avere un'EROEI migliore, ma non su piccola scala e qui sta il problema.

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    2. Il progetto di Rubbia è attivo in ben 2 centrali in Spagna. Sono previste altre istallazioni da una sua succursale l'Archimede (non è fallita, anzi).
      Verissimo: Il CSP dipende da quanto è grosso l'impianto per il calcolo dell'EROEI e qui si parla di impianti giganteschi.
      ma non solo EROEI in quanto il CSP serve anche per lo stoccaggio d'energia e quindi bisogna calcola anche il servizio fra i benefici.
      Ciao

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  3. Spiacente ma il solare termodinamico serve per una cosa e il fotovoltaico per un'altra cosa in Desertec e quindi NON sono concorrenti!
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    Il solare termodinamico serve per lo stoccaggio d'energia e non solo fare energia e il fotovoltaico era già previsto (come anche l'eolico e altre forme) già ad inizio progetto!
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    Infatti già dall'inizio che si volava fare un MIX d'energia in quanto concentrarsi su un'unica era solo concetto degli anti-rinnovabili, dunque "manco per la capa" di quelli di Desertec.
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    Desertec è in corso di realizzazione e logico che si proceda PRIMA con le linee di trasmissione elettrica (che stanno già realizzando) che fare le centrali elettriche alternative.
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    Costi alti: Quanto costano le stesse centrali elettriche convenzionali per produrre la stessa energia? Molto di più e sono uno zero in più!!!
    Lo sai benissimo che la sola Italia spreca in malaffare ben 500Miliardi!!!
    Dunque è una cifra abbordabile per l'Europa anzi enormemente economica!!!
    Logico che è difficile come ogni mega progetto che si rispetti e ANZI i problemi che dici solo ridicoli e confermano che Desertec è vincente!
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    Senza Desertec lo sai cosa ci aspetta: Il disastro economico più grande della storia per il Picco del Petrolio!
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    Ciao

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  4. Ammiro moltissimo il prof. Bardi, ma stavolta sono in disaccordo con lui. A me Desertec sembra un’ottima idea. La questione dei soldi, poi non mi convince affatto: francamente se la sola Italia si può permettere di spendere 14 miliardi di euro in caccia F35 e 25 miliardi in Expo, per tacer della tratta TAV Torino-Lione, della politica sui “termovalorizzatori”, rigasificatori, ecc… beh, allora l’Europa può permettersi economicamente ben più di “Desertec”. Se poi si guardano i costi ed il giro d’affari della mera speculazione finanziaria, non ci sono dubbi: i 400 miliardi di dollari di Desertec sono robetta da poco.

    Desertec ha un solo difetto: è in tremendo ritardo, dovremmo averlo già costruito. Desertec non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza. Aspettare vuol dire rischiare di fallire, non perché sia antieconomico investire nei deserti o nel solare a concentrazione, ma perché, aspettando, si permette al collasso di avanzare ed interferire pesantemente (la primavera araba e la conseguente instabilità politica di tutto il Nord Africa non è che un pallido esempio di quel che intendo dire). Più passa il tempo e peggio sono le prospettive economiche (e non solo) su qualsiasi investimento (Desertec incluso). E’ questa l’essenza del concetto di collasso imminente. Aspettare ad agire quando si affronta un collasso della portata del GW, del picco del petrolio e della depletion contemporaneamente è quindi una strategia assolutamente da evitare. Sfortunatamente è proprio quella che si tende ad attuare.

    Desertec ha senso solo se attuato su larghissima scala e gli interventi su larghissima scala, aggiungo, hanno senso solo se attuati prima che il collasso li renda impraticabili. Aspettare una possibile tecnologia migliore del solare a concentrazione oppure eventuali sviluppi di tecnologie già esistenti, oppure svolte legislative o politiche è molto più pericoloso che possano apparire sul mercato scelte tecnologiche che rendano il solare a concentrazione obsoleto. Il motivo è semplice: piani come Desertec non servono solo a far soldi, ma anche ad evitare il collasso (cioè a perderne in quantità incontrollata). Per evitare il collasso non servono piccole correzioni di rotta, ma una vera e propria inversione a U. Servono piani su larga scala e la scala è globale, quindi c’è spazio per solare a concentrazione, fotovoltaico, eolico, geotermico e chi più ne ha più ne metta.

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    1. Condivido queste giuste considerazioni, ma il collasso è inesorabile se continuano ad aumentare PIL e popolazione mondiale, il dubbio non è "se", ma "quando": Desertec o non Desertec.

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    2. Se avessimo quantità quasi illimitate di energia, ad un costo ridicolo, gestendole con buon senso, penso si potrebbe arrivare a superare(o rimandare ad un futuro remoto) quell'enorme scoglio, che è aumento del PIL in un mondo finito.
      In primis rivedendo il concetto di PIL, includendo sicuramente i costi ambientali, e la felicità delle persone.

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    3. Ovviamente la popolazione mondiale, va tenuta a freno, se non ridimensionata, non possiamo continuare a figliare come conigli!
      Comunque a leggere statistiche, stiamo rallentando la crescita della popolazione a livello globale, continuano a crescere quasi esclusivamente paesi poveri o in via di sviluppo.
      Si evince che, quando si è raggiunto un certo livello di "benessere", per vari motivi(culturali, economici..) si tende a regolamentare le nascita in modo spontaneo.
      Percui mi preoccuperei in uno scenario ideale di abbondanza energetica, di attivare una massiccia campagna culturale, per limitare le nascite, dove serve.

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    4. Eh, beh, Alessandro, in effetti il problema di Desertec è proprio questo: avremmo dovuto (e potuto) costruirlo negli anni 1970. Ora, siamo in terribile ritardo......

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  5. come facciamo a proteggere i vetri e gli specchi dalle tempeste di sabbia?

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    1. Non è un punto cruciale. L'idea non era di piazzare gli impianti in mezzo al deserto, dove in effetti le tempeste di sabbia avrebbero sabbiato gli specchi rapidamente. Piuttosto, l'idea era di piazzarli vicino alle coste mediterranee, soleggiate ma non desertiche.

      Comunque, ci sono dei problemi ambientali non trascurabili. Uno è la pulizia periodica degli specchi, che va fatta senza graffiarli! L'altro è la disponibilità di acqua dolce per il raffreddamendo delle turbine - cosa non ovvia anche nelle regioni costiere (e completamente impossibile nei deserti)

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  6. http://www.greenstyle.it/defkalion-nuovi-dettagli-sul-reattore-e-nuovo-streaming-domani-48142.html

    Per Prof. Ugo Bardi, buone nuove per le LENR!, oggi diretta ore 16.

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  7. Nel mentre che guardiamo al mare in direzione sud, qualcuno realizza FV su terreni marginali (pietraie carsificate) in Serbia. Useranno le reti esistenti per dare utilità alla produzione. Il concetto del Desertec ridotto a scala umana, e messo in opera reimpiegando pezzi di infrastruttura esistenti. Se fossimo furbi, potremmo valorizzare molto anche noi il mezzogiorno d'Italia. Forse non siamo poi così furbi.

    Pazienza: dopo aver comprato carbone dai tedeschi, petrolio dai libici e gas dagli algerini compreremo sole dai serbi.

    fausto

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  8. Vedo che più d'uno è rimasto piuttosto sorpreso e deluso dell'apparente fallimento di Desertec (che poi, magari, rivive - chissà?.

    Personalmente, non ne sono stato gran che sorpreso; ho partecipato insieme a Toufic El Asmar a un progetto europeo su questi sistemi a concentrazione. Più che altro ne abbiamo ricavato dei grandi mal di testa. Questi macchinari mi sono parsi un po' una riedizione della macchina a vapore, con tanti ingranaggi, catenacci, tubi, valvole, manometri e grandi sbuffi di vapore qua e la. Ora, questa è solo un'impressione personale, ma mi è parso che siano aggeggi complicati e poco affidabili. Però, ripeto, è solo una mia impressione.

    Il problema, più che altro, è l'utilizzo delle rimanenti risorse, i "grandi capitali". Bene, l'anno scorso sono stati investiti qualcosa come
    650 miliardi di dollari per la ricerca di idrocarburi in tutto il mondo. Ci si faceva un Desertec all'anno e anche di più. Ma la decisione è stata questa per la semplice ragione che la resa monetaria della ricerca di idrocarburi è - per il momento - più veloce di quella degli impianti a energia rinnovabile. In sostanza, il sistema finanziario è un po' come i dinosauri erbivori dei fumetti; quelli con la testa piccola e la pancia grossa. Non ha la capacità di pensare a lungo termine. E qui sta il nocciolo della questione.

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