giovedì 27 dicembre 2012

La nuvola: cosa stiamo facendo alla nostra mente?


Da “Cassandra's Legacy”. Di Ugo Bardi


Il racconto del 1957 di Fred Hoyle “La Nuvola Nera” è piena zeppa di idee ed invenzioni, ancora oggi straordinario da leggere. In particolare, Hoyle è stato profetico col concetto di “nuvola intelligente”, che ricorda il concetto di “Nuvola di Internet” come la intendiamo oggi. Cosa sta facendo la nuvola alla nostra mente?


Sono cresciuto in una remota provincia dell'Impero. Per gran parte della mia vita sono stato affamato di informazione. Le librerie avevano quasi soltanto libri scritti nell'oscuro linguaggio locale e di quello che si diceva nel linguaggio imperiale avevo accesso soltanto alla minuscola parte che veniva tradotta. Ottenere libri dai centri culturali dell'Impero, al di là del mare, era possibile, ma lento, scomodo ed incredibilmente caro. 

Tutto è cambiato quando ho avuto la possibilità di vivere a Berkeley. E' stato come essere in grado di respirare dopo aver rischiato di annegare. Era così diverso: le biblioteche del Laboratorio Lawrence di Berkeley erano aperte tutta la notte proprio per lasciare che noi, i ricercatori, potessimo stare lì quanto ci pareva, setacciando tomi oscuri in cerca della verità. E cos'erano le librerie di Berkeley! Perdinci: libri e libri, molti di più di quanti ne abbia mai visto, e così economici!

La caratteristica migliore di così tanta abbondanza era la serendipità. Conoscete il significato del termine: è l'improvvisa ed inaspettata scoperta, la nuova idea che frantuma e spazza via le vostre vecchie idee. Non puoi raggiungere il favoloso mondo di Serendip ordinando libri per posta, come potevo fare da casa nel mio paese. Ma a Berkeley, con così tanti libri a disposizione, tutti allineati in scaffali e mensole, tutto ciò che dovevi fare era camminare e lasciare che la serendipità ti venisse a cercare. Ne prendevi uno a caso, guardavi la copertina e dicevi, “beh, potrebbe essere interessante”. Lo compravi, forse era un libro usato in vendita a meno di un dollaro. Lo leggevi e la tua vita cambiava. Era in questo modo che ho scoperto il concetto di “picco del petrolio”, nel 2001, in una libreria di Berkeley. Mi ha cambiato la vita. 

E' stato più di dieci anni fa ed è incredibile come siano cambiate le cose in un tempo così breve. Non sono più tornato a Berkeley, di recente, ma sono sicuro che le librerie che ci sono ora siano dei simulacri di quelle che c'erano. La serendipità è emigrata nel Web.

Ora usiamo il termine “navigare” per quel tipo di ricerca della serendipità che facevo nelle librerie. Non sono in grado di quantificare quanto sia enormemente maggiore il numero di informazioni nel Web rispetto a quelle che c'erano nelle vecchie librerie. Di certo è diventato così vasto che comincio ad essere spaventato. Troppe informazioni da assorbire. Questa sensazione mi ha riportato alla mente il racconto di fantascienza che Fred Hoyle ha scritto nel 1957: “La Nuvola Nera”. Devo averlo letto nel 1960, in una traduzione italiana, quando avevo, forse, 14 anni. Potrebbe non essere un gran racconto, ma è stato sicuramente profetico per molti aspetti. Hoyle non poteva realmente immaginare Internet, anche se ci sono accenni di qualcosa di simile nella storia. Ma dove ha fatto centro è stato con il  concetto di “nuvola”. 

La Nuvola Nera di Hoyle non è la stessa nuvola che abbiamo oggi come parte del World Wide Web. E' un essere senziente: benevolo anche se non necessariamente misericordioso, in quanto non si fa scrupolo di bombardare alcune città terrestri con bombe atomiche. Ma il punto focale della storia è l'enorme conoscenza che la Nuvola Nera ha accumulato durante milioni di anni. 

Il momento drammatico arriva quando si scopre che la Nuvola deve lasciare il Sistema Solare in fretta. Deve quindi esserci un modo per trasmettere quella gigantesca massa di conoscenza ai terrestri prima che la Nuvola scompaia per sempre. Due scienziati ci provano, ma muoiono entrambi. Il loro cervelli vengono letteralmente fritti dalla gran quantità di dati. Apparentemente, la nuova conoscenza era in conflitto con quella vecchia. Non potevano cambiare il loro punto di vista abbastanza rapidamente ed il risultato è stato che il loro cervello è andato in corto circuito, auto-distruggendosi. 

A volte mi sento come se stessi provando a fare la stessa cosa degli scienziati del racconto. Cioè cercare di assorbire una quantità enorme di conoscenza dalla nuvola – quella moderna. Non so quale sia l'esperienza del navigatori medio in rete ma, per me, negli ultimi anni è stato un continuo bombardamento di nuove idee che hanno costantemente rimpiazzato le vecchie. E' stato il trionfo della serendipità.

Ma, allo stesso tempo, non è stata una cosa indolore. Le nuove idee sono tutt'altro che rassicuranti. Picco del petrolio, picco del cibo, collasso della società, punto di non ritorno climatico. L'universo si sta rivelando un posto pericoloso e questo pianeta un granello di roccia che stiamo distruggendo perché non siamo nemmeno in grado di capire quello che facciamo. Questo tipo di conoscenza è così sconvolgente che comincio ad aver paura che il mio cervello finisca fritto come quello degli scienziati del racconto di Hoyle. 

Allora, cosa stiamo facendo con questa bestia imponente che abbiamo creato, la gigantesca nuvola chiamata anche “il Web”? Stiamo cambiando noi stessi ed allo stesso tempo cambiamo il mondo. In entrambi i casi, il cambiamento non è necessariamente per il meglio ma, come sempre, ci stiamo lanciando a testa bassa nel futuro senza la minima idea di quello che facciamo e dove stiamo andando. 

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Alcuni collegamenti su come la “nuvola” potrebbe cambiare la nostra mente. La gente si lamenta di avere troppa informazione a disposizione, ma comincia a rendersi conto che c'è un problema. 

Google ci sta rendendo stupidi? (Nicholas Carr) Immergermi in un libro o in un lungo articolo era facile. La mente sarebbe stata presa dalla narrativa o dai cambi di tema e avrei passato ore a passeggiare su lunghi tratti di prosa. Difficilmente mi capita ancora. Ora la mia concentrazione comincia a venire meno dopo due o tre pagine. Divento irrequieto, perdo il filo, comincio a cercare altro da fare. Mi sento come se stessi sempre trascinando indietro il mio cervello ribelle verso il testo. La lettura profonda che veniva naturale è diventata una lotta. 

Internet sta cambiando il modo in cui pensiamo? Sarah Churchwell (come citato). In 10 anni, ho visto cambiare radicalmente le abitudini degli studenti: se l'informazione non è immediatamente disponibile su Google search, gli studenti spesso si bloccano. Ma naturalmente ciò che fornisce Google search non è la risposta migliore, più saggia o più precisa, ma la più popolare. 

Sì, Internet sta cambiando il nostro cervello. (Marc McGuinness) Ogni giorno, se navighi su Internet cliccando sugli hyperlink, aprendo nuovi tab e finestre, sfogliando le e-mail, Twitter, Facebook e qualsiasi cosa fosse che stavi leggendo proprio adesso, i tuoi schemi di pensiero cambiano. Ed i neuro scienziati hanno accumulato solide prove che quando cambiamo il modo di pensare cambiamo il nostro cervello. 

Il tuo cervello online. (Sharon Begley) Internet causa anche la “scomparsa della retrospezione e della reminiscenza” sostiene Evgeny Morozov, un esperto di Internet e politica. “Le nostre vite vengono vissute sempre di più nel presente, completamente separate anche dal passato più recente... La nostra capacità di guardarci indietro e di entrare in contatto col passato ne è una vittima sfortunata”.