Innalzamento del mare, andrà peggio
"Le stime dell'IPCC sono ottimistiche"
Il livello continuerà ad alzarsi per almeno due secoli. Alcuni scienziati italiani pubblicano il loro studio (incremento minimo entro il secolo dfino a 95 centimetri) e avvertono: ne risentirà tutto il Mediterraneo, bisogna subito ridurre le emissioni di gas-serra e prepararsi. Altrimenti ecco cosa potrebbe succedere
di JACOPO PASOTTI
VENTI centimetri guadagnati nel ventesimo secolo. Ed altri 20, ma in alcune parti del globo anche 60, saranno i centimetri di innalzamento del livello marino terrestre con cui le prossime generazioni faranno i conti entro la fine di questo secolo secondo l'ultimo rapporto dell'IPCC, il gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico. Ma secondo le ultime previsioni di alcuni scienziati italiani, queste cifre sono ottimiste. Loro stimano infatti un incremento minimo compreso tra 80 e 95 centimetri e, ripetono, all'origine di tutto ci sono le attività umane. L'unica opzione ora è una grossa frenata prima dell'impatto, ovvero rallentare il processo e non farsi cogliere impreparati.Lo studio. In uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Global and Planetary Change, Antonio Zecca e Luca Chiari della Università di Trento, presentano un quadro ancora più preoccupante di quello proposto dall'IPCC: malgrado la riduzione dei combustibili fossili (dovuto sia ad un esaurimento naturale che ad un miglioramento della efficienza energetica) il livello del mare salirà di almeno 80-95 centimetri entro la fine del secolo e continuerà a farlo per almeno duecento anni. Lo studio è un ulteriore monito a ridurre, e immediatamente, le emissioni di gas-serra, al fine di rallentare la risalita del livello marino e cominciare a prendere misure per adattarsi ad un nuovo paesaggio costiero.
I fisici dell'atmosfera trentini hanno ripreso i modelli climatici dell'IPCC ed hanno incluso nuovi dati sull'attesa, seppur di incerta entità, diminuizione di combustibili fossili. Lo scopo era vedere in che modo questa diminuizione potrà influenzare la risalita del livello marino. "È importante sottolineare che le nostre stime rappresentano i valori minimi, perché i nostri scenari di emissione non tengono conto dei combustibili fossili non convenzionali e di futuri sviluppi tecnologici che potrebbero migliorare le attuali tecniche di estrazione", chiarisce Luca Chiari. In poche parole: il livellio marino potrebbe salire ancora di più. I risultati dello studio mostrano, purtroppo, che il mare continuerà inesorabilmente a salire anche nel caso della riduzione più drastica delle reserve di combustibili fossili. Ma, secondo Zecca e Chiari, l'innalzamento del mare potrebbe essere se non altro "frenato" con un radicale taglio elle emissioni, e questo consentirebbe all'umanità di muovere qualche passo verso l'adattamento all'inevitabile.
(18 novembre 2012)