martedì 18 settembre 2012

Risucchiare l'Atmosfera

Di Albert Bates, da “The Great Change” del 27 luglio 2012. Traduzione di Massimiliano Rupalti

“La mia contestazione rispetto alle “soluzioni” totali viene dai miei viaggi per il paese durante i quali parlo nei campus dei college e cose simili. C'è un gran clamore per le “soluzioni”. L'idea è che se non sei abbastanza ottimista, dovresti tacere. Ma ci sono dei sottintesi a tutte queste cose. Il sottinteso a questo particolare meme è: “Dacci le soluzioni che ci permettano di continuare con le nostre cose come abbiamo fatto finora, solo con altri mezzi”. Non volgiono ascoltare altre modalità. Voglio continuare a guidare tutte le auto, solo in modo diverso. Sapete, tipo auto ibride elettriche, o auto elettriche o auto che vanno a secrezioni di alghe. Ma non afferrano il fatto che quello stile di vita è finito. I mandati della realtà ci dicono qualcosa di molto diverso. Ci dicono che dobbiamo abitare il paesaggio e muoverci su di esso in modo molto diverso in futuro”


                                            — James Howard Kunstler, su Rolling Stone del 12 luglio 2012

Di Albert Bates



Gli scienziati che si attaccano ai fili d'erba della Geo-ingegneria per conservare una tecnotopia quasi umana nel post-Antropocene hanno proposto un sacco di cattive idee, ma, occasionalmente, esce fuori qualcosa che potrebbe concettualmente funzionare. Quelle che si trovano nella seconda categoria dovrebbero essere messe alla prova. Daremo uno sguardo più ravvicinato ad una di queste, ma prima un breve e rapido retroterra.


Nel 1989, mentre stavamo correggendo le bozze e disegnando le illustrazioni per portare a termine la nostra pubblicazione pianificata per il gennaio 1990 di “Clima in Crisi: l'Effetto Serra e cosa possiamo fare noi”, due nuovi libri sono arrivati sulla nostra scrivania e sembravano confermare l'importanza di quello che stavamo scrivendo. Erano “La fine della Natura” di Bill McKibben e “Riscaldamento Globale” di Steven Schneider. Il primo lo abbiamo liquidato perché sembrava troppo prosaico e non eravamo d'accordo sulla premessa – la natura non sarebbe scomparsa, anche se gli esseri umani avrebbero potuto scomparire.

Il secondo ci ha dato più preoccupazione perché, come Clima in Crisi, esponeva la scienza in modo che la persona media potesse leggerla facilmente e comprenderla, e raccontava una storia di scoperte scientifiche, in una sequenza non dissimile dalla nostra, dalle carote di ghiaccio alle lampade a basso consumo.

Col sennò di poi, dopo 31 anni, dobbiamo dire che dobbiamo al Sig. McKibben delle scuse – aveva ragione, la natura sta davvero morendo. Gran parte di essa è già morta. Il nostro approccio, come quello di Schneider, era troppo cauto, troppo prudente e troppo timido. Proponevamo che i “Dividendi di Pace” della fine della Guerra Fredda fossero usati per rifare un motore economico pulito e verde dello sviluppo sostenibile, un futuro alimentato dal Sole. Riguardarlo ora sembra risibile: un'utopia tecno-feticista. Nel 1989 non potevamo in realtà affrontare il peggio – lo Scenario Venere – era troppo orribile. Lo abbiamo descritto, ma siamo passati rapidamente oltre alle lampade a basso consumo e alle applicazioni delle Stelle Energetiche.

Nel suo recente post su Rolling Stone, McKibben ha fatto a pezzi diverse scelte di gruppi ambientalisti del tardo ventesimo secolo, sebbene abbia riconosciuto che i tentativi debbano essere fatti per dimostrare che erano sbagliati:


“Questa ammissione di fallimento significa che sappiamo molto su quali strategie non funzionano. I gruppi verdi, per esempio, hanno passato molto tempo provando a cambiare gli stili di vita individuali: la proverbiale lampadina a basso consumo è stata installata da milioni di persone, ma così c'è una nuova generazione di televisori succhia energia a schermo piatto.

Molti di noi sono fondamentalmente ambivalenti nel diventare verdi: ci piacciono i voli economici per posti caldi e non vi rinunciamo certamente se qualcun altro li prende ancora. Siccome tutti noi siamo in qualche modo i beneficiari dei combustibili fossili a buon mercato, affrontare il cambiamento climatico è stato come provare a costruire un movimento contro sé stessi. E' come se il movimento per i diritti dei gay dovesse essere costruito completamente da dei predicatori evangelici, oppure il movimento contro la schiavitù dagli schiavisti.”



Ora siamo in completo accordo con lui su questo punto. Le soluzioni tecnologiche devono essere viste per quello che sono: desideri nostalgici di un futurismo disneyano estinto. Energia torica, aerolinee a biocombustibili, voli della Galaxy Virgin per la Luna e città nel deserto racchiuse in in bio-cupole, sono tutti miseri attaccamenti al sottile ramoscello di quello-che-poteva-essere, mentre precipitiamo dalla scogliera in un infernale post-Antropocene. 

Il nostro ultimo libro, La soluzione del Biochar: l'agricoltura al carbonio e il cambiamento climatico, proponeva un realistico ed ancora fattibile fine corsa ai politici ed ai banchieri andando diritti al lavoro dei contadini e dei proprietari di fattorie per fermare i deserti. La Soluzione del Biochar è geo-ingegneria mascherata da coltivazione biologica. Racchiude due bisogni umani fondamentali – cibo ed energia – e fornisce il primo in modo molto più affidabile nel panorama cangiante del ventunesimo secolo, estraendo il secondo in modo antico ed alchemico. Non serve niente da parte di metalli esotici, cristalli o di riserva frazionaria bancaria, e sappiamo che funziona perché Cristoforo Colombo e Gengis Khan lo hanno entrambi usato per riplasmare la nostra atmosfera  e il nostro clima almeno una volta in precedenza. Riforestando interi continenti (anche se non intenzionalmente, come effetto collaterale del genocidio e dello schiavismo di massa) entrambi hanno interrotto cicli di riscaldamento “naturale” e portato grandi cicli di raffreddamento – persino piccole ere glaciali – virtualmente nottetempo. 

Meno provata è più nel regno dei metalli esotici, cristalli e riserva frazionaria bancaria, è una strategia che è stata proposta da un gruppo di scienziati, diventati imprenditori, guidati da Peter Eisenberger e Graciela Chicilnisky dell'Università della Columbia (niente a che vedere col navigatore italiano). Essi propongono un'estrazione d'aria (depuratori al carbonio) a basso prezzo ed alta efficienza. Vogliono usare alberi artificiali per svuotare l'atmosfera, separare la CO2 e infilarla in qualche posto utile, tipo nelle lagune, dove può far crescere alghe per un biodiesel a 0,40 dollari al gallone, o in serra, dove può incrementare i rendimenti in vaso idroponici. 

Se ricordate Apollo 13 (il Film), potreste ricordare che la crisi che ha affrontato il personaggio di Tom Hanks era in misura inferiore la perdita di ossigeno rispetto alla saturazione di CO2 , che presentava un problema di minaccia alla vita. Gli ingegneri a terra hanno improvvisato un modo per congiungere contenitori dell modulo di comando a forma di cubo con le prese a cilindro dei contenitori del modulo di atterraggio cannibalizzando una tuta spaziale. 



Più tardi, gli shuttle hanno avuto un sistema di rimozione dell'anidride carbonica che rigenerava la sua sostanza assorbente, senza lasciare rifiuti. L'ossido di metallo assorbente veniva pulito pompando aria riscaldata a circa 200°centigradi (400° F) a 7,5 scfm (standard cubic feet per minute) attraverso il suo contenitore per 10 ore. 

Il carbonio attivato, prodotto dalla biomassa pirolizzata, può anche essere usato come assorbente di anidride carbonica a basso costo. Una volta che il carbonio attivato si satura, la CO2 può essere rimossa soffiando aria calda dal fondo, ma questo creerebbe uno scarico di sporcizia, quindi un metodo migliore è quello di immergere il biochar in reagenti come calce sodata, idrossido di sodio, idrossido di potassio o idrossido di litio che sono in grado di reagire chimicamente e di trasportare la CO2. Ciò è simile al processo che usiamo quando mescoliamo la segatura o la fibra di paglia tagliata con grassello di calce per fare intonaci e stucchi in bioedilizia. Nel tempo, il carbonio viene incorporato nella calce idrata, lasciando una superficie dura proprio come il calcare. L'aria viene spinta attraverso dei filtri e l'ammina assorbe quantità apprezzabili di CO2 a temperatura ambiente e di conseguenza rilascia la Co2 quando le temperature vengono aumentate a 70-120° centigradi (170-250°F). L'energia per alimentare le ventole ed il calore per il processo di desorbimento possono essere da combustibili fossili, da solare termico, da geotermico o da biomasse (comprese unità a Calore Combinato e Biochar – CHAB). Usare combustibili fossili sembra fallire lo scopo, ma i filtri possono anche essere istallati su una centrale diesel o a carbone ed usati per rendere l'aria delle ciminiere più pulita dell'aria che entra nella fornace dal cielo. 

Gli agenti reagenti specifici sono un segreto di mercato e il gruppo ha costruito i propri affari sotto il nome di “Global Thermostat LLC” di New York. All'evento delle Nazioni Unite a Rio, Eisenberger e la Chicilnisky hanno affermato che il loro processo estrarrebbe CO2 al ritmo di 2kg per ogni Kw/h consumato. “Una dislocazione operativa aggressiva si presume che inizi intorno al 2015, una data ritenuta fattibile, visto lo stato dell'arte della tecnologia”, dicono. Essi prevedono che dal 2040, con la metà delle nuove centrali del mondo che adottano questa tecnologia, potrebbero estrarre 34 gigatonnellate di anidride carbonica all'anno (GtCO2/a) per il resto del secolo. Il suolo richiesto per questo livello di estrazione è fissato come <300km2, circa la dimensione di Malta. La loro stima sul sequestro netto per il 2100, se va tutto secondo i piani, è di 2400 GtCO2. 

La “Terrificante Nuova Matematica”, come ha titolato Bill McKibben il suo pezzo su Rolling Stone, ora ha rilevanza nella discussione. McKibben dice: “Gli scienziati stimano che gli esseri umani possono riversare approssimativamente 565 ulteriori gigatonnellate di anidride carbonica in atmosfera entro metà del secolo ed avere ancora una speranza ragionevole di rimanere al di sotto dei 2 gradi. (“Ragionevole”, in questo caso, significa 4 opportunità su 5 o qualche probabilità in meno che giocare alla roulette russa con una pistola a sei colpi)”. Poi indica che le riserve accertate di carbone, petrolio e gas delle compagnie di combustibili fossili, e dei paesi che agiscono come compagnie di combustibili fossili, è un numero molto più ampio: 2795 Gt. 

Se tutte le riserve accertate di carbone, petrolio e gas venissero bruciate entro il 2100 (2795 Gt) ed allo stesso tempo si introducesse l'esperimento dell'estrazione d'aria del Termostato Globale (che sequestra 2400 Gt), allora l'atmosfera terrestre avrebbe ancora posto per 170 Gt prima di raggiungere il limite di riscaldamento di 2° centigragradi stabilito a Kyoto  (2795-2400 = 395; 565-395 = 170).

Ma ci sono diverse ragioni per cui questo conto è ancora sfocato. Primo, non c'è ancora una risposta giusta. La concentrazione interglaciale normale di CO2 è 280 ppmv (parti per milione in volume), non 350 – l'obbiettivo di MvKibben – o 390 e più, al quale ci troviamo ora. Il metano dovrebbe essere a 650 ppb (parti per miliardo) ma invece è a 1756 ppb, 2,5 volte più alto di quanto non sia stato per milioni di anni. Puntare a 350ppm, o anche restare al livello attuale, probabilmente non è abbastanza buono.

Alle 9 il cucu femmina (A)esce fuori e bacia il cucu maschio vivo (B) – Il cucu maschio, per paura di una proposta nell'anno bisestile, vola via e la corda (C ) tira il gancio (D) liberando la mano (E) – la quale lancia il cappello di ricambio (F) sull'attaccapanni (H) – il peso del cappello solleva la copertura (I) dalla macchina da scrivere (J) cosicché il capo pensi che siate da qualche parte vicino all'ufficio!

Nessuno ha realmente mai visto i depuratori del Termostato Globale in azione e probabilmente non li vedrà, finché non ci sarà qualche tipo di limitazione nelle emissioni o una tassa assegnata al carbonio che forzi le centrali a carbone ad installarli. Il siluramento da parte di Obama del trattato di Kyoto a Copenhagen e in seguito a Cancun e Durban assicura che non ci sono limitazioni del genere nell'aria. Nè Mitt Romney, né il successore probabile di Obama, Hillary Clinton, sembrano intenzionati a percorrere quella strada, finché i loro finanziatori rimangono negazionisti climatici. Senza incentivi finanziari, né i compratori, né i venditori avrebbero un mercato per i depuratori di carbonio. Infatti, questa era la spinta centrale nella presentazione della Chicilnisky a Rio. Voleva che il “Green Climate Fund” di Hillary (più recentemente ribattezzato “Green Energy Fund”) fosse destinato quasi esclusivamente alla tecnologia dell'estrazione dell'aria (aka “clean coal”, carbone pulito). 300 miliardi di dollari sono un incentivo sufficientemente adatto col quale lanciare la sua piccola New York LCC. Non sappiamo realmente quanto costerebbe la tecnologia degli alberi ceramici del Termostato Globale, perché non sappiamo cosa serve per fare l'Elisir dell'Ammina Immobilizzata brevettato dal Dr. Magia o quanto il Dr. Magia voglia come diritti per l'uso del suo brevetto. 

Tuttavia, la portata della dispensa del serpente petrolifero del Dr. Magia è stata superata dal furfante principale del pezzo di McKibben, Padre Tempo. McKibben conclude il suo saggio con queste parole: 

“Questo mese, gli scienziati hanno pubblicato un nuovo studio che conclude che il riscaldamento globale ha aumentato drammaticamente la probabilità di gravi ondate di calore e siccità. Pochi giorni dopo un'ondata di calore sugli altipiani del Midwest ha superato i record che resistevano dai tempi del Dust Bowl, minacciando il raccolto di annuale. Volete un numero? Nel corso di questo mese, un quadrilione (10 alla ventiquattresima) di semi di mais hanno bisogno di essere impollinati lungo la 'fascia del grano', cosa che non può essere fatta se le temperature rimangono fuori scala. Proprio come noi, i nostri raccolti sono adattati all'Olocene, il periodo di 11.000 anni di stabilità climatica che stiamo per lasciare... nella polvere”.

Se siamo fortunati, possiamo atterrare su qualcosa che somigli al Massimo Termico del Paleocene-Eocene nel quale hanno vissuto in nostri antenati (rettili) 55 milioni di anni fa, che è durato 200.000 anni, ma perché accada questo, la curva di accelerazione degli anelli di retroazione positivi delle forzanti climatiche dovranno invertirsi, e anche molto presto, e dato l'attuale stato dei clatrati di metano che gorgogliano, il Permafrost che rilascia gas, la perdita estiva di ghiaccio, il ritardo dell'Atlantic Conveyor ed altro, anche questo sconfortante scenario da Eocene di 5 gradi sembra eccessivamente e poco plausibilmente ottimista.

Il giocatore di golf tira il grilletto (A), sparando il sostegno della palla da golf alla fine della pistola – la detonazione della pistola causa la corsa della marmotta (B) nel buco (C ) - la palla di cannone (D) cade sulla pompetta (E) facendo spruzzare il dispenser (F) sulla maglietta (G) – la maglietta si restringe leggermente aprendo le pinze del ghiaccio (H) e permettendo la palla da golf (I) di cadere sul sostegno!

Come abbiamo detto ai nostri lettori 32 anni fa, c'è un ritardo di 25-50 anni fra quando raggiungiamo le emissioni zero e quando il pianeta smette di riscaldarsi. Detto in altro modo, le siccità, gli incendi, le tempeste estreme e tutte le altre manifestazioni del cambiamento climatico che stiamo vivendo oggi, nel 2012, sono il risultato diretto dlla cultura del macchinone e del motore truccato del 1962. Nel 1962, c'erano 50 milioni di automobili e il viaggio aereo commerciale viveva ancora la sua infanzia. Portare un uomo sulla Luna era lo slogan elettorale di Kennedy. Quale tipo di impronta abbiamo oggi, invece, e che tipo di segno sta lasciando nel mondo dei nostri nipoti?

Piuttosto che abbracciare o respingere il processo del Termostato Globale diamo cautamente il benvenuto all'estrazione d'aria come una tecnologia in più probabilmente utile, auspicabilmente innocua, che potrebbe tagliare di qualche grado la nostra sentenza. 

L'estrazione dell'aria in nessun modo da la licenza di continuare con la festa, come qualcuno all'incontro delle Nazioni Unite potrebbe aver pensato, o di bruciare tutte quelle riserve effettive. McKibben ha mortalmente ragione su questo; quelle riserve di carbonio devono rimanere nel sottosuolo se vogliamo avere qualche possibilità.

Il Professor Butts beve un bicchiere di uno strano gin e sviluppa una invenzione per aprire la porta del garage senza uscire dalla macchina. Va col paraurti (A) contro la mazza (B) spingendolo giù facendo esplodere il coperchio (C) spaventando il coniglio (D) che corre verso la sua tana (E) tirando la corda (F) che scarica la pistola (G). La pallottola penetra il barattolo (H) dal quale goccia l'acqua nell'acquario (I). Mentre il livello sale nell'acquario, esso solleva il sughero in posizione verticale (J) che spinge l'altalena (K) a fine corsa, provocando la perdita di equilibrio della pulce (L) e facendola cadere sulla coda del segugio addormentato (M), il quale si sveglia e fa girare la coda in continuazione, facendo girare la piattaforma (N) e aprendo la valvola (O). L'acqua scorre in un tubo (P) che comincia a riavvolgere l'irrigatore (Q) sul quale la corda (R) si avvolge aprendo la porta del garage. Naturalmente, se volete, potete andare dritti contro la porta, così non ci saranno più ostacoli a disturbarvi in futuro.



L'estrazione dell'aria, se e quando raggiungerà la dimensione di fattorie di filtraggio delle dimensioni di Malta nel 2040, potrebbe anche cominciare a tirare fuori radionuclidi, che sarebbe una cosa buona e che ci riporterebbe al pre-Fukushima, anche all'era pre-Trinità , circa 1943, quando il fallout ha provocato la perdita dei capelli. Ma siccome nessun legislatore ha mai trovato un modo per stanziare abbastanza soldi per spostare le scorie nucleari da serbatoi che perdono nei depositi, in piscine stipate presso reattori costruiti sulle coste o su faglie sismiche o qualsiasi altra trappola mortale per adescare le generazioni future, è difficile immaginare di spendere i soldi dei contribuenti in rimozione estrattiva dei radionuclidi (lasciate perdere l'anidride carbonica). Le imprese private reggeranno questo fardello? Fateci vedere i soldi.   

Dovremmo ricordare che il biochar ed altre tecniche di agricoltura col carbonio, non hanno bisogno di un mercato della CO2 o di un Green Climate Fund. Esse aumentano le rendite agricole e la resistenza alle siccità indipendentemente dal prezzo speculativo del carbonio. Possono essere guidate dal mercato senza incentivi da adesso.

La nostra strategia più pratica, come abbiamo sottolineato nel 2006 nella Manuale di Sopravvivenza alla fine del Petrolio, resta quella di aumentare l'adattabilità e la resilienza climatica ed economica – personale, del quartiere, della comunità e della zona – mentre lavoriamo per facilitare una transizione ad una organizzazione sociale più sana che promuova la guarigione planetaria. Questa potrebbe e dovrebbe includere l'estrazione dell'aria e non solo per il carbonio. Noi usiamo proprio alberi. Quelli veri. 

Abbiamo bisogno di lasciar fare a Gaia quello che fa meglio. Se potessimo semplicemente smettere di ferirla ulteriormente, essa potrebbe ancora recuparare. Ha la volontà di farlo anche se, al momento, succede che abbia una febbre seria e molto spiacevole. Ci sono voluti a noi, i bipedi, centinaia di migliaia di anni di vita compassionevole, nel complesso, per un periodo stabile nell'Olocene per emergere dai regimi climatici caotici di tutti i tempi precedenti. Abbiamo fatto pressione sui confini di questa stabilità con le nostre città, i fiumi deviati, deserti ed agricoltura fatti dall'uomo, ma l'abbiamo anche aiutata a recuperare, aggirando e persino proteggendo enormi estensioni di foresta pluviale e montagne sacre ed intoccate. 

L'equilibrio che i nostri predecessori avevano con nostra madre era delicato e in soli 150 anni lo abbiamo distrutto. Ma quel controbilanciamento potrebbe non essere ancora al di là della redenzione. Dobbiamo solo rimettere le foreste e smettere di sporcare il nostro nido.