La Terra Svuotata, di Ugo Bardi, Editori Riuniti 2011
Di Marco Sclarandis
Ci sono due grandi scrittori che mi hanno aiutato nel seguire e comprendere la mia passione per i metalli:Isaac Asimov e Primo Levi.
Tutti e due sono stati anche scienziati e chimici. Una terza persona che questa mia passione mi ha fatto incontrare è un altro chimico-scrittore, autore di un recentissimo libro che racconta la relazione tra noi esseri umani e in modo speciale quella parte degli elementi chimici che sono appunto i metalli.
Sebbene i metalli rappresentino la maggioranza dei novantadue elementi chimici naturali, dall’idrogeno all’uranio, gli esseri viventi, noi compresi,non siamo costituiti da metalli se non in quantità modeste se non infime. Ospitiamo un chilo di calcio un etto di sodio e di potassio e pochi grammi di magnesio e di ferro. Di un’altra dozzina di metalli tra cui litio, rame zinco, alluminio, cobalto, pochi milligrammi o tracce esigue.
Ma noi umani non saremmo quelli che siamo se non avessimo scoperto e utilizzato i rimanenti fratelli scintillanti tenaci e malleabili. Naturalmente, tutti gli elementi chimici hanno la loro importanza, che siano metalli, semimetalli o non metalli come il fosforo, per esempio. Oggi, chiunque adoperi un telefonino e ancor più uno smartphone dovrebbe tenere a mente la tavola periodica degli elementi. Anche solo per ricordarsi che sebbene la Terra li contenga tutti, con una particolare eccezione, non tutti sono abbondanti nella stessa entità.
Siamo una muffa cresciuta su una crosta inumidita di silicio e di calcio, che ricopre una enorme boccia di ferro e nichel che nel profondo nucleo risplende come il Sole.Ma noi, micelio deambulante e pensante, da sempre abbiamo cercato di adoperare tutta la gamma di minerali che man mano scoprivamo. Siamo fatti così, è la nostra natura. In questo secolo appena trascorso però, abbiamo fatto una scoperta inqiuetante. Tutti quegli elementi chimici e quei minerali che non sono abbondanti ma che sono fondamentali per la civiltà tecnologica, non pare proprio che si possano trovare scavando più profondamente nel sottosuolo.
Le miniere sono un miracolo geofisico. Ci sono voluti milioni e milioni di anni perché goccia dopo goccia,strato dopo strato si formassero e concentrassero i loro preziosi tesori.
Ugo Bardi, nel suo “La terra svuotata” ci racconta questa intrigante storia che è intimamente intrecciata con il nostro presente e ancor più con il nostro vicinissimo futuro.
Il suo non è solo un libro, è una miniera dove dall’Idrogeno all’Uranio dall’Oro al
Piombo passando per il Mercurio l’Alluminio e il Neodimio e implicitamente tutti gli altri elementi risplendono nella loro enigmatica natura. La particolare eccezione?
Si trova a pagina 46.
Chissà se adesso non si sia stancato
Di lasciarsi conficcare nella carne
Esecutore di ferite e morte
E d’essere infine denigrato
Per la sua pesantissima natura
Potesse esso parlare
Non ci degnerebbe neanche d’uno sguardo
Parimenti i suoi fratelli uno ad uno
Se da servi delle nostre cupidigie
Diventassero testi in tribunale
Verremmo condannati
Ad un giorno di castigo almeno
Per ciascuna loro particella
Sciupata senza alcun ritegno
Né dai più stimati rari e venerati
Potremmo aspettarci un cenno di clemenza
Loro
Figli di stelle morte nel metterli alla vita
Rappresentanti della luce
Forti malleabili incorruttibili attraenti
Hanno atteso dei millenni per accompagnarci
Noi
Sedicenti eredi d’un divino
Li abbiamo traditi e soggiogati
Se qualcuno dei metalli
Ha già cominciato a vendicarsi
Non è di certo mancante d’un motivo.