Una riflessione pasquale sulla situazione dell'energia nucleare e dei rischi di guerra atomica. La profetessa non è molto ottimista sulla situazione - speriamo che (per una volta) abbia torto.
Al momento in cui scrivo, a oltre un mese di distanza dall'incidente nucleare di Fukushima, non ci sono vittime accertate causate direttamente dai reattori danneggiati. I danni nelle zone circostanti, per quanto spaventosi, sono piccola cosa rispetto a quelli causati dallo tsunami. Eppure, siamo ancora a parlare dei reattori di Fukushima mentre non parliamo quasi più dello tsunami.
C'è una ragione - ed è una buona ragione.
La ragione è che la questione nucleare è su un altro livello. Con gli tsunami, gli uragani, i terremoti e tutto il resto, ci abbiamo convissuto per millenni - e anche di più. E' la Terra che si scuote; noi ci aggrappiamo dove possiamo, ma sappiamo che passerà. Il nucleare è una cosa diversa; è un ordine di grandezza in più di catastrofe; forse molti ordini di grandezza. E' qualcosa di sconosciuto che non era mai esistito su questo pianeta (eccetto un caso molto particolare, miliardi di anni fa).
Le cose sconosciute fanno paura; giustamente, e quel poco che sappiamo della faccenda è abbastanza per fare ancora più paura. In circa 50 anni di storia dell'energia nucleare civile ci sono stati incidenti causati dall'umana imperizia ma - forse per miracolo - nessuno causato direttamente dall'umana malvagità. Ma questo non ci deve far dimenticare che abbiamo ancora decine di migliaia di bombe nucleari immagazzinate negli arsenali dei vari paesi. Queste sono state costruite apposta per sterminare esseri umani. E qui, forse è veramente un miracolo che, dopo le due bombe di Hiroshima e Nagasaki nel 1945, non sono mai state utilizzate di nuovo. Eppure, le potenze nucleari hanno tenuto, quasi letteralmente, il "dito sul grlletto" per almeno 60 anni - e alla guerra ci siamo andati vicinissimi in molte occasioni. Un miracolo, appunto, ma le bombe sono ancora li' e siamo ancora a sperare che il miracolo continui. Curiosamente, oggi si parla meno della possibilità di un conflitto nucleare di quanto se ne parlasse qualche decennio fa, al tempo della "guerra fredda". Eppure, oggi le armi nucleari sono molto più diffuse di quanto non lo fossero allora; sparpagliate fra stati e staterelli che ne hanno accumulate decine o centinaia.
A dimostrazione del fatto che l'umana follia non conosce limiti, negli anni 1950 si parlava di "guerra nucleare limitata" o addirittura di "vincere una guerra nucleare". Era follia allora, lo è ancora di più oggi; quando possiamo stimare gli effetti di una guerra nucleare sull'atmosfera terrestre. Lo sviluppo dei modelli climatici ci ha permesso di validare e raffinare il concetto di "inverno nucleare", che era stato proposto negli anni 1980.
I risultati sono, letteralmente, agghiaccianti. Basterebbe la detonazione di poche centinaia di bombe atomiche per causare un raffreddamento planetario di alcuni gradi centigradi. Questo distruggerebbe i raccolti di cereali perlomeno per qualche anno - e quanti milioni di vittime? Milioni? Quali milioni? Qui si parla di miliardi di vittime. E la possibilità di generare un disastro del genere ce l'hanno anche stati con arsenali nucleari relativamente piccoli: il Pakistan, per esempio, che sembra abbia un centinaio di bombe atomiche a disposizione..
La nostra vita è nelle mani di chi comanda in Pakistan? Sembrerebbe proprio di si. E non solo nelle loro mani. E' nelle mani di tutti quei leader che hanno il dito sul bottone e dei quali basta che uno abbia una crisi di follia. E si sa che i leader sono spesso persone mentalmente instabili e soggette a crisi di follia.
Tutto quello che ha a che fare con l'energia nucleare è, in qualche modo, legato a questa follia che ci ha preso nell'ultimo mezzo secolo. Incidenti come quello di Fukushima ci ricordano questo legame. Un legame che qualcuno ha chiamato "patto faustiano" ma, perlomeno, Faust aveva dato la sua anima per qualcosa di importante. Noi per che cosa abbiamo accettato il rischio della nostra stessa sopravvivenza? Per una massa di ordigni mostruosi e inutili e per meno del 15% dell'energia elettrica che produciamo. Lo slogan "Nucleare? No grazie" forse contiene più saggezza di quanto i suoi stessi ideatori non avessero immaginato.
Ma così è l'umana specie e speriamo che - per una volta - Cassandra abbia torto. Buona Pasqua a tutti.
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Un libro recente che dimostra come i pericoli di una guerra nucleare non si siano affatto ridotti con la fine della guerra freda è "How the end Begins" di Ron Rosenbaum, (Cambridge 2011). Sul libro di Rosenbaum, vedi anche il mio post su "Cassandra's Legacy"
A proposito dell'inverno nucleare, si può vedere l'articolo relativo su wikipedia.
Salve doctor, la seguo sempre lurkando, ma di solito non scrivo.
RispondiEliminaMa l'arsenale nucleare è si, un grosso pericolo per l'umanità, ma è falso dire che un individuo colto da una crisi di follia possa mettersi a sganciare bombe a destra e a manca, questo è impossibile, esistono sistemi di sicurezza per i quali vengono informate parecchie persone, prima che un missile nucleare venga sganciato.
Agus Emanuele.
Ahimé, Kurdt, anche questa dei sistemi di sicurezza per le armi nucleari è una leggenda.
RispondiEliminaE' il problema fondamentale - e irrisolvibile - delle armi nucleari: chi prende la decisione di lanciare? In teoria, si, è una decisione collettiva. In pratica, è necessario lasciare aperta la possibilità che il lancio debba essere deciso da un comandante locale sulla base delle informazioni che ha. Altrimenti, basterebbe distruggere la Casa Bianca per bloccare la deterrenza degli Stati Uniti.
E questo è quello che sappiamo per gli Stati Uniti. Cosa diavolo sappiamo di come sono prese le decisioni sul lancio - per esempio - in Pakistan? Chi decide e su quali basi? E nella Corea del Nord? E in Israele?
Aggiungo una nota dal libro di Rosembaum: il problema del cucchiaio con il filo. La storia è che nel sistema nucleare degli Stati Uniti, per lanciare un missile, due operatori devono girare contemporaneamente una chiave ciascuno. Basta che ci siano due folli contemporaneamente per farlo - ma in realtà ne basta uno solo. Ammettiamo che uno dei due vada fuori di testa e voglia distruggere il mondo. Per prima cosa da una botta in testa al suo collega. Poi gli prende la chiave, la infila nella serratura e ci lega intorno un cucchiaio. Al cucchiaio lega un filo - poi va al suo posto e contemporaneamente gira la sua chiave mentre tira il filo facendo girare anche l'altra. Bum!
RispondiEliminaSembra una fesseria, ma dice Rosembaum che hanno dovuto riprogettare tutto il sistema per impedire che una cosa del genere possa succedere veramente. E questo è solo uno dei "bugs" interni al sistema. Chissà quanti altri ce ne sono.
Il film Allarme rosso è molto ben fatto. Parla proprio del problema di garantire un comando anche in assenza di comando.
RispondiEliminaC'è poi ancora un pericolo, ed è quello dei falsi allarmi, si veda la storia dell'esercitazione Able Archer, o del tenente colonnello Petrov.
Infine, ci sono le armi nucleari fuori controllo: quelle perse negli incidenti e quelle in Stati borderline.
Se ci mettiamo in una prospettiva di lunghissimo termine, direi che è facile scommettere su ulteriori detonazioni belliche, almeno finché ci saranno testate disponibili. Si può solo discutere se sarà una cosa regionale o globale.
Un qualsiasi sistema di sicurezza non può essere per definizione più infallibile della saggezza di colui che lo ha progettato. E talvolta sono proprio i sistemi di sicurezza a causare guai, specialmente quelli che si basano sul SOFTWARE.
RispondiEliminaUn esempio classico è quello del razzo Arianne V, che per un errore di calcolo numerico nel computer di guida (overflow) ha inviato al sistema di deflessione degli ugelli anzichè l'angolo corretto .... dati di dump per il debug. Ovviamente è tutto esploso. Ma esempi ce ne sono a non finire:
http://www.w3w.it/tra_bug_software_costosi.shtml
Talvolta l'unico vero dispositivo di sicurezza è il buon senso di non fare determinate cose, se non assolutamente necessario.
Buona pasqua a tutti voi.
Paolo Marani
MIZ Cesena
Accetta lo scherzo Ugo, ma "la riduzione della temperatura di alcuni gradi centigradi" e la "riduzione della popolazione mondiale" sarebbero due eventi in grado di risolvere di botto il problema della sostenibilità...
RispondiEliminaMah.... Franco; come scherzo è un po' pesantino. Prendiamolo come tale, comunque.
RispondiEliminaLe radiazioni non uccidono subito salvo prendersene una bella botta.
RispondiEliminaQuelle migliaia di persone che lavorarono per mettere in sicurezza Chernobyl per anni erano sani come pesci ... Oggi son morti tutti.
Dunque aspetta nel dire che non ci sono morti in Giappone... Sono morti che camminano.
Ciao e Buona Pasqua
Un altro aspetto del problema e' legato al progredire delle varie tecnologie impiegate
RispondiEliminanel macchinario nucleare, civile e militare.
Oggi, costruire una bomba e' piu semplice ed economico di quanto lo fosse nel 1955.
Se oggi un ordigno e' alla portata di potenze industriali di seconda e terza classe in un
futuro (prossimo?) sara', probabilmente, alla portata di qualsiasi signore della guerra.
Che ne sara' della liberta' personale, dello stato di diritto, del pensiero eterodosso e
creativo, in un mondo in cui una bomba atomica costa quanto un grosso motoscafo d'altomare?
E' inutile nascondere la testa sotto la sabbia, perche e' questo il futuro che ci aspetta.
Se vogliamo un futuro diverso, non potendo cancellare la conoscenza del nucleare,
dobbiamo creare habitat alternativi alla nostra Terra, " Bolle di vita " come nel 1903
le chiamava Konstantin Tsiolkovsky padre dell'astronautica.
Per nostra fortuna, la costruzione di colonie umane nello spazio fra la Terra e la Luna,
e' tecnicamente alla nostra portata e darebbe il via a una struttura industriale molto profittevole.
Se queste bolle verranno realizate, sara' per gli ingenti profitti che esse promettono, e ben pochi fra i costruttori, penseranno ad esse, come lughi al sicuro dalla guerra, dalla fame, dalla distruzione e dalla contaminazione nucleare.
Giovanni Maria Boffi guruni@bigfoot.com
Chissà, forse è possibile cancellare la conoscenza del nucleare. Una specie di "dannatio memoriae" come usava al tempo dell'impero romano. Non dico che ci si potrebbe dimenticare di tutta la fisica nucleare, ma dei dettagli di come costruire certi aggeggi, si.
RispondiEliminaScusate, voglio segnalare questo sito
RispondiEliminawww.fairewinds.com
un sito fatto da veri esperti di nucleare con le controballe, i quali stanno dando , tramite il loro portavoce, molte piu' informazioni di tutti i media messi insieme.
Sul loro sito c'e'un "Fukushima update" pieno di video della durata di circa 10 muniti, ciascuno dedicato ad un particolare aspetto o questione del disastro.
L'ultimo al momento disponibile, del 26 aprile, ipotizza, tramite l'analisei delle immagini, che nella fuel pond del reattore 3 non sia avvenuta una cosidetta deflagrazione da idrogeno, ma una ben piu' seria detonazione nucleare sporca, che ha proiettato in atmosfera un quantitativo ignoto di materiale radioattivo composto da uranio ed elementi transuranici.
Sono state trovate parti di barre di combustibile a due miglia dalla centrale, e sono stati rilevati elementi transuranici nell'aria giunta sulla costa degli Stati Uniti.
Questo e' un fatto molto serio , e un chiaro segno che le autorita' stanno nascondendo informazioni vitali all'opinione pubblica.