venerdì 13 agosto 2010

Russia: la grande mazzata da riscaldamento globale


Si incomincia soltanto adesso a rendersi conto della mazzata che è arrivata sulla Russia con la siccità e gli incendi.

Il presidente Medvedev ha definito la situazione "difficile" e addirittura "estrema". Non si sa esattamente quanto sia il danno fatto alle coltivazioni, ma si parla di un quarto del raccolto distrutto.

Questo è un colpo durissimo alla politica di autosufficienza alimentare che il governo Russo aveva seguito con successo dopo la caduta dell'Unione Sovietica. Oggi, la Russia ha sicuramente risorse economiche sufficienti per rifornirsi sul mercato mondiale, ma le ripercussioni sui paesi più poveri saranno pesantissime in termini di carenza di cereali.

Secondo i modelli climatici, il riscaldamento del nord del pianeta sarebbe stato accompagnato da siccità diffusa; cosa che si è puntualmente verificata. I modelli non potevano prevedere gli incendi e il conseguente disastro, che è stato più pesante di quanto si poteva immaginare.

Il disastro russo è una dimostrazione della falsità della diffusa opinione che la politica migliore di fronte al cambiamento climatico è l'adattamento e che in certe regioni il cambiamento porterà dei vantaggi. L'agricoltura e la società umana si sono evolute e adattate a migliaia di anni di situazione climatica stabile. Adesso ritrovarsi con dei cambiamenti rapidi e incontrollabili non ci può portare che dei danni.

L'unico punto positivo del disastro è che il governo Russo si è reso conto immediatamente e correttamente della relazione fra riscaldamento globale e siccità. La Russia è un forte emettitore di gas serra, soprattutto con le centrali a carbone. Ma è anche un paese con risorse e tecnologie sufficienti per agire con efficacia per ridurre le emissioni. Da qui, ci possiamo aspettare qualcosa di buono per tutto il pianeta - forse siamo ancora in tempo.


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Russia reports 25 percent grain losses from drought, fires

    Russian President Dmitry Medvedev looks on as he visits the "Priazovye" agricultural cooperative in southern Russian Rostov region, 12 Aug 2010. Photo: AP

    By VOA News and wire services
    12 August 2010

    Russian President Dmitri Medvedev says a full one-quarter of Russia's grain crops have been destroyed by weeks of drought and wildfires, leaving many Russian farmers close to bankruptcy.

    Mr. Medvedev spoke Thursday to farmers and grain traders in southern Russia, calling the situation "difficult" and even "extreme."

    He did not quantify the grain losses in his address.  But official estimates show more than 43 million hectares were sown for this year's harvests.

    Earlier this week, Prime Minister Vladimir Putin announced a ban on Russian grain exports that could last until the end of the year, in a push to control domestic food and livestock feed prices.

    The ban pushed wheat futures on the Chicago Board of Trade to a two-year high of $7.85 a bushel, and is expected to drive a spike in grain prices in much of the world.

    Mr. Medvedev on Thursday also lifted a state of emergency in three of seven regions hit by the worst of the wildfires.

    Patrols have also been boosted at a key nuclear power plant in western Russia, located near the site of the 1986 Chernobyl nuclear plant disaster in nearby Ukraine.

    The official death toll from the Russian fires, weeks of drought and record-high temperatures stands at 52.  But authorities in the capital say the Moscow death rate had jumped from a norm of 350 a day to more than 700 deaths daily by early this week. 

    Skies over Moscow were clear Thursday, giving the city's 10 million residents desperately needed relief from more than a week of a thick, acrid smog blanketing the city.

    The Emergency Situations Ministry said Thursday the acreage engulfed by fire around Moscow continues to shrink, as emergency workers pump water into dry peat bogs ignited by the fires outside the city.  Workers are piping water from the Oka River into the bogs, which were drained decades ago to harvest fuel.

    Entire villages have been devastated over a wide area of central and western Russia, with thousands of rural residents losing everything in the past month.

21 commenti:

  1. Già in altre occasioni si è vista una forte correlazione tra siccità ed onde di calore: io stesso avevo dimostrato in un mio lavoro recente come anche in occasione dell'estate 2003 la siccità abbia contribuito ad esacerbare la calura (quantificando l'effetto in circa 2-2.5°C). Naturalmente gli incendi rappresentano un ulteriore feedback, positivo. Quanto è successo in Russia nell'estate 2010 rappresenta soltanto un singolo evento meteorologico, pur estremo, ma gli effetti mostrano molto bene come non sia così banale prevedere la correlazione tra temperatura e benessere economico. In particolare, chi profetizzava che, con un clima più caldo, la produzione agricola delle alte latitudini sarebbe cresciuta, forse alla luce di questo disastro dovrà rivedere le proprie posizioni.

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  2. "forse....????" Altro che forse. Dovrebbero cospargersi la testa di cenere e andare in pellegrinaggio a Mosca a piedi, flagellandosi ogni tre passi.

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  3. L'Associated Press fa notare che gli eventi estremi di questo periodo in Russia, Pakistan, Cina, ecc., erano stati previsti nel tanto bistrattato Rapporto IPCC del 2007:

    Long hot summer of fire and floods fit predictions

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  4. Infatti, l'avevo scritto nel post che queste cose erano state previste dai modelli climatici. I modelli non sono mica roba fatta a caso! Ma non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire....

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  5. Chi di voi è stato in Russia in inverno? Io talvolta mi reco in Siberia e con temperature medie della minima di -30C. con punte di -40C e anche più mi domando come si fa a non utilizzare i combustibili fossili per riscaldare le case e non morire letteralmente dal freddo in solo qualche ora. Loro usano il teleriscaldamento, che in teoria darebbe dei rendimenti migliori rispetto alle caldaiette nostrane, ma lo spreco è enorme. Si brucia sia metano che carbone, e passare tutto a metano non è possibile, non ce ne sarebbe sia per i russi stessi che per l'export. C'è anche tanto idroelettrico, ma una pompa di calore aria-aria non è fattibile a quelle temperature; forse il vecchio effetto Joule? da dimenticare il geotermico, i costi per loro (come un pò per noi) sono proibitivi. Allora, come faranno i russi a riscaldarsi senza idrocarburi?

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  6. @ Bardi
    Tutto vero aggiungo anche che l'ipcc aveva previsto anche l'aumento degli incendi nelle zone dove ad un aumento delle T corrisponde un aumento della siccità, in altre invece è previsto l'auemnto delle pioggie..però:
    - questo non dimostra la teoria dell'agw,
    - non dimostra che siano corrette le forzanti inserite nei modelli

    Inoltre mi sembra prematuro attribuire un episodio di caldo secco sopra media (in una zona limitata) al Gw a questo proposito

    http://www.climatemonitor.it/?p=12025

    perchè allora se quest'inverno ci saranno periodi di freddo (in alcune zone) sopra media come del resto sta avvenendo adesso nell' emisfero sud cosa sarà?
    il global cooling?

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  7. errata corrige: piogge ho visto con la coda dell'occhio che mi è scappato pioggie, ma era tardi per correggere

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  8. Costa, stai migliorando. Perlomeno ti sei letto qualcosa sui modelli e hai anche scritto un articolo (quasi) decente su climatemonitor. Chissà che non ti venga voglia di smettere di fare il troll e che - incredibile - forse riuscirai un giorno a capire qualcosa sul cambiamento climatico ......

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  9. x Arturo. Tutto vero. Io in Siberia in inverno non ci sono mai stato, ma in Russia si. E senza idrocarburi, i grandi palazzoni delle città sarebbero invivibili. E quando li' fa freddo, fa freddo veramente: te li sogni i pannelli solari passivi.

    Quindi credo che per la Russia non ci siano soluzioni drastiche, però è sempre possibile lavorare su riduzioni dei consumi in vista di soluzioni. I grandi palazzoni hanno il vantaggio della grossa massa termica è dell'alto rapporto superficie/volume, ma come isolamento fanno schifo; su quello si può certamente lavorare. La Russia ha uranio e esperienza sul nucleare, quindi sul breve/medio termine possono usarelavorare su quello. Poi, non so se ci sia vento sulla costa Baltica, ma anche li' credo che ci siano buone possibilità. E, infine, dov'è che si può fare un bel kitegen carousel se non nelle steppe russe?

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  10. Voto per il carousel, di certo le difficoltà di impianto rispetto alla sovrapopolata italietta litigiosa sono due ordini di grandezza inferiori!

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  11. @ Roberto.
    Verissimo quanto dici, la litigiosità dei russi è di 2 ordini inferiore alla nostra, ma voi ve la vedete la Gazprom, Lukoil, Sibnjeft e tutte le altre compagnie legate agli idrocarburi rinunciare a quote di mercato per fare largo ad un kitegen carousel? Gli oligarchi russi legati agli idrocarburi sono tutti un combutta col governo di Mosca e quando qualcuno di questi oligarghi alza troppo la testa e reclama la sua autonomia, allora viene spedito ai lavori forzati in Siberia; Kodorkovskj (ex proprietario della Yukos) docet!!

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  12. @ Bardi
    Se si riferisce a "Quando gli ippopotami nuotavano nel Tamigi" sono colpito dal suo apprezzamento e la ringrazio, dopo tante critiche...
    malgrado questo c'è il prof Mathis che mi ha criticato, sta seguendo il dibattito?

    http://www.climatemonitor.it/?p=12054

    cosa ne pensa?
    e ancora devo capire se è a favore o contro il nucleare, mi sembra che alla radio abbia detto ..dipende

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  13. Da un punto di vista meramente teorico, il consumo energetico per il riscaldamento può essere portato a valori "piccoli a piacere". Mezzo metro di cappotto esterno in materiali appropriati permette di scaldare la casa anche con -40°C con minime richieste energetiche. Lo fanno sulle nostre Alpi, che non sono tanto più miti della Siberia.
    Conviene? In termini puramente economici a breve scadenza, no. Chiaro che bisogna cambiare mentalità.

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  14. Costa, di solito non perdo tempo a legger blog pseudo-scientifici come "climatemonitor." Qui però ti devo ringraziare per la segnalazione, perché il prof. Mathis ha fatto un bell'intervento - suppongo che abbia creduto che climatemonitor fosse un blog serio.

    Comunque, il mio apprezzamento per il tuo articolo è soltanto relativo. Ho detto che sei migliorato e se smetti di fare il troll hai tutto da guadagnare. Ma, sfortunatamente, ho visto che ti sei messo a trollare anche su climatemonitor, nei commenti del tuo proprio post! Il veterinario perde il pelo, ma non il vizio!

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  15. x Arturo, hai ragione sul potere di Gazprom, però è anche vero che la società Russa è più centralizzata della nostra, per cui è anche possibile prendere delle decisioni che vanno contro le lobbies.... forse.

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  16. @ Bardi
    A mi pareva!
    E' sempre lei comunque che offende, mi da del troll? mi chiedo se sappia cosa significa, o se usa il termine solo per fare il moderno.
    Il troll è anonimo, io no,
    il troll insulta o offende, io no, io non dico che spiegare ai serristi che la teoria dell'agw non sta in piedi è come spiegare le equazioni differenziali ai cani,
    il troll è incoerente e in contraddizione perchè il suo scopo è far litigare o litigare,
    io invece nel mio piccolo CONTESTO
    che è molto diverso, e che è un diritto,
    non pretendo di aver sempre ragione, ma cito peer review, o dati ufficiali.
    Perchè contesto?
    perchè il settore zootecnico è pesantemente coinvolto dall'obbligo di abbattere le emissioni, già adesso ma sarà peggio in futuro, con il miraggio di una mitigazione climatica mai dimostrata da nessuno.

    Se climate monitor è un blog pseudo sicentifico effetto cassandra invece è scientifico?
    ma mi faccia il favore!
    Vuole l'elenco di tutti gli insulti e gli errori che avete fatto?

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  17. Costa, se ti comporti da troll, sei definbile come troll, anche se con nome e cognome. Il dibattito scientifico non si fa con la polemica gratuita e nemmeno inondando gli interlocutori con link a casaccio. Ne hai ancora di strada da fare prima di capirci qualcosa sul clima; nel frattempo, se smetti di trollare, ci guadagni tu e tutti quanti.

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  18. Ricordiamoci sempre che siamo in un anno Nino, pero'. Occhio...

    Saluti
    Phitio

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  20. @Phitio
    Per fortuna che era un Nino moderato
    www.esrl.noaa.gov/psd/enso/enso.mei_index.html

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  21. Si, ma ricordiamo che El Nino accentua gli effeti delle anomalie idrogeologiche.
    Certo, se la baseline è alterata, avremo anomalie ancora più forti.

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