martedì 25 maggio 2010

Le bugie hanno vita eterna

 
Vi passo un interessante pezzetto apparso su Repubblica il 24 Maggio che si intitola "Vita eterna per le bugie"

Si tratta un po' di una riscoperta dell'acqua calda, ovvero di un concetto che credo che sia ben noto a chi si occupa di PR. Non importa quale fesseria viene lanciata in rete e sui giornali; e non importa che sia poi smentita. L'effetto è comunque quello di essere creduta. Anzi, la smentita rinforza la credenza che la notizia sia vera.

Il trucco si usa parecchio in politica, ma sicuramente viene usato anche nel dibattito sul riscaldamento globale. Le statistiche dicono chiaramente che le bugie raccontate ultimamente sul clima hanno avuto un eccellente effetto nel convincere la gente che il riscaldamento non esiste o, addirittura, che stiamo andando verso una nuova era glaciale. Le smentite, molto probabilmente, hanno solo rinforzato queste convinzioni.

Per esempio, in campo climatico molta gente rimane perfettamente convinta che il "bastone da hockey" (le misure paleoclimatologiche degli ultimi 2000 anni) sia un falso, che nel cosiddetto "periodo medievale caldo" le temperature fossero più alte di quelle di oggi, che i ghiacciai si stanno espandendo piuttosto che contraendo, eccetera. In più rimane viva e vegeta quella che è un po' la madre di tutte le leggende: quella che gli autori dello studio "I Limiti dello Sviluppo" del 1972 avessero "sbagliato le previsioni".

Si dice che le bugie hanno le gambe corte, ma oggi scopriamo che vivono a lungo. Possiamo solo sperare che non vivano in eterno, come suggerisce questo articolo.


____________________________________

Repubblica il 24 Maggio 2010

Vita eterna per le bugie
soprattutto se "rettificate"

Uno studio dimostra che le rettifiche avvalorano le convinzioni esistenti, anche se palesemente false. Si tratta di un meccanismo mentale di autodeterminazione che condiziona anche le votazioni politiche

di SARA FICOCELLI

Vita eterna per le bugie soprattutto se "rettificate"

Mettere un'informazione sbagliata in circolazione è un po' come sciogliere una goccia di petrolio nell'oceano: potrà rendersi invisibile frammentandosi in mille parti, ma non scomparirà mai. Per spiegare la meccanica che sta dietro l'immortalità delle "bugie" e i motivi per cui, malgrado le smentite, ci sarà sempre qualcuno disposto a dargli credito, gli scienziati politici Brendan Nyhan dell'università del Michigan e Ann Arbor e Jason Reifler della Georgia State University di Atlanta hanno condotto alcuni esperimenti chiedendo ai partecipanti di leggere notizie false contenenti dichiarazioni fuorvianti di alcuni politici, e assegnando poi ad alcuni, a caso, una versione dell'articolo contenente delle rettifiche.

"Dai risultati ottenuti - ha spiegato Brendan Nyhan al New York Times - è emerso che la diffusione di rettifiche non solo non elimina i fraintendimenti ma anzi li fa peggiorare. In un esperimento, ad esempio, abbiamo riscontrato che la porzione di elettori conservatori che credono che i tagli alle tasse dell'ex presidente George W. Bush abbiano contribuito alla crescita economica è salita dal 36% al 67% proprio quando questa notizia è stata smentita. Le persone tendono ad accanirsi contro la correzione delle informazioni già messe in circolazione e alle quali avevano dato credito. Paradossalmente le smentite rafforzano i fraintendimenti".

Lo studio americano, presentato al meeting annuale dell'American Political Science Association, è partito dai dati raccolti dal collega James H. Kuklinski, che nel 2000 illustrò la differenza tra disinformazione e cattiva informazione, concludendo che spesso gli elettori basano le preferenze politiche su false informazioni ritenute attendibili, e dai ricercatori Charles S. Taber e Milton Lodge, che nel 2006 dimostrarono con una serie di sondaggi che spesso i cittadini rifiutano di credere alle opinioni contrastanti con le loro, anche se è dimostrato che sono vere. Nyhan, Arbor e Reifler hanno condotto la propria ricerca con una serie di quattro esperimenti, suddividendo i volontari in gruppi e riscontrando come sia praticamente impossibile far cambiare idea a qualcuno smentendo un'informazione ritenuta fino a quel momento attendibile.

Dalle cause scatenanti della guerra in Iraq alla riforma sanitaria di Obama, sono tanti gli esempi di notizie false, poi corrette, che hanno continuano e continuano a circolare come vere sul web, sui giornali e quindi tra le opinioni della gente. E questo, come nel 2007 spiegò in un altro studio Brian J. Gaines, è un meccanismo di ragionamento che ha a che vedere con l'autodeterminazione. "Sono due i procedimenti mentali che regolano l'assimilazione delle informazioni", ha spiegato Nyhan. "Innanzitutto chi le riceve va alla ricerca di pregiudizi: quando leggiamo qualcosa cerchiamo in realtà una conferma ai nostri preconcetti, qualcosa che avvalori le nostre convinzioni. Non una vera informazione. Il secondo procedimento scatta invece al momento dell'eventuale smentita: noi lo chiamiamo backfire effect ("effetto ritorno di fiamma") ed è quel meccanismo mentale che porta a rafforzare le proprie convinzioni proprio perché qualcuno le ha messe in discussione o controdimostrate". Come diceva Mark Twain, "non è ciò che non sai a crearti dei problemi, ma ciò che sai per certo".

12 commenti:

  1. dialogo approssimativo tra me e una collega:
    lei: hai sentito, sembra che il buco nell'ozono si stia richiudendo.
    io: allora avevano ragione gli scienziati che era colpa principalmente dei CFC, è bastato sostituirli con un altro gas.
    lei: per me è stata tutta una manovra commerciale, per vendere gli altri gas.
    io: ma 'loro' hanno detto di non usare CFC, non hanno detto di usare QUEL gas in sostituzione...
    lei: è la stessa cosa. Anche col riscaldamento globale, devono fare marketing.
    io: io sono diffidente verso chi mi vuole vendere qualcosa (per esempio un'auto o una centrale nucleare ), ma se uno mi dice -guarda che consumare combustibili fossili fa riscaldare la Terra, cerca di ridurre...- che interessi credi che abbia?
    lei: qualcosa ci dev'essere sotto.

    Mimmo

    RispondiElimina
  2. Purtroppo alla gente bisonga dare plausibili menzogne piuttosto che verita', per portarli dalla loro parte. Almeno per ora, in questo tempo ed in questo spazio, dove l'informazione e' troppa e bisogna scremare per preconcetti.

    RispondiElimina
  3. Gentile prof. Bardi, ho letto l'articolo ed il link denominato statistiche, ove viene evidenziata la diminuzione del consenso dell'AGWT da parte degli americani nel periodo che va dal 2006 ad ottobre 2009, quindi prima dell'esplosione del climategate. Non conosco l'opinione pubblica americana, ma non credo che sia così tanto più colta di quella italiana. Ora, se vado in giro per la strada, non ne trovo tanti che sanno cosa sia l'hockey stick di Mann, persino dopo il climagate. D'altro canto, per passare da una percentuale dal 17 al 33 di no, dovremmo supporre che ci sia una buona percentuale del pubblico che conosca Mann, l'hockey-stick, i temi statistici.
    Quindi, a me sembra più probabile che il consenso sia diminuito perchè negli USA (sottolineo: negli USA, non nel pianeta) siano capitati inverni nevosi o comunque freddi. Indipendentemente dalle considerazioni sull'hockey-stick.

    RispondiElimina
  4. Caro Agrimensore, certamente il relativo freddo degli ultimi tempi in certe zone ha giocato un ruolo. Ma nota che questo è un fenomeno recente e - in ogni caso - la propaganda ci ha marciato sopra parecchio. Quando si tratta di fare propaganda, tutto fa.

    RispondiElimina
  5. Anch'io penso che si tratti un po' della scoperta dell'acqua calda, e aggiungo che forse l'approccio del ricercatore non è il più corretto.

    Ho scritto una simpatica riflessione a riguardo su Il Rinascimento:
    http://ilrinascimento.it/orgia-con-10-trans-importante-uomo-politico-coinvolto-nello-scandalo

    RispondiElimina
  6. Un'altra bugia che imperversa riguarda il "raffreddamento" dei mari, legato alla "travesty" di Trenberth.
    La questione vera è che, considerate le misure di flussi energetici, la Terra sta accumulando parecchio calore. Considerando le misure di quanto si stan riscaldando i mari (che SI RISCALDANO), manca del calore all'appello, che non sappiamo cosa stia riscaldando (forse i mari più in profondità, o forse sottostimiamo il riscaldamento marino, o forse sovrastimiamo un po' i flussi energetici).

    La versione romanzata e' che gli oceani si stan raffreddando, i climatologi lo sanno, ma non vogliono ammetterlo pubblicamente.

    RispondiElimina
  7. Come se non bastassero i negazionisti climatici adesso ci si mettono anche gli onorevoli come Massimo Fiorio del Partito Democratico contro il fotovoltaico, dice che "occorre tutelare i terreni agricoli dal rischio di desertificazione" e "rimane inoltre il problema di come smaltire le cellule fotovoltaiche non più utilizzabili".
    Buona lettura.
    http://www.vallibbt.com/2010/05/03/linterrogazione-dellon-massimo-fiorio-sul-fotovoltaico/

    RispondiElimina
  8. Prof. Bardi, onestamente questo post mi sembra un po' sottotono rispetto agli ultimi. E' senza dubbio vera la storia delle bugie con le gambe lunghe, però, insomma, almeno sul clima le fonti di informazioni ci sono.
    Ognuno sceglie quelle che vuole e non è solo questione di di manipolazione; molte volte si sceglie quello che si vuole sentirsi dire.

    In un paese, come l'Italia, dove sta per essere approvata una legge bavaglio contro la libera stampa il fatto che si dica qualche bugia sul clima non mi sembra la cosa peggiore ...

    RispondiElimina
  9. Certo che un articolo sulle bugie che appare su Repubblica, e' il colmo dei colmi...

    Comunque il problema delle "bugie eterne", alla fine, e' rilevante solo nella prospettiva impossibile di convincere del "vero" tutti ma proprio tutti. Se invece si tollera la naturalissima presenza di un certo numero di irriducibili, la "bugia" prima o poi, in pratica scompare.

    E' la riproposizione del noto proverbio (di Lincoln?) che comincia con: "You can fool some people all of the time..."

    RispondiElimina
  10. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina
  11. Commento precedente eliminato in quanto contrario alle regole di questo blog.

    RispondiElimina
  12. ma davvero pensate di aver ragione bannandomi?
    O di migliorare il confronto?

    http://www.co2science.org/index.php

    Was there a Medieval Warm Period? YES, according to data published by 833 individual scientists from 496 separate research institutions in 43 different countries ... and counting! This issue's Medieval Warm Period Record comes from Middle and Southern Ural Mountains, Russia. To access the entire Medieval Warm Period Project's database, click here.

    Questo è solo un link non potete bannarlo
    Ebbene ci dice che sono centinaia le peer review che mostrano un periodo caldo medioevale molto più marcato rispetto all'hockey stick, e in ogni dove,

    il fatto che ancora qualcuno creda che l'hockey stick sia un'analisi del paleoclima corretta e non superata, è sbalorditivo soprattutto dopo il climategate dove si evince che ci furono pressioni per costruire proprio l'hockey stick.

    Ad es moberg 2005 ed Esper 2002 ( i link cercateveli) mostrano un periodo caldo medioevale marcato, come del resto tutto il 900 è correlato all'attività magnetica solare.mccracken 2007(i link cercateveli)

    i modelli climatici non tengono conto di questa variabilità magnetica solare indi...non hanno nessun valore!!!!

    RispondiElimina