sabato 3 gennaio 2015

Clima: perché non si parla mai dell'Antartide?

C'è chi sostiene che i ghiacci antartici stanno aumentando e che questo è un argomento contro il concetto di riscaldamento globale. Non solo, ma sostengono che non se ne parla per evitare che vengano questi dubbi alla gente. Ma i ghiacci dell'antartide non stanno aumentando, stanno diminuendo sempre più in fretta. (UB)


Da “Nasa”. Traduzione di MR (h/t Maurizio Tron – Alexander Ač)

Il tasso di fusione dei ghiacci antartici è triplicato


Di Carol Rasmussen, del Team informativo sulle Scienze della Terra della NASA


I ghiacciai visti durante il volo per l'operazione di ricerca della NASA IceBridge sull'Antartide Occidentale il 29 ottobre 2014. Foto: NASA/Michael Studinger. Immagine più grande.

Un'analisi completa di 21 anni della regione dell'Antartide ha scoperto che il tasso di fusione dei ghiacciai è triplicato durante l'ultimo decennio. I ghiacciai nella Baia del Mare di Amundsen nell'Antartide Occidentale stanno perdendo ghiaccio più velocemente di ogni altra parte dell'Antartide e costituiscono il maggior contributo dell'Antartide all'aumento del livello del mare. Questo studio di scienziati dell'Università della California, ad Irvine (UCI), e della NASA è il primo che valuta e raccorda osservazioni provenienti da quattro diverse tecniche di misurazione per produrre una stima autorevole della quantità e del tasso di perdita durante gli ultimi due decenni. “La perdita di massa di questi ghiacciai sta aumentando ad un tasso impressionante”, ha detto la scienziata Isabella Velicogna, unitamente al UCI ed al Jet Propulsion Laboratory della NASA a Pasadena, California. La Velicogna è una coautrice del  saggio sui risultati, che è stato accettato per la pubblicazione nella rivista Geophysical Research Letters.

La Baia del Mare di Amundsen 
nell'Antartide Occidentale
 Foto: NASA
L'autore principale Tyler Sutterley, un candidato al dottorato alla UCI e la sua squadra, hanno fatto l'analisi per verificare il fatto che la fusione in questa parte dell'Antartide stia accelerando. “Gli studi precedenti hanno suggerito che questa regione sta cominciando a cambiare molto drammaticamente dagli anni 90 e volevamo vedere come confrontare le varie tecniche”, ha detto Sutterley. “Il notevole accordo fra le tecniche ci ha dato la sicurezza che abbiamo capito bene”. I Ricercatori hanno raccordato le misurazioni del bilancio di massa dei ghiacciai che scivolano nella Baia del Mare di Amundsen. Il bilancio di massa è una misura di quanto ghiaccio, proveniente da neve accumulata o fusa, scarichi di ghiaccio ed iceberg ed altre cause, i ghiacciai acquisiscono o perdono nel tempo. Le misure provenienti da tutte e quattro le tecniche erano disponibili dal 2003 al 2009. Insieme, i quattro gruppi di dati coprono il lasso temporale dal 1992 al 2013.

I ghiacciai nella baia hanno perso massa durante l'intero periodo. I ricercatori hanno calcolato due quantità separate: la quantità totale di perdita e  i cambiamenti nel tasso di perdita. La quantità totale di perdita ha avuto una media di 83 gigatonnellate all'anno (91,5 miliardi di tonnellate statunitensi). In confronto, il monte Everest pesa circa 161 gigatonnellate, il che significa che i ghiacciai dell'Antartide hanno perso una quantità di peso in acqua equivalente al monte Everest ogni due anni per gli ultimi 21 anni. Il tasso di perdita ha accelerato in media di 6,1 gigatonnellate (6,7 miliardi di tonnellate statunitensi) all'anno dal 1992. Durante il periodo in cui le quattro tecniche di osservazione si sono sovrapposte, il tasso di fusione è aumentato in media di 16,3 gigatonnellate all'anno – quasi tre volte il tasso di aumento dell'intero periodo di 21 anni. La quantità totale di perdita è stata vicina alla media di 84 gigatonnellate. I quattro gruppi di osservazioni comprendono i satelliti della NASA 'Gravity Recovery' e 'Climate Experiment', l'altimetria laser della campagna aerea dell'Operazione IceBridge della NASA e l'analisi del bilancio della massa usando dei radar e il Modello Climatico Atmosferico regionale dell'Università di Utrecht. Gli scienziati hanno osservato che il comportamento dei ghiacciai e delle calotte glaciali in tutto il mondo è finora la più grande incertezza per prevedere  il futuro livello del mare. “Abbiamo un'eccellente rete di osservazione ora. E' cruciale che conserviamo questa rete per continuare a monitorare questi cambiamenti”, ha detto la Velicogna, “perché i cambiamenti stanno procedendo molto rapidamente”.